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Autore: Hikari_1997    16/08/2019    2 recensioni
Colori, numeri, forme ed essenze diverse che caratterizzano doni fatti alla persona più importante.
Piccole descrizioni di momenti tra alcune coppie della serie.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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My strength ~ 108

Era un romanticone senza speranze.

Questo continuava a ripetersi Takagi mentre tentava di ascoltare Megure sugli aggiornamenti al caso.

Le parole, tuttavia, gli arrivavano velate.

Guardò la foto del sospettato, ora saldamente dietro alle sbarre.

Lui e Sato lo avevano arrestato poco prima e ora, a faccia a faccia con Megure; stavano spiegando gli ultimi dettagli che mettevano fine al loro centottesimo caso risolto insieme.

Sospirò guardando la collega mentre ascoltava attenta l’ispettore e, minuziosa come suo solito, annotava appunti sul taccuino.

Sì, era un caso disperato.

Nel corso degli anni aveva capito che Sato era la sua colonna portante, una forza della natura che non lo avrebbe mai abbandonato.

Erano fatti l’uno per l’altra; nonostante questo gli avesse procurato non pochi problemi da parte dei suoi colleghi.

Era normale, Sato veniva ammirata e rispettata da tutti; quindi lui –il fortunato pivello che era riuscito ad accalappiarsela- veniva costantemente tenuto sott’occhio quasi fosse un pericoloso serial-killer.

Ma lui l’amava, Sato era tutto per lui.

Aveva rischiato la propria vita per lei molte volte, gli avevano sparato, rinchiuso in un’abitazione in fiamme, era quasi esploso insieme ad una bomba correndo il rischio di farle rivivere un passato incubo.

Sato era forte e intraprendente; ma Takagi sapeva che in fondo era una persona come tutte … con pregi e difetti, con forze e debolezze.

Per questo aveva deciso che se lei era la sua forza, allora anche lui lo sarebbe stato; per bilanciare quelle emozioni che li indebolivano.

-Takagi, Takagi stai bene? –

In un secondo si ritrovò la mano di Sato sulla fronte –Non hai la febbre vero? –

-Come? –

-Ti ho ripetuto 3 volte la stessa domanda Takagi; forse Sato ha ragione e non stai bene- azzardò Megure.

-Oh non si preoccupi ispettore è solo-

Non completò la frase, perché la sua visione periferica notò il taccuino che Sato teneva appoggiato sulle gambe.

Con suo grande stupore non vi scorse appunti; bensì il numero 108 circondato da schizzi in matita e piccoli disegni di roselline.

-è solo la stanchezza- sussurrò lui arrossendo.

-Mh, per precauzione continueremo questo discorso domani mattina- disse Megure –Andate pure a casa-

-Signor sì- esclamarono in coro i due agenti recuperando i loro averi per uscire dall’ufficio.

-Ehi, sei sicuro di stare bene? – domandò Sato.

-Non preoccuparti Sato, una bella dormita e mi passerà tutto-

-Che strano che sei- disse la donna riponendo il taccuino in borsa –Non mi fido a farti andare a casa da solo … che ne dici se-

-Se? –

-Se resti a dormire da me questa sera? –

Takagi sgranò gli occhi incredulo, per poi annuire e dirigersi verso il parcheggio sotterraneo insieme a Sato; ignaro dei piagnistei che aleggiavano negli uffici da parte dei suoi colleghi.

-Maledetto Takagi-

-Questa ce la paghi-

   
 
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