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Autore: heliodor    26/02/2019    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Gli Eredi

 
"Voglio che tu mi dica tutto quello che sai sugli eredi" disse Joyce.
Halux sobbalzò e quasi cadde dalla sedia. Si precipitò verso l'unica, sgangherata finestra e la chiuse con un tonfo. Poi andò alla porta quasi travolgendola e la chiuse.
"Ti ho chiesto" fece Joyce.
Lui le fece cenno di tacere. "Zitta, zitta, per la miseria. Vuoi farci ammazzare tutti? Vuoi che qualcuno entri nella tua stanza di notte e ti tagli la gola mentre stai dormendo? Oppure vuoi contorcerti sul pavimento in preda a dolori atroci, dopo aver assaggiato il tuo vino allungato con il più micidiale dei veleni? Sentiamo, amica mia."
Joyce si guardò attorno. "Ti ho solo chiesto degli eredi."
Halux sembrò impazzire. "Ti ho detto di non usare quella parola."
"D'accordo, d'accordo" fece lei. "Non userò più quella parola, ma tu dimmi che cosa ne sai."
Halux sembrò calmarsi. "Meno di quanto vorrei, più di quanto sia prudente sapere" disse.
Joyce attese paziente che proseguisse.
"Prima rispondi a una mia domanda. Perché ti interessa sapere qualcosa di quella parola?"
"Perché ho sentito quella parola un paio di volte."
"Male, molto male. Non dovresti partecipare a certe discussioni."
"E ho il sospetto che abbia a che fare con il Circolo Supremo."
Halux sobbalzò di nuovo. "Vuoi davvero che ci succeda qualcosa di brutto?"
"Che ho detto di sbagliato stavolta?"
"Hai usato quella parola."
"Non è vero. Ho solo detto che il Circolo Supremo..."
"Ecco, l'hai fatto di nuovo" esclamò Halux con voce stridula. "Sento che sarai la mia morte."
"Cos'è che ti spaventa così tanto? Non capisco."
"Che cosa mi spaventa? Tutto, niente" disse Halux in preda all'agitazione. "Quella è gente pericolosa. E potente. Possono abbattere regni e condottieri, quanto credi ci metterebbero a far fuori noi due? Spariremmo senza lasciare traccia. Diventeremmo un ricordo sbiadito e forse nemmeno quello."
Quelle parole non fecero che aumentare la sua curiosità. Quella mattina si era svegliata con l'intenzione di saperne di più. Halux era la sua unica fonte di informazioni attendibili e intendeva sfruttarla.
"Ora smettila e cerca di essere ragionevole" disse Joyce. "Qui nessuno ci può vedere o sentire."
"E tu che cosa ne sai? Quelli hanno occhi e orecchie ovunque. E qui a Malinor è peggio che altrove. Sono molto, molto potenti."
"Vuoi calmarti e dirmi qualcosa di più? Per favore?" fece Joyce spalancando gli occhi e addolcendo il tono della voce.
Halux la fissò con espressione interrogativa. "Non usare quel trucco con me, ragazzina. Mi hai preso per un bel giovanotto che puoi sedurre a tuo piacimento?"
Joyce arrossì. "Io non..."
"Oh, guarda che con me non funziona. Io amo solo la conoscenza. E nient'altro."
"E io questo voglio. Conoscenza. Degli Eredi e del Circolo Supremo."
"Zitta, zitta" disse Halux. "Zitta in nome degli Dei. E va bene, ti dirò quello che so, ma non devi più usare quelle due parole, intesi?"
"Te lo prometto."
Halux annuì. "Bene, ora va meglio. Ricorda che hai promesso."
Joyce fece di sì con la testa.
"Prima di iniziare, dimmi con precisione dove le hai sentite per la prima volta."
"È stato un caso" disse Joyce. "Ma credo di averne incontrato uno."
"Chi?"
"Un erede."
Halux sobbalzò. "Avevi promesso."
"Perdonami. Posso usare un’altra parola?"
"Successore andrà bene."
"D'accordo. Credo di conoscerne almeno uno. Forse due."
"Due" esclamò Halux. "Ti rendi conto di quello che stai dicendo? Due."
"In verità no, non me ne rendo conto, ma vorrei capire."
"E chi sarebbero questi due? No, non dirmelo. Meno cose so e più possibilità avrò di restare in vita fino a domani."
"Nessuno verrà a cercarti, te lo prometto" disse Joyce, ma non gli disse che era una bugia. Non aveva idea se qualcuno la stesse seguendo e Halux le aveva messo addosso una certa ansia.
"Due" ripeté. "Che aspetto hanno?"
Joyce scrollò le spalle. "Sono ragazzi. Più o meno della mia età."
"Ragazzi" fece Halux. "Sì, è possibile. Ma è il numero che non mi convince."
"Sono troppi?"
