Il primo giorno di scuola
Alla fine il giorno dell'esito è arrivato.
Io, Elys e Derv, ognuno dalla propria camera, siamo in contatto tramite il
MagiComp. La Sfera Trasmittente di Elys è piuttosto sporca per via della brutta
abitudine di fare esperimenti in camera sua, e a malapena la si vede.
Derv gliel'ha appena fatto notare. "Non puoi pulirla?"
"Ho provato a usare lo Smacchiatore Magico di Nonna Aurelia ma non è
venuto via... chissà che cosa ho creato... magari potrei usarlo come prototipo
per una vernice ultra-resistente..."
"Stai divagando".
Rimaniamo qualche minuto in silenzio, con Elys che ogni tanto scribacchia
qualcosa su un quaderno - probabilmente sempre a proposito della vernice. È
mancina, e fa fatica a scrivere con il braccio steccato.
Aggiorno la finestra della Posta Magica (o m-mail) ma ancora nulla.
"Niente. Che ore sono?"
"Le 15:58. La m-mail diceva che i risultati sarebbero usciti alle 16"
risponde Derv. La sua connessione Maginet è un po' scarsa, e il video è in
ritardo rispetto all'audio.
"Non ne posso più!" chino la testa sulla scrivania. "Sono i due
minuti più lunghi della mia vita!"
Dal giorno del test d'ingresso io e gli altri due pazzoidi ci siamo tenuti in
contatto tramite il Maginet, e questa è la terza volta che facciamo una
videochiamata. Durante la prima abbiamo scoperto della passione di Derv per la
cucina - piuttosto particolare per un assassino - mentre la seconda si è
interrotta quando Elys ha deciso di farci vedere una delle sue invenzioni, che
è esplosa imbrattando completamente la Sfera Trasmittente e, probabilmente, il
resto della sua stanza. Quella ragazza è veramente un vulcano attivo.
"Io arrivo subito!" annuncia, "Ho bisogno di un pacchetto di
biscotti!"
"Ma mancano solo due minuti!" le faccio notare, "Non puoi
aspettare?"
"Ma ho fame!". Sparisce dalla mia visuale.
"Secondo te mangia perché è nervosa?" mi chiede Derv.
"Secondo me mangia e basta". Ma sotto sotto sorrido.
Io e Derv rimaniamo in silenzio in attesa di Elys quando la sentiamo gridare in
lontananza: "Sono le 16!"
Io e Derv ricarichiamo le pagine mentre Elys si lancia verso il MagiComp con la
bocca piena.
"Yuffiiii! SONO PASSATA!" esulta.
"Anch'io!" grida Derv, "E ho anche ottenuto l'autorizzazione
alla Bi-Classe!"
"Anch'io!" concludo.
Derv ha improvvisato un balletto sulla sedia - ripeto, è piuttosto particolare
per un assassino - mentre Elys agita in aria i biscotti - e qui mi viene il
dubbio che sia più contenta per quelli che non per la promozione.
"Che ne dite, ci troviamo alla stazione dove scendete voi e
festeggiamo?" propone Derv.
"Andiamo a mangiare qualcosa!" lo asseconda Elys.
"Ma te non pensi ad altro che a mangiare?" la stuzzico.
"Sta attento tu a quello che mangerai... potrei offrirti una torta che
farà prendere fuoco ai tuoi capelli!"
"Tipo... così?" mi concentro e riesco ad applicare un incantesimo del
fuoco - lo stesso con cui mi ero liberato dal ghiaccio di Elys - solo sulla mia
testa.
Nonostante il dolore per via dei punti, scoppio a ridere quando Elys caccia uno
strillo. Poi anche il rilevatore di fumo inizia a suonare.
"Zerik!" mi urla mio padre dal corridoio, "Quante volte ti ho
detto di non esercitarti con gli incantesimi in casa?!"
"Scusa!" rispondo, e spengo l'incantesimo. Ridacchio ancora un po'.
La sera, anche se è ancora settembre, comincia a fare freschetto. Forse era
meglio prendere una felpa più pesante.
Sono il primo ad arrivare all'appuntamento. Sposto il peso da un piede
all'altro mentre aspetto gli altri.
"Ehi!" sento gridare dietro di me. Vedo Elys che mi corre incontro
agitando il braccio sano. Quando mi raggiunge mi chiede: "Ci sei solo
tu?"
Annuisco. "Sei più riuscita a fare qualcosa per quella vernice?"
Scuote la testa. "Alla fine ho lasciato perdere. Ho pensato anche di farci
una bomba che acciechi i nemici imbrattandoli, però ha troppe incognite. La
cosa migliore resta la bomba stordente che ho usato su voi due stalker".
