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Autore: heliodor    02/03/2019    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Giuramento

 
Shani gettò la pergamena sul tavolo della cucina, davanti a Wei Fu che, seduto a capotavola, lo esaminò con espressione inscrutabile.
"Nobile Wei Fu" disse leggendo ad alta voce. "Abbiamo preso tuo figlio. Se vuoi rivederlo vivo, porta il Corno di Adrax in cima alla cisterna nel quartiere meridionale. Vieni da solo o uccideremo tuo figlio."
Wei Fu girò il foglio. "È tutto. Non è nemmeno firmato."
"Che facciamo?" chiese Shani.
Joyce sentì tutta la tensione che traspariva dalle sue parole. Wei Fu invece era calmo e posato, come se quell'evento non lo riguardasse.
"Niente" disse.
Shani sgranò gli occhi. "Niente?"
"È quasi certo che sia una trappola" disse Wei Fu. "Se andremo alla cisterna come dicono, il loro piano avrà successo."
"E se non lo facciamo?" fece Shani. "Che succederà a Ti Long?"
Wei Fu tacque.
"Lo uccideranno" disse Shani.
"È probabile che lo facciano anche se ubbidiamo" disse suo zio.
"Non puoi saperlo."
"So abbastanza da poterlo immaginare."
"Vuoi lasciarlo nelle loro mani? È tuo figlio" protestò Shani. "E lo vuoi abbandonare."
"Shan Long" disse Wei Fu alzando la voce. "Tu credi che per me sia facile? Ho giurato di proteggere col mio sangue la sacra reliquia di Adrax. Non è un giuramento che io prenda alla leggera."
"Il tuo sangue, non quello di Ti Long" disse Shani.
Wei Fu abbassò la voce. "Il mio sangue include anche il suo."
"Quindi vuoi davvero abbandonarlo? È questo quello che stai dicendo?"
"La reliquia è più importante di me, di te o di mio figlio. O di chiunque altro" disse Wei Fu. "Non la lascerò indifesa, né la darò a degli empi stranieri. Morirò per difenderla, come ho giurato di fare anni fa."
"Io non ho giurato" disse Shani.
Lui si accigliò.
"Dammi la reliquia e io la porterò a Mirka."
"Per farne cosa?"
"La scambierò con la vita di Ti Long."
Wei Fu incrociò le braccia sul petto. "No."
"Non vuoi darmela?"
"Ti ho appena detto che la reliquia conta molto di più delle nostre vite. Quindi no, non te la darò."
"Allora dimmi dove si trova. La prenderò io, così tu non violerai il tuo giuramento."
"Ho giurato di non rivelare a nessuno il luogo in cui è nascosta" disse Wei Fu. "E non lo dirò certo a te, che vuoi consegnarla al nemico."
"Uccideranno Ti Long se non lo faccio" gridò Shani. "Non lo capisci?"
"Lo capisco" fece Wei Fu. "Ma anni fa, quando ricevetti l'onore e il peso di portare questo segreto, accettai il fatto che questo momento sarebbe potuto arrivare. Non sto scegliendo stasera di sacrificare mio figlio. Ho fatto questa scelta più di trenta anni fa."
Shani alzò una mano e Joyce temette che stesse per colpirlo. Wei Fu non mosse un muscolo e lei, dopo un attimo di esitazione, abbassò la mano e la batté sul tavolo.
"Dannazione" ringhiò. "Come fai a restare così calmo?"
Wei Fu non rispose.
Shani si voltò e marciò fuori dalla stanza con passo deciso. Oren e Joyce la seguirono sul patio e poi nel giardino.
"Che hai intenzione di fare?" le chiese Joyce.
"Secondo te?" fece lei senza voltarsi.
"Secondo me è una pazzia" disse Oren.
Wei Fu li seguì. "Shan Long" disse con voce imperiosa. "Non ti ho congedata."
Lei lo ignorò e raggiunse il portone d'ingresso con ampie falcate.
"Shani" disse Wei Fu. "Se adesso vai, rovinerai tutto. Centinaia di anni di sforzi e sofferenze saranno stati inutili. Pensaci bene."
