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Autore: heliodor    07/03/2019    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Nessuno la sta cercando

 
Stavolta non provò solo la sensazione di cadere. Si ritrovò a precipitare con la schiena e senza potersi muovere.
L'impatto col terreno le tolse il fiato. Un letto di foglie e fango attutì la caduta, ma sentì lo stesso il dolore propagarsi lungo la spina dorsale.
Fece per alzarsi ma una mano la bloccò.
"Non c'è fretta" disse una voce. "Prenditi il tempo che ti serve."
Guardò in alto e vide Oren. Aveva l'espressione preoccupata e il viso stanco. Dietro di lui un sole pallido era nascosto da qualche nuvola di passaggio.
"Dove siamo?" chiese con voce impastata.
"Più o meno dove dovremmo essere" rispose lui. "Wei Fu sta controllando."
Shani si avvicinò. "Perché ci hai messo così tanto? E dov'è Ti Long?"
"Sono entrata nel portale un minuto dopo di voi" disse Joyce mettendosi a sedere. Era davvero su un letto di foglie. Alberi dall'alto fusto li circondavano. Non c'era traccia di una strada o un sentiero.
Dove li aveva mandati Halux?
Vicino al punto indicato sulla mappa a voler credere a Oren, ma poteva fidarsi dell'erudito?
Shani si accigliò. "Un minuto, dici? Siamo qui da sei ore."
"Sei ore" esclamò Joyce.
E tutto per una piccola esitazione.
"Non è troppo tardi, vero?"
"Speriamo di no." Shani guardò verso un punto. "Ti Long? Era con te."
Joyce scosse la testa. "Non è voluto venire."
"Lo immaginavo. Deve provare molta vergogna per quello che ha fatto."
Joyce si rialzò aiutata da Oren.
Insieme raggiunsero Wei Fu che in quel momento aveva entrambe le mani su una roccia squadrata.
"Dieci cavalieri" disse con espressione concentrata. "Forse dodici. Vengono da questa parte."
"Sono loro" disse Shani. "Appostiamoci sul sentiero e appena li vediamo arrivare gli saltiamo addosso."
Wei Fu scosse la testa. "Prima dobbiamo rallentarli." Guardò il sentiero.
Una striscia di terra battuta larga qualche metro si snodava tra alberi di alto fusto. La maggior parte avevano un aspetto spettrale dopo che le foglie erano cadute.
A Valonde gli alberi non perdevano le foglie nemmeno d'inverno. Al massimo cambiavano colore passando da un verde intenso a un marrone chiaro.
Joyce trovava triste e desolato quel panorama e non poteva fare a meno di pensare alla sua casa con un misto di rimpianto e nostalgia.
Wei Fu indicò due alberi distanti una quarantina di passo. "Io mi piazzerò qui" disse indicando quello più vicino. "E tu andrai lì" disse rivolto a Shani mentre indicava quello più lontano.
Shani annuì e si diresse all'albero.
"Voi due restate al centro" disse Wei Fu. "Quando li avremo bloccati, inizierete l'attacco. Niente rischi inutili, restate al coperto finché potete. Colpite solo se siete sicuri."
Joyce e Oren si piazzarono in un punto tra i due alberi, nascosti dalle sterpaglie.
"Non sembra turbato dal tradimento di Ti Long" disse Joyce.
"Credimi, lo è" disse Oren. "Fu non mostra quasi mai i suoi sentimenti, ma in questo momento sta soffrendo per il figlio. Il fatto che non si sia unito a noi..."
"È un brutto colpo."
Oren annuì. "Si sente tradito."
"Lo capisco."
Oren sospirò. "Che vuoi dire?"
Joyce non riuscì a trattenersi oltre. "Anche io mi sento tradita."
"Da me?" fece lui stupito.
"Da chi altri?"
"Credi che tra me e Shani..."
Joyce arrossì. "Non intendevo in quel senso."
Oren sembrò deluso. "Che cosa ho fatto di male?"
"Dovevi venire con me. Al nord."
"Ti ho già spiegato i miei motivi."
"Non sono affatto convinta. Tu stai scappando."
"Non è vero" rispose Oren offeso. "Io non scappo."
"Invece sì. Hai deciso che non vali abbastanza per essere d'aiuto all'alleanza e hai rinunciato."
