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Autore: sangueoro    21/10/2019    2 recensioni
Le vicende si svolgono dopo il finale di The Vampire Diaries.
Nella scuola che Caroline decide di aprire, arriva una bambina speciale… che ha bisogno di “protezione e preparazione“…
Ma chi proteggerà e preparerà Caroline al ritorno di Klaus nella sua vita?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Rebekah Mikaelson | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caroline avvicinò la poltrona, dove aveva appena disteso Lizzie, a quella dove Alaric aveva adagiato Josie.

Le due testoline, che erano appoggiate sui braccioli, si toccavano, mentre i piedini penzolavano ai lati opposti.

La vampira si mise seduta per terra, la schiena appoggiata e le gambe piegate, chiuse gli occhi e si rilassò, ora anche la sua testa toccava quelle delle figlie.

Tutti potevano sentire le urla e i rumori della battaglia… ma lei avvertiva ogni corpo che veniva scaraventato a terra, ogni collo che veniva spezzato… ogni carne che veniva lacerata.

Una spalla si appoggiò alla sua, una mano grande afferrò la sua più minuta e se la portò in grembo.

Care girò la testa, due occhi azzurri la stavano scrutando.

«Era inevitabile» sussurrò Oliver.

«Lo so»

«Non riesco a guardare»

«Lo so»

«Sono una persona orribile»

«Perché?»

«Sono fiero di lei»

«Lo so… io lo sono di lui»

Caroline si guardò intorno, la sagoma di Freya si stagliava tra i due battenti del portone d’ingresso, da lì aveva la visuale perfetta dello spiazzo davanti Villa Salvatore dove i suoi fratelli stavano combattendo.

Qualche metro dietro di lei c’erano le Angel’s con un’ espressione che Care non aveva mai visto suoi loro volti.

Eric era tra Jeremy ed Alaric, stavano guardando fuori dall’enorme finestra che si affacciava su quel patio, che mille volte era stato teatro delle loro serate, momenti tranquilli, divertenti… ora quel muretto era la sola cosa che divideva il salone da un campo di battaglia.

Felicity e Hope erano sedute sui gradini della scala che saliva al piano superiore, appoggiate alle gambe di Damien che, accomodato un paio di gradini più su, le abbracciava entrambe.

Bonnie si era seduta sul bracciolo del divano dove Elena si era sdraiata usando la gambe di Damon come un cuscino.

Tom era appoggiato alla porta a vetri che portava al convitto.

Il silenzio che regnava era più assordante delle urla che arrivavano da fuori.
 

«STOPPPP! BASTAAAAA FERMATEVI!»

Un uomo molto giovane aveva cominciato ad urlare, era in mezzo al caos e con le mani alzate aveva provocato una fonte di energia che aveva immobilizzato tutti i presenti.

«BASTA!» ripetè quando tutti si fermarono a guardarlo.

Si avvicinò a Kol e si chinò ai suoi piedi per guardare in faccia il cadavere che l’Originale aveva appena scaraventato a terra.

«Papà…» singhiozzò.

«Basta… basta così…» mormorò, ma fu sufficiente a farsi sentire. A parte qualche lamento che proveniva dagli uomini che agonizzavano sul terreno, tutti lo fissavano in silenzio.

Freya stava scendendo i gradini dell’ingresso principale.

«Andrew…» lo salutò, poi si girò verso Klaus «Lui è il giovane stregone di cui ti ho parlato» spiegò «E’ stato per oltre sei mesi con Vincent e faceva volontariato nella chiesa di St Anne»

L’Ibrido annuì.

«Che cosa volevate fare?» l’uomo si era rivolto ai pochi stregoni che erano rimasti illesi e lo fissavano attoniti «CHE COSA PENSAVATE DI FARE?» urlò.

Andrew era l’unico stregone di Salem che era rimasto ancora in vita.

Archie Lewis era stato il primo a cadere, di lui c’era rimasto ben poco dopo che Klaus lo aveva attaccato, il figlio del Reggente di Baltimora era rimasto atterrito a guardare i suoi resti e in un primo momento non si era reso conto di essere stato risparmiato.

Intorno a lui cadevano come mosche, ma lui e i suoi uomini erano incolumi, nonostante la ferocia dell’attacco, gli Originali avevano scientificamente scelto le loro vittime.

