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Autore: queenjane    11/03/2019    1 recensioni
Catherine Raulov cresce alla corte di Nicola II, ultimo zar di tutte le Russie, sua prediletta amica è Olga Nicolaevna Romanov, figlia dello zar. Nel 1904 giunge il tanto atteso erede al trono, Aleksej, durante la sanguinosa guerra che coinvolge la Russia contro il Giappone la sua nascita è un raggio di sole, una speranza. Dal primo capitolo " A sei settimane, cominciò a sanguinargli l’ombelico, il flusso continuò per ore e il sangue non coagulava.
Era la sua prima emorragia.
Era emofiliaco.
Il giorno avanti mi aveva sorriso per la prima volta."
Un tempo all'indietro, dolce amaro, uno spaccato dell'infanzia di Aleksej, con le sue sorelle.
Collegato alle storie "The Phoenix" e "I due Principi".
Preciso che le relazioni tra Catherine e lo zar e la famiglia Romanov sono una mia invenzione, uno strepitoso " what if".
Al primo capitolo splendida fan art di Cecile Balandier di Catherine.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Periodo Zarista, Guerre mondiali
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Comunque, Alessio aveva fatto la sua passeggiata con me a Pietroburgo, una dolce e fredda mattina di fine inverno, i primi di febbraio 1917.
La sua mano sul braccio, parevamo, come in effetti eravamo, un fratello e una sorella che facevano una passeggiata, lui con un cappotto da ufficiale, ben bardato contro il freddo, io in pelliccia, con un piccolo e sobrio cappello, sorrideva mentre mi indicava un punto o faceva un’osservazione. Giusto un’ora, lo portai in un negozio di giocattoli, scelse un piccolo e vivace aeroplano per la sua collezione, poi filammo a prendere un caffè e una fetta di torta.
“Per te, buon compleanno, anche se è già passato”porgendomi un pacchettino rettangolare.
“Ma..”
“Questo è mio personale, apri, è un pensierino..”Modesto, sorridendo come un rubacuori, un folletto, gli occhi azzurri pieni di aspettativa, ridenti come un cielo estivo. “Ho risparmiato sulla mia mancia mensile e ci tenevo, dai”
Un quadernetto dalla copertina azzurro polvere, semplice e raffinato, alla cui prima pagina aveva annotato  dei versi dell’Odissea e un suo augurio.
“Chè spesso si consola col racconto
Dei suoi dolori l’uom che molto errato 
Abbia e molto patito..” Un intervallo “Omero, libro XV dell’Odissea..” Alzai gli occhi, lo guardai, osservava i ghirigori del piattino, quindi me, le tazze e la tovaglia.
“Cat..” incerto.
Ho controllato, spero sia esatta, la citazione, io faccio una parafrasi, ovvero che tu racconti e viva tante cose belle. So che ti piace Omero.. Buon compleanno, Catherine, un bacione il tuo piccolo principe ” E aveva disegnato una gattina con un fiocco rosso e una rosa bianca.  
Una gattina, Kitty Cat, la rosa bianca il mio fiore preferito.
 “Grazie, è bellissimo” le vene del collo erano tese e pulsavano, sussurrai, ero rimasta basita per un lungo momento, una così lunga pausa che pensava non avessi gradito “Scelto con amore..l’azzurro, il mio colore preferito, il mio poeta preferito..Un augurio e il mio nomignolo, un fiore che adoravo.. E adoro. E’ splendido tesoro”
“Sicura che non lo dici per farmi contento?”
“No”una pausa “Solo che siamo in pubblico, ti salterei in braccio, non credo sarebbe decoroso”mi saltò lui addosso nel primo momento utile. Già. Ossa di fumo, capelli di seta, era argento e cristallo, delicato e prezioso, gli baciai la fronte, mi faceva il solletico, mi abbracciava a tutto spiano “Aleksey” “Yeskela” mi confutò “ Sai con  il figlio del Dr Deverenko siamo amici e ci scriviamo i nostri nomi al contrario”Sorrisi
“Kolya.. Aylok.. anzi” ridacchiò “E tu sei Tac ..” “SSt “ ridendo “Tac – tac..” me lo serrai addosso, delicata “E’ un continuo, una volta mi hai fatto pervenire un mazzo di rose bianche dalla Crimea”
“Quando mi riprendevo dalla crisi di Spala” rabbrividì, un fugace momento di quello sofferenze, in cui aveva invocato la morte come una liberazione, io che lo facevo mangiare,ricordando che amava  i mirtilli, una fetta di pane e marmellata blu lo aveva ristorato.. Un pensiero, come ora, rabbrividii a mia volta “Tesoro, mi spiace..” che idiota, ero una povera idiota“Tranquilla” “Alessio, non era una gaffe.. volontaria anche se..sei stato meraviglioso”
“LO SO” scrutandomi con quei grandi occhi chiari “Che non ti posso regalare una rosa, almeno di carta, senza rievocare ..ricordi che pensi cattivi” un momento “Invece eri sempre lì, mi facevi ridere, mi distraevi..” “E ti sentivi al sicuro”lo circondai con le braccia con delicatezza “Una tua fissa.. sei te che ci tieni al sicuro”

“Che scemenze dici..Io devo stare attento a  tutto, la prima parola che mi hanno insegnato è.. attento.. Non correre, non saltare troppo, attento a quando giochi”
“Tu non molli mai, un soldato, un guerriero..”

