Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Kifuru    13/03/2019    1 recensioni
Salve a tutti, ho sempre pensato che la storia di questo manga fosse veramente incredibile, ma allo stesso tempo avrei voluto vedere delle maggiori considerazioni per alcuni personaggi. In particolare ho sempre apprezzato tanto Crilin e anche la sua storia con Diciotto è, a mio parere, geniale. Per questo vorrei dedicare una storia a loro. Un grazie anticipato per chi leggerà.
Genere: Azione, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Altri, Crilin | Coppie: 18/Crilin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 23

La squadra-ombra.

C'era qualcosa di sbagliato. Qualcosa di enormemente pericoloso.

Il malefico dottor Norvus aveva sviluppato, nel corso di tanti anni, una sorta di sesto senso, come un segnale di pericolo da non ignorare, soprattutto quando era in ballo la sua stessa vita. Per molti versi si era sempre dimostrato molto più cauto e prudente rispetto al suo defunto mentore Gero. Le tante vittime, per il progresso e il potere assoluto, avevano sancito la nascita di nemici irriducibili e per ironia della sorte i più pericolosi, tra di essi, erano diventati proprio gli strumenti principali del loro genio.

Non aveva più saputo nulla di C17, dopo la sua ultima turbolenta visita e non intendeva certo scoprire le conseguenze delle sue folli azioni. In realtà, era felice che il cyborg si fosse finalmente trasformato in quella tanto desiderata macchina di morte, frutto di un progetto scientifico mai nemmeno immaginato dalla mente umana e tutto questo grazie a tutto l'odio che il cyborg provava dentro di sè.

Si era visto perduto quando aveva cominciato ad aiutarlo, ma il dottor Norvus aveva mantenuto la sua parola. Senza il suo aiuto, C17 non avrebbe mai potuto realizzare i suoi piani, allora perchè provava quella terribile sensazione di panico e smarrimento. Probabilmente la paura che sentiva non era collegata al cyborg maschile. Doveva scappare e doveva farlo subito.

Durante la sua lunga carriera, il dottor Norvus si era sempre impegnato nelle sue mansioni con estrema attenzione. Non soltanto per dimostrare il suo enorme genio, inferiore solo alla mente assoluta del suo principale, ma anche per la propria sopravvivenza. Era consapevole che, dal un totale controllo degli innumerevoli esperimenti, dipendeva la propria incolumità.

Tutti i prigionieri, impiegati nel corso degli anni, avevano sviluppato contro di lui un odio terribile.

Quando il dottor Gero riuscì finalmente a completare il progetto dell'androide ad energia infinita, creato su base umana, Norvus capì perfettamente di aver attraversato un limite mortale. I cyborg di questo modello acquistavano una forza sconfinata, ma allo stesso tempo mantenevano la loro personalità umana e di conseguenza anche il loro odio. Per questa unica ragione lo scienziato aveva deciso di abbandonare il suo grande mentore e lo fece appena in tempo, prima che i cyborg attuassero la loro vendetta, salvandosi dalla loro furia implacabile.

Ora, la vita del dottor Norvus era di nuovo in pericolo e all'improvviso egli riuscì anche a dare un nome a questo suo tumulto interiore.
 
Freneticamente, l'uomo preparò una borsa da viaggio, dove mise soprattutto tutti i suoi risparmi. Il denaro era fondamentale, in qualsiasi parte del mondo. Un giorno avrebbe potuto recuperare i macchinari presenti nello spazioso bunker, ma in quel momento la salvezza era l'unica cosa importante.

Raggiunse velocemente la scala di emergenza, che lo avrebbe condotto in superficie, nel cuore di una giungla tropicale. Aveva appena cominciato la salita, ma qualcosa lo fermò. Un brivido di paura scese lungo la sua schiena, mentre il suo corpo era letteralmente paralizzato. Alle sue spalle c'era qualcuno, ne era assolutamente certo.

Il suo volto, bagnato da sudore e lacrime, trovò la forza di girarsi e quando il dottor Norvus riconobbe la bellissima ragazza che gli stava di fronte, per poco non svenne dalla paura.

< < Non avrei mai pensato di trovarti ancora vivo, dottor Norvus > > la donna parlò con un tono di voce gelido, meccanico, privo di qualsiasi emozione < < Ma riflettendoci, non dovrei nemmeno essere sorpresa. I topi di fogna sono abili a nascondersi in luride tane come questa > >.

< < A-Androide 18 > >  balbettò l'uomo, indietreggiando verso la parete di ferro opposta alla scala di emergenza.

< < Non sopporto essere chiamata così. Tu più di tutti dovresti saperlo, dottore  > > disse la ragazza, guardandolo con disprezzo.

< < Che cosa vuoi da me? > > chiese lo scienziato, non  mascherando minimamente il suo terrore.

< < Da tempo provo a dimenticare ciò che mi avete fatto > > rispose la cyborg con estrema calma < < Tu e Gero vi siete divertiti con noi, sperimentando ogni genere di nefandezza > >.

< < Aspetta > > urlò il dottore, alzando entrambe le mani, cercando di calmarla < < Io non faccio più quelle cose. Non hai motivo di vendicarti di me > >.

< < Qualche anno fa > > riprese Diciotto, con voce quasi dolce e delicata < < Se avessi saputo che eri ancora vivo, ti sarei venuta a cercare per farti rimpiangere di essere nato e per chiudere definitivamente i conti con il passato > >.

Ormai il dottor Norvus tremava senza ritegno, dinnanzi ad un essere capace di ucciderlo con un semplice gesto.
 
< < Ti prego, non uccidermi > >.

< < Vedi, non è per questo che sono venuta a farti visita > > continuò lei normalmente, ignorando le sue disperate suppliche < < Non è per il nostro allegro passato insieme. Il motivo è ben diverso > >.

Improvvisamente, il dottore cominciava a capire e per questo non riuscì a trattenere un sospiro di sollievo. Come il fratello, anche lei voleva qualcosa da lui, una cosa che evidentemente le impediva di ucciderlo.

< < Lo avrai saputo da C17 > > disse l'uomo debolmente < < Sono in grado di costruire qualsiasi cosa ti possa essere utile. Posso aiutarti in qualsiasi modo tu voglia >>.

