Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    07/05/2019    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nessuna alleanza
 
"Tutti indossiamo una maschera" disse Skeli. "Ma venire nel mio castello indossandone una... Devo ammettere che sei coraggiosa, strega rossa."
Joyce rimase immobile, lo sguardo fisso sugli occhi di Desmodes.
Quand'è che mi ha scoperta? Si chiese. E perché non ho pensato che potesse essere anche uno stregone? Forse perché non indossa alcun mantello. Un rinnegato?
"Che ne diresti se ora ti togliessi quella maschera?" chiese la regina.
Joyce valutò al volo la situazione. Era da sola, in un regno straniero e forse ostile. Nessuno sapeva che era lì, nessuno sarebbe venuta a cercarla. Non aveva idea di quanto fosse forte Desmodes e non sapeva se Skeli e suo figlio avevano dei poteri. Nessuno di loro portava il mantello ma lì a Orfar non sembrava essere un problema.
Togliersi la maschera, pensò. Magari fosse così facile.
"Allora, mia cara?" disse Skeli. "Dimostrami che ti fidi abbastanza di me. Non tradirò il tuo segreto, se è questo che temi."
Joyce cercò di sorridere. "Nessun segreto, maestà."
"Allora perché usi la trasfigurazione?"
Si strinse nelle spalle. "Il mio viso è così insignificante che ho deciso di sostituirlo con un altro."
Skeli sorrise. "Suvvia, non essere timida. Nessuno qui ti giudicherà. Non è vero, Kymenos?"
"Hai ragione tu, madre."
"Sentito?" fece lei soddisfatta. "Togliti la maschera" disse con tono perentorio. "Toglitela subito."
Joyce annullò la trasfigurazione.
Skeli sospirò. "Tutto qui? Desmodes, la tua teoria così cade."
L'uomo le lanciò una lunga occhiata. "È il suo vero aspetto. La trasfigurazione che usava mi aveva tratto in inganno. Con una vista meno acuta passerebbe inosservata a un'occhiata distratta, ma ho sempre avuto un certo talento per..."
"Non ti ho chiesto di raccontarmi la storia della tua vita" fece Skeli con tono infastidito. "Tu credevi che questa sventurata fosse Klarisa, la principessa di Malinor, è invece è una ragazza insignificante."
Joyce arrossì.
"Senza offesa, mia cara" disse Skeli.
"Nessuna offesa Maestà" disse Joyce ricacciando in gola l'orgoglio. "È questo il motivo per il quale porto una maschera."
E per evitare di finire a Krikor, aggiunse. O con la testa tagliata.
Skeli annuì grave. "Non sei così brutta, suvvia. Ho visto di peggio nei bassifondi di questa città, tra il popolino più indigente."
"Grazie maestà" disse Joyce a denti stretti.
"Immagino che tu nemmeno sia nobile, giusto?"
"Ho solo qualche lontano parente di sangue nobile, Maestà."
"Hai detto di far parte del circolo di Berger. È anche quella una bugia?"
"No maestà. È vero."
"Attenta. Igar mi ha detto tutto. Non indossavi il mantello di Berger quando ti sei presentata a Malinor."
Dannato Igar, pensò. Che gli inferi se lo prendano. "Volevo dire che facevo parte del circolo di Berger."
Skeli sollevò un sopracciglio. "E cosa è successo? Sei stata scacciata?"
Joyce annuì. "Esiliata a vita."
"Perché?"
"Ho offeso uno dei tiranni. Forse voi lo conoscete."
"Chi?"
"Adler."
Skeli rise. "Quell'insopportabile damerino? Che cosa hai fatto per offenderlo così a morte?"
"Ho messo in dubbio la sua discendenza da Bellir, il grande eroe."
"Bene, bene" disse la regina compiaciuta. "Brava. Adler è proprio uno stupido. Una volta si presentò qui con la pretesa di consultare i nostri archivi. Era convinto che avessimo qualche documento che provasse la sua discendenza da Bellir. L'ho fatto cacciare via a calci. Te lo ricordi, Desmodes?"
L'uomo si esibì in un inchino. "Non ero ancora al tuo servizio."
"Ma l'avrai sentito dire in giro, no? Ne hanno parlato tutti." Skeli face un gesto vago con la mano. "Occupiamoci della strega rossa, ora. Ho sentito dire che hai ucciso Rancey e distrutto gli albini."
"Dicerie" disse Joyce.
Skeli sorrise. "Lo immaginavo. Però hai aiutato Falgan a conquistare Theroda. E questa non è una diceria, visto che l'ho sentito uscire dalle sue labbra."
Falgan era stato a Orfar? Si chiese Joyce. Deve essere passato di qui prima di dirigersi verso Malinor.
"È vero" ammise Joyce.
"Questo fa di te una combattente dell'alleanza."
"Credo di sì."
"E siccome Orfar ha combattuto contro l'orda, questo fa di noi parte dell'alleanza, giusto?"
"Sì, maestà."
"È per questo che sei venuta fin qui? Pensavi di ricevere aiuto in quanto parte della stessa alleanza?"
