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Autore: GrandeStefania    13/08/2019    0 recensioni
Avete mai riflettuto su che cosa compone noi esseri umani? Molecole e sangue è la spiegazione scientifica, anima e corpo quella religiosa... Eppure l'essenza del mondo è molto più complicata di così, almeno la storia che sto per raccontarvi lo è.
Mettetevi comodi, perché state per conoscere sette ragazzi, molto molto speciali e questa... è la loro storia.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I sette elementi avevano deciso di rimanere uniti e di non lasciare la casa di Jin. Almeno finché non avessero capito cosa fare e soprattutto come capire che cosa diamine fosse il tempo di cui il maggiore tra tutti aveva così paura. Nessuno aveva davvero capito cosa intendesse il ragazzo con quella locuzione e francamente neanche Jin lo aveva fatto. Si era svegliato da una sorta di incubo in cui c'era questo essere che li minacciava. Non sapeva cosa o chi ma aveva percepito quel senso di pericolo e di allerta... come se quella figura stesse arrivando per prenderli.

 

I ragazzi quindi avevano deciso di rimanere tutti lì per la notte, data l'ormai ora tarda, e l'indomani di dividersi in due gruppi: quelli che avrebbero capito come utilizzare i loro poteri senza perderne il controllo e quelli invece che si sarebbero messi alla ricerca di qualche informazione in più su tutta quell'assurda situazione che era ancora un enorme punto interrogativo per tutti.

 

Jin possedeva solo due camere da letto, quindi avevano fatto a turno su chi dovesse dormire dove e con chi. Il sorteggio non fu proprio equo: Taehyung e Jungkook volevano stare insieme e quindi si erano confermati come un solo giocatore e il sorteggio li aveva portati entrambi nella camera degli ospiti. Il proprietario di casa era stato categorico, lui avrebbe dormito nella sua stanza e quindi il sorteggio avrebbe deciso chi dei quattro rimanenti avrebbe dovuto dormire con lui. Il caso volle che Hoseok fosse il prescelto e quindi i rimanenti tre avrebbero dovuto dormire in salotto.

 

Jimin si era aggiudicato il divano e siccome tra i due ragazzi rimanenti Yoongi era il più piccolo, avevano accordato che lui avrebbe dormito con il minore. 

 

Al povero e decisamente sfortunato Namjoon non rimase che il tappeto, sul quale aveva adagiato qualche cuscino e una coperta.

 

"Andiamo Nam... non sarà poi così scomodo." Disse Jimin che stava sistemando le lenzuola sul divano.

 

In tutta risposta, il maggiore guardò il biondino con odio e rancore: infondo lui avrebbe dovuto dormire sul pavimento scomodo mentre l'altro si era beccato il divano.

 

"Okay okay, sto zitto." Disse il biondo, che si stese affianco a Yoongi che aveva chiuso gli occhi già da un pezzo. "Buonanotte Nam."

 

Namjoon sospirò, stendendosi sul tappeto, coprendosi con il lenzuolo, chiudendo gli occhi. Infondo non era poi così male... la stoffa del tappeto era morbida e emanava un leggero tepore. Inoltre, Jin doveva essere un tipo fissato con la pulizia dato il costante odore di ciliegio che c'era nell'aria. Con qualche piccola difficoltà, il ragazzo riuscì a trovare una posizione abbastanza comoda per appisolarsi.

 

Ed ecco che l'intero appartamento cadde nel silenzio più totale, risucchiando i ragazzi nel mondo dei sogni. 

 

Avete mai riflettuto su chi sia colui che controlla i nostri eventi onirici? Beh... secondo la mitologia greca, il signore dei sogni era Morfeo. Il dio decideva se il tuo dovesse essere un evento positivo oppure... un incubo. E molto spesso questi incubi prendevano le mosse dalle nostre paure più profonde oppure da ricordi che spesso la nostra mente rifiuta di portare alla memoria. Perché mai, vi chiederete voi? Magari... se il nostro cervello archivia determinati episodi, togliendoci la possibilità di poterli ricordare... vuol dire che quello che elimina ci porta dolore. E forse... Morfeo, quella notte, non era per niente contento.

