Serie TV > Shameless US
Segui la storia  |       
Autore: MatsuFla    27/05/2019    1 recensioni
Come sarebbe andata la storia se Ian, etero convinto, fosse stato davvero il ragazzo di Mandy?
Dal testo: Questa è la storia di come il fratello della mia ragazza mi ha cambiato la vita. Non credevo potesse mai accadere nulla del genere, ma alla fine è successo!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mandy Milkovich, Mickey Milkovich
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                               

Cap 19/19 - Thanksgiving Day Special - Tu ti meriti un tacchino vero

Torno a casa e, esattamente come quando sono andato via, nessuno si accorge di me.
Sono tutti appostati intorno alla teglia, impegnati a contemplare la loro aquila.
         
"C'è entrato poco ripieno." Sento dire a Debs con voce delusa.
"Per quanto dovremmo cuocerla?" Chiede Veronica.
"Per il tacchino sono 40 minuti al chilo." Risponde Fiona storcendo il naso.
Arrivo indisturbato fino alla cucina, mi faccio spazio tra l'ammucchiata di Gallagher e sbatto l'enorme tacchino che ho in spalla violentemente sul bancone davanti a loro.
"Non mangeremo un'aquila dalla testa bianca per il giorno del Ringraziamento."
"Questo coso è enorme, molto meglio dell'aquila dalla testa bianca!" Squilla Carl mentre inizia ad ispezionarlo insieme a Debs.
"Prego, piccoletto." Dico apprezzando l'entusiasmo generale.
"E con questa che ci facciamo?"
"La buttiamo?" Chiedono perplesse Fiona e V riferendosi all'aquila.
"Col cavolo, quella la mangiamo comunque! A rostro, in padella, fritta... non mi importa, ma la mangiamo! Cacciala, uccidila e mangiala... il codice del cacciatore. In nessun modo lascerò che il simbolo più sacro della libertà americana nonché individuale venga buttato via, la metto nel congelatore." Protesta animatamente Kev.
"Possiamo sempre mangiarcela per Natale." Osserva giustamente V mentre il marito afferra il volatile per una coscia e si dirige verso il frigo, ma una volta aperto il frizzer si rende conto che non c'è abbastanza spazio per riporcelo dentro.
"Qui siete al completo, ragazzi. Portiamo l'aquila e il tacchino SPAM all'Alibi, nel congelatore grande."
"Ian, farcisci il tacchino e mettilo a cuocere mentre noi andiamo all'Alibi. Quel coso è enorme, ci vorrà un'eternità prima che sia pronto! Nel frattempo potremmo giocare a football in giardino." Dice Fiona già pronta ad uscire da casa con Kev e V.
"Nudi contro vestiti, come al solito! E tu e V ovviamente giocate nella squadra dei nudi!" Ridacchia Kev rivolgendosi alla maggiore dei Gallagher.
Approfittando del momento di calma, Ian mi prende per un polso e mi trascina in camera da letto e io per un momento spero che l'idea di farcire il tacchino lo abbia eccitato tanto da voler fare lo stesso con me all'istante... invece no.
"Non ti chiederò dove sei stato... ma dimmi almeno da dove viene quel tacchino!" 
"L'ho comprato!" Lo dico un po' risentito, come se non fosse legittimo il suo dubitare che sia realmente così. Ma lui sa che non sto mentendo, ormai sa riconoscere le mie bugie.
"Cazzo, Mick! Quel bestione sarà costato una fortuna! Dobbiamo ancora 200 dollari alla zia Rande e-"
"No, non dobbiamo un cazzo a quella vecchia strega! Terry le doveva quei soldi... non capisco perché ti ostini a voler pagare il suo debito."
"Perché sappiamo che Terry non lo farà mai... e io vorrei che la 'vecchia strega' si ricredesse su di noi e venisse qui per il Ringraziamento dell'anno prossimo..."
"C'è già abbastanza gente qui, Ian!"
"A Mandy e Molly farebbe piacere... e anche a me!"
"Come ti pare." Sbuffo rassegnato.
"Perché l'hai fatto? Avevamo il tacchino di SPAM e l'aquila, non-"
"Tu ti meriti un tacchino vero, Ian. Io... io voglio che tu sia felice."
Ci risiamo, Mickey... di nuovo questi discorsi da ragazzina del cazzo! Ma è colpa di questa maledetta testarossa e quegli occhi da cucciolo che mi fottono il cervello!
Devo tornare in riga subito!
"Volevo dire che... da me avrai un fottuto uccello ogni volta che lo desideri, palle di fuoco, ti basta solo chiedere!" Lo guardo in modo strafottente e lui ride.
"Lo so... e mi basta questo per essere felice!"
Mi bacia e io ne approfitto subito per metterlo con le spalle al muro, pressato tra la parete e il mio corpo fremente.
"N-no Mick... devo farcire il tacchino." Protesta in modo pacato anche questa volta.
"Esatto... è proprio quello che avevo in mente!" Riprendo a baciarlo con molto trasporto finché il brontolio del mio stomaco non mi coglie di sorpresa.
In effetti... sto morendo di fame e se non mettiamo a cuocere quel tacchino del cazzo non mangeremo mai! Così, dopo un ultimo bacio, lascio che per una volta lo stomaco abbia la meglio sul mio uccello e ritorniamo in cucina dove troviamo Lip, in disparte dal mucchio di altra gente che bivacca in casa nostra. 
"Allora, Mick, tu apri le cosce e io ci ficco il ripieno." Ostenta un atteggiamento indifferente e noncurante ma non so fino a che punto sia casuale la sua scelta di parole, in ogni caso colgo la palla al balzo... anche solo per infastidire quella faccia di culo di Lip che, seccato dalla situazione, ha già sollevato un sopracciglio.
"Se non lo fai come si deve c'è il rischio che rimanga un po' secco."
"Oh no, non c'è niente di peggio!" A questo punto anche Ian, che ormai mi sta chiaramente assecondando, partecipa divertito al mio farmi beffa di suo fratello.
"Già, puoi dirlo forte! Potresti ungerti le dita e-" 
"Cristo Santo, non so se lo state facendo a posta ma smettetela subito!"
"Che c'è, Gallagher, l'arte culi-in-aria ti mette a disagio?"
"Ma che avete voi gay? Tutto è fatto sempre in funzione del sesso."
"Non perdiamo tempo." Sorrido compiaciuto e Lip scuote la testa sconcertato.
Dopo aver infornato finalmente il bestione, Ian guarda l'orologio e sobbalza.
"Vado a portare le torte alla signora Campbell. Controllate il tacchino, io torno subito."
"Vengo con te, ti aiuto con le torte." Dico subito io per evitare di essere abbandonato in questo inferno di ospiti rompicoglioni.