"Non è così. Ho fatto delle promesse. Devo mantenere la parola data."
"A chi hai promesso cosa?"
"Ho promesso di ritrovare la principessa Joyce, tanto per cominciare."
Ancora con questa storia, pensò Joyce. Per quanto tempo mi perseguiterà?
"Lascia perdere la principessa e concentrati sulla guerra contro Malag. È questo ciò che conta davvero. Saranno altri a cercarla al posto tuo."
"Non capisci. Nessuno la sta cercando."
Joyce si accigliò. "Che intendi dire?"
Oren chiuse gli occhi e respirò a fondo. "Quando ero a Valonde, dopo essermi ripreso dall'attacco di Rancey, andai da re Andew per chiedergli aiuto. Volevo cercare sua figlia."
"E lui ti aiutò?"
Oren scosse la testa. "Mi offrì di restare a Valonde come apprendista comandante delle guardie reali."
"E tu hai rifiutato?"
"Gli dissi che preferivo cercare la principessa e lui mi cacciò via. Credo che lo ritenesse inutile."
"Ti sbagli. Sono sicura che il re sta facendo di tutto per ritrovare sua figlia."
Perché in caso contrario, si disse. In caso contrario io sarei molto contrariata.
"Nessuno la cerca, Sibyl, te lo posso assicurare. Sono tutti concentrati sulla guerra. C'è solo Malag nei loro pensieri. Non c'è spazio per la principessa Joyce."
"Non è vero."
Lui scrollò le spalle. "È così. Per questo non posso smettere di cercarla. Sono la sua guardia del corpo. È mio dovere."
Perché devi essere così testardo? Si chiese Joyce. Se rinunciassi come tutti gli altri sarebbe tutto più semplice e invece...
"Arrivano" disse Shani.
Joyce si concentrò su quello che stava per accadere, ma era difficile cancellare del tutto quel pensiero. Nessuno cercava la piccola e patetica Joyce. Lei non era importante, non lo era mai stata.
Nemmeno Vyncent. Nemmeno Bryce. Nemmeno...
I cavalieri apparvero quasi all'improvviso. Erano in dieci e procedevano in una fila di due per volta.
In testa c'era un uomo dai capelli rossi e arruffati.
Mirka, pensò subito Joyce.
Al suo fianco cavalcava un ragazzo dai capelli dorati e il portamento fiero. Indossava un mantello viola con ricami viola e rossi che lo facevano sembrare insanguinato.
I cavalieri sfilarono davanti a loro e solo quando l'ultimo fu passato, Wei Fu colpì l'albero dietro al quale si era piazzato.
Il tronco si spezzò con un suono secco e deciso nel punto in cui l'aveva colpito e iniziò a cadere verso il sentiero.
Mirka e gli altri cavalieri si bloccarono in mezzo alla strada, scambiandosi occhiate perplesse.
L'albero precipitò proprio in mezzo al sentiero, bloccandolo. Dall'altra parte ci fu uno schianto simile. Un secondo albero aveva bloccato il sentiero.
Era il momento.
Joyce evocò i dardi magici e li lanciò verso i cavalieri. Nello stesso momento, Shani si gettò verso di loro urlando e mulinando la spada. Wei Fu invece balzò dal suo nascondiglio e si scagliò contro uno dei cavalieri.
Oren rimase incerto per un istante, poi estrasse la spada e li seguì.
Joyce rimase al riparo tra gli alberi, lo scudo alzato e i dardi pronti a colpire. Guardò in basso, dove si svolgeva la battaglia vera e propria.
Shani colpì uno dei cavalieri con la spada, passandolo da parte a parte. Con un gesto fluido estrasse la lama dal corpo della vittima e passò a quello al suo fianco, colpendolo con un fendente al volto.
Il cavaliere urlò per il dolore e la sorpresa e venne disarcionato.
Wei Fu balzò verso l'alto e colpì uno dei cavalieri con un calcio al petto, scagliandolo lontano.
Prima che riuscissero a reagire, in quattro erano già a terra e Oren stava finendo il quinto. Uno dei cavalieri estrasse la spada e si gettò verso di lui pronto a colpirlo alla schiena.
