La tua scelta era semplice: me o lui.
Lui è fantastico, ne sono sicuro, mi fido di te, ma Steve, io ti amo.
In un modo così enorme da sovrastarmi e ritrovarmi per la prima volta senza la parola pronta, senza niente da dire, in realtà. E lo sai, non è da me.
Ti ricordi quando mettevo la musica che ti piaceva nel mio laboratorio? O quando ti lasciavo mangiare l'ultimo pezzo di torta, tenni la radio sulla spalla per un'ora sotto la tua finestra per il nostro primo san valentino.
Ti ricordi di come il prato si colorò della nostra canzone preferita?
Può sembrare stupido, ma tutte queste piccole cose, tutti i momenti, tutte le notti... la nostra vita, ogni cosa intrecciata ad ogni tuo respiro mi ha portato ad amarti e, sfortunatamente, ogni cosa ha fatto in modo che continuassi ad amarti anche dopo la Siberia, dopo che scegliesti lui, invece di me.
Eppure all'inizio, tanti, tanti anni fa ero io quello che scegliesti: mi hai preso, mi hai amato e io non faccio che odiare il fatto che non riesco ad odiarti.
Perfino nello spazio, dove l'unica cosa che faceva rumore erano i miei pensieri.
Ne ero soffocato, ero sotterrato vivo da ogni voce nella mia testa, avrei potuto continuare a far maturare il rancore, annaffiarlo con l'odio e avrei potuto estirparti dalla mia mente, ma non ci sono riuscito.
Perchè anche io tanti, tanti anni fa ti ho scelto, ti ho preso, ti ho amato.
E adesso che l'universo è salvo, adesso che il mio corpo è stato consumato fino in fondo, posso riposare.
Sei salvo, Steve.
E questo mi basta.
Fanculo il guanto, fanculo le gemme, ci sono 14,000,605 di occasioni, in una di queste c'è un altro mondo che ci sta aspettando, un mondo migliore, e ti aspetterò lì.