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Autore: heliodor    09/04/2019    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Il potere della verità
 
"Come sarebbe a dire che è partita?" esclamò Gladia.
Elvana sedeva su di uno sgabello, l'espressione affranta e il mento appoggiato al palmo della mano.
Eryen, che la seguiva ovunque, si era piazzata nell'angolo più lontano della tenda e osservava in silenzio.
Dopo l'addestramento e il confronto che aveva avuto con Bryce a Malinor, era diventata più silenziosa.
Chissà cosa le passa per la testa? Si era chiesta Gladia in quei giorni. Almeno prima mi parlava e potevo cercare di capirla, ma adesso, con quei lunghi silenzi... che hai combinato, Gajza?
Scosse la testa.
Elvana aveva lo sguardo fisso davanti a sé. "È andata via."
"Dove?"
"Malinor."
"Siamo appena arrivati e lei già parte? Cosa le è saltato in mente?"
Elvana la guardò senza tradire alcuna espressione. "Ha ricevuto una lettera."
"Da chi?"
"Vyncent."
O Dei, pensò Gladia. "Cosa diceva?"
"Malinor era sotto assedio. Vyncent le ha scritto di restare dov'era, di non venire da lui ad aiutarlo."
"Perché non l'ha ascoltato?"
"Bryce è fatta così. Non fa mai quello che le viene detto di fare, a meno che non sia d'accordo anche lei."
"È una strega del circolo" disse Gladia. "Conosce le regole."
"Regole" fece Elvana alzandosi. "È da quando aveva sei anni che le dicono che è la strega suprema, che salverà il mondo da Malag e da chiunque lo minacci."
Gladia scosse la testa. "Non è un buon motivo per lasciare tutto e andarsene."
"È innamorata" disse Elvana. "Tu non lo sei mai stata, inquisitrice?"
In quel momento entrò Re Andew. Per un attimo Gladia pensò che volesse afferrare Elvana e sbatterla via come un cencio.
Invece il re si fermò un passo prima. "L'hai lasciata andare via? Non dovevi" gridò.
Elvana si strinse nelle spalle. "Non posso fermare Bryce. Nessuno può quando prende una decisione."
"Dovevi andare con lei" disse il re con tono accusatorio.
"Pensavo di convincerla a rinunciare mettendola davanti al fatto di dover viaggiare da sola. Se Igar non si fosse messo in mezzo..."
Re Andew trasse un profondo sospiro, come se stesse dominando a stento la rabbia. "Non hai idea dei problemi che ci causerà tutto questo."
Gladia l'aveva. La fuga di Bryce poteva distruggere l'alleanza. "La cosa non deve uscire da questa tenda."
"È troppo tardi" disse il re. "Qualcuno l'ha vista lasciare il campo e l'ha riconosciuta. La notizia si sta già diffondendo. Forse posso mandare degli stregoni a prenderla e riportarla qui."
"Dovrai mandare un esercito, conoscendola" disse Gladia. "Diamole un po' di tempo. Può darsi che ci ripensi per strada e torni indietro."
"Non lo farà" disse Elvana.
Gladia cominciava a sentirsi irritata dalla strega.
"Devo parlare ai comandanti" disse re Andew. "E non so che dire."
"Sii sincero" disse Gladia. "La verità è un'arma potente, nelle mani di un re giusto."
"Non voglio essere ricordato come un re giusto" disse Andew. "Ma come un re che ha sconfitto Malag."
"Possiamo vincere la guerra anche senza di lei" disse Gladia. "Devi solo convincerli di questo."
"Non credi nemmeno tu a quello che dici" rispose il re.
Eryen rise facendoli voltare tutti verso di lei.
La ragazza li osservava con le braccia incrociate sul petto. "Vi state crucciando per niente. Lasciate perdere quella codarda. Basto io per vincere la guerra."
Dannazione, pensò Gladia. Proprio ora doveva ritrovare la parola?
Elvana si alzò di scatto. "Non ti hanno insegnato il rispetto a Nazedir?"
"E a te non hanno insegnato a stare a cuccia da qualunque posto tu venga?" rispose Eryen.
"Vieni fuori e ti insegno un paio di cose" disse Elvana.
Re Andew si accigliò. "Silenzio, tutte e due. Non voglio duelli né scontri. Risparmiamo le forze per l'arcistregone."
