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Autore: ScarletRouge    07/03/2019    1 recensioni
Hazel ha solamente diciassette anni quando per volere di sua madre si trasferiscono in un paesino sperduto dell'Italia per vivere con il suo compagno e suoi figli.
Tra amici, complicazioni e quant'altro, la nostra protagonista avrà a che fare con Matteo il figlio maggiore di Massimo il compagno di sua madre.
All'apparenza un semplice bulletto, donnaiolo ma che con il passare del tempo rivelerà avere molti segreti.
E se Matteo, proponesse a Hazel un contratto.. quasi delle regole. Cosa accadrebbe? Lei accetterà?
La loro storia sarà come le fiabe con il lieto fine?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Angolo Autrice

Chiedo umilmente perdono. Dovevo pubblicare molto prima, ma il mio pc era morto insieme al capitolo. Mi è toccato riscriverlo. Spero vivamente che vi piaccia! Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo.

Alla prossima la vostra Scarlett!

 

Hazel Pov

Ero stremata dal suo comportamento. Per un momento rimasi a fissarlo. 

«Matteo, tu non sai cosa vuoi» gli dissi stremata.

«Voglio te..» Scoppiai a ridere, in una risata nervosa.

«Ti prego, ricordi quando è tornata Rebecca? Eri confuso, e credevi di amarla ancora. Per non parlare di Federica, l'hai quasi ingravidata..»

«È stato uno sbaglio»

«Ti piace giocare con i sentimenti delle persone, io non ne posso più»risposi

«È questo che pensi?Rispondi!»Mi chiese adirato.

«È un dato di fatto. Fin quando non capirai cosa vuoi, preferisco mettere una distanza fra noi due» Mi fissò in modo strano, rividi nei suoi occhi il vecchio Matteo: rabbia, dolore, cattiveria, strafottenza..tornò tutto, in un secondo. Mi pentii per aver detto quelle cose, ma era già troppo tardi.

«Hai ragione, ma almeno io sono sincero»

«Come scusa?»

«Non sai nulla di me..non hai fatto altro che giudicarmi, da quando ci siamo conosciuti»ringhiò Incominciavo ad avere paura. Indietreggiai sbattendo con la schiena contro il muro, incapace di muovermi.

«Pensavo che dopo tutte le mie confessioni, paure avresti capito..»Gridò lui, era fuori di sé.

«Io..»mormorai

«Io cosa?Parla»Gridò facendomi sussultare.

«C..credo di essere stata abbastanza paziente. Sei tu che hai giocato con me»

«Sai che ti dico? Vai a Londra, vai dove ti pare! Sono io che adesso voglio mettere una distanza fra di noi»continuò.

Aveva pienamente ragione, non lo conoscevo affatto. Per quanto non volessi accettarlo, io di Matteo non conoscevo nulla. In verità non avevo fatto il minimo sforzo per cercare di capirlo Non avevo più parole, tant'è che al mio silenzio Matteo si arrabbiò ancora di più.

«Vaffanculo Hazel» Se ne andò mandandomi al quel paese. In quel preciso momento mi squillò il telefono.

Era mia madre.

Mi aveva chiesto di tornare immediatamente a casa. Dopo mezz'ora di strada arrivai a casa. Aprì con malavoglia la porta d'ingresso ed entrai.

«Mamma sono tornata»urlai cercando di farmi sentire.

«Siamo in cucina vieni»gridò lei dall'altra parte.

Posai il cappotto e andai in cucina. Mentre mi dirigevo in cucina, continuavo a ripetermi che ero stata una cogliona. Mi dispiaceva aver parlato in quel modo a Matteo, però ero stanca di questa situazione. Quando entrai in cucina, mi ritrovai difronte mio padre.

«Wren..» "Scricciolo" era il nomignolo che mi aveva dato da bambina.

«C..ciao..»mormorai

«Tuo padre è venuto in Italia, per lavoro. Partirete insieme dopodomani»Disse mia madre

«Capisco..»

