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Autore: heliodor    09/03/2019    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Il gigante d’argilla

 
"Reynhardt" gridò Mirka sopra il terribile frastuono. "Lascia loro un ultimo ricordo e andiamocene da qui."
"Con molto piacere" disse lo stregone parlando per la prima volta.
Joyce, la spalla che le doleva, si voltò di scatto. Uno dei cavalieri era scivolato alle sue spalle e l'aveva morsa alla spalla. Per fortuna il tessuto della tunica lo aveva ostacolato o avrebbe decorato il suo corpo con una nuova cicatrice.
Quegli occhi spenti e vitrei l'atterrivano. Decise di distogliere lo sguardo e di concentrasi sul torace dell'uomo.
Attraverso uno squarcio causato da una spada poteva vedere gli organi interni del cavaliere. Fu lì che concentrò il suo attacco quando lanciò mezza dozzina di dardi magici in rapida successione.
Andarono tutti a segno, alcuni passandolo da parte a parte. E il cavaliere continuò ad avanzare verso di lei.
Che cos'erano quelle creature terribili? Non sentivano il dolore né le ferite?
Joyce lanciò altri due dardi, stavolta verso le gambe. Se non poteva ucciderlo, almeno l'avrebbe rallentato.
Il cavaliere crollò davanti a lei, ma come nei peggiori incubi continuò a trascinarsi nella sua direzione usando le braccia.
Joyce allora colpì anche quelle, tranciandole di netto. Mai nella sua vita aveva visto uno spettacolo così pietoso, eppure la creatura - le riusciva difficile considerarlo un uomo - continuò ad agitarsi e cercare di raggiungerla contorcendosi sul terreno.
Stava per crollare a terra disperata e disgustata, quando Wei Fu apparve all'improvviso e con un colpo netto col taglio della mano spezzò il collo alla creatura.
Questa ebbe un ultimo sussulto, rabbrividì e giacque immobile.
"Devi colpirli alla testa" disse l'uomo tornando verso il centro del sentiero, dove la battaglia infuriava.
Oren e Shani, schiena contro schiena, cercavano di difendersi dai cavalieri rianimati che li avevano accerchiati.
Shani aveva recuperato una spada più piccola di quella che aveva in precedenza. La sua lama si trovava ancora nel petto di uno dei rianimati.
Joyce lo individuò a vi si diresse. Evocò una lama di energia e si scagliò contro il rianimato, colpendolo alla schiena con un fendente.
La creatura gemette e si rivolse contro di lei, balzandole addosso con le fauci spalancate. Joyce indietreggiò di un passo e con un nuovo fendente lo colpì al collo. Il colpo era impreciso e poco profondo. La creatura fece un passo indietro e riprese ad avanzare.
Joyce mormorò la formula della pelle coriacea e gli si gettò contro. La creatura le afferrò il braccio e lo morse, ma riuscì solo a lacerare il tessuto della tunica. I suoi denti non erano abbastanza forti da penetrare nella sua carne.
Con calma, Joyce puntò la lama contro il suo collo e lo decapitò con un colpo deciso. Affascinata e turbata allo stesso tempo vide la testa rotolare a terra.
Il corpo ricadde al suolo con un tonfo.
Quando si voltò, vide che Oren e Shani avevano abbattuto tre di quelle creature. La ragazza aveva recuperato la sua spada.
Con un gesto agile balzò alle spalle di un rianimato e lo decapitò con un colpo netto e deciso mentre Oren lo teneva a bada.
Combattono bene insieme, pensò Joyce con un misto di invidia e irritazione.
Il terreno vibrò come se qualcosa di enorme fosse precipitato in mezzo al sentiero. Voltandosi, vide qualcosa sollevarsi da terra. Un essere gigantesco, altro tre metri, torreggiò sopra di loro.
Aveva un corpo tozzo, braccia e gambe spessi come tronchi d'albero e una testa rotonda appena abbozzata, con occhi dalle orbite vuote e per bocca una fessura appena aperta.
"Un gigante d'argilla" disse Wei Fu. Anche se era alto e massiccio, lo zio di Shani sembrava minuscolo al cospetto della creatura.
Joyce guardò oltre di essa e vide Reynhardt e Mirka allontanarsi a cavallo. Dell'albero che aveva bloccato il sentiero non vi era più traccia. Il gigante d'argilla doveva averlo rimosso mentre loro erano impegnati con i rianimati.
E ora che aveva assolto al suo compito primario e che i cavalieri rianimati erano caduti, non aveva molto altro da fare.
Il gigante batté i piedi sul terreno facendolo vibrare, poi avanzò verso Wei Fu. L'avrebbe travolto, se questi non si fosse spostato di lato all'ultimo secondo.
Shani partì all'attacco e colpì la gamba destra del gigante con un fendente. La spada affondò nell'arto e ne strappò una buona porzione, ma non fu abbastanza.
Il gigante, con agilità insospettabile, ruotò sul suo bacino e distese una delle braccia, colpendo Shani al fianco.
Lei urlò e venne scagliata a terra, rotolando per alcuni metri. "È forte e veloce" gridò mentre si rimetteva in piedi.
Joyce evocò la corda magica e la lanciò verso il gigante. Manovrandola come le aveva insegnato Elvana, l'arrotolò attorno a una delle gambe del gigante per bloccarlo.
"Preso" urlò trionfante.
Il gigante diede uno strattone deciso e lei si ritrovò a volare verso di lui. Evocò lo scudo magico un istante prima che lui la colpisse usando il braccio come una clava.
Nonostante lo scudo e la pelle coriacea, Joyce temette che le sue ossa si frantumassero sotto quella pressione immensa. Il contraccolpo la scagliò via facendola volare lungo il sentiero. Atterrò sulla schiena e si rialzò un istante dopo. Si sentiva dolorante ma grazie alle difese che aveva eretto non aveva nemmeno un graffio.