 

##

 

"Smettila, Nam!" Jin era steso su un'amaca bianca, legata a due alberi di pesco. Il ragazzo era impegnato a ridere e a cercare di fermare un ragazzo alto e bello dal fargli il solletico. I due ragazzi erano vestiti con abiti settecenteschi, composti da tessuti abbastanza preziosi.

 

"Perchè dovrei, mio principe?" Chiese il ragazzo, continuando a fargli il solletico, mentre cercava di scansare i calci dell'altro, muovendo i fianchi.

 

"Giuro che me la paghi se non la finisci!" Urlò il maggiore tra i due, continuando a dimenarsi e a colpire il più piccolo sulle sue enormi spalle. 

 

Namjoon, a quel punto, afferrò i polsi del ragazzo, bloccandoli ai lati del suo capo, guardandolo negli occhi. "Me la fai pagare? E come?" Chiese divertito.

 

Seokjin non rispose. Quella posizione e quella vicinanza avevano riacceso quella catena di strani sentimenti che provava ogni volta che quel ragazzo gli stava vicino. Era come se... ogni volta che i due si toccavano o anche solo guardavano, una calma ma impetuosa forza li attraesse uno contro l'altro. Era sempre stato così... ma i due non avevano mai capito il perché né tantomeno il come.

 

Il minore, che aveva ancora quel sorrisetto divertito sul volto, fece per avvicinarsi al ragazzo sotto di lui, alternando il suo sguardo dalle sue labbra ai suoi occhi. Jin lo osservava quasi impaurito, spostando lo sguardo sulle sue labbra ogni due secondi. 

 

Stava per succedere... erano così maledettamente vicini, entrambi potevano percepire il respiro dell'altro e le loro labbra potevano ormai sfiorarsi. Gli occhi di Namjoon si socchiusero alla sensazione di tepore che tutto quello gli stava procurando al cuore e Jin lo imitò poco dopo. 

 

"N-no..." un paio di dita si frapposero fra di loro, risvegliandoli da quel sogno che entrambi avrebbero tanto voluto che si realizzasse.

 

Gli occhi del maggiore erano ora puntati in quelli del più piccolo mentre le sue dita erano ancora poggiate sulle sue labbra. "Non possiamo..."

 

Namjoon lo guardò negli occhi per qualche altro secondo, prima di allontanarsi ed alzarsi dall'amaca, prendendo a camminare avanti e indietro, passandosi le mani nei capelli. Nel frattempo, l'altro ragazzo, lo seguiva con lo sguardo, leggermente preoccupato.

 

"Così non va bene... Io..." prese a dire il minore, prima di fermarsi e sospirare esausto. "Non ce la faccio più ad andare avanti così..." disse infine, aprendo gli e occhi e puntandoli in quelli dell'altro.

 

"Così come?" Chiese il più grande, mettendosi seduto più comodo sull'amaca, facendola dondolare leggermente.

 

"A dovermi trattenere... sempre." Disse serio il ragazzo, non distogliendo lo sguardo dai suoi occhi. "Ho capito che sei il principe, ho capito che hai delle regole e ho capito che tutto questo potrebbe metterci in pericolo ma... ma non potremmo, solo per una volta, lasciarci andare?" Chiese guardandolo implorante.

 

Jin lo guardava leggermente stupito da quel discorso, prima di alzarsi e avvicinarsi lentamente a lui. Aveva ragione... il ragazzo sapeva che l'altro aveva ragione ma... come facevano a controllarlo se si lasciavano andare? Sapeva benissimo quanto l'altro si trattenesse e anche lui lo faceva ma non potevano rischiare così tanto o altrimenti la corda si sarebbe spezzata e loro sarebbero finiti per cadere entrambi.

 

Lentamente il maggiore portò una mano sulla guancia del castano, accarezzandogliela dolcemente con il pollice. "Mi dispiace Nam... ma lo sai bene che non sono solo i miei doveri da principe a fermarmi." Disse, sorridendogli amaramente. 

 

"Non lo sai... tu non puoi saperlo." Rispose il minore, alzando lo sguardo nei suoi occhi. "Non ci hai nemmeno provato, Jin!"