"Zio" disse Shani voltandosi. "Non posso lasciare che Ti Long muoia. Tu sei vincolato a un giuramento e io lo rispetto, anche se non lo condivido. Ma io no. Io posso fare qualcosa."
"Che cosa vorresti fare?"
Per tutta risposta Shani aprì il portone d'ingresso e uscì in strada.
 
Oren seguì Shani e Joyce si ritrovò a seguire Oren. Era una situazione strana e si sarebbe messa a ridere, se non ci fosse stata di mezzo la vita di un ragazzino.
Senza contare che al primo sorriso Shani l'avrebbe per lo meno colpita con la sua spada ricurva.
Marciarono per le strade silenziose di Malinor senza fermarsi.
"Vuoi fermarti un secondo?" fece Oren prendendo Shani per il braccio.
Lei si voltò di scatto, come se fosse pronta a colpirlo. "Più tempo passiamo a parlare tra di noi, più aumenta il rischio che uccidano Ti Long."
"Hai ragione" disse Oren. "Ma non possiamo andare alla cisterna senza essere preparati."
Lei sembrò vacillare.
"Oren ha ragione" disse Joyce facendosi avanti. "Potrebbe essere una trappola."
"Perché sei ancora qui?" fece Shani a muso duro.
Joyce cercò di dominarsi. "Voglio darvi una mano."
"Non ci serve il tuo aiuto" disse la ragazza. "Possiamo farcela anche da soli."
"Sibyl è abile" disse Oren. "Ha sconfitto Rancey e gli albini. E tu sai quanto erano tremendi."
Shani sembrò pensarci. "Puoi venire, ma darò io gli ordini. Intesi?"
Joyce annuì. "Dicci che cosa dobbiamo fare."
"Salvare Ti Long, ovvio" rispose lei come se fosse la cosa più semplice del mondo.
"Come?" chiese Joyce. "Sai almeno com'è fatta questa cisterna?"
"È un edificio alto e lungo, col tetto piatto" disse Shani. "Ci passo sempre davanti quando torno dal mercato."
Joyce si accigliò. "Quindi è un luogo che conosci?"
"So dov'è, tutto qui."
"È per questo che l'hanno scelto" disse Joyce. "Volevano essere certi che sareste andati proprio lì senza andare altrove."
"E allora?"
"Dammi il tempo di andare a palazzo" disse Joyce. "Vyncent e gli altri possono aiutarci."
Shani fece una smorfia. "Non c'è tempo. Dobbiamo andare subito." Riprese a marciare con ampie falcate.
"Cerca di farla ragionare" disse a Oren.
Lui si strinse nelle spalle. "Se ha deciso non riuscirò a fermarla."
"Ascolta" disse Shani fermandosi di nuovo. "Se vai a chiamare i tuoi amici sai che cosa accadrà? I Malinor andranno alla cisterna in forze e metteranno in allarme Mirka. Se si fa prendere dal panico o pensa di essere in trappola, non ci penserà due volte a uccidere Ti Long. È per questo che dobbiamo andare solo noi. In tre non daremo troppo nell'occhio."
Joyce sospirò rassegnata. "Ancora non ci hai detto se hai un piano."
"Il piano è che ora stai zitta e mi lasci pensare" rispose Shani.
Joyce cominciava a perdere la pazienza. Li aveva seguiti preoccupata più per Oren che per il cugino di Shani. Se lui si faceva male o se restava ferito in quella pazzia, non se lo sarebbe mai perdonato.
"Sii paziente con lei" mormorò Oren. "Anche se non lo ammetterà mai, vuole molto bene a Ti Long."
"Stiamo per finire dritti in una trappola" disse Joyce. "Spero davvero che sappia cosa fare."
Ci volle un'ora per arrivare in vista della cisterna. Come aveva detto Shani, era un edificio alto e sottile. A Joyce ricordò una delle torri che aveva visto a Mar Qwara. Si domandò a cosa servisse.