Quando arriva anche Derv - è quello con più strada da fare - faccio strada
verso il bar di Fress.
"Anche questo è un tuo cugino?" mi chiede Derv dopo aver accettato la
mia proposta.
Scuoto la testa. "Uno zio. A quanto pare da giovane più che l'avventuriere
ha fatto il cercatore di tesori e se l'è piuttosto spassata tra donne, uomini e
scommesse. Scommette praticamente su ogni cosa. Ora gestisce un bar quando è in
zona".
"Quando è in zona?"
"Ogni tanto fa le valigie e parte per chissà dove. A volte sparisce anche
per dei mesi e quando torna è sempre con dell'oro, oggetti magici e armi
rarissime e cose così".
"Certo che ce n'è di gente strana nella tua famiglia" commenta
Elys.
"Dovresti venire alle nostre cene di Natale... quelle sono uno
spasso".
Continuiamo a camminare ma a un certo punto noto che Elys continua a girarsi a
guardare dietro.
"Tutto bene?" le chiedo.
Lei fa sì con la testa. "È solo che è da quando sono uscita di casa che ho
l'impressione che qualcuno mi segua..."
Ci fermiamo e scrutiamo i passanti.
"Non mi sembra che ci sia nessuno di sospetto" commenta Derv. E penso
che ci si possa fidare della sua parola.
Elys fa un sorriso. "Probabilmente sono solo un po' stanca... con la
storia degli esiti non ho dormito molto la scorsa notte".
La studio per qualche secondo. "Sei sicura?"
Lei fa sì con la testa. "Non è nulla".
Il bar di Fress è abbastanza piccolo ma accogliente, anche se oggi è parecchio
affollato. Ci sono tanti tavoli in legno di varie dimensioni e sono tutti
diversi l'uno dall'altro. Sulle pareti sono appesi gli oggetti più svariati:
calderoni, elmi, una testa di grug, spade da cerimonia e molti - ma veramente
molti - boccali di birra da ogni parte del continente.
"Zerik!" mi urla lo zio, correndomi incontro appena varchiamo la
soglia, "Benvenuto! Tuo papà mi ha detto che sei entrato in Accademia!
Congratulazioni!"
"Grazie" sorrido, un po' imbarazzato visto che mezzo bar si è girato
a guardarci. "Hai posto per noi tre?" indicò Elys e Derv.
"Ma certo che ho posto! Sono amici tuoi?"
"Sì, siamo entrati in Accademia tutti e tre!"
"Beh, allora è proprio il caso di festeggiare! Che ne dite di sedervi a
quel tavolo là nell'angolo?"
Ci indica un piccolo tavolino tondo di legno chiaro. "Prendete pure le
sedie da dove volete, io arrivo subito".
Una volta sistemati al tavolo, vediamo arrivare lo zio Fress con un cesto di
patatine fritte e tre birre piccole.
"Offre la casa! Sono troppo contento oggi, ho anche vinto 50 monete
d'argento da tua zia Kels!". Non voglio neanche sapere esattamente per
cosa le abbia vinte.
"Ma abbiamo quattordici anni..." tenta di protestare Elys alla vista
degli alcolici.
"Appunto, avete già quattordici anni! Su, però non dirlo a tuo padre,
Zerik!"
Rido. "Perché, pensi che non lo indovinerà?"
Anche zio Fress scoppia in una risata fragorosa. "Divertitevi,
ragazzi!"
Quando se ne va Derv commenta: "È simpatico!"
Durante quella serata scopro ancora qualcosa di più sui miei amici: a quanto
pare i genitori di Derv sono due chierici e lavorano all'ospedale della città e
non erano per nulla contenti che il loro figlio rischiasse la vita per delle
avventure.
"Preferirebbero qualcosa di più tranquillo... mia sorella, per esempio, è
appena diventata ricercatrice. Anche lei è un chierico e studia pozioni
curative".
"E tu com'è che sei finito a fare l'assassino?" gli domando,
incuriosito.
"Prima di tutto, sono un assassino-mago. E poi, non sei l'unico ad avere
uno zio matto".
Elys, invece, è figlia di due commercianti, alchimisti come lei. A quanto pare
i suoi genitori hanno una bottega in centro. "Pensavano che mi sarei
dedicata alla ricerca vista la mia mania di fare esperimenti, ma sono stati
contenti quando gli ho detto che volevo entrare in Accademia!"
Sorseggiamo le birre e mangiamo patatine. A quanto pare Elys non regge bene
l'alcol e a metà della sua birra è già paonazza e comincia a ridacchiare senza
motivo apparente - più del solito, almeno. Derv gliela sequestra e la finisce
al posto suo.
"Il primo anno abbiamo praticamente tutti i corsi in comune, vero?"
chiedo.
