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Autore: Lady Lara    30/06/2019    3 recensioni
Tratto dall'incipit.
“Mi dispiace … mi dispiace veramente … ma il mio cuore deve restare di ghiaccio!”
La sua mente se ne stava facendo una convinzione e stava alzando dei muri spessi intorno a quel cuore. Ne aveva bisogno perché … perché quegli occhi verdi e quelle labbra di ciliegia, erano riusciti a scalfire quel ghiaccio irrimediabilmente!
Una giovanissima Emma Swan, studentessa universitaria, incontra "casualmente" un giovane che sconvolgerà la sua vita e la condizionerà nelle sue scelte professionali e sentimentali. Il destino è spesso crudele e la vita lascia traumi difficili da superare. L'amore a volte può essere un trauma, specialmente quando ti viene strappato agli albori, quando le speranze sono tante e i sentimenti sono potenti ma, una nuova possibilità fa risorgere la fenice dalle sue ceneri. Emma si chiederà come si è potuta ingannare e innamorare in breve così profondamente. Dovrà lavorare duramente su se stessa per erigere i muri che la proteggeranno, ma se la fenice risorgerà dalle sue ceneri? Sboccerà ancora l'amore? Sarà Emma la fenice? O sarà il bellissimo uomo misterioso che, da un quadro visto in un museo, tormenta i suoi sogni con i suoi magnetici occhi azzurri?
Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 57
Obiettivo finale
Seconda parte
 
 
Pochi secondi per riflettere …
Ad una mente geniale potevano bastare per calcolare  la distanza, la traiettoria, la velocità e il punto d’impatto del proiettile? Si, potevano bastare! Ma soprattutto a  Killian Jones fu utile osservare il momento in cui la donna armata tirò indietro il cane della pistola. Nella frazione di secondo in cui premette il grilletto e fuoriuscì il proiettile, lui si buttò sulla sinistra, verso il passeggino. Veloce come un fulmine, con violenza, scaraventò il piccolo veicolo verso le gambe di Lucy Handersen, alias Belle French. Lei non si era aspettato un movimento tanto repentino da parte del Capitano, né che il passeggino di suo figlio le arrivasse addosso con tanta violenza. Barcollò non riuscendo ad evitare l’impatto, ma la pistola rimase ben salda nella sua mano, pronta a far fuoco ancora e ancora.
Quei pochi secondi, di incertezza della donna, concessero a Killian di nascondersi tra le auto. Era una magra difesa e si stava pentendo di ogni suo peccato, consapevole di non avere con sé la pistola d’ordinanza né, tantomeno, il giubbotto antiproiettile. L’unico modo che gli restava per salvarsi, era di non farsi vedere e prenderla alle spalle. Doveva riuscirci per disarmarla o sarebbe stato spacciato.
Acquattato dietro una delle auto parcheggiate, sentiva la voce di Belle che lo scherniva, con un tono tagliente come le parole di spregio che stava usando nei suoi confronti.
 
– Te la stai facendo sotto Capitano? Ora non ti senti forte senza una pistola in mano vero? Sei un vigliacco! Hai paura di affrontare una donnicciola come me?
 
Killian sperò che la ragazza continuasse a parlare per regolarsi sulla sua posizione. Non poteva alzare il busto per guardare, lei gli avrebbe sparato senza pensarci due volte. Si mosse a passo di leopardo, come tante volte aveva fatto nell’addestramento, vide i piedi di Belle che, ora silenziosa, stava camminando dalla parte opposta a dove si trovava lui. Doveva muoversi più velocemente e senza fare il minimo rumore. I piedi femminili si fermarono e voltarono, lei si stava guardando intorno, lo stava cercando con gli occhi. Killian si bloccò, il cuore gli batteva forte e l’adrenalina ormai gli circolava in tutto il corpo, rendendolo pronto all’attacco e alla difesa. Osservò nuovamente, da sotto l’auto che lo stava nascondendo, i piedi di Belle che si allontanavano ancora. Era il momento di agire. Si risollevò e scattò verso le spalle della ragazza. Questa si accorse del suo movimento e si voltò con l’arma verso di lui ma, con la gamba tesa, Killian scalciò in avanti, verso la sua mano, facendole saltare in aria  la pistola. Nel movimento di scivolata, Killian ricadde all’indietro, pronto a rimettersi in piedi con un colpo di reni e a bloccare Belle a mani nude.
Non aveva calcolato l’agilità della ragazza e il suo profondo desiderio di vendetta. Questa, come se non avesse accusato nessun dolore all’arto, raccolse la pistola in men che non si dica, sfruttando il fatto di essere in piedi rispetto a Captain Hook .
 
– Credo sia ora di finirla con i giochetti Capitano! Ci siamo divertiti abbastanza, adesso finalmente avrai quello che meriti!
 
Gli occhi azzurri di Killian erano per la seconda vota puntati verso il foro del   silenziatore. Questa volta era veramente spacciato, non aveva nessun modo per evitare di essere colpito. Non fece calcoli, non fece ipotesi d’azioni. Gli vennero nella mente le immagini di Emma e del loro bambino, pensò solo che quella era l’ultima cosa che avrebbe portato con sé, la loro immagine nella mente mentre moriva. Addio al suo sogno d’amore, addio all’idea di riconciliarsi con Emma restituendole Henry, addio a tutto!
Nel silenzio di quel parcheggio sotterraneo, con il freddo del pavimento sentito attraverso i jeans, chiuse gli occhi per vedere ancora il dolce viso di Emma, i suoi occhi di verde purissima acqua, le sue labbra di ciliegia e il turbinio dorato dei suoi capelli fluenti.
Con gli occhi chiusi e l’immagine della donna che amava nella mente, sentì distintamente due suoni in contemporanea, lo scatto del cane della pistola e il rombare potente di un motore di auto che sopraggiungeva velocemente.
Riaprì gli occhi istintivamente nel momento in cui l’auto investiva violentemente Belle, sbalzandola da terra e facendole fare un volo di quattro metri. Per un pelo l’automobile non gli era passata sulle gambe. La vide inchiodare le ruote a mezzo metro da lui. Ne scese velocemente l’autista per vedere il risultato dell’impatto.
Due gambe snelle vestite in jeans, con scarpe da ginnastica e una maglietta blu dal taglio maschile, corsero verso di lui.
 
