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Autore: queenjane    09/03/2019    1 recensioni
Catherine Raulov cresce alla corte di Nicola II, ultimo zar di tutte le Russie, sua prediletta amica è Olga Nicolaevna Romanov, figlia dello zar. Nel 1904 giunge il tanto atteso erede al trono, Aleksej, durante la sanguinosa guerra che coinvolge la Russia contro il Giappone la sua nascita è un raggio di sole, una speranza. Dal primo capitolo " A sei settimane, cominciò a sanguinargli l’ombelico, il flusso continuò per ore e il sangue non coagulava.
Era la sua prima emorragia.
Era emofiliaco.
Il giorno avanti mi aveva sorriso per la prima volta."
Un tempo all'indietro, dolce amaro, uno spaccato dell'infanzia di Aleksej, con le sue sorelle.
Collegato alle storie "The Phoenix" e "I due Principi".
Preciso che le relazioni tra Catherine e lo zar e la famiglia Romanov sono una mia invenzione, uno strepitoso " what if".
Al primo capitolo splendida fan art di Cecile Balandier di Catherine.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Periodo Zarista, Guerre mondiali
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Come da nuova prassi, reciproca,dell’autunno 1916,  con Olga ci scrivevamo, ci telefonavamo, ognuna faceva quello che doveva, tranne che il pensiero era sempre e fisso e reciproco, sostituiva le nostre chiacchierate face to face del tempo dorato di prima.
Era la mia migliore amica, mia sorella, eravamo due satelliti che ruotavano intorno alla vita, sempre in sintonia, variavano forme e sostanze, ora, tranne che eravamo sempre legate, ironiche e potenti, sempre noi.  Ironia, che definire Olenka sarcastica era un eufemismo.
Alessandra amava vestire le sue figlie a coppie, educarle alla parsimonia e alla rettitudine, alla religione ed al decoro ..Olga e Tata erano dette “The Big Pair”, Marie e Anastasia “The Little Pair” .. Un ossessivo controllo materno, come usava, Alessandra era un faro, un mentore ed una guida.. che non calcolava gli imprevisti, il punto divergente della retta.

Ovvero io.

Un seme sghembo e spurio, la bastarda dello zar suo marito, la primogenita delle tempeste, The big Pair eravamo io ed Olga, due potenti rompiscatole.

The true beginning 
Senza sminuire Olga, che ragionava con la sua testa, era buona, nonostante i difetti, una ribelle..


