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Autore: Uptrand    07/06/2019    10 recensioni
Gli Yahg hanno deciso di non rispettare gli accordi con il Consiglio della Cittadella e una numerosa flotta di conquista si sta muovendo verso la colonia salarian indipendente di Erinle.
Da due settimane sotto assedio degli yahg e difesa dalle forse dell Iniziativa di Difesa Galattica (I.D.G.) agli ordini del Consiglio.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Suggerisco per una lettura di più facile compressione di leggere prima le seguenti storie OS per capire meglio certi eventi citati o legami tra personaggi:
https://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3709869 (Vita da studente, protagonistaTrish Weaver)

https://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3782696&i=1 (Dante)


L'unica vera cosa che sorprese tutti, fu che non successe niente. 
Dalla fine della guerra, la vita continuava placida e tranquilla. 
Gli yahg sembravano essere ritornati nel loro isolamento.
Non si vedevano in giro, gli unici avvistamenti delle loro navi erano quando scortavano i convogli della Amalgama Groups. Unica entità con cui commerciavano.
Dasha si era aspettata problemi su più fronti, in particolare su Thessia. Se Jeyna, ora capo di stato delle Repubbliche asari, di far cartastraccia dei contratti che la Noveria Corps aveva per l'estrazione ma sopratutto per il trasporto di eezo sarebbe stato un problema enorme. 
Sembrava avesse deciso di ignorarla, decisione che a lei non dispiaceva. 
Non che ci credesse veramente, era l'ultima persona che avrebbe commesso l'errore di fidarsi. 
Anche l'Amalgama Groups non le destava preoccupazione, ma la guerra tra multiplanetarie seguiva regole diverse. Era come fare gare di nuoto in piscina senza agitare l'acqua, in caso contrario si veniva sgridati dal bagnino.  
Allo stato attuale non potevano affrontarsi senza generare scandali enormi, entrambe le parti quindi aspettavano. I mercati erano troppo agitati, serviva calma piatta. 
Quello sarebbe stato il segnale che aspettavano, ma la Weaver ne attendeva un altro certa che tutti l'avrebbero notato. 
Su khar'shan la situazione era quanto mai fluida, Nuova Egemonia e Adunata Di Verush lottavano per ottenere l'alleanza del maggior numero di tribù batarian. 
La prima aveva le meraviglie della tecnologia da offrire, esse permettevano di risolvere molti problemi come malattie e fame. Ma c'era una condizione non trattabile: rinunciare ad avere schiavi.
Cercava tramite la diplomazia e dimostrazioni di rispetto di ottenere il favore delle tribù. 
La seconda invece faceva leva sull'orgoglio dei guerrieri, affermando che col tempo avrebbero rivendicato per i batarian le stesse meraviglie senza rinunciare agli schiavi. I suoi emissari andavano in giro spiegando che avevano alleati che presto avrebbero fornito gli stessi vantaggi.
Qualche prodezza tecnologica si era vista, il necessario per permettere alla Amalgama di dimostrare ai canali d'informazione che manteneva gli impegni. 
Chi si opponeva veniva attaccato, Crogar ormai si vedeva come un Verush del suo tempo. Deciso a imitare il leggendario imperatore che si dicesse avesse fondato un impero capace di comprendere diversi continenti.
Ma tra le due parti c'era ancora molto spazio, un confronto diretto era improbabile. 
Su Noveria, Fort Hanshan era stato ricostruito, anche il carcere sebbene adesso fosse vuoto. 
Tutti i reggimenti I.D.G. erano ritornati alla base, era necessaria una piccola riorganizzazione. 
Una rotazione dei compiti, per permettere ad alcuni di cercare riposo. 
Sopratutto bisognava riempire i vuoti che si erano formati.
Duecento cinquanta nuove reclute, significavano altrettanti caduti. 
Quasi tutti tra chi aveva difeso la base. 