– Kil! Stai bene?
 
Gli occhi a mandorla di Mulan lo fissavano preoccupati, i suoi capelli, lisci e neri, le ricadevano ai lati del viso ovale, mentre si abbassava su di lui.
 
– Ciao Fiore di Loto! Mai stato meglio! Specie ora che sei arrivata! Non so perché sei qui ma sono felice che tu ci sia!
– Lo credo Kil … lo credo!
 
Alzando un sopracciglio, Mulan gli allungò la mano per aiutarlo a rimettersi in piedi, anche se lui non ne aveva bisogno.
 
– Vediamo come sta Lucy Handersen!
– Con il volo che le hai fatto fare non credo stia bene!
– Mi dispiace ma ero sicura di trovarla qui!  Tu non eri raggiungibile al cellulare e non ti ho potuto avvisare. Manuelito si è ripreso e mi ha detto che era stata la Handersen a sparargli, proprio in questo parcheggio sotterraneo. Ho chiamato il tuo ufficio e mi hanno detto che stavi arrivando. Ho cercato di arrivare prima di te, ma a quanto pare sono comunque arrivata appena in tempo!
– Il tuo tempismo è stato miracoloso! Altri due secondi ed ero spacciato!
 
Entrambi si diressero verso la donna che giaceva inerme a terra in una posa innaturale, la sua pistola era distante da lei e i due agenti notarono del sangue colato dalla sua testa. Si scambiarono uno sguardo significativo. Lucy-Belle, sbalzata dall’auto, aveva battuto la testa contro uno dei pilastri di cemento che reggevano il soffitto. Il colpo inferto dall’auto e il seguente urto nella ricaduta, le avevano provocato sicuramente danni seri alla colonna vertebrale e alla testa. Si chinarono su di lei e videro che respirava a fatica. Il sangue che avevano notato le usciva dalle orecchie, segno evidente di un grave danno cerebrale. In una specie di rantolo stava cercando di dire qualcosa.
 
– Il mm-i-o  ba-m-bi-no!
– Ha detto “mio bambino”? Ho sentito bene?
– Si Mulan … ha un figlio! Era incinta quando eravamo in missione in Cina!
– Mi ricordo che fosse in sovrappeso, ma non avevo capito che fosse incinta!
– Lo era e il fatto che io abbia ucciso Gold è stato il motivo che ha scatenato la sua vendetta. Emma aveva intuito tutto esattamente del suo profilo, anche la maternità! Chissà dove tiene suo figlio. Non era in auto con lei!
 
Mulan provò a far parlare ancora la ragazza per avere informazioni sul suo bambino.
 
 – Lucy riesci a dirmi dove sta tuo figlio? Vogliamo aiutarti e provvedere a lui!
 
La ragazza non rispondeva, aveva gli occhi sbarrati ma non direzionava lo sguardo, la pupilla era enormemente dilatata. Killian intanto chiamava l’ambulanza e l’Interpol.
La giovane Lucy Handersen stava agonizzando. Killian non disse nulla, ma immaginò che con probabilità non sarebbe arrivata viva all’ospedale.
 
Gli operatori sanitari arrivarono nel giro di un quarto d’ora. Intubarono la donna per ossigenarla. Le misero una flebo e la caricarono a bordo del mezzo di soccorso.
 
– Cosa ci dice Dottore?
 
Killian si era rivolto al medico che lo guardò con sguardo serio e accigliato.
 
– Dubito che sopravvivrà! Ha sicuramente gravi fratture alla colonna vertebrale, sospetto danni agli organi interni e una sicura commozione cerebrale. Ho allertato l’ospedale per la camera operatoria …
 
Killian ringraziò e salutò il medico che salì velocemente sull’ambulanza, posizionandosi affianco alla paziente, mentre gli altri operatori chiudevano gli sportelli posteriori e l’autista attivava la sirena, rimettendo in moto l’ambulanza.
Nel mentre erano arrivati gli agenti dell’Interpol. Ebbero uno scambio verbale con il Capitano e si accordarono per una deposizione presso la loro sede.
Mulan si preoccupò di scoprire dove si trovasse il bambino della ragazza e, con uno degli agenti dell’Interpol, perquisì la sua auto. Dentro vi era la borsetta e fu utile rovistarvi dentro. Tra gli effetti personali della Handersen c’era il suo cellulare, il passaporto falso e un indirizzo. Killian si avvicinò a sua volta e Mulan lo informò di quanto avessero trovato. Per ordine del Capitano la borsa fu portata nella sede dell’Interpol dall’agente e lui, con Mulan, salirono sulla sua Audi per andare a rilasciare la loro deposizione sui fatti appena accaduti.
 
