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Autore: Rack12345    09/08/2019    0 recensioni
[Completa]
Questa storia è ambientata dopo Captain America: Civil War. Dopo la partenza di Bucky per il Wakanda e dopo svariati mesi, gli Avengers si sono riuniti, perchè era inevitabile che rimanessero separati: per salvare il mondo, devono farlo insieme.
Nel loro gruppo è entrata una nuova spia: Alexis Moore. Lei è la nostra protagonista.
La squadra sembra essere in un periodo pacifico, ma dovranno aspettarsi diverse rogne. Combatteranno contro diversi Villain che li proietteranno nel passato, legati alla Germania nazista della seconda guerra mondiale. Alexis verrà sottoposta a varie sfide, sia fisiche che emotive e vedremo quanto sia stratificata la sua personalità e quanto potenziale c'è in lei: non è una spia qualunque come potrebbe sembrare al primo impatto.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Loki, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'New Avengers: Together Saga'
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New Avengers: Together
Capitolo III: Planning





Tony faceva avanti e dietro nella cucina personale degli Avengers e si passava le mani sul volto, come a volersi dare un tono.
-Come diavolo è potuto succedere? Come accidenti è entrata questa psicopatica?-
Gli Avengers avevano lo sguardo fisso a terra. Erano quasi tutti lì: Steve se ne stava sulla poltrona con aria seria e si teneva la il mento tra due dita pensieroso. Natasha era sdraiata sul divano con lo sguardo fisso sul soffitto, mentre Wanda e Visione erano in piedi dietro di lei. Visione sorreggeva la sua amata che era ancora scossa per aver utilizzato i suo poteri e per aver visto "quella psicopatica". C'erano Sam, Bucky e Alexis. Bruce non si trovava lì, ma era in dirittura d'arrivo, così come Rhodey.
Erano tutti sconvolti dall'accaduto, presi completamente alla sprovvista, gli Avengers non avevano nemmeno ben capito cosa volesse da loro quella donna.
-Non ne ho idea, Tony.- rispose Steve muovendosi  mollemente sulla poltrona.
-Tu eri lì Cap, che cosa hai visto? Non avresti dovuto darle nemmeno il tempo di arrivare.-
Tony, da come parlava, sembrava deluso dal suo compagno di squadra, ma non lo era. Era solo spiazzato.
Voleva trovare qualcuno a cui dare la colpa, cosa che aveva sempre fatto, del resto.
-Tony indossavo dei jeans e l'unico oggetto che potevo lanciarle contro era un cellulare. E' arrivata su un enorme jet, ho fatto quello che potevo.-
Stark chiuse i pugni irritato e poggiò le mani sul bancone della cucina, scaricandovi il peso del corpo sopra.
-Per fortuna che Wanda era lì.- concluse.
-Già.- fece Tony. -Allora, dicci, come sono andate le cose di preciso?-
Steve poggiò i gomiti sulle ginocchia sporgendosi in avanti.
-Non è successo nulla di preciso. Io e Buc eravamo in terrazza, stavamo parlando del più e del meno ed abbiamo visto questo Jet arrivare che si è posato sul prato di fronte a noi. Quando ha aperto il portellone è uscita questa donna da sola, non ha detto nulla, non ha detto chi fosse. Ha solo iniziato a spararci ed aveva una buonissima mira, siamo riusciti a ripararci grazie al suo braccio.- indicò James -Stava per puntarci contro un missile, così istintivamente ho pensato che se fossimo scesi al suo livello non lo avrebbe puntato contro l'edificio almeno.-
-Ed ha rovinato il mio bel prato. Di nuovo. Sempre rovinato.- fece Tony.
-Esatto. Dopodiché sono arrivate Wanda e Lexie e grazie a Wanda l'abbiamo rimandata indietro. E il resto lo sai, ha minacciato me e Bucky.- concluse il capitano.
In quel momento a Tony cadde l'occhio oltre la figura di Steve, dove si trovava Barnes, seduto sul bordo del tavolo in vetro.
