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Autore: Robin2700    03/04/2019    1 recensioni
''You trust me?''.
''I do''.
Dopo il trailer di ieri sono morta, poi mi è venuta l'ispirazione per una fanfiction a riguardo quindi sono risorta con il potere della Stony e nulla... angst.
Hope you enjoy e non imbarazzatevi a lasciare una recensione che fa sempre piacere.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era pronto. Alla fine lo aveva accettato. Se n'era fatto d'una ragione. Essere disperso nell'infinità dello spazio senza via d'uscita... cos'altro poteva perdere?
La vita, ecco cosa gli rimaneva da abbandonare.
Gli occhi si erano già abituati alla luce verde dell'universo intorno, più di quanto non avesse fatto lui stesso. Gli sembrava di vivere un film di fantascienza, un sogno talmente surreale da non riuscire a svegliarsi. Il panorama fuori dalla navicella era ormai lo stesso da settimane, gli pareva di girare intorno alla stessa orbita, senza possibilità di cambiare rotta. Cibo e acqua erano terminati quattro giorni fa, l'ossigeno sarebbe terminato fra non molto.
Sentiva le forze abbandonarlo, allontanarsi lascive dal suo corpo e lasciarlo cadere in un angolo, senza più nessun motivo per continuare a gonfiare il petto e dar aria ai polmoni. Ogni respiro poteva essere l'ultimo.
Ma Tony Stark lo aveva accettato.
Tony Stark era pronto.
Non era pronto però al fascio di luce che si era materializzato all'improvviso davanti a lui prima che la stanchezza gli facesse chiudere gli occhi.
Non si ricordava com'era fatta una luce.
Ma sicuramente si ricordava che faceva male agli occhi.

.
.
.

In qualche modo, tornò sulla Terra: vivo, vuoto.
Cosa avrebbe fatto adesso?
Era rimasto solo.
Si sentiva solo perfino negli abbracci dei suoi amici, anche se non vederli da tempo (per alcuni, forse, sarebbe stato meglio dire anni) avrebbe dovuto riempirgli il cuore di sollievo.
Avrebbe dovuto sentirsi un po' meglio, perdersi nell'illusione che niente fosse successo, che tutto fosse fermo al 2012, con i chitauri sconfitti e New York salva, con l'immenso amore con Steve appena cominciato.
Ma non era così. Dio, non era affatto così.
Erano morti. Tutte le persone, tutti gli amici che conosceva erano morti.
Il suo bambino, il suo dolce e adorato Peter era morto anche lui.
Dissolto nell'aria, portato via dalla brezza.
Polvere.
Aveva accettato di morire, Tony, perchè aveva già perso la sua vita.
E niente sembrava poter riportargliela fra le braccia.
.
.
.
Le sue mani lo raggiunsero, posandosi pesantemente sulla sua schiena. Sottrarsi o lasciarsi andare? A quel punto non gli interessava più.
Non gli importava più della Siberia. Non gli importava più che si fossero allontanati.
C'era un dolore più grande che aveva sostituito i massi più pesanti degli ultimi due anni.
Chiuse gli occhi, abbandonandosi a quello che gli era mancato da troppo tempo.
Il profumo dell'uomo cominciò ad insinuarsi nelle sue narici, strisciò dentro di lui come un ladro, quatto, e giù nell'esofago, senza il suo permesso.
Aveva cercato di resistere, ma non ce l'aveva fatta.
Steve era tutto quello che gli era rimasto. Steve era tutto quello di cui aveva bisogno.
''Steve...''
La sua gola sembrava chiudersi, il suo cuore scoppiare in un doloroso sparo di pistola, come se le schegge avessero finalmente raggiunto la meta, uccidendolo a poco a poco.
''Tony...''
Non doveva dire quel nome, non poteva sentirlo, non ce la faceva, non resisteva alla sua voce.
''Steve, i couldn't- our little Peter...''.
Come avrebbe potuto confessarlo? Con quali parole avrebbe detto a suo marito, il suo amore più grande, che aveva lasciato morire il loro bambino? Che non era riuscito a fare niente mentre si dissolveva davanti ai suoi occhi?
''Tony, don't... don't blame yourself, it wasn't your fault''.
Lo era.
Era solamente colpa sua.
''I lost our kid''.
.
.
.
Piangi, singhiozza, piangi ancora. I sensi di colpa assorbivano la sua coscienza e la stritolavano come un panno bagnato. C'era troppo dolore da elaborare e lui l'aveva ammucchiato in un angolo e l'aveva lasciato crescere giorno dopo giorno, fino a che non avrebbe avuto bisogno di crollare. La goccia alla fine era caduta
Cercava di lasciar frantumare la disperazione dai suoi occhi, costringendo il suo petto ad un ritmo sincopato di contrazioni, prima o poi si sarebbe fermato. Prima o poi il suo cuore avrebbe ceduto sul serio.
E per un solo, breve, attimo illusorio sarebbe stato di nuovo Tony Stark-Rogers, padre di una famiglia felice, con un figlio tra le braccia.
Ma non sarebbe stato così, la morte non l'avrebbe mai preso, un attacco di panico non gli avrebbe mai permesso di lasciare questa terra.
Era così maledettamente ingiusto.
Sentì la stretta che teneva fermi i pezzi farsi improvvisamente più morbida, caldi baci cadevano consolatori sulla sua testa: Steve, in qualche modo, sarebbe sempre stato lì a fargli battere il cuore. Steve, in qualche modo, sarebbe sempre stato lì a ricordargli di respirare.
.
.
.
''You trust me?''.
'' I do''.
Le armature erano state indossate, il petto era stato gonfiato.
Guardarono le loro fedi per l'ultima volta. Smielatamente, si sorrisero.
Decisero di ripetere i loro voti nuziali, quel romantico botta e risposta che avevano recitato sull'altare tanti anni fa.
Magari, avrebbe dato loro la forza.
Camminarono insieme verso l'ultima battaglia, la resa dei conti, l'ultima amara vendetta.
Steve camminava a testa alta, schiena dritta, lo scudo ben saldo al suo avambraccio. La sua tuta nascondeva così bene che avrebbe voluto un destino diverso. Lo aveva sempre voluto. E anche questa volta, mentre con sguardo irremovibile, indurito dal cordoglio, si avvicinava al titano, avrebbe solamente voluto tornare a casa, crollare nel loro letto dopo aver dato la buona notte a Peter, e, senza il bisogno di spiegare niente, si sarebbero chiesti ''How was your day?'' e lui non avrebbe dovuto dire ''I'm sorry, i left'', ''I'm sorry, i made things so difficult'' o ''I'm sorry, i'm not the person i thought i was''.
Avrebbe solamente detto ''My day was good''.
E Tony gli avrebbe sicuramente risposto ''I love you''.

  
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