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Autore: heliodor    10/04/2019    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Potere e crudeltà
 
La notte era il momento peggiore del viaggio. Col buio veniva il sonno e con esso gli incubi.
Oren sognava spesso in quei giorni. Era iniziato dopo che la maledizione di Rancey lo aveva quasi ucciso.
"La maledizione deve essere rimasta dentro di te" gli aveva detto Shani. "Non te ne libererai mai del tutto. È una magia potente."
"Non sei incoraggiante" le aveva risposto Oren.
Lei aveva scrollato le spalle. "Mi ha chiesto tu un parere e io te l'ho dato. Volevi che ti dicessi che starai bene e che ti passerà tutto col tempo?"
"Potevi sforzarti di più" aveva risposto lui.
Shani aveva scosso la testa.
Da quel giorno non le aveva più parlato dei sogni che faceva. Non voleva turbarla. La morte dello zio l'aveva scossa. Per giorni, dopo che si erano separati da Sibyl, aveva evitato di parlarne. Solo quando avevano superato l'altopiano e la sua vuota desolazione, aveva detto qualcosa al riguardo.
"Lo zio doveva accettare l'aiuto della reggente" aveva detto davanti al fuoco, le ombre che danzavano sul suo viso. "Sarebbe ancora vivo."
"Mirka avrebbe trovato un altro modo."
"Come avrà scoperto che lo zio aveva il corno di Adrax?"
Era la stessa domanda che Oren si era posto. Solo lei, Shani e Ti Long sapevano del corno. E Sibyl.
"Quella tua amica" aveva detto Shani con espressione seria. "La strega rossa."
"Si chiama Sibyl." Oren non amava chiamarla con quel soprannome. Aveva l'impressione che a lei non piacesse.
"Sibyl" aveva detto Shani. "Lei arriva a Valonde e Mirka appare all'improvviso. Va a Mar Qwara e Mirka recupera le ossa di Adrax. Arriva a Malinor e sempre Mirka scopre dove si trova il corno. Non ti sembra strano?"
Oren non lo trovava strano. Non voleva farlo. "No" aveva risposto, sperando che la questione si chiudesse lì.
"Dobbiamo parlarne."
"Non ne ho voglia."
"Ma..."
"Mi fido di lei" aveva detto Oren. "Mi ha salvato la vita. Più di una volta."
"E tu l'hai salvata a lei. Non le devi niente."
Oren si era alzato. "Neanche a te devo niente, eppure eccomi qui ad aiutarti."
"Lo so e ti ringrazio" aveva risposto Shani. "Ti chiedo scusa. Credo di essere ancora sconvolta per la morte di zio Wei. Non lo so nemmeno io cosa dico."
Oren si era seduto di nuovo. "Parliamo di Mirka. Secondo te perché sta andando a nord con il corno?"
Le tracce che avevano trovato puntavano in quella direzione. Mirka e il suo compagno di viaggio non si erano separati. Se lo avessero fatto, anche lei e Oren si sarebbero dovuti dividere. Invece avevano proseguito insieme.
"È chiaro che quello stregone gli serve per i suoi scopi" aveva detto Shani. "Forse è la sua guardia del corpo."
Quella frase gli aveva ricordato che anche lui era stata una guardia del corpo, una volta.
Il periodo migliore della mia vita, si era detto. La principessa Joyce non era semplice da capire o da assecondare e con lei aveva vissuto parecchie avventure, ma non si era mai sentito davvero disperato come allora. Anche nel momento più buio, aveva intravisto una luce. E lei era sempre ottimista e piena di fiducia nelle sue capacità, mentre lui non aveva mai dimostrato niente, se non di essere un incapace. Non lo aveva mai ripreso per quello né aveva detto a suo padre di darle una scorta più adeguata.
"O è il suo complice" aveva detto dopo qualche istante. "Ma non ci dice perché sta andando a nord."
"Nergathel" disse Shani. "Può essere diretto soltanto lì. La terra delle ombre."
Oren aveva sentito spesso quell'appellativo. Di quel posto sapeva solo che era a nord, dove i ghiacciai perenni rendevano difficile la vita per tutti.
Shani sembrava saperne di più. "Dicono che sia un luogo tetro dominato dai negromanti."
"La negromanzia è vietata." Deliza era stata esiliata proprio per quello.
"Non lì" aveva detto Shani.
"Una volta a Nergathel che cosa farà secondo te?"
"Cercherà dei negromanti per rianimare Adrax. Ormai ha tutti i pezzi, non avrebbe senso attendere oltre."
Ha ragione, aveva pensato Oren. Aveva visto Deliza rianimare il Varthag ed era quasi morta. Quanto potere serviva per un drago? Cinque negromanti? Dieci? Non ne aveva idea, ma se Mirka stava andando nel loro paese, doveva essere certo di trovarne a sufficienza.