Anche Russell Burley e Aliyu Indians erano indenni.

Nessuno parlava, nessuno si muoveva e in quel clima irreale tutti si voltarono a guardare una donna che era sbucata dal bosco.
La veste, di un arancione vivo e brillante, sembrava fluttuare a qualche centimetro da terra, mentre la donna avanzava solenne tenendo tra le braccia il corpo senza vita della sua adepta. La veste delle giovane licantropa era tutta lacerata, di un giallo tenue, nel mezzo del torace aveva una grossa macchia rossa… rossa sangue.

Ian e Jamie erano dietro di loro e stavano portando i corpi di Rick e Kate.

Tutti i presenti si spostarono per permettere ai due vigilanti di avvicinarsi a Klaus.

«Sono stati attaccati… » cominciò a dire Ian.

«Sono stati morsi…» spiegò Jamie.

La Sacerdotessa Wiccan piegò il capo a guardare il volto della ragazza che ancora teneva tra le braccia.

L’Ibrido si avvicinò ai due vampiri per nutrirli.

«Portateli dentro» ordinò ai due licantropi.

 

Hayley si avvicinò alla Sacerdotessa, scostò i capelli della giovane licantropa e notò la mezzaluna che aveva su una spalla.

«I suoi genitori si erano trasferiti dalle nostre parti» mormorò la Strega Wiccan «erano scappati da New Orleans, lei era poco più di una bambina e aveva ucciso un uomo che voleva violentarla.

Improvvisamente ha cominciato a non trasformarsi più ogni luna piena, abbiamo creduto che fosse merito dei nostri riti, della pace e della tranquillità che regna nella nostra comunità.
Oggi ho scoperto la verità, i vostri uomini me lo hanno spiegato.
Sfortunatamente troppo tardi… sfortunatamente dopo che si erano difesi e le avevano strappato il cuore.
Il suo cognome era Kenner, una cugina di Jackson, tuo marito…»

La donna appoggiò a terra il corpo della sua adepta, avendo cura di coprirla con i resti della veste ridotta a brandelli.

«Non ci eravamo mai accorti che potesse controllare la sua trasformazione» cominciò a parlare con voce chiara e ferma «il suo cuore era puro e pieno di gioia, non aveva mai avuto paura, non si era mai sentita in pericolo prima di questa notte.
Non era come mia figlia… Mia figlia non aveva ancora trovato il suo posto nel mondo, era insofferente, era impaziente…Era molto giovane, influenzabile… manovrabile e aveva trovato una persona che le dipingeva quel tipo di mondo, dove lei credeva di poter finalmente trovare il suo posto.
Io ho fallito con mia figlia, ed è stato più facile lasciarla andare che ammetterlo.
In questi anni mi son chiesta tutti i giorni dove fosse, se avesse trovato la sua dimensione… se avesse trovato una sua stabilità.
Ed invece era sepolta qui, in questo bosco… e ci era venuta di sua spontanea volontà per combattere la sua battaglia.
Qui ci erano venuti in guerra!
Le abbiamo lette tutti quelle pagine di diario.
Aja era disposta ad uccidere pur di veder realizzata la sua idea di mondo perfetto!
Erano venuti in guerra, per uccidere… e hanno trovato un nemico più forte di loro che li ha sconfitti.
Come è successo oggi.
Ma questa innocente creatura» continuò con le lacrime agli occhi guardando la giovane licantropa «non voleva combattere, era venuta per accompagnare me, per permettermi di liberarmi del mio senso di colpa.
Si è impaurita, si è sentita braccata…
L’ho vista trasformarsi sotto i miei occhi, l’ho vista sbranare due persone… ho visto mentre la uccidevano per difendersi dalla sua furia…
Una furia che le abbiamo istillato noi!
TUTTI NOI!
Con la nostra rabbia, con i nostri discorsi pieni di odio e rancore!»

La donna rivolse lo sguardo verso il corpo della sua adepta, poi guardò Klaus.

«Vorrei poterla seppellire vicino alla mia bambina»

L’ibrido spiegò ad Ian e a Jamie dove avesse sepolto le 12 streghe e chiese loro di accompagnare la Sacerdotessa.