Quando finì di parlare, Norvus si accorse di una strana luce negli occhi cerulei della donna, solitamente inespressivi.

< < Temo che i miei desideri siano completamente differenti da quelli di mio fratello, caro dottore > > disse dolcemente la compagna di Crilin.

Il dottor Norvus non fece in tempo a ribattere. Tutto accadde in pochi istanti. La donna scomparve in un lampo e nello stesso secondo una mano fredda come la morte afferrò il dottore per la gola, spingendolo contro il muro alle sue spalle.

Norvus capì immediatamente di essersi fratturato diverse costole nell'impatto contro la parete di ferro, sebbene la cyborg avesse limitato notevolmente la propria forza.

Non aveva mai provato un dolore così terribile, tanto da impedire alla sua bocca di urlare tutta la sofferenza di quel tragico momento. Il suo cervello smise di ragionare e per lunghi attimi aveva persino temuto dei danni permanenti alla vista. Quando riuscì ad inquadrare nuovamente il suo assalitore, l'uomo si trovò a pochi millimetri dal viso bellissimo e giovane della guerriera, ora deformato in un'espressione di pura collera.

< < In passato il mio odio per voi era forte, al punto da distruggermi l'anima > > Diciotto parlò con forza, pur senza alzare la voce.

< < Tuttavia, mai avrei pensato che quest'odio potesse diventare ancora più forte, eppure adesso è così. Mai come in questa occasione, caro dottore, sono arrivata così vicino alla trasformazione, che tanto tu e il tuo maestro avete tentato di realizzare con le vostre porcherie > >.

< < T...ti p..rego > >.

< < Non puoi nemmeno immaginare > > continuò lei, ignorando i rantoli di dolore dell'uomo < < Negli ultimi giorni ero pronta a diventare il vero mostro dei vostri progetti. Ti avrei staccato lentamente ogni pezzo del tuo corpo, lasciandoti in vita fino alla fine > >.

Ormai il volto dell'uomo, arrossato e pieno di lacrime, era una maschera di dolore. Quando finalmente lo lasciò andare, Norvus cadde pesantemente sulle ginocchia, ansimando e sputacchiando saliva verdastra ai piedi della guerriera bionda.

< < Ucciderti significherebbe fare un favore all'umanità, ma io non sono un androide > > disse Diciotto, alzando con la punta del piede il mento sanguinante dell'uomo, il quale era solamente in grado di emettere deboli rantoli difficilmente udibili.

< < Tuttavia, farò in modo che tu non possa più nuocere e se per miracolo tu dovessi ancora creare qualche altra diavoleria, ti assicuro che sarà l'ultima follia della tua vita > >.

Osservandolo freddamente, Diciotto non disse più nulla. Afferrò l'uomo per il camice bianco, ignorando le sue deboli proteste, miste ai lamenti di dolore per le diverse costole rotte. Lo sollevò senza sforzo con una mano, mentre con l'altra prese la borsa piena di soldi. Alzandosi in volo, raggiunse con calma la botola di ferro del laboratorio e con un semplice pugno scagliò la piccola e pesante porta verso il cielo azzurro.

Uscì dal laboratorio con i due pesi e immediatamente fu sollevata di respirare aria pulita, pur essendo stata ben poco in quella specie di caverna metallica. Quel posto la faceva star male, quasi le faceva rivivere i momenti tragici della sua infanzia, anche se riusciva benissimo a mascherarlo di fronte alla sua preda. In quel momento quell'uomo era la sua vittima, ma in passato era stata lei a provare sofferenze indicibili per mano sua.

Diciotto gettò malamente a terra lo scienziato ai piedi di un grosso albero. Il malcapitato si trovava ancora nell'impossibilità di parlare. Il dolore nel suo corpo era terribile, ma anche la paura per la sua sorte sconosciuta, che dipendeva unicamente da una donna accecata da un odio bestiale.

La cyborg squadrò attentamente la borsa piena di denaro < < Hai raccolto molti soldi in tutti questi anni, caro dottore > > disse freddamente la guerriera < < Sono soldi sporchi del sangue innocente che tu e Gero avete versato inutilmente > >.

< < N..non inutilmente > > rispose a fatica Norvus < < E' stato un sacrificio necessario per il progresso dell'umani..argh > > La frase convinta venne bruscamente interrotta da un violento schiaffo, che spaccò il labbro dell'uomo, facendolo schiantare contro il tronco dell'albero.

Norvus non vide nemmeno arrivare il colpo e di nuovo un dolore devastante invase tutto il corpo e lo fece quasi impazzire.

< < Non provare a fare certi discorsi con me, dottore o la tua situazione peggiorerà di molto, te lo posso assicurare > > disse dolcemente la ragazza, sogghignando in modo quasi diabolico.

Diciotto si avvicinò nuovamente verso il buco ormai aperto del laboratorio < < Stavo dicendo che ormai questi soldi sono troppo sporchi. Il solo toccarli mi fa venire voglia di vomitare > >.

Non appena la cyborg finì di parlare, lasciò cadere, sotto gli occhi scioccati dell'uomo, la preziosa borsa all'interno del buco. In quel momento forse fu l'avidità a far tornare la voce al dottor Norvus e infatti egli urlò contro la ragazza per la prima volta, dimenticando ogni prudenza.

< < FERMATI! CHE HAI INTEZIONE DI FARE? > >.

Diciotto non rispose. Si limitò a sorridere dolcemente verso la sua vittima, che tentava di strisciare lentamente verso di lei. La donna aprì il palmo della sua mano destra, in direzione del buco d'entrata del bunker sotterraneo. Fece tutto con calma, in modo da far vedere all'uomo disperato ai suoi piedi ogni sua mossa nei minimi dettagli.

Un semplice raggio dorato uscì dalla sua mano e dopo pochi istanti il laboratorio esplose in una sola volta. Dal buco d'entrata fuoriuscì una fortissima ondata di fuoco, che si alzò verso il cielo azzurro. Il colpo della cyborg era stato appena sufficiente a distruggere il bunker e infatti la guerriera fu abile ad impedire qualsiasi danno inutile alla foresta.

