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Autore: BadWolfWinchester    23/06/2019    0 recensioni
-Non sono uno schiavo, sono il principe Derek, figlio di Adeline e di Elios, re del Sole. vi prego di credermi, sono stato catturato per errore.-
Genere: Angst, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti
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Capitolo 6

-Non ci posso credere. - disse Sam al suo risveglio, alzandosi lentamente, senza fare movimenti bruschi e lasciando che le coperte scivolassero a terra come una carezza. Rise e la sua risata ebbe una punta di amarezza:
-ci credi se ti dico che non sono mai riuscito a farla? Qui – indicò con un gesto stanco la sua libreria – è pieno di libri di magia, ma non è quasi mai magia “buona”. - distolse lo sguardo chiaramente imbarazzato e le abbassò sulle sue mani, allungate e diafane. “le mani dell’inganno”. Suo padre non aveva poi tutti i torti, si era appassionato alla magia fin dai primi mesi di vita. “sono così simile a lui” pensò triste. Poi scosse forte la testa per cacciare quel pensiero. Non sarebbe diventato un tiranno come suo padre.
-Non sono mai riuscito a creare qualcosa di buono, di utile. Qualche trucchetto e tanta magia nera. Ma mai qualcosa del genere. - disse triste allungando le mani verso il calice e notando che la sfumatura d’argento di quella pozione, rispecchiava esattamente il colore dei suoi capelli alla luce della luna. Bevve tutto d’un fiato senza esitare e senza dubitare.
Derek sorrise davanti alla fiducia di Sam nei suoi confronti: avrebbe potuto somministrargli di tutto, avrebbe potuto nascondere il sapore del veleno, e ucciderlo. Perché aveva scelto di aiutarlo? Perché aveva scelto di aiutare il principe del regno nemico, dandogli ciò che avrebbe potuto cogliere di sorpresa il suo regno e distruggerlo? Non ne era ancora sicuro. Forse Sam si faceva la stessa domanda: perché avrebbe aiutato il principe nemico a fuggire? Derek non vedeva alcuna malvagità in lui, alcuna oscurità. Sembrava limpido, ultraterreno.