"Sì, indipendentemente dalla Classe. Ma io e te ne avremo qualcuno in
più" mi risponde lui.
"Quindi dovrò imparare a fare a botte anch'io?". Non riesco a capire
se Elys ne sia felice o infastidita.
"Metti che finisci i tuoi fuochi d'artificio... devi difenderti comunque,
no?" le fa notare Derv.
"Io non finisco mai i miei fuochi d'artificio!". E detto questo ride
per due minuti buoni senza riuscire a fermarsi.
Finite le birre salutiamo zio Fress e facciamo una passeggiata per far
prendere un po' d'aria a Elys. Quando arriviamo nei pressi della stazione è
praticamente tornata normale.
"Sicura che non vuoi che ti riaccompagno a casa?" propongo.
"So badare a me stessa" risponde lei.
Ci fermiamo ancora un po' a scherzare - soprattutto su Elys - e ci salutiamo.
"In fondo ci vediamo lunedì!" osserva la ragazza.
"D'accordo, ma mandate una m-mail quando arrivate a casa!" ci
raccomanda Derv.
Elys sbuffa. "Sei peggio di mia madre". E con un'ultima risata ognuno
torna a casa.
Il giorno seguente lo passo praticamente tutto a fare le valige.
L'Accademia degli Avventurieri ha dei dormitori, divisi per anno. C'è una sala
comune dove gli studenti possono studiare o rilassarsi, e due camerate, dove
gli studenti sono divisi per sesso. Dal lunedì al venerdì - salvo particolari
emergenze - è obbligatorio fermarsi a dormire, ma ognuno è libero di tornare a
casa per le vacanze o per i week-end se vuole. A quanto pare la scuola ritiene
necessario per la nostra formazione creare del cameratismo tra gli studenti.
I preparativi per il primo giorno di scuola non sono pochi: devo pensare a cosa
potrebbe servirmi non solo per la settimana, ma anche tutte le cose che lascerò
a scuola come cancelleria varia, armi - a quanto pare è consentito portarle,
anche se con alcune limitazioni per quelle incantate - libri e
quant'altro.
Sento bussare sulla porta della mia stanza. "Zerik, è arrivato un famiglio
per te!"
Apro la porta. Nelly mi aspetta sulla porta con un enorme pacco. "Penso
sia la tua uniforme!"
La mattina gli studenti seguono le lezioni normali - storia, geografia,
biologia dei mostri, matemagia, teoria alchemica... - e si indossano le
uniformi scolastiche, che hanno colori diversi a seconda dell'anno. Il primo
anno ha il colore blu: pantaloni (leggeri per l'estate e pesanti per l'inverno)
e giacca blu allacciata sul davanti con due file di bottoni dorati e sulle
maniche con altri due bottoni. Sotto, una camicia a maniche corte per l'estate
e una a maniche lunghe per l'inverno. Entrambe hanno un taschino a sinistra. La
camicia è allacciata con una cravatta, anch'essa blu. Sul taschino della
camicia e sulla giacca è cucito lo stemma della scuola.
Oh, cavolo... devo seriamente mettermi la cravatta?
Ringrazio Nelly e appendo l'uniforme nell'armadio, attento a non stropicciarla.
Dovrò metterla domani, per il primo giorno di scuola.
Sento bussare di nuovo. "Vieni pure!"
Mi aspettavo Nelly, e invece trovo mio padre, che resta affacciato sulla
soglia. "Ehi... la valigia è pronta?"
"Quasi..."
"Be', allora spero che ci sia posto per questa".
Mi porge la sua spada: acciaio lucente, con sottili intrecci d'oro giallo e
bianco sull'elsa. È una spada a una mano e mezza, anche se piuttosto grande.
L'avevo sempre guardata con ammirazione fin da bambino: i decori erano molto
semplici, ma al contempo era eleganti.
"L'ho fatta lucidare per te" continua lui. Io rimango in piedi,
fermo, senza sapere cosa dire. Insomma, è quella spada! Quella
con cui ha compiuto tutte le sue imprese!
Quella con cui ha salvato mamma da quel beholder... e si sono conosciuti...
"Sai, è un po' una nostra tradizione..." continua mio padre,
"Questa spada mi è stata passata da mio padre quando mi sono iscritto in
Accademia. E ora è tua. Avanti, prendila".
Allungo la mano e la osservo. L'elsa si adatta perfettamente alla mia mano, e
il bilanciamento è assolutamente perfetto. Il filo, nuovo, è stato curato in
modo maniacale.
"È stata incantata con un incantesimo di resistenza: il filo non si smusserà
per anni, ed è praticamente impossibile che si spezzi. Oh, questo è il
fodero".
È di cuoio molto semplice, ricamato con fili dorati e d'argento che riprendono
i motivi sulla spada.