«Ho deciso di spostare il mio meeting qui, volevo vederti prima che arrivassi a Londra»

«Mhn» mugugnai

«È molto che non ci vediamo, sei diventata bellissima» continuò. Gli sorrisi, il rapporto con lui non era dei migliori.

Dal giorno in cui mio padre se ne andò, la mia vita cambiò totalmente. Non che prima fosse presente, le uniche conversazioni che avevo con mio padre erano sempre state superficiali. Si limitava ad " Wren come stai?" Dopo neanche due minuti, se ne andava, dicendo che era troppo impegnato. Troppo impegnato per stare con sua figlia. Avevo sofferto per questa sua mancanza.

I primi tempi che scappò con quella donna, mia madre mi raccontò che era andato fuori per lavoro. Poi un giorno la vidi buttare in sacco nero della spazzatura, tutta la sua roba. In quel momento capì che lui non sarebbe più tornato. In lacrime avevo cercato di fermarla, ma fu tutto inutile. Mia madre gridando e piangendo mi diceva che dovevo dimenticarmi dell'esistenza di mio padre. E così avevo fatto. In cuor mio anche se non volevo ammetterlo lui mi era sempre mancato.

«Vorrei portarti a cena questa sera ti va?»Mi chiese sorridente.

«Ecco io..non posso..»mormorai

«Wren..mi piacerebbe passare del tempo con te, so di non essere stato presente..vorrei rimediare»quasi mi supplicò.

«D'accordo papà»risposi

«Mi hai reso così felice»disse abbracciandomi.

«I'll come get you in two hours, ci divertiremo»annuì sorridendo, anche se non ero molto convinta di questa uscita.

 

Matteo Pov

Mi sentivo un coglione.

Era colpa sua, lei mi stava rendendo un pappamolle. Per colpa sua non facevo altro che farmi seghe mentali, mi stava facendo uscire di testa. Come poteva pensare quelle cose su di me? Ero fuori di me, dovevo schiarirmi le idee.

Andai a fare un giro, le strade della città erano affollate segno che il natale stava per arrivare. L'ultimo natale "felice" che trascorsi fu quello con mia madre. Era anche stato l'ultimo natale che trascorreva con me. Dopo la sua morte, mi ero ripromesso di odiare questa festa.

Dopo un'oretta a girovagare, decisi che era giunto il momento di tornare a casa. Quando entrai in casa l'unica cosa che volevo era parlare Hazel. Salì le scale e andai in camera sua.

Bussai un paio di volte, ma non mi diede nessun segno di vita. Entrai e la stanza era vuota. Mi ero seduto sul suo letto, avevo deciso di aspettarla, dovevo assolutamente parlarle. Mi sdraiai e aspettai.

«Che fai nella mia stanza..»

«Devo parlare con te»Mi si parò davanti, il suo corpo era avvolto da un misero asciugamano. Non le tolsi gli occhi di dosso, cosa che la imbarazzò.

«Non guardami così..»Mi disse, cercando di coprirsi meglio. Mi alzai dal letto e mi avvicinai pericolosamente a lei.

«Così come..?»le chiesi intrappolando il suo corpo contro il mio.

«A..avevamo detto..di..m..mettere una d..distanza..»Disse balbettando, la mia vicinanza le faceva ancora effetto.

«Dimentica quello che ti ho detto» lei in tutta risposta mi guardò adirata.

«Vattene»

«Cosa?»

«Vattene o giuro che mi metto a gridare»

«Prego fa pure»le dissi beffardo. Mi spinse via. A quel gesto, mi avventai sulle sue labbra. Era un bacio torrido, quasi selvaggio.

«Matteo! Lasciami stare» La guardai con disprezzo.

«Che ti prende? Sei forse impazzita?»

«Matteo, non giocare con me! Adesso esci, che devo preparami»

«Devi uscire?»Le chiesi

«Non sono affari tuoi»

«Con chi cazzo stai uscendo?»Urlai

«Non sono affari tuoi. Ora esci o chiamo mia ma..» Uscii sbattendo la porta, dovevo scoprire con chi sarebbe uscita.

 

Hazel Pov

Non aveva il diritto d'intromettersi nella mia vita.