"Sono pochi" fece lui. "Dovrebbero essere quattro e non due. Che fine avranno fatto gli altri? Forse li tengono nascosti da qualche parte?"
"Non ti seguo."
Halux abbassò la voce fino a sussurrare. "Il numero è sbagliato."
"Perché quattro e non tre?" chiese Joyce. "O dieci?"
"Perché quattro furono i principi che strinsero il patto."
Joyce lo fissò in silenzio.
"Il patto" fece Halux meravigliato. "Non ne sai niente? È tutto scritto nei diari di Galison il giovane, che a sua volta aveva sentito la storia da suo zio Galison il vecchio e..."
"Galison" disse Joyce. "Mi hai già parlato del suo diario la prima volta che ci siamo visti."
Halux annuì. "Galison ne parla nel suo diario e gli dedica un paio di capitoli, il più interessante dei quali riguarda..."
"I successori" disse Joyce.
"Giusto" fece Halux. "Ricordi chi erano i tre principi?"
Joyce ricordava quei nomi. "Mundi di Taloras, Reynhard di Valonde e Sairi di Nazedir. Però lei era una principessa, no?"
"Hai una buona memoria. Sì, sono proprio loro. I quattro principi che compirono l'impresa. Non sono molto famosi, ma il loro ruolo è stato fondamentale."
"Trovarono Bellir e lo aiutarono ad affrontare Malag."
"Volendo credere alla leggenda, le cose andarono più o meno così" disse Halux. "Tuttavia, si sa molto poco di quello che successe dopo."
"Scommetto che tu lo hai scoperto."
Halux sorrise. "Quei quattro fecero un patto solenne. Giurarono che per il giorno in cui Malag fosse tornato, si sarebbero fatti trovare preparati."
Joyce si fece attenta.
"Galison non lo dice apertamente. Si vede che avevano giurato di mantenere il segreto su questa faccenda, ma io l'ho dedotto da quello che scrive nel suo diario. Fu Sairi, o forse Reynhard, a prendere contatto con il Circolo Supremo."
"Sì" disse Joyce. "Gladia di Taloras ne fa parte."
Halux impallidì. "L'inquisitrice? Proprio lei?"
Joyce annuì decisa.
"Per nostra fortuna è a Taloras."
"In verità è qui in città da alcuni giorni, anche se credo che la sua presenza sia segreta, in un certo senso."
"Qui? Lei è qui?" fece Halux spaventato. "E tu l'hai vista? Le hai parlato? Spero di no, per il tuo bene. Quella donna è pericolosa."
Joyce si strinse nelle spalle. "In un certo senso, ho anche fatto qualche lavoro per lei. Ricordi quando ti ho detto della spada di Bellir? Ero andata a cercarla per conto suo."
Halux balzò in piedi e quasi rovesciò il tavolo. "Tu hai... tu sei..."
"Sta calmo, va tutto bene" disse Joyce scandendo le parole a una a una. "Va tutto bene."
"No, non va bene affatto." Halux iniziò a girare per la stanza. "Non va bene per niente."
"Cosa?"
"Tutto questo. Gladia l'inquisitrice è in città e tu lavori per lei. Fai parte del circolo supremo? No, non dirmelo, non voglio saperne niente. Non so niente io di questa storia. Niente."
"Ascolta" fece Joyce con tono perentorio. "Non faccio parte del circolo supremo. Se proprio vuoi saperlo, una volta ho spiato una loro riunione segreta."
"Tu cosa?" fece Halux sgomento.
"È una lunga storia e forse un giorno te la racconterò."
"Preferirei che tu non lo facessi."
"Non eri innamorato della conoscenza?"
"Sono innamorato anche della mia testa" disse Halux sedendosi. "E voglio che resti sul mio collo."
"Non si muoverà da lì, non temere" disse Joyce. Halux sembrava davvero spaventato dall'argomento ma lei doveva sapere, anche a costo di terrorizzarlo. "Ma di certo condividere alcune informazioni che possiedi ti aiuterebbe a tenerla lì molto a lungo."
Halux la guardò con sospetto. "Mi stai minacciando, ragazzina?"
Joyce si finse stupita. "Non potrei mai. Siamo amici noi, vero?"
"Io non ti definirei amica mia. Sei piombata qui all'improvviso e da quel giorno vivo nel terrore."
"A volte gli amici ci scombussolano la vita."
"A me piace la tranquillità."
"Anche a me, anche a me. Ora vogliamo parlare dei successori e del circolo supremo? Stavi dicendo che Sairi prese contatto con loro."
"Ti dirò tutto quello che vuoi sapere, ma non devi parlarne fuori di qui" disse Halux serio. "Non lo dico solo per me, ma anche per te e le persone a cui tieni. Andarsene in giro a parlare del circolo supremo può causarti molti guai."
"Non ne farò parola con nessuno."