"Contavo sulla vostra ospitalità" disse Joyce prudente.
"Sciocca ragazzina" disse Skeli divertita. "Si vede che non capisci niente di queste cose. Non esiste nessuna alleanza."
"So per certo" disse Joyce con voce ferma. "Che a nord re Andew guida un esercito contro l'orda di Malag."
"Re Andew, re Alion" disse Skeli agitando la mano nell'aria. "Hanno combattuto insieme?"
"No" disse Joyce.
"Hanno condiviso le asprezze della guerra?"
"No" ripeté.
"Nessuno di loro si considera alleato dell'altro."
"Ma l'armata di re Andew..."
"Non esiste nessuna armata" disse Skeli. "Credi che combattano insieme per onorare un giuramento solenne? Per amicizia?" Rise. "Sei proprio ingenua. Sono uniti dalla paura. Sono terrorizzati dall'arcistregone. Sanno che se perderanno, il loro mondo verrà distrutto. E allora fanno ciò che farebbe qualsiasi animale. Lottano per la sopravvivenza." Sospirò. "Sai che cosa accadrà quando la guerra sarà finita e Malag sconfitto? Torneranno a combattersi tra loro come hanno fatto per secoli prima di oggi. Io mi limito ad anticipare l'inevitabile."
Joyce si accigliò.
"Desmodes dice che hai visto i colossi in azione" disse Skeli cambiando discorso. "Ma non credo che uno solo di quei mostri abbia potuto distruggere Malinor."
"Non uno solo, ma due" disse Joyce.
Forse tre, pensò, ma non lo disse alla regina.
"Due o duecento non ha importanza, Malinor è troppo grande e troppo ben difesa. Eppure, è crollata lo stesso. Una luna fa non l'avrei creduto possibile, ma adesso..."
"Voglio sapere come sta Bardhian." Joyce aveva atteso fino a quel momento per rivolgerle la domanda che le stava più a cuore.
Skeli non sembrava sorpresa. "Il principe è in buone mani. I miei guaritori lo stanno curando come meglio possono."
"Vorrei vederlo" disse Joyce col tono più educato che poteva.
"Valuterò la tua richiesta, ma mi dicono che per il momento il principe deve riposare. Tornando ai colossi, ho parlato con Falcandro, uno dei miei consiglieri. È un tizio insopportabile, ma è intelligente. O almeno è quello più intelligente tra quelli che Aschan ha risparmiato. Sembra molto interessato a quelle creature e vorrebbe farti delle domande. Andrai da lui subito dopo cena, se per te non è un problema."
"Vi aiuterò come posso, maestà."
Skeli sorrise. "È questo l'atteggiamento giusto. So che sei molto amica di Vyncent, il principe senza corona."
"È stata la mia guida, per un po'." Era inutile mentire. Igar doveva averle raccontato tutto.
Skeli annuì grave. "Spero non sia morto nella battaglia. Lui non era con te e so che non si separava mai da Bardhian, il suo protetto."
Non sai tutto, pensò Joyce. Perché mi chiedi di Vyncent? Vuoi forse che ti dica dove si trova in questo momento?
Nemmeno lei lo sapeva, ma non c'era bisogno di dirle che era prigioniero di Persym.
"L'ho perso di vista poco dopo l'inizio della battaglia."
Skeli annuì di nuovo. "Sì. Immagino la confusione che deve esserci stata."
"Non puoi immaginare che cosa è successo."
"Lo so" disse la regina. "E per quanto possibile vorrei evitare che succeda a Orfar. Prima che tu me lo chieda, la risposta è sì. L'orda si sta dirigendo qui e tra poche decine di giorni arriverà sotto le nostre mura. Per allora devo sapere che cosa dovrò combattere e se ho una sola possibilità di vincere questa battaglia.”
 
Vincere, si disse Joyce mentre lasciava la sala scortata da Desmodes e i due stregoni silenziosi. Skeli deve essere pazza se pensa di vincere contro Persym. Però lei non ha visto i colossi e non sa che cosa l'aspetta.
Era tentata di abbandonarla al proprio destino, ma lei e Bardhian erano lì e se volevano sopravvivere a quella minaccia, doveva collaborare.
Desmodes la portò in uno dei livelli sotterranei della fortezza, almeno due scale sotto il livello del suolo, tra corridoi bui con le pareti incrostate d'umidità.
Le sale erano piccole e strette, quasi delle celle che potevano ospitare al massimo una dozzina di persone, se accettavano di perdere la propria intimità.
Una di queste era sbarrata da una porta di legno rinforzato con borchie di metallo. Desmodes bussò due volte prima che si aprisse cigolando su cardini arrugginiti.
Dal buio emerse il viso affilato di un uomo di mezza età, capelli chiari e radi e il naso adunco. Aveva mani scheletriche e la pelle più chiara che Joyce avesse mai visto, persino più degli albini.
Per un attimo le sembrò di vedere un fantasma.
"Sei tu" disse l'uomo.
Indossava un lungo abito scuro di fattura grossolana legato in vita da una corda marrone.
"Ti ho portato quella persona che volevi vedere" disse Desmodes indicando Joyce con un cenno della testa.
