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Autore: heliodor    10/02/2019    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Riuniti

 
Il primo istinto fu quello di corrergli incontro, ma lo represse. Tutti si erano voltati dalla sua parte e sentiva gli occhi addosso.
Oren sembrava imbarazzato e le sorrideva. Mosse qualche passo nella sua direzione, ma esitò.
Joyce cercò di frenare le lacrime. Non sarebbe stato dignitoso mettersi a piangere davanti a tutti.
Soprattutto davanti allo sguardo divertito di Eryen.
Decise di ignorarla e avanzò con passo deciso verso Oren.
"Eccola. Che ti dicevo?" fece Vyncent.
"Sibyl" disse Oren con tono incerto.
Joyce si limitò ad annuire. "Sei vivo."
Oren allargò le braccia. "Grazie a te. So quello che hai fatto a Nazedir."
"Tu sai?" fece Joyce incredula.
Oren andò verso di lei e l'abbracciò.
Joyce si sentì avvampare per l'imbarazzo, ma non riuscì a sciogliere l'abbraccio.
"Lasciamoli un po' da soli" disse Elvana divertita. "Anche tu." Afferrò Vyncent, che finse di resisterle. "Andiamo."
Persino Bryce li seguì divertita.
Forse le è passata l'arrabbiatura e mi ha perdonata? Si chiese Joyce.
Quando tutti furono usciti dalla sala, Oren le dedicò una lunga occhiata. "Sei diversa. Sembri cambiata."
Joyce scrollò le spalle. "Anche tu."
Lui annuì. "La guerra ci ha cambiati."
"Oren, mi dispiace per quello che è successo" disse. In quel momento fu Joyce, la vera Joyce, a parlare.
Lui si accigliò. "Per cosa? Tu mi hai salvato la vita rischiando la tua."
Solo che io non lo volevo davvero. Credo. Pensò. Ho fatto una scelta in quella grotta a Mar Qwara, pensò ancora con vergogna.
"Tu avresti fatto lo stesso" disse lei.
Oren sorrise. "Io ho sfidato Rancey una sola volta e lui mi ha quasi ucciso."
"Ti ha maledetto, vero?"
"Come lo sai?"
Ecco, ho parlato troppo di nuovo. "Ci sono arrivata per esclusione. Ho saputo dell'attacco a Valonde e di Rancey, così ho solo unito le cose. Tutto qui."
Era una scusa patetica, ma non le venne in mente niente di meglio.
"Comunque sia, ora sono qui grazie a te. Ti devo la vita."
Lo hai già detto, pensò Joyce. E io devo la mia a te. Se non mI avessi aiutata con Wena, lei mi avrebbe portata chissà dove.
"Ho sentito che sei stato molto coraggioso durante l'attacco" disse invece.
"Te l'ha detto Vyncent?" fece lui divertito.
L'ho visto con i miei occhi, pensò. Ma Vyncent gliene aveva parlato qualche giorno prima, quindi annuì.
"Lui esagera. Ho fatto davvero poco. Per lo più mi sono fatto maledire e poi ferire gravemente. Non un granché."
"So che hai aiutato anche Bryce."
"Questo te l'ha detto lei?"
Stavolta non annuì. Joyce lo aveva saputo da Elvana.
"È stato un puro caso che mi sia trovato sul molo quando l'hanno attaccata" disse Oren. "Ero andato lì per cercarla e chiederle di andare al Tempio per il matrimonio della principessa Joyce." Al solo pronunciare quel nome sembrò divenire triste.
"Sei triste perché hai pensato a lei?" chiese Joyce. Quella poteva essere una situazione interessante, ma doveva usare le parole giuste.
Oren annuì. "Sono molto in pensiero per lei."
"Davvero?" chiese cercando di non mostrare il suo entusiasmo. "Sei preoccupato?"
"Certo" fece Oren sorpreso. "È colpa mia se Malag l'ha rapita."
"È solo per questo? Credevo tenessi un po' a lei."
"Non ricominciare con questa storia" fece Oren esasperato. "Sono preoccupato perché è in pericolo."