"Ci conservano il grano" spiegò Shani. "Ma adesso è vuota. I malinor hanno spostato tutte le riserve di cibo nei magazzini per sorvegliarli meglio, dopo i saccheggi dei giorni scorsi."
"Sanno cosa fanno" disse Joyce. "E si aspettano il nostro arrivo. Dobbiamo pensare a un modo per avvicinarci senza farci vedere." Senza attendere oltre si rese invisibile.
"Aspetta" fece Shani. "Se uno di loro ha la vista speciale, ti vedrà di sicuro."
Joyce non ci aveva pensato, ma aveva senza. Mirka doveva aver piazzato di guardia uno o due stregoni con quel potere. Forse erano nascosti lì in giro e aspettavano di vederla passare per dare l'allarme.
Annullò l'incantesimo. "Come ci avviciniamo allora?"
"Io li attirerò verso di me" disse Shani. "Mentre tu e Oren libererete Ti Long."
"Potrebbero essere in molti" disse Oren preoccupato. "Sicura di potercela fare?"
"È bello che ti preoccupi per me" fece Shani. "Ma sai quanto sono abile. Li attirerò lontano dalla cisterna e poi li seminerò. Con un po' di fortuna gireranno a vuoto per delle ore prima di capire che li ho ingannati."
Joyce non capiva il motivo per cui Shani avrebbe dovuto seminare una persona e come intendesse fare, ma accettò la cosa.
Si chinò e impresse un marchio sul selciato. "Nel caso servisse per allontanarci in fretta" disse a Oren.
Lui annuì. "Come quella volta a Valonde."
"Giusto."
"Quella in cui poi sei stato rapito insieme alla principessa fessacchiotta?" fece Shani divertita.
Joyce si sentì avvampare. Quante cose aveva raccontato a quella lì? Si chiese. Quando tutto questo sarà finito, dovrò dirgli due parole.
Oren si strinse nelle spalle. "Sibyl fece quello che poté. Fu Roge a consegnarci a Wena."
Shani scosse la testa. "Mi racconterai dopo i particolari. Ora muoviamoci."
Si diresse verso la cisterna. "Voi aspettate il mio segnale per muovervi. Farò in modo che la vostra strada sia libera."
Shani corse verso la cisterna muovendosi tra le ombre della strada. Joyce la perse di vista poco dopo che ebbe voltato l'angolo.
Rimasta sola con Oren, gli rivolse una lunga occhiata di rimprovero.
"Che hai?" fece lui sorpreso.
"Cosa le hai raccontato?"
Lui si strinse nelle spalle. "Niente di veramente personale."
"Per esempio?"
"Andiamo" fece lui. "Possiamo fidarci di Shani."
"Forse tu ti fiderai, ma io no. Ci ha trascinati in questo guaio senza esitare."
"Non ci ha chiesto lei di seguirla" disse Oren. "Abbiamo scelto noi di farlo."
"Non la difendere" lo rimproverò Joyce.
Ci ha divisi, pensò. Se non fosse per lei, staremmo già preparando il sacco per andare a nord con Bryce e gli altri. E invece sono costretta a starmene qui ad aspettare... cosa?
Un fischio risuonò nell'aria, seguito dal bagliore di dardi magici.
"È il segnale" disse Oren lanciandosi avanti.
Joyce lo seguì. Evocò lo scudo magico e fece in modo di proteggere anche lui.
"Grazie" fece Oren. "Ma non sprecherai troppe energie per difendere anche me?"
Lei non rispose.
"Ti assicuro che posso farne a meno."
"Hai imparato a schivare i dardi magici?" gli chiese Joyce con tono ironico.
"Dico sul serio" fece Oren sicuro. "Wei Fu mi ha insegnato un paio di cose che potrebbero essere molto utili."
"Per esempio?"
Oren si fermò all'improvviso, l'espressione concentrata. "Da sinistra. Dietro l'angolo" disse indicando la direzione con un gesto della mano.
Nel vicolo sbucò un uomo avvolto in un mantello grigio cenere. Aveva i dardi già pronti e i suoi occhi luccicavano nel buio.

Note
Un po' in ritardo ma ce l'ho fatta anche stavolta :)
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