Ci vollero diverse ore per mettere tutto nero su bianco. C’erano molte cose da condividere con la F.B.I., la D.E.A. in particolare, l’Interpol e la Polizia Irlandese. Dopo un’ora e mezza dall’arrivo di Killian e Mulan presso la sede dell’Interpol, giunse la notizia della morte di Lucy Handersen. Era spirata prima di entrare in sala operatoria.
 
Il fatto che la Handersen avesse un figlio che non portava con sé, significava ovviamente che lo avesse lasciato in custodia a qualcuno. Gli agenti si chiesero quanti complici potesse avere Lucy-Belle in Irlanda. Lei stessa aveva detto a Killian che era stata aiutata dai narcotrafficanti  cinesi, che si erano riorganizzati dopo l’arresto del Tai Pan. Killian, nella sua profonda conoscenza dei meccanismi che regolavano il narcotraffico, non si era certo illuso di aver eliminato il traffico dalla Cina! Era ovvio che dopo l’arresto di Li Yu Wong  si sarebbe scatenata nuovamente la corsa tra i vari capi clan per il predominio e l’elezione di un nuovo Tai Pan! Pur avendo dato in quei tre anni una fortissima stoccata al narcotraffico mondiale, il lavoro non era concluso. Inoltre la sua copertura era probabilmente del tutto saltata e ne doveva trovare un’altra. Doveva approfondire i controlli sui movimenti di Lucy in quell’ultimo anno, capire quali erano stati i suoi contatti e cosa veramente si sapesse di lui. La mafia cinese aveva scoperto il suo nickname, Lucy per caso il suo indirizzo e il suo vero nome. Lo aveva rivelato solo a Paula Santa Cruz? La sua immagine e il suo volto erano noti ormai? Doveva accertarsi che solo Belle e pochi circoscritti conoscessero il suo vero volto e che non ci fossero sue foto in giro. Avrebbe controllato le foto sul cellulare della ragazza e, se ce ne fossero state, avrebbe controllato se le avesse inviate a qualcuno.
Killian doveva proteggersi e proteggere la sua squadra. Doveva rivedere tutti i codici di accesso, cambiare base e abbandonare la sua casa attuale. Sarebbe sparito dalla circolazione per un po’ di tempo e avrebbe lavorato solo esclusivamente nella stanza dei bottoni. Spargere la voce che Captain Hook fosse una leggenda metropolitana e che non fosse un unico uomo, sarebbe stato utilissimo per depistare altri narcotrafficanti intenzionati ad eliminare un loro pericoloso avversario.
 
***
Quello stesso pomeriggio fu rintracciato con chiarezza il domicilio di Lucy Handersen. La Polizia fece irruzione nell’appartamentino e trovò il piccolo Jed Handersen Gold e la donna cinese di mazza età che si occupava di lui. Fu chiamata l’agente Mulan Chang per parlare con lei, visto che si esprimeva solo in cinese o così aveva fatto credere. Anche la donna aveva documenti irregolari e fu arrestata per complicità e concorso a delinquere. Nei giorni seguenti fu sottoposta a numerosi interrogatori, finché non diede preziose informazioni per Captain Hook e la sua squadra. Il piccolo Jed, intanto, fu portato momentaneamente in una casa famiglia dublinese, per lui Killian aveva un certo progetto …
 
 
Boston, Ospedale Centrale.
 
- Non ne sapevo nulla Emma!
– Lo so Lorna! Non ti faccio colpe!
– In pratica Killian ha fatto con vostro figlio, quello che ha fatto con Kim!
– Esattamente …
- Immagino che tu sia molto arrabbiata con lui!
– Puoi dirlo forte Lorna! Con questa cosa ho chiuso definitivamente con lui! Ora il mio scopo è solo di ritrovare mio figlio Henry!
 
Una delle prime cose fatte da Emma, appena tornata da Dublino, era stata quella di far rapporto verbale al suo capo dipartimento. Lorna ancora era in ospedale, ma fortunatamente la sua salute migliorava di giorno in giorno e il piccolo embrione che cresceva nel suo ventre sembrava non aver risentito della situazione materna. I medici monitoravano costantemente la loro paziente e Sebastian Jefferson non faceva mancare la sua quotidiana presenza alla donna che amava.
 
Emma aveva raccontato tutto a Lorna. Dall’esperienza lavorativa a quella emotivo-sentimentale con Killian Jones, concludendo con la scoperta dell’inganno sul loro bambino.
Lorna la guardava attentamente mentre la giovane esternava quell’ultima opinione. Sapeva quanto determinata fosse la sua prima assistente, ma sapeva anche di quanto fosse innamorata di Killian.
 
– Sai Emma … ritrovare tuo figlio ovviamente è il tuo scopo primario ora. Ne sono consapevole, ma credo che tu debba ancora smaltire la rabbia nei confronti di Killian.
– Forse la smaltirò prima o poi! Ma non voglio più averci a che fare!
– Non sei realista sulla situazione Emma e solo per rabbia! Pensi che lui rinunci alla sua paternità? In fin dei conti ha organizzato tutto per proteggervi e, per quello che lo conosco, credo abbia escogitato chissà quant’altro!
– Che vuoi dire?
– Killian ha una mente favolosa Emma. Ha una capacità di ideazione multistratificata direi!
– Cosa?!
– Sa ideare piani che si intrecciano su vari livelli. Può tessere trame estremamente complesse di cui solo lui sa tenere i fili. Se gli è stato dato il ruolo che ha, ce ne sono ottimi motivi, credimi!
– Non so quali trame abbia tessuto per nostro figlio, ma ti giuro che le dipanerò una ad una per ritrovarlo! Soprattutto senza chiedere nulla a lui!
– Emma! Sei tornata sana e salva vedo!
 