"Potrei ucciderlo anche subito" disse Eryen. "Io non ho paura di lui, come voi."
"Basta così" disse Gladia. "Chiedi scusa a re Andew."
Eryen la fissò con aria di sfida.
Gladia sostenne lo sguardo.
"Ti chiedo perdono" disse Eryen rivolta al re prima di uscire dalla tenda.
Gladia fu tentata di correrle dietro, ma doveva finire di parlare con il re.
"Tieni a bada la tua protetta" disse Andew. "State mettendo a dura prova la mia pazienza."
"Eryen è stata sgarbata" disse Gladia scegliendo con cura le parole. "Ma ha ragione. Lei può battere l'arcistregone. È nata per questo. È stata addestrata a questo unico scopo per tutta la vita."
Re Andew scosse la testa affranto. "Elvana. Esci e vai ad avvertire i comandanti che terrò una riunione tra un'ora nella mia tenda. E non litigare con quella strega impertinente."
Elvana annuì e si avviò all'uscita.
"Posso ancora contare su di te?" le chiese il re.
"Come sempre, maestà" rispose la strega senza voltarsi.
Appena Elvana fu uscita, Re Andew sospirò e si lasciò cadere su uno sgabello. A Gladia sembrò che fosse invecchiato tutto a un tratto.
"Non mi doveva fare questo. Non doveva" disse il re.
"Elvana ha ragione" disse Gladia. "Bryce è giovane ed è innamorata. L'abbiamo trascinata in questa guerra senza darle troppe spiegazioni."
"Ho sempre pensato che fosse felice. Le ho insegnato tutto quello che potevo sulla stregoneria e così Erix."
"Lei che ne pensa?"
"È distrutta, ma come al solito non lo fa vedere. È molto delusa. Lo so." Si alzò dallo sgabello con un movimento lento, come se avesse un peso sulle spalle. "Devo parlare ai comandanti. Tranquillizzarli."
"Cosa gli dirai?"
"Ho già in mente qualcosa. Spero che funzioni."
Gladia lo sperava davvero.
Lasciò la tenda insieme a re Andew.
"Voglio che sia presente anche tu alla riunione."
Lei annuì e andò in cerca della sua protetta. Trovò Eryen seduta su un tronco tagliato a metà e piazzato vicino al recinto dei cavalli. Il suo sguardo sembrava perso.
Quando la vide si accorse degli occhi gonfi e l'espressione imbronciata.
Ha pianto? Si chiese con sgomento. Dannazione, è soltanto una ragazzina. Che cosa hai fatto, Gajza? Che cosa abbiamo fatto?
Eryen si alzò di scatto. "Mi spiace zia. Ti ho delusa."
"No" disse Gladia con tono deciso. In quel momento sapeva di doverla rincuorare. L'avrebbe educata in seguito, quando fosse stata più calma. "Hai solo detto la verità. Tu da sola potresti affrontare l'arcistregone ed eliminarlo per sempre."
"E allora perché non me lo lasciano fare?" piagnucolò Eryen. "È perché sono un'incapace e non valgo niente?"
"Chi ha detto questo?"
Eryen sedette sul tronco, la testa chinata tra le spalle. "Gajza lo diceva sempre. Diceva che non dovevo mostrare a tutti quanto fossi brava o abile o forte. Nascondi i tuoi poteri o gente crudele verrà a prenderti e io non potrò difenderti. Uccideranno la stovoi e anche te."
Gladia sedette al suo fianco. "Gajza lo diceva solo per proteggerti."
"Proteggermi?"
Annuì decisa. "C'erano davvero persone cattive che avrebbero potuto farti del male. L'arcistregone e i suoi luogotenenti."
"Perché? Che cosa ho fatto loro?"
"Esisti e per questo sei una minaccia. Ti ho detto che c'erano altri come te e che sono stati uccisi dagli emissari di Malag?"
Eryen annuì. "Ma non mi hai mai detto i loro nomi."
"Anche se te li dicessi, cambierebbe qualcosa? Sono morti o" fece una pausa cercando le parole. "Non sono più un problema che ci riguardi."
Eryen tirò su col naso.
Dannazione, è ancora una bambina, pensò. Dovevamo metterla in un circolo, come abbiamo fatto con Bardhian e farla maturare come una vera strega.
"Voglio uccidere Malag" disse Eryen con tono deciso. "Voglio uccidere tutti quelli che mi minacciano e che mi fanno paura."