“Siamo stati a Novgorod, Cat, per visitare gli ospedali dei feriti, noi quattro sorelle, Mamma e Madame Vyribova, per comodità Madame V., ci ha accolto il governatore provinciale alla stazione. La città è antica, circondata da frutteti, ora spogli e hanno donato a Mamma le mele dell’ultimo raccolto, conservate con cura (..) Nessuna ovazione, solo una tranquilla compostezza [tradotto, il governatore doveva avere selezionato la folla] La visita all’ospedale, i vari monumenti, la funzione religiosa e un party tea organizzato dai nobili..E siamo andate a vedere una famosa starica che vive nel monastero di Desjatin,Maria Michajlovna, di 107 anni, per avere la sua benedizione. Anziana è anziana, ha proclamato benedicendo Mamma “Rallegrati, sposa senza corona. Ecco l’imperatrice martire Alessandra” Madame V. si è inginocchiata e ha baciato la mano della starica e di Mamma, piangendo commossa (!!!), per rialzarla ci sono voluti un paio di tentativi..Che inventate  al Quartiere Generale? Che combina il nostro amante dei cavalli? Ps Ti salutano anche Tanik, Marie e Anastasie, dai un bacio ad Aleksey per noi” 
“..a chi ti riferisci? Mio marito ha una smoderata passione per gli equini, come ben noto.. No, battute a parte, ove fosse un maschio, Felipe ci piace molto [se era maschio era Felipe, come il mio antenato giunto dalla Spagna nel 1700, durante il regno di Caterina II, che era divenuto e si era fatto principe, Felipe, il bastardo, il fondatore della linea Rostov-Raulov, se una bimba, Felipa, il nome declinato alla spagnola .. il principone mio marito era d’accordo]
“… e tanto giugno è ben lontano, intanto sul momento presente è venuta mia mamma con Sasha per il Natale (cattolico), lo Zarevic lo ha cooptato per costruire un fortino di neve, pupazzi, battaglie e varie altre, compreso giocare a pallone, Andres dietro, anche l’austero principe Rostov Raulov, ovvero mio zio  della partita. La principessa Ella è elettrizzata all’idea di diventare nonna, è prodiga di consigli e tenerezza, mi assicura che quando lo sentirò muoversi sarà un regalo giornaliero. E intanto io mi regalo peso, vivo di frutta e insalata, pollo freddo, e pochi dolci, tenendo conto che in genere avevo poco appetito, ora sono perennemente affamata.. Scherzo, tranne che colazione, pranzo, uno spuntino e cena mi sono ricordati con svizzera precisione da un certo languorino.. E intanto continuo a visitare le famiglie dei contadini, i reparti ospedalieri, etc, tranne che mi stanco più facilmente di prima. Sarà una sistemazione inopinata, e tanto l’eccezione che conferma la regola sono sempre io.. PS chi scrive è lo Zarevic, Olenka, notiamo il cambio di scrittura, portando via la penna a Catherine, che sbuffa, intanto un bacio a TE e Mamma e Tanik e Marie E Imp..(nomignolo con cui era appellata Anastasia, peste per traduzione) PPS Catherine sbuffa di nuovo che si era fatta uno chignon e glielo ho demolito PPPS Olga un bacio da entrambi, per tutti, e alla prossima, che andiamo sulla slitta, abbiamo costruito una montagnola di neve ..notato che ho scritto in francese senza errori? La tua amica mi ostina a parlarmi in questa lingua, sennò salta direttamente allo spagnolo, di cui capirò 20 parole al massimo.. No, non ha corretto..la sua parlantina si affianca a quella di M. Gilliard, solo io li batto” Alessio scriveva in coda alla corrispondenza, era sereno, tranquillo, le sue maniere erano migliorate e non si faceva pari ad aiutare chi aveva bisogno di aiuto, conforto. Era quello che in russo si chiamava “cuore d’oro” e lo era, ad esempio quando seppe che il generale V. aveva perso il figlio in una battaglia, si sedette  vicino a lui e lo confortò, poche e sagge parole non retoriche. In fondo, difetti a parte, aveva sofferto fin da piccolo per l’emofilia, se qualcuno poteva comprendere dolore e sofferenza era proprio lui.
“..Ciao Catherine, un saluto affettuoso, al volo e una risata. Come noto, Anastasia non scrive bene in francese, a questo giro si è superata, doveva scrivere di Francesco e il suo guanto, scopo della copiatura era quello, tranne che la traslitterazione era orrida, Mr G. la ha brontolata per le sue atroci maniere di copiare, LEI ha replicato che le sue maniere sono fini, il suo spelling (apparentemente) no.. Che, essendovi neve e ghiaccio, non si può certo arrampicare sugli alberi per sfuggire alle lezioni, abitudine che ha ben sviluppato …che potrebbe rompersi un braccio o una gamba, magari confinata a letto e allora non evaderebbe più..”
“… scrivo due righe per calmarmi, Olga, tremo letteralmente di rabbia, e pena e preoccupazione. Mio fratello Alexander ama i cavalli, peccato che non abbia ancora raggiunto i livelli che avevo io alla sua età, nove anni e rotti, tralasciando la volta che sono caduta.. Senza perdere il filo, visto gravidanza e cavalcate non vanno d’accordo, ho smesso di montare a cavallo, che Castore non è una tranquilla giumenta.. Uno e settanta al garrese, un cavallo da corsa..Hai presente? E che fa Alexander?? .. Lo ha sellato e montato, senza ammazzarsi nell’impresa, e vi è salito, peccato che abbia perso il controllo .dopo poche iarde. Che una bestia di quelle dimensioni e temperamento non la può gestire un ragazzino come lui, improvvisando, che gli esiti sono disastrosi.. si è spaventato e ..(…) Mio zio per recuperarlo si è rotto la tibia, da quanto Castore scalciava, imbizzarrito, Alexander ha fatto un volo portentoso e non si è ammazzato per miracolo.. E Castore è talmente lesionato che non so se arriverà a domani, lo abbiamo recuperato che era ormai azzoppato, era caduto malamente. E mio zio non  ha più vent’anni, ma 48 e una frattura come questa non ci voleva.. E il cretino di Alexander, che è solo un cretino, tralasciando i lividi sta bene e meno male.. Tranne che si è comportato in modo superficiale e ne pagherà, come ne ha già pagato le conseguenze. In punizione lo metterà nostra madre, non certo io, rilevo solo che deve vedere con i suoi occhi gli effetti della sua alzata di genio. Lo porterò a vedere come sta Castore, giusto per saggiarne le conseguenze, e temo che toccherà abbatterlo.. Lo zio lo ha già visto, a questo punto è in licenza forzata ed è arrabbiato. Sono arrabbiata e sono triste.. A dopo..”piegando il gomito, contro il foglio, scoppiai a piangere come una fontana, recuperai appena il controllo per non essere isterica o altro, stavo per scoppiare. Felipe  .. figlio mio, che madre ti ha riservato la sorte..
”Cat..”
”Vieni con me, “dopo avere valutato le sue condizioni, tranne i lividi stava bene, almeno fisicamente  “NO..” “Non ti picchierò od altro, in punizione ti metterà la Mamma..” “Se  sta male, che importa.. Un cavallo vale l’altro..” “ AH NO: come a dire che un fratello vale l’altro.. O uno zio, eh”amara “Tu vuoi bene solo allo Zarevic..e tuo fratello sono io”amaro, amare Alessio era forse più facile..  “Sasha, muto, ora vieni con me, muoviti”
E lo portai, decisa, guarda, tranne che non lo respingevo, il suo braccio intorno ai fianchi, la paura, mia e sua, che poteva essere morto. Come Anastasia, compiva le sue trovate, ecco lui, tranne che la monella non aveva mai inventato qualcosa di così epico o disastroso.

