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Autore: Justice Gundam    14/07/2019    3 recensioni
Nel continente di Vesrin, una regione sconosciuta ma tecnologicamente avanzata del mondo di Pokemon, stanno per accadere degli eventi straordinari. Il giovane ricercatore Gary Oak e la piccola coordinatrice Lucinda Berlitz saranno proprio al centro di queste vicende quando saranno chiamati a Vesrin per quella che all'inizio si preannuncia come un'innocua commissione... e che porterà i due giovani allenatori e i loro compagni a confrontarsi con un passato che tutti ritenevano ormai sepolto e dimenticato. Storia iaspirata al fangame Pokemon Zeta / Pokemon Omicron. Ambientata dopo le mie storie "Heart Soul Adventures" e "Best Wishes Reload", la cui lettura è consigliata per comprendere certi elementi della fanfiction. (Cavaliershipping)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gary, Lucinda
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime, Videogioco
Capitoli:
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Pokemon: The Quest for Zeta and Omicron

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 18 - Attacco al museo

"Allora... vediamo un po'. Quale sarebbe il programma per oggi?" si chiese Lucinda, mentre versava un po' di cibo nelle ciotole davanti ai suoi Pokemon - chiaramente riservando la porzione più grossa per il suo gigantesco Mamoswine. Il cinghiale-mammut si gettò avidamente sulla montagnola di croccantini davanti a lui, facendoli scomparire rumorosamente nella sua enorme bocca.

"Pip piplup!" esclamò il piccolo Piplup, un po' infastidito dai modi del Pokemon Ghiaccio/Terra. Pachirisu ed Ambipom non si facevano caso, mentre Togekiss cercava di mantenere un certo distacco, e Maractus si limitava a piazzarsi davanti ad una finestra, assorbendo i raggi del sole.

"Mi sembra di ricordare che per arrivare a Fiangapoli, dove si terrà la prossima gara, dobbiamo passare per la Via d'Ombra, un passaggio sotterraneo che arriva proprio fuori dalla città." rispose Kenny. Ursula, non partecipando alla conversazione, stava guardando il suo Vaporeon e il suo Flareon che si contendevano un po' di Pokemelle, intervenendo con calma ma con fermezza quando le sembrò che si stessero mettendo a litigare.

"Sì, è un passaggio non troppo lungo... ma lo chiamano Via d'Ombra in quanto è interamente sotto terra, e l'illuminazione... è quella che è. Sembra che ci vivano anche un bel po' di Pokemon selvatici, anche se finora non sembrano aver causato problemi." continuò Gary. Il giovane ricercatore stava dando un'occhiata ad un giornale, con Arcanine che guardava i titoli da sopra la sua spalla. "Piuttosto... sembra che in questi giorni stiano conducendo qualche altro esperimento lì a Fiangapoli, con quel Collisore a Pokeadroni di cui abbiamo sentito parlare."

"Non credo che ci capirei molto di questa che per me è fantascienza... ma cosa sperano di ottenere?" chiese Zoey. La rossa coordinatrice era seduta ad un tavolo vicino e stava finendo una tazza di caffelatte, mentre con una mano accarezzava il suo Glameow.

Gary sfogliò una pagina e diede una rapida scorsa all'articolo. "Pare che... stiano cercando di realizzare un viaggio nel tempo." disse infine, dopo una rapida lettura. "Stand aquanto dice questo articolo... usando dei particolari strumenti per influire sul moto degli atomi e delle particelle subatomiche, è possibile inviare delle quantità minime di materia a ritroso nel tempo. Certo, si tratta ancora di una tecnologia completamente sperimentale, e non è possibile inviare oggetti o creature in ere passate... ma intanto, è una teoria che vogliono sperimentare."

"E a cosa servirà, anche se dovessero avere successo? Voglio dire, non mi intendo molto di queste cose, ma non si rischia di fare un gran pasticcio, andando a spasso nel tempo?" si chiese Ursula. Lucinda fu un po' sorpresa del fatto che avesse seguito la conversazione fino a quel punto...

Gary alzò le spalle e fece una breve risata ironica. "Beh, non guardare me... se potessi entrare nella mente di quegli scienziati e capire cosa gli passa per la testa... ma immagino che non ci capirei granchè, con tutti quei termini assurdi e quelle teorie incomprensibili."

Lucinda rise brevemente della battuta del suo ragazzo. "Già, credo che mi perderei anch'io dopo due secondi... forse anche prima!" affermò la bambina dai capelli blu. Il suo Maractus aveva appena finito di prendere il sole e si stiracchiò pigramente, per poi esibirsi in un breve passo di danza, agitando le braccia come se avesse avuto delle maracas tra le mani. Pachirisu applaudì brevemente all'esibizione del suo compagno di squadra, e agitò la coda, usandola come una chitarra elettrica. "Ho l'impressione che i miei Pokemon non vedano l'ora di esibirsi..."

"Comunque, c'è abbastanza tempo prima della gara di Fiangapoli." disse Zoey. "Se ci muoviamo domani, possiamo arrivare con tutta calma, e abbiamo il tempo di organizzare le nostre squadre e decidere chi parteciperà. Tu hai già scelto, vero, Lucinda?"

"Certamente! E ho già in mente qualche numero che vi stupirà!" affermò la bambina dai capelli blu, strizzando un occhio alla sua migliore amica. Ursula non sembrò preoccuparsi più di tanto, convinta com'era che sarebbe riuscita anche lei a mostrare di cosa erano capaci i suoi Pokemon. Vaporeon e Flareon avrebbero fatto bella figura lì a Fiangapoli, ne era convinta.

"Va bene... allora per oggi, restiamo qui e ci alleniamo un po', che ne dite?" chiese retoricamente Kenny. "E' un po' che nè il Team Asgard nè il Team Olimpo si fanno più sentire, e se devo essere sincero, la cosa non mi rende molto tranquillo. Preferirei... che fossimo tutti pronti ad affrontarli se si presentassero."

"Abbiamo un'intera giornata a nostra disposizione." disse Lucinda. "Mi sembra una buona idea, prendiamoci un po' di tempo per fare un po' di allenamento. Magari, se dovessimo incontrarlo, il signor Gideon potrebbe essere disponibile a darci una mano... ragazzi, voi siete d'accordo?"

"Piplup!" esclamò Piplup, e alzò la testa dalla ciotola quel tanto che bastava per dire di sì.

 

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Il luogo che Lucinda e i suo compagni avevano scelto per il loro allenamento era un luogo non troppo distante dalla piazza principale. Lo Scizor di Gary aveva indicato loro una sorta di grande orto dove i cittadini di Onegapoli piantavano e coltivavano Bacche, e una volta arrivati lì, avevano visto che in effetti era un luogo abbastanza lontano dal centro abitato che avrebbero potuto allenarsi senza dare fastidio a nessuno.

