Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: Iwazaru    31/05/2019    2 recensioni
Semplicemente una non semplice storia d'amore...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un’eternità, ecco quanto ci mettiamo per raggiungere Ginevra. Entrambi confusi, entrambi in silenzio, entrambi completamente scioccati.
Mio padre ha chiamato per chiedere maggiori informazioni, in quale ospedale si trovasse mia madre e cosa ci dovessimo aspettare.
Anche il taxi dall’aeroporto all’ospedale sembrava fare una corsa interminabile. Molte strade della città erano bloccate, il puro caos era stato smorzato dalle forze dell’ordine.
Siamo trafelati e visibilmente stanchi, ma non siamo gli unici ad accorrere in ospedale. Chiedendo alla reception di avere informazioni su persone che avevano vissuto quell’incubo.
Mi stringevo nella felpa, guardavo persone disperate sedute nella sala d’aspetto; altre come noi, cercavano insistentemente di avere informazioni di qualunque genere.
Ci misero un’ora prima di dirci dove si trovava mia madre.
“Camera 3234” disse la signorina al banco.
Nessuno faceva sorrisini di circostanza. Quella situazione aveva stressato la città ed i suoi abitanti. Non sapevamo ancora come fossero andate le cose. Non ci importava in quel momento. Volevamo solo vedere mia madre.
Il tragitto in ascensore e poi fino alla stanza fu ancora più frenetico, fino a quando non vedemmo mia madre riposare nel letto. Un cerotto sulla fronte ed una flebo al braccio.
Ci avvicinammo e una volta a lato del letto, sospirai appena. Stava bene. Stava davvero bene.
“Mamma” mormorai, felice di vederla.
Lei lentamente aprì gli occhi e mi mise a fuoco, mi dedicò un piccolo sorriso ed istintivamente l’abbracciai. Ero così contenta che stesse bene.
Tutti i pensieri, tutta l’ansia e le preoccupazioni potevano fare spazio alla gioia di vederla sveglia.
“Mi sono spaventata” dissi senza alcuna intenzione di lasciarla andare.
“Anche io” mormorò lei accarezzandomi i capelli corti.
Il profumo di mia madre e la sua voce, non poterono fare altro che tranquillizzarmi.
Mio padre era seduto all’altro lato del letto, con un piccolo sorriso, sollevato anche lui che tutto fosse andato bene. Almeno per noi.
Mi scostai per lasciare respirare mia madre e presi la poltrona della stanza per sedermi accanto a lei.
Non volevamo che ci dicesse cosa o come fosse successo. Non volevamo stressarla.
“Come ti senti?” domandò mio padre, accarezzandogli la testa non troppo lontano dalla sua ferita.
“Tutto sommato, bene. È stato orribile”
Mi morsi il labbro e le presi la mano.
“È finita adesso”
Lei socchiuse gli occhi, forse più tranquilla per la nostra presenza.
Mio padre si allontanò un momento per andare a parlare con l’infermiera, mentre io non avevo nessuna intenzione di muovermi da dove mi trovavo.
“Devo chiamare i nonni, vorranno parlarti” dissi prendendo il cellulare ed ignorando ogni possibile notifica.
“Mh, sì, meglio che gli parli io”
Il fatto che se la sentisse di parlare con loro, era molto positivo. Giusto?
Annuii e premetti il contatto di casa dei nonni, non ci volle molto perché rispondessero e mi riempissero di domande in norvegese. Sorrisi.
“Un momento” dissi, prima di passare il telefono a mia madre.
La lasciai parlare al telefono, raggiungendo mio padre che ora parlava con un medico. Rimasi in silenzio fino a quando non ebbero finito. Non avevo capito molto del discorso già iniziato, quindi guardai mio padre in modo enigmatico.
“Sta bene, per lo meno fisicamente. Ha un paio di punti sulla fronte e la flebo è per idratarla. Le hanno dato qualcosa per calmarla”
“Capisco. È al telefono con i nonni” spiegai la mia presenza lì insieme a lui.
“Senti, quando la dimetteranno, pensavo potresti convincerla a venire con te a Los Angeles, che ne dici?”
“Lo farebbe?”
domandai conoscendo bene mia madre.
“Credo di sì, ha bisogno di una pausa dopo quello che è successo. Sembra che le squadre non siano intervenute in tempo per salvare tutti e tre ambasciatori sono stati uccisi”
Mi morsi il labbro, mi dispiaceva, era ovvio, ma non abbastanza da non ringraziare per il fatto che mia madre fosse viva. Li avevano tenuti in quegli uffici per quasi tre giorni. Trattati malissimo e terrorizzati.
La convinceremo a venire a Los Angeles. Prendo del tempo da lavoro e starò con lei”
Mia madre non era mai venuta a trovarmi a LA, per cui ci sarebbero state molte cose che avremmo potuto fare insieme. Inoltre, i giornalisti non l’avrebbero raggiunta.
Tornammo in camera e mia madre aveva appena riagganciato con i nonni.
“Vuoi mangiare qualcosa?” domandai e mia madre annuì.
Non riuscivo ad immaginare o a figurarmi ciò che aveva passato in quei giorni. Il medico aveva detto che tempo un altro paio di giorni sarebbe potuta uscire.
Mia madre aveva una casa a Ginevra, dato che passava molto tempo in quella città.
“Allora, Synne va a prenderti qualcosa da mangiare alla mensa. Io vado al tuo appartamento e ti porto qualcosa di comodo, okay?” disse mio padre sorridendole.
Lei si limitò ad annuire e chiudere nuovamente gli occhi. Speravo davvero che la nostra presenza in ospedale la tranquillizzasse. Le desse un senso di normalità che facesse echeggiare nella sua mente che quell’incubo era finito.
Le strinsi appena la mano, presi il cellulare dal comodino e la tracolla.
“Quanto ci metterai?” domandai a mio padre mentre uscivamo dalla stanza.
“Non molto, dipende dai blocchi stradali. Ti scrivo se ci metto più del previsto” mi rassicurò.
Lo lasciai andare e cercai di capire con precisione dove si trovasse la mensa dell’ospedale. Mia madre non era una grande fan del cibo poco salutare. Ma in un ospedale, dubitavo di poter prendere qualcosa di più di un panino.
Mi fermai poco prima della mensa, vicino a delle macchinette. Non per prendere qualcosa, ma solo per fermarmi e dare un certo sfogo a tutto quello che mi aveva travolto in quelle ore di viaggio.
Ansimai appena quando sentii il telefono squillare.
“Shannon” mormorai appena.
“Abbiamo appena visto le notizie, non fanno nomi al telegiornale…”
“Sta bene. Sta benissimo”
dissi con gli occhi pieni di lacrime.
Sentii un sospiro e poi “Sono contento. Davvero Syn, molto contento”
“Anche noi, papà è andato a prenderle delle cose al suo appartamento”