Olivia si lasciò cadere pesantemente sulla poltrona del suo ufficio, massaggiandosi il collo mentre le sfuggiva un pesante sospiro. Si sentiva stravolta, negli ultimi mesi non aveva fatto altro che lavorare. 
Ma per tutti quelli nell'esercito erano stati mesi impegnativi, ore e ore a far valutazioni e cercare carenze. Non c'è stato riposo per nessuno e … il suo omnitool suonò.
“ Grigliata, da me, questa domenica, porta tutti, non rompere. Non hai diritto di scelta. 
Steve, ciao. “
Lei guardò scocciata il messaggio del fratello, conoscendolo doveva averlo inviato già ad Arturus e Mordin tramite quel gruppo di cui facevano parte. Vagamente si ricordò che anche Isabella si era unità.

 
 ***** 
 
Antichità, quei tunnel sotterranei sembravano trasudarla come anche l'aria. Era anche difficile dire di quanti metri fossero scesi, diverse decine di questo Jessie era sicura. 
Lieta dell'installazione di un ascensore per facilitare una simile impresa, a illuminare la strada oltre a luci artificiale il bagliore blu elettrico dell'eezo.
Piccole venute erano presenti ovunque, dando ai muri l'aspetto di gigantesche ragnatele. 
Su Thessia non era uno spettacolo così strano, ma da quando erano giunti in quel posto l'eezo aveva un che d'insolito. Un blu più scuro del normale, un bagliore che osservando bene si poteva capire non essere costante. Qualcosa di appena percettibile all'occhio umano, ma indubbiamente presente, con un ritmo costante che faceva pensare a un sospiro o a un battito. 
Attorno a loro, stalattiti e stalagmiti di eezo dalle forme più bizzarre formavano un percorso spettacolare.
« Cosa ne pensa, falso dottor Gaz? » chiese lei al suo accompagnatore.
« Impressionante, l'eezo di solito non si diffonde in modo così fitto e capillare. Qualcosa di simile si è trovato in antiche grotte, dove si sono verificati violenti eventi naturali ma qui siamo ben oltre. » il vecchio sorrise ridendo appena per la sua soddisfazione « Non credevo che avrei mai avuto la fortuna di scoprire e vedere il luogo di provenienza dell'eezo impiantato in Isabella. »
« Mi ripeta quella storia ancora una volta. » 
« Certamente, Cerberus e Neo-Cerberus non sono mai stati in possesso di campioni di eezo 19. Noi di Neo-Cerberus li avevamo ottenuti da un nostro contatto. Diceva che una strana asari aveva un nuovo tipo di energia da venderci. Al vero dottor Gaz venne quasi un colpo quando scoprì cosa aveva tra le mani. Quanti ricordi e che anni, purtroppo quall'asari sparì nel nulla e per quanto c'impegnammo non trovammo mai niente. » 
« Non vi è sembrato un po' strano? »
« Assolutamente si, ma a “Caval donato non si guarda in bocca”. »
Un tempio, non c'era altro modo per descrivere l'immenso spazio sotterraneo che si apriva inanzi a loro. Era una cavità certamente di origine naturale, di almeno un'ottantina di metri di diametro, ma si potevano scorgere interventi atti a renderla idonea allo scopo pensato dalle asari. Ma senza alterarne la struttura, mostrando per essa un enorme rispetto.
Asari di guardia erano presenti ovunque, ben attente al grande cilindro delle dimensioni di una persona. Disteso orizzontalmente a terra, era chiaramente quello l'oggetto di tutte le loro attenzioni. 
Il motivo della loro venuta, di questa strana alleanza. 
Molto più velocemente del suo anziano accompagnatore, Jessie si avvicinò a gran passi.
Desiderosa e affascinata che un'antica leggenda fosse vera. 
Quanto avrebbe voluto verificarne il contenuto, ma era impossibile. Nessuna apertura attraverso cui vederne l'interno. Riconobbe però subito la tecnologia usata: prothean. 
Significava che aveva almeno cinquantamila anni, considerando che si erano estinti ad opera dei razziatori nel ciclo precedente. 
« Cinquantamila anni e sembra ancora operativo. » disse emozionata a se stessa  « È questo? » gridò a gran voce. 