Aveva chiesto persino a mia madre, ma fortunatamente lei, non gli disse nulla. Dopo essermi preparata in fretta e furia, uscii silenziosamente. Matteo, non doveva scoprire chi fosse il mio accompagnatore.

Uscendo trovai già mio padre, era stato puntuale. Salì in macchina, era una macchina sportiva bianca. Non ero abituata a questo genere di macchine.. Ero talmente assorta nei miei pensieri che non sentii cosa stesse dicendo mio padre.

«Eh, cosa?»

«Wren, ti ho chiesto cosa vuoi mangiare»

«E..ecco io..»balbettai, ero troppo nervosa, mio padre capì che ero tesa.

«Devi rilassarti, andrà bene questa serata»Disse sorridendo, lo guardai con aria tenera.

«Ti va di mangiare un panino?»Gli chiesi

«Si, perché no»Mi rispose Dopo aver comprato i panini, lo portai nel parco della città. Mi piaceva quel posto, aveva qualcosa di magico. Avevamo parlato molto. Era la prima volta che mio padre mi ascoltava interessato. Ero più tranquilla, questa serata si stava svolgendo benissimo.

«Parlami un po' di questo ragazzo»mi disse, quasi mi strozzai, sicuramente mia madre aveva vuotato il sacco.

«Q..quale ragazzo..?»

«Se non ricordo male si chiama Matthew»

«Preferisco non parlare di lui»

«Tua madre mi ha raccontato tutto..so che vi hanno sorpresi..» diventai rossa come un peperone.

«Ti piace? Sei innamorata di lui?»

«Sì, solo che lui è..un po' confuso»risposi

«Se ti farà soffrire se la vedrà con me»

«Papà?»lo richiamai

«Dimmi Wren»

«Sono felice di essere uscita con te» dissi all'improvviso.

«Sono sollevato, non ci crederai ma..mi sei mancata wren..»

«Anche tu papà»Gli sorrisi.

Ero felice. Dopo tanto tempo, mi sentivo più vicina a mio padre. Avevo iniziato a parlare senza fermarmi, gli avevo raccontato del comportamento volubile di Matteo, della mia nuova vita in questo paese. Volevo recuperare il tempo perduto.

«Ma bene, adesso ti scopi i vecchi?»quella voce..non poteva essere..

 

Matteo Pov

Avevo seguito Hazel. Era insieme ad un tizio, molto probabilmente sulla trentina.

«Ma bene, adesso ti scopi i vecchi?»

«Che fai qui..?»mi chiese lei

«Che cazzo fai con questo vecchio?»

«Wren, chi è questo ragazzo?»Chiese quell'uomo ad Hazel. Lo fulminai con lo sguardo.

«Lui.. è Matteo»Rispose lei, mentre quell'uomo iniziò a ridere.

«Che cazzo hai da ridere?»Mi stava innervosendo.

«Matteo smettila..»

«Oh che peccato! Ti ho rovinato la serata? Ora non potrai scoparti il tuo amico..»

«È mio padre»mi rispose, facendomi restare come un pesce lesso. Non sapevo se essere felice o sentirmi un coglione.

Avevo fatto una figura di merda, e per di più, davanti al padre di Hazel. Alla fine però, mi sentii sollevato e felice, non era un appuntamento romantico, era uscita con il padre.

«Aveva ragione mia figlia sei una testa calda, mi ricordi tanto me, da giovane»Mi disse ad un tratto l'uomo.

«Ecco..io..sono mortificato..mi scusi signore»Cercai in qualche modo di rimediare al danno.

«Sta tranquillo, everything is alright. Per favore non chiamarmi "signore" chiamami Adam»Mi rispose, porgendomi la mano.

«D'accordo, mi scusi ancora "Adam"» Hazel guardò la scena con aria corrucciata.

«Matteo che vuoi? Mi pare di essere stata chiara oggi»Disse adirata, mi sentii un perfetto idiota.

«Si è fatto tardi. Vi accompagno a casa ragazzi, wren domani faremo colazione insieme ti va?»

«D'accordo papà»disse lei delusa, evidentemente avevo rovinato tutto. 