"No, vado io con Ian!" La voce squillante di Molly non lascia possibilità di replica. La ragazzina afferra una teglia per ogni mano mentre Ian ne tiene in equilibrio altre tre e insieme escono ridacchiando felici e contenti.
Rimasto solo con il maggiore dei Gallagher con la faccia da scemo, cerco di riempire il silenzio imbarazzante che è calato nell'istante in cui Ian ci ha lasciati.
"Vuoi una birra?" Mi avvicino al frigo, già pronto ad aprirlo.
"Non ho sete."
"Nessuno beve birra perché ha sete."
"Sto bevendo un po' troppo ultimamente, cerco di tenere la cosa sotto controllo."
"Come ti pare." Rinuncio anche io alla birra, incrocio le braccia al petto e rimango a guardarlo in silenzio mentre con un salto si siede sul bancone.
"Sai, Mickey..." Lip stringe forte con entrambe le mani il bordo di legno, come se cercasse di tenersi ancorato alla realtà per non perdersi nei suoi pensieri.
"Io e Ian ci alzavamo tutte le mattine e facevamo duecento flessioni prima di andare a scuola... un vero duro da Accademia Militare. Voleva diventare un soldato." Tiene gli occhi bassi e sembra quasi che più che parlare con me stia parlando a se stesso.
"Non lo so... crede che... il bipolarismo lo condanni ad essere un pezzo di merda come nostra madre... magari è vero."
"Magari no." Ribatto subito a muso duro e lui solleva gli occhi su di me.
"Non so quanto ti abbia raccontato Ian, se sai tutto quello che ha passato... che noi tutti abbiamo passato."
"Si, uh, non pensavo che le cose potessero andare così male." Dico io ripensando a tutto quello che mi ha detto Ian sulle cose folli che ha fatto in passato.
"Potrebbero andare anche peggio... molto peggio."
I suoi grandi occhi azzurri si riempiono di lacrime a cui non permette però di cadere.
"Non ho mai avuto dubbi sul fatto che sarei stato io a prendermi cura di lui, l'idea mi spaventava ma... io e Ian siamo talmente legati che non avevo mai pensato che potesse essere diversamente. Poi però ho iniziato il college... sono lì tutti i giorni e mi sento... in colpa, sai, per non essere qui ad aiutarlo, capisci? E l'unica ragione per cui resto lì è che... aiutarlo... non posso. Perché io ho speso... tutta la vita cercando di aiutare mia... mia madre che... ha la stessa malattia e... non c'è niente da fare."
Tira su con il naso e mi guarda con uno sguardo carico di sensi di colpa, probabilmente lo infastidisce mostrarsi così ai miei occhi, non lo farebbe se non avesse uno scopo ben preciso... e io so già dove ci porterà questa conversazione.
"Nostra madre ci ha fatto passare l'inferno e... non dico che anche Ian ci fa passare l'inferno, ma nella fase maniacale... possono essere distruttivi."
Salta giù dal bancone e mi viene incontro gesticolando visibilmente agitato.
"A volte è incapace di badare a se stesso. Sono tanti alti seguiti da altrettanti bassi, a ripetizione. Potrebbe anche tentare il suicidio, lo sai?"
"Nasconderò i coltelli finché non si sarà ripreso. Mi... mi occupo io di lui, ok? Me ne occuperò anche quando non starà bene."
So che è difficile crederlo... nessuno crede che io riesca a prendermi cura di lui, cazzo, non so prendermi cura neanche di me stesso... ho avuto gli stessi dubbi anche io all'inizio, non essere in grado di occuparmene era la mia più grande paura... ma ora so di potercela fare perché finalmente ho capito che non sono io a prendermi cura di Ian ma ci prendiamo cura l'uno dell'altro, buona e cattiva sorte, gioie e dolori, in salute e malattia e tutte le altre stronzate.
Insieme ce la faremo!
"Potrebbero volerci settimane. Ha sbalzi d'umore, ok? È quasi impossibile controllarli."
"Non venirmi a dire cos'è impossibile! Ce ne occuperemo qui. Tu, io, noi. La sua fottuta famiglia." Agito il dito come fosse una spada che rimbalza tra lui e me, urlo a pochi centimetri dalla sua faccia e poi vado verso al frigo, un po' per nascondere le cazzo di lacrime che mi annebbiano la vista e un po' perché ora ho proprio bisogno di una fottuta birra, ne prendo una e richiudo il portellone sbattendolo violentemente.
"Non finirà un'altra volta in un cazzo di manicomio. Mi hai sentito? Lui resta qui. Resta con me." Continuo a ciondolare avanti e in dietro mentre stappo la bottiglia, la porto alla bocca ma il nodo che mi stringe la gola mi impedisce di bere.
"Scusa, non dev'essere stato facile per voi farlo ricoverare e tutto il resto, lo avete fatto per il suo bene e lo capisco, ma non ce ne sarà più bisogno. Cazzo, viviamo insieme da cinque mesi ormai e sta alla grande!"
"Sei stato bravo, Mickey. Ci hai provato. È più di quanto avrebbero fatto in molti. Sono sicuro che hai buone intenzioni però... non hai idea in che cosa ti stai cacciando. Sei sicuro di riuscire ad affrontare la situazione anche quando si farà davvero difficile?"
"Non vado da nessuna parte... e neanche Ian, sta benone. Controllo che prenda le sue pasticche del cazzo, lo accompagno in clinica quando ha appuntamento con la strizzacervelli e tutte le altre stronzate che gli permettono di tenere la malattia sotto controllo. Lui è felice qui con me."
"Questo lo vedo... e te ne sono grato. Voglio solo essere certo che-"
"Io lo amo. Così com'è." Lo interrompo dando fiato alla mia boccaccia senza nemmeno rendermene conto. Porca troia, ho davvero detto a quel saputello del cazzo che amo suo fratello? Cazzo, sono diventato proprio una fighetta!
"Merda, non dire a Ian che te l'ho detto!" Balbetto imbarazzato, cazzo.
"Anzi, non dirlo ad anima viva altrimenti-" Mentre ora uso un tono intimidatorio.
"Tranquillo Mickey, non rovinerò la tua reputazione da grandissimo stronzo."
Sorvolo sull'offesa e gli rivolgo un cenno di moderata gratitudine con la testa.
"Allora... ti affido il mio fratellino. Sappi comunque che Ian potrà contare sempre sull'aiuto della sua famiglia. E se ti azzardi a fare lo stronzo con lui farai meglio a scappare in Messico." Lip ride ma sembra comunque dire sul serio.
"Non si fottono i Gallagher!" Mi ruba la birra dalle mani e raggiunge gli altri sul divano.