Cataplasmi, dolore, l’odore di ferro del sangue, i nitriti di lamento, era sul fianco, passai il braccio sulla spalla di Sasha per bloccarlo e tanto  mi si era già attaccato alla vita“NO..” “Invece sì.. Impara come le tue azioni hanno conseguenze..” lo vedevo pure io, senza essere un veterinario che le lesioni erano troppo gravi “Lo zio si è spaccato la tibia, Castore ..”sospirai, me lo tirai in braccio, come Alessio “LUI non voleva, diceva che era una scemenza..che finiva male” “Chi lui?” perplessa“ Lo zarevic.. diceva che  a cavallo sei brava, come un maschio, come tuo marito, che Castore lo gestivi tu e basta e..” “Visto che risultato.. manca poco ti ammazzi, lo zio vai a sapere quando si rimette e..” il cavallo andrà abbattuto. Lo pensammo entrambi, la sofferenza di quell’animale era senza misura, reagiva al mio tocco, inarcando il collo e tanto aveva due zampe rotte “Non piangere..” “Sasha, ora basta..” una pausa “Vai da Mamma.. io sono troppo stanca e arrabbiata” “Tu non mi vuoi bene” mi accusò. Non replicai, dissi solo basta, i suoi occhi scuri, tanto simili ai miei si scontrarono senza recedere “Picchiami, avanti” “Ah no,Sasha.. Posso alzare la voce, mai le mani, che a nulla serve.. Né frustrarti.”  “Dovresti, me lo meriterei” “Non serve..Sarebbe solo violenza su violenza.” Abbassò lo sguardo. “Ma tanto tu vuoi bene solo allo zarevic, sempre” mi strappò il cuore dal petto come seta, artigli che laceravano la carne “Sempre.. qualunque cosa faccia” “Ora vai da mamma” E mi assestò lo sparo finale, in via metaforica “Mi correggo, mi vuoi bene, almeno un poco, tranne che il tuo solo prediletto è lo zarevic” “Sasha.. fermati qui, intesi” che stavamo per varcare il limite, e aveva ragione, come ho amato Alessio a lui non è mai capitato.