La reazione del dottor fu orribile. Il suo urlo sconvolse i normali rumori della natura, quasi quanto l'esplosione che aveva causato la sua rovina. Probabilmente anche a causa delle ferite, l'uomo vomitò, accasciandosi a terra e per un attimo Diciotto credette seriamente che sarebbe morto lì ai suoi piedi. Tuttavia, la ragazza non provava alcun rimorso. Trovava incredibile il fatto che quell'uomo orribile appartenesse alla stessa razza del suo adorato Crilin.

 Diciotto sorrise debolmente, quel pensiero le fece venir voglia di tornare a casa il più velocemente possibile. D'altronde, ciò che doveva fare l'aveva fatto.

< < Hai perso i tuoi soldi e tutta la tua attrezzatura, dottor Norvus. Non mi sporcherò più le mani con te. Io ho abbracciato la vita e non la morte. Ti lascerò qui e dovrai sudare se vorrai sopravvivere in questo posto nelle tue condizioni. Hai poche probabilità, ma se ci riuscirai forse comincerai ad apprezzare il valore della vita, anche se non nutro molte speranze > >.

< < A....aspetta > > pregò debolmente Norvus, ormai totalmente preda del terrore < < Non puoi lasciarmi qui. Morirò. Ti prego, portami in un centro abitato > >.

< < Addio dottor Norvus > > disse Diciotto, guardandolo impassibile < < Spero di non rivederti mai più > >.

La compagna di Crilin non aggiunse altro. Si alzò in volo, ignorando gli urli disperati dell'uomo. In pochi secondi, la cyborg scomparve all'orizzonte.

< < ASPETTAAA > >.

L'urlo disperato e terrorizzato di un assassino echeggiò tra gli immensi alberi di quella giungla desolata.



                                                  -----------------------------------------


Volando alla massima velocità, Diciotto aveva attraversato in pochi minuti l'intero globo.

Sperava che la sua partenza notturna fosse rimasta segreta fino alla fine. Non era sua abitudine torturare un essere impotente e non voleva che Crilin fosse presente in momenti del genere. Per di più era una cosa che doveva fare da sola. Come donna e come compagna dell'uomo che amava.

Le diavolerie dei pazzi, che le avevano rovinato la sua infanzia, avevano quasi causato la morte di Crilin. Il piccolo uomo era tutto ciò di bello che aveva nella sua vita e il solo pericolo di perdere quanto erano riusciti a fatica a costruire, era sufficiente a risvegliare in lei una crudeltà, che nemmeno lo stesso Crilin si sarebbe mai immaginato.

Non era ancora l'alba quando Diciotto raggiunse la piccola isoletta. Era probabile che il suo compagno dormisse ancora. I recenti traumi avevano sconvolto il suo corpo e il suo animo. Era più che normale il suo bisogno di riposo in quei giorni.

 D'altro canto, lei stessa lo costringeva continuamente a non sforzarsi, facendolo riposare ogni volta che poteva negli ultimi giorni. Inoltre lo sperava anche per non essere scoperta.

Entrò piano nella sala d'ingresso, immersa nelle prime deboli luci dell'alba. Anche il vecchiaccio poteva sorprenderla in quel momento, ma era raro trovarlo alzato così presto. Fortunatamente la ragazza non incontrò nessuno per le scale e camminando velocemente e silenziosamente, raggiunse la propria camera da letto. Una volta entrata, chiuse dolcemente la porta, chiudendo a chiave.
 
Tirando un silenzioso sospiro di sollievo, la bionda osservò Crilin dormire serenamente. Ella sorrise dolcemente, quando vide che nel sonno il giovane uomo si era spostato nel suo lato del letto.

Durante il suo viaggio di ritorno, Diciotto aveva trovato il tempo di lavarsi nei pressi di un piccolo lago. Aveva voluto togliersi ogni residuo di quel malefico posto, dove era stata costretta a recarsi.
Si spogliò con calma e si rivestì con una vecchia maglietta di Crilin, che usava spesso per dormire. Facendo attenzione a non svegliare il terrestre, la cyborg si coricò finalmente, abbracciando il corpo caldo e profumato del compagno. Quest'ultimo continuò a dormire tranquillamente tra le sue braccia, anzi sembrava ancora più sereno in quella nuova posizione di sicurezza e calore.

 Diciotto non riusciva a prendere sonno, ma non le importava. Baciò dolcemente la fronte del compagno e rimase lì per ore, godendosi quella felicità finalmente ritrovata.



                                                         -----------------------------------


Nella complessa organizzazione militare Armath, la famigerata squadra-ombra godeva di una sinistra fama, soprattutto fra i semplici soldati, i quali non conoscevano nemmeno l'identità dei quattro membri di questo particolare gruppo. Si trattava di un reparto speciale, che venivano impiegato solo ed esclusivamente dalla regina in persona. Solo la massima figura istituzionale degli Armath poteva chiamare in causa la squadra-ombra.

I singoli componenti venivano scelti con prove durissime, che solo relativamente testavano la mera forza fisica. Ogni uomo o donna, ufficialmente introdotto nella squadra, non doveva necessariamente possedere un'elevata forza combattiva, ma tale eventuale mancanza veniva compensata da altre particolari abilità.
Segretezza e la capacità di colpire il nemico nel buio con la massima precisione. Erano queste le basi di azione della squadra-ombra.

Durante l'invasione della Terra, il reparto segreto era composto da due uomini e due donne. I primi erano fratelli: il maggiore, Tepias, era anche considerato il leader della squadra, quasi per diritto di anzianità, mentre il secondo, Helias, era poco più di un ragazzo e per lui si trattava del primo incarico come membro ufficiale del reparto segreto.

Le due donne erano molto belle. Una bellezza sensuale, ma altrettanto pericolosa. Da molti anni svolgevano incarichi di segretezza, sotto la guida di Tepias. Sabotaggi, interrogatori, rapimenti e persino omicidi quando era necessario, sebbene ogni Armath fosse contrario all'omicidio. La donna alta e formosa aveva capelli neri e corti a caschetto, con occhi castani provocanti e accesi. Il suo nome era Fedra e nonostante i  numerosi tratti allenati del suo corpo, nelle braccia e nelle gambe, il suo fascino femminile non era per niente nascosto.

