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Autore: alessandroago_94    21/02/2019    6 recensioni
Altra raccolta di componimenti poetici molto semplici.
Genere: Generale, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sacchetto da abbandonare

IL SACCHETTO DA ABBANDONARE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le notti di luna piena,

le erbacce coi fusti alti

elevati fino al ciel

fino alla morte dei rispettivi boccioli

nella linfa l’orgoglio

d’essersi innalzati come palazzi.

 

Ed io, sì, anche io

mi sono sentito attratto

da questa luna

da questa forza gravitazionale

dall’impatto di un corpo celeste

che non mostra mai

il suo volto eternamente celato.

 

Come quando tu mi hai detto che sì,

in fondo sei stata più sfortunata di me.

È vero; io sono solo un viziato

abituato a servire solo me stesso.

Mi sono venduto alla mia causa

e al mattino mi alzo per mangiare

non di certo per guadagnare.

 

Ho ripudiato i soldi quando ho scoperto

di averne messi da parte quanto basta

per sopravvivere a rilento

tenendo stretto il portafoglio.

Ho ripudiato i successi

inseguendo i fallimenti,

forse ferendo il mio orgoglio.

Intanto, però, ho donato occasione agli altri;

io non devo diventare nessuno,

e quante altre volte te lo dirò

sorridendo

perché a me non importa, sai

a me non importa.

 

Che senso ha diventare qualcuno

quando non si è nulla per sé stessi

devo ancora andare alla ricerca

della mia autostima perduta,

quella sconosciuta.

Tu davvero sei così sicura di te?

Tu mi spiazzi

mi cerchi e poi in pubblico mi tratti

con una sufficienza allarmante.

 

È vero, io non sono nulla.

Io non sono nessuno.

Non lo sarò mai neppure per me stesso.

Ma l’essere trattato così

come qualcosa d’indefinito…

Dover soppesare ogni parola,

avere paura di dirne una sbagliata.

 

È così che era iniziata la mia vita,

la balbuzie imbarazzata

perché temevo il giudizio altrui.

Anche ora lo temo.

Lo temo perché sono lo spettro di un animo ignoto

non sono uno scalatore sociale

io mi so accontentare,

 e nel mio accontentarmi fallirò

morirò così, male e solo.

 

Avverto sul mio capo

la maledizione dell’artista;

per fortuna la mia musa non sei tu,

altrimenti mi sentirei ancora più

una ruota sgonfia,

il peso che ti fa barcollare.

Poi ti lamenti se ti rivelo che ho paura,

e mi dici che non si può avere paura di tutto.

 

Di questa luna

no, non ho paura.

 

Non ho paura di questi rumori

contatti tra radici

nel terreno arido di un’estate

arrivata ai primi giorni di febbraio.

 

Ho ancora paura dei vostri giudizi,

dei loro, dei tuoi,

ma soprattutto dei suoi;

potesse Dio rivelarmi

ciò che ha per la mente.

Se magari mi deride,

o vorrebbe a sua volta scaricarmi.

 

Come sempre, anche sotto questa grande luna,

io sono il sacchetto da gettare

da abbandonare

lungo i margini delle strade.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

 

Voi lettori, per favore, cogliete solo quel poco di buono che appare in questo testo. Una buona base c’è. Un po’ nascosta.

Mi scuso come sempre per questa rassegnazione che traspare dai miei testi; a mia discolpa, diciamo, posso solo dire che scrivo poesie durante momenti tristi e che essi influenzano abbastanza le mie opere.

Grazie per continuare a leggere, seguirmi, sostenermi; siete grandiosi e vi stimo tanto ^^

 

   
 
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