«Anche io vorrei pregare sulla tomba di mia sorella» esclamò uno degli stregoni.

 

Caroline era rimasta seduta accanto ad Oliver, che ancora teneva la sua mano tra le sue, avevano ascoltato tutto il discorso della Strega Wiccan in silenzio.

Bonnie era uscita insieme alle Angel’s e a Freya, ed erano state raggiunte da Alaric, Jeremy ed Eric.

Damon era rimasto con Elena adagiata sulle sue gambe e aveva dissuaso Felicity, Hope e Damien dal raggiungere una delle finestre, quella distesa di cadaveri non era un bello spettacolo.

I tre ragazzi si erano accomodati di nuovo lungo le scale.

 

E’ ridicolo!

Io ancora non sono stata sconfitta!

Ti vendicherò sorella, fosse anche l’ultima cosa che faccio!

Gli uccellini smisero di cantare, le foglie smisero di muoversi.

Aliyu Indians, camminava spedita verso l’ingresso di Villa Salvatore, passando accanto a delle persone immobili, tutti fermi come se fossero delle statue… nessuno la stava guardando, nessuno si stava accorgendo di lei.

La prima volta che qualcuno la vedeva compiere quell’incantesimo, pensava che fosse in grado di scomparire e materializzarsi in un altro punto. La realtà era più semplice: Aliyu era in grado di rallentare il tempo quasi fino a fermarlo.

Prima di varcare la soglia, si girò ad osservare il cortile, guardavano tutti la Sacerdotessa che si stava chinando per prendere di nuovo tra le braccia la licantropa.

Sorrise, tirando fuori il pugnale di quercia bianca che aveva nascosto dietro la schiena, infilato nella cintura dei pantaloni.

La pecca di quell’incantesimo era che in quella dimensione temporale non poteva interagire con le persone, tantomeno ucciderle!

Individuò il suo obiettivo, aveva gli occhi chiusi, teneva la testa piegata all’indietro quasi a voler cercare un contatto con le figlie…

L’uomo che le stava accanto e che le teneva la mano, aveva uno sguardo concentrato…

Era il momento di far scorrere di nuovo il tempo, era il momento di un altro dei suoi incantesimi… un cavallo di battaglia suo e di sua sorella.

Mentre Aliyu si chinava per pugnalare al petto Caroline Forbes delle onde sonore acutissime riempirono la stanza.
 

L’aveva vista entrare e camminare spedita.

Si era girato a guardare Damon, ma lui non si muoveva.

Neanche Felicity ed Hope si erano mosse, eppure avevano la testa girata verso il portone d’ingresso.

Elena era distesa sul divano, girata su un fianco e lo stava guardando.

La Indians si stava avvicinando a Caroline e Oliver che erano seduti una accanto all’altro ai piedi delle poltrone dove erano adagiate Josie e Lizzie.

Sembravano tutti delle statue.

Vide il pugnale che si alzava.

«NOOOOOOOOOO» urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.

Un rumore fastidiosissimo.

Le statue tornarono a muoversi per prendersi la testa tra le mani.

Lui si era alzato e aveva ruotato entrambi i polsi.

Il collo di Aliyu Indians, fece una strana torsione.

L’ultima cosa che Damien riuscì a vedere, prima di travolgere Felicity ed Hope nella sua caduta fino ai piedi della scalinata, fu il pugnale piantato nel torace di Caroline, mentre una macchia rossa, tutta intorno al paletto di legno, si allargava sulla sua camicetta.

 

Quel rumore assordante… lo stesso rumore…

Intorno a lui le persone si piegarono portandosi le mani alle orecchie.

Si era mosso più veloce di tutti.

Era arrivato prima di tutti.

Prima ancora di Damon che le stava ad un paio di metri.

Prima ancora di Oliver che le stava attaccato.

Scansò un corpo, lo fece volare via…

Poi si inginocchiò davanti a lei.

Tirò via il pugnale e le mise entrambe le mani nella cassa toracica.

Cercava di capire le condizioni del suo cuore.

Era stato appena sfiorato.

Cercava un scheggia di legno, anche piccolina… anche infinitesimale, in quella posizione poteva rivelarsi fatale.

Chi è che urlava?

Chi è che la stava chiamando?

Lui urlava, lui la chiamava…

«Amore…» un rantolo appena udibile anche a lui «basta… lo hai tolto… basta»

Si accasciò sul corpo freddo della sua Caroline, il volto tra i suoi capelli, per nascondere le lacrime, per attutire i suoi singhiozzi…

Ma non era lui che singhiozzava.

Oliver si era alzato.

Rebekah da dietro la poltrona, fissava sconvolta qualcosa alle sue spalle.

Girò il viso.

Felicity teneva la testa di Damien sulle gambe.

Elena era accasciata sopra il corpo del ragazzo, mentre Damon aggrappato alle spalle della moglie sembrava disperato.

 

Anche Eric era rientrato, richiamato dalle urla di Klaus e da quelle di tutti gli altri.

Si avvicinò al capannello di persone nel momento che Cristina lo lasciava sconvolta tenendosi il volto tra le mani.

Pietrificato restò a guardare Felicity che piangeva e baciava ripetutamente il viso di suo nipote, mentre Elena aggrappata alle sue gambe lo chiamava e cercava di scuoterlo.

Bonnie gli si avvicinò per abbracciarlo e lui annichilito la lasciò fare.

 

«Non riesco a capire!» scosse la testa Elena guardando afflitta Bonnie «Non riesco a capire cosa sia successo… e perché non si riprende!»

«Non è… morto?» le chiese l’amica avvicinandosi.

«NO» urlò Elena! «Non ancora… ma il suo cuore si sta fermando» aggiunse sconsolata.

«Era lì» spiegò Damon tra le lacrime indicando le scale «E improvvisamente era disteso a terra qui!»

Elijah e Kol si guardarono per un secondo, poi si allontanarono per controllare il corpo di Aliyu Indians che Klaus aveva fatto volare dalla parte opposta del salone.

«Anche lei un attimo prima di quel frastuono era nel cortile» commentò Kol.

Elijah annuì.

Ian e Jamie, con le Angel’s si erano schierati appena fuori il portone d’ingresso, ancora sconvolti e con le lacrime agli occhi, si erano messi uno di fianco all’altro a protezione dell’edificio.

Tutti gli stregoni si erano avvicinati, ma rimanevano a qualche metro di distanza.

Elijah passò tra Emma e Donna, scese le scale e si avvicinò a Russell Burley, lo prese per un braccio e lo invitò a seguirlo.

«Come è possibile?» domandò gelido indicandogli il cadavere della Indians «Un attimo prima era di fianco a te e poi era qui a tentare di uccidere la direttrice Forbes»

Burley si girò a guardare Caroline che tra le braccia di Klaus ancora respirava a fatica, poi spostò lo sguardo sulle persone che erano intorno al corpo di Damien Digne.

«Non può aver avuto il tempo di fare del male a lui! Non è stata lei… non le interessava niente del ragazzo!» rispose balbettando lo stregone.

«Non è quello che ti abbiamo chiesto!» sbraitò Kol prendendolo per la collottola.

«Poteva fermare il tempo» rispose con un filo di voce.

Kol lo lasciò andare.

«Perché non ha ucciso anche Bonnie, perché non ha ucciso tutti?» chiese Rebekah che si era avvicinata.

Burley scosse la testa con vigore «Può spostarsi, più muoversi, ma non può… poteva, interagire con le persone» spiegò «Ha avuto solo il tempo di… prima che vostro fratello…»

«Non l’ho uccisa io» lo interruppe Klaus, poi l’Ibrido si chinò ad osservare il cadavere.

«Mate…» si rivolse ad Oliver «riaccompagna il signor Burley fuori di qui!»

«Con me le onde sonore non funzionano» disse dopo qualche istante rivolgendosi a Freya «è possibile che Damien sia stato immune al suo incantesimo temporale?»

La sorella sollevò le spalle sospirando confusa «Tutto è possibile»

«Ha il collo spezzato, ma non è stato disarticolato manualmente… lo ha fatto uno stregone» annuì girandosi a guardare il corpo immobile di Damien «Ed è stato provvidenziale per farle mancare il cuore di Caroline…»

Care si portò le mani sul volto «Ha… ha…»

«Si, Love… ha attivato il gene»

«E come temevamo, non sappiamo quello che comporta quando si è anche uno stregone…» sussurrò Bonnie.