“Catherine ..”Alessio mi fece riemergere dal torpore, percepii le sue dita sul viso, calde sul ghiaccio della mia pelle. “Zarevic.. “ Una pausa, gli strinsi un polso. Brutto segno, che mi chiamasse con il nome intero.. “Basta.. lo vegli da tanto ” carezzò Castore,  era vestito da militare, un cappotto grigio su cui brillavano le mostrine, osservai che era aveva messo su qualche altro centimetro“Zarevic..” Volevo essere in ogni dove e non lì, con quel ragazzino che amavo, addolorato, lo amavo  e tanto ne avevamo sempre una, altro che un piccolo mondo idilliaco  “E’ il tuo cavallo, ci hai cavalcato il vento.. Era bellissimo starvi a vedere, ci salivi su con un solo, agile movimento”Una pausa, era lucido e composto “ Ed è mio amico, il mio cavallino..” lo scrutò  riverso sul fianco, reagiva anche a lui “Cat..sta soffrendo..” “Si rimetterà.. spero..” “Ci speri.. già. Sai quello che va fatto” “NO..” Mi strinse, come tante volte io avevo stretto lui, per confortarlo, preciso. “Sì.. Lascialo andare“ Mi tirai in piedi, ricambiai la stretta “Salutalo, Alessio. Io vado via qualche minuto..quando ritorno farò rumore” un addio privato, che se si fosse voluto sfogare non lo avrei umiliato con la mia presenza. Mi premette il mento contro il fianco, lo serrai con le  braccia, percepivo le sue dita sottili contro il polso “ Ora vado”
“Cat.. la prima volta che lo ho cavalcato mi sono sentito un re, comandavo io e ..” “Era bravo, come te, lo sai” una pausa, un ragazzino vestito da soldato, che rideva, trionfante, in un dolce pomeriggio di primavera aleggiò nell’aria, una eco potente e non dimenticata, che faceva una cosa da sempre vietata per la sua malattia, che era come tutti “Alessio zarevic, salutalo, è il tuo cavallino..”  “Non è giusto..” e di rado la vita lo era, lo avevamo appreso da un pezzo. “Sst, zarevic, qualche minuto, salutalo” e gli faceva male, e sarebbe stato peggio se non lo avesse fatto, se ne sarebbe pentito per un pezzo.
Al ritorno tossii, facendo scrocchiare le foglie sotto i tacchi, voltai la testa, si era messo il cappello ben calcato.
 
 
Addio, Castore.
Galoppa su verdi prati, corri e sgroppa, una freccia, corri per i campi dell’Eliso aspettando il cavaliere. 
Ma tu, Alexei, sei un re..
 
“.. lo ho salutato, Andres, raccontandogli che avrebbe smesso di soffrire..  Potevamo rimanere, io e Catherine, quando lo abbattevamo, per non lasciarlo solo..” Mio marito gli passò un braccio intorno alle spalle, annottando che erano più ampie, era cresciuto davvero in quel lungo anno, se ripensava alla crisi che lo aveva quasi ammazzato, per il raffreddore era davvero un miracolo che fossero lì, ammaccati e lucidi e sempre loro, cercava di confortarlo.
“Perché non mi ha voluto..Mi ha fatto capire che non era il caso..”Scrollò le spalle “A casa abbiamo un cimitero per i nostri animali, sai cani e gatti.. Un piccolo angolo di un’isola artificiale, quella dei bambini, si chiama, con una casa, un ponte..Ma Castore.. direi qui, lui stava bene qui” ù
“Sulla spianata dove andavano ad allenarsi, è un bel posto Zarevic.”
“Lui era come quei cavalli da guerra.. Correva e saltava nel vento, era bello starli a vedere.. E mi dava retta, ci sono stato al passo, a volte al piccolo trotto..”Sorrise, nonostante la tristezza, era bravo e sapeva che era un segno, immenso, della fiducia che avevo in lui. “Poi Catherine è andata da Alexander.. credi che gliele darà?”
“No.. lei non alzerebbe mai le mani su un bambino, la violenza porta solo violenza.. “
“Ma ha fatto una cosa grave..”
“Cercherà di ..farlo riflettere, ne ha prese così tante quando era piccola, senza ragione, che non lo rifarebbe mai “ l’ultima frase in spagnolo, che Alessio non comprese. O finse, a quel punto non avrei saputo valutare. E capì un’altra faccenda “Andres, lo ha abbattuto Cat” disse  alla fine “Alessio, domandalo a lei” “Allora è un sì..” fiatò
“Zarevic, Aleksey.. ormai hai imparato a conoscerla”
“Sì e  no, ma fa male”
"Amare fa male, e ne vale la pena.."
"Allora sono grande, eh.."