"È... insomma, è... è bellissima. Grazie...". Non so bene cosa dire.
"Ti va di provarla? Ho già fatto predisporre l'area di
addestramento".
Sorrido. "Certo che sì!"
Quella notte faccio fatica ad addormentarmi. I dubbi sulla mia carriera non
sono affatto passati, ma allenarmi con papà mi ha aiutato. E quella spada...
usare gli incantesimi con quella mi riesce in qualche modo più facile.
Se anche il nonno ha usato questa spada per le sue avventure deve essere
veramente antica. Mi chiedo quanto.
Papà era stato piuttosto vago su quel punto. Forse non era chiaro nemmeno a
lui, o forse non voleva dirmelo.
Prima o poi lo scoprirò.
Per il primo giorno di scuola io, Elys e Derv abbiamo deciso di incontrarci
alla stazione della MetaMetro dell'Accademia. Quando arrivo, Derv è già al suo
posto. Indossa solo la camicia dell'uniforme e non si è ancora messo la
cravatta.
"Ehi!" mi saluta. "Come va? Nervoso?"
Sorrido."Sì un po'... tu?"
Scrolla le spalle. "Sono un assassino, devo avere i nervi saldi".
Lo guardo storto.
"Okay, lo ammetto, sono un po' nervoso".
"Ciao!". Sobbalziamo entrambi quando Elys fa la sua comparsa dietro
di noi, con indosso la divisa femminile della scuola. La giacca è abbastanza
simile a quella maschile, ma è leggermente più corta, più aperta e sciancrata,
ma ha le stesse due file di bottoni dorati. Anche la camicia ha una forma
leggermente diversa, e in più ha dei bordini blu sulle maniche (sia quella a
mezze maniche che quella a maniche lunghe). Invece dei pantaloni, ha una gonna
a pieghe blu con due strisce bianche sul fondo e un cravattino - sempre blu -
al posto della cravatta. Come i ragazzi, ha lo stemma cucito sul taschino della
camicia e sulla giacca. Inoltre, noto che si è tolta la steccatura dal polso.
A quanto pare le ragazze possono scegliere quali calzini/calze o quant'altro
indossare: Elys ha scelto un paio di parigine blu con bordini bianchi.
"Sei carina" le dice Derv. Noto un leggero rossore.
"Grazie" risponde lei con un sorriso. Dietro di sé trascina a fatica
un'enorme valigia.
"Che è tutta quella roba?" le chiedo.
"Oh, sai... vestiti, libri... e l'attrezzatura da alchimista tiene via un
sacco di spazio".
"Hai intenzione di fare esperimenti anche a scuola?"
Fa un sorrisino enigmatico. "Vedremo. Derv... tu come fai con solo quel
borsone?"
In effetti Derv viaggia piuttosto leggero. "Be', sapete, voglio abituarmi
ad avere con me solo l'essenziale. Per quando sarò un avventuriero".
Il ragionamento ha senso.
Ci incamminiamo verso la scuola. Lungo la strada racconto loro del regalo di
mio padre.
"Wow!" commenta Elys, "Quando arriviamo al dormitorio devi
assolutamente farcela vedere!"
"Certo".
"Io invece ho un'idea interessante per una cortina fumogena. Potrebbe
esserti un sacco utile, Derv!"
"Potrei usarla tranquillamente oppure potrei rimetterci le dita?" la
prende in giro lui.
Tra una battuta e l'altra arriviamo ai cancelli dell'Accademia.
"Woah..." è il commento di Derv.
"Eh già..."
Il cortile è gremito di ragazzi in uniforme che si dirigono verso il cancello.
Per la cerimonia di apertura dell'anno scolastico, tutto l'edificio è decorato
con fuochi fatui dei più svariati colori.
Siamo ancora bloccati all'ingresso, incantati dalla magnificenza della scuola,
quando qualcuno ci urta.
"Levatevi!" ci urla un ragazzo. Ha i capelli castani con un ciuffo
verde davanti e occhi neri come la pece, alto e magrissimo. Porta un paio di
occhiali tondi e l'uniforme blu del primo anno. "State bloccando il
passaggio".
Non ha tutti i torti, però...
Derv indica il resto della cancellata, abbastanza grande da far passare sei
carrozze una accanto all'altra. "Non c'è abbastanza spazio per te?"
Il ragazzo mi guarda. "Solo perché siete con un Kerys credete di poter
fare gli spacconi?"
"Uuh?" è la mia risposta. E questa da dov'è uscita?
"Spacconi?" interviene Elys, "Siamo semplicemente fermi in
piedi! Ma che problema hai?"
Lui la guarda per qualche secondo. "Nessuno ti ha
interpellato".