Si sedette a gambe incrociate davanti a lui, aspettando che la pozione facesse effetto. -Appena ti sentirai meglio, ti dirò come riprodurla. - aveva detto piano.
-Grazie veramente – sussurrò Sam ringraziandolo con gli occhi, appoggiando le chiare labbra sul calice e bevendo la pozione argentea. Non appena finì, chiuse gli occhi e sorride, mentre il suo corpo iniziò a brillare di luce propria, come se fosse appena tramontato il sole. Derek dovette reprimere l’impulso di guardare fuori dalla finestra se fosse ancora giorno, tanto splendeva il giovane principe.
-Se la luna avesse un sapore, sono sicuro che sarebbe dolce come questa pozione. - disse sorridendo, quasi estasiato. Derek sorrise davanti alla tenerezza di questa scena, rendendosi conto della sua unicità: luna e sole che brillavano contemporaneamente. -Sono felice di averti aiutato. Volevo sdebitarmi di quello che hai tentato di fare per me. Non siamo riusciti, ma ci hai provato. E per questo ti ringrazio molto. -
Poi fece una cosa che prima d’ora non aveva mai fatto, non così intenzionalmente. Chinò il capo in segno di rispetto, e in un certo senso, di sottomissione. Per la prima volta, il sole si inchinò volontariamente davanti alla luna. Sam sgranò gli occhi. Derek aveva davvero chinato il capo? Davanti a lui? Il principe del sole, la statua d’oro, il combattente della luce, aveva chinato il capo davanti al figlio della luna, troppo femmineo per essere preso sul serio, troppo buono e limpido per abitare quel luogo di inganni e ingiustizie.
Senza rendersene conto, le sue gambe si mossero verso di lui. Detestava vederlo così, voleva vedere i suoi occhi sprizzare irrequietezza e vigore, così gli mise due dita sotto al mento e lentamente gli alzò la testa, rivelando i suoi bellissimi occhi dorati, ora leggermente aperti per lo stupore. -Non chinare il capo, ti prego. Meriti il rispetto che mi dai. Io e te, siamo sullo stesso piano. - lo sentì deglutire in silenzio, mentre sulla sua bocca si apriva un ampio sorriso. -Ti ringrazio – riuscì a dire davanti a quegli occhi argentei.
Erano molto vicini. Il principe della luna profumava di notte e di fiori, i suoi occhi lo ipnotizzavano, e per un momento, Derek desiderò infilare le mani nei suoi capelli e sentirne la morbidezza. Tossicchiò e si allontanò piano. -Se vuoi – balbettò – ti dico gli ingredienti e i procedimenti. - davanti allo sguardo illuminato di Sam, felice di imparare una nuova pozione, si trovò di nuovo a sorridere. -Prendi carta e penna. - detto questo, elencò tutti gli ingredienti e i procedimenti, con le dosi e le quantità. -per fare la nostra, al regno del Sole, utilizziamo un particolare tipo di fiore che cresce solo nel nostro regno. Per questo, per preparare la tua, ho utilizzato una pianta che cresce solo qui, come ho letto sul libro, e ha funzionato. - poi rimuginò sulla frase appena detta – questo vuol dire che non avrò mai più poteri di notte. - sussurrò guardandosi le mani splendenti.
Aveva bisogno di cercare il lato positivo, di aggrapparsi a qualcosa, o la sua vita, sarebbe stata troppo dolorosa da sopportare. Così si forzò a sorridere: - ma del resto, vista la mia condizione attuale, non dovrei avere i poteri nemmeno di giorno, quindi direi che è una vittoria, no? - fece un gran sorriso, per nascondere la paura e la sensazione di impotenza che provava da quando era entrato in quel palazzo.
Sam scosse la testa continuando a scarabocchiare su un foglio. - ma non è giusto – borbottò – dovremmo andare a prendere quei fiori. Potrei prepararti un po’ di pozione e restituirti i poteri di notte. - disse determinato, alzandosi – lasciami fare questo per ripagarti. Andremo insieme. Io del resto, non conosco il tuo regno e dovrai guidarmi. - affermò mettendosi un grosso mantello nero, e passando a Derek dei vestiti da schiavo della luna da indossare per uscire dal castello. Per sicurezza, Sam avrebbe portato nel suo borsello magico, di infinite dimensioni, i vestiti del regno del sole, per farlo stare più a suo agio.
Derek prese i vestiti dalle sue mani, e in poco tempo si liberò dei suoi. I vestiti del regno della luna, erano molto più piccoli, più succinti, visto l’utilizzo degli schiavi che erano soliti fare. Derek, nella sua ingenuità dovuta all’abolizione della schiavitù nel regno del Sole, non ne capiva lo scopo. Sospirò con disappunto, notando quanta pelle scoperta lasciassero. Almeno non si vedevano i suoi tatuaggi d’oro sulle spalle, altro segno di riconoscimento della sua regalità. Sam, guardando quei vestiti sul corpo di Derek, non riuscì a non sentirsi in colpa, cadendo in una visione in cui, al posto di Derek, era lui ad essere schiavo del sole, ridotto a fare tutto ciò che gli veniva ordinato.