L’Agente scelto, Sergente Sebastian Jefferson, era apparso alla porta della camera di Lorna e la guardava sorridendole con simpatia.
 
– Pensavi che il tuo Capitano mi avrebbe messo K.O.?!
– Se è per quello pensavo precisamente il contrario! Lorna non gli aveva detto che saresti andata al suo posto e francamente nemmeno io!
– Lo so! Non mi avrebbe voluta e avrebbe scelto Graham o Olden … stupido maschilista!
– Non per maschilismo ma per senso di protezione nei tuoi confronti!
– Si, lo ha detto anche lui!
– Ha sempre cercato di proteggerti, anche se con modi poco canonici …
- Bene! Almeno tu lo riconosci! Ti è sembrato adeguato per proteggerci far sparire mio figlio facendolo passare per morto?
 
Seb era ammutolito, poi, ripreso fiato, le rivolse  la domanda.
 
– Te lo ha detto?
– Si … me lo ha detto insieme alle motivazioni. Francamente non so che farmene delle sue motivazioni! Avevo sofferto per lui e a causa sua, poi ancor di più per il nostro bambino! Ora devo ritrovarlo assolutamente!
– Non ti ha detto dove si trova il piccolo?
– Sono andata via, non ce la facevo a sentire altro. Ero troppo sconvolta, delusa da lui per quello che mi aveva fatto! Dimmelo tu dove ha portato Henry! 
- Emma … mi dispiace … credimi, io non ne ho idea!
– Sei il suo braccio destro Seb! Come puoi non saperlo?!
– Emma calmati! Ti sto dicendo la verità! Ho dovuto seguire il suo piano quando è morto come Kim! Quando passammo col mio Suv lasciandoti per strada piangente, era evidente che lo amavi e che fossi disperata. Era evidente anche quanto ti amasse lui. Mandò me alla centrale per fare quella partaccia e per inserire Lorna al fine di darti supporto. Sapeva che avresti sofferto e voleva ridurre al minimo il danno. Quando abbiamo scoperto che Gold aveva saputo che il figlio che portavi in grembo fosse di Kim Steward e che lui fosse un agente in incognito, abbiamo scoperto pure che voleva rapirti per tenersi il bambino. Che fine avreste fatto era immaginabile. Gold era un uomo crudele e vendicativo. Sai cosa ha fatto fare alla povera Milah!
Fu allora che Killian prese la decisione di adottare lo stesso stratagemma usato per se stesso. Me lo disse, ma io gli risposi che doveva trovare un’altra soluzione. Non mi sembrava giusto che dopo un lutto brutale come quello che avevi vissuto, ne subissi uno peggiore! Mi rifiutai di collaborare e gliene dissi i motivi. Non mi rispose nemmeno. Fece solo un cenno con la testa, come per dire che il mio parere non gli interessasse, ormai aveva deciso!
– Emma credo tu debba chiedere al mio ex marito! Killian lo ha scelto appositamente per tenere sotto controllo te e la gravidanza, mi chiese infatti di indirizzarti da lui. Io lo feci tranquillamente, anche perché è un ottimo ginecologo. Certo non mi aspettavo il resto! Nemmeno Seb mi ha mai confidato nulla. Ho creduto veramente che il tuo bambino fosse morto! 
- Lui non voleva che lo sapessi Lorna. Dovevi lavorare ancora su Emma per farle affrontare anche questo trauma. Non ho potuto dirti nulla …
 
Seb guardava con profondo amore Lorna mentre le parlava. Emma non poteva che ammirare e un po’invidiare quel sentimento, tanto schietto e genuino, che vedeva brillare negli occhi della coppia.
Seb non poteva aiutarla e decise di lasciarli nella loro intimità. Ancora non era tornata a casa e sua zia Ingrid sarebbe stata felice di riabbracciarla. Quel pomeriggio avrebbe riordinato le idee. Sarebbe passata in ufficio e avrebbe redatto il verbale dell’intervento svolto. Avrebbe condiviso con i suoi due colleghi l’esperienza e poi sarebbe andata a portare il verbale al Comandante Shatneer.
Fatto tutto questo sarebbe rimasto un ultimo punto da affrontare: Neal Cassidy!
 
***
 Erano le ventuno quando parcheggiò il suo maggiolino giallo davanti alla villetta sul lago. Neal le aprì la porta della sua bella casa con un sorriso raggiante sul volto.
 
Quando lo aveva sentito quel pomeriggio, lui l’aveva invitata a casa sua per una cenetta a lume di candela. Emma aveva avuto un attimo d’esitazione nell’accettare. Cosa avrebbe implicato la cena da Neal? In fin dei conti lei aveva deciso di lasciarlo, non era giusto nei suoi confronti continuare a considerarlo un “chiodo scaccia chiodo”!
Alla fine aveva accettato, doveva pur trovare un modo per dirglielo e forse quella poteva essere una buona occasione.
Quando era tornata a casa per prepararsi per la cena, aveva fatto una doccia e poi scelto l’abito adatto. Aveva pensato a qualcosa di molto formale, ma le era sembrato toppo rigido, Neal avrebbe capito subito che qualcosa non andasse. Voleva dirglielo con calma, preparandolo in modo da non fargli sentire una pugnalata nel petto. In fine aveva optato per un vestitino setoso, senza maniche, corto fino a metà coscia con la gonna svasata. Era a sfondo verde smeraldo con una tematica floreale sul rosso e rosa, molto grazioso nei colori e sexy con i due lembi di stoffa che si incrociavano sul petto, senza bottoni e senza l’uso del reggiseno. Lo aveva indossato con un paio di sandali col tacco e le stringhe che si allacciavano alla caviglia. Si era guardata allo specchio e, con i capelli lunghi e ondulati sulle spalle, aveva giudicato l’insieme adeguato. Quando si era infilata in macchina, mettendosi seduta, la stoffa setosa della gonna le era scivolato ancora più su, mostrando maggiormente le sue cosce snelle. Si era resa conto che probabilmente quell’abito era anche “troppo” giusto per un appuntamento a lume di candela …
 
Neal l’aveva guardata con il suo viso bonario da bravo ragazzo.
 