Penso di non aver mai mangiato tento in vita mia, il frigo è pieno di avanzi e credo che mangeremo tacchino e torta di zucca per settimane. 
Abbiamo passato il pomeriggio a bere e giocare a football in giardino tanto che ora, anche se non sono nemmeno le nove, siamo tutti moribondi al punto che nessuno ha la forza di far chiudere il becco a Greg che ci annoia a morte con il suo sproloquio sul Ringraziamento a cui non frega niente a nessuno.
"Siamo arrivati in un paese e abbiamo ucciso tutti i nativi dopo che loro ci avevano nutrito quando stavamo morendo di fame e per ringraziarli li abbiamo costretti ad abbracciare una religione diversa, abbiamo eliminato la loro lingua nativa e la loro cultura e poi li abbiamo esiliati... e ora si parla di tacchini!"
I Ball hanno tolto le tende circa un'ora fa, i più piccoli sono crollati addormentati in un'ammucchiata informe mentre giocavano sul tappeto e noi altri siamo costretti a sorbirci questo supplizio del cazzo da almeno quindici minuti.
"Dobbiamo renderci conto di quello che abbiamo fatto, il genocidio che i nostri avi hanno commesso in questo paese..."
Ian è seduto accanto a me sul divano, mi è praticamente sdraiato addosso, con la sua schiena contro il petto e la testa rossa ad un palmo dal mio naso. Di sicuro se non fossi alticcio mi sentirei a disagio a starmene così davanti a tutti e lo allontanerei come faccio di solito, e succede spesso dato che invece lui non ha problemi a lasciarsi andare ad effusioni di fronte alla gente, ma in questo momento non me ne fotte un cazzo di nessuno.
Purtroppo Ian decide di alzarsi per recuperare Molly dal pavimento e portarla a letto. La prende tra le braccia e io rimango incantato come un coglione a guardargli i muscoli delle spalle contrarsi sotto la maglietta aderente, poi i miei occhi scivolano giù fino al sedere dove i pantaloni, tirati per la posizione accovacciata, lasciano intravedere l'elastico dei boxer. Questo spettacolo paradisiaco mi fa perdere il del tutto controllo! 
Non sarò mai troppo stanco o troppo ubriaco per non eccitarmi guardando Ian.
Appena lui torna in salotto dopo aver lasciato Molly in camera io scatto dal divano come una molla e lo prendo per mano... si cazzo, l'ho proprio preso per mano!
"Ok, ora basta... noi due andiamo a scopare, tappatevi le orecchie e chiudete la porta quando andate via." Trascino Ian in camera da letto mentre lui continua a protestare e, dopo averlo inchiodato contro il muro, mi avvento sulle sue labbra con foga per zittirlo.
Scendo a baciargli il collo e appena ha la bocca libera lui ne approfitta per parlare.
"Dovrei tenerti in astinenza più spesso." Sussurra lascivo contro il mio orecchio. È passata solo una settimana dall'ultima volta che abbiamo fatto sesso, ma paragonato al nostro solito programma di scopate quasi quotidiane, a me è sembrata una fottuta eternità.
"Cazzo no!" Protesto prima di mordergli la clavicola da sopra il tessuto della maglietta. 
"Devi scoparmi tutta la notte!" Le mie mani sono ovunque su di lui, le mie labbra non gli lasciano tregua neppure per un maledetto secondo.
"M-Mick aspetta... asp-... Mickey, aspetta un attimo!" Blatera la testarossa.
"Che c'è?" Sbotto spazientito quando lui mi allontana leggermente con una mano.
"Vuoi farlo sul serio?"
Faccio un ampio passo indietro, ponendomi tra lui e il letto, mi sbottono la camicia rimanendo per tutto il tempo con gli occhi fissi su di lui e poi la lascio cadere per terra.
"Vuoi scopare o no, testarossa?" Allargo le braccia in un gesto che è a metà tra la richiesta di darmi una risposta e un invito ad accettare la mia offerta. Lo vedo deglutire a vuoto e mordersi il labbro inferiore, si sfila la maglietta tirando verso l'alto l'orlo del collo da dietro la nuca mentre io sorrido compiaciuto per averlo finalmente convinto.
"Ok, però facciamo piano!" Sussurra lui prima di atterrarmi sul materasso.
"Non ci penso nemmeno!" Sorrido sarcastico e lo bacio mentre ci liberiamo dei vestiti.
Ci sistemiamo sul letto, occupando i nostri posti abituali, io dal lato della porta e Ian sulla sinistra vicino alla finestra, uno difronte all'altro, faccia a faccia, appiccicati.
         