 

Il ragazzo sospirò, lasciando cadere la mano dalla sua guancia, osservando l'erba rigogliosa sotto i loro piedi. Aveva ragione di nuovo... non ci aveva provato... ma come faceva anche solo a pensare di tentare quando la posta in gioco era così alta? Gli chiedeva di rischiare ma... potevano così tanto?

 

Namjoon attese una risposta o un qualche gesto da parte sua, ma vedendo che il ragazzo era fin troppo spaventato e indeciso, sbuffò e prese ad andarsene. "Chiamami quando avrai trovato il coraggio che ti manca, Jin."

 

Il maggiore tra i due sgranò gli occhi a vederlo andar via e nel suo cuore si protrasse una sensazione di puro terrore e senso di perdita. Era come quando ti spingi troppo lontano dalla riva al mare e d'improvviso senti il suolo mancarti da sotto ai piedi. Si voltò di scatto, afferrando il polso del minore, tirandolo verso di sé, fiondandosi sulle sue labbra.

 

Il più piccolo sgranò gli occhi, preso alla sprovvista da quel gesto, prima di rilassarsi, chiudendo gli occhi e lasciando scivolare le mani sulla sua vita, stringendolo al suo corpo.

 

Finalmente... era così tanto che lo stavano aspettando. Quello sfiorarsi di labbra... quel sentirsi così vicini da percepire addirittura il calore corporeo dell'altro, spingendosi a stringersi ancora di più, sentendosi finalmente uniti, corpo... e anima.

 

Quando si staccarono, un grido di terrore squarciò l'aria, facendo saltare dallo spavento i due ragazzi ancora avvinghiati l'uno all'altra.

 

E tutto... tutto accadde velocemente... così velocemente.

 

"Jin!" Pianti e grida, ecco cosa riusciva a percepire Namjoon, ma tutto gli arrivava ai timpani in modo ovattato e confuso... nulla aveva senso in quel momento... con il corpo senza vita del suo amato tra le proprie braccia.

 

##

 

Namjoon si svegliò di soprassalto, guardandosi intorno completamente terrorizzato. Era sudato e con ancora il respiro affannato; le sue mani tremavano e la sua mente aveva preso a lavorare così velocemente da fargli girare la testa, finché non si fermò su un'unica immagine... Jin.

 

Si alzò di scatto, camminando dritto verso la camera di Jin, entrando cautamente per non farsi sentire da Hoseok, avvicinandosi poi piano al letto, scuotendo lentamente il corpo del maggiore.

 

"Jin..." lo chiamò con le lacrime agli occhi, ancora scosso dal contenuto del suo sogno. "Jin..." lo scosse di nuovo, facendolo finalmente svegliare.

 

Il maggiore alla vista del ragazzo affianco al suo letto, con gli occhi lucidi ed uno strato di sudore a coprire la sua pelle, sgranò gli occhi preoccupato, sedendosi sul materasso.

 

"Nam... ma che succede?" Chiese corrucciando la fronte, ma non ricevette risposta se non un forte e disperato abbraccio da parte dell'altro. 

 

Il minore strinse le sue braccia intorno al busto del ragazzo, infilando il capo nell'incavo del suo collo, respirando forte il suo odore. 

 

"Nam..." lo chiamò il maggiore completamente confuso e leggermente imbarazzato. "Che ti prende?" chiese, cercando di guardarlo in volto, ma il ragazzo non accennava a muoversi da quella posizione, stringendolo maggiormente.

 

Jin, allora, sospirò, portando una mano ad accarezzare i capelli del più piccolo, ricambiando il suo abbraccio. "Hai avuto un incubo?" Chiese continuando a muovere le dita fra le sue ciocche scure. 

 

Namjoon annuì di tutta risposta, strofinando il naso contro la pelle del suo collo. Normalmente non avrebbe avuto il coraggio di fare una cosa del genere ma in quel momento non era per niente lucido e dopo il suo sogno non aveva intenzione di allontanarsi dal maggiore. Non si conoscevano per niente ma il legame lo sentiva e come e in quel momento non poteva fare altro che assecondarlo e accoglierlo all'interno del suo cuore.

 

Il maggiore tra i due sospirò, facendogli spazio sul letto, cercando di non svegliare Hoseok che dormiva al di là della barriera divisoria fatta con i cuscini, per far stendere Namjoon con sé. Il più piccolo poggiò il capo sul petto dell'altro, lasciandosi accarezzare i capelli. 

