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Autore: heliodor    11/02/2019    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Visita di cortesia

 
"Un drago" disse Elvana con gli occhi levati al cielo. "Un drago, capisci?"
Joyce capiva benissimo, ma in quel momento pensava ad altro. La giornata era mite, una delle poche nel duro inverno del continente vecchio. Il cielo era sgombro di nuvole e nell'aria c'era un buon profumo.
Lei ed Elvana erano uscite presto, scortate da una trentina di soldati in armatura e cinque tra streghe e stregoni del circolo di Malinor.
Quando avevano informato Vyncent delle parole di Oren, lui era andato dalla reggente Mire e aveva ottenuto quella scorta da inviare da Wei Fu per aiutarlo a proteggere la sua reliquia.
"Ovviamente mi ha preso per pazzo" aveva detto Vyncent la sera prima, dopo il suo colloquio con la reggente. "Ma si fida di me e ha acconsentito."
Anche Elvana era presente. "E tu ci credi a questa storia?"
"Ho visto il Vartagh" aveva risposto Vyncent. "E sì, credo che Mirka ne sarebbe capace."
"Evocare un drago è impossibile."
"Rianimare, non evocare" l'aveva corretta lui.
Elvana aveva sbuffato. "È uguale."
"In realtà no" aveva risposto Acan Romayer. Acan era una donna di mezza età, piuttosto corpulenta, che indossava il mantello nero del circolo di Malinor. Ed era una delle poche negromanti che ne facevano parte.
"Non siamo in molti" aveva detto presentandosi. "Una decina, forse dodici. Ma sospetto che ce ne siano altri. A nessuno piace far sapere che ha questo potere."
Come a Valonde, la negromanzia era vietata ma non era reato nascere con quel potere. Bastava nasconderlo a tutti e fare finta che non esistesse.
Joyce si sentì vicina ad Acan, che sembrava anche simpatica e gioviale nel suo atteggiamento.
"In fondo non siamo noi che scegliamo con quali poteri nascere" aveva aggiunto imbarazzata. "È un dono, no?"
Bryce, anch'essa presente a quella piccola riunione, aveva battuto il piede a terra con impazienza. "Tu credi che questo Mirka possa riuscirci? Se avesse lo scheletro completo di questo Adrax, potrebbe rianimarlo?"
Acan si strinse nelle spalle. "La rianimazione è possibile. Molto dipende dal tipo ci animale che si vuole rianimare. C'è differenza tra un gatto e un cavallo, tanto per dirne una, ma è tutta nell'abilità e nelle energie che il negromante deve consumare. Ma un drago..."
"I draghi non esistono" aveva detto Elvana.
"In questo caso, supponiamo di sì" aveva detto Vyncent. "Quanta energia vitale servirebbe?"
"Non lo so" aveva risposto Acan. "Molta. Una quantità straordinaria, considerando che i draghi dovrebbero essere animali giganteschi. Non credo che una sola persona potrebbe riuscirci senza rimetterci la sua stessa vita."
"Io ci rinuncio" aveva detto Elvana scuotendo la testa. "Tu cosa ne pensi?" aveva chiesto poi a Bryce.
Tutti l'avevano guardata, come sapendo che l'ultima parola sulla questione sarebbe spettata a lei.
Bryce si era concentrata. "Anche io non sono del tutto convinta. Insomma, di draghi ho letto solo nei romanzi d'avventura più scadenti. Però quel Mirka sembra una persona pericolosa. Se è davvero convinto che Wei Fu abbia la reliquia mancante per rianimare il drago, potrebbe essere disposto a tutto pur di venirne in possesso. La reggente Mire dice che Fu è un alleato di Malinor e gli abitati dell'oriente non si sono schierati in questa guerra, ma potrebbero farlo in futuro. Se aiutiamo uno dei loro guerrieri drago, forse ci guadagneremo un po' della loro fiducia."
Vyncent aveva annuito con decisione. "Sono d'accordo con Bryce. Il drago potrà non essere reale, ma quel Mirka è una vera minaccia. Se intende colpire Wei Fu, potrebbe essere l'occasione giusta per liberarcene per sempre."