"Solo questo?"
Oren si accigliò. "Solo? Era affidata alla mia custodia quando è stata rapita."
"Ma tu non hai colpa" disse Joyce. "Vyncent mi ha detto che non eri nemmeno al tempio quando è iniziato l'attacco."
"Ma ci sono andato dopo. Wena mi ha attaccato e io non ho potuto fare molto per impedire a Rancey di rapirla."
"Perciò lei ti manca, no?" chiese Joyce speranzosa.
"Non lo so" fece lui perplesso. "Credo che in un certo senso mi fossi abituato alla sua presenza."
"Abituato?"
"Certo. Sarà anche viziata e petulante..."
Joyce avvampò. "Viziata e petulante?"
"... ma è anche indifesa. Come un cucciolo di cane."
"Un cane."
Oren annuì. "Un cucciolo."
"Quindi per te la principessa Joyce sarebbe un cane?"
"Detto così sembra offensivo" ammise lui,
"Lo è, certo" fece Joyce contenendo a fatica l'indignazione.
"Ho detto qualcosa di sbagliato?"
Elvana tornò in quel momento. "Non voglio disturbarvi, ma è tardi è la cena deve essere servita."
Joyce annuì. "Avevamo finito."
Al tavolo sedette tra Oren e Bato.
La ragazza che l'aveva accompagnato sedette alla sinistra di Oren. Prima di sedere si presentò a Joyce con un inchino.
"Io sono Shan Li Po" disse con tono cordiale. "Sono onorata di conoscerti."
"Io sono Sibyl" rispose Joyce senza entusiasmo.
"Noi la chiamiamo Shani" disse Oren.
Joyce gli scoccò un'occhiataccia. "Noi?"
Lui fece spallucce.
"Intende dire i miei amici" disse Shani.
Joyce si limitò ad annuire.
Oren raccontò che cosa aveva fatto dopo che Bryce e gli altri erano partiti. Per Joyce era la prima volta che sentiva tutta la storia. Fino a quel momento era riuscita solo a coglierne qualche frammento.
"E poi mi sono svegliato a Mar Qwara" concluse Oren.
Bardhian, seduto accanto a Vyncent, si sporse in avanti. "È vero che i giganti hanno distrutto la città?"
"Giganti" fece Elvana spazientita. "Solo tu puoi credere a una sciocchezza simile."
"Chiedete pure a Sibyl" disse Oren. "Lei ne ha usato uno."
"Cero, certo" fece Elvana.
"Li abbiamo visti" disse Shani seria. "Giganti fatti di metallo, ma dalle sembianze umane. Per fortuna ormai erano inattivi."
A Joyce importava poco dei giganti. "Chare e Darran?" chiese a Oren. "Loro come stanno?"
"Bene" rispose Oren. "Erano in pensiero per te dopo che te ne sei andata."
Joyce si limitò a sorridere. Era felice per loro e le faceva piacere sapere che erano al sicuro e salvi.
"Visto che sono veri?" fece Bardhian rivolto a Elvana.
La strega sbuffò. "Ci crederò quando ne vedrò uno camminare per la città."
Spero proprio che non accada, pensò Joyce. Vorrebbe dire che i maghi sono tornati.
Bryce sorseggiò del vino da una coppa. "Così tu saresti davvero la strega rossa di cui si parla tanto" disse rivolta a Joyce.
Fece spallucce. "Non l'ho scelto io quel nomignolo."
"Ma certo stupida" sbottò Elvana. "Nessuno se lo sceglie. Sono gli altri a dartelo."
"E saresti la stessa strega rossa di Nazedir" proseguì Bryce.
"Quello posso confermarlo io" disse lady Gladia. Sedeva a un capo del tavolo, Eryen alla sua sinistra.
La giovane strega aveva appena toccato il suo cibo e non aveva detto una sola parola.
"Anche Eryen potrà confermarlo."
Chiamata in causa, la strega scrollò le spalle. "La strega rossa che conosco io è una spia e una bugiarda. E dubito che abbia ucciso Rancey, visto che è una tale incapace."