 

"È tutto okay, Nam... sono qui."

 

~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~

 

Nella stanza immediatamente successiva alla loro, Taehyung e Jungkook erano intenti a dormire completamente avvinghiati l'uno all'altra. Il maggiore aveva il capo sul petto del più piccolo e gli circondava il busto con un braccio e il bacino con una gamba, mentre il castano aveva un braccio a circondare le spalle dell'altro e una mano sul suo braccio.

 

L'aria era calma e i due sembravano dormire sogni tranquilli... sembravano.

 

##

 

"Forza, fifone!" 

 

Jungkook stava nuotando velocemente nelle acque cristalline di un laghetto vulcanico naturale. Era nudo e stava tranquillamente galleggiando sulla superficie, con gli occhi chiusi, completamente rilassato alla sensazione dell'acqua attorno a lui e dei raggi del sole che gentilmente gli accarezzavano la pelle.

 

Taehyung era, invece, sulla riva che guardava il castano completamente affascinato. Non voleva entrare in acqua... non gli era mai piaciuta e in più... era tremendamente spaventato. "Preferisco guardarti da qui!" Gli urlò di rimando, sedendosi sul prato verdeggiante, non distogliendo lo sguardo da lui.

 

"Kim... se non entri, lo vedi questo?" Gli chiese indicando il suo membro da sopra l'acqua. "Te lo scordi."

 

Il biondo sgranò gli occhi, spalancando le labbra, guardando l'altro allibito. "Non puoi dire sul serio!" 

 

"Si che posso!" Rispose il minore, alzando il busto, passandosi le mani tra i capelli, facendo tendere tutti i suoi muscoli ben definiti.

 

La bocca di Taehyung si aprì ancora di più, passando in rassegna ogni centimetro del corpo dell'altro con gli occhi. Tenendo lo sguardo fisso su di lui, prese a spogliarsi lentamente. Mannaggia a lui e a quel corpo stupendo che si ritrova!

 

Jungkook sorrise soddisfatto, voltandosi, riprendendo a nuotare, cercando di raggiungere il centro del lago, sorridente e spensierato. Il maggiore tra i due, poco dopo prese a raggiungerlo, rabbrividendo per il freddo procuratogli dall'acqua gelata e per la sensazione di debolezza che provava ogni qual volta entrasse in contatto con quell'elemento.

 

Giuro che prima o poi gli do fuoco al culo!  Pensò mentre nuotava più velocemente, raggiungendo finalmente l'altro ragazzo, saltandogli al collo per mandarlo sott'acqua.

 

Il ragazzo ridacchiò, dato che poteva benissimo respirare in quel liquido, afferrando l'altro per le cosce e tirandolo giù con sé. Il maggiore fece appena in tempo a prendere l'aria necessaria prima di ritrovarsi sommerso dal gelo. Si ritrovò faccia a faccia con il minore, guardandolo con rabbia e fastidio, colpendogli il petto debolmente a causa del liquido che li circondava.

 

Jungkook ridacchiò, avvicinandosi di poco, baciandolo sulle labbra. Taehyung, a quel gesto, sgranò gli occhi, sbuffando fuori tutta l'aria che aveva precedentemente aspirato che creò un mare di bollicine e corse subito in superficie, tossendo per aver ingoiato troppa acqua. 

 

Il minore lo seguì poco dopo, scoppiando in una fragorosa risata, dandogli qualche pacca sulla schiena per farlo calmare. 

 

"I-idiota che non sei altro!" Urlò il biondo una volta che si fu ripreso, prendendo a tirare pugni sul petto del ragazzo, con un broncio in volto. Il minore intanto se la rideva, intenerendosi poi all'espressione che l'altro aveva assunto, prendendogli il volto tra le mani, baciandogli l'adorabile broncio. 

 

"Perché sei così tenero quando ti arrabbi?" Chiese una volta staccatosi, guardando il biondo arrossire come un peperone fino alla punta delle orecchie e un cespuglio prendere fuoco proprio a poca distanza dalla riva, cosa che fece ridere ancora di più il minore, che prese ad accarezzare i capelli del più grande.