"Nessuno aveva interpellato nemmeno te, o sbaglio?". Derv avanza con
aria minacciosa.
Afferro entrambi. "Andiamocene. Non vale la pena arrivare tardi per uno
come lui", e li trascino via.
Siamo tutti e tre silenziosi per qualche metro.
Sarà davvero così per me? Tutti presupporranno che mi comporti in
un certo modo solo per il mio cognome?
"Penso di sapere chi fosse". Le parole di Derv spezzano il
silenzio.
"Chi?" si incuriosisce Elys, "Avevo una voglia pazzesca di farlo
diventare tutto rosa per un paio di giorni".
"Come pensavi di... no, lascia stare, non lo voglio sapere. Comunque,
penso sia un Seji".
"Un Seji? Sul serio?". Avevo sentito molte storie su di loro; a
quanto pare erano una famiglia di avventurieri rivale della mia parecchie
generazioni fa, ma erano caduti in decadenza e adesso erano quasi del tutto
spariti dalla scena principale. A quanto pareva, però, erano gli unici a non
averlo capito: anche Gemma e altri miei cugini avevano avuto problemi con
loro.
"In ogni caso, meglio sbrigarsi" concludo.
A pochi metri dall'ingresso, una professoressa ha evocato una scritta sopra di
lei che dice "Primo anno". Ci dirigiamo verso di lei.
"Primo anno, da questa parte! Sì, dico a voi, venite qua!"
Una volta raggiunta, ci divide in gruppi da circa trenta persone e ci affida
man mano a uno studente più grande. "Vi accompagneranno al dormitorio.
Avete tempo fino alle dieci per sistemare le vostre cose, poi tornate
nell'auditorium per la cerimonia di inizio anno! In uniforme, mi
raccomando!"
Continua a ripetere l'avviso per tutto il tempo, mentre una ragazza del terzo
anno - con la divisa verde - ci guida verso il dormitorio.
Mentre saliamo le scale, la ragazza ci spiega com'è strutturato il dormitorio e
come orientarci per la scuola, anche se le istruzioni sono troppo confusionarie
per essere in qualche modo utili.
Infine, dopo una marea di scale, arriviamo all'ultimo piano del castello.
"Il vostro dormitorio si trova qui". Indica una porta immensa. La apre
e davanti a noi si presenta una stanza assurdamente grande - è praticamente un
salone. In fondo alla stanza c'è un caminetto - spento, visto il caldo di
questo settembre - grande abbastanza per poterci stare in piedi in sei persone.
La stanza è piena di tavoli, tavolini, poltrone, librerie e lampade a fuochi
fatui gialli e blu. Ai lati della stanza ci sono due porte che conducono a
destra alla camerata dei ragazzi, a sinistra a quella delle ragazze.
"Avete tempo fino alle 10" ci ricorda la ragazza, "Poi scendete
nell'auditorium seguendo le indicazioni che vi ho dato prima".
"Potresti ripeterle per..." cerca di protestare una ragazza alta e
bionda, ma la ragazza se n'è già andata, probabilmente a raccogliere il
prossimo gruppo di matricole.
Elys sbuffa. "Portare la valigia per quelle scale è stata veramente una
faticaccia!"
"Vedi che il mio ragionamento aveva senso" la prende in giro Derv.
Rido. "Sistemiamoci velocemente o non arriveremo mai in tempo".
Con un sorriso, Elys ci saluta e va nella sua camerata, mentre io e Derv
andiamo a destra.
Anche la camerata è molto più grande di quanto mi aspettassi: ha una forma
rettangolare e ci sono due file di letti a castello con accanto ad ognuno un
armadio. Il pavimento è di legno e anche il soffitto è a cassetta. In fondo,
c'è una vetrata che da sul cortile. Lateralmente, invece, una porticina porta
al bagno. Tutto sommato, la stanza è molto accogliente.
Faccio uno scatto e riesco ad accaparrarmi i due letti vicino alle finestre.
"Presi!"
Derv sorride. "Non farà freddo lì?"
"Oh, dai... c'è una vista stupenda!"
Scrolla le spalle. "Okay, mi hai convinto. Però io voglio il letto
sotto".
"D'accordo, tutto tuo!"
Mentre io sistemo le lenzuola, Derv sistema le sue cose nell'armadio.
"Ehi, guarda chi arriva" mi dice, nascondendosi per metà dietro
l'anta (gli assassini hanno la brutta abitudine di stare sempre
nell'ombra).
Volgo lo sguardo verso l'ingresso e vedo il ragazzo di prima, Seji, entrare nel
dormitorio alla testa di una combriccola di cinque persone.
"Si comportano come se fossero suoi sottoposti... non ti pare
assurdo?" continua Derv.