« Si, quello è il sacro riposo della Regina delle Ossa, madre di tutte le Ardat-yakshi. Sigillata viva dalla Dea in persona, per punizione dei suoi peccati. Questa, almeno, la storia ufficiale. » 
spiegò Jeyna Thatora avvicinandosi. « Cosa ne pensa? »
« Aldilà di inutili miti, abbiamo davanti un cilindro di stasi, di origine prothean, funzionante. Qualsiasi cosa ci sia al suo interno, potrebbe, essere ancora viva. » 
« Può risvegliarla? »
« Serviva a questo, vero, dare dell'eezo 19 a Neo- Cerberus? Non credo vi siate limitate a una sola volta? »
« Da millenni noi Ardat-yakshi della famiglia Thatora cerchiamo un modo per risvegliarla, ricerche che spesso lasciamo siano altri a compiere per rubarle alla fine. Dobbiamo essere discrete. » 
« È eezo 19 stabile, quello che ci circonda? »
L'asari annuì, mentre Gaz si mostrò allarmato. Non sarebbe dovuto essere possibile, lo sviluppo del 19 in natura terminava sempre con un'esplosione. Trovarsi lì, era come essere dentro a una polveriera. 
« Le onde celebrali, possano stabilizzarlo. » mormorò appena Jessie, persa ma affascinata da quello che vedeva « I razziatori usavano eezo 19, ed in parte erano organici. Avevano un cervello, quindi onde celebrali. Certo...è ancora sconosciuto come la mente possa stabilizzare il 19...ma se è stabile significa che ci sono ancora segni di attività cerebrale da qualche parte. » annunciò guardando con maggior desiderio il cilindro. 
Si voltò di scatto verso Jeyna « L'eezo di Isabella, da dove arriva? »
Fece spallucce « Un punto qualsiasi di questa caverna, non ha importanza. »
« In pratica solo un prodotto della contaminazione da eezo 19. Questa caverna si è formata perché il cilindro è progettato per tenere forme di vita in stasi, non per contenere poteri biotici. Nei millenni, la traccia energetica fuoriuscendo ha contaminato l'eezo presente spingendolo a mutare. A trasformarsi. Un evento forse non voluto, i prothean l'avranno rinchiusa per i loro motivi, ma essere estinti dai razziatori gli ha impedito di proseguire e tutto è rimasto così. »
« Può risvegliarla? » chiese nuovamente Jeyna.
« Si! » esclamo, facendosi si che che la guardassero sorpresi « Ma servirà tempo, anni..cinque dovrebbero bastare. »
L'anziano le si avvicinò sorridente « Sono curioso, sembra tenerci molto. »
« Oh si, un buon campione è alla base del successo di ogni esperimento scientifico. Quello che abbiamo davanti è qualcosa di unico, ma anche la chiave per mutare questa società. »
« Crede davvero che ci serva? »
« Amalgama Groups, Dominio Yahg, Batarian e Vorcha possono occuparsi dei nemici tradizionali. Ma Isabella...è complicata, è pazza. Un fattore che la scienza non può quantificare, ma solo definire imprevedibile. » Si chinò in avanti, ad accarezzare il metallo del cilindro che scoprì non essere freddo. « Vedremo se il predatore più forte della galassia, visto che così le piace definirsi, sarà ancora tale contro questo suo simile preistorico. » 
« Magnifico, magnifico. » disse ridacchiando nervosamente per l'eccitazione, tornado eretta. « Abbiamo quasi tutto.»
« Quasi? » disse con disappunto Jeyna alle sue spalle, per quello che ne sapeva non mancava niente.  
« Non si preoccupi, sarà solo l'ultimo tassello. Qualcosa per gettare tutti nel panico. »
« Di cosa...»
« Chi. »
« Come? »
« Si tratta di una persona. Di chi ha posto le basi degli attuali equilibri di potere ed è al centro di essi, anche se nessuno sembra averlo capito. Continuamente impegnata a mantenere la società sulla via della rettitudine, è sempre stata una persona dal cuore d'oro. » si voltò di scatto vero l'asari « Avete montato quello che vi ho chiesto? »
« Certamente anche se è stato complicato. »
« Normale, dopotutto parliamo di una delle tecnologie più avanzate dell'universo. Sarà comodo per andare e venire da questo posto all'istante, senza il rischio di essere visti. »