La reggente Mire aveva fornito i soldati e gli stregoni, ai quali non era stato detto il vero motivo per cui avrebbero dovuto sorvegliare la villa di Wei Fu.
Era stata Bryce ad affidare a Joyce ed Elvana il compito di occuparsene.
"Penso che ti farà piacere passare un po' di tempo con Oren" aveva detto Bryce. "E a lui di poter stare un po' con te."
Joyce si era sentita un po' defraudata. Da una parte voleva restare a palazzo per allenarsi con Vyncent e dall'altra le sarebbe parso meglio se Oren, invece di fare il testardo come al suo solito, avesse rinunciato a ogni proposito di partenza e fosse restato lì con loro, al sicuro.
Invece le toccava stare lontana da Vyncent e in compagnia di quella odiosa ragazza dagli occhi sottili.
Shani.
Solo ricordarne il nome la metteva di cattivo umore. Se non ci fosse stata lei, tutto sarebbe stato perfetto.
"Mi chiedo" disse ancora Elvana. "Come pensa quel Mirka di evocare un drago."
"Non lo vuole evocare" la corresse Acan. "Il termine corretto è rianimare." La negromante aveva insistito per unirsi al gruppo di quelli che avrebbero sorvegliato la villa di Wei Fu in quel primo periodo.
"È una buona idea" aveva detto Bryce. "Chi meglio di una negromante può capire che cosa passa per la mente di quel Mirka?"
Elvana sbuffò. "Non ci vedo alcuna differenza."
"Ma c'è" disse Acan. "Ed è sostanziale. A causa del mio dono ho condotto diverse ricerche sui vari modi per alterare e richiamare diverse creature. Come forse saprete, esistono molti incantesimi per materializzare forme e oggetti. Un evocatore alle prime armi riuscirà a materializzare qualcosa di molto grezzo e semplice, come una sedia o un sasso, ma con la pratica può arrivare a creare armi molto complesse."
"Quelle migliori le crea Bryce" disse Elvana.
Anche Joyce aveva tradotto l'incantesimo d'evocazione, ma tutto ciò che aveva ottenuto erano due lame di energia che a malapena riusciva a maneggiare.
Acan annuì. "Più sei abile, migliore è l'evocazione. Alcuni riescono a materializzare gli elementi come fuoco, fulmini o ghiaccio e sabbia."
"Muro di fuoco" disse Elvana. "Ho sempre sognato di saperlo evocare. Peccato che non abbia questo potere."
"Alcuni" proseguì Acan. "Ma è una dote molto rara, riescono a evocare delle creature viventi. La maggior parte degli stregoni si ferma a qualche insetto o degli animaletti da compagnia, ma quelli più abili come Gauwalt riescono ad andare molto oltre."
"Quel maledetto ha evocato dei mostri per attaccare Valonde" disse Elvana.
Joyce li aveva visti in azione nel giorno del suo matrimonio.
"Vero. Ma ti sei mai chiesta da dove provengono quelle creature?"
Elvana si era accigliata. "Penso che li prendano da qualche parte."
"Dove secondo te? Non certo da un magazzino da qualche parte."
"D'accordo" disse Elvana. "Da dove li prendono?"
"Da nessuna parte" disse Acan. "Non c'è un posto dove quelle creature vivono. Gli evocatori le creano a partire dalla loro stessa energia vitale, così come chiunque altro crea un dardo magico o lo scudo."
Joyce si sorprese ad annuire.
"Non darle ragione" la sgridò Elvana.
"Scusa."
"D'accordo" disse la strega. "E anche se fosse così? Che cosa cambia tra un'evocazione e una rianimazione"
"La rianimazione" disse Acan. "Funziona in maniera diversa. In questo caso riporti in vita una creatura che esisteva già. A differenza dell'evocazione, devi usare molta meno energia vitale. Una frazione, in effetti."
Stavolta fu Elvana ad annuire. "Quindi stai dicendo che Mirka potrebbe riuscire a evocare..."
"Rianimare" la corresse Acan.