Non sapevo esattamente cosa dire, perché ero in preda a quella marea di emozioni differenti.
“Va bene, volevamo sapere che steste bene. Tienimi aggiornato, basta anche un messaggio”
“Certo. Grazie”

Non avevo minimamente testa per pensare a lui in quel momento. Eppure la sua telefonata mi aveva fatto bene in quel momento.
“Ora devo andare. Ti scrivo dopo” dissi riagganciando il telefono.
Ero certa che Shannon avrebbe informato anche Jared, quindi non mi preoccupai di avvisare anche lui.
Andai alla mensa, le presi un panino e del thè verde, quindi ritornai in camera di mia madre che ora era più sveglia.
“Ecco, spero sia decente” dissi appoggiando tutto in modo che potesse servirsi liberamente.
“Grazie Synne” disse con un piccolo sorriso.
Sorriso che mi bastò per capire che le cose sarebbero andate bene.
“Come ti senti? Fisicamente intendo?”
“Stanca e mi sta passando adesso il mal di testa”
“Il medico ha detto di mangiare qualcosa e che è meglio che tu tenga la televisione spenta…”

“Non mi interessa accenderla” garantì lei “Grazie per il panino”
Sorrisi e mi sedetti nuovamente sulla poltrona accanto a lei. Ora tutta la tensione e le paure se ne erano andata, anche per quel piccolo sfogo accanto alle macchinette.
“Stavamo pensando, tra un paio di giorni ti dimetteranno. Perché non vieni con me a Los Angeles?”
Buttai lì come proposta. Non sapevo cosa ne pensasse mia madre, ma le nostre abitazioni in Europa sarebbero state assalite dai giornalisti. Mentre nessuno di loro era interessato a dove vivessi io.
Lei mi guardò, quasi pensierosa.
“Penso potrebbe essere una buona idea”
Sorrisi ed annuii, guardandola mangiare il suo panino. Ed ancora una volta, pensai che sarebbe andato tutto bene, solo bene
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: Iwazaru