Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: vale_cullen1992    21/07/2009    37 recensioni
Bella, Rosalie e Alice: tre sorelle, ammirate da tutti e con una passione: le scommesse. Edward,Emmett e Jasper: tre fratelli, il rifiuto della scuola, i cosidetti "Sfigati". Cos'hanno in comune?? Una scommessa tra sorelle, che coinvolgerà i tre poveri Cullen.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Scommettiamo? - Quando una scommessa ti cambia la vita' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
capitolo 5 migliorament

Scommettiamo?

Capitolo 5: Miglioramenti, ipotetica cotta e litigio.

Pov Bella.

.

Mi sdraiai sul prato della scuola, lasciandomi baciare dai tiepidi raggi del sole. Era un evento raro e bisognava approfittarne, anche se questo significava saltare le lezioni.

Non una grande perdita, comunque. L’ora di Fisica poteva essere benissimo trascurata.

Il cellulare accanto a me vibrò, avvisandomi dell’arrivo di un messaggio. Sbuffai quando lessi che il mittente era Mike.

“ Piccola, dai, scusami. Mi raggiungi in aula proiezione? “

Chiusi il telefono con rabbia, dopo avergli scritto di andare a farsi fottere. Avevamo avuto una litigata colossale, quella mattina. Argomento: il suo prendersela con Edward. L’aveva definito “divertente”. Da lì erano volate parole grosse: io che gli davo del coglione deficiente, lui che mi definiva una troia con la fissa per le scommesse.

Sbuffai nuovamente, rigirandomi insofferente sul prato. Quella era decisamente una giornata NO. Dopo l’ennesimo sbuffo mi alzai, dirigendomi verso l’aula di storia, dove Edward aveva lezione.

Bussai, aprendo la porta. La professoressa Smith mi guardò, non capendo il motivo della mia presenza.

- Si, signorina Swan? –

- Professoressa, Edward Cullen è richiesto in segreteria. Deve assentarsi dalla lezione, mi scusi. – dissi, accompagnando il tutto con un falso tono di voce gentile.

Edward mi guardò, non capendo. Gli rivolsi un sorriso rassicurante, che poi era più simile ad un ghigno.

- Beh, signor Cullen. Che aspetta? Vada. – lo liquidò acidamente lei. Evidentemente non provava troppa simpatia per quel ragazzo.

Edward raccolse le sue cose e mi seguì fuori.

- Beh, che problema c’è? – chiese.

Alzai gli occhi al cielo. Beata innocenza! – Nessun problema! Mi annoiavo, così sono venuta a cercarti. Che dici, Seattle o Port Angeles? -  proposi.

- Bella, sii seria, per favore! Abbiamo scuola! – rispose alzando gli occhi al cielo.

- Oh, non rompere! Ci divertiremo, non temere! Diremo che sto male e che ti sei offerto di accompagnarmi a casa, ok? E dai… mica muore qualcuno! – sbuffai.

- Non se ne parla! Io non salto la scuola. – si impuntò.

- Sai qual è il tuo problema? – chiesi fronteggiandolo.

- No, ma sono quasi sicuro che me lo dirai… - rispose con sarcasmo. Ora, domanda lecita: che fine aveva fatto il balbettante Edward Cullen? Mistero…

- Si, te lo dirò. Tu hai paura di divertirti, di mandare a farsi fottere tutte le belle regolette che ti sei imposto. Forse se iniziassi a lasciarne perdere qualcuna, la gente ti apprezzerebbe di più. –

- Hai finito? – chiese, sollevando un sopracciglio.

- Credo di si. – risposi con ironia.

- Bene, perché ho una lezione che mi aspetta…-  annunciò, dirigendosi nuovamente verso l’aula di storia.

- Oh, Eddy… Daiii… - lo supplicai, attaccandomi al suo braccio. Edward sbuffò poco convinto, mentre arrossiva leggermente.

- D’accordo, andiamo… - si arrese, lasciandosi trascinare verso la segreteria. Assunsi un’aria da malata gravissima, per poi fare un cenno ad Edward, che entrò, trascinandomi dietro.

- Signorina Coope? – chiamò lui.

- Oh, signor Cullen. Come mai qui? – chiese sospettosa.

- Isabella Swan sta male e devo accompagnarla da mio padre, il dottor Cullen. Ci servirebbero due permessi. – recitò alla perfezione Edward, mentre io gemevo dal dolore, assolutamente inesistente.