Hazel era arrabbiata con me, durante il tragitto, mi ignorò totalmente. Appena scesi dalla macchina, il padre di Hazel mi fermò, dicendo che voleva parlare con me. Hazel entrò in casa senza degnarmi di uno sguardo.

«Di cosa voleva parlarmi?»gli chiesi

«Cosa ne pensi di mia figlia? Sua madre, mi ha raccontato tutto, anche che siete andati a letto»

«Ecco, io..» Per la prima volta mi sentii a disagio. Non mi andava di parlare di sesso, con il padre di Hazel.

«Sei innamorato di lei?»mi chiese, prendendomi alla sprovvista.

«In verità..»

«Mi ricordi me da ragazzo. Ero come te, mi piaceva divertirmi, fino a quando non conobbi Rita. Lei mi cambiò, in un certo senso»

«Non capisco dove vuole arrivare, raccontandomi queste cose»gli dissi, non riuscivo a capirlo, cosa stava cercando di dirmi?

«Hazel ha sofferto molto a causa mia. Quando abbandonai mia moglie, mia figlia non volle più sapere nulla di me. Vedi, lei tende a legarsi facilmente e..»

«Non la sto seguendo..»

«Non voglio vederla soffrire. Se tu pensi di provare qualcosa di sincero, dimostralo, non esitare. Non fare il mio errore»

«Ama ancora Rita?»

«Non ho mai smesso di amarla. Ma ormai è tardi, guarda tuo padre, proprio come guardava me. Tu e tuo padre siete fortunati, sono due donne meravigliose»

«Sono magnifiche»Risposi

«Siete giovani e inesperti dell'amore. Ma non esitate a lottare per quello che provate»mi disse.

«Sono innamorato di sua figlia, è così bella, simpatica, a volte un po' permalosa. Ma credo di amarla con tutto me stesso»Mi sentii più leggero, finalmente avevo capito. Avevo bisogno di lei, avevo bisogno del suo amore.

 

Hazel Pov

Aveva rovinato tutto.

La serata con mio padre stava andando abbastanza bene. E Matteo aveva rovinato tutto. Avevo salutato mio padre, lasciando alle mie spalle Matteo.

Entrai in casa.

«Hazel possiamo parlare? Non ti ruberò molto tempo»Mi chiese Massimo.

«Certo» andammo in salotto e ci sedemmo nelle piccole poltroncine.

«Vorrei parlarti di mio figlio» mi disse, in quel momento il mio cuore iniziò a martellarmi.

«Cosa..vuoi dirmi..?»

«Cerca di capirmi. Vorrei sapere che tipo di relazione avete»

«Ecco..io..non lo so» Risposi sincera.

«Potrà sembrarti strano detto da un genitore, ma Matteo ha sempre tenuto "emotivamente" lontano le persone. Questo atteggiamento è dovuto alla morte di sua madre e al tradimento mio e di Rebecca»lo ascoltai silenziosamente.

«Rebecca è stata il suo primo amore, e il suo tradimento, ha portato Matteo ad usare le ragazze»

«Non capisco perché mi stai dicendo tutte queste cose»

«Vedi, il nocciolo della questione è.. la felicità di mio figlio»

«Certo, lo capisco»

«Davvero? Non mi sembra. I vostri sentimenti sono insicuri e fragili proprio come mio figlio»

«Non c'è nulla di insicuro da parte mia, sono innamorata di Matteo»mi stavo innervosendo.

«Vediamo come posso fartelo capire, credo di conoscere abbastanza bene mio figlio. Ho visto soffrire Matteo. Nel momento in cui perdeva delle persone a lui care, si chiudeva in sé stesso. Non voglio che soffra per amore»mi rispose, adesso mi era tutto più chiaro. Ecco perché si comportava in quel modo.

«Capisco, però io non voglio far soffrire Matteo»

«Credo che voi due non siete fatti l'uno per l'altro siete troppo diversi, lui ha bisogno di una ragazza che lo ami veramente» queste sue parole mi avevano fatto male.

Non avevo intenzione di rinunciare a Matteo, non ora che avevo capito, come stavano le cose. Mi alzai e guardai furiosa Massimo.

