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Autore: Jeles    30/08/2019    0 recensioni
Coraggio, diplomazia, lealtà, e un tocco di magia: la Campionessa di Kirkwall era un vanto per la città stessa, prima dell'incidente dell'apostata Anders, noto ai più come una sua fiamma. Dopo l'accaduto, la Campionessa si allontanò sparendo dalla vista di tutti, diretta in chissà quale direzione, solo per ricomparire qualche anno dopo al cospetto dell'Inquisizione. Ma non sono poche le difficoltà che deve affrontare rimettendosi in gioco per l'Inquisizione. Ma d'altronde, si sa, le preoccupazioni di una mamma si accendono specialmente quando si ha a che fare con il futuro dei propri figli, come un futuro che rischia di essere minacciato da un vecchio nemico, o un vecchio amore.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anders, Fenris, Hawke, Inquisitore, Varric Tethras
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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Passarono otto mesi e mezzo da quando mi ero separata dai miei amici. Dopo aver salutato Merrill, io e Varric ci eravamo diretti verso la foresta Planasene. Non eravamo certo soldati alle prime armi, l'abbiamo attraversata quanto più rapidamente possibile per raggiungere Cumberland, e da lì abbiamo trovato conoscenti di Varric che ci hanno portati a Perendale, dove abbiamo trovato un primo rifugio temporaneo fino all'arrivo del parto. Nel frattempo Varric continuava a fare avanti e indietro da Kirkwall per mantenere i suoi contatti e aiutare la città quanto poteva, mentre io mi lasciavo andare al letto e all'attesa.

Sospiravo pesantemente, osservando la finestra da quel letto ricolmo di coperte. Più cercavo di stendermi, più mi prendeva la nausea, e più stavo male. La mia fronte stava già sudando, prima che la porta della stanza venne sbattuta contro il muro.
- Hawke! Scusa l'attesa.
Varric entrò in camera accompagnato da un elfo dal volto tatuato che si avvicinò per verificare le mie condizioni. Le sue dita brillavano mentre mi toccava la fronte, al che osservai Varric perplessa mentre alternavo lo sguardo sul medico.
- Oh, scusa scusa, le presentazioni. Questo è Feynrian, fa parte di un clan dalish che sta passando di qui in pellegrinaggio, e mi deve un grosso favore. L'ho conosciuto tanti anni fa in un enclave, incredibile come gli apostati siano bravi a nascondersi, e-
- VARRIC! Un elfo mago mi sta per aiutare a partorire?!
- … E medico, ho già aiutato altre madri a partorire.
- Che fortuna, eh?
Varric mi osservava entusiasta come se avesse trovato una gallina dalle uova d'oro, mentre Feyrian cominciò a cavarmi di dosso le coperte.
- Da quanto si sono rotte le acque?
- Non lo so..!! Ore?!
Ero nervosa, e la tensione sembrava salire sempre di più, prima che un colpo di doglie mi colpì nuovamente al ventre e mi fece urlare dal dolore.
- Oddio, sta morendo?
- Cosa sei, imbecille?! Non hai mai assistito ad un parto prima d'ora?!
- Waffle, sono uno scrittore, non uno che- ODDIO non sto guardando.
Si coprì istintivamente gli occhi, mentre Feyriel stava cominciando a scoprirmi le gambe e le amorevoli parti intime solitamente nascoste per osservare la mia attuale situazione fisica. Inspirai pesantemente.
- Andrà tutto bene Waffle.
L'elfo mi aveva chiamata Waffle. Evidentemente pensava che fosse il mio nome. Impossibile che fosse Hawke, no?
- Prego..?
- Questa non è la mia prima volta. Ora, fai quello che ti dico, va bene?
- Miii trovate qui fuori, ok?
- Non osare Varric! Ho dei peli da tirare!
- Sento che li perderò tutti...

