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Autore: heliodor    04/03/2019    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Tradimento

 
Joyce mormorò la formula della vista speciale. Il vicolo venne inondato da una luce innaturale. Oren brillava al suo fianco e anche il nuovo arrivato emetteva una luce intensa.
L'uomo lanciò i dardi verso di lei e lo scudo li assorbì vibrando nell'aria gelida della sera. Joyce si preparò a rispondere, ma prima che potesse fare qualcosa Oren balzò in avanti coprendo la distanza che lo separava dal nemico con un solo salto di dieci metri e, dopo aver mulinato la spada nell'aria, la calò verso di lui.
Il nemico si ritrasse all'ultimo istante ed evitò il fendente. Oren atterrò a due passi da lui, eseguì un mezzo giro col busto e lo colpì al fianco.
Un fiotto di sangue uscì da corpo dell'uomo, che nel frattempo si era piegato in due. Oren lo colpì alla schiena a lui stramazzò al suolo.
Joyce annullò la vista speciale per guardare meglio la scena. Oren era ancora in piedi e ansimava, la spada imbrattata di sangue.
"Come facevi a sapere che stava arrivando? E come hai fatto a colpirlo in quel modo?" chiese Joyce stupita.
Oren fece spallucce. "Ho sentito il suo respiro. E il battito del cuore. E il balzo... ho solo immaginato di poterlo fare, come facevo nel giardino di Wei Fu. Ho controllato il mio Wah" disse, come se quello spiegasse tutto.
Aveva già visto una cosa del genere, quando si era confrontata con Zefyr. Anche lui sentiva il battito del cuore dei nemici, anche se non con la precisione di Oren.
Joyce voleva fargli altre domande, ma per il momento doveva tenerle per sé. "Andiamo da Ti Long" disse.
Corsero verso la cisterna. Giunti alla base, guardarono in alto. La superficie era fatta di mattoni cotti al sole e impilati uno sopra l'altro. Non sembravano esserci scale o appigli.
"Come lo avranno portato lì sopra?" si chiese Oren.
"Nello stesso modo col quale ci arriveremo noi" disse Joyce.
Lui si accigliò.
Joyce si voltò. "Afferrami per le spalle."
"Certo" disse Oren. "Voleremo, giusto?"
Lei annuì. "Ma stavolta saliremo in fretta. Reggiti forte. Ho migliorato parecchio questo incantesimo."
Lui l'afferrò per le spalle. Joyce sentì il suo petto aderire alla sua schiena e si sentì a disagio per un attimo, ma poi si rilassò e trovò piacevole quella presenza.
Mormorò la formula della forza straordinaria. Si piegò in avanti e puntò i piedi contro il pavimento della strada. Quindi mormorò la formula della levitazione.
Usando le gambe come leve, si diede una spinta poderosa verso l'alto. La salita fu più veloce di quanto avesse pensato.
Con la forza straordinaria Oren non le pesava affatto sulla schiena e si sentiva libera. Volarono fino alla sommità della cisterna e poi oltre.
Joyce guardò in basso. Il tetto era un disco largo una ventina di metri. C'erano delle aperture sulla sommità e vicino a una di esse intravide qualcosa.
Ti Long, pensò.
Annullò la formula della levitazione e iniziarono a scendere come una piuma che si depositasse al suolo.
Dopo la velocità con la quale erano saliti, quella discesa era snervante. Appena toccò la superficie del tetto, Joyce lo sentì scricchiolare.
"È di legno" disse allarmata.
"Ce la farà a sostenerci?" disse Oren. Anche lui aveva visto il corpo disteso per terra ed era corso verso quel punto.
"Sbrighiamoci" disse lei con tono urgente. Evocò lo scudo preparandosi a un attacco. Da un momento all'altro i nemici potevano bersagliarli con i dardi magici.
Oren si chinò sul corpo disteso a terra. "È lui. È Ti Long" esclamò.
Joyce rimase all'erta. Era quello il momento migliore per un attacco a sorpresa.