– Emma sei bellissima!
 
Le aveva preso la mano sinistra e l’aveva attirata in casa. Lei aveva sentito il fresco e la differenza di temperatura causata dall’aria condizionata, rispetto al caldo esterno di luglio.
Le aveva fatto fare una giravolta tenendole la mano in alto, per ammirarla.
 
– Sei più bella del solito amore! Mi sei mancata tanto!
 
L’aveva abbracciata e aveva cercato le sue labbra. Emma si era leggermente irrigidita, ma poi si era sciolta riconoscendo il suo sapore. Gli aveva portato le braccia al collo e aveva lasciato che il bacio diventasse più profondo.
Era piacevole baciare Neal, anche se doveva ammettere che non le avesse mai dato gli stessi brividi che le comportava baciare Killian! Preferì sciogliersi dall’abbraccio.
 
– Ho una fame da lupo! Ho fatto una pausa pranzo minuscola oggi! Che hai cucinato di buono?
– Devo essere sincero con te amore! Io ho solo ordinato! Ho assunto una domestica e oggi pomeriggio si è trattenuta per preparare tutto! Ci sono delle crepes al formaggio e una mousse di panna con cioccolato fuso …
- Mmm!  Con il dolce mi hai convinta del tutto Neal!
 
Tenendosi per mano lui la condusse al tavolo. Lei notò la perfezione estetica di quel tavolo rotondo, il tovagliato candido, il piccolo bouquet di rose rosse per lei, posto su un lato affianco al suo piatto …
Neal era un esteta, era fatto così! Ogni cosa era al suo posto, in un ordine preciso di buon gusto e armonia. Emma si chiese se alla fine non sbagliasse a volerlo lasciare. Forse accettare la sua proposta di nozze non era una cattiva idea. Neal l’amava e la rispettava.
 
– Raccontami tutti i dettagli del tuo viaggio in Irlanda!
“Tutti i dettagli?! Ti ucciderei senza un’arma Neal!”
 
Come poteva raccontargli i “dettagli”? Poteva dirgli che aveva passato dei giorni meravigliosi lavorando e facendo l’amore ripetutamente con il suo primo e unico amore della sua vita?
 
– Neal sai che del mio lavoro non posso parlarti molto!
– Dai! Qualcosina potrai raccontarmelo no? L’albergo dove hai soggiornato per esempio? Non mi hai mai chiamato e immagino che tu sia stata impegnatissima!
– Si … si è stato un caso molto impegnativo! Ho stilato il profilo di un seriale …
- Dove alloggiavi? In centro?
– Beh! In realtà sono stata ospitata dal Capitano della squadra …
 - Il Capitano della squadra?! È sposato?
– No … non è sposato!
– Che tipo è?
– Uno in gamba direi! Mi ha ospitato perché ero sotto la sua protezione! Il killer attaccava gli agenti della squadra e potevo essere in pericolo anche io!
– Dio Santo Emma! Non immaginavo che avresti corso un pericolo del genere!
 
 Neal era impallidito.
 
– Devi cambiare lavoro assolutamente! Non posso stare tutto il giorno a pensare ai pericoli che puoi correre! Ti puoi dedicare ad altro! La tua professione ti da anche altre possibilità più innocue!
 
Emma si stava accigliando, ma cercò d restare calma.
 
– Neal faccio il lavoro che voglio fare! Amo questa professione! Ho studiato sodo e ho faticato per ottenere questo incarico e non intendo rinunciarvi! Ne abbiamo già parlato mi sembra e non voglio ritornare sul discorso!
 
L’uomo si era accorto d’averla urtata in uno dei punti saldi della sua vita e cercò di cambiare atteggiamento.
 
– Scusami amore, ma mi preoccupo per te! Ho paura che possa accaderti qualcosa di brutto!
– Non mi accadrà nulla! So badare a me stessa!
“Sapessi allora che l’assassina era sul sedile al mio fianco in aereo? Mi chiuderesti dentro una stanza e getteresti la chiave?!”
– Quindi hai lavorato con questo Capitano giorno e notte!
– Ma che dici Neal! Sei geloso ora? Che tono è quello?
– L’idea che tu sia stata sola in casa con questo tizio non mi piace per niente! Quanti anni ha?
– Una trentina …
- Giovane per un incarico così … deve essere in gamba veramente!
– Ma ti interessa proprio il Capitano? Non potremmo parlare di altro? Tu, per esempio? Cosa hai fatto questi giorni?
– Ho sistemato la stanza per i nostri bambini …
 
Ad Emma per poco non andava di traverso il pezzetto di crepe al formaggio.
 
– I nostri bambini?!
– Non ti piacerebbe averne quando ci sposeremo?
“Ci sposeremo?!!”
– Si … si certo! Io … io ho già avuto questa esperienza … lo sai!
– Non avremo fretta Emma! Lasceremo fare al decorso della natura! Se tu non ti sentirai pronta aspetteremo. Immagino che tu sia ancora sconvolta per la perdita di tuo figlio!
“Non immagini quanto Neal! Non potresti mai immaginare che sia stata tutta una farsa ed Henry sia vivo! Non lo immaginavo neppure io! Dovrò dirtelo, ma non questa sera!”
– Grazie per la comprensione Neal! In effetti non mi sento pronta per una nuova gravidanza!
 
