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Autore: heliodor    14/02/2019    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Figlia di Valonde

 
"Il continente è davvero piccolo" disse Dwili mentre procedevano al piccolo trotto verso l'accampamento.
Visto da lontano era un insieme di tende messe alla rinfusa. C'erano dei recinti per i cavalli e delle palizzate di tronchi a difesa del campo e guardie disposte sul perimetro.
Niente che non avesse già visto prima di allora.
La strega sembrava ostile come al solito. "Guarda che è inutile che fai finta di non conoscerci" disse. "Non abbiamo dimenticato lo scherzo che ci hai fatto a Theroda" disse con acredine.
Joyce guardò Martom.
"Io ti rispetto" disse lo stregone. "In fondo mi hai sconfitto."
"Ti sei davvero battuta con loro?" le chiese Vyncent.
Joyce scrollò le spalle. "Una sola volta."
Lui annuì. "Non me l'avevi detto."
"Non posso certo raccontarti di tutti i duelli che ho vinto" rispose cercando di mostrarsi spavalda.
Lui la guardò perplesso.
"Vinto" esclamò Dwili. "Questa si che è un'affermazione azzardata. Siete fuggiti dal campo di battaglia dopo che i vostri amici sono corsi in vostro aiuto."
"Conta sempre come una vittoria, no?" fece Gladia.
Dwili le scoccò un'occhiata ostile. "Ti conosco. Tu sei l'inquisitrice di Taloras, vero?"
Lady Gladia la guardò con aria di sufficienza. "Se mi conosci, sai di cosa sono capace."
"Mi piacerebbe saggiare la tua abilità. Ma non vorrei farti troppo male. Sei piuttosto anziana."
Lady Gladia sorrise. "Te ne sei accorta? Sei proprio sveglia."
L'espressione di Dwili si rabbuiò. Guardò di nuovo Joyce, che stava sorridendo allo stesso modo. "Non fare quell'espressione compiaciuta. Abbiamo una sorpresa per te, ma te la mostreremo quando sarà il momento. Allora ti assicuro che non riderai più."
Joyce la ignorò, ma si chiese di che cosa stesse parlando.
Dwili e Martom li scortarono fino al campo.
"La vostra scorta resta qui" disse la strega. "Possono venire solo Bryce e la strega rossa."
"Loro vengono con me" disse Bryce indicando prima Vyncent e poi Gladia.
Bato si irrigidì.
"Tu resti qui. Mi serve una persona fidata fuori da quella tenda."
Bato annuì.
Dwili fece spallucce. "Credo che il comandante non avrà problemi. La sua tenda è abbastanza grande per tutti voi. Venite, vi stanno aspettando."
Dwili non mentiva quando diceva che la tenda era grande abbastanza per tutti loro. Era grande e accogliente e al suo interno ardevano cinque bracieri che spandevano un piacevole calore e un profumo gradevole.
Tre uomini e una donna attendevano dentro la tenda.
Joyce riconobbe solo uno di essi.
Falgan, pensò con un brivido lungo la spina dorsale.
Il comandante sedeva su una poltrona imbottita che stonava col resto dell'arredamento. Indossava una vistosa pelliccia sopra il mantello da stregone.
Il secondo uomo era piccolo e tarchiato, il capo calvo e l'espressione accigliata.
Il terzo era alto e ossuto, la pelle rugosa che sembrava attaccata alle ossa e capelli lunghi e bianchi che gli scendevano fino alle spalle. Indossava una tunica bianca che scendeva fino al pavimento.
La donna era alta e massiccia, dal seno generoso e le spalle larghe. Portava i capelli tagliati a spazzola e li stava squadrando con espressione severa.
Fu lei la prima a farsi avanti.
"Io sono Repha Gero" disse rivolta a Bryce.
"Ti conosco" rispose lei. "Ci siamo incontrate sul campo, a Niamay e Denseg."
Repha sorrise. "Lo ricordo anche io. Furono delle belle battaglie. Tu ti facesti onore con quell'assalto al fortino."
"E tu ci copristi l'ala destra anche se sembrava impossibile resistere."
Repha scrollò le spalle. "Non erano poi così forti." Guardò gli altri. "Tu devi essere Vyncent di Londolin."
Lui annuì. "Ci saremmo incontrati di sicuro, ma durante quelle due battaglie mi stavo riprendendo da una grave ferita."
Vyncent è stato ferito? Si chiese Joyce sgomenta. Quando? E perché nessuno mi ha informata?