“.. lo ho abbattuto io, Olenka, non ho voluto che lo Zarevic rimanesse lì, poi ho ordinato che fosse messo in una spianata poco distante dalla Stavka, dove andavamo ad allenarci, un prato che in primavera si riempie di fiori, luci ed erba. E sono rimasta fino alla partenza con mia madre, Sasha e mio zio, che andrà a svernare in Crimea, con gesso e sorella e nipote.. Lasciando ad Andres l’onere e l’onore di molti suoi compiti.. Ti scrivo, che, come un animale cerca la fuga, io la solitudine, il silenzio, come se fosse un disonore avere debolezze.. Già. Come fai a sopportarmi, Olga? A volte sono così fissata e insopportabile che non mi reggo io per prima, a tra poco che sta arrivando lo Zarevic”
“.. una piccola nota, non ho letto quello che ha scritto, mi dispiace così tanto, Olga..Ho abbracciato Cat da dietro, ho rievocato alcuni buffi episodi, sono riuscito a farla sorridere.. Per un poco, che le spiaceva,e ho visto i filmati, di quando era in Spagna, per la seconda e la terza volta.. E sono rimasto IO basito..le cose divertenti che ha fatto le so sempre a rate, mica lo sapevo che aveva ucciso un lupo o che a 14 anni filasse come una vera amazzone” come no, lo sapeva, incurante. “ A letto, zarevic, ti racconto qualcosa..” “ Certo”
Le bolle di sapone.
Una risata.
La gioia. Nonostante tutto.

“.e’ stato dolcissimo, senza essere lezioso, sapeva che ero triste, le proiezioni cinematografiche una idea di Andres, una copia che ci ha mandato Marianna, mia cognata, giuro che non le avevo mai viste..In effetti, sono rimasta spiazzata .. 1909, 1910.. Io e la marchesa Cepeuda andavamo in giro, di tutto un poco, esplorando i dintorni (.. diciamo che giravo molto da sola, una libertà incredibile, che ho ben apprezzato..).. Il torrente, il capanno di caccia, una radura in cui crescevano i melograni.. l’ospitalità della gente, poche parole e ti offrivano un bicchiere di vino e pane e prosciutto.. Nulla del lusso di quando vi era la regina Ena e il re Alfonso, alla grande caccia.. E il branco di cavalli inselvatichiti che corrono sul prato, io che mi avvicino ad uno.. mah.. la mia attuale cognata non mi ha trucidato per miracolo..Pensieri sconnessi, come me stasera Olga.. Nonostante il dolore rido, ora vado a mettere a letto lo zarevic, è tardi e siamo stanchi.“ tardi era per Alessio, per la cronaca le undici di sera, ignoravo il resto, la perdita, le ulteriori disfatte. Che il giorno dopo, senza saperlo, era l’ultimo che passava al Quartiere Generale, la mattina non si voleva alzare. “Va bene..rimaniamo così.. tranne che alle otto  ti butto giù, ti vesto anche se non vuoi” “Sono stanco.. mettiti qui” scherzando“Solo un poco” Alla fine ci alzammo, abitudini consolidate, la colazione, il bagno, studiare.. Sono contenta di non essere stata brusca, impaziente, come un presagio.
E di averlo portato a passeggio nei prati, il fiato che diventava ghiaccio e condensa,  per sparare ai bersagli, accogliendo la sua gentilezza, un braccio passato sulla vita, lui una carezza sui corti capelli castani, reciproca concessione una foto, le stelle diventavano blu, come la mia gonna, lui ride di non so cosa, ci hanno immortalato così, allegri e tranquilli.
La sera gli feci le mie famose patate francesi, ovvero patatine fritte, ridemmo, la quieta prima del disastro.