 
***** 
 
Il falso Gaz guardava fuori dal finestrino della stazione spaziale, il luogo che era diventato la sua casa negli ultimi mesi. 
« Ho visto più luoghi strano in questo periodo che in tutta la mia vita. » borbottò fra se. « Di sicuro il centro della galassia è un posto in cui non verranno mai a cercarci. » aggiustandosi il colletto dell'elegante abito da sera. Mentre ammirava davanti a se lo spettacolo che l'orizzonte offriva.
Il centro della galassia sembrava una fornace incandescente, la cui luce rossastra illuminava ogni cosa lasciando ogni tutto immerso in un eterno tramonto. 
Una spettacolo che si poteva ammirare solo da quel posto, dalla base dei Collettori. Situata sul disco di accrescimento di un buco nero, strizzando appena gli occhi era possibile scorgere l'immenso campo di detriti costituito dai relitti delle navi che avevano tentato di accedere al portale di Omega Quattro senza un sistema di riconoscimento dei razziatori. Finendo distrutte delle potenti forze gravitazionali di quel luogo. Alcuni di quei relitti erano vecchi di millenni, molti di razze estinte e sconosciute da millenni. Tutte vittime dei razziatori. 
« Vero, perché nessuno conosce la via per raggiungerlo. » asserì Jessie raggiungendolo, vestita elegantemente come lui.
« Ancora meglio, tutti credono che l'unica via sia andata distrutta per sempre. Quando tutti i portali esplosero a fine della guerra, nessuno ha mai pensato di ricostruire il portale di Omega quattro. Ma lei ha trovato un'altra strada, tutto grazie alla sua incredibile idea, una via che ci permetterà di muoverci dal nucleo galattico agli altri pianeti senza problemi. È entusiasmante credere che siamo arrivati qui in minuti da Thessia, senza nemmeno il bisogno di una nave. »
« Per questa la scienza è cosi affascinante. Senza i racconti di guerra di mio padre, forse non mi sarebbe mai venuto in mente di usare la vecchia base dei Collettori. Il Comandante Shepard la distrusse, Cerberus ne prese possesso subito dopo, dove attuarono il progetto “I Corrotti”. Ma quando tutto il personale fu massacrato e fuggirono, nessuno ci fece più ritorno. Con la fine della guerra nessuno si più dimostrato interessato a trovare una via per il centro della galassia. Sopratutto essendo anche il portale di questo lato distrutto e non essendoci nessuno sul posto per ricostruirlo. 
Ammetto che aver trovato questo posto, con della tecnologia di razziatori ancora intatta o riparabile è stata una sorpresa. »
« Come crede che questo luogo sia scappato alla devastante energia del crucibolo? »
« Credo per via della sua posizione, siamo sull'orlo di un buco nero. Probabilmente l'energia arrivata fin qui è stata risucchiata dal campo gravitazionale, prima di far danni. Questo ha fatto si che i dispositivi di ancoraggio non fossero compromessi, mantenendo la stazione al suo posto. Quando sono arrivata qui la prima volta, erano tra le poche cose ancora funzionanti. Mi dica invece, 
si è abituato alla sua nuova condizione dopo l'intervento? »
« Ho ancora qualche capogiro, ma stanno passando. Ora però non facciamo aspettare i nostri colleghi o forse dovrei dire solo i suoi, in fondo io non sono uno scienziato. » 
« Ma sa gestire tutto quello che ruota attorno alla ricerca, io e gli altri saremo troppo impegnati con la scienza per perdere tempo in cose come forniture di cibo e simili. Inoltre le sue informazioni mi sono state utili, adesso il quadro è molto più completo. »
« Molto bene, adesso mi permetta di entrare con lei sottobraccio. Potrebbe essere la mia ultima possibilità di accompagnare una così bella donna a un ricevimento. » 
Lei sorrise porgendogli il braccio. 
La festa era elegante ma prima di entrare nel vivo Jessie salì su un podio messo lì appositamente per lei, tenendo in una mano un bicchiere di spumante. « Colleghi, benvenuti a Utopia! Qui, al centro della galassia, noi lavoreremo per liberare tutto il potenziale scientifico moderno troppo a lungo rimasto imbrogliata dalla moralità. Una catena che da sempre soffoca la scienza presso ogni razza, impedendole di trovare le spiegazioni da essa sempre ricercate. Vi hanno definito dei criminali, perché delle vite sono andate perse nei vostri esperimenti. Ma qui, a Utopia, non avremo nessuno a comandarci, non esisteranno ricerche “proibite”. »
Alzò ben in alto il bicchiere dicendo « A una scienza libera e indipendente! » 
« A una scienza libera e indipendente! » risposero tutti i presenti, facendo tintinnare fra loro i bicchieri.

