Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    27/09/2019    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Una terra maledetta
 
“Ho segnato il punto prima di andare via” disse Lindisa indicando una montagnola color ocra che sorgeva in mezzo alla piana.
Tutto intorno c’erano colline spoglie e poche macchie d’erba rinsecchita che punteggiavano la vallata.
Rispetto al resto dell’altopiano, quel luogo sembrava desolato e spoglio.
“È la maledizione” aveva spiegato Caldar mentre da Nazdur si spingevano verso il santuario di Urazma. “È ovunque in questa terra.”
Joyce si era accigliata. “È un luogo maledetto?”
Caldar aveva annuito. “Migliaia di anni fa, prima ancora che apparissero i maghi supremi, una stella cadde sul continente.”
“Una stella?”
Caldar annuì di nuovo. “Dal suo guscio uscirono i primi abitanti del mondo, i giganti e anche i draghi.”
Joyce lo guardò incredula.
“È vero” disse la guida. “Tutti lo sanno.”
Halux ridacchiò. “Tu non sai proprio niente, Verris.”
“Caldar” lo corresse la guida.
“Quello che è. Dicevo, tu non sai proprio niente. Non parlare di cose che non conosci.”
“Spiegaci tu perché questa valle è così desolata, erudito” l’aveva sfidato Caldar.
“Siamo lontani dalla costa” aveva risposto Halux. “Le montagne a nord impediscono alle nuvole cariche di pioggia di scendere a sud, deviandole verso Nazedir e l’altopiano. Ecco perché quelle sono terre fertili e questa è così spoglia.”
Caldar aveva storto la bocca. “La mia spiegazione è più bella della tua, erudito.”
“Non deve essere bella, ma vera” aveva risposto Halux.
Joyce si era sporta verso la guida. “Detto in confidenza” gli aveva sussurrato. “La tua spiegazione mi piace di più.”
“In tutta confidenza” aveva risposto Caldar. “Credo che l’erudito abbia ragione, ma non è necessario che lo sappia.”
A Joyce era sfuggito un mezzo sorriso.
“Sei sicura che sia lì?” chiese Caldar strizzando gli occhi. “A me sembra una collinetta come le altre.”
“Sono sicura” rispose Lindisa. “Se non mi credi devi solo controllare.”
“Lo faremo, ma con prudenza. Hai detto che ci sono creature a guardia del santuario, no?”
“Solo nelle gallerie interne. Non abbiamo avuto problemi quando ci siamo arrivati.”
Nonostante i continui contrasti con gli altri, era contenta che Lindisa stesse collaborando. Quando le aveva comunicato la decisione di Kallia, era pronta a una lunga trattativa con lei. Invece Lindisa si era limitata ad annuire serena.
“Vi porterò al santuario” aveva detto.
“Se restiamo qui a chiacchierare, non sapremo mai se questi pericoli esistono o no” disse Joane.
Cavalcava al fianco di Bardhian e osservava la collina con sguardo fiero.
Durante i tre giorni di viaggio non aveva parlato molto, limitandosi a qualche frase. Una in particolare aveva colpito Joyce, il giorno prima.
“Non so se sei pazza o stupida, strega rossa” le aveva detto Joane mentre mangiavano della carne secca davanti al fuoco.
“Solo perché ho insistito per questa missione di salvataggio?”
“Lo dico perché speri davvero di trovare un’arma che risolva la guerra. E questa per me è follia. O stupidità.”
“Un’arma in più contro i colossi ci sarebbe utile” aveva replicato.
Joane aveva ghignato. “I colossi sono già armi dei maghi. Persym le ha riportate nel nostro mondo e guarda che cosa è successo? Vuoi diventare come lui?”
“Voglio solo vincere la guerra” si era difesa Joyce.
“Scommetto che Persym mi risponderebbe allo stesso modo, se gli facessi questa domanda.”
“Io userò l’arma solo per distruggere i colossi.”
“E poi?”
“Poi cosa?”
“La rimetterai al suo posto? Farai finta che non esista?”
Joyce non ci aveva pensato. “Non lo so. Credo di sì. Finita la guerra a cosa mi servirebbe?”
“Ci sono tante guerre. E tanti pazzi come Persym e Malag pronti a combatterle.”
“A me interessa solo vincere questa guerra.”
Joane aveva annuito solenne. “Non riesci a pensare ad altro, vero?”
“Anche tu hai le tue ossessioni. O almeno le avevi.”
“Chi ti dice che non le abbia più?”
Joyce aveva sorriso. “Il fatto che sei qui.”
“Non dimostra niente.”
“Potresti scappare e invece sei ancora con noi.”
“Potrei farlo mentre dormite. E magari tagliarti la gola prima di andare via” aveva detto Joane ghignando.
“Lo avresti già fatto. E tu non vuoi. Ora hai qualcosa in cui sperare. Hai capito che non è un mostro.”
“Non pensare di conoscermi, strega rossa. Tu non sai niente.”
“So quello che vedo.”
“Ti avverto, se pensi che ti proteggerò, lì nel santuario, ti sbagli. Non sono venuta per farti da scorta.”
“Infatti sei qui per badare a Bardhian.”