Elvana gettò un'occhiataccia a Eryen.
Joyce decise di ignorare le sue parole. C'erano altre domande che voleva fare a Oren.
"Siamo stati anche a Nazedir" disse Shani. "Abbiamo attraversato la foresta e abbiamo incontrato delle persone."
"Gli Alfar" disse Oren.
Joyce quasi cadde dalla sedia. "Hai visto per caso una ragazza di nome Leyra?"
Lui annuì. "E anche un certo Zefyr e un altro alfar di nome Thali."
"E stavano bene?"
Oren annuì. "Erano molto in pena per te. Credevano che fossi morta sepolta nel crollo del santuario."
Non saprai mai quanto ci sono stata vicina, pensò.
"Per caso hai incontrato anche degli alfar più giovani?”
Oren scosse la testa. "Ho visto solo loro."
"Selvaggi" disse Eryen. "Non mi stupisce che siano amici tuoi."
"Io ho sentito di una strega rossa che ha creato trambusto tra gli inquisitori di Luska" disse Djana parlando per la prima volta. "E di un'altra che avrebbe creato problemi a Theroda dopo essere fuggita con un rinnegato."
"Non mi stupirebbe affatto" disse Eryen divertita.
Joyce arrossì.
Elvana rise. "Ora non addossiamo tutte le colpe a questa povera strega selvaggia."
Un valletto si avvicinò a Bryce e le diede un foglietto dopo essersi inchinato. Lei lo lesse e mutò espressione.
Si alzò scura in viso. "Perdonatemi" disse con voce contrita. Uscì dalla sala senza attendere il permesso.
Vyncent ed Elvana si alzarono anch'essi e uscirono.
"Deve essere successo qualcosa di grave" disse Bardhian alzandosi a sua volta.
Bato e Djana fecero lo stesso.
"Forse" disse lady Gladia. "Dovreste lasciarli parlare in pace."
Bardhian esitò. "Noi prendiamo insieme le nostre decisioni."
"Giusto" fece Bato. Guardò Joyce. "Dovresti venire anche tu."
"Io?" fece Joyce stupita. "Non credo che..."
"Elvana è la tua guida" disse Bato. "Avrai solo da imparare da lei."
"Torno subito" disse rivolta a Oren.
Lui annuì, ma sembrò deluso. "Vai pure. Non farli aspettare."
 
Joyce seguì Bato e Djana. Bardhian marciava in testa al gruppo con decisione. Giunsero a una sala circolare in mezzo alla quale c'era un tavolo rotondo.
Uno stregone dal naso aquilino e lo sguardo preoccupato stava parlando con Bryce.
"E non ti ha detto altro?" chiese.
Lui scosse la testa. "Mi ha affidato solo questo messaggio per te." Le porse una pergamena piena di sigilli.
Bryce l'aprì e le diede una rapida scorsa, quindi l'arrotolò di nuovo e la buttò via. "Dannata donna" disse. "Non si arrende mai quella lì."
Vyncent raccolse il rotolo e lo lesse con attenzione. "È diverso dalle altre volte."
Elvana lo lesse a sua volta. "A me sembra il solito delirio."
"Ti sbagli" fece lui. "Il tono è più minaccioso."
Joyce voleva capire cosa stava succedendo, ma aveva paura di fare delle domande.
Elvana dovette notare la sua espressione perché le si avvicinò. "Non ci stai capendo molto, vero?"
Joyce scosse la testa.
Ronnet sopraggiunse in quel momento, l'espressione tronfia dipinta sul viso.
Joyce non l'aveva visto molto e cercava di evitarlo, dopo che Elvana le aveva detto che non era una persona raccomandabile.
"È tutto l'opposto dei fratelli" aveva detto la strega.
I fratelli di Ronnet erano tre. Bardhian lo conosceva bene. Kandal era un ragazzino e Thereza una bella ragazza più o meno della sua età.
Nessuno dei due frequentava l'ala dove Bryce e gli altri vivevano. Joyce li aveva visti due o tre volte e non ci aveva mai parlato.
