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Autore: Emmastory    10/03/2019    5 recensioni
Come sappiamo, le avventure della fata Kaleia non si sono certo concluse, e come in una sorta di piccolo intermezzo, si nota che le tradizioni natalizie hanno fatto il loro ingresso nel mondo delle fate. Forse ne hanno sempre fatto parte, o forse tale cambiamento è dato dalla loro vicinanza con la comunità umana, ma comunque sia, godetevi la lettura.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Human-traditions-in-the-Fairy-Woods
 
 
Tradizioni nostrane nel bosco incantato
 
Capitolo I
 
La gatta e l'abete
 
Era di nuovo giunto l'inverno, e al sicuro nella sua casa, Kaleia non dormiva, ma al contrario si era svegliata di buon umore. Inspirando a pieni polmoni, sentì il calore dei timidi raggi del sole sulla pelle, e guardando fuori dalla finestra, scorse uno scoiattolo. Era il suo piccolo amico Bucky, che aveva scelto di arrampicarsi fino al davanzale per salutarla. Nel farlo, le saltò sulla spalla con l'agilità che era solita caratterizzarlo, e squittendo debolmente, la guardò con i suoi occhietti scuri e scintillanti. La fata scherzava nel dirlo, ma a volte era come se il suo animaletto riuscisse a parlarle. "Ti manca soltanto la parola." Gli aveva detto più volte, non dimenticando mai di regalargli qualche piccola e sporadica carezza sotto al mento. Per tutta risposta, lo scoiattolo si rilassava istantaneamente, emettendo uno squittio diverso, più basso e soffocato, e in tutto simile alle fusa di un pigro e grasso gatto domestico. Avendo vissuto gran parte della sua vita nella foresta, non ne aveva visti molti, con l'unica eccezione di Willow, aggraziata felina appartenuta alla sua amica Marisa. Anche se a malincuore, aveva dovuto separarsene dopo aver scoperto le condizioni in cui versava per colpa di sua madre Zaria, malvagia strega dedita alla magia. Ad ogni modo, e per sua grande fortuna, Kaleia si era offerta di tenerla con sè per salvarla dalle angherie della donna, con la promessa di far dimenticare alla povera bestiola il dolore, la paura e i pericoli della vita in una casa come quella in cui aveva vissuto in precedenza. Adottata quando non era che una palla di pelo della stessa grandezza di un fagiolo, aveva vissuto fra la fame  e i maltrattamenti, finchè la giovane fata della natura non le aveva aperto il suo cuore. Felice, Kaleia avrebbe voluto restare a letto a rilassarsi per il resto della giornata, ma ormai in piedi, si decise a dare inizio alle sue solite mansioni. Lei e il suo Christopher convivevano ormai da tempo, e nonostante abituarsi agli alti e bassi di una relazione come la loro, peraltro proibita dalla legge non fosse certo stato facile, alla fine ci era riuscita, e soltanto grazie ad uno smeraldo unito ad una buona dose di fiducia in sè stessa. Protettore o meno, Christopher restava il ragazzo dei suoi sogni, e in quella mattina d'inverno, sembrava avere una sorta di sorpresa per lei. Uscendo dalla stanza, si ritrovò nel salotto di casa, il cui grande e antico tappeto era letteralmente invaso da scatoloni di ogni tipo. Alcuni, più piccoli, erano tenuti vicini, e un altro molto più grande occupava il centro del salone. "Christopher, cos'è tutta questa roba?" chiese, giustamente confusa e ignara della seppur palese realtà che aveva davanti. "Un albero di Natale. È una tradizione umana, lo so bene, ma ti andrebbe di decorarlo con me?" rispose il ragazzo, indicandole con un gesto l'abete ancora incartato e in attesa di prendere vita. Inizialmente, Kaleia non proferì parola, ma il sorriso sulle labbra del suo amato le sciolse il cuore, e avvicinandosi, gli strinse le mani. "Certo. Certo che mi andrebbe, mio custode." Rispose soltanto, per poi sorridere ancora e non chiedere che un abbraccio. Innamorato, Christopher non osò negarglielo, e ben presto i due si ritrovarono vicini, l'uno fra le braccia dell'altra. Un dolcissimo bacio completò quel momento, e non appena si staccarono per respirare, fata e protettore tornarono ad essere sè stessi, pronti a riempire di luci e festoni quell'albero all'apparenza smontabile come un giocattolo. Lenta e metodica, Kaleia vi girava attorno, cercando di volta in volta i punti adatti per inserire i vari rami, pungenti e rigidi al tatto. "Mi stai dicendo che ne esistono di finti, e che voi umani ne piantate in casa uno ogni anno?" fu l'ovvia domanda della fata, dopo un'altra manciata di secondi passata a costruire quell'ormai famoso abete natalizio. "Sì, e non è la nostra unica tradizione. Le persone si scambiano anche dei regali, e trascorrono il tempo insieme, anche dopo i preparativi." Fu svelto a dirle Christopher, sforzandosi per raggiungere il punto più alto e ostico dell'albero. Volendo aiutarlo, Kaleia mosse ad arte le dita affusolate, restando calma e concentrata finchè non lo vide levitare. "Grazie, tesoro." Disse poco dopo il ragazzo, regalandole l'ennesimo sorriso pieno di luce. "Figurati, amor mio. Ora che abbiamo finito, c'è altro che posso fare?" rispose subito lei, stranamente divertita dai particolari di quella ricorrenza. "Sì, dovrebbe esserci qualche addobbo e dei gancetti lì sul tavolo, li appenderesti per me?" spiegò il ragazzo, pregandola di dare una mano a portare a termine quell'altrimenti