 
***** 
 
Moay Thatora si asciugò il viso dall'acqua in maniera grossolana, passandoci sopra una mano « Hai tirato dell'acqua in faccia a una cieca? » domandò ancora sorpresa per quel gesto. 
« No, non alla cieca ma alla stronza. » fu la pronta risposta di Taiga, seduta al suo stesso tavolo. Si erano tutti riuniti in una delle aule della Zisaf Obeno, la scuola salarian frequentata da Trish e Moay. L'unico luogo dove la presenza dell'asari non avrebbe destato preoccupazioni.
La ragazza non aveva preso bene alcuni commenti della scultrice, cieca o meno aveva deciso di reagire. Essere invalida e avere un pessimo carattere non erano certamente dei motivi per fare certe critiche, a chi si era appena conosciuto. 
L'asari si voltò appena, giusto per non far vedere che se la rideva.
Quell'umana aveva carattere, le piaceva. 
« Trish, perché ci hai riuniti tutti quanti? » chiese Alexya.
« Non importa, finalmente ci fa conoscere la sua ragazza. Una Thatora, mamma potrebbe strozzarti in questo momento. Avete già fatto sesso? Vi volete sposare? » domandò allegramente Diana, mettendosi in mezzo. Tutta quella situazione la incuriosiva.
« Non è la mia ragazza, facemmo sesso perché ci va di farlo ma non c'è altro. SMETTETELA DI CHIEDERMI SE SIAMO FIDANZATE! »
Tutte si guardarono fra loro scocciate, era proprio su quello che volevano saperne di più.
« Scusate, scusate... siamo tutti interessati alla vita sessuale di Trish...ma ecco... » Henry si fermò non sapendo bene come proseguire, con un braccio indicò il salarian alla sua sinistra. 
Quest'ultimo indossava un'armatura integrale che lo celava completamente. « È veramente uno della Lega degli Eletti? » chiese stupefatto l'amico.
« Certamente. Piacere, Neg. » rispose il salarian presentandosi con voce metallica, un sintetizzatore gliela mascherava.
« Tipo i tizzi che a fine guerra hanno cercato di distruggere il portale Caronte, cosa che avrebbe fatto esplodere il sistema solare. Privando l'umanità del suo pianeta natale, tanto per dire. » commentò William,
« State parlando dei membri precedenti, per altro fermati dai vostri genitori. Spero non l'abbiate presa sul personale. » precisò il salarian.
« Ma no figurati, ci capita una volta al mese un qualche pazzo o una calamita che cerca di distruggerci casa. » rispose Henry.
« Trish lo sai che siamo soldati dell'Alleanza, tecnicamente dovremmo denunciare ogni avvistamento che coinvolga questi terroristi. » precisò William portandosi le mani alla fronte e senza attendere una risposta « Ma facciamo finta di niente, visto che siamo chiamati da un'amica. » 
La ragazza si schiarì la voce « Non posso averne la certezza, ma credo chele asari affrontate a Fort Hanshan fossero Ardat-yakshi. Lo dico perché Moay è una Ardat-yakshi, quindi so che sensazione da la sua energia a divorarla. » 
« Ho solo una domanda. » esordì Alexya  « Perché dirlo a noi? Nostra madre andrebbe informata o Olivia. »
« Quella è stata una mia richiesta, perché non credo che il segreto sarebbe mantenuto. Io sono considerata uno scarto dalla mia famiglia, ma sono lo stessa riuscita a sapere alcune cose. Non so quante siano le Ardat-yakshi, ma si tratta di un segreto che risale agli albori della civiltà asari. Dopo il periodo epico conosciuto come “Le Cronache della Regina delle ossa”... » 
Diana aggrottò la fronte a quel nome, aveva l'impressione di averlo già sentito. 
« Quello che sto cercando di dirvi è che un segreto tenuto così bene e per un'infinità di tempo, non credo possa essere mascherato dalle prime accuse. Sono certa che sono pronte ad affrontare simili situazioni, in più sanno che... io e Trish... andiamo d'accordo. Credo si aspettino che Dasha Weaver sia informata di quanto scoperto da sua figlia. »spiegò Moay.
« Cosa vuoi da noi sorella? » domandò Alexya.
« Un aiuto a distruggere la famiglia Thatora, perché credo che l'uomo che metta paura a nostra madre si sia rifugiato presso di loro. Sono convinta anch'io che si siano preparati per tutti noi, ma non per voi tre e la Lega degli Eletti. » spiegò Trish indicando Taiga, Henry, William e Neg. 

