"Ti senti bene?"
"S-sì."
"Sicura?"
"Sìsì."
Il vociare intorno le dava fastidio a causa del gran mal di testa. Riaprì gli occhi.
Si trovò di fronte il parco. Il parco che aveva abbandonato prima di iniziare questa avventura. Era sconvolta. Non ci credeva. Aveva sognato? Non era possibile. Non poteva aver sognato.
"Vuoi che chiamo qualcuno? L'ambulanza?" - chiese il ragazzo con in mano la palla da basket.
"No no. Sto bene."
"Mi spiace, mi è sfuggita. Scusami."
"Tranquillo. Sto bene, davvero."
Si rialzò e prese la via di casa.
Come è potuto succedere? Ho dormito davvero? Ho sognato tutto questo?
Le lacrime iniziavano a rigargli il viso. Aprì il cancelletto e lasciò che si chiudesse da solo, ma il rumore metallico non arrivò.
"Scusami, non è che hai delle fragole?"
"Che strane case!"
"Dovrebbero piantare più alberi!"