Aveva quasi quarant'anni ed era la veterana del gruppo, dopo Tepias, per il quale provava una stima smisurata. L'ultimo componente era Edna, l'allieva prediletta di Fedra. All'apparenza sembrava una ragazza frivola, poco più grande di Helias. Aveva già svolto i primi incarichi nella squadra negli ultimi tre anni, durante i quali aveva ampiamente dimostrato che la sua migliore arma fosse proprio la sua bellezza, unita al suo modo di fare dolce e seducente. I suoi capelli erano di un rosa chiaro, leggermente a caschetto, tenuti splendidamente in qualsiasi circostanza. Amava truccarsi anche durante le missioni, alimentando in questo modo anche le sue arti seduttive. Inoltre era molto forte persino nel combattimento corpo a corpo.

Per molti giorni, la squadra-ombra aveva tenuto sotto controllo la piccola isola, dove si trovava il loro obiettivo. La loro missione era classificata come della massima importanza e per questo  si erano portati tutto l'equipaggiamento necessario.

La piccola navicella marina procedeva a filo d'acqua, a distanza di sicurezza dall'isola. Ogni qualvolta era necessario, per evitare di essere scoperti prima del tempo, essa si immergeva nelle profondità marine.

Per ben tre settimane, osservarono inutilmente la piccola casa rosa, in cerca di un qualche movimento del loro obiettivo.

< < Maledizione > >esclamò Helias, il quale fremeva di impazienza < < Non sopporto più questa situazione, Facciamo irruzione e andiamo a prenderlo > >.

< < Quanto sei noioso, tesorino > > disse dolcemente Edna, mentre si controllava il trucco.

< < Smettila di chiamarmi così o la pagherai > >.

< < Ops > > borbottò la ragazza, coprendosi la bocca con una mano in modo provocatorio.

< < Basta così,Helias > > ruggì il fratello maggiore < < Questo è la tua prima missione, ma può anche essere l'ultima se non segui le regole. Gli ordini sono stati chiari, dobbiamo rapire il terrestre in assoluta segretezza > >.

< < Ancora mi chiedo il motivo, Tepias > > intervenne Fedra, anche se non staccava mai gli occhi dal monitor < < Per quale motivo la regina Doran è così interessata a questo terrestre. Non mi sembra nulla di speciale > >.

< < Però è carino > > interloquì Edna.

< < Non conosco le ragioni e non mi interessano nemmeno. Noi dobbiamo soltanto obbedire. La regina sa quello che si deve fare. Abbiate fiducia > > concluse Tepias con un tono che non ammetteva repliche.

Il più piccolo del gruppo grugnì soltanto, mentre come sempre le ragazze mostrarono il loro rispetto verso il leader, soprattutto Fedra.

< < Che notizie riguardo la donna bionda > > chiese l'uomo severamente.

< < Niente di nuovo > > rispose prontamente Fedra < < Lascia periodicamente la casa per fare provviste. Rimane fuori solo qualche ora e nella maggior parte dei casi esce volando, cosa ancora inspiegabile > >.

< < I nostri dispositivi di rilevamento hanno qualche problema di funzionamento secondo te? > >
< < Non credo, Tepias. La donna non emette alcuna energia e non capisco come faccia a volare > >.

< < Forse la sua forza è così bassa che nemmeno i dispositivi riescono a rilevarla > > intervenne Helias, con un ghigno di disprezzo.

< < Può darsi > > disse Fedra, pensierosa < < Il nostro obiettivo, però, non si è ancora fatto vedere e sono passate tre settimane > >.

< < Possono averci localizzato, Fedra? > > domandò Tepias, il quale stava a braccia conserte dinnanzi alle immagini della Kame House.

< < Impossibile > > rispose la donna, con sicurezza < < Siamo troppo lontani. Oltre ad immergerci nelle profondità marine, possiamo anche mimetizzarci per non essere scoperti.

Quella donna non ha mai avuto il minimo sospetto, ne sono sicura, Tepias > >.

< < Allora perchè il nostro tesorino rimane rintanato > > chiese Edna, con il suo solito tono di voce dolce.

< < I nostri informatori hanno seguito uno strano scontro, nel quale il terrestre è rimasto coinvolto diverse settimane fa > > disse Fedra < < In quella circostanza l'umano ha liberato un'incredibile quantità di energia, ma nessuno dei nostri è riuscito a scoprire l'identità dell'avversario > >.

< < Probabilmente l'umano deve ancora riprendersi > > intervenne severo il leader del gruppo < < Tuttavia, prima o poi dovrà uscire allo scoperto e noi dovremo essere pronti a colpire. Continuate a tenere sotto controllo l'isola e ogni due ore aggiornate la regina Doran sull'andamento dell'operazione > >.



Trascorse un'altra settimana. Il terrestre, chiamato Crilin, non si fece vedere. Gli unici due ad uscire e ad entrare nella casetta rosa erano uno strano vecchietto e la donna bionda dagli occhi di ghiaccio. Non ne conosceva la ragione, ma ogni volta che Fedra si trovava a fissare in primo piano l'immagine di quella ragazza misteriosa, un brivido freddo percorreva la sua schiena, facendole provare una sensazione inspiegabile di disagio.

Tuttavia, alla fine, la pazienza infinita della squadra-ombra venne premiata. Durante un freddo pomeriggio d'autunno, l'obiettivo uscì finalmente dalla casetta rosa. In quel momento, era Helias di guardia nei monitor.

< < Ci siamo! > > urlò il ragazzo < < Ci siamo, finalmente. Il terrestre è uscito allo scoperto > >.

< < Era ora, tesoro > > disse Edna, sorridendo dolcemente. Velocemente vennero raggiunti dai veterani del gruppo.

< < Sembra che si stia per alzare in volo > > disse Fedra, rivolgendosi a Tepias.

< < Manteniamo la calma > > esclamò il leader freddamente < < Seguiamo i suoi movimenti, in modo da scegliere accuratamente il posto dove colpire > >.

< < Lo rapiremo lontano da qui, capo? > > chiese Edna.

Il leader della squadra-ombra non rispose. Osservò dal monitor la partenza del terrestre dalla piccola isola. Non c'era traccia della donna bionda. Fu allora che egli decise di agire.

< < Diamo inizio alla missione > > ordinò con forza.