Ora che ci pensava, nessuno l'aveva mai presentata ai due principi.
Ronnet si faceva vivo più spesso e quasi sempre per schernire Bryce o suo fratello. Invece sembrava evitare Vyncent e per quanto riguardava Joyce.
Lei l'aveva sorpreso un paio di volte a fissarla quando pensava che fosse distratta.
"Immagino sia arrivata una nuova lettera della regina di Orfar" disse Ronnet divertito.
Bryce lo fissò con sguardo duro.
"Perché mi guardi così?"
"Sai bene che la colpa di quello che è successo è solo tua" disse Bryce.
"Mia?" fece Ronnet stupito. "Ti ho forse obbligata a prometterti in sposa al figlio idiota di Skeli?"
Promessa in sposa? Si chiese Joyce sbalordita. Cos'è questa storia? Perché Bryce aveva fatto una cosa così stupida?
"Era l'unico modo per avere il suo aiuto" disse Bryce. "Aiuto che tu ci avevi garantito prima di partire."
"Io ti avevo solo garantito di poter parlare con Skeli" rispose Ronnet con rabbia. "Sei tu che hai dato la tua parola, non io."
"La tua parola non vale niente" disse Bryce.
Ronnet le mostrò i denti. "Attenta a come parli, selvaggia. Ricorda che sei nostra ospite."
"È mia ospite" disse Bardhian facendosi avanti. "E tu devi mostrarle rispetto."
Ronnet lo guardò dalla testa ai piedi. "Ma sentitelo. Ora fa la voce grossa. Quella spada che porti al fianco ti ha dato tutto il coraggio che mostri? Non ti servirà quando dovrai combattere sul serio."
"Io almeno non fuggo dalla battaglia" disse Bardhian.
"Io non stavo fuggendo. E tu devi mostrare rispetto per me."
"Avrai il mio rispetto da fratello minore quando te lo sarai guadagnato."
Ronnet ghignò. "Fratello minore? È questo che ti hanno messo in testa i selvaggi del continente grande? Tu non fai parte di questa famiglia, Bardhian. Tu non sei un vero Malinor."
Bardhian serrò i pugni. "Ora sei tu che parli troppo."
Vyncent gli poggiò una mano sulla spalla. "Ricorda quello che ti ho detto."
Bardhian sembrò rilassarsi.
"Fai il bravo cagnolino" disse Ronnet. Guardò Bryce. "In quanto a te, principessa di Valonde, ci penserei bene prima di rispondere alla regina Skeli e al tono da usare. Hai dato la tua parola e qui sul continente vecchio, diversamente da voi, la parola è tutto. Se diventi una spergiura e ti rimangi i tuoi giuramenti, cosa penseranno di te tutti quelli che ora ti adorano?" Senza darle il tempo di rispondere si voltò e andò verso il corridoio.
"Ha ragione" disse Bryce con tono più calmo. "Devo trovare le parole adatte."
L'uomo dal naso aquilino fece un leggero inchino. "Vuoi che le porti io la tua risposta?"
"No, Igar" disse Bryce. "Stavolta userò un messaggero di Malinor."
"Come desideri" fece Agar.
"Devi essere stanco. Riposati e poi unisciti pure a noi" disse Bryce. "Ormai ti considero del gruppo."
"Giusto" fece Vyncent.
Elvana invece fece una smorfia.
Joyce la seguì mentre tornavano indietro. Bryce e Vyncent andarono nella direzione opposta con lady Gladia ed Eryen, mentre Ronnet andò via per i fatti suoi.
"Immagino che tu voglia saperne di più" disse la strega quando furono lontani dagli altri.
"In effetti sono un po' curiosa" disse Joyce trattenendo a stento il desiderio di farle mille domande.
"È successo tutto dopo che Ronnet ci ha convinti a lasciare Malinor per guidare la sua alleanza contro l'orda di Malag."
Joyce ne aveva sentito parlare, ma giravano molte storie su quella campagna e quasi tutte le erano state raccontate da persone che le avevano sentite da altre.
