Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: EuphemiaMorrigan    27/06/2019    1 recensioni
[Questa storia partecipa alla challenge Somewhere over the Rainbow indetta dal gruppo SasuNaru Fanfiction Italia]
What if...? Tutti vivono. GioMis. Accenni FugoNara.
01: Lui arricciò la bocca disgustato, neanche avesse addentato un limone. «GioGio ha gusti migliori di quel che credete, non può essere innamorato di Mista».
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Giorno Giovanna, Guido Mista, Pannacotta Fugo, Trish Una
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I think I'm done with the sofa.
I think I'done with the hall.
I think I'm done with the kitchen table, baby.
Let's go outside.
In the sunshine.
I know you want to, but you can't say yes.
Let's go outside.
In the moonshine.
Take me to the places that I love best.
Outside; Geoorge Michael.

Giallo – Luce del Sole – Orgoglio.

Nel momento in cui Mista spalancò rumorosamente la porta e cominciò a sbraitare, senza nemmeno annunciarsi: «Gio ma davvero? Sembra Azzurro di Shrek, non può piacerti questo uomo di plastica! Oddio guarda, la mascella arriva a toccare il pavimento!», una domanda sorse spontanea a Giorno.
Perché accadeva tutto nel suo ufficio? Perché era diventato il ritrovo di quei matti dei suoi amici?
Forse il motivo era che ci passava più di diciotto ore al giorno e l'unico luogo in cui potevano trovarlo era proprio quello.
Portò le dita alla tempie dolenti, massaggiandole lentamente.
«È una notizia falsa di una settimana».
«Lo so! Una settimana fa però il mio capo mi aveva oberato di così tanto lavoro che non ho avuto quasi tempo per mangiare, figurarsi leggere del buon gossip per metterti in imbarazzo» sogghignò scherzoso, sventolando il giornaletto sotto il suo naso.
Giorno lo afferrò con stizza, gettandolo nel cestino accanto a sé. «Non c'è nulla di buono in questo, e spero ti sia almeno lavato da allora».
«Quanti giorni sono che fai la mummia qui dentro, Gio? Fra i due sei tu quello che ha bisogno di un bagno, di lavare i tuoi vestiti e magari mangiare anche qualcosa di diverso da...» si bloccò ad occhi sgranati «Hai almeno mangiato?».
«Sì» soffiò annoiato. Non ricordava quando, anche se era abbastanza sicuro lo avesse fatto; probabilmente Bucciarati gli aveva portato il pranzo qualche ora prima.
Mista roteò gli occhi al cielo, in seguito sedette sulla scrivania. «Devi cominciare a prenderti cura di te, non ci sarà sempre Bruno a ricordati di non saltare i pasti o Pannacotta a spingerti in gola due tramezzini mentre firmi scartoffie».
«Lo faccio» arricciò le labbra al rendersi conto di aver assunto un tono da bambino capriccioso. Tutte le volte che affrontavano quel discorso – spesso purtroppo – la premura di Mista da una parte lo metteva a disagio, dall'altra gli scaldava il cuore.
«Lavori troppo» mormorò affranto, così palesemente preoccupato da provocare in Giorno un forte senso di colpa. Spontaneo poggiò la mano sul dorso di quella di Guido, carezzandola con naturalezza in modo da rassicurarlo.
«A meno che non ti chiami Francesca penso il tuo posto sia la sedia, Mista» disse, provando ad alleggerire l'atmosfera con un sorriso.
Funzionò, e gli occhi neri s'illuminarono giocosi.
«Dovresti migliorare il tuo umorismo, Signor Sheffield».
«Il mio dici? Hai appena citato la stessa serie tv».
Guido gli si accostò un poco, ridacchiando: «Guarda, ho imparato ad accavallare le gambe dalla tata», si spostò in modo fluido e lento, accentuando di proposito il movimento.
Giorno distolse lo sguardo, sperando di non essere arrossito.
«Ti ha insegnato bene, hai delle belle gambe».
La mano di Guido si girò, ora palmo contro palmo intrecciò le dita con le sue.
«Ora sì che sembri gay, Gio».
Giorno la strinse maggiormente, tornando a guardarlo negli occhi.
«Io sono gay, Mista».
«Sono certo tu abbia gusti migliori di Azzurro, però».
Le iridi turchesi divennero attente e lo scrutò per qualche secondo.
Pareva calmo, da prima nulla era cambiato, o meglio: forse una rivoluzione nel loro rapporto era stata scatenata, differente da ciò che aveva creduto potesse accadere Giorno. Mista non lo aveva scacciato, anzi, si stava sporgendo verso il suo viso, più vicino di quanto si fosse mai azzardato.
Il lampo di consapevolezza lo spiazzò e confuse per un attimo, eppure si riprese presto, chiedendo leggero: «Chi dovrebbe piacermi quindi? L'orco?».
Poteva fare quel gioco anche lui, fin quando si sarebbero divertiti entrambi.
Smise quasi di respirare quando vide Guido rivolgergli un sorriso luminoso come il Sole, mentre dolcemente gli appuntava dietro l'orecchio una ciocca di capelli sfuggita al fermaglio.
Non gli rispose, non serviva.

   
 
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