- D’accordo. Ecco. Potete andare ora. Guarisci presto, cara.  – mi augurò apprensiva.

- Speriamo. – tossicchiai, lasciandomi nuovamente trascinare.

Salii sulla Volvo grigia di Edward, decisamente una bella macchina.

- Beh, dove andiamo? – chiese, una volta lontani da scuola.

- Seattle! – annunciai allegra mentre Edward rispose con un cenno. – Ammettilo che sei emozionato! Per la prima volta non finisci le lezioni! – dissi, dandoli piccole gomitate sul fianco.

- Oh si, un’emozione travolgente proprio… - borbottò.

- Uff, che noia. Quando fai così sei di un pesante…  - sbuffai imbronciandomi.

- E che non capisco perché hai cercato me… Il tuo Mikey era impegnato a cercare di allacciarsi le scarpe? – chiese acidamente. Scoppiai a ridere, sinceramente divertita.

- Cullen, ti sto rivalutando. Sei uno spasso! Con una bella sistemata a quei capelli e a quella pelle sarai fantastico! – annunciai entusiasta.

Edward alzò gli occhi al cielo, ignorandomi.

- Non hai risposto. –

- A cosa? – chiesi, non capendo.

- Perché non sei con il tuo ragazzo? –

- Perché reputa divertente renderti la vita una merda. – risposi sinceramente.

Edward strinse le mani sul volante, come a volerlo distruggere. – E perché a te darebbe fastidio? –

- Edward, sono stronza entro certi limiti. Non mi piace e basta. Non ci vedo nulla di divertente in ciò. –

Unica risposta: un borbottio.

- Va beh, cambiamo argomento… Parlami di questa Belen, dai. – lo incitai, sistemandomi meglio sul sedile.

Edward tossicchiò a disagio. – Ecco… Io non so se… -

- Oh, andiamo! Non vado mica a dirlo in giro! –

- Ecco… lei è… Fantastica. Assolutamente bellissima, popolare e simpatica. – iniziò.

- Ehi, ma non starai mica parlando di me? Perché quelle sono le mie caratteristiche! – scherzai. Edward rise, imbarazzato.

- Continua, non ti interrompo più, giuro. – dissi, mimando la chiusura delle mie labbra con una chiave.

- Ecco, lei ha un ragazzo. Popolare ma idiota. A me piace da tanto, ma sono sicuro che non mi guarderà mai come io guardo lei. – ammise tristemente.

- Oh Eddy! – lo abbracciai commossa, facendoli perdere il controllo della macchina.

- Ehi, ma sei impazzita?! – urlò, mentre alcuni guidatori suonavano il clacson contro di noi.

- Eddy! Questa è una promessa: tu la conquisterai, fosse l’ultima cosa che faccio!! – promisi, mandando fulmini e saette dagli occhi.

Edward si schiaffò una mano sul viso, esasperato.

 

*****

- Jenny, lo affido a te! – mi raccomandai, ignorando le occhiate da cucciolo abbandonato di Edward.

- Non preoccuparti, Bells. Ci penso io. – promise lei. Jenny non era altri che l’estetista più brava – e costosa – di Seattle. Io e le mie sorelle andavamo solo ed esclusivamente da lei.

- Ah, Mark, poi pensaci tu ai capelli, d’accordo? – dissi, non appena lo vidi passare.

Afferrai una rivista, cercando di far passare il tempo.

Due ore dopo, Mark e Jenny fecero la loro comparsa.

- Ecco il nuovo Edward! – annunciarono teatralmente. Tutti si girarono a osservare la scena.

Osservai un ragazzo che NON era Edward Cullen, venirmi incontro e sorridere imbarazzato, passandosi una mano tra i capelli bronzei.

- Sei Edward? – chiesi, osservandolo da vicino.

- No, la fata turchina. Secondo te? – rispose irritato.

- Wow… - Mormorai. – Stupefacente. –

La pelle era liscia, senza le impurità che prima la opprimevano. I capelli erano più corti, con qualche ciuffo lasciato scendere ad arte sugli occhi. Decisamente una bella visione, se si escludevano i vestiti.

- Che dici? – mormorò, imbarazzato da tutti quegli sguardi puntati su di lui.

- Fantastico. – risposi orgogliosa. – Stenderai Belen, te lo garantisco! –

****
Pov Alice.

Osservai annoiata la partita di pallavolo alla quale mi ero rifiutata di partecipare. Tutta quell’attività fisica non era proprio l’adatto a me.