Ian fa scivolare una mano tra le mie gambe e mi accarezza lentamente, sollevo i fianchi per incontrare la sua mano ed incitarlo ad aumentare la velocità, ma lui si rifiuta di cambiare quel ritmo, straziante ma dolce allo stesso tempo.
Io so che lo sta facendo apposta... ma non so bene il perché.
Forse vuole torturarmi per avergli dato il tormento per tutta la settimana;
Forse, sdolcinato com'è, preferisce del sesso dolce e romantico per il Ringraziamento;
Forse cerca solo di farlo nel modo più silenzioso possibile;
O semplicemente ha voglia di farlo così...
Mi va bene tutto perché lui rende ogni cosa fottutamente fantastica in ogni caso!
Dopo qualche minuto passato a stuzzicarci pigramente e prepararci a vicenda gli afferro la mano sinistra con la mia e me la poso sul cuore che inizia a battere spasmodicamente come un fottuto martello pneumatico quando lui intreccia le nostre dita. Senza mollare la presa ruoto voltandogli la schiena e facendo aderire perfettamente il suo corpo al mio mi avvolgo con il suo braccio. Ian si solleva sul gomito e inizia ad alternare baci e piccoli morsi lungo tutto il mio collo e le spalle, quando finalmente lo sento entrare dentro di me soffoco sommessamente un grugnito premendo la faccia nel cuscino mentre lo trattengo ancora stretto a me, semplicemente non volendo lasciarlo andare.
Abbiamo le gambe sovrapposte le une sulle altre e le dita dei piedi accartocciate per l'intensità del momento; tutto ciò che resta delle lenzuola, sotto le quali ci eravamo rintanati per ripararci dal freddo pungente di fine Novembre, è un groviglio di tessuto bianco che ci copre i bacini nascondendo ciò che di fottutamente meraviglioso sta succedendo là sotto. Mentre continua a baciarmi tra le scapole e dietro la nuca lo sento sorridere sulla mia pelle ogni volta che mi lascio sfuggire dei lamenti di piacere. Ormai vicino alla sua conclusione mi stringe ancora di più contro di sè quando anche io inizio a tremare e con un ultimo gemito giungiamo all'apice nello stesso momento. Non è esplosivo come lo è di solito ma è più come un'onda di calore che dal basso ventre si propaga in tutto il corpo, come immergersi in un bagno caldo quando si è infreddoliti da morire, è come annegare... ma in modo meraviglioso. Un orgasmo totalizzante, che coinvolge e sconvolge tanto il corpo quanto la mente, un piacere che sembra finire solo quando si è sfiniti. Ancora scosso dai postumi mi ritrovo a sorridere, guardo Ian con la coda dell'occhio e vederlo teneramente accoccolato dietro di me fa allargare le mie labbra ancora di più in un sorriso che va da un orecchio all'altro. Bacio il dorso della sua mano che è ancora intrecciata alla mia, giro la testa oltre la spalla per incontrare i suoi occhi e lui subito mi bacia con passione, afferrandomi da dietro la testa con l'altra mano mi attira a se per approfondire il contatto. È la sensazione più straordinaria che io abbia mai provato, dico sul serio, cazzo. Ma non è solo per il sesso... si, senza dubbio quello è fottutamente fantastico... con Ian mi sento libero di essere me stesso. Quando siamo soli non mi dispiace concedergli qualche tenerezza, anzi, ad essere onesto, mi piace da impazzire... ma non glielo dirò mai!
Dopo il bacio rimaniamo vicini qualche secondo, i nasi che si sfiorano, i respiri ancora ansimanti che si mescolano, il blu che si scioglie nel verde dei nostri occhi che si incatenano. Nella penombra della stanza seguo con lo sguardo la linea morbida della sua mascella, scendendo lungo tutto il collo fino alle clavicole rimango estasiato nell'ammirare i suoi muscoli tesi dar vita a tante piccole sporgenze e rientranze che mi lasciano completamente senza fiato mentre lui esce ritraendosi piano e malvolentieri. Forse anche Ian, come me, sente già la mancanza di quella straordinaria connessione.
Immediatamente, come se perdendo il contatto con lui mi avessero staccato la spina, perdo le forze e crollo con la faccia sul cuscino. Dopo aver chiuso gli occhi sento Ian alzarsi dal letto e uscire dalla stanza poi, dopo pochi minuti lo vedo tornare con gli avanzi della torta di zucca e un gran sorriso sulle labbra.
Ovviamente tutto ciò lo ha fatto rimanendo completamente nudo!