Poi però quello che vide non gli piacque. Alexis, che non si era nemmeno accorto che fosse uscita, talmente preso dalla situazione, era tornata con una valigetta del pronto soccorso e l'aveva piazzata sul tavolo accanto a James che si era voltato verso destra con la fronte aggrottata ad osservarla.
-Piccola, cosa.. staresti facendo?- chiese Stark.
Anche Steve si voltò ad osservarla.
-Questi due sono feriti, hanno bisogno di essere almeno disinfettati e incerottati.- disse.
Steve sorrise di soppiatto. Quella ragazza era proprio incredibile. Si voltò e piantò lo sguardo in quello di Tony, che, nonostante la discussione della mattina stessa, non aveva ancora ben chiare le idee della ragazza, nè di Barnes, ed era infastidito ad ogni suo interesse verso l'uomo.
La spia prese un batuffolo di cotone rovesciandovi sopra quasi tutto il disinfettante che aveva e cominciò a tamponare le ferite di James.
Aveva graffi ovunque e la canotta bianca che aveva indossato da pochi minuti si era macchiata di sangue, quindi probabilmente aveva delle ferite anche sul petto e sulla schiena che però erano coperte.
Lo passò sul braccio destro e poi sul volto.
-Agente Moore...- cominciò James.
Lui deglutì imbarazzato trovandosela così vicina al volto. Pensò che fosse delicatissima e il suo tocco leggero lo fece sentire... bene.
-Agente Moore, sei gentile, ma io e Steve siamo super soldati, lo sai. Non sento alcun dolore.-
Bucky puntò gli occhi in quelli della ragazza, scuri e profondi come dei pozzi.
Gli sembrò preoccupata.
-Ehm, n-non importa, le infezioni vengono a tutti e le ferite vanno medicate e il sangue deve smettere di uscire.- Rispose lei.
Lo disse in fretta e in modo meccanico. Aveva distolto lo sguardo da lui, puntandolo a terra mentre scartava i vari cerotti, che il soldato d'inverno si fece applicare senza replicare.
Essere curato in quel modo lo aveva fatto sentire strano e gli aveva dato, nonostante non sentisse dolore per quei quattro graffi, una sensazione di sollievo che non provava da anni.
-Ecco fatto.- disse lei.
Poi si spostò su Steve, che si fece curare senza dire nulla, anzi quasi le porse il viso dove aveva le ferite.
Bucky pensò che allora fosse normale amministrazione.
Tony, che aveva osservato la scena della medicazione di Barnes in silenzio e con gli occhi ridotti a due fessure, si placò e scosse la testa rassegnato.
-Allora..- riprese Ironman. -Avete idea di chi possa essere questa donna? Avete osservato bene tutto? Qualche simbolo sul jet, sul suo abbigliamento, cosa indossava? Qualche dettaglio delle sue armi?- fece un giro intorno al bancone per avvicinarsi di più ai suoi compagni e si appoggiò con la schiena ad esso.
-A parte i capelli più rossi di quelli di Natasha e la mascherina rossa io non ricordo altro. Sai, mi stava pestando.- rispose Cap.
Alexis mise un cerotto anche sullo zigomo di Steve e concluse il suo giro da crocerossina.
-Grazie, tesoro.- le aveva detto Steve prima che lei se ne andasse a posizionarsi accanto a Tony.
L'uomo l'aveva guardata con le braccia incrociate e serio.
Lei l'aveva notato. -Che c'è? Vuoi essere medicato anche tu?-
-Fai poco la spiritosa.-
-Le sue armi erano diverse..- incominciò Bucky -Credo fossero di matrice russa.-
-E da cosa l'hai intuito?- chiese Tony.
-Esperienza, Stark.-
Alexis, accanto a Tony, si portò una mano al mento con fare pensieroso, cercando di ricordare dei dettagli.
Steve lì osservò entrambi e sorrise, rendendosi conto di quando fossero diventati simili.
-Hai detto anche abbigliamento, Tony?- chiese lei.