“Quello che ho detto per te vale anche per lui.”
“Siamo venuti qui per esplorare un santuario” disse uno degli eruditi inviati da Versam. Si era presentato come Alik. “E allora visitiamolo.”
Indossava un largo saio grigio chiuso in vita da una cintura color verde. Sulle spalle portava una borsa a tracolla di pelle.
Al suo fianco, cavalcava l’altra erudita, una donna di nome Biqin. A differenza di Alik, era un donnone con le spalle larghe e il mento squadrato. I capelli tagliati corti rafforzavano l’illusione che fosse un uomo travestito da donna.
La cosa divertì Joyce ma si guardò bene dal farlo notare.
Halux, che era proprio dietro di loro, disse: “Abbiamo una guida, no? Che vada a controllare.”
Caldar sospirò.
Lindisa partì al piccolo trotto, seguita dallo stregone. Joyce fece schioccare le redini e li raggiunse.
Lindisa raggiunse per prima la collinetta e smontò prima ancora che il cavalo avesse arrestato la sua corsa. Nonostante le ferite e i giorni passati in cella, si era ripresa in fretta e sembrava ansiosa di entrare nel santuario.
Anche Joyce lo era. Sperava che Galef fosse ancora vivo, anche se il santuario era un luogo pericoloso.
Doveva provare a fare qualcosa in ogni caso. Dopo la morte di Razyan, non avrebbe sopportato anche quello.
Smontò dalla sella e si avvicinò alla collinetta. Lindisa e Caldar erano già lì. La strega indicò una pietra color marrone che sembrava appoggiata sul terreno.
“Aiutatemi a spostarla” disse la strega.
Joyce e Caldar si chinarono e tutti insieme sollevarono la pietra. Sotto di essa apparve un foro che sembrava la parte iniziale di un pozzo. Era abbastanza largo da consentire il passaggio di una persona per volta, forse due se accettavano di farlo mentre erano abbracciati.
Il pensiero che qualcuno potesse calarsi in un pozzo abbracciato a un altro quasi le strappò un sorriso. Poi ripensò a quando Oren si era aggrappato a lei per farsi tirare fuori dal pozzo in cui il troll lo aveva imprigionato.
“Ti sei addormentata?” fece Lindisa.
“Scusa?”
“Ti ho chiesto se vuoi andare per prima.”
Caldar si fece avanti. “Ci vado io. Non a caso sono la guida.”
Lindisa fece un passo indietro.
Joyce fece cenno agli altri di avvicinarsi.
Halux, Joane, Bardhian e i due eruditi di Nazdur li raggiunsero.
Caldar si stava preparando a calarsi nel pozzo con una corda, quando Alik disse: “Credi che sia sicura quella?”
“Lo saprò quando sarò dentro” rispose la guida.
Joyce invidiò la sua sicurezza. Ogni volta che era entrata in un santuario lo aveva fatto piena di paura e solo perché vi era costretta.
Caldar non aveva niente da guadagnare in quella missione, ma solo da perdere. A lui non importava niente di Galef.
Bardhian e Joane afferrarono un capo della corda a cui era legata la guida.
“Uno strattone è sicuro” disse Caldar. “Due strattoni mi tirate su più in fretta che potete. Capito?”
La guida si calò nel pozzo senza aggiungere altro. Joyce trattenne il fiato quando sparì nell’apertura e la sua apprensione crebbe a mano a mano che la corda scorreva tra le mani di Bardhian e Joane.
Lindisa si era piazzata vicino al foro.
Solo una volta la corda si fermò all’improvviso.
Una voce provenne dal pozzo.
“Dice che ha trovato un ostacolo ma che adesso l’ha superato” disse Lindisa.
Joyce sperò che fosse vero.
Dopo qualche minuto, arrivò uno strattone deciso alla corda.
“È il segnale” disse Halux. “Possiamo scendere.”
 
Il pozzo era stretto e si restringeva ancor di più dopo un centinaio di passi, ma era percorribile anche a piedi e senza la corda.
La pendenza era accentuata solo all’inizio, diventando più lieve a metà tratto. Da lì in poi riuscirono a proseguire camminando chinati a metà.
Gli ultimi cento passi li coprirono con le teste che sfioravano il soffitto di roccia.
Joyce evocò la lumosfera illuminando il condotto.
“Quella potrebbe attirare qualcosa di spiacevole” disse Joane.
“Halux e gli altri eruditi non hanno la vista speciale.”
“Nemmeno io” disse Joane. “Ma la vista si adatta al buio, se le dai il tempo di farlo.”
“Non ce l’abbiamo tutto questo tempo” disse Lindisa. Anche lei aveva evocato una lumosfera che ondeggiava sopra la sua testa. “Galef non può aspettare che la tua vista si abitui alle caverne.”
Joane scrollò le spalle ed evocò una lumosfera anche lei.
“Stammi accanto” disse Joyce rivolta a Halux.
“Me ne guarderò bene” rispose l’erudito. “Tu sembri attirare i guai, strega rossa.”
“Lo faccio per proteggerti” si difese.