Si girò di scatto scuotendo il capo per mandare via quell’immagine così nitida, quindi borbottando un “andiamo” uscì dalla sua stanza, con Derek che, riallacciatosi il collare per bloccare il suo potere, lo seguiva. Si incamminarono su una lunga rampa di scale che li avrebbe portati all’ingresso principale. Tuttavia all’ultimo momento, gira velocemente prendendo una scorciatoia che li porta ad una porticina di legno. In pochi secondi erano fuori dal palazzo. Il giardino era di un biancore anormale, accecante. Il regno della Notte, risplende solo di notte, e di giorno perde la sua regalità e diventa quasi in bianco e nero, sparendo ogni sfumatura o ogni lucentezza. -Bene. Da qui dobbiamo andare sempre dritti, e una volta nella foresta, devi guidarmi tu.-
Derek rialzò lo sguardo su quel palazzo così diverso dalla sera prima, così… spento. Il sole, che illumina e dà potere a lui e al suo popolo, rendeva stanco e debole il suo popolo gemello, e viceversa. Camminava a disagio in quei vestiti così striminziti e in generale in quel ruolo. Era abituato allo splendore, allo sfarzo, ai servi abbigliati quasi come i padroni, ai matrimoni sfavillanti eppure, nonostante quel desiderio di mostrare la propria ricchezza, avevano abolito la schiavitù da secoli. Non avrebbero mai osato mettere un collare ad un essere umano.
Guardò i lunghi capelli luccicanti di Sam – mettiti il cappuccio, non devi assolutamente farti riconoscere. - Sam rise imbarazzato, tirandosi immediatamente su il cappuccio. -Vero, ora rischio di finire io nelle loro mani. - mentre camminava, guardava con la coda dell’occhio prima il suo amato castello, che ora sembrava quasi una dimora abbandonata, poi lui: quello splendore di sole accanto a lui, che faceva brillare tutto quello che aveva intorno. Perso nella contemplazione, non si era accorto di essere arrivato abbastanza lontano dal suo regno da entrare in quello di Derek. Notò il prato di colore più giallo e sbattè un paio di volte gli occhi. Poi mise mano al suo borsello, come se fosse infinitamente grande. - ti ho portato i tuoi vestiti. So che non è proprio ciò che indossi di solito, ma almeno non sono le vesti da schiavo. - sorrise imbarazzato sbattendole leggermente per aprirle.
Derek guardò le vesti come se ormai riguardassero una persona che non è più. Le sentiva distanti e non sue. -hai ragione. Qui è molto meglio che mi scambino per un servo del sole, che per uno schiavo della luna. - detto questo, slacciò il collare poggiandolo a terra, poi si spogliò. Non era la prima volta che lo faceva, ma stavolta, era direttamente sotto il sole. Non appena rimase seminudo, la luce illuminò la sua pelle dorata, facendola risplendere come fosse una statua. Il petto e la schiena punteggiati da piccole cicatrici di battaglia, le spirali d’oro sulle sue spalle, pronte a ricordare la sua regalità. Stette qualche secondo a bearsi della luce di suo padre, il sole per poi scuotere i capelli e vestirsi lentamente. - ti ringrazio molto. -
Sam si rigirò. All’inizio non era riuscito a distogliere lo sguardo, incantanto da quella bellezza, ma gli occhi avevano iniziato a pizzicargli, come se avesse fissato direttamente il sole. “una vera divinità. I figli del sole risplendono di forza come il loro padre.”
- grazie a te di essere così. - sussurrò senza pensare, rendendosi conto solo dopo di quello che aveva detto. -Ehm, nel senso, grazie di essere così come sei, molto disponibile e intelligente. - si coprì la faccia con le mani e scoppiò a ridere – scusa, questo sole mi rincretinisce- Derek si girò di scatto sentendo la risata cristallina, e si avvicinò a lui, ancora seminudo, senza casacca. Con il sole, aveva recuperato la sua irriverenza e sfrontatezza. Si avvicinò al suo orecchio sussurrando: - in realtà, la pozione che ti ho dato, funge da piccola luna sul tuo corpo, quindi – gli sfiorò le braccia quasi impercettibilmente, percependo il suo cuore battere nelle vene, e scese dolcemente alle mani -quindi magari queste cose le pensi davvero, figlio della luna? - con il suo sorriso e il suo tono accattivante era ammaliante, ma soprattutto ammaliato, da quella figura così eterea, da renderla quasi impalpabile.

Era stato corteggiato da tante persone nella sua vita, donne, uomini, principi e servitori, ma nessuno era mai rimasto così impresso nella sua mente come quel principe, così diverso da lui, così diverso dal resto del suo popolo.

Era il suo nemico, il suo amico, lui.

   
 
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