"La via era libera. Gli ospiti se ne sono andati e chi è rimasto dorme." Si giustifica il ragazzo con le chiappe al vento. Torna a letto e ci mettiamo seduti a mangiare con l'unica forchetta che ha portato, così da costringermi a farmi imboccare.
"Siamo dei pessimi padroni di casa, non ho mai sentito di nessuno che durante il Ringraziamento molla i parenti nel proprio salotto per scopare nella stanza accanto!"
"Né i Milkovich né tantoméno i Gallagher si scandalizzano per cose del genere."
Ian non risponde nulla perché sa che ho ragione! Continua a mangiare ridacchiando.
"A cosa stai pensando?" Chiedo vedendolo assorto nei suoi pensieri.
"Come ti chiami?"
"Eh?" Sobbalzo confuso.
"Il tuo nome completo... qual è?"
"Mikhailo Alezandr Milkovich. E il tuo?"
Annuisce con un'espressione soddisfatta sul volto e poi aggiunge semplicemente...
"Ian Clayton Gallagher."
"Perché me lo chiedi?" Cerco di capire da dove venga questa strana domanda visto che dopo averla fatta ha smesso di parlare, riprendendo a mangiare come se niente fosse nonostante io stia continuando a guardarlo insistentemente come un coglione nella chiara attesa di una qualche spiegazione, ma lui con nonchalance risponde...
"Mah... così."
Continuo a fissarlo in silenzio per qualche minuto, lui mi porge l'ennesima forchettata di torta e sorride quando la mangio goffamente, facendone cadere parte sul letto.
"Hey, Mikhailo... hai mai pensato a come ti vedi in futuro?"
Ecco un'altra domanda ancora più strana! Ma che cazzo vuol dire? Prima di lui io non facevo programmi nemmeno per i weekend, tanto era tutto inutile. I Milkovick vivono alla giornata! Non ho mai pensato ad un futuro che non mi vedesse chiuso al gabbio o morto in qualche vicolo per questioni di droga finite male.
"Sì, insomma, che ne so... tipo sposato e con una famiglia?" Continua tranquillamente mentre io mi pietrifico all'istante. Inizio a balbettare come un idiota e sfodero la mia collezione di tic nervosi sentendo l'agitazione prendere il sopravvento.
"Relax psycho, non voglio farti nessuna proposta! Non tirerò fuori nessun anello da nessuna scatolina di velluto... era solo per parlare." Ian giocherella con l'ultimo pezzo di dolce infilzandolo ripetutamente con la forchetta.
"Cristo Santo, vuoi che stendiamo un telo e ci mettiamo a guardare le stelle cadenti?"
È tutto quello che riesco a dire per smorzare l'imbarazzo uscendone a testa alta e sembra funzionare perché Ian risponde ruttandomi in faccia sorridendo soddisfatto.
"Vuoi sapere dove sono andato?" Lo guardo mentre lui infila altra torta in bocca.
"Certo che lo voglio saperlo."
"Sono andato in prigione a trovare mio padre."
La testarossa quasi si strozza dalla sorpresa, tossisce e strabuzza gli occhi talmente tanto che mi sembrano poter saltare fuori dalle orbite da un momento all'altro.
"Gli ho detto che vivo felicemente con il mio ragazzo in casa sua e che non deve farsi più vedere." Mentre gli parlo vedo il suo volto illuminarsi sempre di più e mi sorride in quel modo... che mi fa saltare un battito, come sa fare solo lui. Posa la torta sul letto e sporgendosi in avanti mi afferra da dietro il collo e mi attira in un bacio.
"È una vita che volevo farlo!" Biascico contro le sue labbra ancora incollate alle mie. Poi con uno schiocco ci stacchiamo ma rimaniamo a pochi centimetri di distanza.
"Ti amo, lo sai?" Prendo il suo viso fra le mani e gli carezzo le guance con i pollici prima di dare via a un altro bacio, questa volta più lento e morbido e con un retrogusto alla zucca; il tipo di bacio per il quale non avevo mai avuto interesse prima di incontrarlo.
Ma con lui è diverso... tutto è differente con Ian.
"Lo so... me l'hanno detto!" Le sopracciglia gli ballano su e giù per la fonte e sulle labbra ha un sorriso provocatorio, una perfetta faccia di schiaffi da manuale.
"Quel bastardo cervellone del cazzo se l'è cantata subito, uh?" Sbotto incazzato.
"Cervellone? Ma chi, Lip?" Strizza gli occhi ingenuamente confuso.
"Lo hai detto a Lip prima di dirlo a me?" L'incredulità nella sua voce troppo squillante.
"È stato un incidente, mi è scappato!" Mi passo una mano sul viso e tra i capelli. Lo sento sbuffare una risata nasale mente poggia il piatto vuoto sul comodino, poi si stende mettendosi comodo e rimane a guardarmi.
         