Dai su, fatevi vedere, pensò stringendo i denti.
Nell'aria risuonò solo il fischio del vento. Oren aiutò Ti Long a sollevarsi.
"Stai bene?"
Il ragazzo annuì. Sembrava spaventato e aveva gli occhi gonfi di lacrime. Oren sciolse le corde che lo tenevano legato.
Joyce si guardò attorno. "Dobbiamo toglierci di qui."
C'era una botola al centro del tetto. Oren cercò di sollevarla, ma non ci riuscì. "Passiamo da questa parte?"
Joyce scosse la testa. "E se fosse una trappola? Potrebbero esserci decine di stregoni pronti ad attaccarci, nascosti dietro quella botola."
"Allora come ce ne andiamo? In volo come siamo arrivati?"
"Ho un'idea migliore."
"Il richiamo" esclamò Oren. "Funzionerà?"
"All'aperto? Sì. Ne sono certa." In verità non lo era affatto. Il richiamo sembrava funzionare solo quando voleva e secondo certe regole che potevano variare parecchio da luogo a luogo. Nei santuari non aveva mai funzionato.
Si strinsero in un abbraccio e Joyce mormorò la formula del richiamo. "Mon Kogaan."
La cisterna scomparve, sostituita dal vicolo dove aveva lasciato il marchio.
Oren barcollò. "Mi ero dimenticato di quanto fosse strano viaggiare in questo modo."
"Dobbiamo trovare Shani" disse Joyce.
"Sarà lei a trovarci" disse Oren. "Torniamo alla residenza di Wei Fu."
Joyce non si sentiva a suo agio a lasciarla lì, ma Oren sembrava sicuro che fosse la cosa giusta da fare.
Mentre si allontanavano, si voltò per guardare la cisterna da lontano. Si era aspettata un combattimento e invece il piano aveva funzionato meglio del previsto. Non avevano incontrato nessun ostacolo vero, a parte quello stregone che li aveva attaccati. E che sembrava stesse passando di lì per caso.
Nessuno ci ha attaccati, pensò.
"Oren" disse ad alta voce. "È stato troppo facile."
"Non è ancora finita" disse lui.
"Mi sarei aspettata una maggiore resistenza da parte di Mirka."
"Forse ha solo commesso un errore. Capita" fece lui scrollando le spalle.
Joyce scrutò il viso di Ti Long e vide che il ragazzo teneva gli occhi bassi, come se non osasse alzarli.
Un dubbio si fece strada dentro di lei.
"Ti Long?" fece avvicinandosi.
Lui si scostò di lato. "Che vuoi?"
"Mirka ha detto o fatto qualcosa di strano, mentre eri prigioniero?"
"Perché me lo chiedi?"
"Ci servono informazioni su di lui e quello che vuole fare."
"Lasciami in pace" fece il ragazzo evitando il suo sguardo.
"Un momento" disse Joyce. "Ti abbiamo appena salvato la vita."
"Mi ero già salvato da solo. Non c'era bisogno che veniste anche voi."
Joyce si accigliò. "Che vuoi dire?"
Ti Long tacque.
"Forse è sconvolto" disse Oren. "Dagli qualche minuto per riprendersi."
Joyce annuì. "Ne parleremo dopo."
Un bagliore si accese davanti ai loro occhi. Per un attimo Joyce rimase abbagliata da quella improvvisa esplosione di luce.
"Cos'è?" fece Oren preoccupato.
Joyce gli fece un cenno con la mano. "Vado io avanti. Tu rimani con Ti Long e non perderlo di vista."
"Sii prudente."
Joyce divenne invisibile. Con la vista speciale si orientò tra i vicoli di Malinor fino a raggiungere il luogo dove sorgeva la villa di Wei Fu. Solo allora fu costretta ad annullare l'incantesimo.
Dalla villa si alzavano alte le fiamme. Una piccola folla di curiosi si stava accalcando nelle vicinanze.
Alcuni uomini avevano afferrato dei secchi e li usavano per gettare acqua sul fuoco.