Il suo interlocutore annuì.
-Beh..- riprese la giovane. -Indossava una meravigliosa tutina rossa e nera.- si grattò la fronte continuando a pensare. -Ed aveva un accento strano.-
-Russo?- chiese Tony.
-Mmh, no, non proprio, però era un accento duro.-
Ci fu un silenzio durante il quale tutti gli Avengers picchiettavano con il piede, con un dito, si guardavano intorno, pensando ad altri dettagli.
-Capitano Rogers,- iniziò Visione. -Ha detto che vi ha minacciato, giusto? Si ricorda che cosa ha detto con precisione? E' qualcuno che cerca vendetta nei vostri confronti.-
Steve ci pensò socchiudendo gli occhi. -Ha detto.. Che tutti gli altri erano già morti e che avrebbe finito anche noi..-
Detto ciò Steve si alzò di scatto e si girò verso il suo migliore amico che si bloccò nella posizione in cui stava.
Bucky scosse la testa. -Accidenti Steve..-
-Gli altri sono già morti..- ripeté Steve.
Alexis scattò in piedi.
-Steve, l'accento era tedesco!-
-Quindi..- Tony fece qualche passo in avanti gesticolando con le mani. -Ricapitolando. Una psicopatica assassina con una mascherina nera. Colori rossi. E' interessata al vostro passato, visto che 'Tutti gli altri sono già morti'.- Puntò lo sguardo sul soldato d'inverno. -Ehi, non è per caso una vecchia amica soldatessa d'inverno?-
Bucky aggrottò la fronte e scosse la testa con un'espressione come a dire 'Ma sei stupido?'.
-Cosa?! Non so se te lo ricordi,ma i restanti li aveva uccisi Zemo- fece una pausa -Steve, io temo che sia legata a qualcun'altro.-  
Il capitano rimase serio.
Allora Alexis cominciò a preoccuparsi. Steve era davvero troppo serio.
-Steve, dobbiamo preoccuparci?- chiese.
-Non lo so, sinceramente.- rispose lui. -Non credo sia un avversario potente, il problema è che credo sia folle.-
Tony alzò le sopracciglia -Beh, la follia non è necessariamente un male!-
-Steve.- parlò Natasha che era rimasta stranamente silenziosa. -Di chi stiamo parlando, quindi.- non era proprio una domanda.
L'uomo sospirò. -L'unica cosa che mi viene in mente è che possa essere la figlia di Johann Schmidt.-
-Cosa!?!- chiese Lexie -La figlia di Teschio Rosso?-
-Non dovrebbe avere circa...- cominciò Tony -..una settantina di anni?-
Alexis annuì, ma non capendo. La donna che aveva visto aveva circa la sua età, intorno ai 23 anni.
-Come dissi qualche anno, fa..- Bucky si avvicinò agli altri quattro che stavano davanti al bancone della cucina. -Io e Steve non siamo stati gli unici ad essere trasformati dal siero.-
Quando le arrivò vicino, Alexis si accorse che un angolo del cerotto che aveva messo sulla tempia del soldato d'inverno si era leggermente staccato.
Con l'indice glielo toccò rimettendolo al suo posto e Bucky, colto alla sprovvista, le sorrise impacciato di nuovo e lanciandole uno sguardo veloce.
Tony ghiacciò di nuovo con gli occhi  la giovane, la quale lo ignorò completamente.
 -Esatto.- disse Steve che aveva un piccolo sorriso sulle labbra -Schmidt potrebbe aver usato il siero su sua figlia, averla fatta crescere velocemente ed averla congelata prima della sua morte.-
-Non prima, ovviamente, di averla allenata ad usare armi da fuoco.- disse Tony
-E poteri magici.- concluse la ragazza.
-Oh giusto, i fasci di luce.-  rispose Tony.
-Oh mamma mia.- Alexis si passò entrambe le mani sul volto.
Come poteva dire Steve che quella donna non era pericolosa?