Decisamente non ci pensava proprio ad un’altra gravidanza! Doveva ritrovare il suo piccolo perduto e non affezionarsi all’idea di un altro piccino!
 
“Certo se fosse un altro figlio di Killian …”
 
Quella era la verità? Se avesse avuto un altro figlio da Killian sarebbe stata pronta senza dubbi di sorta? Non voleva ammetterlo ma era così! Per lui sarebbe stata pronta!
Se ne vergognò, si sentì indecente davanti a Neal e fu felice che lui non vedesse il suo disappunto, per il fatto che in quel momento stesse guardando nel proprio piatto.
La cena continuò più tranquillamente, dirottando il discorso su altri argomenti.
 
– Sai che in questi giorni hanno ritrovato una giovane fioraia morta per overdose nel suo chiosco?
– Si ho saputo …
 
Neal si stava riferendo alla povera Eloise Gardener. Aveva saputo i dettagli da Graham quel pomeriggio in ufficio.
 
- Dicono che fosse sotto la protezione dei federali … pare fosse stata coinvolta nel traffico della cocaina … era una testimone oculare nel processo Santa Cruz!
– Si … lo so! La conoscevo …
- Veramente?! Per il tuo lavoro?
– Per il volontariato dai Noland! L’aiutavo nel rapporto con la sua bambina …
 
Mentre rispondeva a Neal su quel caso, le venne in mente la piccola Alice. Ancora non era passata alla Casa Famiglia dei Noland.  Killian le aveva chiesto di fare da mamma ad Alice che ora, con il matrimonio tra lui ed Eloise, era diventata legalmente sua figlia.
 
– Chissà come ha preso la morte di sua madre! Sempre se lo abbia saputo!
 
Alice non aveva un particolare attaccamento a sua madre Eloise e Emma confidò su quello e sulla sua giovane età. Graham le aveva detto che il funerale della donna ancora non fosse stato celebrato. Il suo cadavere era tuttora nelle mani della Scientifica, ma entro un paio di giorni sarebbe stato disponibile per le esequie.
 
– Dovrai essere vicina alla piccola allora!
 
Neal era un uomo sensibile e di buon cuore, Emma apprezzava queste sue doti e apprezzò il pensiero per Alice.
 
– Si … lo farò sicuramente. Domani passerò il pomeriggio in Casa Famiglia …
- Ci vediamo domani sera?
– Sarà difficile Neal! Lo sai che spesso resto a dormire là se ci sono problemi con i bambini!
– Immaginavo l’avresti detto! Dovrò approfittare di questa sera quindi! Dopo domani parto per qualche giorno per lavoro! Ho ricevuto un appalto e devo andare per dei sopralluoghi!
 
Lui le aveva sorriso e fatto l’occhiolino, Emma aveva risposto con un altro sorriso e abbassato lo sguardo sulla mousse panna e cioccolato. Aveva capito cosa intendesse Neal, sicuramente si prefigurava di passare la notte insieme, ma lei? Lei lo voleva?
 
Gli occhi azzurri di Killian erano ancora davanti ai suoi, così magnetici, sensuali, pieni di desiderio, lo stesso desiderio che colmava i suoi nel guardarlo!
Distolse lo sguardo facendolo vagare per la stanza, come per svegliarsi da quel sogno ad occhi aperti.
 
– Tutto bene? Non ti piace la mousse?
– Tutto bene! È buonissima, adoro il cioccolato lo sai!
– Si … lo so bene! Ma nella mousse manca la cannella!
– Va bene così …
 
La mousse finì troppo presto e troppo presto, per gli intenti di Emma, si ritrovarono sul divano. Neal le era vicinissimo. La gonna svasata del vestitino di seta troppo su nel mettersi seduta. Strinse le gambe accavallandole ma Neal, seduto alla sua sinistra, le accarezzò l’esterno della coscia.
 
– Hai un bel colorito dorato … hai preso il sole in Irlanda?
 
Non si aspettava quell’osservazione.
 
“Perché diavolo non ho messo un paio di pantaloni?!”
– Sembrerebbe che tu sia stata al mare …
- Non posso dirti tutto Neal, ma il killer ha individuato dove stavamo lavorando e ci siamo spostati veramente al mare, per la precisione su una nave. Dovevamo lavorare tranquillamente, Jones aveva ricevuto una lettera minatoria. Era una questione di vendetta in realtà. Non si trattava di uno psicopatico …
- Jones … lui si chiama così quindi …
- Il Capitano della squadra d’indagine. Certo!
– E tu ti sei messa pure in costume sulla nave?
– Neal! Ancora quel tono da geloso? Ho preso il sole un paio d’ore, tanto per staccare la spina! Io mi arrosso subito!
– Eravate soli?
 
Eccola la domanda fatidica! Gli aveva detto più o meno la verità, ma non poteva dire tutto. Non poteva raccontare di quel due pezzi inesistente e di Killian che l’aveva spalmata per bene di crema protettiva o … del resto!
 
- È venuto anche un altro agente … Nick! Ma ora basta con il mio lavoro vuoi?
 
Aveva deciso di passare la notte con lui, ma si sentiva sporca. Non si era sentita così con Killian. Con Killian era amore! Con Neal che cosa era? Stava facendo schifo a se stessa, ma lasciò che lui, rincuorato, la prendesse per la vita, reclinandola sul divano, e la baciasse con passione.
 