*****
 
Cos'era il paradiso?
Henry e William erano convinti di saperlo, mentre osservavano dagli sdrai il vasto campionario di bellezze femminile in costume da bagno davanti agli occhi.
Olivia in un caldo bikini rosso, sembrava l'incarnazione stessa del concetto di estate. 
Ilary, se piaceva l'atteggiamento materno, era incantevole in un costume intero che copriva ma nel farlo si piegava molto sul petto. Accentuando tramite il tessuto teso il seno abbondante. 
Diana, Trish e Alexya, Isabella si era portata dietro l'intera famiglia, con i loro soliti costumi erano una delizia per gli occhi. Le si poteva osservare assieme, confrontandole fra loro.
Dasha, anche se debole di petto, era affascinante con quell'area scostante e fredda che la caratterizzava. Sempre se piaceva quel genere di donna. 
Vi erano anche Asiria e Taiga, la prima era riuscita a ritagliarsi un'occasione di riposo. La seconda si era finalmente decisa a comprare un costume su indicazione delle amiche. Cosa che a William fece molto piacere. 
Ma il bello doveva ancora arrivare, si erano seduti davanti alla scaletta per un buon motivo. 
Isabella uscì dalla piscina, le goccioline d'acqua le percorrevano tutto il corpo. Alcune si accumularono nell'incavo del seno, prima di disperdersi. Si diede un'asciugata veloce e superficiale con un asciugammo che gli porse Henry e andò via.
Avevano studiato per bene il da farsi, sicuri che le loro ragazze non avrebbero avuto niente da ridere. Stare seduti a guardarsi intorno non era di certo un crimine, come non lo era porgere un asciugammo. 
Certi di scamparla, i due gemelli rimasero imbambolati a riflettere su quella visione e su molte altre. 
A far da contorno tutto l'odore di carne che cuoceva sul barbecue. 
Steve era contento, aveva trovato una data che andasse bene a tutti. 
« Mi sembri dannatamente soddisfatto, sono quasi invidiosa. » commentò Olivia che gli stava affianco.
« Non mi lamento, non ho rogne particolari. »
« TU...hai sempre qualcosa per cui lamentarti e deprimerti. Credo che la cosa ti diverta. » e decidendo di provocarlo « Il lavoro? »
« Lo mollerei al primo idiota che passa. C'è un problema e ti chiamano, un'invasione aliena e ti chiamano, Godzilla attacca il Giappone e ti chiamano. Ma che palle! Gente, imparate ad arrangiarvi! » rispose sorridendo divertito.
Ma subito dopo sospirò amaramente, quasi a togliersi un peso. « Immagino che tu voglia cercare di riportare Jessie sulla buona strada o roba simili? »
« Non possiamo abbandonare come se nulla fosse, una persona che per anni abbiamo ritenuto un'amica. » 
« Va bene. Sapevo che avresti detto qualcosa di simile, hai decisamente un cuore d'oro. » rispose chiaramente poco convinto di quella decisione.