«Tu non mi conosci, non sai nulla di me. Sul fatto che siamo diversi hai perfettamente ragione. Ma è questa nostra diversità che ci ha fatti avvicinare»

«Non è questione di..»

«Sta zitto!»lo zittii, non aveva nessun diritto di parlare in questo modo. Mi guardò sconvolto, era la prima volta che mi rivolgevo, a lui in questo modo.

«Sono innamorata persa di Matteo. E continuerò ad amarlo fin quando lui non si stancherà di me»dissi lasciandolo lì come un ebete.

Dovevo parlare con Matteo, mi era tutto più chiaro. Avevo finalmente capito perché si comportava in quel modo. Bussai alla porta della camera di Matteo, dovevo assolutamente parlare con lui.

«Sì?»Rispose lui dall'altra parte, entrai aprendo lentamente la porta. Era lì, difronte a me, a torso nudo. Iniziai ad esaminarlo, mi morsi il labbro inferiore, i miei occhi iniziarono a vagare per tutto il suo corpo. «Che fai qui?»Mi chiese, mi ero totalmente imbambolata.

«Volevo..ecco..io...volevo..»il mio cervello era andato in stand-by. Matteo si avvicinò lentamente a me, sorridendomi in modo languido.

Questo ragazzo era tremendamente eccitante. Le mie gambe iniziarono a tremare, mi mancava il suo tocco, mi mancavano i suoi baci. Senza neanche accorgermene mi ritrovai bloccata fra il muro e il corpo di Matteo.

«Cosa fai qui?»disse ad un soffio dalle mie labbra.

Con il dorso della mano iniziò ad accarezzarmi, questo piccolo contatto non fece altro che farmi tremare ancora di più. Senza staccarmi gli occhi di dosso, mise il palmo della sua mano sulla mia nuca. Mi attirò a sé e mi baciò. Questo bacio fu tenero ma allo stesso tempo intenso.

«Ti voglio..»Disse ansimando. Continuò a baciarmi, scendendo verso il mio collo.

«Cosa vuoi? Dimmi sono tutta orecchi»Mi piaceva provocarlo.

«Voglio fare l'amore con te»mi rispose, a quelle parole non riuscì a trattenermi.

Lo baciai, per la prima volta avevo deciso di non pensare a nulla. Matteo nel frattempo mise una mano sotto la mia maglietta e con un movimentato rapido me la sfilò. Iniziò a liberarmi anche dei jeans, in pochi secondi mi ritrovai nuda fra le sue braccia. I suoi occhi verdi, iniziarono a studiare il mio corpo.

Continuando a baciarmi mi adagiò lentamente sul suo letto. Le nostre intimità erano già in contatto, e in quel momento non riuscì a pensare a nient'altro. Matteo scartò un preservativo che aveva preso e se lo infilò dopo essersi tolto i boxer. Fissò nuovamente il mio corpo prima di entrare dentro di me con una spinta. Sospirai di piacere, mi era mancato da tutti i punti di vista. Andai incontro i suoi fianchi, mentre lui mi accarezzò il seno.

«Matteo..»ansimai.

«Fa piano, potrebbero sentirci..»

«Non m'importa»Dissi sorridendo.

Matteo riprese a spingere, continuò per varie volte finché non lo sentì lasciarsi andare, cosa che feci anch'io. Non appena i nostri respiri si regolarizzarono, decisi che era il momento di parlare con lui. Del resto, ero andata da lui per "parlare".

«Matteo?»

«Mhhmm»mugugnò

«Pensi che dovremmo essere solo amici?»Gli chiesi ad un tratto.

«Gli amici non fanno sesso, tu vuoi essere mia amica?»lo guardai per un momento, la risposta era ovvia.

«Io voglio amarti»risposi

«Dovremmo essere più discreti»

«Che vuoi dire?»

«Che voglio provare a stare con te, solo che dovremmo nasconderci per un po'»Senza neanche pensarci due volte lo baciai.

Ero così felice, adesso dovevo solo spiegare a mia madre che non sarei più partita..

   
 
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