"La casa del vecchio orientale sta bruciando" gridò qualcuno.
"Muovetevi con quei secchi o bruceranno anche le nostre."
Joyce fece per muoversi verso la villa, ma una mano le afferrò la spalla. Si voltò di scatto. Il viso di Wei Fu emerse dall'oscurità.
"Vieni con me. Qui non è sicuro."
Joyce lo seguì in una strada laterale. L'uomo si reggeva il fianco e aveva una ferita alla testa, ma non sembrava in pericolo di vita.
"Cos'è successo?" gli chiese Joyce.
Wei Fu sedette sui gradini di un palazzo abbandonato. "Ti long?"
"Sta bene."
Annuì grave. "Sapevano dove cercare la reliquia" disse con tono calmo.
"Mirka?"
"Lui e altri sette, forse otto. Sono riuscito a tenerne a bada tre, ma gli altri ne hanno approfittato per prendere il corno di Adrax."
Shani arrivò in quel momento, seguita da Oren e Ti Long.
"Avevi ragione tu, zio" disse con aria mortificata. "Era una trappola."
Wei Fu cercò gli occhi del figlio. "Ha potuto avere successo solo per un motivo" disse alzandosi in piedi. "Mirka e i suoi sapevano dove si trovava il corno."
Ti Long gli diede le spalle.
"Non è vero, Ti Long?"
Il ragazzo si voltò. Aveva le lacrime agli occhi. "Dicevano che ci avrebbero uccisi tutti se non glielo dicevo."
"Come facevi a sapere dove l'avevo nascosto?" gli chiese Wei Fu con tono paziente.
"Sono tuo figlio" rispose lui. "Ti vedevo pregare ogni tanto nel piccolo tempio che avevi costruito nel giardino, così un giorno ci sono andato anche io. E ho scoperto che l'avevi nascosto lì."
Shani scattò in avanti. "Hai davvero fatto una cosa del genere?"
"Avevo paura" piagnucolò Ti Long.
Shani agitò la spada minacciosa. "Dovevamo lasciarti in cima a quella cisterna."
"Ti Long non ha colpa" disse Wei Fu. "La responsabilità di quanto è accaduto ricade tutta su di me." Guardò Joyce. "Dovevo accettare il vostro aiuto quando me lo avete offerto."
"Possiamo ancora aiutarti" disse Joyce.
"Ormai è tardi. Mirka avrà già lasciato la città con la reliquia" disse Shani.
"Inseguiamolo" suggerì Oren.
"Come? Non abbiamo cavalli e ci serve tempo per recuperarli" disse Shani. "E non abbiamo idea di dove si siano diretti."
"Sono andati a ovest" disse Wei Fu. "Se vogliono andare a nord, seguiranno la via marina."
"Come fai a sapere che sono diretti a nord?" chiese Shani.
"Per rianimare Adrax avranno bisogno di negromanti" spiegò Wei Fu. "Molti negromanti. L'unico posto dove trovarli è Nergathel."
Oren annuì. "Mirka viene da lì. Deve avere qualche alleato pronto ad aiutarlo."
Joyce si accigliò. "Perché allora non è andato a nord?" Poi ricordò che lei stessa aveva fatto la via marina perché era più sicura e meno trafficata.
"Sulla strada a nord potrebbe imbattersi in forze ostili" disse Wei Fu. "E dovrebbe passare vicino all'armata dell'alleanza. Lungo la via marina correrà meno rischi."
"Non perdiamo altro tempo e inseguiamolo" disse Oren.
"Inseguirli non servirà" disse Joyce. Nella sua mente stava prendendo forma un'idea ancora vaga. "Dobbiamo precederli."
"Senza cavalli?" fece Shani ironica. “Come pensi di riuscirci?”
"So chi ci può dare una mano" disse Joyce.

Mi spiace lasciarvi col fiato sospeso ma domani è l'ultimo giorno di carnevale e la giornata si prospetta pienissima.
Ma non vi preoccupate recupereremo :)

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