"Anche io lo voglio."
"Perché non andiamo? Solo tu e io" disse Eryen con rinnovato entusiasmo. "Tu sei forte. Possiamo uccidere l'arcistregone e mettere fine alla guerra."
"Vorrei che fosse così semplice."
"Lo è" fece lei. "Posso dimostrartelo."
"Eryen" disse Gladia prendendole la mano. "Ascoltami. Per quanto tu sia forte e su questo non ho alcun dubbio, non lo sei abbastanza per affrontare un esercito di migliaia di stregoni e guerrieri. Malag non è l'unico nemico che dobbiamo affrontare e non è stupido. Userà i suoi luogotenenti come scudo e verrà allo scoperto solo se noi lo costringeremo a farlo."
"Come?"
"Ho un piano" disse Gladia. "Ma deve restare tra di noi, hai capito?"
Eryen annuì. "Lo attirerai in trappola?"
"L'intenzione è quella, ma dobbiamo stare attenti. Avremo una sola possibilità. Se falliamo, tutto sarà stato inutile e decine di anni di sforzi e di sofferenze andranno sprecati."
"Io non voglio deluderti" disse Eryen.
Gladia abbozzò un sorriso forzato. "So che non lo farai." Si alzò.
"Dove vai?"
"Ho una riunione di guerra, ma sarò presto di ritorno e parleremo ancora. Voglio però che tu faccia una cosa per me."
"Cosa?"
"Trova Elvana, la strega che hai offeso."
"Non la sopporto" disse Eryen arricciando il naso.
"Voglio che la trovi e che le chiedi scusa."
"Ma zia..."
"Niente obiezioni, Eryen. È importante che tu lo faccia."
La ragazza annuì. "Ci vado subito." Si alzò e si diresse verso le tende.
Gladia la guardò allontanarsi per qualche secondo.
Un'ora dopo, si trovava nella tenda di re Andew in compagnia di una dozzina di uomini e donne.
Falgan, Galyon e Mandrik sostavano uno accanto all'altro. Erix era al fianco di re Andew, il viso contratto in un'espressione tesa. Maldon ed Eukos, i due fratelli gemelli dai capelli ramati, guardavano con aria di sfida tutti gli altri. Asan Perski, la strega del Mare, si ergeva sopra tutti gli altri vicino all'uscita. Shulda Zaro era avvolta dai veli che le nascondevano il viso, anche se Gladia sapeva che sotto quegli strati di tessuto si nascondeva un viso grinzoso dalla pelle cadente che non aveva più niente della bellezza che aveva avuto in gioventù.
Le altre facce le erano sconosciute. C'era un uomo dalla pelle color dell'ebano che doveva venire dal deserto o dalle terre desolate a oriente della Spina del Drago. C'erano due donne dai volti coperti di tatuaggi che guardavano gli altri con diffidenza. Quando si erano scambiate due parole, lo avevano fatto usando una lingua gutturale di cui Gladia non aveva afferrato alcun vocabolo.
E poi c'era l'ometto dal naso adunco e lo sguardo tagliente che li osservava tutti.
Conosceva bene il suo nome.
Era Adler, tiranno di Berger. E al fianco aveva la spada che si diceva fosse appartenuta a Bellir.
Il pensiero che fosse stata lei a dire alla strega rossa di trovare quell'arma e che ora fosse nelle mani di Adler le faceva ribollire il sangue.
Che ha in mente? Si chiese per l'ennesima volta.
"Iniziamo la riunione" disse re Andew. "Come tutti saprete, Bryce ha lasciato l'accampamento."
"Peccato" disse Shulda. "Volevo sfidarla per misurare le nostre forze."
"Dovrai attendere" disse il re. "Bryce è partita per una missione segreta e molto importante."
Galyon e Mandrik si scambiarono un'occhiata perplessa.
È questo il tuo piano, Andew? Si disse Gladia. Basterebbe pochissimo per svelare l'inganno, stai giocando una partita pericolosa.
"Dicci di più su questa missione" disse l'uomo dalla pelle nera.
"Quando sarà il momento, saprete tutto" disse Erix.
"Noi vogliamo saperlo ora" ribatté l'uomo.
"Nobile Yadar" disse Erix. "Non ti fidi della parola di re Andew?"
"Non mi fido della sua figlia traditrice" disse Yadar.