Corsa = sudore! No grazie!

- Ehi Alice! Sai l’ultima? – mi chiese quell’oca pettegola della Stanley.

- No, ma scommetto che me lo dirai tu. – risposi sbuffando.

- Jasper Cullen si è presentato a scuola vestito come un essere umano! No, dico, ma ti pare? – ridacchiò.

- Quindi? – chiesi gelidamente.

- Ecco… Niente, era questa la novità… - borbottò imbarazzata.

- Che noia Jessica. Ma non hai niente da fare? Ad esempio, cercare di rimorchiare Mike? – chiesi acidamente.

Jessica si irrigidì, lanciandomi un’occhiata assassina, per poi andarsene.

- Ehi! – mi salutò Jasper, sedendosi accanto a me. Il respiro era affannato a causa della corsa, le gote arrossate.

- Ehi, ciao! – trillai allegra.

- Come mai sei seduta? Non partecipi? –

- Ma ti pare! – ridacchiai. – Odio l’attività fisica, e poi voglio stare alla larga dalla Stanley. È odiosa, si crede mia amica ma non ha capito proprio nulla… -

- È una ragazza stupida. Indovina cosa mi ha chiesto appena mi ha visto?! – chiese. Conoscendola, qualcosa di poco carino, era sicuro.

- Con quale cazzata ne è uscita fuori, stavolta? – chiesi sbuffando.

- Mi ha chiesto a quale Santo mi sono rivolto… -

- E tu? – domandai.

- Le ho detto che è lo stesso che dovrebbe invocare lei per ritrovare il suo cervello! – ghignò.

Scoppiai a ridere attirando l’attenzione di tutti i presenti, che mi guardarono increduli.

- Cullen! Datti una mossa e torna subito qua! – urlò il professore, richiamandolo.

- Devo andare… Che dici, dopo ti và un gelato? – chiese, iniziando a scendere le scale.

- Ok! -  urlai in risposta.

- Ehi, perché parli con lui? – chiese sospettosa l’oca, raggiungendomi nuovamente.

Alzai gli occhi al cielo, infastidita. – Al momento, mi chiedo soltanto perché sei qua a parlare con me… Potresti gentilmente evaporare? – ordinai, riuscendo poi nel mio intento.

- Beh, la bella e impossibile Alice Cullen parla a Jasper Cullen. Ammettilo, è roba che fa’ notizia questa. – disse Angela, sedendosi accanto a me. Era una delle poche belle persone in città.

- Ah si? Beh, buon per lui… - ghignai.

- Seriamente Alice, che c’è sotto? Un’altra delle vostre folli scommesse? – mi chiese, seria.

- Può darsi. – risposi misteriosa.

- Ecco, ti pareva. Non è difficile immaginare anche l’oggetto della scommessa. Non capisco però perché ci vai a prendere un gelato, ad esempio. – ghignò, dandomi una gomitata.

- Ehi! Questa è violazione della privacy! – dissi indignata.

- Rispondi, rispondi… Ma quale privacy. –

- Non ho un ragazzo fisso, quindi nessuno che mi vieti di fare come voglio. Oltretutto, ora io, Bells e Rose siamo in competizione, quindi le uscite insieme si riducono. Ah, e poi tu stai sempre con Ben, quindi! – elencai scocciata.

- Lui ti piace! – mi accusò.

- Ma piantala! Ci siamo visti una volta, e per la scommessa. Ciò che dici è totalmente assurdo! – ridacchiai.

- Però devi ammettere che è migliorato molto! – ammise osservandomi di sottecchi.

- Oh, e non hai ancora visto nulla. – ghignai perfida.

- Tu gli piaci, comunque. – annunciò, mentre la campanella suonava.

- Si Angy, scendi dalle nuvole, è meglio! – ridacchiai, per poi uscire dalla palestra.

 

*****

 

- Oggi è una bella giornata per un gelato, non credi? – chiese Jasper.

Insieme camminavamo tra i negozi di Port Angeles, mangiando un cono gelato. Io nocciola, Jasper pistacchio.

- È strano avere una giornata del genere qua. Bisognava approfittarne. – risposi allegra.

- Tu e Angela siete amiche, vero? – chiese ad un certo punto.

Un nodo alla gola, mi fece tossicchiare. Perché diamine mi chiedeva una cosa del genere, ora?

- Si, e allora? – chiesi freddamente.