L'uomo le rivolse una lunga occhiata perplessa. "È una ragazzina. Io credevo che si trattasse di una vera strega."
"È tutto quello che abbiamo" disse Desmodes infastidito. "Ha visto i colossi di persona."
L'uomo brontolò qualcosa di incomprensibile e si allontanò dalla porta. "Vieni, entra."
Joyce ubbidì ed entrò nella stanza. Era più grande delle altre e piena di tavoli, ampolle e bracieri. Su uno di essi stava cuocendo una pentola dalla quale proveniva un odore pizzicante.
Su uno dei tavoli vi era un animale grande come un topo aperto in due. Joyce vi gettò un'occhiata fugace e subito se ne pentì quando vide le viscere della povera bestia esposte all'aria.
"Sto cercando di capire come uccidere quelle maledette bestiacce" disse l'uomo. "Infestano la città e la regina mi ha ordinato di eliminarle. Più facile a dirsi che a farsi, se vuoi la mia opinione." Prese una boccetta piena di liquido ambrato. "Prima usavamo questo veleno. Ha avuto qualche effetto, per una decina di lune sono diminuiti, ma poi hanno imparato a fiutarlo e ho dovuto ricominciare da capo."
"Continuate da soli" disse Desmodes disgustato. "Verrò a prenderti prima che cali il buio" disse a Joyce.
Quando la porta si fu chiusa, l'uomo sospirò. "Io sono Falcandro, l'erudito di corte."
"Io sono Sibyl."
"Lieto di conoscerti" disse Falcandro, ma senza alcun entusiasmo nella voce. "Così tu hai visto i colossi, vero?"
Joyce annuì.
"Puoi descrivermeli?"
"Erano grandi. Uno somigliava a un maschio e l'altro a una donna. Erano entrambi calvi."
Falcandro si accigliò. "Maschio e femmina, dici?"
"Sì, ma... non avevano alcuna..." Non riusciva a esprimersi meglio senza provare imbarazzo.
"Ho capito" disse Falcandro. "Non c'è bisogno che ti sforzi. Come sono apparsi sul campo di battaglia?"
Joyce lo ricordava bene. "Si è formato un grande cerchio luminoso e al centro è apparso il colosso."
Falcandro prese un foglio e cominciò a scriversi sopra con un carboncino. "Quanto erano alti?"
"Non lo so. Li ho visti da lontano."
"Erano più alti delle mura di Malinor?"
"Sì" disse Joyce. "Anche più alti della cupola del circolo. Almeno due volte tanto."
"Due volte" disse Falcandro annotando qualcosa sul foglio.
"La femmina lanciava sfere di fuoco."
"Sfere di fuoco" ripeté Falcandro senza staccare gli occhi dal foglio.
Joyce cominciava a irritarsi. "E avevano grandi ali di drago e un becco come quello degli uccelli."
"Ali di drago" disse Falcandro. Sollevò gli occhi dal foglio. "Sul serio?"
"No" disse Joyce.
L'uomo abbassò il foglio e sospirò. "Credevo volessi collaborare."
"È quello che voglio fare" disse Joyce. "Ma io voglio aiutarti a distruggere quelle creature e a me sembra che tu voglia scrivere un libro su di loro."
"Non sarebbe una cattiva idea" disse Falcandro. "Se avessimo qualche libro sull'argomento, sarebbe tutto più facile."
"Vuoi dire che in un libro potremmo trovare il modo di distruggerli?"
"Dico solo che non sappiamo niente di questi colossi. È la prima volta che li sentiamo nominare."
"Halux ne sapeva qualcosa."
Il viso di Falcandro si illuminò. "Halux? Lo stesso Halux di Malinor? Tu lo conosci?"
"Siamo amici."
"Amici" disse Falcandro. "Non credo che quell'insopportabile spocchioso possa averne. Ovunque vada litiga sempre con tutti."
"Tu lo conosci?"
"Non di persona, ma ho sentito dire di lui dagli eruditi di Malinor, quando da giovane sono stato presso la loro accademia." Scosse la testa. "È un vero peccato che ora i loro testi siano persi per sempre. Potrebbero darci una mano."
"Che libro potrebbe esserti utile?"
"Direi che un Sortilegi e Magie di Olistos potrebbe andare benissimo. Anche il Trattato sulle armi e le arti magiche proibite di Perido Antas sarebbe utile, ma sono andati entrambi perduti."
"E Prodigi e Misteri dell'Era della Magia, di Galli Ulfek?" Joyce ricordava ancora il libro dalle pagine strappate abbandonato sul tavolo.
Falcandro si accigliò. "Mai sentito nominare."
"Halux pensava che fosse importante."
"Te lo ha detto lui?"
"No, ma l’ho visto consultare quel libro più di una volta” mentì. In realtà non era sicura di quello che stava dicendo, ma dovevano pur iniziare da qualche parte. “Credo che se tu ne avessi una copia, sarebbe un punto di partenza."
"Vedrò di procurarmela" disse l'erudito. "Per ora credo che possa bastare."

Prossimo Capitolo Mercoledì 8 Maggio
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor