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Autore: heliodor    06/03/2019    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Inseguimento

 
Il viso assonnato di Halux fece capolino sulla soglia. "Che ci fai qui a quest'ora? Ti sembra il modo di presentarti a casa della gente onesta?"
Joyce lo spinse via con decisione. "Tu non sei affatto onesto come dici e questa è l'ora adatta" disse.
Fece un cenno agli altri.
Shani, Oren, Wei Fu e Ti Long entrarono.
"Chi è questa gente?" chiese Halux allarmato. "E che ci fa a casa mia?"
"Ci serve un favore" disse Joyce.
Halux la guardò con sospetto. "Non ho soldi né gioielli."
"Scommetto che sapresti come procurarteli se ti servissero, vero?" fece Joyce.
Halux si accigliò. "Mi stai forse accusando di qualcosa?"
"Ti sto accusando di essere un gran bugiardo" rispose lei.
"Ora mi sento davvero offeso."
"Digli come ti sei procurato questi libri" disse Joyce indicando gli scaffali.
"Regali di amici. Acquisti al mercato."
"Non è roba che si vende al mercato, questa" disse Shani.
Wei Fu sostò in un angolo, come in attesa. Ti Long si piazzò in quello opposto, scuro in viso. Oren invece andò vicino alla finestra e gettò un'occhiata fuori, come se temesse l'arrivo di qualcuno da un momento all'altro.
Halux fece una smorfia di fastidio. "Insomma, mi dite che cosa volete da me? È tardi e vorrei tornare a dormire."
"Ci serve il tuo aiuto" disse Joyce.
"Ti ho già detto che non posso aiutarti. Sono povero e questi libri, anche se antichi, non valgono molto."
"Non ci serve niente di tutto questo" rispose lei. "Ma il tuo potere nascosto."
Lui si accigliò.
"Parlo della tua capacità di usare i portali."
Halux la fissò per qualche istante, poi scoppiò a ridere. "I portali? Io? Sono un erudito, non uno stregone."
“Smettila di recitare. Io so che sai usare i portali, me lo hai confessato tu stesso.” Joyce prese uno dei libri. "Scommetto che se lo porto all'accademia, mi diranno che viene da lì."
Halux glielo strappò di mano e lo rimise sullo scaffale. "Hai idea di quanto mi è costato creare questa collezione?"
"No, ma so che potrebbe farti guadagnare un viaggio per Krikor, se si venisse a sapere."
Halux sospirò e andò a sedersi su uno sgabello. "Fin da quando ero più giovane di te, sognavo di essere un erudito. Quando scoprii i poteri, la mia famiglia mi affidò al circolo locale perché venissi consacrato. Alla prima occasione buona usai un portale per scappare e da allora ho scelto Malinor come nuova patria. Ero sicuro che nessuno mi avrebbe mai scoperto."
"Non diremo a nessuno cosa sei" disse Joyce. "Ma in cambio tu dovrai aiutarci."
"Il tuo è un ricatto bello e buono" protestò Halux.
"Chiamalo come vuoi" disse Joyce. "Ma devo sapere se ci aiuterai o no."
"Ho altra scelta?"
"No se non vuoi finire a Krikor."
Halux sbuffò. "Che cosa vi serve?"
"Una mappa dei dintorni di Malinor" disse Joyce.
"Quella posso darvela. Cos'altro?"
"Provviste per cinque giorni."
"Dovrò svuotare la mia cantina. E poi? Perché c'è dell'altro, no?"
"Mi servirà il tuo potere" disse Joyce.
Halux la fissò serio. Andò a uno scaffale e ne prese una pergamena. L'aprì sul tavolo, rivelando un disegno che ritraeva una città circondata da mura e la zona circostante.
"Questa è Malinor" disse Halux.
Joyce e gli altri si strinsero attorno a lui.
Shani indicò una linea che procedeva lungo la costa. "Quella è la via marina?"
Joyce annuì. "Da qui si arriva a Berger in una ventina di giorni a cavallo."