Era folle, era forte come lui e James, sapeva usare le armi da fuoco e possedeva la magia.
Non sarebbe stato facile, soprattutto per il fatto che avesse la magia e gli avengers non ne avevano mai vista una così, quindi non sapevano cosa aspettarsi. Non sapevano cosa fosse in grado di fare e non sapevano quali fossero i suoi punti deboli.
-Bene, io direi di metterci all'opera.- sentenziò Natasha.
-Decisamente sì.- cominciò Steve -Cerchiamo di capire dove è diretta. Almeno sapremo dove si trova, qual è la sua base e che cosa sta escogitando per questa sua vendetta.-
Natasha si alzò dal divano -Io posso cercare di tracciare il percorso del suo jet.- disse avviandosi verso la porta scorrevole della cucina -Vi chiamerò non appena avrò qualche indizio.-
-Ottimo.- disse Steve.
-Noi scaviamo nel passato e cerchiamo di capire cosa sta macchinando quella psicopatica.- ordinò Tony.


 
 
 



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Ore 7.00
L'ennesima sveglia che suona.
L'ennesimo ritardo. Alexis doveva già essere sveglia da un'ora. Aveva dormito poco per i pensieri di ciò che era successo la sera prima, ed aveva ancora il sonno arretrato della notte precedente in cui aveva avuto i suoi incubi.
Si alzò in fretta vestendosi in abbigliamento sportivo, più o  meno lo stesso del giorno prima. Raccolse di nuovo i capelli in una treccia e si diresse all'esterno dove aveva intenzione di fare una corsa.
Cominciò a correre con un ritmo leggero ed iniziò a pensare. La sera prima era andata a dormire lasciando Tony, Steve e James nella cucina a cercare di capire cosa potesse fare la loro nuova avversaria per vendicarsi dei due.
Lei era andata a dormire, era troppo stanca, e non aveva nemmeno cenato.
Ed ora non aveva nemmeno fatto colazione. Sperò di non svenire, avendo molta fiducia in se stessa.
Quella donna, che non aveva idea di come si chiamasse, era davvero forte.
Desiderava con tutta se stessa comprendere quale fosse il suo gioco o sapere come era stata potenziata. L'opzione che Teschio Rosso avesse utilizzato lo stesso siero di Steve e Bucky era la più ovvia, ma non necessariamente l'unica.
Quegli assurdi raggi di luce Steve e Bucky non li sparavano da nessuna parte del corpo e questo le faceva pensare che non si trattasse dello stesso siero.
Mentre correva e pensava, non si era accorta che aveva accelerato, e di parecchio, il ritmo della sua corsa, probabilmente perchè troppo presa dai suoi pensieri.
Ma glielo fece notare qualcun'altro che casualmente passava di lì.
Quasi le prese un colpo. Di solito solo lei correva a quell'ora.
-Agente Moore, sembra che tu abbia molta fretta stamattina!-
La ragazza, sentendo la voce di Bucky che le arrivava alle spalle correndo anche lui, ebbe un sussulto e rallentò il ritmo.
Si rese conto subito dopo che non aveva senso rallentare il ritmo con lui, che non aveva problemi a correre al doppio della velocità di lei.
-Oh, ciao James.- rispose lei con il fiatone -non mi aspettavo di trovarti qui.-
-Beh, sai. Con un nemico alle porte non è mai un cattivo momento per tenersi in forma.- rispose lui.

La giovane iniziò ad avere il fiato sempre più corto così decise di ridurre la corsa ad un camminare veloce e James la assecondò.
-Comunque..- iniziò lei. -Puoi smettere di chiamarmi agente Moore? Nessuno mi chiama così, solo Tony per prendermi in giro.-
Bucky Sorrise e delle rughe gli si formarono ai lati degli occhi.
-D'accordo, ma tu, Alexis, devi chiamarmi Bucky.-
-Hai ragione, mea culpa!-
Si creò un imbarazzante silenzio. Bucky osservava la giovane con la coda dell'occhio finchè lei non si fermò del tutto per riprendere fiato e gli si piazzò di fronte.
