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Autore: queenjane    14/03/2019    1 recensioni
Catherine Raulov cresce alla corte di Nicola II, ultimo zar di tutte le Russie, sua prediletta amica è Olga Nicolaevna Romanov, figlia dello zar. Nel 1904 giunge il tanto atteso erede al trono, Aleksej, durante la sanguinosa guerra che coinvolge la Russia contro il Giappone la sua nascita è un raggio di sole, una speranza. Dal primo capitolo " A sei settimane, cominciò a sanguinargli l’ombelico, il flusso continuò per ore e il sangue non coagulava.
Era la sua prima emorragia.
Era emofiliaco.
Il giorno avanti mi aveva sorriso per la prima volta."
Un tempo all'indietro, dolce amaro, uno spaccato dell'infanzia di Aleksej, con le sue sorelle.
Collegato alle storie "The Phoenix" e "I due Principi".
Preciso che le relazioni tra Catherine e lo zar e la famiglia Romanov sono una mia invenzione, uno strepitoso " what if".
Al primo capitolo splendida fan art di Cecile Balandier di Catherine.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Periodo Zarista, Guerre mondiali
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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"..you are my heart, even if you are  broken"
"...and You’ve taught  me wrong from right, and I show you what I am".


Dalle annotazioni di Alexander Rostov Raulov in Crimea, del marzo 1917”.. a marzo sono cominciati i disordini, la gente aveva fame, i prezzi delle cibarie dall’inizio del conflitto erano aumentati del 400 per cento..l’8 marzo, donne affamate si sono unite a gruppi di scioperanti e socialisti, gridavano “Abbasso l’autocrazia” e cantavano la Marsigliese. Le violenze sono cominciate il 9 marzo, hanno saccheggiato i negozi per prendere il poco cibo rimasto..(..) Tafferugli, pattuglie male in arnese ..(..) scoppiò l’anarchia, il governo era paralizzato, sparatorie.. i soldati che sparavano gli uni contro gli altri e si unirono ai rivoltosi.. Effetto domino.(..) il governo si dimise e ne venne formato uno provvisorio, il cui leader era Kerenskij..Lo zar era alla Stavka (..) Saccheggi e vandalismi, sui palazzi sventolavano le bandiere rosse..La guardia imperiale disertò (…) L’abdicazione di Nicola II, per sé e suo figlio, a favore di suo fratello Michele, che rinunciò a sua volta al trono, fecero terminare 304 anni di storia..” 


“Alessandro e Bucefalo, aveva il mantello scuro e una piccola macchia candida sulla fronte e accompagnò il suo reale padrone nelle battaglie, alla conquista del mondo. Riportate ferite mortali, nella battaglia di Idaspe, non permise al suo padrone di montare un altro cavallo e, facendo appello alle ultime sue forze, lo portò alla vittoria. E in tramonto di ruggine e sangue, o almeno così immagino, sul far della  sera, coperto di sudore e di sangue, Bucefalo si stese al suolo e morì per le lesioni ricevute, all’età di vent’anni…” cercavo di non pensare al caos che regnava nella capitale, ad Andres che era a Mogilev con lo zar, raccontavo, il suono della mia voce un quieto mormorio. Presi una mano di Alessio, l’accostai al viso, dormiva per la maggior parte del tempo, aveva il morbillo, come Olga e Tata, a febbraio dei cadetti avevano giocato con lui e Olga nella neve e avevano poi riferito che uno aveva il morbillo, quindi ecco il contagio.  Un sonno irrequieto, che non lo ristorava, aveva 40 di febbre.
“Morbillo in forma grave.. con la temperatura molto alta..”