Falgan applaudì con fare annoiato. "Davvero una bella riunione, non c'è che dire. Perché non presenti anche noi alla strega dorata, Repha?"
La donna gli lanciò un'occhiata disgustata. "Lui è il comandante Falgan" disse con tono sbrigativo. "L'uomo alla sua destra è il comandante Mardik."
L'ometto face un leggero inchino.
"Ci conosciamo già" disse Bryce.
Anche Vyncent annuì.
Mardik guardò Gladia. "Credevo fossi a nord."
"Sono dovuta tornare" rispose lei.
Mardik si limitò ad annuire.
"E lui è il comandante supremo, Leoran Galyon" disse Repha.
L'uomo dai capelli bianchi si fece avanti.
Per un attimo Joyce temette che si spezzasse in due e crollasse al terra. Sembrava tenersi in piedi a stento. Era l'uomo più anziano che avesse mai visto.
"La strega dorata e il Terrore del Nord" disse Galyon. "Quale onore."
I suoi occhi, chiari come acqua cristallina, si posarono su di lei.
Joyce si sentì fremere a quello sguardo. Poteva vedere sotto il velo della trasfigurazione? Non era certa che stesse usando l'ultravisione, ma come poteva esserne certa? Lì non era buio e i suoi occhi non sembravano scintillare.
"E tu devi essere la Strega Rossa" disse Galyon. "Non ti ringrazierò mai abbastanza per averci regalato Theroda."
Vyncent le rivolse un'occhiata interrogativa.
Joyce cercò di mantenere la calma. "Non l'ho fatto con piacere."
"La guerra non deve dare piacere" disse Galyon. "Anche se, a vedere la gioia che provano gli uomini a combatterla, si direbbe l'esatto contrario."
Falgan rise. "La ragazzina fa la modesta, ma fu lei a venire da me e propormi il modo di prendere la città. Peccato che poi mi fece quello scherzo di Occhi Blu. Ma ormai è tutto nel passato."
"Occhi Blu?" fece Vyncent. "Non sta parlando del famoso rinnegato, vero?"
"Possiamo parlarne dopo?" lo implorò Joyce. "Non mi sembra il momento."
"Lord Galyon" disse Bryce perentoria. "Volevi vedermi ed eccomi qui. Io ho fatto la mia parte."
Galyon si voltò lento verso di lei. "Vostra altezza si trova bene a Malinor? Viene trattata con il riguardo che merita il vostro grado militare e il vostro rango?"
"Non posso lamentarmi dell'ospitalità dei Malinor."
Galyon annuì. "Mi fa piacere sentirvelo dire. Forse è per questo che preferite stare qui invece di andare a nord, dove vostro padre si prepara a combattere contro l'arcistregone?"
"Mi stai dando della vigliacca?" fece Bryce.
"Ti sto dando della smemorata, principessa" rispose Galyon. "Sembri aver dimenticato che tu sei una figlia di Valonde e il tuo posto è al fianco di tuo padre, alla testa dell'alleanza. Io sono qui per ricordartelo."
"È stato mio padre a inviarvi?"
"No" fece Galyon. "So che lui ha già provato a riportarti sulla giusta strada, ma ha fallito. Il re è troppo impegnato per occuparsi anche di questo e, detto francamente, troppo orgoglioso per ammettere di aver fallito. Ma noi non siamo così inclini all'orgoglio e riconosciamo quando è stato commesso un errore. E cerchiamo di porvi rimedio, in ogni modo."
"Per favore, si sta facendo buio" disse Bryce. "Non voglio passare la notte all'addiaccio."
Galyon annuì. "Sei ansiosa di tornare a Malinor? Sappiamo che in città ci sono stati dei disordini piuttosto gravi."
"Niente che la reggente Mire non possa tenere a bada."
"Non ne dubito, ma quando le scorte di cibo si saranno esaurite e i magazzini saranno vuoti, come farà a domare la rabbia di due milioni di persone? Malinor non è un piccolo villaggio."
"Sai molte cose su Malinor" disse Gladia. "Sai anche perché i rifornimenti dalle campagne si sono interrotti?"
Falgan rise sguaiato. "Quello è per colpa nostra" disse divertito. "L'armata deve pur mangiare."
"Se è così, ti chiedo di smetterla" disse Bryce. "O i Malinor penseranno che saccheggiare le campagne sia un gesto di ostilità nei loro confronti."