Quella di Elvana era la prima fonte attendibile.
"Ci servivano alleati e così siamo andati dalla regina di Orfar, Skeli. Per ottenere l'aiuto di cui avevamo bisogno, Bryce si è impegnata a sposare il figlio di Skeli dopo la fine della campagna."
"E lo ha sposato?" chiese Joyce sgomenta. Non riusciva a credere di essere diventata parente di questa Skeli.
"Ovviamente no" disse Elvana. "La regina di Orfar non ha rispettato l'accordo e ci ha abbandonati nel momento peggiore, quando pensava che non saremmo riusciti a vincere contro l'orda."
"Se Skeli non ha rispettato l'accordo, allora il patto non è valido, giusto?"
La strega annuì. "Peccato che Skeli non sia della stessa opinione. Lei è convinta di aver dato un contributo decisivo nella vittoria e vuole che Bryce sposi suo figlio."
"Ma non è giusto" protestò Joyce. "Bryce non deve sposare quel tizio."
Elvana rise. "Non lo farà, stanne certa. E se anche lo facesse, rimarrebbe vedova dopo poche ore. In ogni caso, Skeli le ha inviato diversi messaggi nelle ultime due lune. Bryce all'inizio le ha risposto con cortesia, ma ha solo ottenuto che la regina divenisse sempre più minacciosa. Quello che ha portato Agar è solo l'ultimo, ma sono sicura che non finirà qui."
"E Bryce non ha intenzione di fare niente?"
Elvana scrollò le spalle. "Cosa dovrebbe fare? Lei è qui, protetta dalle mura di Malinor e Skeli è a mille miglia di distanza. Quella donna può sbraitare e minacciare quanto vuole, ma non otterrà niente di più."
Joyce non aveva mai visto Bryce così sconvolta, quindi qualcosa Skeli aveva ottenuto con le sue minacce.
"Non farne parola con nessuno" l'ammonì Elvana. "Nemmeno col tuo fidanzato."
Joyce arrossì. "Lui non è il mio..."
Lei rise.
Raggiunsero Oren e Shani, che nel frattempo avevano atteso in piedi.
"Tutto bene?" chiese lui preoccupato.
Joyce annuì.
"Niente di cui preoccuparsi" disse Elvana con tono rassicurante.
Shani si schiarì la gola. "Ora dovremmo andare. Tra poco sarà buio e le strade non sono molto sicure."
"Andare?" esclamò Joyce. "Dove?"
"A casa di mio zio" rispose Shani. "Non sarebbe educato farlo aspettare."
"Io credevo che saresti rimasto qui" disse Joyce rivolto a Oren. "C'è così tanto posto a palazzo..." Poi ricordò che quello non era il suo palazzo e guardò Elvana. "Non è vero?"
La strega fece spallucce. "Questo livello è riservato a noi e ci sono almeno quindici stanze libere, anche se abbiamo già preso le migliori."
"Se volete restare non c'è alcun problema" si affrettò a dire Bardhian.
"Giusto. Restate qui" insistette Joyce. "Sei appena tornato e abbiamo così tante cose da dirci."
"Potremo farlo nei prossimi giorni, non ripartirò subito" disse Oren. "Ma ora devo tornare da maestro Fu."
"Mio zio lo sta addestrando" disse Shani passandogli un braccio sotto il suo.
Joyce notò il gesto e si sentì avvampare. "Addestrando in cosa?"
"Oren diventerà un guerriero dragone" disse Shani con orgoglio.
Elvana ridacchiò. "Ne ho sentito parlare. Credono di poter usare la stregoneria senza essere veri stregoni."
"La nostra non è stregoneria" disse Shani. "Ma il perfetto controllo del Wah e del Kah."
"Sembra quasi che tu stia abbaiando come un cane" disse Elvana.
"Vieni a casa di mio zio e ti mostrerò di cosa è capace un guerriero dragone" la sfidò Shani.
"Ci penserò, ragazzina" rispose Elvana.
