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Autore: heliodor    12/07/2019    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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L’esca
 
“Inquisitore Kellen” disse Kallia con tono infastidito. “Stavi origliando alla nostra riunione per caso?”
Kellen ghignò. “Passavo di qui e ho pensato di venirti a parlare di una certa questione.” Il suo sguardo si posò su Joyce. “Poi ho visto la strega rossa e non ho potuto fare a meno di avvicinarmi.”
“Che cosa ci fai qui?” chiese Joyce ricambiando il suo sguardo.
“L’inquisitore è arrivato in città poco prima dell’inizio dell’ultima battaglia” disse Kallia. “E si è offerto di aiutarci.”
Kellen sorrise. “Di solito noi inquisitori non ci schieriamo nelle guerre, ma la presenza della strega di nome Joane tra gli invasori mi ha convinto a mettermi al vostro servizio.”
“È davvero così pericolosa?” chiese Rebra.
“Molto più di quanto possiate immaginare” disse Kellen. “Quella donna è un demone. È una rinnegata ricercata ovunque per i suoi crimini. Io avevo l’ordine di riportarla al tempio di Dhurnhall dove sarebbe stata processata, ma è riuscita a sfuggirmi anche grazie all’aiuto della strega rossa.”
Joyce sentì gli sguardi accusatori degli altri posarsi su di lei. “Non ho mai aiutato Joane” disse a denti stretti. “Mi ha abbandonata nelle paludi dove tu mi hai fatta prigioniera senza alcun motivo.”
“Hai aiutato una rinnegata” disse Kellen. “Avevo tutti i motivi per metterti in catene, ragazzina.”
“Non sapevo che fosse una rinnegata e tu hai attaccato persone che non c’entravano niente con la tua missione” replicò Joyce.
“Basta” disse Kallia. “Ora siete tutti e due qui e mi servite. Vi siete schierati con Nazdur e tanto mi basta. Quello che è successo prima non ha importanza. Inquisitore Kellen, tu conosci bene quella donna. Credi che sia possibile negoziare con lei?”
Kellen scosse la testa. “Joane è un cane rabbioso che deve essere soppresso per il bene di tutti. Non tratterà e non si arrenderà. Combatterà fino alla morte, se necessario.”
“Maledetta” disse Talik. “Vorrei che fosse qui per farle pagare tutto ciò che ha fatto.”
“Farò in modo che accada” disse Kellen. “Ma devo riuscire ad attirarla in trappola.”
“Forse noi sappiamo come fare” disse Jakris.
Solo allora Joyce si accorse che Jakris si era avvicinato, quasi in punta di piedi. E Bardhian era con lui.
Kellen gli fece un cenno con la mano. “Vieni pure.”
Jakris avanzò verso di loro e si fermò a qualche passo di distanza.
Kallia lo guardò con sospetto. “Tu sei un urgar, non è vero?”
Jakris annuì. “Un giorno sarò il capo di tutte le tribù” disse con tono tronfio.
“Un giorno” gli fece eco Kallia. “Ma ora che cosa sei?”
“Solo un messaggero che viene in nome dei miei futuri sudditi. Molti di loro si trovano già in città e attendono il momento giusto per entrare in azione.”
“Con noi o contro di noi?” chiese Kallia diffidente.
Jakris scrollò le spalle. “Contro chiunque si metta sulla nostra strada, suppongo. Ma basterà una mia parola ad assicurarti il loro sostegno.”
“Quale parola?”
“Lilie, la mia futura moglie, è in mano alla donna che voi chiamate Joane. Ha intenzione di scambiarla con la vita del giovane Bardhian. Lui ha già accettato di fare lo scambio.”
Kallia si accigliò. “È vero, principe Bardhian?”
“Sì” rispose lui con tono fermo. “Voglio farlo. Anche se ignoro il motivo per cui quella donna voglia proprio me.”
Kellen rise.
Bardhian gli rivolse un’occhiataccia. “Lo trovi così divertente?”
“Non immagini quanto, principe di Malinor” disse l’inquisitore. Guardò Joyce. “Non gli hai detto niente, vero? Ti sei tenuta per te il segreto.”
Joyce arrossì.
“Quale segreto?” chiese Bardhian? “Cosa non mi hai detto?”
“L’avrei fatto” disse Joyce. “Ma ti prego, non starlo a sentire.”
Bardhian guardò Kellen. “Quale segreto? Dimmelo adesso.”
Kellen sorrise. “Davvero non sai che quella orribile donna è tua madre, principe di Malinor? Davvero ignori questa cosa?”
Bardhian divenne pallido. “Quella donna? No, non è possibile. Mia madre è morta quando avevo due o tre anni. È quello che mi hanno sempre detto.”
“Ti hanno mentito” disse Kellen. “Io, che ho dato a lungo la caccia a quella maledetta rinnegata, l’ho scoperto quasi per caso rinvenendo dei cartigli che tutti credevano distrutti ma che un monaco del culto aveva nascosto. Re Alion non sposò mai tua madre ed ebbe da lei un solo figlio. Tu. In che modo Joane sia riuscita a sedurre un uomo avveduto come tuo padre mi è ignoto, ma quella donna sarebbe capace di tutto.”