 

"Smettila!" Rispose il maggiore, agitando le mani davanti al suo volto, prendendo poi ad allontanarsi. "Non sono un bambino, grandissimo idiota!"

 

Jungkook non aveva perso la sua aria ironica. Il ragazzo era fin troppo adorabile per lui e non poteva negare che si divertiva tremendamente tanto a metterlo in imbarazzo. Era davvero troppo carino...

 

Il ragazzo prese a rincorrere il biondo, afferrandogli i fianchi e abbracciandolo da dietro, poggiando il mento sulla sua spalla. "Andiamo... lo sai che scherzo." Disse baciandogli il collo con dolcezza, facendo chiudere gli occhi al più grande.

 

"N-no..." rispose il maggiore, cercando di fargli sciogliere la presa dal suo busto. "Non scherzi! Sei idiota per davvero!" Continuò con tono fintamente infastidito.

 

"Il tuo idiota." Rispose Jungkook, facendolo voltare, fiondandosi sulle sue labbra, incominciando un lento ma passionale bacio che subito fu ricambiato dal più grande, che strinse le braccia attorno al suo collo, chiudendo gli occhi.

 

"Ti odio." Disse Taehyung, all'interno del bacio, mordendo poi il labbro inferiore del minore che mugolò in sorpresa. 

 

"Ti amo anche io." Rispose il castano, baciandolo di nuovo a stampo, prendendo a nuotare verso la riva. 

 

"Non è quello che ho detto!" Urlò di rimando il maggiore, prendendo a seguirlo a grandi falcate, mentre l'altro rideva di gusto.

 

Tutta quella situazione era così serena e... felice. Erano insieme e si stavano divertendo, godendosi la compagnia l'un dell'altro, amandosi come non mai. Ma le cose belle sono fatte per concludersi prima o poi e la loro stava per farlo proprio in quel momento.

 

Un'ombra entrò nel campo visivo del ragazzo dai capelli biondi che era ancora in acqua. Quell'ombra che gli fece sgranare gli occhi e urlare a squarciagola: "Jungkook! Corri!"

 

Ma purtroppo... gli occhi del ragazzo ben presto si trovarono spalancati in un espressione vitrea, osservanti il cielo azzurro chiazzato di qualche nuvola bianca, mentre quello che era stato l'amore della sua vita lo stringeva tra le braccia, piangendo disperato, osservando le sue iridi... marroni.

 

##

 

Taehyung spalancò gli occhi, alzando il busto in un grido di puro terrore, mentre i suoi occhi scattarono subito alla sua sinistra, dove il corpo di Jungkook era ancora lì, dormiente. Il ragazzo prese a scuoterlo nel sonno, per svegliarlo del tutto. Il suo cuore batteva all'impazzata e le sua mani tremavano come due foglie al vento.

 

"Jungkook... Jungkook svegliati!" Lo chiamò mentre delle lacrime scivolavano lungo le sue guance, ancora tremendamente spaventato da quello che era successo nel suo sogno.

 

Il minore si svegliò dopo poco, aprendo lentamente gli occhi, corrucciando la fronte alla vista delle condizioni del maggiore. "Ehi... cosa c'è?" 

 

Taehyung lo guardò negli occhi, osservando le sue iridi blu, sorridendo di sollievo, mentre singhiozzava leggermente. Si fiondò tra le braccia del minore, stringendosi a lui come facevano i bambini con la propria mamma, strofinando la guancia sul suo petto. "H-ho avuto co-così tanta paura..."

 

"Oh..." le braccia di Jungkook strinsero subito il corpo dell'altro, baciandogli il capo con dolcezza. "Va tutto bene... sono qui."

 

~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~

 

Nella stanza del padrone di casa, Hoseok stava riposando, tenendosi rigorosamente fermo dalla sua parte del letto. Non aveva trovato alcuna difficoltà a prendere sonno. Era da molto che non dormiva su un materasso comodo come quello e di solito tornava da lavoro molto tardi quindi raramente riusciva a riposare bene. Purtroppo il suo bel sonno stava per essere interrotto dal dio dei sogni.