Il suono inconfondibile degli spari  ruppe il silenzio della sera

“Maestà che succede?” Alessandra si fece il segno della croce, portava la divisa da infermiera sopra il vestito nero, il velo sui capelli raccolti, era tragica e fiera, una martire in fieri “ Dicono che una folla di 300.00O stia marciando sul palazzo.. Non abbiamo paura, non dobbiamo avere paura, è tutto nelle mani di Dio. Domani arriverà l’imperatore, andrà tutto bene..”
“Il conte B. comunque ha fatto bene a richiamare dei reggimenti..” lo aveva fatto il giorno avanti, saggia misura precauzionale, vari battaglioni per 1.500 uomini, che si erano appostati nel cortile  tra il corpo principale del palazzo  ed il colonnato corinzio, altri  dinanzi all’ingresso principale e poco lontano, accendendo fuochi per scaldarsi e sistemando un enorme cannone.
“Papà sarà sbalordito”
“Giusto Anastasia, giusto..”
Scopo dei soldati ammutinati era portare la zarina e Alessio alla fortezza dei santi Pietro e Paolo, ma, giunti al villaggio  di Carskoe Selo fecero irruzione in un negozio dove si approviggionarono di vino e vodka, a quel punto si ubriacarono a puntino.


Venne uccisa una sentinella a meno di 500 metri dal palazzo, dalle nove di sera in avanti risuonarono colpi di fucili.
“Sono manovre speciali” spiegò ai ragazzi, Alessandra, per tranquillizzarli, io mi mordevo la lingua, cercando di stare calma, mi era stato detto di tacere, per non agitare, finché fosse stato possibile.

Rimanemmo nel salotto verde, io e  Anastasia, vai a sapere chi reggeva chi, i colpi risuonavano nel freddo, lei mi serrava per la vita, io le cingevo le spalle “Ho paura”un piccolo sussurro.
“Andrà bene.. guarda tua mamma, sta parlando con i soldati” Un nero mantello di pelliccia gettato sopra la divisa da infermiera, la accompagnavano Marie e la contessa B. 
Era buio, le truppe erano in allineate in ordine di combattimento, la prima fila in ginocchio nella neve, gli altri in piedi dietro di loro, i fucili pronti, Alix passava di soldato in soldato, sussurrando che avevano tutta la sua fiducia, che la vita dello zarevic era nelle loro mani, quelli erano amici, loro devoti.
Le truppe a difesa del Palazzo di Alessandro iniziarono a disertare, la situazione peggiorava di ora in ora, staccarono le conduttore idriche, solamente rompendo il ghiaccio del lago avevamo l’acqua fresca, tagliarono le linee elettriche .
“Tu hai la febbre, Anastasia..”
“Sto bene..”
Le toccai la guancia, scottava, una tragica replica della scena con Alessio, le ingiunsi di mettersi a letto, Marie annotò di sentirsi strana e non fiatò oltre, per non preoccupare sua madre, poi le venne il raffreddore, il morbillo e la polmonite doppia. “Non mi posso ammalare, devo aspettare che torni Papa, Mamma ha bisogno di me..”  “Tesoro, sei stata bravissima..”
“NO”
“Sì..” io stavo bene, loro no, ero incinta, non malata, tralasciando il mal di schiena, che la notte andavo in bagno tre o quattro volte, che l’aroma di fritto o profumi troppo intensi mi davano la nausea, che per poco sua madre non mi aveva mandato via, dopo una nostra epica scenata, le avevo detto che in caso di incendio bambini e malati sono i primi a lasciare l'edificio, lei aveva risposto a muso duro che non era di mia spettanza, che solo l'affetto dello zarevic le impediva di spedirmi a casa mia, in Spagna o il diavolo sapeva dove, il viso ricoperto di rosse chiazze, pochi minuti che deflagrano quanto in agguato da anni .

Ho completamente rimosso dalla memoria la notizia dell’abdicazione, i frammenti sono vaghi, ancora oggi è uno strazio ripensarci, dimentico per salvarmi dalla disperazione, sempre.



Dei servi che si erano recati a Piter tornarono con dei manifesti che recavano l’annuncio dell’abdicazione, lo stesso annuncio venne recato il venerdì pomeriggio dal granduca Paolo, zio di Nicola II, a quel punto Alessandra barcollò e lasciò la stanza, arrivando in una vicina, vi eravamo io e Marie, vacillava così tanto che la sostenemmo fino alla scrivania. “Abdiquè..”
“Quanto deve avere sofferto, da solo, io non l’ho aiutato..”
Pianse, come pianse in seguito annunciandolo ai membri del seguito, tuttavia sostenne che era la volontà divina per salvare la Russia.