Joyce preparò i dardi, ma un'ombra passò accanto all'uomo e un attimo dopo lo vide a terra, la gola tagliata.
Shani si mosse veloce e silenziosa tra i cavalieri, colpendoli alle gambe e alle braccia con la spada.
Wei Fu puntò verso Mirka, ma il cavaliere dai capelli dorati al suo fianco si frappose tra i due. Mosse appena le mani formando un cerchio e un'onda di energia eruppe davanti a Wei Fu.
Questi venne scagliato lontano, colpì uno dei cavalli con la schiena e giacque a terra.
Shani gridò qualcosa e si gettò in avanti con la spada sguainata.
Joyce decise di aver visto abbastanza e uscì allo scoperto. Due cavalieri avevano preso di mira Oren, stringendolo in un angolo.
Lanciò la corda magica verso uno dei due e gli afferrò la mano che reggeva la spada, tirandola indietro con tutta la forza.
Oren si riscosse e attaccò il cavaliere, trapassandolo con la spada.
"Grazie" disse rivolto a Joyce.
"Di niente" rispose lei.
Il secondo cavaliere gettò via l'arma e corse verso la boscaglia. Oren fece per inseguirlo ma poi sembrò ripensarci.
Joyce era più interessata a quello che stava accadendo in testa al gruppo. Il cavaliere dai capelli dorati aveva evocato lo scudo magico e respingeva gli attacchi di Shani.
Wei Fu era ancora a terra ma si stava rialzando. Anche Oren si stava dirigendo verso di loro.
Joyce evocò il raggio magico e lo diresse verso lo scudo magico del cavaliere. Lo scudo assorbì il colpo, disperdendolo in onde di energia che incresparono l'aria attorno allo stregone.
Mirka digrignò i denti. "Mancavi soltanto tu" disse rivolto a Joyce.
"Stavolta non ci sfuggirai" disse lei. Era una frase stupida, ma in quel momento non le venne in mente altro.
"Reynhardt" disse Mirka. "Tienili a bada per qualche minuto. Al resto penserò io."
Il cavaliere dai capelli dorati annuì ed espanse lo scudo magico, creando una cupola di energia che racchiudeva sia lui che Mirka.
Joyce concentrò i suoi attacchi verso un punto preciso, sperando di creare uno spiraglio nello scudo.
"È forte" si lamentò.
Mirka sollevò le mani. "Divertitevi con questo" disse con un ghigno sulle labbra carnose.
I corpi dei cavalieri caduti vennero scossi come se qualcosa si agitasse al loro interno. Linee di energia viola e blu li avvolsero per un istante, disperdendosi un attimo dopo.
Joyce stava ancora usando il suo raggio magico contro lo scudo di Reynhardt quando vide il primo cavaliere rialzarsi.
Con orrore, vide i suoi occhi dalle orbite vuote e spente posarsi su di loro. Altri cavalieri si stavano rialzando allo stesso modo. Si muovevano a scatti, come se non riuscissero a controllare i loro muscoli.
"Come sperate di contrastare me, che controllo la vita e la morte?" gridò Mirka. "Divertitevi con i miei servitori, finché potete."
A un suo gesto della mano i cavalieri si gettarono verso di loro.
I primi due puntarono verso Oren e Shani. La ragazza lo spinse di lato e alzò la spada per colpire quello più vicino. Affondò la lama nel suo petto, passandolo da parte a parte.
Un colpo mortale, senza alcun dubbio.
Il cavaliere emise un gemito gutturale e le afferrò un braccio. Aprì la bocca e cercò di affondare i denti nella carne di Shani.
Lei si liberò con uno strattone e lasciò la presa sulla spada, che rimase nel petto del cavaliere. Oren si gettò su di lui e lo spinse via. Insieme rotolarono nell'erba.
Mika rise più forte. "Sì, così. Cibatevi dei loro corpi. Mi avete servito in vita e ora mi servirete anche dopo la morte."
Wei Fu si rialzò e colpì alla testa uno dei cavalieri che lo aveva preso di mira. Il rianimato fece solo un passo indietro e poi riprese ad avanzare, nonostante le ferite.
Non sta andando bene, si disse Joyce. Non sta andando affatto bene.
Poi qualcosa le afferrò la spalla e lei sentì il dolore avvampare in quel punto.

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