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Autore: heliodor    17/05/2019    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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La rinnegata
 
"No" disse Joyce sottraendosi alla presa. "Ti confondi con qualcun'altra." Cercò di allontanarsi ma il soldato la seguì.
"Sei proprio tu. Mi ricordo di te."
Joyce avanzò a fatica nella calca. "Ti dico che ti sbagli."
"Ti ho vista al campo di Falgan. Tu stavi con la strega dorata e il suo fidanzato, quel damerino con la puzza sotto al naso."
"Ti sbagli" fece Joyce nascondendo l'irritazione.
"Ryde, Ryde" gridò l'uomo. "Eccola qui. Avevi ragione."
Joyce guardò nella stessa direzione e vide un uomo seduto a uno dei tavoli, la schiena appoggiata al muro e un sorriso beffardo disegnato sul viso.
I loro sguardi si incrociarono per un istante e Joyce capì di aver fato un errore.
Il volto dell'uomo si illuminò. "Portala qui, Demezios."
"Vieni" disse l'uomo. "Non si rifiuta un invito della Tigre Bianca."
Joyce valutò se voltargli le spalle e uscire in fretta dalla taverna. Quegli uomini sembravano a loro agio e potevano avere degli amici. Qualunque cosa volessero da lei poteva provare ad ascoltarli e poi decidere.
"Sì" disse con tono poco convinto. "Andiamo."
Demezios la scortò fino al tavolo.
Attorno a questo, oltre a Ryde, c'erano altre sei persone. Quattro uomini e due donne. Tutti, Ryde compreso, indossavano un mantello di colore diverso.
Quello di Ryde era bianco con fregi dorati. Una delle donne, la cui pelle era nera come la notte, indossava il celeste sbiadito. L'uomo accanto a lei portava un mantello color oro con ricami rosso e platino.
"Fatti vedere" disse Ryde. "Sei proprio tu?"
Joyce si fermò davanti al tavolo. "Ci conosciamo?"
Ryde rise. "Io conosco te, strega rossa."
"Strega rossa" esclamò la donna. "È proprio lei? La facevo più alta e imponente."
"Certo che è lei" disse Ryde annuendo. "Falgan me l'ha confermato."
Quello stregone serviva Falgan? Si chiese Joyce. Che ci fa qui? E come fa a conoscermi?
"Sei sorpresa, vero?" fece Ryde con tono compiaciuto. "Succede sempre quando ci si rende conto che si è delle celebrità. E tu lo sei, strega rossa."
La donna al suo fianco ridacchiò. "Hai davvero dato una lezione a quegli albini?"
Joyce la guardò meglio. Il colore della sua pelle non era scuro come quello di Darran e Alil, ma di una tonalità più chiara. "Tu vieni da Mar Qwara?"
La donna scosse la testa. "Mia madre era di Mar Shedda, ma venne mandata in esilio dalle facce pallide quando scoprirono che aveva i poteri. Fu fortunata perché sposò un uomo di Nazedir e sono nata io."
"Non porti il mantello di Nazedir" disse Joyce.
La donna sorrise. "Brava, sei un'ottima osservatrice. È vero, porto il mantello di Mar Shedda, se vuoi sapere la verità."
"Ti hanno accolta nel loro circolo?"
La donna rise. "No. Ho ucciso uno dei loro stregoni che si trovava a Nazedir come scorta per un albino importante e me lo sono tenuto."
Gli altri risero a loro volta.
"Mi piace sempre quando racconti quella storia, Nara" disse un uomo sporgendosi in avanti.
"Se mi offri da bere te la racconto di nuovo."
L'uomo rise.
Joyce guardò Ryde. "Tu eri con Falgan quando è venuto a Malinor?"
L'uomo annuì.
"Se fai parte dell'alleanza, che ci fai qui?"
"Io lavoravo per Falgan, ma non faccio parte dell'alleanza" rispose Ryde. "Per la precisione, ho svolto per lui un solo incarico, ma è stato molto vantaggioso."
"Quale?"
Ryde ghignò. "Ho preso per Falgan una pericolosa bestiaccia che gli aveva morso la mano. E ha cercato di morderla anche a me, per questo ho dovuto punirla. Alla fine l'ho chiusa in una gabbia e l'ho riportata dal suo padrone, com'era giusto che fosse."
Joyce strinse i pugni. "Marq" disse tra i denti.