– Altroché se voglio Emma! Mmm! La tua bocca sa di panna e cioccolato! Sei buonissima!
 
Anche lui aveva lo stesso sapore, ma il retrogusto non corrispondeva a quello che desiderava lei. Non era Killian! Non era Killian!
 
Mentre la sua mente continuava a gridarglielo, Neal diventava più passionale. I suoi baci le stavano percorrendo il collo, scendendo verso la scollatura del vestitino. In un attimo la sua mano sinistra si insinuò sotto la stoffa, spostandola e mettendo a nudo  il suo piccolo e sodo seno destro. Si posò calda e leggera su di esso, impossessandosene e massaggiandolo dolcemente. Continuava a baciarle il petto e con l’altra mano le denudò anche l’altro, portandovi le labbra sul capezzolo roseo.
Tecnicamente la cosa era piacevole! Emma inarcò il busto, lasciandolo fare. Chiuse gli occhi offrendogli quelle piccole vette turgide da succhiare, ma dietro le palpebre vedeva il volto di Killian, i suoi capelli bruni meravigliosamente disordinati …
Desiderava ardentemente che lui fosse lì in quel momento. Accarezzò i capelli di Neal, mentre lui scendeva, facendosi spazio tra la stoffa, lungo la nudità del suo torace, verso lo stomaco; erano morbidi, più sottili di quelli di Killian. Si rese conto che anche per i capelli  preferiva quelli del bel Capitano.
 
Neal le stava dicendo parole d’amore, con la voce arrochita dal desiderio, ma lei a malapena le stava sentendo. Poi realizzò che lui le stesse insinuando una mano tra le cosce per fargliele aprire. Provò disagio mentre Neal, riuscendoci, si sporgeva tra di esse e ne provò maggiormente quando lui le portò le mani ai glutei, sotto la gonna, stringendoli tra le dita. Mentre sentì l’ eccitazione del giovane crescere sotto la patta dei pantaloni e premere sul suo pube, la propria mente iniziò a gridare: “NO!”
 
Gridò quel “no” veramente, quando le dita febbrili di Neal cercarono il bordo delle sue mutandine nere per tirarle in basso e regalarle un bacio molto intimo.
 
– No non posso Neal!
 
Si era tirata indietro velocemente, lasciando il giovane con lo sguardo perplesso e le labbra appena inumidite dal suo sapore.
 
“Mi sto comportando come una puttana! Mi faccio schifo! Avevo deciso di lasciarlo per onestà! Non posso comportarmi così! Non voglio cadere così in basso! Lui mi ama, ma io amo Killian! Fare sesso senza amore non fa per me! Non avrei mai dovuto illudere Neal!”
– Non puoi?! Emma sei la mia fidanzata! Ci sposeremo a breve! Non ci vediamo da giorni … io ti desidero … tu … tu non mi vuoi?
 
Emma si era ricomposta e alzata dal divano.
 
– Sono troppo stanca Neal! Non mi sono riposata per niente da che sono atterrata questa mattina! Non me la sento questa sera! Cerca di capirmi! Ho solo bisogno di andare a dormire!
– Dormi con me, non ti tocco nemmeno se non vuoi!
– No … no vado a casa! Zia Ingrid è stata sola tutti questi giorni … non mi sembra rispettoso nei suoi confronti!
“Sono stato solo anche io questi giorni  … cosa ti è successo in Irlanda Emma?”
 
Riprendendo la borsetta, Emma si allontanò in fretta verso la porta dell’ingresso. Neal la guardò andar via mestamente, deluso.
 
“Cosa è successo in Irlanda? Ho l’impressione che centri qualcosa questo Capitano Jones! Non mi parli mai di lavoro, lo capisco, ma eri strana quando parlavi di questo tizio! Ti conosco troppo bene Emma! Sei sempre limpida come una fonte d’acqua pura … questa sera non lo eri!”
 
Si voltò verso il tavolo rotondo ancora apparecchiato. Emma non aveva preso nemmeno il mazzolino di rose rosse che aveva preparato per lei …
 
***
Il maggiolino giallo aveva sfrecciato veloce tra le strade di Boston, ai limiti della velocità consentita. Emma voleva allontanarsi da Neal il prima possibile. Gli voleva bene, lo stimava enormemente, ma era consapevole di non amarlo come meritava. Non era riuscita a dirgli di volerlo lasciare, ma lo avrebbe fatto quando lo avrebbe rivisto. Era giusto così, per lui e per lei.
Sua zia Ingrid si sorprese nel vederla rincasare, convinta che dopo quei giorni d’assenza sua nipote avrebbe passato la notte con il fidanzato. Emma fu evasiva nel rispondere alle sue domande, ma Ingrid capì al volo che qualcosa non andasse tra Emma e Neal. A lei piaceva molto il giovane architetto ed era stata felice che fosse entrato nella vita di Emma. Si arrese a pensare che magari fosse uno di quei momenti di lite tra innamorati che poi sfocia in un riappacificarsi più passionale di prima, ma era anche consapevole, da quanto aveva osservato, che Emma non sembrasse molto passionale con il giovanotto. Forse era solo stanca per il viaggio, come lei stessa le aveva risposto?
Si erano scambiate la buonanotte per le scale che portavano alle loro stanze e Ingrid, come sua nipote, andò a dormire non pensandoci più.
 