"Che bisogno hai di addestrarti?" chiese Joyce a Oren. "Tu sei già un abile guerriero."
"Non abbastanza per la missione che devo compiere" rispose lui.
"Quale missione?"
"Ritrovare la principessa Joyce."
Quasi si sentì mancare. "Rinuncia. Non la troverai mai."
"No" disse Oren con tono perentorio. "La troverò, dovessi cercarla per tutto il continente."
Che situazione assurda, pensò Joyce. È così strana che potrei mettermi a ridere come una pazza. E allora perché mi viene solo voglia di piangere? Devo convincerlo a rinunciare. A qualsiasi coso.
"Lei è morta" disse. "Malag l'avrà uccisa."
"Ecco un argomento sul quale siamo d'accordo" disse Elvana.
"Non posso esserne sicuro finché non lo vedrò con i miei occhi."
"Vuoi vedere il suo cadavere?"
Oren annuì. "O uccidere la persona che le ha fatto del male."
"Che romantico spreco di tempo" disse Elvana. "Bato e Djana l'hanno cercata a lungo, ma senza fortuna."
Questa era una cosa nuova anche per Joyce.
Bato annuì. "È vero. Abbiamo cercato in tutte le prigioni di Malag, almeno quelle disseminate nel territorio di Orfar e dei suoi alleati. Non abbiamo trovato nessuna traccia della principessa."
Qualcuno mi stava cercando, dopotutto.
"Fu Vyncent a darci quel compito" spiegò Djana. "Sperava di trovarla, ma..." scosse la testa.
Vyncent mi ha cercata? Si chiese Joyce. Forse, dopotutto, l'ho giudicato male. Lui ama ancora Joyce.
Elvana indicò Bardhian con un gesto vago della mano. "Se non fosse per quello lì, sarebbe andato a cercarla lui stesso."
"Attenta a come parli" disse il principe di Malinor. "Non ho mai obbligato Vyncent a non partire per cercare la sua promessa sposa. E anche se cerca di non darlo a vedere, ne ha sofferto molto."
Vyncent ha sofferto per me? Si chiese Joyce. Questa sì che è una bella notizia.
Poi pensò a quanto meschino fosse quel pensiero e se ne pentì. Però era bello sapere che lei era nei suoi pensieri. Voleva dire che non l'aveva abbandonata al suo destino.
Bryce invece sembrava più interessata alla guerra che ad altro.
"Io la cercherò dove voi non siete andati" disse Oren deciso. "E la riporterò a Valonde."
"Secondo me morirai prima" disse Elvana con tono acido. "Ma chi sono io per impedirtelo? Vai pure."
"C'è anche un'altra questione" disse Oren.
Cos'altro c'era che non le aveva ancora detto?
"Ed è l'altro motivo per cui siamo venuti a palazzo" proseguì Oren. "Ci serve aiuto contro una nostra vecchia conoscenza. Mirka."
Quel nome la fece sussultare. Ricordò la notte in cui Mirka aveva rapito Oren e Deliza e aveva costretto la sorella a rianimare il Vartagh per usarlo come arma contro Valonde. Lei e Vyncent lo avevano fermato a fatica. Era stata la prima volta che avevano combattuto insieme e ricordava ancora le belle sensazioni che aveva provato.
"Mirka" disse. "Vyncent lo sa?"
"Non abbiamo avuto il tempo di dirglielo" disse Shani. "Potresti farlo tu, visto che ora siete così in confidenza."
In confidenza? Si chiese Joyce.
"Sì, glielo dirò."
"Servono delle guardie per sorvegliare la residenza di Wei Fu" disse Oren.
"Per quale motivo, se posso chiedertelo?" domandò Elvana.
"Mirka potrebbe attaccarla" spiegò Shani.
"Che cosa vuole da tuo zio?"
"Un'antica reliquia che custodiamo da millenni" disse la ragazza. "L'ultimo frammento dello scheletro di Adrax, il terrore dei cieli."
"E cosa sarebbe?"
"Un drago" disse Oren. "E se Mirka entra in possesso di quel frammento, potrà rianimalo."

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