"Dobbiamo raggiungerli prima che arrivino qui" disse Wei Fu indicando un punto della mappa dove la strada si divideva in due. "O non riusciremo più a prenderli."
"Di chi parlate?" disse Halux accigliato.
Joyce ignorò la sua domanda. "Puoi aprire un portale fino lì?"
"Credo di poterci riuscire" rispose l'erudito. "Se mi dite chi state inseguendo e perché."
"Non ti conviene saperlo" l'ammonì Joyce.
"Non ti ho detto che amo la conoscenza?" rispose Halux. "Cosa sarà mai di tanto tremendo?"
"D'accordo" fece Joyce. "Stiamo inseguendo un gruppo di pericolosi negromanti che hanno rubato una reliquia allo scopo di far risorgere un antico drago."
Halux la fissò senza cambiare espressione. "Avrei preferito non saperlo."
"Sei stato tu a insistere."
"Giusto" fece lui.
Oren e Shani presero le provviste e le divisero tra i presenti.
"Dovrebbero bastare" disse Joyce. "Quando torneremo, farò in modo che ti venga risarcito tutto" disse a Halux. "E metterò una buona parola all'accademia per te."
"Avevi già promesso di farlo" disse Halux. "Ma non disturbarti. Non sono più interessato a dialogare con quei zotici saccenti."
Joyce non aveva idea di cosa fosso uno zotico, ma dal tono usato da Halux capì che non era un complimento.
"E ora il portale" disse.
Halux sedette sullo sgabello. "Ho bisogno di concentrarmi, prima."
"Quanto tempo ti serve?" chiese Joyce.
"Non lo so. Devo individuare l'uscita giusta o arriverete chissà dove. Una volta ho commesso un errore e mi sono ritrovato sulle colline invece che nel seminterrato dell'accademia."
"Prenditi il tempo che ti serve" disse Joyce. Andò da Shani. "Tuo cugino sembra davvero affranto."
Ti Long era rimasto nel suo angolo da quando erano arrivata a casa di Halux e non aveva scambiato una sola parola con gli altri. Nemmeno alzava la testa.
"Ha motivo di esserlo" disse lei. "Dopo quello che ha combinato."
"È solo un ragazzino" disse Joyce.
"È abbastanza grande da capire che ha sbagliato."
"D'accordo ma..."
"Niente ma" disse Shani. "È la nostra cultura. Noi siamo già adulti all'età di Ti Long e accettiamo le conseguenze delle nostre scelte."
"Pensava di salvarvi tutti."
Shani tacque.
"E tu stessa volevi consegnare la reliquia a Mirka per liberarlo."
"E quando mio zio ha rifiutato, l'ho rubata a lui per darla a Mirka? Ho tradito il giuramento che aveva fatto, anche se io non avevo mai giurato?"
"Lo avresti fatto, sapendo dove si trovava la reliquia?"
Shani la fissò con disprezzo. "Non sai niente di noi. L'onore è tutto e Ti Long ha dimostrato di non averne."
"Sei troppo severa con lui."
"Sono giusta" rispose.
Oren si avvicinò. "Credo che Halux sia pronto."
L'erudito aveva l'espressione concentrata. "Spostate il tavolo" disse. "Mi serve spazio."
Misero il tavolo contro una delle pareti.
Halux si piazzò al centro della stanza e alzò le mani. "Ora restate in silenzio e immobili per i prossimi minuti. Mi serve calma e concentrazione per stabilizzare il portale."
Joyce attese con gli altri.
Robern non aveva mai avuto tutte quelle difficoltà nel creare i portali. Per lui sembrava essere un atto naturale come evocare un dardo magico.
Forse era solo una differenza di atteggiamento e Halux amava la teatralità oppure era dovuto al fatto che l'erudito era poco più di uno stregone selvaggio mentre Robern doveva essere molto più abile di lui.
Questo la fece riflettere sulla sua condizione. Non era molto diversa da Halux. Aveva appena iniziato a praticare la magia e non aveva alcuna esperienza. Grazie a Vyncent ed Elvana era cresciuta, ma dove poteva arrivare davvero?
