Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    28/03/2019    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fuga da Malinor

 
Un viso impolverato e stravolto emerse dalla nebbia, fissandola con espressione vacua.
"Thega" esclamò Joyce riconoscendola.
La strega barcollò in avanti e si inginocchiò.
Joyce cercò di sostenerla. Quando l'afferrò si accorse di avere le mani imbrattate di sangue. La strega perdeva sangue da una terribile ferita al fianco e alla schiena.
Tossì sputando un grumo di sangue. "Sei tornata" sussurrò.
"Non sforzarti a parlare" disse Joyce.
"Credevamo di essere al sicuro qui sotto" disse. "Lune e gli altri decani stavano preparando un contrattacco, quando è venuto giù tutto. È stato il colosso?"
"Sono state le sfere infuocate."
Thega annuì grave. "Il circolo in che condizioni è?"
"Dovrete ricostruirlo."
Thega si guardò attorno e sgranò gli occhi, come se solo in quel momento si rendesse conto di quanto grave era il danno. "Ne faremo uno più grande. Malinor se lo merita."
Joyce annuì.
Thega si afflosciò tra le sue braccia e lei l'aiutò a distendersi per terra. Ogni suo respiro era un rantolo di sofferenza.
"Dov'era Bardhian quando è crollato tutto?"
"Nel suo alloggio" disse Thega a fatica. "Stavo andando da lui. Lune mi aveva ordinato di scortarlo fuori. Al sicuro."
"Dove?"
Thega tossì e inalò una boccata d'aria. "Alla porta settentrionale. La decana ha fatto preparare dei cavalli per lasciare la città. Dovevamo..." emise un altro rantolo, il suo corpo venne scosso da un violento brivido e infine giacque immobile con gli occhi aperti.
Joyce la lasciò andare. Sollevandosi su gambe malferme, proseguì inoltrandosi nelle sale interne del livello.
Evitando le zone più interne, si mosse in corridoi silenziosi e bui ma sgombri di macerie e morti.
Per un attimo pensò di essere morta anche lei e di essere diventata un fantasma che si aggirava per le rovine del circolo alla ricerca di... che cosa?
Bardhian, si disse. Devo trovarlo.
Raggiunse un lungo corridoio sul quale si aprivano numerose porte. Una di quelle era l'alloggio di Bardhian. Affrettò il passo e raggiunse la porta, ma la trovò aperta.
Gettò una rapida occhiata all'interno. Era vuota.
Quando fece per voltarsi, qualcosa l'afferrò per le spalle e la scagliò lontano.
Joyce rotolò sul fianco e gridò per la sorpresa e il dolore.
Mi sono fatta sorprendere come una stupida e ora ne pago le conseguenze, pensò mentre cercava di rimettersi in piedi.
Vide due dardi brillare nel buio.
Evocò lo scudo magico per assorbirli.
"Chi sei? Che ci fai qui?"
Joyce si bloccò. Conosceva quella voce.
"Bardhian?" chiese. "Sono io. Sibyl."
Dal buio emerse il viso stravolto del principe di Malinor. "Non ti avevo riconosciuto con tutta quella polvere addosso."
Almeno sta bene, si disse.
Bardhian l'aiutò a rialzarsi.
"Che fai ancora qui sotto? Devi uscire."
"Cercavo di aiutare quelli che erano rimasti intrappolati tra le maceria."
"Ci sono dei sopravvissuti?"
"Pochi, ma sono quasi tutti scappati lasciando indietro gli altri."
"Dobbiamo andare anche noi" disse Joyce.
"Intendi fuggire?"
"Se restiamo siamo morti. Prima o poi il colosso verrà qui a completare l'opera."
Bardhian sembrava incerto. "Non mi piace scappare durante una battaglia."
"Questa non è una battaglia" disse Joyce con tono urgente. "È un massacro. I colossi stanno distruggendo la città e tra poco..."
Dall'esterno giunse un grido acuto e la terra tremò.
"È qui" disse Joyce. "Dobbiamo andare. Adesso."
"Io voglio combattere" disse Bardhian seguendola.
"Combatterai dopo" fece lei. "Quando troveremo un modo per distruggere i colossi."
"Io voglio combatterli ora" insistette Bardhian.
