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Autore: Robin2700    15/08/2019    0 recensioni
THORKI.
AU dove è Thor nell'ultima battaglia in Endgame a schioccare le dita e salvare l'universo.
Questo, come sappiamo, ha un prezzo.
Come mi sia venuta in mente questa idea proprio non lo so, ma mi nutro di pane e angst quindi yep, that's it.
Spero vi piaccia e lasciate una recensione se volete :)
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Da dove lacrime parevano scendere copiose, gelò gli occhi e l'espressione, diventando inviolabile. Sembrava pronto a farti a pezzi ma anche a sgretolarsi a sua volta se solo sfiorato. Aveva fermato il battere del suo cuore, soffocandolo, non avrebbe sofferto più.

''Non è successo niente''.

.

.

Chiuso lì, sospeso in aria, con una museruola per tenermi al caldo, non immaginavo altro scenario all'infuori del mio inferno. Il pianto di un bambino risuonava in quell'eterna condanna, chi l'avrebbe tranquillizzato dal freddo? C'erano dei tornaconti, delle reliquie da riportare come trofeo, non si tolleravano negoziazioni.

Il tempo correva veloce, nessuno a tenergli testa. Lui, noncurante, procedeva impetuoso.

Miliardi di volte la luce oltrepassò l'altra parte del globo. Le catene si facevano sempre più soffocanti, la gabbia continuamente più stretta. Ci sarei morto lì dentro.

La trovavo invitante l'idea della fine, che, scheletrica, accompagnava i miei desideri. Avrebbe vinto lei?

Nel buio del mio tormento, chiudevo gli occhi. Ero solamente stanco di sopravvivere.

Dopotutto, perchè fare di un bambino il soggetto del mio odio? La sua ingenuità l'ha tradito e ci ha rinchiusi qui dentro, a piangere. Inutile infuriarsi, mi ero già ammalato di rabbia. Arrabbiarsi con chi, poi? Tanto quel bambino non c'era più, era sparito, era morto.

Al suo posto, una uomo: lunghi capelli neri, pelle bianca e tanti, fin troppi dolori.

Dei pianti non ne rimaneva neache l'ombra. Uno scudo si parava tra loro e le guance incavate.

Regnava un silenzio tombale, come se fosse sparita persino l'anima. Un guscio vuoto, un involucro di disperazione.

Urla taciturne squarciavano la notte. Il suo dolore, probabilmente, sarebbe durato in eterno.

CRACK.

Un rumore sordo, improvviso.

Mi girai di scatto, due sbarre erano piegate.

Il passaggio che ne creavano sembrava portare dritto in paradiso.

Era per caso quella la fine che stavo così desiderosamente aspettando?

Il metallico tintinnio del vincolo al mio collo però reclamò la sua presenza quando provai a entrarvici dentro. Chiusi gli occhi e mi voltai, sarebbe sparita prima o poi.

''Loki!!''.

Aspetta. U-Una voce? E' talmente meravigliosa.

''Sono venuto a riprenderti!''

Riprendermi?? Cos-

'HHHUUGH' quasi mi venne un colpo.

Mi risvegliai nelle mie stanze - nostre - con l'affanno e una mano al petto.

Era stato soltanto un incubo... non avevo per niente voglia di un flashback.

A chi avrei dovuto presentare le mie imprecazioni di reclamo?

Sarà per un'altra volta, pensai, l'aria in quella stanza era diventata irrespirabile.

Cominciai a vagare per i corridoi del castello, seguendo irregolare le mattonelle colorate del pavimento.

''Ancora sveglio?''.

Che deja-vu.

''Thor, non dirmi che stai saccheggiando la cucina!?''.

''Si, ti unisci a me??''.

Sorrise beato, lui, all'insaputa del fatto che aveva appena fatto scomparire ogni malessere dentro di me. Perchè, oltre alle cucine, quel pentapalmo saccheggiava anche le gabbie, con una forza tale da creare passaggi tra le sbarre.

Quel giorno di tanto tempo fa, lui saccheggiò me e non posso che esserne grato.

Diede amore a questa sua disastrosa refurtiva.

''Volentieri''.

.

.

''Lo sai, no, che ti stai distruggendo?''

''Zitto...''

''Se davvero non è successo niente perchè continui a rimanere attaccato al suo mantello?''

''Taci, Stark.''

''Thor se n'è andato, accettalo.''

''ZITTOOOO!''

Erano giorni che litigava con quello stronzo di Stark, che continuava a sentirsi dire di 'lasciarlo andare'.

La stessa voce che gli ricordava tutti i giorni che non c'era più, che il suo Thor non c'era più.

Ed ora eccolo lì, ancora pieno di lividi ed ematomi dalla battaglia, in ginocchio sul pavimento freddo della Tower, attaccato a tutto ciò che gli era rimasto dell'unico uomo che avesse mai amato, ad urlarsi addosso che, dopotutto, lo aveva perso e quella adesso era la sua realtà.

Per lui la notte, solo incubi. Nel petto solo silenzio.

Una volta si erano giurati che la paura di perdersi entrambi, uno nella morte e l'altro nel dolore, dovuta alle continue battaglie a cui Thor si aggregava in nome di Asgard, non li avrebbe mai attanagliati al terreno, convulsi di dolore, perchè Thor avrebbe sempre vinto e sarebbe sempre tornato a casa da lui e avrebbero fatto l'amore.

Anche quella volta aveva combattuto e aveva vinto con uno schiocco di dita.

Loki però fu l'unico a perdere, Loki fu l'unico a tornare a casa.

  
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