"Saccheggiare?" fece Falgan divertito. "Qui nessuno ha mai saccheggiato niente, strega dorata. Non abbiamo rubato quei rifornimenti. Li abbiamo scambiati."
"Non vedo tesori qui in giro" disse Bryce. "E arrivando non ho visto carri pieni di oro e argento."
"Li abbiamo scambiati con qualcosa di molto più prezioso dell'oro" disse Falgan. "Infatti, ai contadini che ci hanno gentilmente ceduto il loro raccolto, abbiamo fatto dono della vita. Avresti dovuto vedere come erano contenti di tenersi stretta la loro pelle. È bastato impiccarne solo una ventina per convincere tutti gli altri." Rise di nuovo.
"Galyon" disse Bryce. "Hai la fama di essere uno stregone onorevole e un comandante valoroso."
"Ormai mi è rimasta solo la fama" disse Galyon. "Come puoi vedere, ho perso quasi tutto il mio vigore."
"Non puoi permettere tutto questo e restare in silenzio."
"Il silenzio mi permette di ascoltare il grido d'aiuto che proviene dall'armata a nord" disse Galyon. "Tu non riesci a sentirlo, principessa?"
Bryce sospirò. "Dimmi che cosa vuoi."
"Solo compiacere tuo padre" rispose lo stregone dai capelli bianchi. "Lui desidera che sua figlia marci al suo fianco nella battaglia decisiva. Tu sei disposta a vedere avverarsi il suo sogno, principessa Bryce?"
"L'ultima volta che l'ho visto, mi disse di non tornare da lui o mi avrebbe messa in catene."
"Le parole sono scritte nel vento" disse Galyon. "Noi sappiamo che cosa vuole davvero."
Bryce annuì. "E compiacendo mio padre che cosa ci guadagnerete voi tre?"
Galyon non rispose. Falgan invece ridacchiò.
"È più sveglia di quanto pensi, Leo."
"Compiacere il re sarà per noi la ricompensa più grande" rispose Mardik parlando per la prima volta.
Il tono della sua voce era aspro e spiacevole, ma al tempo stesso suadente. Era come il sibilo di un serpente che sta per attaccare la preda.
Joyce non aveva mai visto un serpente cacciare una preda, ma aveva letto parecchi libri in cui c'erano scene dove il protagonista veniva attaccato da un serpente.
Bryce assunse una posa pensosa. "Se accetto di venire con voi, smetterete di affamare Malinor?"
"Se accetti" disse Galyon. "Non avremo più nessun motivo per restare qui. Il nostro unico scopo era convincerti a tornare con noi al nord, ma nel frattempo dovevamo pur sfamare la nostra armata."
"Avete divorato gran parte delle riserve destinate alla città" l'accusò Vyncent.
"E ne abbiamo molte altre nei nostri carri. Non qui, sono al sicuro in un altro luogo."
Il viso si Bryce si rabbuiò. "Darete quelle scorte alla città."
Falgan rise. "E perché dovremmo? Le abbiamo comprate."
"Con la minaccia e l'inganno" disse Vyncent.
"Sono entrambe monete valide in tempo di guerra" disse il comandante.
"Rifornire la città è una delle condizioni che pongo" disse Bryce. "Del resto possiamo discutere, ma non di questo."
Galyon annuì grave. "Cederemo una parte delle scorte a Malinor. In fondo sono pur sempre nostri alleati, sebbene re Alion si sia intestardito a voler vincere questa guerra da solo."
"Avete notizie della sua armata?" chiese Gladia. "Ormai dovrebbe aver dato battaglia all'orda da settimane."
Galyon scosse la testa. "Non arrivano notizie dal fronte e noi non ce ne siamo interessati. Tutto quello che possiamo fare è sperare che re Alion abbia fortuna. Ora, prima di discutere dei dettagli del nostro accordo, potremmo mangiare qualcosa se avete fame."
"Un momento" disse Falgan con la solita voce sguaiata. "Ho anche io una richiesta da fare."
Repha lo fissò come si poteva guardare un mucchio di rifiuti.
Falgan indicò Joyce. "La strega rossa, lì. È una bugiarda e una traditrice. Se dobbiamo cedere le nostre riserve di cibo a Malinor, che loro ci diano in cambio questa rinnegata che ha aiutato un pericoloso criminale a fuggire. Questo io chiedo."

E con questo colpo a sorpresa ci rivediamo Lunedì 18 Febbraio!
  
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