< < Preparate l'equipaggiamento > > concluse per lui Fedra. Quest'ultima non potè evitare un sospiro di sollievo, quando si accorse dai monitor dell'assenza della donna inquietante.

La missione di rapimento ebbe inizio.


                                                ----------------------------------


Crilin si sentiva estasiato. Quanto gli era mancata la sensazione del vento fresco e puro sul viso, mentre ammirava i meravigliosi paesaggi del suo pianeta d'origine. Aveva atteso a lungo quel momento, per l'esattezza la sua compagna l'aveva tenuto segregato a letto per un mese intero. In svariate occasioni il terrestre aveva tentato di sgattaiolare fuori dalla finestra della loro camera in uno dei rari momenti di disattenzione della sua amata. Rabbrividì al ricordo di come erano miseramente falliti.

Diciotto gli aveva proibito severamente di sforzare inutilmente il suo corpo. Anche se non aveva potuto ribellarsi a questa specie di dolce prigionia, il giovane guerriero si era goduto le infinite coccole della sua donna nelle ultime quattro settimane. Si era presa cura di lui in modo perfetto e grazie a lei Crilin si sentiva finalmente tornato alla normalità.

Quel pomeriggio, dopo accese discussioni, era riuscito a convincere la bionda a lasciargli fare un giro di volo tranquillo, in modo da poter riprendere confidenza con il proprio corpo e con il proprio spirito.

Dopo aver percorso l'oceano, il terrestre superò diversi centri abitati, fino a quando raggiunse un'ampia vallata verdeggiante, dove spesso in passato si era allenato. Era un luogo di straordinaria bellezza. Anche la stessa Diciotto, che era stata convinta dal compagno a trascorrere alcune giornate in quel posto, era rimasta affascinata per quel paesaggio naturale, ancora del tutto incontaminato dall'uomo.

Il giovane terrestre ridusse la velocità, osservando con un sorriso compiaciuto un piccolo boschetto. Arrossì come un ragazzino, mentre rammentava di quando Diciotto l'aveva letteralmente trascinato al riparo di quegli alberi. 

Immerso in quei dolci ricordi, Crilin non si accorse nemmeno di essersi fermato nel suo volo, sospeso a mezz'aria, mentre osservava il piccolo bosco, circondato da verdi colline.  Fu allora che accadde.

In realtà Crilin percepì il pericolo all'istante. Si accorse della lama che cercava di colpirlo dall'alto. La schivò facilmente e finalmente riuscì anche a sentire la forza del suo assalitore: una forza notevole, con la quale però si sentiva in grado di confrontarsi. Dopo aver evitato il primo colpo, il terrestre decise di arretrare in modo da inquadrare meglio il suo avversario. Rimase sorpreso quando vide che si trattava di un ragazzo, non poteva avere più di sedici anni.

< < Che bravo > > commentò il ragazzo, sorridendo malignamente < < Non mi aspettavo che tu fossi così abile, ma sarebbe stato un peccato far finire il gioco con un semplice fendente > >.

< < Chi sei > > chiese Crilin, mettendosi in posizione di attesa < < Per quale motivo stai cercando di uccidermi? > >.

< < Oh, mio caro terrestre > > disse l'aggressore, mostrando la lama con cui aveva tentato di colpirlo < < Io non stavo cercando di ucciderti > >.

Crilin si accorse che non si trattava di un vero pugnale. La lama a doppio taglio partiva da un grande bracciale, che copriva l'intero avambraccio del ragazzo. Quell'arma era veramente temibile, in grado di ferire anche un corpo estremamente allenato come il suo.

< < Allora cosa desideri da me? > >.

< < Voglio semplicemente divertirmi e tu mi aiuterai a farlo > > ruggì il giovane, prima di attaccarlo nuovamente.

Con una torsione di braccio, il giovane guerriero provò a colpire direttamente la gola del terrestre. Crilin bloccò il braccio del ragazzo, per poi contrattaccare immediatamente con un violento calcio e solo all'ultimo momento l'aggressore riuscì a difendersi alzando il braccio libero. Il colpo lo respinse per diversi metri. Non si aspettava una reazione così violenta e ancor prima di poter riprendere l'attacco, il terrestre lo sorprese con un violento pugno, che centrò la mascella del ragazzo. Quest'ultimo sputò sangue, mentre indietreggiava, sorpreso per l'intensità e per la velocità dell'attacco. Dopo pochi secondi, Crilin fu di nuovo su di lui, non dandogli tregua.

Rabbiosamente il ragazzo cercava di sfruttare la sua arma, ma riuscì soltanto a ferire superficialmente la guancia del terrestre. Alcune gocce di sangue macchiarono la punta della lama celata, che tentava di ferire l'uomo con maggiore gravità, ma Crilin continuò a tenere testa all'avversario, evitando tutti i fendenti. Inoltre ogni volta che poteva colpiva il ragazzo con le sue tecniche migliori, alimentando una certa fatica in lui.

I due contendenti continuavano a combattere sospesi in volo. Il giovane assalitore cercò ancora di affondare la lama, questa volta sullo sterno dell'avversario, ma quest'ultimo fu abile a chinarsi e nello stesso fluido movimento concentrò la sua forza in una fulminea gomitata allo stomaco. Il giovane assalitore urlò di dolore, mentre il suo respiro si fece duro e pesante e nonostante l'immensa rabbia, non era nemmeno in grado di insultare quella che doveva essere la sua vittima.

< < Ahh > > gemette il ragazzino, portandosi entrambe le mani allo stomaco < < M-maledetto > >.

Freddamente, Crilin unì i pugni e con controllata potenza colpì la schiena totalmente scoperta dell'avversario, il quale precipitò pesantemente verso la pianura sottostante. Non aveva impiegato tutta la forza, non volendo uccidere inutilmente il ragazzo. Era abile, ma inesperto di un fronte ad un veterano del combattimento come Crilin. Inoltre il piccolo uomo desiderava anche conoscere le ragioni di quell'agguato.

Crilin scese lentamente a terra, mentre il giovane restava supino, contorcendosi dal dolore.

< < Me la pagherai > > disse debolmente il ragazzo, che per miracolo era rimasto cosciente dopo l'impatto a terra.