"Aspetta un attimo... se non è stato il secchione... allora chi te l'ha detto?"
"Mandy, mi ha detto di prendermi cura di te... e poi mi ha detto anche che se ti ferisco farà in modo che di me non rimanga neppure un cadavere da far mangiare ai vermi!"
Ridiamo, anche se poco convinti, perché consapevoli del fatto che lo farebbe sul serio.
"Vieni qui." Lo afferro da dietro la nuca e mi sdraio sulla schiena tirandomelo addosso mentre lo bacio. Ian mi sale in grembo e ricurvo su di me continua a baciarmi finché non lo allontano delicatamente perché muoio dalla voglia di dirgli una cosa.
"Comunque... si, ci ho pensato."
"A cosa?"
"A quella stupida domanda del cazzo sul matrimonio."
Ian sgrana gli occhi preso alla sprovvista da quello che ha appena sentito e che io mi sono già pentito di aver detto perché so che non si accontenterà solo di questo, cazzo.
"E?" Si diverte a vedermi arrossire come una ragazzina del cazzo, perché lo so che è così, sento la mia stupida faccia andare a fuoco, porca puttana!
"Si, insomma... potrei farlo e... avere una famiglia, qualsiasi cosa voglia dire."
Inaspettatamente Ian non cerca di trascinarmi ulteriormente in questo discorso imbarazzante, anzi, mi sorprende con una piacevolissima richiesta.
"Mh mh... vuoi ancora chiacchierare o vuoi scopare?"
I miei trentadue denti in bella vista sono una risposta più che chiara, ci veniamo in contro con le teste incontrandoci a metà strada per l'urgenza di sentire il contatto tra le nostre labbra il prima possibile. Lui spinge con irruenza fino a costringermi di nuovo con la testa sul cuscino, poi si ritrae mostrandomi quel cazzo di sorriso sghembo.
"Ti amo anch'io, Mick."
"Chiudi la bocca e dacci dentro, puttanella!"
Ian lo fa... cazzo se lo fa... e io lo amo da impazzire!