In effetti ci ha azzeccato: aspettano che gli indichi dove sistemarsi, e
continuano a guardarlo come in cerca di istruzioni.
"Chissà che ha fatto per guadagnarsi una fiducia così cieca..."
commento.
Per fortuna sembra aver altro a cui pensare ed evita di attaccar briga un'altra
volta.
Usciamo non appena finito di sistemare le nostre cose, aspettando la nostra
alchimista di fiducia. Nonostante mi sembra di averci messo un'eternità, Elys
ci fa aspettare parecchio e se ne esce pure con un "ho pure lasciato stare
a metà per non farvi aspettare troppo". A quanto pare, durante la nostra
assenza, ha anche fatto amicizia con la ragazza con cui condividerà il letto a
castello e ce la presenta. "Lei è Myra! È una druida!"
Ci presentiamo anche noi. La prima impressione che dà Myra è quella di un
fantasma: ha la carnagione così chiara che sembra quasi di vederci attraverso,
con solo un velo di lentiggini sugli zigomi, sul naso e sugli avambracci. Anche
i capelli sono di un biondo chiarissimo, quasi bianco, lisci e lunghi fino alla
vita. Gli occhi sono di un castano molto chiaro, praticamente color del miele,
con qualche riflesso dorato, e le sopracciglia dritte e quasi invisibili. Le
labbra sono sottili e molto pallide, e danno l'impressione che sia sempre sul
punto di chiedere qualcosa. È - se possibile - persino più magra di Elys,
nonostante sia leggermente più alta.
"È un piacere conoscervi". Ha una voce cristallina nonostante il tono
molto basso.
Un ragazzo paffutello ci si avvicina. "Ehi, qualcuno di voi si ricorda la
via per l'auditorium?"
Risponde Myra: "Io me la ricordo. Vi faccio strada".
Ci avviamo insieme al ragazzo paffutello e a un gruppo di altre matricole
piuttosto smarrite verso l'auditorium. Grazie all'eccellente orientamento della
ragazza arriviamo in un batter d'occhio.
La maggior parte dei ragazzi degli altri anni sono già seduti. In fondo a tutti
ci sono i ragazzi del quarto anno, con la divisa nera. Davanti a loro ci sono i
ragazzi del terzo anno con l'uniforme verde e poi quelli del secondo con quella
rossa. E, infine, ci siamo noi, seduti praticamente sotto al palco con le
nostre divise blu.
Gli insegnanti ci intimano di prendere posto. Riusciamo a trovare quattro posti
abbastanza centrali.
"A inizio anno c'è il discorso del preside, vero?" si informa Derv.
"In teoria..." rispondo.
Quando tutti i ragazzi sono seduti, gli insegnanti salgono pian piano sul palco
e si sistemano su piccoli seggi dietro a un tavolo da conferenze. Al centro
siede quello che deve essere il preside: un uomo sulla cinquantina, con una
barba e dei capelli molto lunghi e brizzolati. Dev'essere un guerriero perché
indossa il busto di un'armatura sopra una cotta di maglia. Ha occhi vispi e
neri, leggermente piccoli, che guizzano per tutta la sala. Una volta che anche
gli insegnanti si sono sistemati, si alza in piedi.
Un silenzio di tomba crolla sulla sala. Mi sembra quasi di vedere i miei
compagni sporgersi inconsciamente in avanti.
"Benvenuti, nuove matricole, e bentornati ai vecchi studenti!"
esordisce. "Noi avventurieri siamo di poche parole, e preferiamo far
parlare le azioni. In questi quattro anni vi prepareremo a questo mestiere, e
non parlo solo di quanti incantesimi o tecniche di combattimento imparerete:
dovrete imparare ad essere sempre pronti ad ogni evenienza, perché la sorpresa
è l'essenza di ogni avventura. Dovrete pensare alla svelta, agire alla svelta e
prendere decisioni alla svelta. Detto questo, buona fortuna, futuri
avventurieri!"
La platea applaude, poi il preside riprende: "E ora, qualche piccolo
annuncio.
"L'area di addestramento ventisei è temporaneamente chiusa: a quanto pare,
durante il test d'ingresso qualcuno ha lanciato un incantesimo per far crescere
la vegetazione senza controllarlo bene e i nostri insegnanti stanno ancora
cercando di riportare la foresta al suo stato originario.
"Per quanto riguarda il tirocinio, abbiamo deciso di estenderlo anche agli
studenti del primo anno. Durerà una settimana, e i dettagli vi verranno
spiegati meglio in seguito.
"Anche quest'anno siamo riusciti ad ottenere dei corsi di scuola guida
convenzionati. Le lezioni sono riservate agli studenti che compiranno sedici
anni entro il 31 dicembre.