Joyce lo afferrò per il bavero. "Se li affronti morirai. Come sono morti a migliaia da quando è iniziato l'attacco. Non abbiamo alcuna speranza. Io li ho visti, capisci? Non esiste un incantesimo che può fermarli."
La terra tremò di nuovo.
"Lo senti questo?" disse Joyce. "Non è un terremoto. È quel mostro che si sta avvicinando e tra poco sarà qui. Adesso andiamo o vuoi restare?"
Bardhian la seguì senza parlare.
Quando riemersero dalla macerie, la piazza era vuota, a parte per i corpi di quelli che erano stati uccisi dalle palle di fuoco o schiacciati dalla calca.
Bardhian fissò la scena a bocca spalancata. "Che cosa è successo qui?"
Sopra le loro teste risuonò un grido acuto e profondo allo stesso tempo. Joyce sentì un brivido di terrore correrle lungo la schiena.
Guardò in alto e vide il colosso incombere su di loro. Era lontano almeno mezzo miglio, ma sembrava che potesse raggiungerli con un solo balzo. E forse poteva davvero farlo.
Non voleva restare lì per scoprirlo.
Anche Bardhian guardava in alto. "È lui?" disse meravigliato. "È uno di quei colossi?"
Joyce lo trascinò con sé. "Andiamo."
"Dove?"
"Alla porta settentrionale."
"Perché?"
"Ci sono dei cavalli che ci aspettano. Ce ne andremo con quelli."
"Come fai a sapere che sono ancora lì?"
"Non lo so" disse Joyce. "Lo spero."
Si diressero all'ingresso settentrionale seguendo le strade dritte e ampie di quella zona. Bardhian sembrava muoversi a suo agio e le diede l'impressione si essersi ripreso dalla sorpresa.
Dietro di loro udirono il colosso schiacciare e calpestare quello che rimaneva del circolo. Detriti grandi come palazzi volarono in tutte le direzioni, abbattendo gli edifici circostanti.
Joyce sperò che gli abitanti fossero già scappati prima di quella pioggia mortale.
Il colosso riprese a camminare diretto al porto. Dal punto in cui si trovavano Joyce poteva vedere con chiarezza cosa stava succedendo in quella zona.
Migliaia di persone si erano ammassate sulle banchine cercando di salire sulle navi. Dai magazzini in fiamme si sollevavano volute di fumo alte nel cielo che oscuravano il sole.
Il colosso coprì con pochi passi la distanza che lo separava dal porto. Quelli che si trovavano sui moli reagirono disperdendosi per le vie laterali o gettandosi in acqua per raggiungere le navi e le barche che affollavano la baia.
Il colosso entrò nell'acqua prima con un piede e poi con l'altro. Sulle navi si scatenò il panico quando afferrò un vascello e lo sollevò senza alcuno sforzo.
Chi si trovava sul ponte si gettò di sotto o venne sbalzato via, precipitando in mare da un'altezza impossibile.
Nelle mani del colosso la nave sembrava un giocattolo costoso ed elaborato. Il mostro afferrò la poppa e la prua con entrambe le mani e con uno schiocco tremendo spazzò in due la nave.
A quel rumore Joyce sobbalzò, lo sguardo rapito da quello che stava accadendo.
Il colosso scagliò la poppa della nave verso un altro vascello, spezzandolo in due. La prua ebbe una sorte peggiore, se possibile. Il mostro la gettò verso la città.
Joyce sollevò gli occhi al cielo seguendo la parabola della nave spezzata a metà che andò a infrangersi in una delle piazze, dove esplose in mille pezzi seminando tutto intorno assi di legno e corpi.
"Non guardare" disse Bardhian trascinandola via.
Joyce sentì la lacrime pizzicarle gli occhi. "Quella gente..."
"Non guardare" ripeté stringendo i denti.
Alle sue spalle Joyce sentì altri schianti e le urla che si mescolavano tra loro, ma non si voltò. Se lo avesse fatto, ne era certa, non avrebbe più avuto la forza di proseguire.
La porta settentrionale era ancora in piedi, chiusa da un pesante cancello rinforzato. Due cavalli erano lì vicino, sellati e legati a una colonna infissa nel terreno. Non sembravano nemmeno spaventati da quello che stava accadendo lì attorno.
Joyce li invidiava. Anche lei avrebbe voluto ignorare tutto quell'orrore, ma non poteva.
"Dobbiamo aprirlo" disse Bardhian. Indicò le traverse di legno che sbarravano l'entrata. "Servono sette uomini per sollevare una di quelle. Hai qualcosa per aumentare la forza?"
"Sì" disse Joyce.
Afferrarono la prima sbarra e la sollevarono con uno sforzo tremendo. La seconda venne via con maggiore difficoltà. Alla terza Joyce sentì che stava per cedere, ma riuscirono a scalzarla quel tanto che bastava per aprire il portone.
Mentre Bardhian lo spingeva da parte, Joyce slegò i cavalli e li portò verso l'entrata.
Qualcosa sibilò sopra la loro testa. Ebbe appena il tempo di sollevare gli occhi prima di venire abbagliata dalla palla di fuoco che stava viaggiando a velocità folle sopra di loro.
"Bardhian" riuscì a gridare prima di essere travolta dall'esplosione.
 
Buio. Dolore. Ancora buio.
Aprì gli occhi. Nuvole grigie oscuravano il cielo. Joyce si mise a sedere con un gemito di dolore. Non c'era osso che non le facesse male, ma non aveva niente di rotto. La pelle coriacea aveva fatto di nuovo il suo dovere.
Si guardò attorno con sgomento. Il portone era stato scaraventato via dalla forza dell'esplosione e adesso giaceva da qualche parte oltre le mura di Malinor.
L'arco che sosteneva l'ingresso era crollato seminando detriti per tutto il percorso. Accanto a uno di questi giaceva un corpo.
Joyce fece per alzarsi, ma le gambe non ressero il suo peso. Usò le forze residue per trascinarsi verso il corpo. Quando lo raggiunse, scoprì che era Bardhian.
Una grossa pietra lo aveva colpito alla testa, provocandogli una profonda ferita dalla quale sgorgava il sangue.
Joyce appoggiò l'orecchio sulla bocca del principe.
"Respira" disse.
Usò un pezzo di stoffa per tamponare il sangue. Dopo aver pulito la ferita, gli legò uno straccio attorno alla testa.
"Non muoverti" disse a Bardhian.
Si guardò attorno. Uno dei cavalli giaceva a terra, il ventre squarciato. L'altro era ancora lì attorno, spaventato ma sano.
Barcollando e ondeggiando lo raggiunse e lo afferrò per le redini. Lo portò nel punto in cui aveva lasciato Bardhian.
Usando la forza straordinaria sollevò il ragazzo e lo sistemò sulla sella. Quindi si issò a sua volta e afferrò le redini.
Si concesse un'ultima occhiata a Malinor. Il colosso stava riemergendo dalle acque mentre altri proiettili di fuoco stavano precipitando sulla città.
In lontananza udì il ruggito dei soldati dell'orda che si facevano strada tra i pochi palazzi rimasti in piedi per completare l'opera di distruzione.
Non c'era niente che potesse fare.
Ho mai avuto la possibilità di fare qualcosa? Si chiese.
Fece schioccare le redini e partì al galoppo.
Per tutto il giorno viaggiò senza fermarsi né voltarsi. Da un momento all'altro temeva di ritrovarsi inseguita dai cavalieri dell'orda o dai colossi, intenzionati a finire il loro lavoro con spietata efficienza.
Invece nessuno li inseguì. Dopo aver raggiunto le colline si rilassò, rallentando il passo per concedere un po' di riposo al cavallo.
Smontò solo per pulire la ferita di Bardhian e cambiare la fasciatura. Non poteva fare altro per lui.
Il ragazzo respirava a fatica e si lamentava. Da quando erano partiti non aveva fatto altro né aveva aperto gli occhi.
Dei aiutatemi, pensò Joyce. Vi prego.
Giunta alla sommità di una collina, si concesse di guardare verso Malinor. La città brillava per le centinaia di incendi che la stavano consumando. I colossi erano spariti, lasciando il posto alle truppe regolari. Da quel punto vide i vascelli sfuggiti al massacro incrociare lungo la costa.
Più giù nella valle una colonna di fuggitivi diretti a nord si snodava per intere miglia.
Almeno non sono la sola a essermi salvata, si disse.
Non era una grossa consolazione, ma almeno le lasciava una speranza.
Ed era tutto quello che le serviva per andare avanti.

Prossimo Capitolo Venerdì 29 Marzo
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor