Prompt: Coperta

Marinette non riusciva a dormire. Pensava e ripensava alla domanda che le aveva fatto Chat quella sera.
Qualcuno a cui teneva era molto malato, su questo non c’era nessun dubbio. Era da un po’ che Chat Noir sembrava meno concentrato in battaglia e anche un po’ più spento.
Lei avrebbe tanto voluto stargli vicino, ma aveva paura di scoprire troppi particolari sulla sua vita privata.
Dopo circa un’ora di tentativi vani di addormentarsi, accese la luce del suo balcone e uscì. Forse prendere un po’ d’aria avrebbe calmato i suoi pensieri.
Dopo pochi minuti, Chat la raggiunse, come se avesse sentito che stava pensando a lui (o come se stesse cercando qualcuno che lo potesse ascoltare).
Lei lo salutò, fingendo di non sapere niente, facendo solo un piccolo commento sulla sua faccia triste, sperando che lui parlasse.
Lui si appollaiò sulla ringhiera, fece un respiro profondo e, come previsto, iniziò a raccontarle tutto.
“Mia…” il ragazzo esitò, “zia, sta male.”
Marinette annuì, esortandolo con lo sguardo ad andare avanti. Gli avrebbe fatto bene sfogarsi.
“Sta male da settimane, ma nessuno mi dice che cos’abbia. Mi dicono che sta benissimo, ma io so che stanno mentendo. Sai cosa vuol dire?”
La ragazza scosse la testa. Chat in ogni caso non sembrava in cerca di una vera risposta, ma di una scusa per andare avanti.
“Vuol dire che la situazione è grave. Sta morendo, lo sento,” concluse lui, ormai con gli occhi lucidi.
Marinette spalancò gli occhi. Neanche da un gatto nero si aspettava un tale pessimismo. Di sicuro stava esagerando, nessuno avrebbe potuto mai nascondere una cosa del genere per così tanto, né mentire così spudoratamente a un proprio famigliare…
Lui si girò e la guardò dritta negli occhi. “Non sono paranoico. È così,” disse, quasi le avesse letto nel pensiero.
Marinette non rispose. Non sapeva cosa dire, ma aveva qualche idea su cosa fare.
Gli fece cenno di aspettare, tornò in casa, prese una coperta e degli avanzi di paste di quella mattina.
Appena la rivide, lui la guardò con aria interrogativa.
“Ai gatti piace essere arrotolati nelle coperte, no?” scherzò lei.
“Chissà…” le rispose, facendole l’occhiolino. Se era in vena di provarci, stava già meglio.
Si avvicinò e lo avvolse nella coperta.
Dopo pochi secondi, lui iniziò a farle le fusa.
La missione “risollevare il morale a Chat” era stata un successone.