Olivia gli stava per rispondere, quando Dante le passò acconto correndo costringendola a riprenderlo. Rischiava i farsi male. 
Emozionato il bambino si accostò ad Alexya « Hai...letto la storia? » domandò con il cuore in gola. Approfittando del fatto che fosse momentaneamente da sola, uscendo dal bagno di casa dello zio. 
La bionda si girò verso di lui e solo a fissarla si sentì giudicato. « Si capisce chiaramente che hai modificato delle parti della storia prima di darmela, lo hai fatto per vergogna? »
Non rispose, ma esitante abbassò lo sguardo. 
Severa come sempre, anche con se stessa « Scusami, sei un bambino, sono io che forse mi aspettavo troppo. Ma ero stata chiara, l'esitazione e indecisioni sono due cose che non posso perdonare. »
« TI VOLEVO MOSTRARE RISPETTO! » gridò, mettendoci in esso tutto il dolore che la frase di prima gli aveva causato. « Mi è stato detto che devo rispettare le ragazze... ma non capisco ancora bene cosa s'intenda...per...ecco...alcune...scene...mi sono ispirato a te. Temevo lo capissi...che non ti sentissi abbastanza rispettata...ecco... svilita. » 
Alexya non fece una piega, una statua di ghiaccio « Cosa capitava nelle scene che hai cambiato? »
« I due...ecco... un bacio. »
« Temevi che capendo che avevi descritto un bacio, magari immaginando te stesso nell'atto di baciarmi, mi sarei arrabbiata. Ridotta a qualcosa per soddisfare un tuo desiderio. » 
Lui annuì mentre si tormentava le mani, quanto le odiava in quel momento. Sembravano così ingombranti « Si...ecco...Arturus... » ma non finì la frase. 
Alexya si era chinata alla sua altezza, il suo viso vicinissimo al suo. 
« Riconosco il mio errore, ho giudicato male per avventatezza... » e subito dopo lo baciò.
Un gesto superficiali, con le labbra a sfiorarsi più che toccarsi per alcuni secondi. 
Come se niente fosse accaduto si rialzò « Adesso non hai più bisogno d'immaginare, questo per chiederti scusa. Si, la storia mi è piaciuta. » e andò via, ritornando dalle sorelle.
Lui riuscì solo a rimanere immobile. 
Incapace di reagire mentre osservava “l'imperatrice”, così aveva saputo che la soprannominavano, allontanarsi circondata da quell'area di superba che sembrava non abbandonarla mai. 
« Alexya...tutto bene? » chiese Taiga poco dopo.
« Certo. »
« Stai bevendo da una lattina chiusa. » disse, vedendola sobbalzare. 
Facendo finta di niente l'aprì, riuscendo finalmente a bere. Ascoltando distrattamente cose i rumori che la circondavano. L'unico suono che davvero sentiva era la propria mente che urlava “Cosa diavolo ho fatto!”


Note autore:
Siamo alla fine di questo long che pero non conclue un bel niente, bensì fa da apertura a tutte le future avventure. 
   
 
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