“.. curiosa di vederle, in quella foto dove hai 14 anni e sei di profilo, tenendo le redini sei radiosa, assorta, una Fuentes in fieri. E sei venuta davvero bene, che non ti ha chiesto di metterti in posa. Chissà a cosa pensi.. Forse all’epidemia di proposte di matrimonio di cui eri stata oggetto, che si rinnovarono la volta successiva.. Davvero, Catherine, portavi i capelli sciolti, eri solo una ragazza, che non aveva ancora compiuto il suo ingresso in società e .. Od, ancora, riflettevi sul lupo che avevi abbattuto..??La Spagna ti è piaciuta, sempre, altro che storie, ora occorre vedere come è Ahumada e dintorni, quando venite?..Ti voglio tanto bene, Kitty Cat. Al diavolo quando sei insopportabile, sei sempre troppo dura, difetti ne hai, se fossi perfetta non saresti tu..” lessi, attribuendo le lacrime alla stanchezza e alla commozione, per scritto ritrovavo le battute dello zarevic, era  rimasto per l’ennesima volta da me, a cena, dopo no, purtroppo.
 “..che storia è che R. è sparito? Lo zar ha letto i telegrammi di Tua Mamma, che chiedevano di ritornare, Alessio era scocciato di lasciare la Stavka, spera di ritornare presto, che ora ha preso il via, tra studio, ispezioni e quanto altro.. Sarà splendido, una volta grande, quando vestirà l’uniforme..” intanto lo avevo messo a letto nel vagone del treno imperiale,
“Cat..”gli avevo rimboccato le coperte, tralasciando che mi si era stretto addosso
“  Alexei.. domani sei al Palazzo di Alessandro, torni  a casa per il natale ortodosso, e anche prima . Rivedi la tua mamma e le tue sorelle, saranno contente.”
“ Voi cattolici avete già festeggiato..”un massaggio sulla schiena, tra le scapole, a volte fosse diventato un angelo ansioso
“ E tu dietro, con mezzo calice di champagne..”
“ Ci troviamo, vero ? “ la voce incerta, i toni rotti in bilico tra l’infanzia e l’adolescenza
“Certo, che pensi.. mica ti liberi di me.”.
“Prometti che non mi lasci..”
“Alexei, ora che hai l’ansia....Certo che non ti lascio. Vengo quando vuoi. Promesso.”
“Va bene.. mettimi il pannolino, per favore, per sicurezza”
“Alessio, no..”
“Sì, ti prego”
“No, sei grande” tacendo che a volte glielo avevo messo per sicurezza, quando era esausto e lo avevo cambiato senza rilievi.
“Tanto poi me lo mettono, che credi, fallo te, per piacere, hanno ancora paura che cada nell’andare in bagno e ..me lo mettono ancora, sei la sola che la notte si alza per accompagnarmi in bagno ” una pausa straziante, non lo feci supplicare oltre, alla fine rotolò sulla schiena, mi tese le braccia, lo raccolsi contro di me.
E piccoli sussurri, la neve cadeva leggera, un attimo incantato, mi baciò, si fidava, aspettai che si addormentasse, gli lasciai un biglietto sotto il cuscino Ciao, zarevic.. un pensiero, per dirti buongiorno, ti ho dato un bacio, prima di venire via, fai conto che sia quello del buongiorno, appunto Un abbraccio Catherine ps Mi manchi già da ora” . Lo avevo scrutato per un pezzo, prima che il treno partisse, eri il mio bambino zarevic, guai a chi ti faceva qualcosa.