Alix si impose di andare nella stanza dei giovani malati, seguire la solita ruotine per non agitarli, solo Marie sapeva, essendo presente, e aveva pianto a sua volta, cercando di non esagerare, per non rendere sua madre ancora più ansiosa.

Era la fine di una vita, di un mondo.


Da una nota di Andres Fuentes “.. ero con lo zar, via via che giungevano le informazioni, tutti lo scongiuravano di abdicare in favore di Aleksej, sotto la reggenza del granduca Michele,  per evitare un bagno di sangue, che era scoppiata una rivoluzione, che l’odio per l’imperatrice aveva toccato il parossismo estremo.  Quasi tutti i suoi generali gli chiedevano di abdicare, perfino suo cugino Nicola Nicolevic aveva pregato in ginocchio per quello. Rostov-Raulov fu il solo a dichiararsi contrario, come me. “Non fatelo, per favore” sottovoce, mi scrutò a lungo, il viso non tradiva alcuna emozione “Pensateci ancora”  passando a guardare il paesaggio innevato fuori dai finestrini, per un pezzo “Lascerò il trono a mio figlio” si fece il segno della croce, imitato da tutti e appose la firma  sull’atto predisposto, vergando 15 marzo 1917, ore 15.00.  Fumò continuando a scrutare fuori, in silenzio, poi chiese di parlare con il dottor Federov.”Ditemelo in tutta franchezza, la malattia di mio figlio è incurabile?”  “La scienza ci insegna, sire, che non vi sono cure e tuttavia alcuni malati, qualche volta, giungono ad un’età avanzata. Tuttavia, Aleksey Nicolevic è alla mercé di qualsiasi accidente..” Difficilmente avrebbe cavalcato, sempre doveva fare attenzione a non stancarsi troppo, a non compiere movimenti azzardati.. E sicuramente, il governo provvisorio, già ostile agli imperatori, ben difficilmente gli avrebbe concesso di tenere con sé il ragazzo, in caso di esilio li avrebbero separati.  Lo zar scosse la testa, mormorò tristemente che lo sapeva, che Aleksey non avrebbe potuto servire la Russia come voleva per lui, aveva quindi il diritto di tenerlo con sé e i suoi. E tanto non era giusto, Catherine. Verso le nove giunsero due inviati della Duma e del Governo provvisorio, iniziarono con i loro sproloqui e vennero interrotti da un cortese cenno della mano “Il discorso non serve, ho deciso di rinunciare al trono, fino alle tre di oggi pensavo a favore di mio figlio, ora ho mutato opinione in favore di mio fratello, confido che comprenderete i sentimenti di un padre. Firmò un nuovo atto di abdicazione, secondo i propri desideri, mantenendo invariata la data e l’ora. Come noto, Michele non accettò e finì così” 