arduo compito. Mantenendo il silenzio, Kaleia si limitò ad annuire, e facendo ciò che le era stato chiesto, prese in mano una manciata di gancetti di ferro, per poi avvicinarsi all'albero e appendere ognuno dei festoni con lentezza e mano ferma. Calma com'era solita essere, non si stupì di vedere fra questi alcune statuine raffiguranti degli angeli, o un vecchio dalla barba bianca e l'addome pronunciato, cosa che per qualche secondo la fece ridere, ricordandole i nani che erano soliti spargere perle di saggezza per tutta la foresta. "Sai, Christopher, forse tu ed io non siamo così diversi, non credi?" osservò, indietreggiando di qualche passo e spostando lo sguardo su di lui. "Hai ragione, fatina, ed è anche per questo che ti amo." Confessò lui in un sussurro innamorato, poco prima di stringerle ancora le mani e accarezzarle con dolcezza. Lasciandolo fare, Kaleia finì per arrossire, e insieme, i due innamorati si prepararono al momento che per loro era il più difficile e complicato, e in altri termini, il peggiore. Le palline. Certo, le luci e il resto degli addobbi era stato sistemato, ma quelle piccole sfere di plastica colorata erano state lasciate per ultime per una ragione precisa. Willow. Esatto, Willow. La loro gatta dal pelo nero come la pece e gli occhi di un colore che nessuno dei due aveva mai visto. Uno era azzuro, l'altro marrone, e nessuno ci credeva,  convincendosi solo vedendola. Da brava micia qual era, Willow condivideva le abitudini tipiche di tutti i felini come lei, incluso giocare con qualunque cosa trovasse, perfino la sua stessa coda. Ad ogni modo, quel giorno divertirsi da sola non le bastava, e dopo aver passato gran parte della giornata a dormire, si svegliò sentendo il fruscio dei finti rami dell'albero natalizia, aprendo gli occhi e scendendo dal divano per accucciarsi sul tappeto e guardare i due padroni finire di addobbarlo. Inzialmente, tutto parve andar bene, ma non appena quelle sfere colorate entrarono nel campo visivo della gatta, la situazione parve precipitare. Non volendo che divertirsi, si avvicinò alla ragazza, strusciandosi contro le sue gambe e muovendo con insistenza i rami più bassi, dondolando qualche pallina in modo giocoso. Sotto la sua insistenza, ben due caddero assieme ai gancetti a cui erano fissate, e seccato da quell'interruzione, Christopher fu costretto ad inseguirla per riprenderle, e a missione compiuta, rimetterle finalmente al loro posto. Sulle prime, la fata non diede peso alla cosa, ma non ci volle molto prima che la sola vista di quegli oggetti che rimbalzavano e rotolavano per l'intero pavimento sotto le zampe e gli artigli della gatta smettesse di andarle a genio. Così, decisa a terminare il lavoro senza altre distrazioni, Kaleia dovette scacciarla più volte, ma sfortunatamente, ogni tentativo si rivelò vano. Ad ogni modo, e dopo un tempo che nè lei nè il suo ragazzo furono in grado di definire, la sera scese sul bosco e sulla loro vita, e come distratta da qualcosa, la gatta sparì dalla loro vista. Rompendo il silenzio, i due innamorati trassero un sospiro di sollievo poco prima di tornare al lavoro, e appena pochi istanti dopo, anche un luminoso puntale trovò il suo posto sulla cima dell'albero che insieme avevano costruito. Lentamente, i minuti continuarono a scorrere, e quando il silenzio cadde nella stanza, i due si scambiarono un'occhiata d'intesa, meravigliandosi del risultato di un'intera giornata di lavoro. Di lì a poco, un abbraccio avvicinò i loro caldi corpi, e per qualche secondo non accadde più nulla, fatta eccezione per uno strano rumore che sembrò provenire sia dall'albero appena ultimato che dal corridoio alle loro spalle. Confuso, Christopher aguzzò la vista, e fu allora che la vide. Perfettamente mimetizzata e nascosta in quel verde così fitto e scuro, Willow, arrampicatasi fra i rami e sdraiatasi per riposare. A quanto sembrava, usare quei piccoli addobbi come giocattoli l'aveva lentamente privata delle sue energie, e spossata, aveva finito per crollare. Divertito da quella scena, il ragazzo rise, e così la fidanzata, che sospirando sconfitta, decise di lasciar correre, arrendendosi all'evidenza e capendo che nulla avrebbe separato la loro amata e ora dormiente gatta da quell'enorme abete.
 
 
 
Un caloroso saluto a tutti i miei lettori! Guardando la data della mia ultima "apparizione" nel sito, e poi quella di oggi, so bene che è passato molto tempo, ma mille impegni mi hanno privata del tempo utile a scrivere, quindi l'ho fatto solo quando ho potuto, e approfittando di alcun prompt ispiratori trovati online, dato vita a questa raccolta. Come ho scritto nell'introduzione, un intermezzo natalizio con fate e umani come protagonisti, che spero davvero vi piaccia. Qui abbiamo l'accurata descrizione di cosa succede quando si ha un gatto in casa e si cerca di decorare un albero di Natale. Grazie come sempre di tutto il vostro supporto, con un grazie speciale che va ai lettori silenziosi. Non so quando riuscirò a portare a termine questo progetto, ma lo tenevo da parte da molto, e ho pensato fosse ora di iniziare a mostrarvelo. In ritardo rispetto a quando avevo previsto, ma meglio tardi che mai, vero? A presto, e grazie ancora,
 
Emmastory :)
   
 
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