Quello che non si erano aspettati era di vedere cosa fosse in effetti questo orto pubblico. Si erano aspettati una curiosità interessante, ma vederlo da vicino faceva un effetto completamente diverso. La popolazione era riuscita a ritagliare una vasta area che avevano adibito a campi coltivati, dove si stagliavano piantine alte anche un metro e mezzo, piene di Bacche colorate. Delle serre semitrasparenti erano state allestite ad un lato del terreno, e un impianto di irrigazione composto da diversi innaffiatoi a forma di Squirtle era stato disposto tutt'attorno. Mentre il gruppo di Lucinda stava arrivando, gli annaffiatoi erano in funzione, e stavano spruzzando acqua tutt'attorno.

A rendere l'atmosfera ancora più vivace, c'erano diversi ragazzi e Pokemon che si occupavano di mantenere l'orto: alcuni Pidgey, Spearow e Taillow si occupavano di eliminare i parassiti, mentre alcuni Pokemon d'Erba, per gran parte creature come Budew o Bellsprout, davano un'occhiata al terreno per verificare se fosse della consistenza giusta. Lucinda fu sorpresa di vedere che all'orto stavano lavorando anche alcuni Pokemon che lei non aveva mai visto prima: degli asinelli dalla corta pelliccia bruna, con delle sfumature più chiare sul ventre e sulle zampe, e una cresta di crine nero che partiva dalla testa, in mezzo alle loro lunghe orecchie, e scendeva fino alle scapole. Con molta pazienza, stavano usando i corti zoccoli neri per scavare dei solchi nel terreno ancora non coltivato, e fare in modo di dissodarlo ed ararlo.

"Aaah, ottimo lavoro, Mudbray!" esclamò un allevatore, un uomo alto e ben piantato, con i vestiti segnati da anni di lavoro nei campi e un cappello a larghe falde sulla testa. Accarezzò il Pokemon asino più vicino, scompigliandogli il crine con la sua grande mano callosa.  "Questo orticello è venuto davvero bene. Sono sicuro che anche questo mese, il raccolto di bacche sarà soddisfacente."

"Brrrray!" esclamò il Pokemon ciuco. Scosse la testa, agitando le sue lunghe orecchie, e sfoderò un sorriso che mise in mostra i suoi denti squadrati e bianchissimi.   Poi, mosse le orecchie verso il gruppo di Lucinda e li guardò incuriosito. "Bray?"

"Piplup!" cinguettò lo starter di Lucinda, che cominciò subito ad incamminarsi verso il Pokemon sconosciuto... e finì, come forse era prevedibile, per inciampare in un solco del terreno e finire faccia a terra! Lucinda strinse i denti imbarazzata, e Piplup si alzò di colpo e si mise le alette sui fianchi - cosa che faceva spesso quando voleva dire che non dovevano preoccuparsi per lui e che quella caduta era completamente voluta!

Il Glameow di Zoey alzò gli occhi al cielo. "Meow..."

"Ehm... cerca di stare più attento la prossima volta, okay, Piplup?" disse la bambina dai capelli blu, andando a recuperare il suo amico Pokemon con un grosso gocciolone di sudore sulla fronte! Dopo che Piplup si fu rimesso a posto, Lucinda si schiarì la voce e guardò in direzione dell'uomo. "Ah... scusi il disturbo, signore! Io e i miei amici stavamo passando di qui per allenarci, e abbiamo visto questo splendido orto..."

"Non abbiamo potuto fare a meno di fermarci ad ammirarlo!" continuò Kenny. Ursula restò un po' in disparte - non condivideva al cento per cento il giudizio di Lucinda e Kenny. Un orto era un orto, no? E tra l'altro, gestirlo era un lavoro faticoso, in cui ci sporcava da morire... non certo roba per lei! 

L'allevatore mostrò di prendere la cosa come una lode. "Aaaah, quindi siete gente che se ne intende di queste cose, eh?" esclamò con una risata gioviale. "E' un campo coltivato che abbiamo messo su per avere sempre una bella scorta di Bacche per i nostri Pokemon... stiamo anche facendo un po' di esperimenti sui tipi di Bacche che si sviluppano meglio in determinate circostanze... terreno, prossimità ad altri esemplari, umidità, temperatura... tutte queste cose che possono aiutarci ad ottenere dei raccolti ancora migliori!"

"Non posso dire che ci intendiamo molto di queste cose, ma... comprendiamo che possa essere molto utile." affermò Gary. Incuriosito da quello strano Pokemon asinello che zampettava un po' inquieto accanto all'uomo, Gary provò ad esaminarlo con il suo Pokedex, ma come si aspettava, non ottenne nulla.

"Pokemon sconosciuto. Nessuna informazione disponibile." fu il responso dell'enciclopedia elettronica.

Il Pokemon sconosciuto scossse di nuovo la testa, sbattendo le lunghe orecchie. "Ah, vedo che non conoscete questo Pokemon... beh, posso capirlo, in fondo non è una specie che si vede molto. Questo Pokemon si chiama Mudbray, e viene dal continente di Alola."

"Bray!" esclamò Mudbray con un sonoro raglio, quasi stesse dicendo di sì.

"Il continente di... Ah! Certo, adesso mi viene in mente! Non è quell'arcipelago composto da quattro isole nel bel mezzo dell'oceano? E' abbastanza vicino ad Unima, se non ricordo male." affermò Ursula, ricordando quello che i suoi genitori le avevano detto in certe occasioni.

"Proprio quello... lo conoscevi già, Ursula?" chiese Zoey.

La ragazzina con i codini a spirale fece il suo classico sorrisetto altezzoso. "Per vostra informazione, i miei genitori avrebbero una mezza idea di comprare una casa vacanze nell'isola di Mele Mele. Abbiamo sentito dire che è un bel posto per passare qualche settimana di relax, anche se la cittadina non è proprio raffinata." rispose.

La rossa coordinatrice ridacchiò. "Certo, dovevo aspettarmelo..." disse, mentre Lucinda e Piplup si erano già avvicinati a Mudbray, lentamente e con prudenza, per fargli un po' di coccole.

"Non vi dà problemi se diamo un'occhiata da queste parti? Siamo venuti qui per allenare i nostri Pokemon, ma... potremmo avere bisogno di comprare un po' di Bacche da voi." disse infine Kenny, passando in rassegna alcune piante di Baccacedro particolarmente grandi ed impressionanti.

"Fate pure, ragazzi. Non vi costerà tanto, non vi preoccupate. Abbiamo tutte le bacche che potete richiedere." disse l'agricoltore, gettando un'occhiata divertita a Mudbray che sfregava la testa contro il fianco destro di Piplup, quasi ribaltando il malcapitato Pokemon pinguino con la sua foga. Piplup cinguettò indignato, agitando le alette per restare in equilibrio. "A quanto vedo, voi siete degli allenatori provenienti da un altro continente. Immagino che alcuni di voi siano qui per quelle gare che hanno indetto, no?"

Lucinda prese in braccio Piplup, sottraendolo alle attenzioni un po' invadenti del Pokemon asinello! "Sì... io e i miei amici, Zoey, Kenny ed Ursula siamo qui per prendere parte in queste gare. E il mio ragazzo, Gary... è qui per accompagnarmi. Anche se di recente... abbiamo trovato altri motivi per fare questo giro per Vesrin." rispose, non volendo dire troppo sul fatto che stessero alle calcagna dei due team criminali della regione. "Al momento, sappiamo che la prossima gara si tiene a Fiangapoli."

"Ah, già, la città più tecnologica che ci sia, eh?" affermò l'uomo con una risata... ma il tono in cui aveva parlato sembrava stranamente amareggiato e sarcastico, come se quel tipo avesse qualcosa contro Fiangapoli. "Hehehee... già, ho sentito che lì stanno costruendo quella diavoleria... il coso, là, come si chiama... acceleratore... bah, tutti termini assurdi che si vanno ad inventare per complicare le cose!"

Zoey ebbe la tentazione di correggere quell'uomo e dirgli che quegli scienziati non stavano giocando, ma ci ripensò e decise che non era il caso di mettersi a fare discussione. "Ad ogni modo..." continuò l'uomo con un'alzata di spalle. "La Via d'Ombra è il modo più rapido e semplice di arrivare a Fiangapoli. Incontrerete un bel po' di allenatori che si vogliono fare belli, quindi... non vi stupite sequalcuno di loro vi sfiderà ad un incontro di Pokemon."

"Beh... allora diciamo che sarà un ottimo allenamento." rispose Ursula, dopo averci riflettuto su per un secondo. "La mia Gabite e i miei Vaporeon e Flareon sicuramente non vedono l'ora di far vedere di cosa sono capaci!"

"Comunque, adesso togliamo il disturbo, e vi lasciamo al vostro lavoro!" concluse Lucinda, e sia lei che Piplup fecero un inchino all'uomo e a Mudbray. "Grazie mille per la disponibilità!"

"Pip piplup!" cinguettò il Pokemon pinguino... e con un rapido movimento, afferrò una Baccarancia da un arbusto vicino e se la mise dietro la schiena, come un bambino che ruba una caramella da un vassoio!

"Ma... Piplup, non si fa così!" lo rimproverò bonariamente la sua allenatrice. Con una strizzata d'occhio, Piplup si massaggiò la nuca con un'ala e tenne la bacca azzurra dietro la schiena, e Mudbray fece un altro sorriso a denti scoperti, per nulla offeso. "Sigh... scusate, a volte Piplup si fa prendere la mano... o dovrei dire l'ala?"

"Si tratta di una semplice Bacca, tutto sommato. Non sarà questo a danneggiare il nostro giardino!" rispose l'agricoltore, e arruffò bonariamente i capelli di Lucinda con la sua enorme mano! La bambina dai capelli blu emise un'esclamazione di disappunto, e quando l'uomo levò la mano, fece una faccia vagamente infastidita quando si accorse che i suoi capelli erano stati scompigliati come quando si svegliava! "Buon allenamento, ragazzi, e se avete bisogno di qualche Bacca, non esitate a chiedere!"

"Grazie per l'offerta, signore. E se avete bisogno di una mano, chiedetela anche voi!" concluse Kenny facendo un cenno di intesa. Gary disse di sì con la testa, e il gruppo cominciò a cercare un posto dove avrebbero potuto allenare i loro Pokemon senza dare fastidio a nessuno...

 

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Essendo una città che sorgeva in una posizione relativamente isolata nel bel mezzo delle praterie di Vesrin, Onegapoli non poteva vantare il progresso tecnologico che avevano altri centri abitati... ma una delle eccezioni che confermava la regola era il Museo che sorgeva vicino al centro della città. Quel giorno, particolarmente tranquillo e disteso, il museo era diventato la meta di numerosi visitatori che si stavano rilassando ammirando i numerosi reperti in mostra, godendosi un po' di fresco al bar adiacente o semplicemente passando un po' di tempo a chiacchierare. Pokemon ed esseri umani si aggiravano con calma e in ordine, per quanto interessati ed eccitati, tra le sale del museo, ogni tanto interagendo con le attrazioni. L'atmosfera era di calma e distensione, quella di una giornata destinata a scorrere senza alcuna sorpresa, nè in bene nè in male.

"Bene... direi che qui non abbiamo molto da fare." affermò un ragazzino di colore, aggiustandosi il berretto con il frontino che portava sulla testa. Al suo fianco, si trovava una ragazzina castana più o meno della sua stessa età - undici o dodici anni - con i capelli legati in un paio di lunghe trecce che scendevano quasi fino a terra. "Abbiamo visto che da queste parti non troveremo nulla di interessante per le nostre gare. Raggiungiamo gli altri, Stewart."   

Il ragazzino di colore disse di sì con la testa e si tolse il berrettino per un istante... ma prima che i due amici potessero cominciare a dirigersi verso l'uscita, il tenue rumore di sottofondo scese fino quasi a sparire del tutto, e un silenzio inquietante cadde di colpo sulla sala delle esposizioni. La ragazzina con le trecce si guardò attorno allarmata, e si avvicinò al suo amichetto per riflesso condizionato, mentre le luci del museo cominciavano a sfarfallare, e i visitatori si raggruppavano al centro della stanza, in preda ad un presentimento che qualcosa non andasse...

"Ma cosa... che sta succedendo?" sussurrò il ragazzino di colore di nome Stewart. "Claire... tu... riesci a vedere qualcosa?"

"N-no... niente di particolare... almeno, non mi sembra che... ma allora come mai tutta questa gente..." sussurrò la bambina castana, cominciando a cercare a tentoni alcune Pokeball appese alla sua cintura. Guardando con maggiore attenzione, la bambina si accorse di un gruppetto di individui, vestiti con le divise tipiche dei custodi del museo, che stavano cercando di raggruppare i visitatori. A guardarli da una certa distanza, sembrava che stessero cercando di dare una mano... ma più Claire li osservava, più aveva l'impressione che quegli individui li stessero costringendo con qualche velata minaccia. C'era qualcosa che non andava, e i due bambini erano pronti a mandare in campo i loro Pokemon se fosse stato necessario...

"Voi due, che state facendo?" li apostrofò una voce femminile, fredda e decisa. Una donna alta e dal fisico robusto si avvicinò ai due bambini cogliendoli alle spalle, e li afferrò entrambi per le spalle, costringendoli a rivolgere a lei tutta la loro attenzione... e Stewart rimase per un attimo congelato dalla paura quando incrociò lo sguardo gelido della donna. "Dovete raggiungere gli altri. Siamo qui per un motivo ben preciso, e non abbiamo intenzione di permettere a nessuno... men che meno a due marmocchi come voi... di interferire nei nostri progetti!"

"C-cosa?" mormorò Claire, agitandosi lievemente per cercare di liberarsi dalla presa della donna. Inutilmente, visto che quella tipa, chiunque ella fosse, aveva una forza che ben si addiceva al suo fisico. Claire notò i suoi capelli a caschetto, di un morbido colore castano che fluivano da un elmetto dorato con il pennacchio, e i suoi occhi azzurri e gelidi che sembravano quasi congelarla sul posto, e la paura le tolse il fiato per un istante. Non dava certo l'impressione di essere una in vena di scherzi... "E voi... voi chi siete? Che cosa volete?"

"C'è una cosa che vogliamo da questo posto, in effetti... ma se riusciamo a procurarci anche un altro po' di bottino, tanto meglio." disse la donna. Con un cenno della mano, chiamò due dei suoi Pokemon - un Noctowl, e uno strano Pokemon che assomigliava molto ad una meteorite in miniatura, con un involucro roccioso di colore marrone chiaro ricoperto di crepe, dal quale spuntavano cinque punte bianche poste in formazione regolare, e un paio di cerchi neri che facevano da occhi. Numerosi segni triangolari circondavano gli occhi e gli spuntoni, e la strana creatura si muoveva fluttuando in aria come se non pesasse nulla.

"Un Noctowl... e quell'altro Pokemon, che cos'è? Non l'ho mai visto prima..." disse tra sè Stewart. "Accidenti... non è il momento di chiedersi che razza di Pokemon ha questa donna, qui siamo nei guai fino al collo!"

"Ma voi... chi siete? E cosa state cercando di fare?" chiese Claire, stando bene attenta a non fare movimenti bruschi.

La donna fece un sorrisetto maligno. "Sarò ben felice di rispondere a questa domanda... il mio nome è Atena, e sono una comandante del Team Olimpo, coloro che tra non molto saranno i dominatori dell'intero continente di Vesrin!" affermò. "Tutto per la gloria del nostro signore, il sommo Zeus!"

"Atena? Zeus? Team Olimpo? Ho... ho sentito parlare di voi..." mormorò Stewart. "Voi e il Team Asgard... siete al momento impegnati a combattere tra voi, no?"

"Noctowl!" disse il Pokemon simile ad un gufo, con una voce morbida ma inquietante, svolazzando rumorosamente attorno alla sua allenatrice. "Owl owl?"

Atena ridacchiò e incrociò le braccia sul petto, con l'espressione di qualcuno che aveva appena ascoltato una divertente sciocchezza. "Questo è quello che tutti credono... ma noi del Team Olimpo abbiamo trovato un modo più... produttivo... di passare il nostro tempo." affermò. "Invece che sprecare il nostro tempo in baruffe con quei barbari ignoranti vestiti di pelli, abbiamo individuato un po' di interessanti oggettini che ci aiuteranno non poco nel nostro obiettivo. E uno di questi... si trova proprio in questo grazioso museo!"

"Cosa? Di che state parlando?" esclamò Stewart. "Per me, a voi manca qualche rotella... non c'è niente di magico da queste parti! Onegapoli è soltanto una cittadina sperduta nella prateria!"

"Qualcuno dovrebbe spiegarti che a volte i nascondigli migliori... sono proprio i posti in cui a pochi verrebbe in mente di cercare, ragazzo mio!" affermò uno degli scagnozzi del Team Olimpo, togliendosi rapidamente di dosso la divisa da guardiano che indossava, e rivelando la sua "divisa" da antico greco, con tanto di tunica bianca e pettorale di bronzo! "Vedi... uno dei reperti di questo posto è in realtà un antico artefatto che permette di controllare, almeno in parte, il flusso del tempo. Con questo, la nostra organizzazione compirà un importante passo in avanti per la conquista del potere!"

"Non c'è bisogno di rivelare tutto, soldato." lo apostrofò duramente Atena, rivolgendogli uno sguardo gelido con i suoi occhi azzurri come il ghiaccio... poi, però, alzò le spalle e decise che non era il caso di farsi tanti problemi per simili dettagli. "Oh, beh... non sarà un problema. Una volta che avremo il Chiamatempo, questi bambini non saranno un problema."

"Dobbiamo trovare il Chiamatempo e andarcene il prima possibile... molto presto, avremo alle calcagna un bel po' di ficcanaso!" affermò un altro scagnozzo. "Dove dobbiamo cercare, Lady Atena?"

"Non ho idea di come sia questo baraccone... quindi non fatevi scrupoli, e cercate dappertutto! Oh, e non dimenticatevi di rubare tutto ciò che sembra avere qualche valore!" rispose prontamente Atena. Aveva appena finito di parlare, che alcune reclute stavano già sfondando alcune teche per prendere gioielli e reperti preziosi. "Cercate di sbrigarvi, non abbiamo molto tempo... e sì, lo so, l'ironia non mi sfugge."

"Okay, okay... abbiamo capito anche noi!" rispose uno dei suoi scagnozzi. "Cercate dappertutto, e rivoltate questa baracca da cima a fondo! Non possiamo andarcene senza il Chiamatempo!"

Mentre alcune reclute continuavano a tenere d'occhio i visitatori raggruppati al centro della sala principale, altre cominciavano a cercare tra le teche e le esposizioni, alla ricerca di qualunque cosa potesse assomigliare all'artefatto che stavano cercando. Stewart e Claire si tennero vicino alla donna, sorvegliati a vista dal suo Liepard e dal Pokemon somigliante ad un Persian.

"Accidenti... se solo qualcuno riuscisse a dare l'allarme..." disse tra sè Stewart, e si guardò rapidamente attorno alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarlo a distrarre Atena e i suoi scagnozzi... ma non c'era proprio niente a portata di mano, e qualunque movimento sospetto non avrebbe fatto altro che allarmare Noctowl e quella specie di meteorite vivente, che in quel momento si era messo a fluttuare accanto a lui e a Claire, osservandoli in un modo che lui stesso non avrebbe saputo se definire incuriosito o minaccioso. Non era il caso di rischiare, non per adesso, almeno.

"Miiinior?" esclamò il Pokemon sconosciuto, e i suoi occhi scuri si illuminarono per un istante.

Stewart si tirò indietro con espressione stupita. No, non era davvero il caso di rischiare... Però, se ci fosse stata l'occasione di dare l'allarme... anzi, chissà che qualcun altro da fuori non si fosse già accorto che c'era qualcosa che non andava...