Lei mise le mani sui fianchi ed osservò il suo interlocutore dallo sguardo malinconico.
Indossava una canotta nera e dei pantaloncini in felpa grigi, aveva raccolto i capelli in un basso chignon e la ragazza pensò che gli donasse molto. Quegli occhi azzurri come il ghiaccio la squadrarono da cima a fondo e le incatenarono i suoi, scuri come la notte.
Si trovò di nuovo a pensare che fossero al tempo stesso bellissimi e spaventosi. Ma erano occhi malinconici, occhi che avevano vissuto esperienze terribili e che si portavano dietro un passato spaventoso.
Occhi come i suoi.
La giovane si accorse poi che Bucky non portava più neanche una delle medicazioni che lei stessa gli aveva messo la sera prima e si rese conto che le ferite si erano completamente rimarginate.
-Allora è vero, i supersoldati hanno anche una superguarigione.- disse lei indicando la tempia dell'uomo.
Lui alzò lo sguardo in alto come se volesse guardare la zona indicata e lei lo trovò di nuovo buffo e impacciato.
-Beh, sì, te lo avevo detto, ma non hai voluto sentire ragioni.- rispose lui sorridendo.
Lei si portò una mano dietro al collo grattandoselo, imbarazzata.
Bucky si fece più serio ed assottigliò lo sguardo incuriosendosi.
-Come mai hai insistito tanto per medicarci?-
Lei, sempre più imbarazzata, si portò la treccia da un lato, iniziando a giocarci come per trovare un pretesto per non guardare negli occhi James.
-Ehm.. Ecco, io ho una fissazione: non sopporto di vedere ferite, sia che esse siano aperte e sanguinanti, sia che siano chiuse con dei punti. Il che è assurdo per persone come noi, lo so, ma quando posso evito di vederle. Il motivo di tutto ciò è una lunga storia in realtà.-
Bucky incrociò le braccia al petto. -Mi piacciono le storie lunghe, sai?-
Era una domanda retorica. Era ovvio che volesse saperne di più ed Alexis lo aveva capito, ma non era ancora pronta per raccontargli una cosa così personale. Non era pronta per raccontargli dei suoi genitori. La giovane si fidava di Barnes, ma lo conosceva da troppo poco tempo.
-Sai è davvero una lunga lunghissima storia..- inizò lei. -Non prendertela, magari la prossima volta te la racconterò.-
Bucky annuì sorridendole dolcemente.
-Tranquilla, comprendo perfettamente.-
Lei allora lo guardò negli occhi di nuovo e adorò la genuinità con cui aveva espresso quella frase.
-Rientriamo?- disse Alexis -Ho una fame, non mangio da ieri a pranzo.-
-Assolutamente sì, allora.-
I due si avviarono verso l'edificio del quartier generale camminando mollemente, quasi ciondolando.
-Siete giunti ad una qualche conclusione ieri sera?-
-Ieri sera?- Bucky inarcò le sopracciglia -Oh, ieri sera, sì giusto.-
Alexis non capì. A che diavolo stava pensando?
-Ieri sera non siamo giunti a nessuna conclusione. Solo che quella pazza si vuole vendicare, ma non siamo riusciti a capire come.-
-Tutto qui?-
-Già.-
Alexis si fermò in mezzo al giardino. Era la prima volta che ci metteva così tanto ad andare a fare colazione.
-Bucky, non è che mi state nascondendo qualcosa?-
L'uomo alzò le mani -Assolutamente n-
-EHI VOI DUE!-
Entrambi si voltarono verso l'alto, sentendosi chiamare. Era Sam che con la sua armatura e con tanto di ali volteggiava su di loro.
-Ci sono novità, raggiungeteci.- disse per poi volare via.
I due ripresero a camminare più velocemente per sbrigarsi.
-Poteva almeno darci un passaggio quell'avvoltoio.- disse Bucky sarcastico.
 


Gli Avengers erano di nuovo riuniti in cucina.