Il travaglio durò diverse ore (e tanti peli del petto per Varric), ma alla fine strinsi tra le braccia un' adorabile bambina femmina. Sorridevo innocua mentre cullavo quella silenziosa neonata che dormiva avvolta in un panno pulito. Feynrian tornò dal bagno dopo essersi lavato, ed osservò la scena con un sorriso stampato sul volto. Lo scrutai sorridente.
- Grazie Feynrian. Ho imparato qualche parola elfica nei miei viaggi.. Ma serannas.
Vidi il suo sorriso farsi ancora più largo, mentre si avvicinava a controllare l'infante.
- Non avete di che ringraziarmi. Quando Varric mi ha scritto per chiedermi un aiuto del genere, ho preso e sono venuto prima che potevo. Non mi aspettavo certo però che avrei assistito la Campionessa di Kirkwall in persona.
Mi sorrise innocente, mentre io sbattei le palpebre sorpresa.
- Quindi lo sapevate?
- Un nano che chiama un elfo dalish per aiutare la sua amica Hawke a partorire senza che nessun altro lo sappia? Alquanto difficile da non capirlo. E le voci sulle vostre gesta corrono. Anche tra la mia gente.
Annuii con un sospiro, mentre rivolsi i miei occhi su quelli chiari della bambina.
- Ma non preoccupatevi. Il vostro segreto è al sicuro.
- Grazie.
Gli sorrisi nuovamente, con un velo di timidezza. Sullo sfondo il russare di Varric lì appoggiato al mobile accanto al letto era impossibile da ignorare. L'elfo tuttavia non si trattenne, e cominciò a recuperare le proprie cose.
- E' ora che vada, il mio clan partirà a breve, e non posso farli aspettare. Hawke.
Il mio sguardo tornò ad osservare l'elfo dal vistoso tatuaggio sul volto, mentre quello mi sorrideva.
- Dareth shiral. Che il tuo cammino sia protetto dagli dei, e che tua figlia cresca forte e sana. Salutatemi Varric quando si sveglia.
Con un cenno del capo in saluto, uscì dalla stanza.