“Mi sentirei più protetto se tu fossi a mille miglia da me” rispose l’altro. “Facciamo anche duemila, per sicurezza.”
“Ingrato” disse con tono canzonatorio.
“Concentrati” l’ammonì Joane. “Siamo qui perché tu ci hai trascinati in questo posto.”
“Vuoi che ti dica grazie?” le chiese tornando seria.
“Voglio che ne sia valsa la pena” rispose la strega.
“Ne vale la pena” disse sicura.
“Lo spero per te. Dico sul serio. Se mi hai fatto venire qui sotto per nulla…”
“Che ne direste di fare silenzio voi due?” chiese Caldar. “Io starei cercando di capire se c’è qualche pericolo mortale dietro l’angolo.”
Joyce si sporse per vedere meglio. In effetti erano arrivati a una svolta oltre la quale il corridoio si interrompeva.
Lindisa e Caldar aprivano il gruppo. Più dietro, Halux e i due eruditi di Nazdur. Infine, Joyce, Bardhian e Joane chiudevano la fila.
Scambiò una rapida occhiata col principe di Malinor e lui rispose con un cenno della testa. Quindi si fece strada fino a Caldar, che nel frattempo stava studiando la svolta.
“Perché ci siamo fermati?” chiese Joyce cercando di non far trasparire la sua ansia. Aveva cercato di reprimerla per tutto il viaggio, ma ora che era così vicina al luogo dove Galef era scomparso, faticava a tenerla a bada.
Caldar brontolò qualcosa.
“Questo luogo è pericoloso” disse Lindisa. “Mi sembra di avervelo detto prima di partire.”
“Tu sei sopravvissuta” rispose Joyce.
“Solo perché sono fuggita.”
“Lasciando Galef indietro.”
Lindisa la fissò accigliata. “E a te che cosa importa di lui, strega rossa? È un rinnegato, no? È quello che si merita.”
“Tu vuoi che muoia?”
“Ovviamente no, ma io lo amo. E tu?”
È mio fratello, avrebbe voluto gridarle, ma si trattenne. “Io sono qui per riportarlo da Bryce. Vivo, se possibile.”
“È quello che vogliamo tutti” disse Caldar. “Ora potreste stare zitte per qualche minuto?”
Joyce tacque e rimase in attesa che la guida tornasse a parlare.
Caldar prese la svolta a sinistra e fece ritorno pochi secondi dopo.
“Problemi?” chiese Joyce apprensiva.
Forse ha trovato il corpo di Galef? Si chiese impaurita.
“Non lo so. Da quella parte il corridoio è crollato. Non da molto.” Guardò Lindisa.
La strega fece una smorfia. “Non sono passata da quella parte quando mi sono calata la prima volta. Se prendiamo la svolta a destra non avremo problemi.”
“Vado a controllare” disse Caldar e sparì di nuovo dietro l’angolo.
Stavolta impiegò una decina di minuti prima di tornare. Joyce fu sul punto di seguirlo, quando la guida riapparve.
“Cos’hai trovato?”
“Niente” rispose Caldar. “Il corridoio prosegue dritto per centinaia di piedi. C’è una leggera pendenza verso il basso, ma non sarà un problema. Possiamo andare avanti.”
“Finalmente” esclamò Joyce.
Si accodò a Caldar e Lindisa. Gli altri li seguirono in silenzio.
Come la guida aveva detto, il corridoio procedeva dritto fino a una nuova svolta.
“Da che parte sei andata la prima volta?” chiese la guida.
“A destra” rispose Lindisa. “È lì che sono iniziati i guai.”
Caldar annuì in silenzio. “Ripetimi quello che hai visto.”
Durante il viaggio Lindisa aveva descritto qualcuna delle creature che l’avevano attaccata.
“Non ho colto molti particolari” aveva detto mentre sedeva davanti al fuoco, le ginocchia raccolte contro il petto. “Sembravano ragni per via delle zampe, ma erano grossi come lupi e avevano mandibole che schioccavano quando cercavano di colpirti. I loro occhi brillavano nell’oscurità. È così che sono riuscita a colpirne un paio prima di capire che non sarei sopravvissuta se fossi rimasta lì ad aspettare.”
“Quanti erano?” aveva chiesto Joane.
“Decine. Forse centinaia. Non lo so.”
“Centinaia” aveva detto Halux. “Di ragni giganti. Non so se crederti.”
Lindisa aveva ghignato. “Quando saremo lì, vedrai con i tuoi occhi.”
A Joyce importava solo di Galef. E del nodo.
“Hai visto il principe?” aveva chiesto a Lindisa.
“No, ma sentivo le sue grida mentre lo portavano via. Non è stato piacevole.”
“E del nodo?” aveva chiesto Alik. “Che mi dici?”
Lindisa aveva scosso la testa. “Non sono scesa così in profondità. Non ne ho avuto il tempo.”
“Lo faremo noi” aveva detto Joyce sicura. “Troveremo Galef e l’arma da usare per vincere la guerra.”
Joane aveva ridacchiato. “O magari troveremo la regina dei ragni. Quello sì che sarebbe interessante.”

Prossimo Capitolo Lunedì 30 Settembre
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor