Gli occhi di chi col mondo aveva già chiuso, una vecchia conoscenza con cui aveva fatto i conti da tempo. Era prevedibile che accadesse, ogni battaglia porta via qualcosa di te, qualunque sia il modo in cui la combatti.

Questa a quanto pare doveva essere l'ultima, questa doveva portarle via il cuore, inevitabilmente.

Avrebbe dovuto capirlo, quando le ginocchia dolevano così tanto sul terreno, con la terra che le entrava nelle ferite, quasi a ricordarle il sale nelle vecchie coltellate.

Ma questo era peggio. Questo le aveva strappato la luce nello sguardo, quel flebile e tremante bagliore che aveva cominciato a palesarsi timido da qualche tempo.

Quel bagliore era morto ormai.

Così come suo fratello fra le sue braccia, il suo raggio di sole, l'unico uomo degno dal battere il suo cuore.

Le aveva detto: ''Vivi per me. Porta in fondo ogni respiro. Sorridi come se avessi davanti a te il Valhalla intero che splende come il sole''.

Ma davanti a se aveva solamente dolore, il dolore di un domani da vivere senza di lui, un domani così nero come il cielo senza stelle. Non aveva nemmeno più la forza di gridare, aveva urlato così forte fino ad allora che in gola non le era rimasta che secchezza, quella ruvida ultima forza da sprecare nel chiamarlo senza risposta, senza speranza che si rialzasse senza il sangue sul petto e che le sorridesse sornione come un bambino.

Ma la verità è che era finita, tutta la sua vita era finita, non le rimaneva che continuare accarezzargli i biondi capelli, finché il vento non avesse portato via anche le sue ceneri.

Lo avrebbe aspettato quel vento, in mezzo al campo di battaglia avrebbe aspettato piangendo, l'unico segno di vita del suo corpo ormai abbandonato.

''Per favore, non lasciarmi. Per favore, non lasciarmi da sola''.