 

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"Wormadam... adesso immagino che tocchi a te! Fai vedere di cosa sei capace!" esclamò Ursula. La bambina con i codini a spirale lanciò una Pokeball con un gesto teatrale, e ne fece uscire un Pokemon il cui aspetto peculiare sarebbe forse sembrato un po' fuori posto nel team di Ursula - sembrava una larva nera con due piccoli occhi bianchi, un'antenna lunga e zigzagante e un lungo naso appuntito, che "indossava" uno strato di sabbia e detriti di terra che gli facevano da mantello, e ai lati del corpo presentava due lunghe appendici simili a braccia che sembravano composte da tanti sassolini marroni attaccati l'uno sull'altro. Era uno dei Pokemon che Ursula usava di meno... il suo Wormadam, la forma evoluta di Burmy, caratterizzata dal fatto di poter essere di tre combinazioni di tipo diverse a seconda del "manto" che indossava. Questo particolare Wormadam era del tipo Manto Sabbia, il che volev dire che il suo tipo era Coleottero/Terra.

Lo strano Pokemon Larva volteggiò su sè stesso e agitò le braccia pietrose, contento di poter dare prova di sè alla sua allenatrice. Con un'agilità davvero notevole, lo strano insetto eseguì un'acrobazia in aria e poi una serie di impressionanti piroette, come se fosse stata una trottola... e concluse atterrando agilmente vicino alla sua allenatrice, che disse di sì con la testa e accarezzò la sua Pokemon. "Perfetto! Una mossa Eledanza splendidamente eseguita!"

"Dam!" rispose la Pokemon Larva, come per dire che non era finita lì. Ursula si spostò di un passo, in modo da darle a Wormadam lo spazio necessario, e vide la sua Pokemon esibirsi in un numero che, doveva ammetterlo, non le era venuto in mente fino a quel momento. Alcune  rocce si staccarono dalle "braccia" della Pokemon, i cui occhi si accesero di azzurro... e Wormadam, mentre altre pietre sostituivano in pochi secondi quelle che si erano staccate, usò quelli che apparivano essere poteri psichici per far fluttuare le rocce a mezz'aria, farle roteare in un anello attorno al proprio corpo come se fossero stati gli anelli di un pianeta... e infine, li spostò in modo da creare una sorta di piramide attorno a sè! Wormadam chiuse gli occhi e spalancò le braccia, come se si aspettasse un applauso per l'esibizione!

Applauso che, in effetti, arrivò un istante dopo. Anche Lucinda e Zoey erano state colpite dal numero in cui Wormadam si era esibita. "Ottimo! Questa sì che è una bella idea... mettere assieme un attacco Cadutamassi con Confusione, immagino!" affermò Kenny.

Ursula si mise in una di quelle pose un po' troppo teatrali che faceva spesso quando voleva dare enfasi a quello che diceva, o semplicemente quando voleva mettersi un po' in mostra. "Già... anche se ammetto che è stata la mia Wormadam a pensarci." rispose. "Aspettate di vedere cosa vi combinerò alla gara di Fiangapoli!"

"Bun? Buneary?" La Buneary di Lucinda si distrasse soltanto per un attimo dal suo allenamento e guardò in direzione del museo, attirando l'attenzione degli altri Pokemon... e lo Scizor di Gary alzò una delle sue braccia-tenaglie e socchiuse gli occhi, come se avesse percepito qualcosa di sgradito tramite un sesto senso.

Lucinda si accorse subito del cambio di umore della sua Pokemon, e lei e Piplup vollero subito accertarsi di cosa si trattasse. "Buneary? Che succede? Hai qualche... problema?"

"Buneary..." squittì la Pokemon simile ad un coniglietto bruno, e continuò ad indicare con lo sguardo il museo, ancora visibile sulla distanza. In effetti, ora che Lucinda ci dava un'occhiata, aveva anche lei l'impressione che ci fosse qualcosa di strano... attorno all'edificio si era riunita una piccola folla, e anche se erano troppo lontani per capire cosa stesse accadendo, non ci voleva molto per capire che c'era concitazione.

"Guardate... quello non è il museo?" chiese retoricamente Kenny. "Ho l'impressione che quelle persone siano allarmate per qualcosa."

Immediatamente, il pensiero di tutti e cinque andò al Team Olimpo e al Team Asgard. Gideon aveva accennato al fatto che i due team criminali avrebbero potuto essere interessati a qualche reperto, e ben presto l'allenamento venne messo da parte. Anche Ursula adesso era più preoccupata di quello che potevano fare quei malfattori, invece che della sua prossima esibizione.

"Potrebbe essere il Team Olimpo, o il Team Asgard." affermò Zoey, riecheggiando i pensieri di tutti. "Io dico che è meglio andare a dare un'occhiata. Con discrezione, però. Meglio non rischiare di farsi vedere da dentro il museo... entrambi ormai conoscono le nostre facce."

"Va bene. Facciamo il giro largo." commentò Gary, e fece cenno ai suoi amici di passare per un sentiero che si allontanava per un breve tratto da museo, per poi passare dietro ad alcuni edifici, ed emergere abbastanza vicino all'ingresso del museo. "Speriamo che non si tratti di qualcosa di serio."

"Ormai sono abituata... se si trattasse di qualcuno di quei malfattori, non mi stupirebbe per niente." affermò Lucinda, mentre il gruppo prendeva una strada più stretta e passava in mezzo a due case, in modo da avvicinarsi meglio al museo...

 

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"Che sta succedendo? Avete visto quella folla lì davanti al museo?" chiese uno degli abitanti di Onegapoli, che in quel momento aveva alzato la testa dal terreno che stava zappando. Tutti quelli che stavano lavorando al raccolto e alla semina delle Bacche, a quel punto, si erano accorti che c'era qualcosa che non andava, ma esitavano a muoversi.

"Non... non lo so. Sembra che sia successo qualcosa di serio, ma da qui non vedo niente..." rispose una donna impegnata a mettere alcune Baccarance in un cesto con l'aiuto del suo Jigglypuff. Il Pokemon canterino sbattè gli occhi stupito, e anche i Pokemon che si stavano affaccendando avevano abbandonato la loro posizione e avevano rivolto la loro attenzione all'edificio. "E... quei ragazzini che si stavano allenando qui accanto, dove sono andati?"

L'uomo con il Mudbray si avvicinò alla ragazza e si asciugò la fronte con un fazzoletto. "Devono essere andati a vedere di cosa si tratta... so come sono fatti, questi giovani allenatori." affermò con aria preoccupata. Il suo Pokemon asinello serrò gli occhi e puntò le orecchie nella direzione in cui Gary, Lucinda e i loro compagni erano andati. "Spero che sappiano quello che stanno facendo. Ho sentito parlare di questi malfattori... il Team Olimpo e il Team Asgard. Sono gente pericolosa, e spero che quei ragazzi non facciano il passo più lungo della gamba."

"Mudbray!" esclamò Mudbray con un sonoro raglio.

 

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Zoey diede una rapida occhiata oltre l'angolo dell'edificio dietro il quale lei e i suoi compagni si erano piazzati. Il suo Glameow emerse rapidamente sotto di lei e diede un'occhiata a sua volta, facendo cenno agli altri Pokemon - in quel momento, il Piplup di Lucinda e la Wormadam di Ursula - di aspettare prima di fare qualsiasi cosa.