Asan Perski scattò in avanti. "Ritira subito le tue parole, straniero."
Yadar rimase immobile. "Ho risposto alla tua chiamata d'aiuto" disse rivolgendosi a re Andew. "Portando qui, dopo un lungo e pericoloso viaggio, i miei guerrieri e i miei mantelli. Anche io merito la tua fiducia, re delle terre oltre il mare."
"Non è re di tutte quelle terre" disse Adler. "E non sta dicendo la verità."
Erix gli gettò un'occhiataccia. "Accusi re Andew di mentire, tiranno?"
"Lo accuso di non dire la verità" replicò Adler. "È vero che la principessa Bryce ha lasciato il campo in tutta fretta, ma non l'ha fatto per compiere una missione così segreta della quale nessuno sapeva niente." Da una delle tasche trasse un rotolo di pergamena. "È falso se dico che la principessa ha ricevuto un messaggio da parte di un malinoriano prima di partire? È falso se affermo che quel malinoriano è sparito senza lasciare traccia? Ho parlato con alcuni soldati e un paio di stregoni che dicono di averlo visto portare via, scortato e in gran segreto. Verso dove, se posso chiederlo? Sarebbe interessante porgli alcune domande."
Adler agitò la pergamena davanti agli occhi di Erix. "Ho qui una copia di quel messaggio. È molto interessante. Parla di un assedio a Malinor e una richiesta di soccorso."
"È falso" disse Erix.
"Falso? E cosa accadrà quando la notizia dell'assedio giungerà anche qui?" le chiese Adler. "Negherai anche allora?" Si rivolse agli altri comandanti. "La verità è che re Andew vi ha mentito per coprire la fuga d'amore di sua figlia. Ella ha in così poco conto l'alleanza e il suo destino che alla prima occasione è corsa in aiuto del suo amato. Mi chiedo se possiamo affidarci alla sua guida."
"È alla guida di re Andew che dovete affidarvi" disse Erix.
"Mi chiedo se ne sia ancora degno" rispose Adler. Poggiò la pergamena sul tavolo. "Col vostro permesso." Fece un leggero inchino e uscì dalla tenda.
"Ho sempre sospettato che fosse un traditore" disse Erix. "E le sue parole ne sono la conferma."
Re Andew prese la pergamena e dopo averla appallottolata la gettò nel fuoco. "Vi chiedo di fidarvi ancora di me. Bryce tornerà presto e daremo l'assalto all'orda di Malag."
Gladia decise di aver ascoltato abbastanza e uscì dalla tenda. Quando la riunione ebbe termine, Erix la raggiunse.
"Vuole parlarti" disse con tono perentorio.
Re Andew sedeva da solo su di uno sgabello, i gomiti appoggiati sulle ginocchia e le mani che gli reggevano il mento.
"Adler ha ragione" disse Gladia. "Quando si diffonderà la notizia dell'assedio di Malinor, tutti i comandanti sapranno che lui diceva la verità e tu mentivi."
Re Andew sollevò la testa. "Cosa dovevo fare secondo te? Dire loro che Bryce è scappata e non ci sono più speranze di rivederla?"
"Ti ho detto che la verità è un'arma potente."
"La verità" fece lui con voce esasperata. "Tu che sei la maestra degli inganni e dei sotterfugi. Che ne sai della verità?"
"Non abbastanza" ammise Gladia.
"Ho bisogno di Bryce" disse il re. "O perderemo questa guerra."
"Manda Erix ed Elvana e riportala qui."
"Erix mi serve ed Elvana ha già fallito. Lei ammira Bryce e non la ostacolerebbe con la forza necessaria. Mi serve un'altra persona."
Gladia scosse la testa. "No."
Re Andew si alzò. "Vuoi che te lo chieda in ginocchio?"
"Ho Eryen di cui occuparmi."
"Qui starà bene. Stare un po' da sola, senza te che le guardi le spalle, l'aiuterà a maturare."
O la perderò per sempre, si disse Gladia. Ma che alternative ho? Eryen da sola non può affrontare l'esercito di Malag. Per quello serve l'armata di re Andew e senza Bryce non muoveranno un passo.
"D'accordo" disse. "Ma andrò da sola."
Re Andew sorrise. Era la prima volta che glielo vedeva fare da quando Bryce era andata via. "Tutto quello che vuoi, Gladia, ma riportala qui."

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