“.. Carskoe Selo, 1 gennaio 1917, 14 pomeridiane. Al volo, Cat, ti scrivo al volo. Come sai il 30 dicembre abbiamo saputo che R. era sparito, che la sera precedente era stato a palazzo Jussopov, per una visita a Irina.. [moglie di F. Jussupov] e si erano sentiti degli spari ed aveva detto che si sarebbe recato lì alla nostra cara V. Mamma si è allarmata nel  corso del giorno seguente, che a metà pomeriggio la polizia ha trovato macchie rosso scuro vicino al ponte Petrovskij sulla Malaja Nevka,  un punto in cui il ghiaccio è sottile e ben può sparire un cadavere. Vicino una soprascarpa marrone, che una delle figlie di R. ha riconosciuto come sua. Allo Yacht club non si parlava di altro, che era morto, che vi erano implicati Jussupov, marito di mia cugina Irina, e Dimitri, il nostro amato cugino, che è apparso pallido e provato. Jussopov ha negato ogni presunto addebito, ha spiegato che gli spari uditi erano dovuti agli eccessi di una festa, che avevano ucciso un cane e lo avevano buttato nella Neva.. Dimitri negli ultimi tempi aveva fatto spesso visita a R., ora ne capisco il motivo.. Papa è tornato con Alessio a Carskoe Selo, la situazione è difficile, Mamma e Anna V. piangono..(..) Hanno ritrovato il corpo all’alba, congelato e mutilato.. “
“… Olga .. mi spiace”
.. Mamma ha chiesto che la polizia le consegnasse tutto quanto trovato addosso al corpo, la camicia insanguinata, un braccialetto di platino con il monogramma imperiale, una piccola croce d’oro che portava al collo, sarà seppellito il 3 gennaio in un angolo del parco di Carskoe, ove la V. vuole fare costruire una chiesa.. Mi sento così egoista, distante, vedo il dolore di mia Mamma e della V. e mi pare tanto artefatto, teatrale..“
“Cat, puoi venire a Carskoe Selo per favore con Andres? Mi manchi tanto. Alexei”
“Siamo già in viaggio, Altezza imperiale, mi mancate” 

Quando arrivai aspettai di essere in privato per abbracciarlo, mi misi in ginocchio e lo raccolsi addosso
“Cat”
“Alessio, io per te, te per me, ci teniamo al sicuro a vicenda”
“Certo” mi accarezzò i capelli raccolti in un morbido chignon, tenero e dolce
“Meglio che possiamo”
“Sicuro” feci una pausa, avessi avuto un metaforico specchio mi sarei rivista nel passato cercando di essere migliore, i ricordi non erano più un tormento “Sempre”
“Cat.. dammi fiducia”
“Certo, ripeto” gli posai una mano sulla guancia, me la baciò e ci rialzammo, in mutuo accordo decidemmo che sarebbe rimasto tra noi.
Mi porse il braccio, splendido e garbato, la sua uniforme perfetta contro il mio vestito di seta crepe de Chine color zaffiro, facevamo un figurone.
“Olenka ti aspetta, è triste” triste per sua madre, le altre ragazze avevano il viso gonfio, era morto un “santo”, un martire, il profeta che parlava del mare e delle nuvole e peccava come un sibarita. Mm ..

“Catherine. Amica mia”
“Sorella mia”, mi scappò di bocca
“Alla fine siamo sorelle onorarie” Olga mi cullò tra le braccia, ero corsa verso di lei, il mio rifugio, mi sfiorò il naso contro il suo, la punta era sempre fredda “Come state? Tu e il mio nipotino, onorario”
“Affamati, ma ce la caviamo..Tu?” mi serrò la schiena con un braccio “Ora ti racconto, è orribile” nel suo salottino privato, quello che divideva con Tata, sedetti sul divano a fiori, il fuoco crepitava, un libro era sul bracciolo, la scrivania piena di fogli, pareva una tranquilla scena e aveva il viso livido per le occhiaie.
Olga.. 
 Alexei .. 
   
 
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