< < Non ho intenzione di ucciderti > > ribattè l'uomo con calma < < Dimmi il tuo nome e ti aiuterò > >.

Il suo aggressore sollevò lo sguardo, la sua bocca era piena di sangue. Ghignò ferocemente, restando in ginocchio ai piedi del suo obiettivo. Questa volta il compagno di Diciotto non trovò la prontezza per difendersi. L'attacco arrivò alle sue spalle, in un violento calcio, che aggredì in pieno la sua spina dorsale. L'impatto lo fece volare contro un albero, spezzando il grosso tronco in due, facendolo poi schiantare contro una roccia poco lontano. Crilin rimase seppellito dalle macerie del grande masso completamente distrutto.

Il colpo era stato molto doloroso, in quanto inaspettato, ma il corpo del terrestre era molto più forte e preparato, dopo gli allenamenti degli ultimi anni, ai quali la sua donna lo aveva costantemente sottoposto. Si rimise in piedi e osservò con rinnovato stupore il nuovo assalitore.

< < Salve, tesorucci > > disse una ragazza estremamente bella, dai capelli color rosa. Era vestita con la stessa tuta aderente del compagno, ma non portava le sue stesse armi. Si avvicinò lentamente, con movimenti lenti e sensuali, con una mano guantata poggiata su un fianco.

< < Ho seguito la vostra piccola discussione. Davvero molto divertente > > commentò la donna, con una risatina stridula.

< < Chi siete? > > chiese Crilin, ormai ripresosi completamente dal colpo di prima < < Mi attaccate in massa alle spalle, ma io non vi ho mai in vita mia > >.

Il nuovo affascinante assalitore raggiunse il compagno dolorante, ancora steso a terra, ignorando completamente le domande del piccolo terrestre < < Oh tesoro > > ridacchiò osservandolo < < Non stai proprio facendo un figurone alla tua prima missione, giusto Helias? > >.

Rosso di rabbia, il ragazzo la guardò con odio < < Va all'inferno Edna! Quel malefico nano mi ha solamente colto di sorpresa > >.

< < Quanto sei volgare, tesoro. Dovresti riposarti un po > > rispose dolcemente la donna chiamata Edna, prima di rivolgersi finalmente a Crilin.

< < Così tu saresti l'umano chiamato Crilin. E' un vero piacere conoscerti, tesoro. Nonostante l'altezza  e la mancanza del naso, ti trovo davvero carino > >.

< < Quali sono le vostre intenzioni? > > domandò ancora una volta Crilin, per niente toccato dalla seducente bellezza della ragazza.

< < Ti prego, tesoro > > esclamò Edna, con finta dolcezza < < Non farmi del male. Voglio solo divertirmi con te > >.

Con un solo balzo, il nuovo assalitore eliminò la distanza con il suo obiettivo. Il pugno violento era diretto al volto dell'umano, che fu pronto a bloccarlo con facilità. Rispettando le sue tecniche di combattimento, Crilin afferrò, con l'aiuto del fianco, l'intero braccio della ragazza, intenzionato a sollevarla, per poi sbatterla con violenza a terra. Tuttavia ebbe soltanto la possibilità di afferrarla, poichè non appena lo fece, Edna si sporse in avanti e lo baciò sonoramente sulla guancia.

Per un brevissimo istante, Crilin rimase spiazzato, ma fu sufficiente a fargli perdere la forte presa su di lei. Edna agì immediatamente, aggredendo con successo l'addome scoperto del guerriero con una poderosa ginocchiata, potente al punto da costringerlo ad abbassarsi. Adesso il corpo dell'uomo era completamente scoperto e la sua avversaria, con un'aggraziata torsione di braccio, tentò di colpire la sua gola con il taglio della mano.

Solo all'ultimo momento il compagno di Diciotto evitò il nuovo pericolo, che avrebbe anche potuto essere mortale. Agilmente riuscì ad indietreggiare, cercando anche di recuperare fiato. Senza dargli tregua, Edna scaricò contro di lui una potente ondata d'energia, ma il terrestre fu pronto a concentrare la sua energia per proteggere il suo corpo dalla scarica e infatti unendo  le braccia, a protezione del volto, affrontò l'attaccò coraggiosamente, riportando soltanto ferite lievi.

< < Ohh tesoro > > strillò la donna dai capelli rosa < < Mi piacerebbe baciarti di nuovo. Questa volta però in altre parti > >.

Crilin si rimproverò mentalmente. Non era la prima volta che un nemico lo baciava sul campo di battaglia, ma di certo in quel momento non provava le stesse emozioni della precedente esperienza. Fu proprio il pensiero alla sua donna a fargli ritrovare la serenità necessaria per riprendere lo scontro.

Edna riprese la lotta con una tattica a distanza. Piccole e potenti ondate di energia aggredirono il piccolo guerriero da ogni parte, ma quest'ultimo non si lasciava sorprendere. Aveva compreso la pericolosità della sua avversaria e pertanto la sua attenzione divenne massima.

Quando le ondate d'energia crearono una forte nube di terra, Crilin ne approfittò per scomparire dalla vista della sua avversaria e questa volta fu lei a rimanere interdetta.

< < Dove diavolo è finito > > disse ad alta voce, senza la sua solita dolcezza, maledicendosi per aver dato lei stessa al terrestre la possibilità di sfuggire alla sua vista.

Aspettando che la nube si diradasse, Edna osservava freneticamente le colline davanti a sè, ma non c'era alcuna traccia del suo obiettivo. 
Ad un tratto, un forte bagliore, proveniente dall'alto, attirò la sua attenzione. Una strana massa d'energia dorata, dalla forma circolare, si avvicinava minacciosamente verso di lei. La guerriera evitò il pericolo, che tuttavia sembrava seguirla con spietato accanimento. Prese il volo, sperando di allontanarsi dalla minaccia, ma quella specie di cerchio la seguiva ovunque, nonostante i continui cambi di direzione. Mentre il panico rischiava di prendere il sopravvento, Edna trovò la prontezza per raggiungere un piccolo monte e proprio all'ultimo momento cambiò la traiettoria del suo volo, gettandosi velocemente di lato. La strana lama energetica continuò la sua corsa, disintegrandosi contro le rocce.

