Ciao a tutti e benvenuti
alla nuova e ultima rubrica di questa raccolta, che è stata scritta nell’estate
tra la terza media e la prima superiore! Si articolerà in sei capitoli (questo
quindi è il sestultimo capitolo della raccolta, PIANGO!) e ha un’origine
abbastanza bizzarra, ora vi spiego: una volta in edicola io e mia sorella abbiamo
cominciato a comprare questi volumetti – era un’uscita alla settimana, le
classiche che fanno sempre in edicola – che andavano a comporre una sorta di
corso fai-da-te, c’erano delle “lezioni” da leggere e poi degli esercizi per
poter mettere in atto ciò che si era imparato. Ecco, io e Kim siamo andate avanti
solo per due volumi e, a distanza di anni e anni, i risultati degli esercizi svolti
sono piuttosto esilaranti XD
Ecco a voi i primi due!
Oggi non mi troverete
nelle NdA dopo gli scritti perché voglio lasciarvi
tutto lo spazio e non ho molto da commentare XD quindi vi avviso ora: la
prossima settimana aggiornerò prima, forse intorno a lunedì o mercoledì, per
dare spazio ad altri aggiornamenti (per una volta arriverò in anticipo e non in
ritardo :P)
Detto questo, BUONA
LETTURA ♥
Esercizi di
scrittura
Lezione 1, Vol. 1
Descrivete un piatto di
pastasciutta con questi vocaboli: che, per quanto, non sapevo, volendo,
difficilmente, chiunque, poiché.
Gli spaghetti al sugo sono uno
dei piatti che preferisco. Da piccola non sapevo come arrotolarli sulla
forchetta e anche oggi ci riesco difficilmente, per quanto mi sforzi, se non
con l’aiuto di un cucchiaio. Sono così buoni, specie quando sono fini fini! Volendo ci si può mettere sopra un po’ di parmigiano,
che completa il tutto. Poiché a mio parere sono davvero buoni, a volte capita
che ne mangi due piatti! Chiunque dovrebbe mangiarne, perché sono davvero
salutari.
Descrivete la situazione e lo
stato d’animo di una persona che si accorge di essersi persa in un bosco di
montagna sulla via del ritorno, all’approssimarsi del crepuscolo.
Imprecai.
Una folata di vento ghiacciato mi
frustò il viso.
Ma cosa diamine mi era saltato in
mente?
Quel pomeriggio mi ero avventurata
sulla montagna con la mia Panda solo per capriccio, perché volevo stare da
sola, e mi ero persa in mezzo a un bosco.
Il sole alle mie spalle donava
alla neve tenui sfumature rosa.
Mi guardai attorno: gli alberi
erano tutti uguali, non c’era modo di venir fuori da quel luogo.
Non riuscivo più a muovere le
dita dei piedi da quanto faceva freddo. Ero stanca di girare a vuoto. Basta.
Scaraventai lo zaino a terra e mi
ci sedetti sopra, accovacciandomi per non congelare.
Pregai che qualcuno mi trovasse,
ma io non avrei più cercato niente.