- Così. È una brava ragazza, e poi hai pochi amici, sai? – mi prese in giro.

- Oh, grazie tante! Pochi ma buoni! – affermai convinta.

Arrivammo al molo e, trovata una panchina vuota, ci sedemmo.

- Hai del gelato sul naso. – ridacchiai.

- Dove? – chiese lui, iniziando a passarsi la lingua sul naso, in una scena a metà tra il comico e il tragico.

- Aspetta. – ordinai, chinandomi verso di lui. Passai con leggerezza la mia lingua sulla parte macchiata, pulendola.

- Ecco fatto! – annunciai allegramente.

Jasper era alquanto sconvolto, e la prova era lo sguardo stralunato che aveva. – Ehi, tutto ok? – chiesi avvicinandomi.

- Voglio baciarti. – rispose serio. Diretto, subito al punto. Iniziai a pensare che Angela avesse ragione. Il problema ora era: cosa avrei risposto?  

 

 *****

Rosalie Pov.

- Rosy, aspetta dai! – mi urlò dietro Royce.

Feci finta di non sentirlo, continuando la mia marcia verso il cortile della scuola. Come se qualche stupido nomignolo mieloso potesse cancellare la discussione di poco prima.

Alla domanda: perché fai così?

La sua risposta era stata: è divertente, e poi scusa! Ma a te che importa?

Da lì avevo emesso scintille, tanta era la rabbia.

- Ehi! Fermati! – mi ordinò lui, raggiungendomi e afferrandomi bruscamente il braccio.

- Mollami! – ringhiai, cercando di allentare la presa.

- Senti, ti chiedo scusa, d’accordo? Lascerò in pace Cullen, se questo ti fa’ stare meglio. – borbottò.

- Oh, ma che gran consolazione! Grazie tante dello sforzo! – ribattei sarcastica.

- Dai, su… Non mi piace quando litighiamo. – sussurrò, per poi baciarmi.

Mi staccai troppo presto dal bacio, e lui rispose con uno sbuffo. – Ora mi aspettano di là. Vado, ma passo più tardi a prenderti, ok? – mi chiese, accarezzandomi il viso.

- D’accordo. – borbottai, ancora un po’ arrabbiata. Royce sorrise, per poi andare dalla parte opposta.

- Ma che bella scenetta, i miei complimenti! – applaudì Emmett, sbucando dal nulla.

- Senti… - cominciai.

- Tranquilla, non devi spiegarmi nulla. Scommetto che dirai la stessa cosa che ha detto Lauren Malory dopo essere stata a letto con me. –

- Non paragonarmi a… -

- Sai che ha detto? – mi interruppe. – Una bella scopata, ma non metterti strane idee in testa. Ecco, più o meno quello che mi stavi per dire tu! – mi accusò perfidamente.

- Non paragonarmi a quella troia che si fa’ sbattere da tutti! – sibilai minacciosamente.

- Mah, io non vedo differenza. Lei da tutti, tu da un viscido… Cosa è peggio? – domandò, con evidente sarcasmo.

- Vai al diavolo… - sibilai offesa, andando verso la mia macchina.

- Oh, ora ti offendi pure? Dovrei essere io, quello incazzato! Dopo quello che ti ho detto, tu ti strusci ancora addosso a lui… Patetico. - disse, venendomi dietro.

- Grazie Emmett, è sempre un piacere parlare con te! – risposi acidamente.

- Dai, non litighiamo, non mi và, ok? – propose, fermandomi.

- Io sono quella che si fa’ sbattere da un viscido, quindi non capisco che vuoi. – sibilai, mollando la sua presa e salendo in macchina.

Partii con rabbia, maledicendo tutto il genere maschile, Emmett Cullen, Royce King e Bella, per aver proposto quella stupida scommessa.

 *****

** Note della pazza **

Ehi! Cosa sono quelle armi puntate contro di me?? ^^ 
Lo so, lo so... Il Pov di Alice è sadicamente interrotto sul più bello, e Rose e Emmy hanno litigato...
Ma almeno Eddino diventa un figaccione!!  
Non posso rispondere ai vostri fantastici commenti, lo farò nel prossimo, giuro!!
Grazie ai 116 Preferiti e 117 Seguiti!! Ehi, mi aspetto un commento anche da voi!! ^^
Un bacione a chi ha commentato, siete grandissime!!  
*****
   
 
Leggi le 37 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: vale_cullen1992