“Come la bambina che conoscevi, quella che cercava di stare sempre bene, che non mollava mai” Anche se non era quasi mai simpatica o gentile.. la bambina che era stata, erede di botte e violenza, amata da Olga, ricambiata in misero modo, che amava Alessio, che aveva cercato di non soccombere al buio.
Quella bambina di un tempo remoto, io, i piccoli pugni stretti contro il mondo, ironica e spietata, in bilico tra menzogne e verità.
 
Intanto, vennero dati ricevimenti e feste, gli zar cercavano di dare l’impressione che tutto andasse bene. Ed era una mascherata, un naufragio.
Vi furono concerti nei salotti, commedie per i ragazzi.
Ad un banchetto di Stato in onore dell’alta commissione britannica, Alix comparve in un abito color crema con ricami azzurri e argentati, la sua squisita bellezza che ritornava, ma il suo sorriso si era spento. Eravamo presenti pure io ed Andres, io in rosa cipria, lui con la sua uniforme da generale dei dragoni spagnoli, aveva iniziato a rivestirla da un giorno all’altro, dopo la notizia di Sophie. In fondo, per quanto membro della Ocharana, rimaneva un militare di alto livello, veniva a patti con il passato, alla fine, per vivere meglio il presente.
Mangiammo crema d’orzo, torta in aspic, pollo con insalata di cetrioli e gelato al mandarino, il cibo era squisito, l’ambiente elegante e tanto mancavano allegria e divertimento.
“Che hai inventato sulle braccia?”rilevai, quando ci ritirammo, annottando le fasciature per passare ad un argomento più allegro.
“E dove lo hai scovato un tatuatore? Erano anni che avevo voglia di farmene di nuovi”scrollai le spalle “Per te questo ed altro..fammi vedere. Sono curiosa. ..” togliendo le bende
Una rosa bianca, di squisita perfezione, sull’avambraccio destro, ove lessi “Catherine”, che la sua rosa invernale ero io.
“Grazie Catherine”
“Sono un fiore eh.. molto suggestivo.. E potrei avere una bambina, in ogni caso..” e mi amava e celebrava, secondo suo modo, eravamo sempre noi, ammaccati e sempre vivi, i principi dell’inverno.  Lo baciai sulle labbra, tesa verso di lui.
“Andiamo a letto” dolce, maliziosa, che lo desideravo fino allo stordimento e ci incastravamo alla perfezione, gravidanza o meno.
 

Ed  i disordini continuavano  e mi pareva di essere di nuovo nel 1905, quando vi era stata la domenica di sangue ed una mezza guerra civile. E si parlava di cospirazioni per far abdicare lo zar in favore di Alessio, la situazione stava degenerando.  Alix era odiata da tutti, era considerata la paladina della Germania e ne parlava finanche la gente comune. 
Avevo letto il segreto rapporto redatto dalla Ocharana intorno alla metà di gennaio, sulla situazione del governo “..Nei vari ambienti della società circolano le voci più allarmanti, da un lato sull’intenzione del governo di prendere misure reazionarie e dall’altro, su presunti piani di elementi e gruppi ostili che starebbero organizzando disordini e moti rivoluzionari” 
In uno dei loro ultimi colloqui, Rodzjanko, presidente della Duma, rappresentò lo zar come fosse di dominio pubblico che l’imperatrice emettesse ordini senza che lui lo sapesse, come  i ministri parlassero direttamente con lei, che era odiata in tutto il paese, la ritenevano la paladina della Germania.
Nicola chiese dei fatti, delle prove, che non vi erano, ammise R.,  ma la tendenza generale era quella, che si evinceva dalle linee della sua politica.
“Maestà non costringete il popolo a scegliere tra voi ed il bene del Paese”
“E’ mai possibile che per 22 anni abbia cercato di operare per il meglio e per 22 anni sia stato tutto un errore?”
“Sì, Maestà, per 22 anni avete seguito una strada sbagliata”
Lasciò il palazzo convinto che Alix doveva rinunciare a ogni interferenza, era odiata e vituperata in tutti gli ambienti. Le medesime considerazioni, attuare le riforme, creare un governo affidabile, eliminare l’ingerenza di Alessandra erano state rappresentate dagli ambasciatori alleati, francesi e britannici, senza alcun esito..
To the End..
   
 
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