"Piplup..." sussurrò il Pokemon pinguino, un po' impaziente, mentre la rossa coordinatrice si accertava della situazione. Si trovavano abbastanza vicini all'ingresso del museo, a circa una trentina di passi, dietro ad una folla abbastanza nutrita che si era raccolta attorno all'edificio, composta sia da uomini che da Pokemon. Un ufficiale Jenny e i suoi due Pokemon, un Growlithe e un Herdier, erano alla testa della folla, e stava tenendo d'occhio l'ingresso del museo, tenendo in mano un megafono.

"A tutti quelli del Team Olimpo! Uscite e arrendetevi! Siete circondati, non potete sperare di andarvene di qui!" esclamò dopo alcuni secondi la poliziotta dai capelli azzurri, parlando nel megafono.  Il suo Growlithe abbaiò verso la porta d'ingresso, in modo da dare enfasi al suo avvertimento, ed Herdier controllò che la folla non facesse nulla di avventato. "Lasciate andare i visitatori! Non crediate di potervela cavare così facilmente!"

Zoey storse il naso. Come temevano, si trattava di una delle due organizzazioni criminali di Vesrin. Questa non ci voleva... a quanto pareva, c'erano già un bel po' di visitatori in quel posto, e il Team Meteora non si sarebbe fatto troppi scrupoli ad usarli come ostaggi, o peggio ancora scudi.

"Il Team Olimpo... non credo sia una buona idea agire senza un piano, ci sono ancora molte persone là dentro." sussurrò Zoey ai suoi compagni. A giudicare dalle loro reazioni, la notizia non aveva sorpreso nessuno, ma la preoccupazione c'era ugualmente. "Forse è meglio se usciamo di qui e cerchiamo di parlare con l'agente Jenny... voi che ne dite?"

"Dobbiamo cercare di fare qualcosa... ma Zoey ha ragione, agire troppo alla leggera finirebbe per mettere in pericolo i visitatori." affermò Gary. "Sono pronto a scommettere che il Team Olimpo stia cercando il Chiamatempo. Ve lo ricordate, vero?"

"Pip piplup!" Piplup disse rapidamente di sì con il becco, mentre la squadra usciva dal suo nascondiglio e si avvicinava al resto della folla. Ora che erano un po' più vicini, videro che tra i cittadini che si erano raccolti lì attorno c'erano anche Gideon e il suo Serperior, che chiaramentestavano cercando di dare una mano ai tentativi dell'agente Jenny di rimettere a posto la situazione.

"Ah! A proposito di Chiamatempo, c'è anche il signor Gideon!" notò Lucinda, e si diresse verso il Capopalestra per chiamarlo. "Signor Gideon! Signor Gideon, siamo noi! Vorremmo dare una mano!"

"Ssserp?" chiese Serperior, volgendosi rapidamente verso il gruppo di amici. Un po' sorpreso di sentire la voce della coordinatrice dai capelli blu, Gideon si voltò e fece un mezzo sorriso quando vide i suoi giovani amici.

"Ah, ragazzi. Siete già qui... ma temo che la situazione sia un po' delicata." affermò Gideon, rivolgendo di nuovo uno sguardo al museo, dal quale non proveniva ancora alcun segno di reazione da parte del Team Olimpo o degli ostaggi. "Si sono barricati là dentro, e non fanno più entrare o uscire nessuno. Sicuramente stanno cercando il Chiamatempo... e scommetto anche che stanno arraffando quanto più possibile. Dobbiamo agire prima che riescano a trovare il Chiamatempo, ma... allo stesso tempo, non possiamo mettere in pericolo gli ostaggi."

"E' una situazione piuttosto difficile..." ammise Ursula.

"Glam, glameow?" miagolò il Glameow di Zoey, probabilmente suggerendo un'idea...

"Hmm... sì, in effetti Glameow ha ragione. Non ci sono per caso delle aperture che si potrebbero usare per introdursi di sorpresa nel museo e neutralizzare il Team Olimpo prima che possano fare qualsiasi cosa?" Zoey provvide a tradurre quello che il Pokemon felino aveva detto.

"In effetti ci sarebbe questa possibilità." rispose prontamente l'agente Jenny. "Se qualcuno si arrampicasse fino al tetto, sarebbe possibile introdursi da una delle finestre del magazzino al piano superiore. Non credo che il Team Olimpo sappia di quella via d'ingresso. Tuttavia, vi rendete conto che non è una strategia priva di rischi."

"Se quei furfanti se ne accorgessero, sarebbero guai per tutti..." rispose Kenny con un cenno della testa.

Gideon riflettè sulla proposta perqualche istante. "Sì, io penso che varrebbe la pena di tentare. A condizione che chi si introduca lì sia deciso e sappia quello che sta facendo." affermò. "Io... purtroppo, con questa gamba, non sono in grado di farlo." Con il suo bastone da passeggio, Gideon si toccò la gamba invalida, in modo da far capire il problema. "Qualcuno di voi ragazzi... se la sentirebbe di tentare?"

"ASpetti un momento, signor Gideon!" si sentì la voce di uno dei cittadini. "E' sicuro di quello che sta proponendo? Quei ragazzi... ce la possono davvero fare contro il Team Olimpo?"

"E' vero! Non per mancare di rispetto, ma questa non è una sfida amichevole. Quelli sono degli accidenti di terroristi!" continuò una ragazza. Ursula storse il naso e rivolse uno sguardo vagamente infastidito verso di lei -  lei... e i suoi compagni... non erano un branco di dilettanti, e simili insinuazioni non le andavano per niente a genio. Si trattenne dal rivolgerle una risposta sarcastica, per educazione se non altro.

Per fortuna, ci pensò Gideon a riassicurare chi aveva dei dubbi. "Sì, posso capire che non siate molto convinti..." affermò. "Ma vi posso assicurare che questi ragazzi hanno le carte in regola per affrontare il Team Olimpo. Hanno superato brillantemente la prova della mia Palestra, e tutto quello di cui hanno bisogno è un po' di tempo per intrufolarsi là dentro e cogliere alla sprovvista i criminali."

"Piplup!" esclamò Piplup con convinzione.

L'agente Jenny riflettè su quello che aveva sentito. Se davvero quei ragazzi erano stati all'altezza di affrontare Gideon, allora i presupposti c'erano. Tuttavia... aveva ancora l'impressione che ci sarebbe voluto un po' di supporto da parte loro. "Capisco..." disse infine la donna poliziotto. "Tuttavia, credo che sarebbe meglio se riuscissimo in qualche modo a distrarre il Team Olimpo. Credo di avere avuto un'idea..."

"Siamo tutti orecchie." affermò Gary con espressione seria, consapevole di quanto ci fosse in gioco. "Che cosa suggerisce, agente Jenny?"

