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Autore: ailinon    26/07/2009    3 recensioni
Nel lontano rinascimento, un ragazzo con una grande e sola passione: la poesia e la lettura.
La sua vita a Firenze, lo condurrà a conoscere molti personaggi importanti.
Dalla sagace intelligenza di Pico, alla filosofia di Marsilio.
Dalla gioia di vivere di Giuliano de Medici, alla grandezza di Lorenzo il magnifico, suo fratello.
Fino alla superbia della famiglia de Pazzi.
Ma uno su tutti saprà cogliere l'essenza del suo animo...
Genere: Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Rinascimento
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Capitolo 58 – AMICI O NEMICI

Capitolo 58  – AMICI O NEMICI?

 

 Qualcuno diede dei colpi al portone di bronzo, facendo sussultare tutti.

«Tentano di entrare!» gridò il  giovane Cavalcanti, spada alla mano.

 «Sprangate le porte con tutto quello che trovate!» ordinò Ridolfi, lanciandosi alla caccia di sedie e tavoli. Candelieri e quant’altro.

 Poliziano continuò a guardare il corpo immobile del suo allievo.

La sagrestia era un putiferio e il battere alla porta non smetteva.

Da fuori provenivano grida disumane e lancinanti e Francesco Nori, il suo giovane amico giaceva morto tra le braccia di Lorenzo.

Come‘erano finiti in quel incubo dantesco?

 Una mano scivolò nella sua. Scorse una spada puntata verso il basso, poi il volto di Angelo accanto a lui. I due si fissarono, cercando la forza nel calore del corpo dell’altro.

Poliziano riconobbe la spada di Goffredo nella mano del ragazzo e si rammentò del perché lui era lì: «Giuliano…» mormorò.

 «Come?» chiesero gli altri.

«Giuliano?... Dov’è Giuliano?»

 Lorenzo s’irrigidì e si rizzò di colpo, come una tigre pronta al balzo. Una tigre chiusa in trappola, disperata e ferita ma, pur sempre una belva feroce.

 «Dov’è mio fratello?!» tuonò. La voce imperiosa: «Devo andare a cercarlo!»  si alzò in piedi, correndo verso la porta.

Poliziano lo afferrò prima che tentasse di uscire: «Non puoi uscire! Vogliono te!»

«Ma Giuliano?! Dov’è Giuliano?!»

«Ser Lorenzo, è ferito!» notò Angelo, indicandogli la ferita al collo.

 «Mio Dio!» Può essere veleno!» si allarmò Antonio Ridolfi, giovane famiglio mediceo.

Afferrando Lorenzo per le spalle, si chinò sul suo collo per succhiargli via il sangue, temendo fosse avvelenato.

Il Medici ondeggiò e dovette aggrapparsi ad Agnolo, per restare in piedi.

L’uomo lo fece sedere su una cassapanca.

Dall’esterno i rumori non si placarono anzi, sembravano aumentare d’intensità. Qualcuno bussò persino alla porta, urlando di uscire.

Loro rimasero in silenzio, terrorizzati e incerti da chi provenissero quelle incitazioni.

Amici o nemici?

***

 

   
 
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