"Il corpo docenti ha anche deciso di farvi un regalo: la piscina della
scuola sarà ad accesso libero nei week-end e la sera dopo le sette a scopo
ricreativo. Se volete usarla per allenarvi dovrete comunque fare richiesta come
gli anni precedenti.
"Bene, questo è tutto: potete andare a finire di sistemare le vostre cose,
oggi non si svolgeranno le lezioni. Chiedo alle matricole di fermarsi un altro
po', ma gli altri possono andare. Mi raccomando di farvi trovare tutti in mensa
per mezzogiorno per il pranzo. Buon inizio anno scolastico, avventurieri!"
Dopo un altro applauso, gli studenti più grandi si avviano per le porte. Ci
vuole un quarto d'ora buono prima che l'esodo finisca e la sala torni in
silenzio.
Sul palco è rimasta solo l'insegnante che ci ha accolto al cancello.
"Benvenuti all'Accademia degli Avventurieri, primo anno! Io sono Melenha
Cather e sarò la vostra insegnante responsabile".
"Allora, qualche chiarimento sul regolamento d'istituto. Per prima cosa: è
assolutamente vietato usare incantesimi, pozioni o quant'altro di tipo
offensivo contro un altro allievo. Ovviamente, anche risse o combattimenti non
supervisionati sono severamente vietati. Se volete allenarvi con queste cose
fuori dall'orario di lezione potete recarvi in una qualunque area di
allenamento dietro la scuola, dove avete fatto il test d'ingresso. Fino alle
ventuno sarà sempre presente un insegnante a supervisionare e a cui potrete
chiedere suggerimenti per migliorare.
"Entro le 21:30 dovrete trovarvi tutti all'interno del vostro dormitorio.
Non verremo a controllare tutte le sere che siate tutti andati a dormire per le
dieci, quindi fatevi furbi e almeno evitate di fare baccano".
Continuò spiegando gli orari delle lezioni, dei pasti, quando è obbligatorio
indossare l'uniforme e un mucchio di altre regole. Alla fine, distribuisce ad
ognuno di noi - chiamandoci in ordine alfabetico - una tabella che indica i
suoi orari o appuntamenti scolastici o medici del mese (per esempio, scopro
domani devo togliere i punti in infermeria alle otto). A quanto pare il ragazzo
di prima si chiama davvero Seji (Joev Seji per la precisione). Quando chiamano
il mio turno cerco di ignorare i borbottii che seguono la pronuncia del mio
nome, anche se mi innervosiscono lo stesso.
Fortunatamente non sono l'unico che viene da una famiglia conosciuta: c'è una
Holls (famiglia di assassini implacabili), una Tyra (che invece ha molti maghi
di alto livello tra i discendenti), un Yils (che ho già sentito nominare per i
guerrieri) e molti altri.
Per molti anni la maggior parte dei ragazzi accettati all'Accademia erano stati
per il novanta percento provenienti da famiglie d'elité, per il semplice motivo
che era praticamente impossibile passare il test senza un vero e proprio
addestramento. Poi era stato deciso di far entrare più persone abbassando gli
standard del test, ma aggiungendo un anno al raggiungimento del diploma -
fondamentalmente il primo anno - di insegnamento delle basi. Alcune famiglie
non l'avevano accettato e pensavano che quello dell'avventuriero dovesse
rimanere un mestiere riservato a pochi fortunati, e alcuni avevano deciso di
mandare i propri pargoli in scuole, più selettive, di altre regioni.
Finita la consegna delle schede veniamo divisi nuovamente in gruppi da trenta -
riesco a rimanere insieme ad Elys e Derv per un pelo, ma veniamo separati da
Myra - e accompagnati in giro per il castello dai ragazzi più grandi.
Finiamo con Gemma, che però evita di stuzzicarmi più del dovuto. Ci porta a
vedere le aule dove si svolgono i corsi teorici, le aree in cui impareremo a
creare pozioni, usare la magia e ad impugnare vari tipi di armi, le
biblioteche, le sale studio, la mensa e la piscina.
Rimaniamo incantati non appena la vediamo: più che una piscina, è un vero e
proprio centro termale. Ci sono vasche con acqua a varie temperature e gradi di
salinità, cascate e a quanto pare si possono ricreare le onde. La piscina si
trova all'ultimo piano del castello, in mezzo alle torrette, e il soffitto è
ricoperto da vetrate e si vede il cielo.
"Come avete sentito, a quanto pare da quest'anno la possiamo usare per divertirci.
Verrete portati qui per fare allenamenti speciali o la potete usare come area
di addestramento se trovate un insegnante disposto a farvi da supervisore. Non
dovrebbe essere troppo difficile. In più, il soffitto è incantato e si può
aprire: d'estate è veramente un posto magico".