Osservando gli effetti, la guerriera rabbrividì visibilmente. Non aveva previsto che il suo avversario possedesse simili abilità. Con quella tecnica avrebbe anche potuto ucciderla. Proprio quel momento di riflessione fu fatale per l'esito dello scontro. Mentre Edna cercava di riprendersi dallo spavento, la figura del piccolo guerriero comparve alle sue spalle. Per Crilin fu sufficiente colpirla all'altezza della nuca con la punta del gomito. Si trattava di una mossa semplice, ma micidiale.

Ancora una volta Crilin non aveva colpito per uccidere e infatti la sua avversaria precipitò a terra priva di sensi. Lentamente anche il guerriero umano scese sul prato sottostante, ansimando pesantemente. Lo scontro era stato intenso e violento. Per diversi minuti faticò nei suoi esercizi di respirazione, fino a quando sentì il suo corpo riprendersi pian piano. Sapeva di non dover abbassare la guardia, ma per un essere umano, anche se forte ed esperto come lui, non era certo facile affrontare tanti avversari di fila.

Come si era aspettato, infatti, il suo momento di pace durò poco. Un terzo aggressore fece la sua comparsa. Questa volta l'assalitore non provò a sorprenderlo alle spalle, come i suoi due giovani compagni e non lo attaccò nemmeno frontalmente. Semplicemente comparve a pochi metri dal terrestre, il quale aveva ancora un pesante respiro.

Il nuovo arrivato era una donna bellissima, dai capelli neri e corti. Il suo corpo era una perfetta macchina atletica, messo in risalto dalla solita tuta aderente, che sembrava facilitare i movimenti di lotta di chi la indossava. Poteva avere quaranta o quarantacinque anni e dal suo sguardo duro, penetrante e severo, Crilin capì immediatamente che era molto forte, probabilmente molto più di lui.

< < Questa volta sarà dura > > pensò razionalmente l'uomo, mettendosi nuovamente in posizione. Era perfettamente consapevole che la fuga non era un'opzione possibile in quella situazione.

< < Ammiro il tuo coraggio, terrestre > > esordì la donna, non mostrando alcuna debolezza < <  Ma abbiamo una missione da compiere > >.

< < State provando ad uccidermi in tutti i modi, ma ancora non conosco la ragione delle vostre azioni > >.

< < Ti sbagli, umano > > ribattè lei con freddezza < < La nostra missione non è quella di ucciderti. Noi dobbiamo solamente rapirti > >.

< < Cosa? > > esclamò ad alta voce il piccolo uomo. Mai si era aspettato una simile risposta < < Che cosa volete da me e dove avete intenzione di portarmi > >.

< < Non sono autorizzata a risponderti > > replicò severa la guerriera < < Il mio nome è Fedra e appartengo al reparto speciale ombra dell'organizzazione militare Armath. Il mio compito è quello di portarti vivo e vegeto al cospetto della regina Doran ed è quello che farò. Ti chiedo umilmente di arrenderti > >.

< < Che cosa può volere da me la regina di un popolo straniero? > > pensò il piccolo uomo, ignorando la domanda.

Per la mora quel silenzio venne interpretato come una risposta negativa e per questo partì all'attacco senza aggiungere altro. Fedra era rapidissima e immediatamente cercò il corpo a corpo. Crilin fu pronto ad affrontarla con le sue migliori tecniche di difesa e attacco. Fece del suo meglio, parando calci, pugni, gomitate e riuscì persino a colpire l'avversaria diverse volte, nelle rare volte in cui trovò la sua guardia scoperta. Tuttavia ben presto il ritmo divenne così intenso da costringerlo ad indietreggiare. La guerriera, sfruttando la sua freschezza, non diede tregua al terrestre, portando a segno micidiali colpi.

Crilin sputò sangue, a causa di un terribile pugno, che sorprese le sue difese. Non ebbe nemmeno tempo di provare dolore, che la donna si girò fulminea, colpendo la mascella dell'uomo con un calcio rotante. Il volto di quest'ultimo era quasi una maschera di sangue e per completare l'opera Fedra concentrò la sua forza in un altro terribile pugno, che si abbattè in quel punto del suo volto, dove avrebbe dovuto trovarsi il naso del terrestre.

Il piccolo uomo, nella violenza dell'attacco, venne scagliato brutalmente lontano, strisciando sul terreno per svariati metri, mentre camicia e pantaloni erano ridotti ormai a brandelli. Si fermò ai piedi di un grosso albero, rimanendo immobile con la testa poggiata sulle radici.

< < Mi dispiace molto per questo > > disse Fedra, mentre si avvicinava a lui. Lei perdeva sangue dal naso e il guerriero umano era anche riuscito a procurarle una brutta escoriazione sotto l'occhio sinistro.

< < Hai combattuto bene e hai tutto il mio rispetto per questo. Per il buon successo della missione, ho dovuto combattere al massimo delle mie capacità. Ora, però, dovrai venire con noi > >.

Fedra raggiunse l'uomo steso a terra, il quale sembrava ancora privo di sensi. Da un piccolo astuccio, che teneva attaccato alla cintura, la mora prese un paio di manette metalliche, con le quali si poteva imprigionare sia le mani che i polsi della potenziale vittima. Si chinò su di lui, ma non appena lo fece, Crilin aprì gli occhi di scatto, sorprendendo la sua assalitrice. Facendo forza su mani e braccia, il giovane guerriero si sollevò in avanti e con i piedi uniti colpì con forza il mento della mora, scagliandola violentemente verso l'alto, mentre urlava per il dolore intenso.

Vincendo dolore e stanchezza, Crilin si rimise in piedi e questa volta era Fedra ad essere completamente scoperta. Si concentrò al massimo, richiamando sui pugni chiusi una grossa quantità di energia sotto forma di aria. Egli si alzò in volo, pronto a colpire la donna con la tutta la potenza che aveva raccolto. L'obiettivo era lo stomaco di lei.

La sua audace azione fallì soltanto all'ultimo istante. Non fu in grado di capire che cosa lo colpì brutalmente, ma il nuovo ennesimo agguato lo sorprese sul suo fianco destro e proprio al momento decisivo di un attacco. Non avrebbe mai potuto evitarlo. Dopo l'impatto, Crilin si schiantò contro la distesa pianeggiante, creando un profondissimo cratere sotto di lui.