Alexis amava questa decisione di riunirsi in cucina: colse l'occasione per prepararsi un caffè ed un panino con la marmellata e burro di arachidi.
Mentre spalmava la marmellata sul pane, giunse Natasha, che aveva in mano un dispositivo e con un movimento di polso proiettò nell'aria ciò che stava guardando lei.
-Dunque.- cominciò la rossa -Questa è la donna che abbiamo conosciuto ieri.- la proiezione mostrò la foto della donna ed accanto ad essa apparve il suo nome:
Synthia Schmidt.
-Sul serio? Questo è il suo nome? Synthia?- chiese Alexis gesticolando con il coltello in mano.
-Sembra il nome di una marca di lettori dvd.- disse Tony.
-Stavo per dirlo io.- rispose la ragazza guardando fiera il suo "patrigno".
Natasha alzò gli occhi al cielo.
-Fatto sta..- continuò la rossa -che questa è lei. E questo è il suo jet. Sono riuscita a tracciarlo, ora è parcheggiato in Siberia, esattamente...- toccò la proiezione ed apparve una mappa che si ingrandì su una precisa zona -Qui.-
La mappa indicava una zona sperduta in Siberia, con un ingresso ad un bunker.
Era esattamente il luogo dove era confinato James quando era al servizio dell'Hydra, il luogo dove Cap e Tony si erano scontrati.
La giovane posò lo sguardo su Bucky istintivamente e questo invece lo puntò a terra serrando la mascella.
Probabilmente i ricordi in lui erano ancora vividi, nonostante non avessero più alcun effetto sul suo cervello. Ricordava tutto ciò che aveva fatto. O meglio, glielo avevano raccontato e lui ricordava ciò che gli era stato raccontato.
Alexis si trovò a pensare quanto dovesse essere stato terribile per lui partire dall'essere un giovane carismatico ed affascinante, pieno di ideali e risvegliarsi un giorno senza una coscienza. Senza sapere la bella persona che era in precedenza, senza ricordare nulla del suo passato. E nel corso della sua vita questa cosa era avvenuta più volte. Ogni volta che quelle parole dal quel libricino rosso venivano pronunciate, lui ricominciava tutto da capo. Ogni volta una nuova vita, senza ricordare la precedente. E fu così, almeno fino al ritorno di Steve nella sua vita.
La giovane fu distolta dai suoi pensieri quando Tony prese parola.
-Beh! Meglio di così, Friday sa già le coordinate.-
-Tony,- disse Cap -Non possiamo andare là a tentativi, ci serve un piano d'attacco.-
-Io ho un piano.- rispose Tony -Attacco!-
Steve alzò gli occhi al cielo.
-L'ultima volta che hai detto questa cosa hai fatto a schiaffi con Thor inutilmente.-
-Inutilmente? E' stato bellissimo!-
-Steve,- cominciò Natasha -Hai qualcosa in mente?-
L'uomo sembrò pensarci su qualche secondo, poi si alzò dalla sedia ed andò a posizionarsi accanto ad Alexis, cominciando a prepararsi un caffè anche lui.
-Credo che, visto che non abbiamo idea di cosa aspettarci, dovremmo andare in ricognizione. Dovremmo cercare di scoprire per quale motivo le serve una base così grande. Quel posto è immenso, ha sicuramente qualcosa che nasconde lì. Se potessimo sapere cosa, sarebbe un bel vantaggio.-
Natasha annuì. Era sempre d'accordo con il capitano Rogers.
Tony si portò una mano al mento.
-Cerchiamo anche di osservare bene questo diavolo qui.- disse indicando la proiezione del jet nell'aria. -Potremmo scoprire cosa può utilizzare per attaccarci. Oltre quella bomba esplosivissima che ha sparato l'altro giorno a questi due vecchioni.-
-Potrei andare io.- disse la spia più giovane.
Steve si voltò a guardarla mentre beveva dalla sua tazza fumante.
-Dove?- chiese.