Chissà cosa direbbe se sapesse che avevo una fottuta cotta del cazzo per lui già dai tempi del liceo, anche se questa è un'altra di quelle cose che non gli dirò mai, come il fatto che rubavo al Kash and Grab e lo aspettavo ogni giorno alle gradinate del campetto da football solo per poterlo vedere, anche se sapevo bene che la mia presenza a lui non era altrettanto gradita.
Chissà cosa penserebbe se sapesse che per tutti questi anni ho conservato una sua foto che è stata la protagonista di talmente tanti lavori di mano che in confronto a me mastro Geppetto è una mezza sega... per l'appunto!
Chissà cosa farebbe se sapesse che io gli anelli con i nostri nomi incisi li ho già comprati e sono nascosti in fondo al cassetto dei calzini da quando il suo culo si è stabilito in questa casa cinque mesi fa.
Perché io al matrimonio ci ho pensato davvero, porca puttana, e un giorno, non troppo lontano, ho intenzione di fargli quella fottuta proposta.
Perché lui è come un migliore amico, ma di più. È quella persona nel mondo che mi conosce meglio di chiunque altro. Lui mi rende una persona migliore, beh, a dire il vero non mi rende una persona migliore... lo faccio da solo, perché lui mi ispira. Ian mi ha conosciuto e accettato e ha creduto in me prima che chiunque altro lo facesse o quando nessun altro l'avrebbe fatto.
Se Mandy aveva ragione nei suoi deliranti discorsi sulle anime gemelle... se esistono davvero... allora non c'è dubbio che io e Ian lo siamo.
Non importa cosa succederà, io lo amerò per sempre... e niente potrà mai cambiare questo. *