"Rianimare, certo, il drago? Potrebbe farlo da solo?"
"Da solo o con l'aiuto di un potente negromante" disse Acan.
"Come Deliza" disse Joyce. "Lei è riuscita a rianimare da sola il Vartagh."
"Un drago potrebbe richiedere dieci, cento o forse mille volte quel potere, ma non sarebbe impossibile."
"Basterebbe trovare mille negromanti" disse Elvana. "Ma tu hai detto che siete solo una decina in tutto."
"Forse venti" ammise Acan. "Ma se a Malinor siamo in pochi, esistono luoghi in cui i negromanti abbondano. Come Nergathel."
"Nergathel è a duemila miglia da qui" disse Elvana. "Non penso che Mirka possa trasportare un drago senza destare qualche sospetto."
"Potrebbe aver lasciato il drago in un luogo sicuro" disse Joyce. "E ora starà cercando l'ultimo frammento per completare il mosaico. E quando avrà l'ultimo pezzo..."
"Evocherà il suo drago" disse Elvana.
"Rianimerà" la corresse Joyce.
La strega gli tirò un buffetto sulla testa. "Non cominciare anche tu. Siamo arrivati."
La villa di Wei Fu sorgeva su un terreno rialzato e somigliava a una piccola fortezza. Oltre le mura si intravedeva i profili di alberi dai rami spogli ma dalla forma aggraziata.
Davanti all'ingresso c'era un ragazzino in attesa.
Joyce ricordò che Oren le aveva parlato del figlio di Wei Fu, Tang Li.
"Non è cattivo" l'aveva messa in guardia. "Ma è piuttosto aggressivo. Potrebbe cercare di provocarvi."
Con me non funzionerà, si era detta Joyce. Ma con Elvana il discorso era diverso.
La strega avanzò in testa al gruppo. "Tuo padre è in casa?"
Il ragazzo la fissò con aria sfrontata. "E tu chi sei? Che vuoi?"
"Corri a chiamare Wei Fu, ragazzino" disse Elvana.
Lui non si mosse.
Joyce allora fece un passo avanti. "Siamo qui per incontrare il grande Wei Fu e il suo apprendista."
"Io non sono il suo apprendista" disse il ragazzo. "E lui non è così grande come dite." Si voltò ed entrò in casa.
Poco dopo ne uscì Shani. Sembrava sorpresa alla vista dei soldati. "Non vi aspettavamo così presto."
"Ci ha mandato la reggente Mire" spiegò Elvana. "Voi avete chiesto il nostro aiuto ed eccoci qui. Sorveglieremo noi la reliquia."
Shani non sembrava entusiasta della cosa. "Il fatto è che non ho avuto il tempo di parlarne a mio zio."
"Credevo fosse stato lui a mandarti a palazzo per chiedere aiuto" disse Elvana.
Wei Fu apparve sulla soglia. La sua figura imponente si stagliò sotto l'arco. Accanto a lui, c'era Oren. Sembrava affaticato ma stava bene.
Elvana si fece avanti. "Sei tu Wei Fu?"
L'uomo annuì. "Con chi sto parlando?"
"Elvana di Nightanois" disse la strega. "Vengo per conto della reggente Mire. Oltre ai suoi saluti, ti prega di accettare il suo aiuto. Sappiamo che ne hai bisogno."
Wei Fu guardò i soldati e gli stregoni schierati davanti all'ingresso. "Entrate. Non sono argomenti da discutere per strada, questi. Solo tu e un'altra persona a tua scelta."
Elvana fece cenno a Joyce di seguirla. "Cerca di non toccare niente" le sussurrò. "E non allontanarti da me."
Joyce annuì.
"E soprattutto non dire una parola. Questa è gente d'oriente e si dice che si irriti facilmente."
"Non dirò una parola."
"Guardati attorno, non trascurare alcun dettaglio e se vedi qualcosa di sospetto o di strano, tienitelo per te. Me ne parlerai dopo."
"Devo fare la spia?"
"Bocca chiusa e occhi aperti" rispose Elvana.

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