"Cosa succederà se riuscirà a rianimare un drago?" aveva chiesto Oren.
Shani aveva scosso le spalle. "Non lo so, ma se sta affrontando tanti rischi, un motivo deve averlo. I draghi sono creature selvagge e malevole. Per lo più."
"Anche Kamataro?" aveva chiesto Oren.
"Il drago celeste protegge l'arcipelago" aveva risposto lei. "Ma non è detto che sia benevolo con gli stranieri. Quando si trattò di scacciare la flotta del mago che ci aveva attaccato, non esitò a farne strage."
"Anche i maghi erano crudeli."
"Strano, vero? Sembra quasi che la crudeltà e il potere vadano molto d'accordo."
Il giorno dopo si erano rimessi in viaggio.
"Hanno seguito il Fiume Rosso fino alla biforcazione" disse Shani esaminando le tracce lasciate dai cavalli.
"Di quanto ci precedono?"
"Tre o quattro giorni."
"Guadagnano terreno o sbaglio?"
Shani rimontò in sella. "Hanno cavalli migliori dei nostri." Guardò verso l'orizzonte. "E non devono fermarsi per rifornirsi di cibo."
Mirka e la sua scorta dovevano aver preparato quel viaggio con cura, pensò Oren. Loro invece si erano improvvisati inseguitori e dovevano fermarsi per cercare del cibo.
Shani sapeva costruire delle trappole, ma era un'attività lenta. Ogni tanto incontravano un villaggio e cercavano di scambiare qualcosa con delle razioni, ma anche quelli sembravano rari.
Le fattorie erano vuote e abbandonate. Persino gli animali sembravano spariti. In una avevano trovato delle conserve e in un'altra un paio di galline spelacchiate che li avevano sfamati per qualche giorno.
"Qui hanno fatto una deviazione. Strano" disse Shani due giorni dopo. Stava esaminando il terreno pianeggiante. Da tempo si erano lasciati alle spalle l'altopiano e stavano viaggiando in una vasta pianura.
Verso nord si vedevano dolci colline coperte di erba e a occidente di questi boschi che si arrampicavano fino a montagne lontane.
"Cosa c'è laggiù?" si chiese Oren.
"Azgamoor" disse Shani. "E la cittadella della chiesa dell'Unico."
"Non è un luogo proibito agli stregoni?"
"Sì" disse Shani. "Mirka è andato proprio lì. È questo che è strano."
"Un negromante alla Cittadella?"
Shani annuì. "Non solo. Azgamoor è circondata da colline e boschi. Così allungheranno la strada per arrivare a Nergathel."
"Si vede che hanno un buon motivo per deviare. Li seguiamo?"
"Preferirei precederli, se posso" disse Shani. "Se proseguiamo dritti per la strada a nord, guadagneremo su di loro due o tre giorni. Quattro se ci muoviamo in fretta."
Non servivano altre spiegazioni. Si rimisero in marcia con rinnovata fiducia. Shani sembrava davvero sicura di riuscire a precedere Mirka e Oren si fidava di lei, ma non poteva non pensare a cosa sarebbe accaduto quando li avrebbero incontrati.
In quei giorni aveva continuato ad allenarsi con Shani tutte le volte che poteva. Aveva imparato a concentrarsi e vedere il mondo esterno anche al buio, usando sensi che si solito non usava.
Con l'udito poteva sentire il respiro di Shani, a volte persino il battito del suo cuore. Anche i suoi muscoli e le ossa stavano cambiando. Poteva saltare più in alto sfruttando ogni muscolo del suo corpo, restare immobile come una statua o muoversi facendo meno rumore possibile.
Shani gli aveva insegnato a controllare il respiro e il battito del cuore. Non era facile e a ogni sessione di allenamento si sentiva sfinito e sul punto di crollare senza forze.
"Imparerai anche a dosare le tue energie" gli aveva detto Shani. "Così non ti sentirai stanco."
Sentiva però di non essere pronto. Mirka era forte e anche la sua scorta aveva dimostrato di avere abilità al di sopra delle loro possibilità. Non riusciva a dimenticare la creatura che aveva attaccato Wei Fu e lo aveva ucciso.
Forse, se con loro ci fosse stata una strega o uno stregone, le cose sarebbero state diverse.
Per cinque giorni risalirono il corso di un fiume, attraversando una pianura monotona ricoperta da sottili fili d'erba.
Le colline erano sulla loro sinistra e il fiume sulla destra quando videro gli stendardi e Oren capì perché Mirka aveva fatto quella deviazione.
Gli stendardi sventolavano tra le tende di un immenso accampamento che sorgeva all'incrocio di tre corsi d'acqua, circondato da una palizzata di tronchi.
