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Autore: lily88    28/06/2019    1 recensioni
Questa storia è una Bethyl AU, ambientata ai giorni nostri e senza zombie. Una storia d'amore senza troppi drammi (o si?).
Beth è un veterinario ed è tornata a casa dopo gli studi, preferendo la tranquillità della sua cittadina alla caotica Atlanta. Daryl è la guardia forestale, durante una delle sue perlustrazioni nel bosco, durante un temporale, si troverà a soccorrere una ragazza priva di sensi. Il contatto fra i due si limiterà a questo o ci sarà dell'interesse reciproco?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Bethyl AU
Capitolo 1


"Avete chiamato il veterinario?" la domanda era rivolta a tutti e a nessuno in particolare ma il figlio rispose prontamente: "Si papà, circa un'ora fa. Dovrebbe essere qui a momenti." Difatti un'auto si stava avvicinando alla loro fattoria e ne scese una bella ragazza bionda munita di valigetta medica e un sorriso dolce sul viso.

"Buongiorno signor Taylor, ciao ragazzi." "Oh Beth, meno male sei arrivata. La povera Betsy non riesce a partorire, credo che il puledro sia podalico."
"Non si preoccupi, ora do un'occhiata e vediamo di far nascere questo piccolino." Infilati un paio di guanti la giovane si mise al lavoro, tastando e cercando di capire a che punto fosse il parto. "Ha fatto bene a chiamarmi, effettivamente si presenta un parto podalico. Provo a eseguire alcune manovre per poterlo girare; se non dovessi riuscire così procederò con un cesareo." Fortunatamente Beth ce l'aveva fatta senza dover ricorrere al bisturi e Betsy aveva partorito un bel puledro pezzato. "Purtroppo Betsy ha perso più sangue del normale, vi prescrivo del ferro e un paio di altre medicine che l'aiuteranno a ristabilirsi bene e in fretta. In caso di dubbio potete chiamarmi senza problemi, ok?" "Grazie per l'aiuto Beth, siamo contenti che sia andato tutto bene."

"Beth aspetta, volevo chiederti una cosa." la ragazza era già in auto e pronta a partire quando John, figlio maggiore del signor Taylor, l'aveva richiamata. Beth sapeva già cosa volesse chiederle e questo era uno dei motivi per cui aveva tentato di andarsene il più in fretta possibile. John era un bravo ragazzo, carino e gentile; in linea teorica un porto sicuro su cui approdare eppure lei non riusciva a veder altro che un buon amico. Gli sorrise, invitandolo in questo modo ad esprimersi liberamente. "Ecco, mi chiedevo se ti andasse di uscire con me. Se ti va potremmo andare alla fiera primaverile che si terrà settimana prossima." Ce l'aveva fatta, era riuscito a chiedere a Beth Greene di uscire con lui e non si era nemmeno impappinato nel farlo. Bravo John.
Peccato che per il giovane la risposta fu peggio di una doccia fredda. "Mi farebbe piacere John, davvero, ma non credo sia una buona idea. Non voglio darti false speranze e so che tu vorresti qualcosa in più rispetto all'amicizia." La ragazza era dispiaciuta, la delusione negli occhi di lui era così evidente che avrebbe voluto aggiungere qualcosa in più, non sapendo esattamente cosa rimase in silezio. "Ok, ci ho provato Greene. Tentar non nuoce giusto?" tentò di sdrammatizzare lui. "Già. Mi dispiace John, davvero. Ora devo tornare in ambulatorio, buona giornata."

Finite alcune pratiche al lavoro Beth aveva deciso di tornare a casa e di andare a fare una passeggiata nel bosco. Dopo la laurea era rimasta un paio d'anni ad Atlanta ma fare il veterinario lì non era assolutamente la stessa cosa rispetto alla campagna. Suo padre era stato ben felice di riaccoglierla alla fattoria e sopratutto di poter andare in pensione, lasciandole così lo studio e l'onere. In caso di bisogno, professionale e non, Beth sapeva di poter chiedere consiglio al padre ma cercava di appoggiarsi a lui il meno possibile. Dall'alto dei suoi ventisette anni era ormai adulta e indipendente. Il fatto di dormire alla fattoria era più per comodità che non per necessità economica; in fondo era confortante sapere di poter contare su qualcuno.
Tutte queste riflessioni avevano portato lei e Fiona più addentro al bosco di quel che si era prefissata inizialmente. Il tempo quel giorno era piuttosto nuvoloso e man mano che si avvicinava la sera le nubi erano sempre più scure e cariche di piggia. "Fiona, qui mi sa che ci prendiamo una bella lavata. Pronta a trottare un po'?" Il tempo di finire la frase che alcune gocce di pioggia si stavano abbattendo su di loro sempre più forte, togliendole gran parte della visuale. Un lampo e un fulmine avevano fatto fare a Beth un salto sulla sella e innervosire Fiona. "Shhh, piccola è solo un fulmine. Da brava andiamo a casa." La pioggia incessante e i fulmini avevano spaventato troppo l'animale che imbizzarritosi disarcionò Beth, la quale cadendo picchiò la testa sul terreno, svenendo.
La sera stava lasciando posto alla notte e la pioggia continuava a cadere incessantemente. 










  
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