Halux sembrò rasserenato. "Ovviamente non ho alcuna prova concreta, ma solo indizi. Nessuno dei quattro principi ha lasciato documenti ufficiali, ma solo qualche traccia che ho seguito fin dove ho potuto."
Joyce attese che proseguisse.
"Quello che so per certo è che da quel momento i rapporti tra le quattro dinastie divennero molto stretti." La voce di Halux si abbassò fino a diventare un sussurro appena udibile. "E per stretti intendo una serie di matrimoni come mai si è vista nel mondo conosciuto. Non ti mentirei se ti dicessi che in ognuno dei discendenti di uno di questi regni scorre almeno una goccia di sangue di tutti gli altri."
Questo è interessante, pensò Joyce. Poi ricordò che quel sangue era anche suo, in parte.
"Non riesco a vedere l'utilità di tanti matrimoni. A parte quella di rafforzare le alleanze."
Halux sorrise. "Sei proprio ingenua. Il dono, la stregoneria, non appare per caso. Segue sempre il sangue."
"Il sangue?"
Lui annuì. "Due stregoni forti daranno origine a streghe e stregoni molto più forti. Quasi sempre. Prendi Bryce di Valonde. Lei è la figlia della Strega dell'Est e di re Andew. Era inevitabile che nascesse con un potere così grande."
Conosco almeno un'eccezione a questa regola. "Io ho sentito dire che l'ultima figlia di re Andew è nata senza poteri."
"Non è una regola precisa" disse Halux. "Almeno non penso. Re Hagar è nato senza poteri, eppure era un diretto discendente della dinastia di Taloras. Ho sentito dire che i suoi figli sono molto forti, nonostante tutto."
E lady Gladia, la sorella, lo è ancora di più, pensò Joyce.
"Ma ancora non mi hai detto chi sono... i successori." Stava per dire eredi ma si trattenne davanti all'occhiataccia di Halux.
L'erudito sospirò. "Io direi che dovresti chiederti cosa sono i successori. Armi create per uno scopo ben preciso, ti potrei rispondere."
Erano le stesse parole che aveva usato Marq.
"Armi per combattere contro Malag?"
Halux annuì.
"Come facevano a sapere che l'arcistregone sarebbe tornato?"
"Non lo so, ma ciò confermerebbe i miei sospetti. I quattro principi sapevano e con l'aiuto del circolo supremo, decisero di prepararsi per il suo ritorno come meglio potevano."
La mente di Joyce lavorava a pieno ritmo. "Secondo te, chi potrebbero essere i quattro successori?"
"Supponendo che ve ne sia uno per ogni regno che componeva l'alleanza originaria, i candidati più forti sono Bryce di Valonde."
Joyce aveva pensato subito a lei fin dall'inizio. Bryce era già considerata la strega suprema, la più forte della sua generazione. Era ovvio che fosse uno degli eredi.
"Eryen di Nazedir" proseguì Halux. "Ma ho sentito dire che è un'inetta."
Non lo è affatto, si disse Joyce, ma decise di tenere per sé quel segreto.
"Klarisa di Malinor" disse l'erudito. "È di sicuro la strega più forte che si sia mai vista negli ultimi anni da queste parti."
Klarisa era al fronte con suo padre e stava per affrontare Malag in battaglia, se non l'aveva già fatto.
"E infine uno tra Lionore e Tharry di Taloras."
Joyce non aveva visto in azione i due fratelli, ma sapeva che erano membri rispettati del circolo di Taloras.
"Ma sono solo ipotesi" fece Halux con un gesto vago.
"E il circolo supremo? È nato prima o dopo la guerra con Malag?"
Halux ghignò. "Molto, molto prima. Il circolo esiste da migliaia di anni, a voler credere a certe voci che girano."
"Ma che cos'è? Cosa fanno? Chi sono?" Joyce non riusciva a darsi pace. Quelle domande la tormentavano dal giorno in cui aveva assistito alla riunione segreta poco fuori Valonde.
"Il circolo è definito dalla sua funzione" disse Halux serio. "Il suo scopo è difendere la stregoneria da qualsiasi nemico, sia esso esterno o interno."
"Anche Malag?"
"Chiunque. Devi capire che queste persone sono spietate, mia cara amica. Abbattono regni, creano e disfano dinastie e imperi. Chi credi che abbia tramato nell'ombra favorendo la caduta di Berger e del suo secolare impero? Chi ha costretto incantatori e negromanti a una vita raminga o alla negazione della loro vera natura? Chi ha creato il luogo orribile chiamato Krikor? Sono stati loro, Sibyl. Il circolo supremo ha fatto tutte queste cose per preservare la stregoneria. Solo che nessuno può opporsi allo scorrere del tempo e ai suoi immensi cicli di ascesa e caduta. Come tutte le epoche prima di questa, anche la stregoneria è destinata a finire."
Marq aveva usato più o meno le stesse parole.
Halux sorrise. "E quando questo accadrà, non voglio perdermi lo spettacolo."

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