~ Questa è la storia di come il ragazzo di mia sorella mi ha cambiato la vita. 
Non credevo potesse mai accadere nulla del genere, ma questo è solo l'inizio! ~


*Famosa citazione tratta da Dowson's Creek su cos'è un'anima gemella.


Note dell'autrice & Ringraziamenti:
Ringrazio chi ha seguito pazientemente la storia, chi ha solo letto, chi l'ha inserita tra le seguite-ricordate-preferite e soprattutto chi ha recensito condividendo i miei deliri.

Questa è la seconda fanfic che scrivo... vorrei dire che è anche l'ultima ma non credo lo sarà così, dalla prossima settimana dovrei inizire a pubblicare una nuova storia perché devo necessariamente trovare un modo per passare il tempo fino all'uscita dell'ATTESISSIMISSIMA 10 STAGIONE!!!

A proposito di questo...
Sono su efp da poco più di un anno e quasi esclusivamente per i Gallavich.
Io non so se è così anche per gli altri fandom del sito, ma mi rendo conto che questo fandom, che in genere è moooooolto entusiasta e passionale, qui è piuttosto spento e di questo sono molto dispiaciuta.
Ovviamente non intendo imporre niente a nessuno, ne tantomeno intendo "rimproverare" nessuno con questo mio "sfogo" (preciso perché magari potrebbe sembrarlo!)
È solo che speravo in una maggiore partecipazione generale di gruppo e magari trovare gente euforica e ossessionata quanto me da questa ship!
Specialmente ora che avremo la nostra meritata Serie 10 Gallavich regular!
Per questi motivi vorrei ringraziare alcune persone che in questi mesi hanno tenuto vivo il fandom:

-sidphil che ha tradotto tante storie meravigliose e lunghisssssime!
-Lave444, giu421, homevsoon, tuti007 (ho citato solo chi ha pubblicato dall'inizio di quest'anno, che per l'appunto sono pochi purtroppo T.T)
-Un ringraziamento speciale a Silvia_1899 per il costante sostegno e la gentilezza dei complimenti nelle sue recensioni. 

(Ovviamente non so se leggeranno mai questo ringraziamento ma io ci tenevo comunque a farlo!)

Gente, vi prego, scrivete!
Ho bisogno di fanfic Gallavich per non andare in crisi d'astinenza! XD









   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Shameless US / Vai alla pagina dell'autore: MatsuFla