C'erano così tante tende che si estendevano fin oltre l'orizzonte a perdita d'occhio. Sembrava che l'intera pianura ne fosse ricoperta.
E oltre alle tende c'erano recinti dove pascolavano decine di cavalli per volta, torri di guardia dove si muovevano soldati minuscoli e altro ancora.
Una dozzina di cavalieri si diresse verso di loro. In testa al gruppo c'erano due uomini col mantello azzurro di Valonde.
"Fermi" disse uno dei due. "Chi siete?"
Shani guardò Oren.
"Mi chiamo Oren e lei è Shani."
Lo stregone rivolse loro un'occhiata dubbiosa. "Venite da sud. Perché state andando all'accampamento?"
"Non sapevamo che fosse qui." Ore aveva capito che quello era l'armata del nord di re Andew. "È stato un caso."
"Non credo alle coincidenze" disse lo stregone. "Venite con noi."
"Sarà meglio seguirli" disse Oren rivolto a Shani.
"Basta che non ci rallentino o avremo solo sprecato tempo."
I cavalieri li scortarono fino al campo. Prima di arrivare Oren affiancò lo stregone che sembrava al comando.
"Una volta ero la guardia del corpo della principessa Joyce."
"Davvero? Non devi essere molto bravo, visto che è morta."
Oren ebbe un tuffo al cuore. "Morta? Come?"
"Malag" rispose lo stregone.
Non è possibile, pensò Oren. Deve esserci uno sbaglio.
"Hanno" esitò, colto dal dubbio. "L'hanno trovata?" Non riuscì a dire cadavere.
"No, ma tu come la vedi? L'arcistregone poteva usarla come ostaggio per ricattare re Andew, ma non l'ha fatto. Ciò vuol dire che è morta."
"Ci crederò solo quando ne sarò certo" disse Oren.
L'altro scosse la testa.
Al campo vennero accolti da un gruppo di soldati. "E questi due chi sono?"
"Dicono di essere capitati qui per caso" disse lo stregone che li aveva scortati.
"Davvero? Allora finiranno appesi per caso" rispose un soldato.
La sua frase venne accolta dagli applausi.
"Dovremo rimandare lo spettacolo" disse lo stregone. "Il ragazzo dice di essere la guardia del corpo della figlia del re."
"Se è la guardia del corpo della traditrice, è un motivo in più per appenderlo" disse un soldato.
Lo stregone gli rivolse un'occhiata severa. "Se non la smetti di parlare in quel modo della principessa Bryce, ci finirai tu appeso. Io ti ho avvertito."
Il soldato si azzittì.
Oren e Shani smontarono dalla sella e seguirono lo stregone. "Di cosa parlavano quei due? Bryce non è qui?"
Aveva sperato che lei o Vyncent potessero garantire che aveva detto la verità.
"Bryce è andata via" disse lo stregone. "Ufficialmente in missione segreta per conto del re" disse con tono sarcastico. "Ma tutti sanno che è una bugia."
"Quale missione?"
"È andata a salvare il suo amante" disse lo stregone. "Ma io non ti ho detto niente e anche se andrai in giro a raccontarlo, ti farai male da solo."
"Aspetta" disse Oren. "Dov'è andata Bryce di preciso? Se lo sai dimmelo."
"È andata a Malinor, almeno così dicono."
"Perché?"
"La città è sotto assedio da parte dell'orda."
"Un momento" disse Oren. "Re Alion a quest'ora deve aver sconfitto l'orda. C'era un'altra armata?"
"E io come posso saperlo? Aspettate qui. Tutti e due." Fece un gesto ai soldati. "Se cercano di scappare, uccideteli."
"Dove vai?" chiese Oren.
"A parlare con una persona."
Oren e Shani attesero per quasi un'ora prima che lo stregone tornasse. E non era solo.
Con lui c'era Elvana.
La strega sgranò gli occhi vedendolo. "Di tutte le persone che pensavo di non rivedere più, tu sei quella che mi fa più piacere rivedere" disse.
"Lo conosci?" chiese lo stregone.
"È un amico."
"Dice di essere la guardia del corpo della principessa Joyce."
"Lo era. Una volta." Elvana guardò Shani. "Adesso è la scorta di questa qui a quanto pare."
Shani le rivolse un'occhiata ostile. "Attenta a quello che dici, strega."
Elvana ghignò. "E Sibyl? È venuta anche lei?"
"È rimasta a Malinor."
"Capisco" disse Elvana delusa.
"È vero quello che dicono? Malinor è sotto assedio?"
"È una voce che gira."
"E Bryce è andata via?"
"Quella non è una voce, purtroppo" ammise lei.
"Perché?"
"Venite, vi spiegherò tutto. Puzzate come capre e non avete nemmeno la compiacenza di muovervi sottovento."

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