Ryde annuì. "È stata una caccia interessante, quella. L'idiota stava andando verso Malinor. Se avesse proseguito verso nord, lo avrei mancato. Chissà che cosa ci stava andando a fare nella città di Alion il Perdente."
Stava venendo da me, pensò Joyce. Voleva convincermi a passare dalla parte di Malag. Come può essere stato così pazzo?
Ryde scrollò le spalle. "Comunque sia, quei soldi sono finiti in fretta, sai come funzionano queste cose. Ho sentito dire che a nord c'erano più possibilità di guadagno ed eccomi qui, pronto per una nuova caccia."
Joyce non riusciva a non pensare a Marq, che aveva corso tutti quei rischi per lei, nonostante lo avesse tradito.
"E tu che notizie porti da sud, strega rossa?" fece Ryde.
"Vengo da Malinor."
"È vero quello che si sente dire in giro?" chiese Nara. "Che la città è caduta?"
"È tutto vero" disse Joyce.
"E i colossi?" domandò Demezios con tono ansioso. "Sono veri anche quelli?"
Joyce annuì. "Li ho visti con i miei occhi."
"Non è possibile" urlò uno di quelli seduti al tavolo. "Ci prende in giro."
"Ho sentito anche io delle voci" disse Ryde serio. "La strega rossa sta dicendo la verità. Quei mostri sono veri."
"Se è così, la guerra è finita" disse Nara. "Malag distruggerà l'armata dell'alleanza come ha distrutto quella di re Alion."
"Io non penso affatto che la guerra sia finita" disse Ryde. "E non è detto che Malag controlli i colossi. Per quanto ne so, è quel rinnegato di Persym a guidare l'armata che ha distrutto Malinor."
"Persym si è alleato con Malag?" chiese Demezios. "Non era a Krikor?"
"Pare che sia riuscito a scappare" disse Ryde. "E non penso voglia allearsi con Malag."
"Quindi vincerà l'alleanza?" fece Nara. "In fondo Persym era uno dei comandanti, no?"
"Io credo che combatta solo per sé stesso in questo momento" disse Ryde. Sospirò. "E tu perché sei qui, strega rossa e non sei invece con i tuoi amici dell'alleanza?"
"Sto cercando una persona" rispose Joyce.
"Dicci chi è. Forse possiamo aiutarti."
Ne dubito, pensò Joyce. "Non posso pagare per le informazioni."
Ryde sorrise. "Ti abbiamo per caso chiesto del denaro? Ti ho offerto il mio aiuto. Tutti sanno che aiuto sempre gli amici, non è vero?"
"Giusto" disse Nara.
"Vero" fece Demezios.
Tu non sei mio amico, pensò Joyce.
Però le informazioni le servivano o non avrebbe mai trovato quella donna. "Sto cercando una strega di nome Joane."
Ryde sgranò gli occhi. "Joane? Joane di Barakzah? La Stella Nera?"
"Proprio lei" disse Joyce accigliata.
Ryde rise e sbatté la mano sul tavolo. "Sei nel posto giusto allora. Tutti quelli che vedi in questa sala e la maggior parte di quelli che sono fuori stanno cercando quella maledetta rinnegata. Siamo qui per questo."
Joyce fece per dire qualcosa ma ci ripensò.
"Questa caccia è per lei" disse Nara.
"Non è divertente?" fece Ryde con tono gioviale. "Alla fine saremo compagni d'avventura."
Joyce si sentiva frastornata. Joane era una rinnegata? Che cosa aveva fatto per avere quella fama? Di solito i rinnegati erano persone che avevano compiuto qualche crimine davvero grave. Se Joane era una di loro, non aveva alcuna speranza di portarla dal figlio.
"Ora devo proprio andare" disse con educazione.
Ryde fece un gesto vago con la mano. "Vai, vai. Ma sappi che domani all'alba partiremo per la caccia. Vedi di non fare tardi o te la perderai."
"Spero di no" disse prima di voltarsi e andare via.
Joane una rinnegata, pensò. E adesso come faccio? Per prima cosa devo trovare una stanza per stanotte o dormirò in strada.
Andò al bancone facendosi strada nella calca. Al posto della donna c'era un uomo dall'aria affaticata che puliva un boccale vuoto con uno straccio sudicio.
"Vuoi bere?"
Joyce scosse la testa. "Tu sei Aghas?"
"È il nome che mi ha dato mia madre. Mio padre non l'ho mai conosciuto. Che ti serve?"
"Una stanza per la notte."