Il giro continua, e verso mezzogiorno ci riporta in sala mensa. La ringraziamo
e lei saluta e va verso un tavolo dove un gruppo di amici le hanno tenuto un
posto.
"Cavolo... questa scuola è enorme... mi sono appena dimenticata dove sono
metà dei posti interessanti" commenta Elys.
"Ma questi orari non potevano funzionare anche come mappe?" la
asseconda Derv agitando la scheda.
Troviamo un tavolo al quale sono già seduti Myra e il ragazzo paffutello di
prima - a quanto pare si chiama Kiel Verzant - e ci sediamo con loro. Myra è
abbastanza taciturna e Kiel dev'essere piuttosto timido, ma Elys compensa per
entrambi.
"Ehi!" un ragazzo del nostro anno ci raggiunge. Lo riconosco, è il
ragazzo biondo con cui avevo mangiato il giorno del test d'ingresso, ma non ci
eravamo parlati. "Stasera si festeggia al dormitorio! Scroccate qualcosa
da mangiare se riuscite!"
Non aspetta di sentire la nostra risposta e va ad avvisare un altro gruppetto
di primini.
Dopo pranzo io e Derv andiamo a fare una passeggiata nel giardino sul retro
mentre Elys torna al dormitorio per sistemarsi. Quando ci raggiunge sono quasi
le tre, e passeggiamo chiacchierando fino all'ora di cena. In mensa non
troviamo Myra e ci sediamo da soli.
Quando arriviamo al dormitorio gli altri ragazzi stanno già festeggiando. In
qualche modo sono riusciti a recuperare bibite e cibo a volontà. Sono anche
riusciti a rimediare una radio e stanno sparando musica a tutto volume.
Vedo Myra seduta a un tavolo in un angolino, intenta a studiare. Decido di non
disturbarla.
Io e Derv afferriamo un po' di cibo e bevande e ci sistemiamo su delle poltrone
accanto alla finestra, cercando di isolarci un po' dall'eccessivo caos della
sala mentre Elys si è unita al coro di persone che canta a squarciagola sopra
la musica, inventandosi metà delle parole.
"Fino a che ora pensate che tireranno?" si chiede Derv.
"Penso che a un certo punto li faranno smettere" replico.
"Lo spero, io ho sonno... ehi, ti va una partita a carte?"
Iniziamo a giocare, poi si uniscono prima due, poi tre persone, e finiamo per
giocare in una decina, tra cui Elys.
"Stai barando!" accusa Derv "Stai sbirciando le mie carte!"
"E come? Non ho la vista a raggi X!"
Si gira di scatto. "Stai guardando il riflesso nel vetro! Maledetti
assassini con i vostri stupidi trucchetti!"
Verso mezzanotte, la professoressa Cather apre la porta e ci caccia a letto.
Derv continua a stuzzicare Elys anche mentre ci diamo la buonanotte, poi ce ne
andiamo nel dormitorio.
"E così domani si comincia, eh?" commenta Derv dal letto sotto al
mio.
"Francamente mi stupisco del fatto che non abbiamo cominciato
oggi".
"Già... be', buona notte! Scommetto che domani ci sveglieremo
distrutti".
"Anch'io... e scommetto anche che Myra dovrà svegliare Elys... per lei è
già un record riuscire ad alzarsi prima delle dieci, figuriamoci alle sei e
mezza!"
Derv ridacchia, poi tacciamo. Mi giro sul fianco. La finestra è oscurata da
tende, ma se mi concentro riesco a intravedere la luna piena al di là di esse.
La guardo finché, nonostante il russare e i borbottii dei miei compagni non
riesco ad addormentarmi.
Un altro capitolo concluso!
Un piccolo avviso: ho cambiato un po’ l’aspetto fisico di Elys (ha un senso per
via di come è nato il personaggio e per un progetto al quale sto partecipando).
Un’altra cosa. Il sistema del sito per la pubblicazione delle storie (ovvero il
passaggio tramite codice html) mi risulta un po’ scomodo, soprattutto per via
delle correzioni che sto continuando a fare… probabilmente troverete alcune
piccole incongruenze tra i capitoli perché non riesco a mantenerli sempre
aggiornati al 100%; lavoro su un cloud, non sempre da pc, e tante volte
modifico i capitoli e poi mi dimentico di riportare il tutto su efp.
Grazie molte per i feedback postivi – e soprattutto ragionati - che ho
ricevuto! Mi avete veramente regalato un sorriso!
In questi giorni sto lavorando un po’ a rilento – grazie caldo infernale e
sessione d’esami, ci voleva proprio – ma dovrebbe essere pronto per il 18 o 19
luglio.
Grazie ancora a tutti quanti!