 

##

 

Era davanti ad una porta di legno, vestito con un armatura d'acciaio decisamente pesante, reggendo una lancia da guerra nella mano destra, sormontata da una bandiera dai colori rosa e viola con un sole al centro della tela. Stava sorvegliando quella porta da un bel pò, dato il suo ingente dolore ai piedi ma rimase comunque immobile a fissare quelle assi di legno e quel pomello di ferro.

 

Dopo minuti di assoluto silenzio, la porta si aprì, rivelando un ragazzo alto, dalla pelle chiara e dai lineamenti eleganti e delicati, coperto dalla testa ai piedi con un mantello scuro, chiuso sulla sua stretta vita da una cintura di filo. 

 

"Finalmente!" Disse Hoesok, muovendosi dopo qualche ora in cui non gli era permesso. "Mi spieghi perché ci hai messo così tanto?" Chiese stiracchiandosi la schiena.

 

"Scusami... mi sono trattenuto per un pò!" Rispose il ragazzo, abbassando il cappuccio del mantello, passandosi le mani tra i morbidi capelli castani. "Grazie infinite, Hoseok! Senza di te sarei rinchiuso qui dentro ventiquattro ore su ventiquattro." Continuò prendendo a camminare lungo il corridoio, dirigendosi verso una rampa di scale alla fine di esso.

 

"Per me è un onore servirla, principe. Ma davvero dovreste stare più attento. Un giorno potrebbero scoprirvi o peggio... lui potrebbe trovarci." Continuò il corvino, seguendolo lungo gli scalini.

 

"Lo so lo so... non farmi anche tu la ramanzina." Il ragazzo alto sbucò all'interno di un altro corridoio completamente illuminato dalla luce solare, togliendosi del tutto il mantello, lasciandolo ad una donna che era inchinata a lui con le braccia tese. "Ho già sentito le sue lamentele. Insiste con il vedermi qui ma... io non voglio rinchiudermi in questa gabbia... mi sento soffocare."

 

Hoseok annuì, seguendo il ragazzo con capo basso. "Lo so... ma davvero... è pericoloso."

 

"Mio Dio ma non sai dire altro?" Lo interruppe il maggiore, voltandosi verso di lui con sguardo infastidito. 

 

Il corvino sgranò gli occhi, guardandolo con stupore. Di solito... non gli rispondeva così... mai. Quello non poteva essere lui... quello non poteva essere Jin.

 

"Tu..." prese ad indietreggiare, guardando quella figura davanti ai suoi occhi con puro terrore nei suoi.

 

"Ma guarda..." prese a ridacchiare il finto Jin, passandosi una mano tra i capelli. "La paura che si spaventa... che immagine ridicola."

 

"Che cosa gli hai fatto?" Gli urlò contro il ragazzo, stringendo i pugni, mentre i suoi occhi presero a scurirsi, diventando dello stesso colore della pece.

 

"Gli ho fatto la stessa cosa che sto per fare a te... è inutile combattere Hoesok... ma prima... voglio ripagarti con la stessa moneta." Continuò l'essere maligno, ridacchiando, prima di farsi serio e fissare il corvino dritto negli occhi. "Remembro." Disse con voce roca.

 

Ed ecco che Hoseok cadde in ginocchio, mentre veniva risucchiato nella sua testa, osservando l'immagine che più di tutte avrebbe potuto spezzarlo e addolorarlo: Il corpo di Jin, steso sul prato, con gli occhi chiusi e il petto insanguinato.

 

##

 

Il corvino aprì gli occhi di scatto, senza però alzarsi, cercando di riprendere il controllo di se stesso, ancora intorpidito dalla sensazione del sogno. Si voltò lentamente, come per paura che quell'immagine che aveva visto potesse trovarsi al suo fianco, in quel confortevole letto. Ma fortunatamente... Jin era lì che riposava... e non era solo. Namjoon era stretto a lui e i due sembravano essere tranquilli, privi di alcuna preoccupazione e tremendamente a loro agio in quell'abbraccio che diceva tutto e niente.

 

Sei qui...

 

~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•

 

Intanto, nel salotto, Yoongi e Jimin erano persi nei loro rispettivi sonni. Yoongi fronteggiava la spalliera del divano, rannicchiandosi il più possibile vicino ad essa per non togliere spazio a Jimin e soprattutto per non toccarlo troppo. Jimin invece, aveva la fronte poggiata alla schiena del ragazzo, con le mani strette a pugno attorno alla sua maglia, dormendo tranquillamente. Ma Morfeo avrebbe fatto visita anche a loro...