Quando Varric si svegliò piano piano, si avvicinò subito di soppiatto al lato del letto per scrutare la creatura che stringevo tra le braccia.
- Ehilà Waffle junior..! Io sono lo zio Varric. Quando avrai bisogno di aiuto verrai sempre da me, me lo prometti?
Risi di gusto alle sue parole, facendo attenzione a non svegliare la bambina.
- Lo sai che non capisce quello che dici, vero?
- Si ma sarebbe divertente se rispondesse davvero.
Ridemmo entrambi.
- Allora, come hai intenzione di chiamarla?
Per un attimo mi feci perplessa e riflessiva quando mi fece quella domanda. Scrutai la piccola sbattendo le palpebre mentre le sistemavo il panno attorno al volto.
- Aoife. Questo sarà il suo nome. Aoife Hawke.
Premetti le mie labbra sulla sua fronte per stamparle un leggero bacio mentre la battezzavo con quel nome. Aoife Hawke nacque una sera dell'anno 9.38.
La mattina dopo, quando Varric si svegliò, sembrava intento a prepararsi e ripartire. Sollevai un sopracciglio stranita, lì ancora stesa su quel letto con la piccola che dormiva accanto in una culla di legno.
- Dove stai andando..?
Varric accennò un sospiro mentre si chiudeva la giacca di pelle per nascondere il petto rosso fiammante.
- Mi stanno cercando, Hawke. Anzi, ti stanno cercando.
Aggrottai la fronte in una seria espressione mentre ascoltavo le sue parole.
- Chi?
- Non ci crederesti mai.
- Spara.
- I cercatori.
- … Puoi ripetere?
Varric sospirò nuovamente, e decise di accomodarsi su una sedia per raccontarmi per bene la vicenda.
- Quando ce ne siamo andati da Kirkwall la situazione è solo peggiorata, e la Chiesa ha perso il controllo. A Orlais, nel Ferelden, nei Liberi Confini, e forse persino nelle Anderfel, i Circoli dei magi si stanno alzando. Sembra che la Chiesa voglia sciogliere i collegi dei Magi, così come vietarne le riunioni. Ci manca solo che si ribellino i maghi e sciolgano per sempre i Circoli ora...
Ascoltai il suo racconto in riflessione e religioso silenzio mentre parlava. Le sue parole mi davano molto da pensare. Forse Anders non aveva compiuto un gesto poi così irragionevole? Se i maghi stessi hanno colto questa occasione per ottenere una propria autonomia e la Chiesa non ha perso tempo a cercare di tenerli solo che più con il guinzaglio al collo, qualcosa, sotto, era sbagliato. Sia chiaro, non ho mai abbracciato il suo gesto. Volevo lottare con lui per la libertà dei maghi e per le loro ingiustizie, ma nulla è pari al togliere vite innocenti per questo obiettivo.
- In ogni caso, sembra che ora la Chiesa sia in allerta, e per qualche motivo ti sta cercando la mano destra della Divina.
- … Chi?
- La Divina, Justinia V, il boss supremo della Chiesa, Hawke la tua ignoranza mi sorprende.
- Intendevo chi è la mano destra della divina!
- Cassandra Pentaghast. Sarà meglio che vada, prima dico loro che sei sparita, e prima smetteranno di cercarti. Ti scriverò se succede qualcosa. Stanno cercando a tappeto ogni buco di Kirkwall pensando che tu sia ancora lì.. Magari gironzolerò per L'Impiccato.
Mi rivolse un amaro e triste sorriso, prima di alzarsi e avvicinarsi al mio letto per porgermi una mano sopra la mia.
- Ho già avvisato un paio di miei amici di tenere sotto controllo la casa. Appena sarai pronta, ti accompagneranno in un luogo più sicuro.
- Grazie Varric. Sei un amico. Hai sentito gli altri?
- Stanno tutti bene, non preoccuparti. Non sono stati tuoi compagni di avventure per niente, soprattutto il Capitano delle Guardie.
Mi rivolse un occhiolino, dunque mi spostai quel poco che bastava per allungare le braccia e cingergli un abbraccio.
- Stai attento.
- Lo farò. Ci vediamo Hawke.
Con un ennesimo smagliante sorriso, sciolse l'abbraccio e si portò alla schiena la sua fedele Bianca, dopodiché uscì dall'abitazione. Da quel giorno non lo rividi più per diversi anni.

Poco tempo dopo mi scrisse che era stato interrogato, e che le intenzioni della Chiesa erano ben diverse da quello che pensava. Mi volevano in aiuto alla guerra che stava esplodendo con i maghi, ma non risposi a quell'aiuto. Non potevo fare più niente per aiutare, ed egoisticamente, non volevo far crescere mia figlia in un campo di battaglia. Decisi di rimanere nascosta in quella casa, e quando i tempi si fecero adatti, venni accompagnata da un nano della superficie, amico di Varric, verso un'altra abitazione ancora più remota. Qui crebbi Aoife con grande cura, e mi affezionai molto alla bambina. I suoi capelli erano castani e scuri come i miei, mentre i suoi occhi brillavano di nocciola come quelli di Anders. Più cresceva, e più si faceva curiosa. Giocava e respirava con una tale innocenza che avrei potuto invidiare. Per un'istante mi dimenticai del caos che stava attraversando il Thedas.
Finché, anni dopo, non ricevetti una nuova lettera di Varric che chiedeva il mio aiuto. Mentre leggevo quella lettera stretta tra le mani, come un sole che sorge al mattino, mi svegliai in quel mondo che stavo abbandonando. Mi resi conto della gravità della situazione di quel momento. Mi bastò leggere il nome di Corypheus per mordermi un labbro con insistenza e dispiacere. Avevo oziato troppo, e stavo abbandonando mia figlia a vivere un mondo invaso dalla guerra e dal terrore. Non potevo sopportarlo. Senza ulteriori indugi, risposi a Varric che sarei accorsa immediatamente in suo aiuto. Fu così che mi precipitai a Skyhold diversi giorni dopo, al cospetto della neo Inquisizione.

  
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