Bardhian scosse la testa. “Non è possibile” disse facendo due passi indietro. “Stai mentendo.” Guardò Joyce. “Tu lo sapevi e non mi hai detto niente?”
“L’ho fatto per il tuo bene.”
Bardhian le voltò le spalle e marciò nella direzione opposta.
Joyce lo seguì. “Bardhian, ascoltami.”
Nessuna risposta.
“Bardhian, ti prego.”
Lui si voltò di scatto. “Tu come lo hai saputo?”
“Vyncent. Mi chiese lui di cercare Joane.”
“Lui sapeva?”
Joyce annuì.
“Un’altra menzogna” gridò. “Vyncent non mi avrebbe mai tenuto nascosto una cosa simile. Lui sa quanto ho sofferto per mia madre e…” scosse la testa.
“Se non te l’ha detto è stato per non ferirti” disse Joyce. “Voleva proteggerti.”
“Io mi fidavo di lui” ringhiò Bardhian. “E stavo iniziando a fidarmi di te.”
“Puoi fidarti.”
“Aveva ragione Bryce. Lei non ti ha mai sopportata. Diceva che non facevi parte del nostro gruppo e che avremmo fatto meglio a cacciarti via, ad allontanarti. Dovevo ascoltarla invece di dar retta e Vyncent ed Elvana.”
“Vuoi che ti dica che mi dispiace?”
“Voglio che tu mi dica la verità.”
“La verità” disse Joyce. “È che Joane è tua madre e vuole ucciderti.”
Bardhian la guardò incredulo. “Perché?”
“Ti considera u mostro.”
“Non mi conosce nemmeno.”
“È una storia complicata” disse Joyce. “Credo che la tua nascita fosse stata decisa prima ancora che tua madre e tuo padre si conoscessero. Lady Gladia mi disse una volta che…”
“Basta” disse Bardhian. “Taci.”
“Ascolta…”
“Ho detto zitta” gridò Bardhian.
Solo allora Joyce notò le due lame di energia che brillavano tra le sue mani.
Da quanto tempo sono lì? Si chiese. E per quanto ancora riuscirà a controllarsi? Vuole colpirmi qui, per vendicarsi? Forse Joane ha ragione a volerlo morto?
Bardhian respirò a fondo. “Da questo momento voglio che tu smetta di rivolgermi la parola. Non voglio vederti né sentirti. Quando uscirò di qui non dovrai seguirmi o ti giuro che ti ucciderò. Mi hai capito, strega rossa?”
“Perché dovresti uscire di qui?”
“Questo posso spiegartelo io” disse Kellen.
L’inquisitore non era solo. Insieme a lui c’erano Jakris, Kallia e Caldar.
“Forse abbiamo l’esca che ci serve” disse l’inquisitore.
 
“Ecco cosa faremo” disse Kallia. “Jakris tornerà dagli urgar e gli dirà che accettiamo il loro aiuto.”
“Pongo un’unica condizione” disse Jakris. “Lilie deve essere protetta.”
“Di quello mi occuperò io stessa” disse Kallia. “Hai la mia parola.”
Jakris annuì soddisfatto.
“Disporremo le nostre forze come meglio possiamo” proseguì Kallia. “Lo scambio dovrà avvenire nella piazza antistante il circolo, domani a mezzogiorno. Abbiamo poco tempo, ma spero di riuscirci. Talik, avremo bisogno del vostro aiuto.”
Talik annuì deciso. “Mi chiedo però se possiamo davvero fidarci di questi… questi…”
“Stavi per dire selvaggi?” fece Jakris.
Talik storse la bocca.
“Noi pensiamo la stessa cosa di voi” disse l’urgar.
L’altro si accigliò. “Voi siete…”
“Non è il momento” disse Kallia. “Ora siamo tutti alleati. Inquisitore Kellen, prosegui tu.”
Kellen annuì. “All’ora convenuta, Kallia e Bardhian usciranno sulla piazza ed effettueranno lo scambio con Lilie. Il principe ha acconsentito, giusto?”
Bardhian fece un cenno con la testa, gli occhi pieni di risentimento.
“E poi?” chiese Joyce. “Cosa accadrà dopo?”
“Quello lasciatelo a me” disse Kellen. “Mi occuperò io di Joane.” Guardò Jakris. “Dopo che Kallia avrà preso in consegna Lilie e l’avrà messa al sicuro, è ovvio.”
Jakris sembrò rilassarsi.
Joyce decise che aveva ascoltato abbastanza. Si alzò allontanandosi con passo lento e raggiunse una delle colonne lungo la circonferenza della cupola, dove alcuni bambini stavano facendo colazione con pane e latte recuperati chissà dove.