Gilliard disse ad Alessio che lo zar sarebbe ritornato  dal Quartiere Generale e non vi avrebbe più fatto ritorno.
“Perché?” Teso, allibito.
“Vostro padre non è il Comandante  in Capo.” Il fiume, la casa del governatore, scherzi e risate, una sera di pioggia, le truppe e il sorriso di Cat.. Castore e sparare. Perché? Che era successo? Perché Papa non è più il comandante ..Ancora, ti voglio bene Alessio, ricordatelo anche quando sarai arrabbiato con me, che riesco anche a farti divertire.. Sei come a casa, Alessio, stiamo insieme, ci divertiamo. Studi ma ti diverti..  Erano stati in giro, per la capitale e le campagne, i boschi e avevano spartito cene e chiacchiere e risate, non ti lascerò mai volontariamente senza un saluto od un bacio, lo sai.. No. NO. Mi ha lasciato.. NO.
Dopo un momento o due il precettore aggiunse” Sapete, vostro padre non vuole essere più zar, Aleksey Nicolaievich.” Lo scrutò spiazzato, cercando di decodificare gli eventi. “COSA! Perché?” che succede?
“E’  molto stanco e ultimamente ha avuto tanti problemi”
“Sì, Mamma mi ha detto che hanno fermato il suo treno mentre voleva tornare qui. Ma non potrebbe tornare a essere Zar?” fissando l’uomo, poi le icone che tappezzavano la sua parete, illuminate da tante candele, gli spiegava che suo padre aveva abdicato a favore del granduca Michele, che  a sua volta aveva rinunciato al trono. “E chi sarà Zar, allora?” Gilliard disse che non lo sapeva, sul momento nessuno, Alessio non compì alcuna allusione ai suoi diritti di erede, era diventato rosso e si stava agitando, dopo un breve silenzio chiese, mancando l’imperatore, chi avrebbe governato la Russia.
“Hanno formato un governo provvisorio, che governerà il Paese ..ci sarà una Assemblea Costituente e forse vostro zio Michele riprenderà il trono..” Aleksej fece un piccolo cenno con la testa, poi domandò se poteva chiamare sua madre, per favore, o la principessa Fuentes.
“Mama, non andrò più al Quartiere con Papa?”chiese il ragazzino
“No, mio caro, mai più”la replica, abbracciandolo.
“Potrò vedere i miei reggimenti o i miei soldati?”Ansioso, Alix scosse la testa, mentre gli occhi, azzurri, immensi,  gli si riempivano di lacrime “Oddio.. e lo yacht, e tutti i miei amici, non salperemo mai più?”Continuava a indagare, mentre a sua madre si spezzava il cuore, rispose di no, che lo “Standard” non era più loro.
 
%%%%%%%%%%%%%%%%%%
L’infanzia dello zarevic finì in quel mese di marzo 1917.
Un tempo dolce amaro, con le sue sorelle, sue certezze e compagne fidate, infanzia che non avrebbe più fatto ritorno.
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Quando lo zar aveva assunto il comando delle truppe, a partire dall’agosto 1915, si era stabilito a Mogilev, sede del Quartiere Generale, portando con sé suo figlio Alessio. Quella fu la sua grande avventura.
Il mio fratellino, che marciava, mangiava zuppa e pane nero come i comuni soldati, dolce, tenero, prezioso, a fighter..
E l’affetto, l’amore che aveva Alessio per me ed io per lui non erano venuti meno, rimasero sempre, immutabili e saldi, quante volta ha dormito sereno tra le mie braccia, le ciglia immense chiuse nelle vie del sonno, al risveglio raccontava di avere fatto sogni su di un cavaliere, lotte e regni incantati.
Alexei has grown very much and developed in every sense of the word…
And me too. Just a little.


Aleksej Romanov. 
In principio era l’erede, atamano di tutti i cosacchi, viziato e coccolato, poi fu  prigioniero,  figlio di un uomo senza nessun titolo, lui che un tempo aveva regnato su circa un sesto del globo, .. tranne che Colonnello Romanov, la madre una tedesca, una meretrice senza onore. 
Quel ragazzino  aveva il coraggio di un leone..

I figli dell’ultimo zar di tutte le Russie si chiamavano Olga, Tatiana, Maria, Anastasia e Alexei, la loro storia doveva avere termine, per chi li fucilò, nelle prime ore del 17 luglio 1918 in una cantina .. nessuno doveva ricordarsi di loro..
E la loro storia visse e vive ancora.
 Their  story  lives and lived on for years.
Ed in alcuni giorni, quando il dolore mi sprangava il respiro, come un ferro rovente, una maschera di vetro, le parole erano troppe o nessuna, respiravo, ancora e di nuovo, e lasciavo fluire le sillabe, scrivendo.




"..you are my heart, even if you are  broken"
"...and You’ve taught  me wrong from right, and I show you what I am"
 
   
 
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