Jenny ci pensò su ancora un po'... e quando fu sicura di avere l'idea giusta, disse di sì con la testa e cominciò a spiegare il suo piano. "Okay, ascoltatemi bene... ci sarà bisogno di un po' di collaborazione." affermò, per poi gettare una rapida occhiata alle finestre del museo, per assicurarsi che nessuna recluta del Team Olimpo li stesse controllando. Per fortuna, il team criminale sembrava essere troppo impegnato a cercare quello per cui erano lì, e nessuno si era preoccupato di controllare ciò che accadeva fuori dal museo. "Io e il signor Gideon cercheremo di distrarre il Team Olimpo. Diremo che siamo disposti ad ascoltare le loro richieste, e guadagneremo un po' di tempo. Mentre siamo impegnati nelle trattative, voi raggiungete la mansarda e intrufolatevi da lì. Pensate di potercela fare?"

Ascoltata l'idea dell'agente Jenny, Lucinda e i suoi compagni restarono per un attimo a riflettere, e si consultarono tra loro... per non più di dieci secondi, dopodichè si rivolsero a Jenny e si dissero d'accordo. "Va bene, agente Jenny. Non dovrebbero esserci problemi. Dobbiamo solo sapere quando è il momento di agire." rispose infine Gary con un cenno della testa. "Diteci pure... cosa dobbiamo fare?"

"Dobbiamo solo fare un po' di preparativi, ragazzo mio." rispose prontamente Gideon, e già cominciava a pensare ad un discorso per distrarre il Team Olimpo. "Per adesso, voi restate indietro... quando le trattative iniziano, voi dirigetevi sul lato nord del museo. Troverete una scala antincendio... e da lì, potrete passare su un cornicione abbastanza ampio e raggiungere un'apertura che vi farà arrivare alla mansarda. Quella sarà la parte più delicata. State molto attenti quando passate dall'altra parte. Una caduta da quell'altezza... non vi lascerebbe molte possibilità."

I ragazzi guardarono verso l'alto, e Glameow strinse gli occhi preoccupato. In effetti, da lì sarebbe stato un bel salto...

"Va... va bene. In fondo, non è la situazione più pericolosa che abbiamo affrontato." disse Lucinda, facendosi coraggio.  "Okay, allora... direi che siamo pronti. Diteci quando possiamo iniziare."

"Wormadam!" affermò la Wormadam di Ursula, e sfregò le braccia l'una sull'altra per mostrare che era pronta a combattere.

 

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All'interno del museo, gli uomini del Team Olimpo avevano racimolato già una notevole quantità di reperti e preziosi, ammucchiati accanto ad Atena. Monili, fossili, antichi gioielli e anche un paio di pietre evolutive... ma nulla di tutto questo dava l'impressione di essere il Chiamatempo che Atena stava cercando per conto di Zeus, e la comandante stava cominciando a perdere la pazienza. Tanto più che gli ostaggi si stavano facendo più difficili da controllare. Si erano già verificate alcune scene di isteria, che i malfattori avevano messo rapidamente a tacere con qualche minaccia... ma Atena sentiva che non avrebbe potuto mantenere il controllo a lungo. 

"Insomma, che state combinando?" chiese la donna, con un tono che non ammetteva repliche. "State rovistando il museo da cima a fondo, e ancora non siete riuscito a trovare quel dannato Chiamatempo. Se aspettiamo troppo a lungo, daremo il tempo alle forze dell'ordine di organizzarsi, di chiamare rinforzi, e non possiamo permetterci di affrontarli tutti senza quel prezoso oggetto. Lo sapete anche voi, vero?"

"E' quello che stiamo cercando di fare, comandante Atena..." si scusò una delle reclute, una ragazza in tunica bianca, sandali e pettorale di bronzo, i lunghi capelli neri e ricci che incorniciavano un volto dagli zigomi affilati. Un Riolu e un Ariados erano al suo fianco, e stavano controllando alcuni amuleti che avevano trafugato da una teca. "Non abbiamo idea di che aspetto abbia... le informazioni a nostra disposizione erano scarse, dopotutto."

"Beh, cercate di raddoppiare i vostri sforzi!" ordinò la comandante, e gettò uno sguardo minaccioso agli ostaggi, giusto per ricordare loro di non tentare nulla di strano. Tra gli ostaggi, Stewart e Claire indietreggiarono di un passo per cercare di scomparire tra la folla.

Come rinvigoriti dall'ordine della donna, gli uomini del Team Olimpo si rimisero a cercare tra le teche e le vetrine, e ben presto si cominciarono a sentire i rumori dei vetri che venivano mandati in frantumi. Un Machoke del Team Olimpo sferrò un pugno contro una vetrina, mandandola in pezzi con un rumore terrificante, e arraffò una lastra di ardesia e un antico libro, dandoci un'cchiata per vedere se c'era qualcosa che potesseaiutarli a trovare il Chiamatempo.

Atena sospirò e gettò un'occhiata al considerevole bottino che avevano già accumulato. In condizioni normali, sarebbe stato un buon risultato, ma in quel momento...

"Attenzione. Attenzione. Qui è l'agente Jenny di Onegapoli. Desidero parlare con il comandante del Team Olimpo a capo di questa spedizione!"

La donna sobbalzò leggermente, e il suo Noctowl sbattè gli occhi sorpreso... mentre il Pokemon simile ad una meteora in miniatura si fermò a mezz'aria e si voltò verso la finestra, nella direzione da cui proveniva la voce amplificata dal megafono. C'era una folla abbastanza nutrita appena fuori dal museo, ma fino a quel momento, il Team Olimpo non si era preoccupato più di tanto, e non ci aveva fatto caso. Tuttavia, adesso le cose erano ben diverse...

"Mi sentite?" continuò la voce amplificata dell'agente Jenny. "Ripeto, sono l'agente Jenny di questa città. Con me c'è il Capopalestra Gideon. Sappiamo che siete ancora lì, Team Olimpo! Ascoltatemi! Siamo disposti a trattare! Diteci che cosa volete!"

Atena guardò i suoi Pokemon con aria dubbiosa, e Noctowl si posò su un piedistallo vicino e ripiegò elegantemente le ali sul corpo. Questa sì che era una sorpresa... fino a quel momento, non era arrivata nessuna offerta di diplomazia da parte delle forze dell'ordine. Come mai questo improvviso cambiamento? La comandante aveva l'impressione che ci fosse qualcosa sotto...

"Ripeto, diteci quali sono le vostre richieste!" ripetè l'agente Jenny. "Lasciate andare gli ostaggi, e siamo disposti a venirvi incontro!"

"Comandante Atena, potrebbe essere un trucco." disse una recluta, arrivando in quel momento a fianco della sua comandante e sistemandosi l'elmetto di bronzo sulla testa. Era un uomo alto e calvo, dal fisico robusto, che indossava una tunica beige con dei calzari alti fino al ginocchio ed era accompagnato da un Tentacruel. "Se... se usciamo da qui, ci esponiamo ad un grosso rischio."