Alexis sapeva che non glielo avrebbero permesso, per questo parlò con titubanza.
-I-in Siberia..- disse lei. -C'è bisogno di qualcuno di silenzioso, io ho un allenamento da spia alle spalle, posso andare io.-
Steve guardò gli altri Avengers e in particolare guardò Tony, che aveva incrociato le braccia ed aveva invece lo sguardo su Alexis. Cap stava per risponderle ma fu preceduto da un'altra voce.
-Potrei accompagnarti io.-
Bucky, rimasto in piedi accanto alla porta, sembrava di nuovo imbarazzato. Sapeva di scatenare così la rabbia di Tony.
E infatti quest'ultimo rise nervosamente.
-Certo, potresti, ma tu non sei molto silenzioso, usi i fucili e il tuo braccio fa un casino assurdo.-
Il soldato d'inverno lo squadrò alzando un sopracciglio ed incrociando le braccia. Era sfuggito al mondo per settanta anni, come poteva Tony pensare che non fosse in grado di passare inosservato? Ed era stato più o meno il pensiero di tutti gli altri che lo avevano guardato come a dire "ma cosa stai dicendo?".
Bucky scosse la testa lentamente.
-In realtà non è una cattiva idea,- disse Natasha. -Barnes conosce alla perfezione quel posto. In alternativa ad Alexis posso andare io.-
-No-no! Voglio andare io!- esclamò la giovane drizzando la schiena e smettendo di concentrarsi sulla sua colazione.
Nat alzò le mani, come a dire che non l'avrebbe intralciata assolutamente.
-Sì, ma non mi fido i lui.- disse Tony, rivolgendosi con un cenno del capo a Bucky.
-Oh, andiamo Stark..- disse il diretto interessato.
Si fece avanti Sam.
-Va bene, allora, visto che Alexis è quella silenziosa e Bucky è quello che conosce il posto, posso andare anche io. Io e Red Wing potremmo essere di aiuto. E di me ti fidi, giusto Stark?-
Tony sospirò. Non voleva dare in escandescenze, ma avrebbe tanto voluto. Tuttavia sapeva che Alexis era la migliore scelta in questo caso e il ragionamento non faceva una piega. Tra l'altro Barnes e Falcon avevano già lavorato insieme, quindi sarebbero stati perfettamente in grado di proteggere la sua piccola Agente Moore.
-D'accordo.- asserì infine. -Ma sappiate che se tornate senza di lei vi lancerò nello spazio con le mie stesse mani.-
-Tony!- esclamò la giovane. -Comunque io ci tengo a precisare che non ho bisogno di alcun tipo di protezione, me la so cavare benissimo da sola sotto quell'aspetto.- la ragazza guardò Bucky che aveva ancora quei capelli legati che gli donavano particolarmente.
-Tuttavia di un aiuto potrei aver bisogno..-


































Angolo Autrice
Ciao a tutti! Ecco il terzo capitolo!
Le attenzioni di Alexis nei confronti di Bucky mettono molto a disagio Tony. Ma lei lo fa per altruismo? Oppure perchè è in qualche modo attratta dall'ombra di mistero che caratterizza, per lei che lo ha appena conosciuto, il soldato d'inverno? 
Lo scopriremo!
La nostra nuova rivale dunque è Synthia Schmidt, ho cercato di rendere la sua storia al meglio possibile. Il fatto che suo padre abbia accelerato la sua crescita e l'abbia potenziata con il siero, ed il fatto che lei cerchi vendetta su Cap e Bucky, sono entrame cose tratte dai fumetti. 
Presto scopriremo cosa sta progettando. 
Il fatto di mandare in missione Alexis l'impulsiva, Bucky l'introverso e Sam il folle mi piace... mi divertitò molto nel prossimo capitolo..
A presto!
Rack =)




P.s: Vi lascio con Bucky che discute di Synthia poco prima che 
Alexis lo curi morbosamente.

 
  
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