Aghas riempì il boccale fino all'orlo con un liquido ambrato spillato da una botte. "Posso dartene una domani."
"Ma io ci devo dormire stanotte."
Lui scosse le spalle. "Sono tutte occupate."
Joyce mise sul tavolo cinque monete.
"Risparmia i soldi" disse Aghas. "Ti ho detto che sono già state prese tutte."
"Da chi?"
Aghas indicò il fondo della sala. "Da quello lì e i suoi amici."
Joyce si voltò e vide Ryde e i suoi amici che se la ridevano tra di loro.
"Prova a chiedergli se te ne danno una."
"Lasciamo perdere" disse Joyce. Si diresse all'uscita.
Dalla folla riunita nel cortile antistante la taverna si erano alzate delle voci.
"Dagli una lezione Marg" urlò una donna con voce sguaiata.
"Fallo a pezzi."
"Insegnagli le buone maniere a quello lì."
Joyce lottò per farsi strada a spintoni fino ad arrivare nelle file avanzate e gettò un'occhiata verso il cortile.
Un ragazzo dalla figura esile era a terra, il dorso della mano sul volto.
Un uomo dal fisico atletico e i capelli tagliati a spazzola incombeva su di lui. Al suo fianco pendeva una spada la cui punta sfiorava l'acciottolato.
"Prendilo a calci" gridò un uomo.
"Ne hai abbastanza ragazzo?" disse l'uomo indietreggiando di un passo.
La figura distesa a terra si alzò con uno scatto agile. Joyce aveva già visto il suo volto qualche ora prima, nel giardino del circolo di Barakzah. Era quello di Beric.
Nelle sue mani vide brillare qualcosa.
Dalla folla si alzò una specie di ululato.
"Uccidi il piccolo stregone Marg."
Marg doveva essere l'uomo che era al centro della piazza. La sua mano andò all'elsa della spada. "Niente incantesimi, ragazzo, o quelle mani te le taglio e ne faccio una collana."
Beric alzò le mani verso Marg e nello stesso momento un raggio di luce lo colpì al petto e lo scagliò lontano. Il ragazzo crollò come un fantoccio e rotolò sul selciato.
Joyce voltò la testa di scatto verso il punto dal quale era arrivato il raggio magico e vide un uomo dai capelli neri farsi strada tra la folla.
È stato lui a colpirlo? Si chiese.
D'istinto si lanciò verso Beric.
Marg nel frattempo aveva estratto la spada e l'agitava contro la folla. "Qualcun altro vuole misurarsi con Marg l'ammazzastregoni?" urlò.
La folla sembrò ritrarsi davanti a quella minaccia.
Joyce evitò lo sguardo di Marg e raggiunse Beric, che nel frattempo si era ripreso. Al centro del petto aveva una bruciatura dove il raggio l'aveva colpito.
Anche l’uomo dai capelli neri li raggiunse. "Beric" esclamò. "Che ti è saltato in mente?" Gli tese la mano, ma l'altro la rifiutò.
"Che ci fai qui? Vattene" disse Beric alzandosi su gambe incerte. Guardò Joyce. "E tu che vuoi?"
"Volevo aiutarti" disse Joyce.
Il tizio dai capelli neri prese Beric per un braccio. "Lascia stare Marg. Non gli hanno dato quel soprannome per caso."
Beric si divincolò dalla presa con un gesto brusco. Solo allora sembrò rendersi conto che era ferito. Si guardò il petto e la camicia strappata dove il raggio magico l'aveva colpito. Sotto di essa la pelle era violacea. "Mi stavi per uccidere" disse con tono lamentoso. "Kellen, volevi uccidermi?"
"Ti ho salvato la vita, idiota." Indicò il centro del cortile dove Marg agitava la spada e minacciava la folla.
"Avanti, nessuno vuole sfidarmi?"
"Andiamo via" disse Kellen. "Non è posto per te, questo."
Beric si appoggiò a lui. "Da quanto sei tornato?"
"Mi sono messo in viaggio non appena ho saputo della caccia a Joane." Guardò Joyce. "Non ti conosco."
"Nemmeno io" rispose lei. "Ma sto cercando la stessa Joane di cui parli."
Kellen guardò la folla. "Perché non stai cono loro?"
"Non la cerco per ucciderla" disse Joyce.
Kellen sembrò soppesarla con gli occhi. "Vieni con noi. Andiamo a parlare in un posto più sicuro."

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