"Proprio per questo non usciremo. Non so cosa abbiano in mente gli sbirri e il Capopalestra, ma non ci faremo cogliere impreparati. In questo momento... stanno dicendo esattamente quello che noi vogliamo sentire, in modo da farci abbassare la guardia." affermò la comandante, che sembrava aver preso dall'omonima dea ellenica anche il senno e l'astuzia. "Va bene... in tal caso, facciamo finta di stare al gioco, ma imponiamo che siano soltanto l'agente Jenny e il Capopalestra ad entrare. Noi non usciremo di qui finchè non avremo il Chiamatempo tra le mani."

"Sì, signora." rispose l'uomo, mentre Noctowl annuiva con espressione attenta.

"Bene... e alcuni di voi, sorveglino le scale che portano ai piani superiori!" affermò rapidamente Atena. "Potrebbe essere un trucco per attirare la nostra attenzione e permettere a dei loro collaboratori di coglierci di sorpresa. Voi tre, e voi altri tre... tenete d'occhio l'ala ovest e quella est!"

"Ricevuto, lady Atena!" affermarono all'unisono alcuni scagnozzi, per poi dirigersi verso le zone a loro assegnate tenendo tra le mani alcune Pokeball. Atena disse di sì con la testa e si diresse verso l'ingresso del museo, facendo poi cenno a due sue sottoposte di aprirlo. Immediatamente, la donna si piazzò in mezzo alla soglia, e guardò severamente la folla che attendeva trepidante tutt'attorno.

"Molto bene, agente Jenny... capopalestra Gideon... siamo disposti a trattare, ma soltanto a determinate condizioni!" affermò Atena. Il suo Noctowl prese il volo, librandosi a circa un paio di metri da terra accanto alla sua allenatrice. "Prima di tutto, chiediamo che l'agente Jenny e il capopalestra Gideon vengano qui personalmente per trattare. Nessuno del Team Olimpo uscirà dall'edificio."

"Stiamo cercando di venirvi incontro il più possibile." continuò Jenny, con Growlithe ed Herdier che si piazzavano davanti a lei in maniera protettiva. La poliziotta stava cercando di guadagnare quanto più tempo possibile, anche soltanto cercando di tenere impegnata Atena. "Non possiamo consegnarci a voi, che garanzie abbiamo che saremo trattati correttamente?"

"Chiediamo che facciate uscire alcuni degli ostaggi, come dimostrazione di buona fede." continuò Gideon, e picchiettò sul terreno con il suo bastone da passeggio per dare un po' di enfasi alla sua richiesta. Il suo Serperior si erse in altezza accanto al suo allenatore, in modo da fare un maggior effetto.

Atena corrugò la fronte, e il suo Noctowl incrociò rabbiosamente lo sguardo di Serperior. La distanza era troppa per tentare un attacco Bagliore, si rese conto il serpente d'erba con aria infastidita. "E cosa ci assicura della vostra buona fede?" chiese retoricamente Atena. Con un sorrisetto di sfida, la comandante del Team Olimpo richiamò a sè due reclute femminili, che si piazzarono accanto a lei. "Per quanto ne so, potrebbe essere che non aspettiate altro che gli ostaggi siano al sicuro per catturarmi. Conosco abbastanza bene le vostre procedure, signori."

"Avete la nostra parola d'onore. Sono un Capopalestra scelto dalla Lega di Vesrin, e come tale mi attengo a delle regole ben precise." continuò Gideon, pur immaginando che non sarebbe stato questo a convincere Atena. Quello che dovevano fare, in quel momento, era guadagnare tempo, nella speranza che il Team Olimpo non sospettasse nulla...

 

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Lucinda e i suoi compagni si erano già da tempo spostati sul lato nord del museo, e inquel momento stavano salendo con prudenza la scala antincendio che portava al tetto, sollevando un suono metallico ad ogni passo. I loro Pokemon, nel frattempo, si occupavano di controllare dalle finestre che il Team Olimpo non si fosse ancora accorto del loro tentativo.  

"Va bene, ragazzi, fin qui tutto a posto." sussurrò Kenny non appena il gruppo fu arrivato alla piattaforma che dava sul piano più elevato dell'edificio. C'era un cornicione a portata, attraversando il quale sarebbe stato possibile raggiungere una finestra abbastanza grande, e da lì entrare nella mansarda. "Adesso viene la parte più delicata..."

"Piplup..." cinguettò Piplup nervosamente dopo aver dato un'occhiata alla distanza che li separava dal terreno.

Zoey guardò lo spazio che intercorreva tra la piattaforma e il cornicione. Era una distanza considerevole... meglio essere prudenti. "E' un bel rischio... okay, ragazzi, ascoltate. Passiamo uno alla volta, e facciamoci aiutare dai nostri Pokemon." affermò, cercando di prendere in mano la situazione. "Kenny... pensi che il tuo Alakazam possa aiutarci?"

"Il mio... sì, certo!" rispose il ragazzino dopo un istante di sorpresa. "Vuoi che ci faccia passare dall'altra parte usando la sua Cinesi?"

Ursula ebbe qualcosa da ridire. "Hey, un momento! Com'è che adesso ti metti tu a comandare?" chiese con irritazione. "Chi ha deciso che sei tu il capo?"

La rossa coordinatrice sospirò. "Ne discutiamo dopo, Ursula, okay? Al momento, abbiamo altro a cui pensare." rispose. "Gary, Lucinda... tenetevi pronti, da qui non si torna più indietro."

"D'accordo!" risposero assieme i due fidanzatini, e anche Ursula decise di lasciar perdere e seguire il piano di Zoey, mentre Kenny richiamava il suo Alakazam che appariva in un lampo accanto a lui.

"Alakazam!" esclamò il Pokemon Psico, pronto ad ascoltare gli ordini del suo allenatore, che prese un bel respiro per prepararsi a passare dall'altra parte.

"Okay, Alakazam... ascolta, riesci a farci passare dalll'altra parte?" chiese Kenny con un sorriso rassicurante, indicando il cornicione...      

     

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: Il Team Olimpo ha fatto la sua nuova mossa, il che vuol dire che tocca ai nostri improbabili eroi intervenire e impedire al team criminale di impadronirsi del Chiamatempo!

Per adesso, è stato tutto abbastanza semplice... ma vi posso anticipare che tra non molto la posta in gioco diventerà più alta, e ogni membro del gruppetto di Gary e Lucinda avrà una parte a lui (o lei) dedicata. Sto cercando in particolare di dare un po' più di spazio a Kenny, che è un personaggio abbastanza ignorato; devo solo pensare a come potrei svilupparlo meglio come personaggio e come espandere un po' su di lui.

Grazie per la vostra attenzione, e a presto!  

    

                  

  

   

 

  
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