La terra gli era entrata negli occhi e nella bocca. Ogni parte del suo corpo urlava di un dolore lancinante. Riuscì a liberarsi a fatica dal terriccio, sotto il quale era rimasto sepolto, ma in quel momento non era grado di compiere ulteriori sforzi. Restò disteso in fondo a quell'immensa buca. Alzò lo sguardo e notò che le sagome dei suoi nemici erano già sopra di lui. Lo osservavano dall'alto e finalmente Crilin riuscì ad intravedere il quarto aggressore.

Era un uomo alto, sulla trentina, robusto e atletico, dai capelli scuri e ricci. Il suo portamento somigliava molto a quello della compagna al suo fianco: severo, freddo e composto. Il bel volto di Fedra era pieno di sangue, il terrestre era riuscito a ferirla come non accadeva da tempo, ma stranamente la donna non sembrava in collera.

 Anzi in lei c'era ancora uno sguardo di rassegnazione e tristezza.

< < Questa volta hai rischiato molto, Fedra > > esordì duramente l'uomo.

< < Non mi aspettavo tutta questa resistenza > > replicò Fedra, adesso leggermente imbarazzata < < Anche Helias ed Edna sono stati battuti > >.

< < Da loro potevo aspettarmelo. Sono arroganti e inesperti, soprattutto il mio caro fratellino. Ma di certo non mi aspettavo che anche tu fossi così in difficoltà. In realtà, probabilmente l'avresti battuto anche senza il mio aiuto, ma dall'ultimo attacco che il terrestre stava preparando non saresti uscita indenne > >.

< < Ti chiedo perdono per il mio errore, Tepias > > disse umilmente la mora.

< < Non pensiamoci più > > disse soltanto il leader del gruppo < < Adesso completiamo la missione > >.

Non aggiungendo altro, l'uomo chiamato Tepias scese in fondo alla buca, dove ancora giaceva il terrestre, seguito immediatamente dalla sua sottoposta. Erano pronti per qualsiasi altra evenienza, ma il piccolo uomo non era più in grado di nuocere.

< < Nonostante la tua coraggiosa resistenza, non avevi alcuna speranza di batterci da solo, terrestre > > disse Tepias, osservandolo freddamente.

Crilin ricambiò il suo sguardo con una strana calma, scolpita nei suoi occhi neri.

< < Fedra > > ordinò Tepias < < Le manette > >.
< < Subito > >.

Fedra si chinò cautamente verso il terrestre, per ammanettarlo, guardandolo tristemente. Non era per niente a suo agio quando violava l'incolumità e la libertà di una persona. All'improvviso, però, la mora si bloccò di colpo scioccata. Il piccolo uomo stava sorridendo.

< < Ti sbagli di molto, amico > > disse Crilin, anche se con notevoli sforzi, ma sempre con quello strano sorriso < < Io non sono mai stato solo. In un nessun momento dello scontro > >.

Non capirono il significato di quelle parole, ma non ci fu tempo di indagare. L'attacco fu preciso e inaspettato. In pochi attimi, entrambi furono colpiti duramente e furono costretti ad allontanarsi dal loro obiettivo. Fedra, ancora provata per il precedente combattimento, venne sbattuta contro delle rocce lì vicino, mentre il suo capo fu abile a fermare il suo corpo dopo alcuni metri.

Tepias tornò a guardare la buca, ma non c'era più traccia del terrestre. Perplesso continuò ad osservare le vicinanze, impaziente di scoprire l'identità di chi li aveva attaccati.

< < Chiunque sia > > pensò < < E' molto pericoloso. Ha attaccato me e Fedra contemporaneamente, senza che ce ne accorgessimo e inoltre è riuscito persino a portare via l'umano > >.

Dopo aver cercato invano per alcuni minuti, il leader della squadra-ombra scorse finalmente la figura del suo prossimo avversario o per meglio dire della prossima avversaria. Era la donna bionda, che tante volte avevano avvistato durante i preparativi della missione. Non si sarebbe mai aspettato di vederla in quella circostanza e pur sforzandosi non capiva per quale motivo quella bellissima creatura non appariva nei dispositivi di rilevamento.

< < Chi diavolo è quella donna > > disse Tepias ad alta voce.




Crilin sentì dentro di sè una pace straordinaria, mentre veniva cullato tra le braccia calde e accoglienti della sua donna. Quest'ultima lo guardava letteralmente terrorizzata, mentre cercava di pulire il suo viso da terra e sangue con una mano, percorrendo dolcemente i tratti colpiti del suo viso. 

< < Non preoccuparti > > si affrettò a dire l'uomo < < Non sono ferite serie > >.

< < E' stata una tortura > > quasi urlò la bionda, controllando ogni parte del corpo di lui, per vedere se avesse ferite veramente gravi. Tirò un sospiro di sollievo quando accertò che le sue erano soltanto fratture dolorose e tagli superficiali.

< < Non dovevi costringermi a ritardare così tanto il mio intervento. Perchè devi essere sempre così testardo? > >.

< < Ti ringrazio per aver seguito il mio piano, amore. Era necessario > > disse dolcemente il terrestre, poggiando una mano sulla guancia di lei.

Diciotto lo baciò dolcemente prima di rispondere < < E' stato rischioso, ma ora entro in scena io. Non capisco perchè vogliano rapirti, ma ti assicuro che tu non andrai da nessuna parte > >.

< < Ne sono certo, ma ti prego fai attenzione > > disse Crilin teneramente.

Improvvisamente sentì l'incontrollabile desiderio di assopirsi. Si abbandonò tra le calde braccia della donna e chiuse gli occhi.

< < Abbi pazienza. Tra poco ti porterò a casa, Crilin > >.

Diciotto poggiò delicatamente la testa del suo uomo sull'erba fresca e prima di alzarsi gli baciò la fronte.

Quando a piccoli passi tornò sul campo di battaglia, il volto della guerriera non era freddo e impassibile come sempre. C'era rabbia nei suoi occhi azzurri.

Fu il pensiero del suo adorato Crilin, incosciente alle sue spalle, a spingerla verso una nuova battaglia.


FINE DEL CAPITOLO.
 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Kifuru