Il cibo era così scarso che ce n’era solo per i feriti e i più deboli, ma c’erano stati casi in cui piccole bande si erano organizzate per rubare loro le razioni. Era successo un paio di volte quella notte stessa e Kallia aveva ordinato di giustiziare chiunque fosse sorpreso a rubare le scorte.
Non c’erano stati altri furti o violenze, ma era chiaro che non sarebbe durato a lungo. E più si avvicinava l’ora dello scambio, più la situazione peggiorava.
Kallia la raggiunse qualche minuto dopo, l’espressione preoccupata. “Non mi aspettavo che andassi via.”
Joyce scrollò le spalle. “Non posso esservi di alcun aiuto.”
“Davvero? Sei sopravvissuta in città più a lungo di chiunque altro. E ti sei confrontata due volte con Joane senza morire. Questo fa di te un’alleata preziosa. Spero di poter contare su di te durante lo scambio.”
“Combatterò, se sarà necessario. Per salvare la mia vita.”
“Tutti lo faremo.”
“Ma sono lo stesso contraria a questo assurdo piano.”
Kallia sembrò attendere che proseguisse.
Joyce si fece coraggio e disse: “Credo che Lilie e Bardhian moriranno nel momento stesso in cui scenderanno in quella piazza.”
“Temi che Joane non mantenga la sua parola?”
“Ne sono praticamente certa. È ossessionata dall’idea di uccidere Bardhian, il suo stesso figlio. Questo dovrebbe dimostrarti quanto è pazza.”
“Ci sarò io in quella piazza e non permetterò che a Lilie venga fatto del male, ma immagino che a te della ragazza urgar importi ben poco, vero?”
Fino a quel momento non aveva affatto pensato al bene di Lilie. Joyce voleva solo mettere al sicuro Bardhian e non per un motivo nobile. Voleva tenere fede alla promessa fatta a Vyncent e preservare un’arma fondamentale per vincere la guerra. E voleva farlo nonostante provasse del risentimento verso di lui e sua sorella. Perché aveva dato la sua parola e non poteva ringiarsela. E se Bardhian fosse morto, con lui sarebbbero finite anche e speranze dell’alleanza di battere Malag e i Colossi.
Sto davvero pensando a una cosa del genere? Si chiese. Sono diventata una persona così odiosa? Lune fa quei pensieri nemmeno l’avrebbero sfiorata e adesso…
“Bardhian ci serve” disse cercando di convincere anche sé stessa di quelle parole. “È fondamentale per vincere la guerra. Il suo potere…”
“Che lui non vuole usare.”
“Non deve cadere nelle mani di Joane o venire ucciso. Sarebbe la fine per tutti noi.”
“Io credo che Bardhian non voglia morire così facilmente. Se ha accettato di eseguire lo scambio vuol dire che pensa di poter battere Joane e uscirne vivo.”
“I malinor sono pazzi…”
“Può darsi, ma lui lo è solo a metà. Forse non è tanto pazzo quanto crediamo.”
“Il piano di Kellen è folle” disse Joyce cercando un altro argomento per convincere la donna. “A lui non importa affatto di Bardhian, di Lilie o di voi. Vi sacrificherebbe volentieri pur di uccidere Joane.”
“Pensi che non l’abbia capito? Un inquisitore non fa mai niente per niente. Se ci ha offerto il suo aiuto è per un motivo ben preciso, non certo per darci soccorso. Se Rauda gli offrisse la testa di Joane, passerebbe dalla sua parte senza pensarci due volte.”
“È proprio quello che volevo dire. Non fidarti di lui.”
“E io ti ho detto che non mi fido. Così come non mi fido di quel Jakris.”
“Considera Lilie come una sua proprietà” disse Joyce. Quel pensiero le faceva ribollire il sangue nelle vene.
“È la sua promessa sposa” disse Kallia. “In ogni caso, non mi fido a mandarlo da solo dagli urgar. Ho paura che volgerà l’accordo a suo totale beneficio.”
“Lo farà di sicuro” disse Joyce.
Kallia annuì. “È per questo che voglio chiederti un grosso favore. Andresti con lui dagli urgar? Tu in fondo li conosci già e sembra che si fidino di te.”
“Li conosco” ammise Joyce. “Ma non penso che si fidino di me. Non abbastanza.”
“Non importa. Dovrai solo ascoltare quello che Jakris dirà loro e poi riferirmi quello che gli hanno risposto. Lo farai, strega rossa?”
“Ho già fallito una volta con gli urgar, non so se…”
“Stavolta ci sarà anche Jakris. A lui dovranno dare ascolto, se un giorno diventerà il loro capo.”
Joyce si ritrovò ad annuire. “D’accordo. Andrò.”
“Bene” disse Kallia sollevata. “Partirete tra un paio d’ore. Mangia qualcosa e rimettiti in forze.”
La donna si allontanò con passo incerto, lasciando Joyce ai suoi pensieri.

Note
Purtroppo la linea sta facendo le bizze e non so se riuscirò a collegarmi fino a martedì, quindi il Prossimo Capitolo è per Mercoledì 17 Luglio (o almeno lo spero. Io comunque ci provo :) )
  
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