Ma per quanto?
Un altro colpo come quello e il gigante l'avrebbe fatta a pezzi.
E Oren e gli altri non avevano le sue difese. Come avevano fatto Shani e Wei Fu a uscirne quasi illesi?
Era quello il segreto del controllo del Kah, come aveva detto Oren? Se era così voleva averlo anche lei, quel potere.
Wei Fu si era rialzato e ora sembrava danzare attorno al gigante. "Non può vederci" disse. "Ma sente i nostri passi."
Perché non ha gli occhi, pensò Joyce.
Quella era un'informazione utile, ma come sfruttarla? Per attaccarlo dovevano muoversi. Tranne lei.
Joyce poteva volare.
Mormorò la formula della levitazione e si lanciò verso il mostro. Invece di attaccarlo subito, volteggiò sopra di lui.
Oren, Shani e Wei Fu si muovevano attorno alla creatura battendo i piedi e le mani sul terreno.
Il gigante si voltava ora verso l'uno, ora verso l'altra.
"È disorientato" gridò Wei Fu. "È il momento di abbatterlo."
"Come?" chiese Joyce.
"Spezziamogli le gambe."
Facile a dirsi, pensò Joyce, lanciò i dardi magici contro le gambe del gigante, ma vennero assorbiti senza problema. Allora passò al raggio magico e colpì la gamba destra, concentrandolo in un punto. Dopo qualche istante riuscì a scalfire la superficie, ma si sentiva già stanca. Le sarebbero occorse ore per tranciargli la gamba.
"Così non funziona" gridò.
"Lascia fare a me" disse Shani gettandosi in avanti con la spada pronta a colpire.
"No" fece Wei Fu.
Il gigante si rivolse subito verso Shani, pronta a colpirla. Lei scartò di lato all'ultimo istante e mulinò la spada, affondando la lama dove passava.
Il gigante sembrò crollare su di lei mentre cercava di afferrarla e colpirla, ma Shani balzò di lato ed evitò il nuovo attacco.
Si preparò a colpirlo alla gamba, ma il gigante alzò un braccio e lo calò verso di lei. Joyce lanciò la corda magica per afferrarlo, ma un secondo prima Wei Fu bloccò il braccio del gigante con entrambe le mani.
Shani si rialzò, pronta a colpire il braccio ora esposto, ma con la gamba ancora sana il gigante scalciò da terra e colpì Wei Fu, scagliandolo lontano.
Shani calò la spada sul braccio e lo tranciò di netto. Il gigante rotolò di lato cercando di rialzarsi nonostante la gamba amputata.
Stavolta fu Oren a scagliarsi contro di lui con la spada d'argento tra le mani. Il gigante tentò di rialzarsi ma lui non gli diede il tempo e con un balzò fu alle sue spalle.
Il gigante ruotò su se stesso, pronto a colpirlo con il braccio rimastogli. Fu allora che Joyce atterrò sulla sua schiena e con tutta calma usò la spada magica per tagliare l'arto all'attaccatura con il tronco.
Oren fece il resto con la gamba rimasta, tagliandola in due con un colpo netto. Il gigante si accasciò sulla schiena, con un rombo simile a quello di un grosso macigno che rotolava.
Shani gli balzò sulla testa e la staccò di netto. Il gigante sussultò per un ultimo istante e giacque immobile.
In piedi sulla sua schiena, Joyce si guardò attorno. Oren era ai piedi del gigante, la spada ancora stretta nella mano.
Shani fissava la testa de gigante che era rotolata lontano. Ansimava per la fatica ma sembrava stare bene.
Tutto intorno giacevano i cadaveri dei cavalieri uccisi nello scontro. Joyce ne contò sette. Mancava quello che era scappato via all'inizio dello scontro.
E Wei Fu.
Lo zio di Shani era ai piedi di un albero, come se vi si fosse seduto per godersi l'ombra. Ma non sembrava stesse riposando. Aveva la testa reclinata in avanti.
Shani corse verso di lui.
"Zio. Ce l'abbiamo fatta. Avevi ragione tu."
Wei Fu alzò la testa e Joyce vide il suo viso stravolto e il rivolo di sangue colava da entrambi gli angoli della bocca.
Solo allora notò anche lo squarcio al ventre. Il sangue che era sgorgato dalla ferita aveva imbrattato la veste di lino che indossava.
Shani gli si inginocchiò accanto. "Non è grave" disse con voce tremante. "Te la caverai."
"Sento già il Drago Celeste che mi chiama" disse Wei Fu con voce incerta.
"Ignora la sua voce" disse Shani esaminando con cautela la ferita.
Wei Fu tossì. "Non posso. Il suo richiamo è potente."
"Il Drago Celeste attenderà. Non sei ancora pronto per volare al suo fianco."
"È un grande onore."
"Zio..." fece Shani con voce mozzata.
Lui le accarezzò il viso. "Sei uguale a tua madre. Mai che vi diate per vinte."
"Ti prego" disse Shani. "Dimmi che cosa devo fare."
"Lasciami andare."
"No" protestò lei.
Wei Fu chiuse gli occhi per un istante. Quando li riaprì, disse: "Penditi cura di Ti Long. Per quanto può valere, digli che lo perdono."
Shani annuì.
"E trova la reliquia del terrore dei cieli. Mirka non deve usarla."
"Lo ucciderò con le tue meni."
"Non per vendetta" l'ammonì lui. "Ma solo per servire il Drago Celeste. Promettimelo, Shan Li Po. Shani."
"Te lo prometto" disse lei.
Wei Fu chiuse gli occhi e reclinò la testa di lato.

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