Senza il loro aiuto sarebbe rimasta a un livello di poco superiore a quello di Halux, quindi una completa incapace o quasi.
Non mi basta imparare nuove magie, si disse. Ma devo anche affinare quelle che già conosco. Nel compendio non era scritto da nessuna parte come fare a diventare più abili.
Forse Lacey dava per scontato che i suoi lettori fossero già abbastanza abili. O forse lui era così abile da non aver bisogno di ulteriori allenamenti.
Lei però non era Lacey e sentiva di non essere al suo livello. C'erano incantesimi così complessi che occupavano decine di pagine. Per tradurli sarebbero occorse intere Lune e lei non sapeva se avesse tutto quel tempo.
Lacey... se voleva diventare come lui doveva impegnarsi a fondo. Aveva sfidato Malag e, anche se ne era uscito sconfitto, il suo successore, Bellir, era riuscito dove lui aveva fallito.
Se era così, lei aveva una speranza. Ma qual era l'incantesimo che poteva fermare l'arcistregone?
L'unico modo per scoprirlo era imparare tutti gli incantesimi del compendio, ma questo le avrebbe sottratto tempo per perfezionare quelli che già conosceva.
Era una via senza uscita e lei ci si stava cacciando dentro. Se almeno Lacey avesse lasciato qualche indicazione sulla strada che doveva seguire...
Tutto quello che poteva fare era muoversi a tentoni come in una stanza buia, cercando qualcosa che non sapeva che forma avesse né quanto fosse grande.
Halux trasse un profondo sospiro e si allontanò dal centro della stanza. Fece un colpo di tosse e all'improvviso un bagliore si accese sul pavimento.
Si formò un cerchio di luce pulsante largo tre metri al centro del quale sembrava ardere un alone meno intenso.
Joyce lo riconobbe subito. Era simile ai portali che evocava Robern, ma per qualche motivo era diverso. I bordi erano meno netti e definiti e persino la pulsazione della luce sembrava meno intensa e regolare.
Era come osservare la copia mediocre di un bel dipinto.
Halux dovette intuire qualcosa dalla sua espressione. "È il meglio che possa fare col tempo e le forze a disposizione" disse sulla difensiva.
"L'importante è che ci porti a destinazione" disse Joyce.
"Sai come funziona un portale?" chiese l'erudito.
"So quello che mi serve" rispose lei. "So che la distanza equivale al tempo. Più vai lontano, più tempo trascorre."
Halux annuì. "Passeranno almeno due giorni prima che arriviate a destinazione, ma voi non ve ne renderete conto. Per il resto del mondo la vita andrà avanti come se niente fosse."
"Ce la faremo" disse Joyce, ma non ne era affatto certa.
La prima a entrare nel portale fu Shani, quindi toccò a Wei Fu e Oren. Joyce li vide sparire uno alla volta dopo essere stati avvolti nel chiarore che emanava il centro.
Quindi è così che appare quando scompaio? Si disse Joyce.
Guardò Ti Long. "Tocca a te."
Il ragazzo fece un passo indietro. "Io non vado."
"Non è il momento d avere ripensamenti."
"Non è un ripensamento" disse il ragazzo. "Ho coperto di vergogna la mia famiglia. Wei Fu e Shani non mi vogliono al loro fianco. Non si fidano di me e forse hanno ragione."
"Devi dare loro del tempo" disse Joyce.
"Sbrigatevi" disse Halux concentrato. La sua voce era incerta e le sue mani tremavano. "Non riuscirò a tenere aperto il portale per molto."
"Ti Long, entra" disse Joyce con tono perentorio.
"No" fece il ragazzo. Si voltò e corse via.
Joyce pensò di seguirlo, ma Halux sembrava in difficoltà. "Se torna prenditi cura di lui."
"Svelta" la esortò lui. "O resterai qui."
Joyce entrò nel portale. Il chiarore l'avvolse e lei si sentì precipitare per un tempo che sembrò infinito.

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