 

##

 

"Jimin! Non perdere il controllo!" 

 

Min Yoongi era in piedi, su una collina, poco distante dal loro villaggio mentre osservava il corpo del minore sospeso in aria all'interno di un piccolo tornado che egli stesso aveva creato.

 

"Yoon... non riesco... non riesco a sottometterlo!" Rispose Jimin, con voce stozzata, mentre teneva gli occhi serrati e le mani sospese difronte a lui, cercando di tenere insieme quel tornado che velocemente stava prendendo potenza.

 

"Cazzo... Jimin... ascoltami... puoi farcela, okay?" Gli disse, tenendo lo sguardo fisso su di lui. "Concentrati... lascia che il potere sia parte di te e non contro!" 

 

"Non ci riesco!" Urlò tremendamente spaventato il ragazzo e a quel grido un fulmine spaccò le nuvole, seguito da un tuono assordante. 

 

Dio, che cosa faccio... 

 

"Okay... okay." Disse prendendo un bel respiro, cercando di mantenere la calma e di pensare. Cosa faceva calmare, Jimin? 

 

Ed eccola lì... un'idea... tremendamente folle ma pur sempre un'idea. Yoongi chiuse gli occhi, aspirando una grossa quantità d'aria, puntando i palmi delle sue mani al terreno, mentre una piccola luce prendeva a nascere da essi e il suo esile corpo prese a levitare in aria, avvicinandosi sempre di più al vortice d'aria che circondava il minore. 

 

Cercò di entrarvi senza smuoverlo o far perdere la stabilità già precaria al biondo, arrivando dopo poco a fronteggiare il ragazzo, sorridendo per la soddisfazione di avercela fatta. 

 

Prese il volto del più piccolo tra le mani, avvicinandosi lentamente alle sue labbra, baciandolo con dolcezza, strizzando gli occhi. Jimin, sentendo un paio di boccioli morbidi poggiarsi sui suoi, aprì lentamente gli occhi, osservando il volto di Yoongi davanti al suo, sorridendo felice, mentre il tornado attorno a lui smise di girare e con lentezza i loro corpi presero a galleggiare verso il basso. 

 

Quando i due misero piede a terra, il maggiore si staccò lentamente dall'altro, fissandolo negli occhi, tendendo ancora le mani sulle sue guance. Jimin sorrideva ancora, ricambiando il suo sguardo con occhi lucidi.

 

"Vedi?" Chiese il corvino con il respiro leggermente affannato. "Ce l'hai fatta..."

 

Il minore ampliò il suo sorriso, scuotendo il capo e abbracciando l'altro, cingendogli il collo con le braccia, stringendolo forte a sé. "Grazie Yoon..." 

 

Yoongi sorrise leggermente, ricambiando l'abbraccio, poggiando la guancia sulla sua spalla, stringendolo al suo corpo.

 

Ma anche quell'abbraccio fu interrotto da un'ombra che avvolse entrambi i loro corpi che finirono ben presto privi di vita al suolo, ancora stretti l'uno all'altra.

 

##

 

Yoongi e Jimin sussultarono entrambi, spalancando gli occhi, rimanendo fermi, con il respiro irregolare, spostando lo sguardo da destra a sinistra. I due non riuscivano a vedersi ma sapevano che l'altro era sveglio e in qualche modo percepivano che avevano tutti e due fatto lo stesso identico sogno.

 

"Y-yoon..." lo chiamò Jimin, con voce tremante, mentre guardava la sua schiena. "I-io..."

 

Yoongi non lo fece terminare che subito si voltò, stringendolo tra le sue braccia, poggiando il mento sul suo capo. "Si... ho avuto paura anche io..."

 

Il minore strinse i pugni dietro alla schiena del corvino, stringendosi maggiormente a lui. "Pensavo che fossi morto..."

 

"No... no Jiminie... sono qui..." disse, baciandogli il capo, mentre le sue guance si arrossavano leggermente.

 

"Anche io Yoon... sono qui."

 
   
 
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