Mentre il sonno di Ingrid fu sereno e tranquillo, non fu lo stesso per Emma. Dopo un paio d’ore, nonostante la reale stanchezza, ancora era vigile e non faceva che girarsi nel letto sprimacciando il cuscino, senza riuscire a trovar la posa giusta. Dentro di lei si agitavano tumultuosi, innumerevoli sentimenti e pensieri. Per Killian ancora prevaleva la rabbia e lo sdegno sull’amore.
Ricordò quanto suggerito da Lorna quella mattina e decise che il giorno seguente avrebbe fatto visita al Dottor Federik Victor While. Gli avrebbe telefonato dall’ufficio per un appuntamento urgente e gli avrebbe fatto tirare fuori tutte le informazioni che le servivano.
Rincuorandosi con quella decisione, pian piano, annientata dalla stanchezza, si addormentò.
 
***
Il Dottor While era stato molto gentile e l’aspettava nello studio del suo reparto per le 12,30, momento del pasto delle sue pazienti e momento meno impegnativo per lui, che avrebbe pranzato alla mensa ospedaliera insieme all’ostetrica Zelina.
Emma aveva capito da tempo che tra il medico e la bella ostetrica ci fosse del tenero ma, nonostante la confidenza con Zelina e, ancor più, con Lorna, non aveva mai fatto domande a nessuna delle due sulla cosa. Quel giorno le fu ancor più evidente la relazione esistente tra i due, che si esternò nella tranquillità di quell’ufficio, nel loro modo di avvicinarsi l’uno all’altra, di parlarsi e guardarsi.
Emma andò subito al sodo della questione che le premeva e i due sanitari si scambiarono un’occhiata veloce. Zelina smise di sorriderle, prendendo un’espressione sinceramente dispiaciuta. While parlò per primo, rispondendo agli interrogativi di Emma.
 
– Quindi il Capitano Jones si è deciso a parlare? Ebbene si Emma! Mi sono prestato a questo ignobile inganno, ma solo perché il Capitano mi ha garantito che stessi salvando due vite umane da una sorte nefasta. Quando l’ho dovuto dire alla mia cara Zelina … beh! Lei ha un animo sensibile! Non voleva che mi immischiassi in questioni con i federali e le sembrava giustamente amorale strapparti dalle braccia un figlio appena venuto al mondo, facendolo passare per morto! Il Capitano ha voluto essere presente, aveva già programmato tutto. Mi ha sempre chiamato dopo ogni tua visita per sapere del piccolo, se la gravidanza stesse procedendo bene e se vostro figlio crescesse adeguatamente …
- Questo lo so Dottore! Quello che mi serve sapere è dove si trova mio figlio!
– Emma cara! Ne io ne Federik lo sappiamo!
 
 
Era intervenuta Zelina per togliere dall’impaccio il suo collega e compagno di vita.
 
– Poco dopo la messa in scena della morte di Henry, io l’ho portato via con me! Il Capitano aveva organizzato tutto al dettaglio. Uscendo da una porta del retro dell’ospedale, mi attendeva un’auto  che mi ha accompagnata a casa. Jones aveva provveduto ad ogni confort utile per vostro figlio e io, prendendo le ferie, l’ho  tenuto con me una settimana, trattandolo come se fosse stato mio figlio. Sapessi che bambino buono fosse! Mangiava, dormiva e faceva pupù. Un angioletto veramente!
– I suoi occhi? Di che colore sono i suoi occhi Zelina?
– I suoi occhi? Che dire? Erano molto chiari! Una cosa normale per i neonati! Solitamente poi si scuriscono!
– Zelina tu hai conosciuto Killian! Erano come i suoi gli occhi di nostro figlio?
– Oh si! Gli occhi del Capitano sono di un azzurro particolare! Mi dispiace Emma ma non so dirti se gli occhi del tuo bambino saranno diventati di quel colore o del tuo! Avendoli entrambi chiari ci sono pari opportunità!
 
Emma era un po’ delusa da quella possibilità. Aveva pensato che le sarebbe stato più facile individuare suo figlio con quella caratteristica simile al papà.
 
– Poi cosa è successo a fine settimana? Dove hai portato Henry?
– Emma … io non l’ho portato che a casa mia! Dopo una settimana venne una donna a prenderlo, mi disse di essere un’Assistente Sociale, si chiamava … aspetta! Si chiamava … si ora ricordo! Gretel! Gretel Sweethome! 
- Puoi rintracciarla con l’ordine delle Assistenti Sociali!
– No Dottore … non sarà possibile! Quella non era un’Assistente Sociale!
– Come no?!
 
I due sanitari avevano risposto quell’esclamazione in coro, meravigliati.
 
– Era un’agente in incognito e pur volendo ormai non può raccontare nulla. È morta poche settimane fa!
 
Le espressioni dei due erano a dir poco basite e quella di Emma era tetra. La giovane stava perdendo speranze sulle possibilità di trovare Henry senza ricorrere a Killian Jones …
 
 
 
Angolo dell’autrice
 
Buona domenica a tutti! Vi ricordate ancora di questa storia? Non pubblico da qualche settimana, la mia puntualità ormai è solo un ricordo. Volevo che questo fosse l’ultimo capitolo, ma è troppo lungo e lo sto dividendo, un modo per dare intanto a chi stava in ansia per Killian una risposta.
Emma intanto si sta dando da fare per trovare il loro bambino ma non pare molto fortunata. Lorna le ha dato qualche consiglio e ha cercato di farla riflettere sui sentimenti che nutre per il Capitano.
Spero che il capitolo sia piaciuto e che ancora riuscirete ad aver pazienza per il finale.
Buon inizio luglio e mi raccomando state al fresco ;)
Alla prossima!
Lara
   
 
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