«Perchè sta morendo?» le domandò Eric.

La strega scosse la testa «Non lo so…»

«Dovrebbe diventare più forte! Dovrebbe guarire se si ferisce!» Contemplò Eric sempre più disperato.

«Le due nature stanno lottando per avere il sopravvento» mormorò Klaus «E il suo corpo sta soccombendo»

«Fai qualcosa! Ti prego Klaus… fai qualcosa…» lo implorò Elena «Il suo cuore si sta fermando Klaus! Non respira quasi più! FAI QUALCOSA!»

«Elena…» le si rivolse l’Ibrido «C’è una sola cosa che io posso fare, te ne rendi conto?»

La donna annuì.

«E non posso garantire che funzioni, perché lui non ha ancora completato la sua trasformazione, ancora non è un vero licantropo»

La donna annuì di nuovo.

«Ma se funzionasse… sarebbe assoggettato a me per sempre…»

«Non mi importa»

«Qualunque cosa state decidendo di fare, fatela in fretta, perché non respira più!» li informò Eric allarmato.

Hope si avvicinò al corpo di Damien e guardò Felicity, si mise in ginocchio vicino alla sua amica e tese il braccio sopra il viso del giovane, con la mano stretta in un pugno la chiuse con forza, fino a che non cominciò a sanguinare.

Aveva preso un piccolo frammento del vetro della finestra che Caroline aveva rotto nel suo ufficio.

Il sangue colò sulle labbra e nella bocca di Damien.

«Hope può trasformare Ibridi» mormorò Felicity «Lei è sia un licantropo che una strega» continuò prima di chinarsi a dare un lieve bacio sulle labbra del suo giovane fidanzato, poi con un gesto deciso spezzò il suo collo «… ed è la sua migliore possibilità» sussurrò con la voce rotta dalla lacrime.

Gli adulti, basiti, restarono a guardare la scena, Felicity si era di nuovo chinata verso il viso di Damien ed aveva cominciato a cantare sottovoce.

«We are still kids, but we're so in love…Fighting against all odds… I know we'll be alright this time… Darling, just hold my hand… Be my girl, I'll be your man… I see my future in your eyes…
ti prego amore, lotta… torna da me…»

Damien si mosse, in maniera impercettibile.

Klaus, riavutosi dallo shock di aver visto sua figlia e Felicity prendere in mano la situazione, si fece avanti.

«Toglietevi da lì!» ordinò risoluto alle ragazze «dobbiamo spostarlo» spiegò agli altri.

«Nei sotterranei?» suggerì Caroline.

«No, Love… in un luogo più sicuro, nella cella dei Lockwood! Non sappiamo come potrebbe reagire, quello che gli può succedere!»

«Io non lo lascio!» si impuntò Felicity.

«Mate, fai strada a tua sorella, ci vediamo lì… chi vuole venire può farlo, l’importante è che rimanga fuori!» sancì con tono di comando prima di prendere il corpo di Damien e scomparire seguito da Oliver e Felicity.

 

Caroline prese in mano la situazione.

«Io, Bonnie e Rebekah porteremo le persone che sono qui fuori sul luogo dove abbiamo sepolto Aja e i suoi seguaci.

Elijah e Hayley scorteranno Elena, Damon, Eric ed Hope nelle grotte dei Lockwood»

«Non sarebbe meglio che Hope rimanga qui?» la interruppe Elena.

«Hope deve terminare quello che ha iniziato» le rispose Elijah.

Care annuì.

«Alaric e Jeremy resterete con Lizzie e Josie» continuò Caroline «Freya… potresti occuparti di far tornare le mie bambine da quella “chambre de chasse“? E tu Kol, potresti controllare che vada tutto bene?» continuò guardando Tom che era rimasto per tutto il tempo in disparte senza proferire parola.

«Contaci» le rispose l’Originale.

«Vai tranquilla…» la rassicurò Freya

«Vai, Gioia…» la precedette Cristina «anche se non abbiamo più il nostro quartier generale, noi vigileremo come al solito.

«E daremo una ripulita nel cortile e qui dentro» si intromise Lucy indicando il corpo della Indians.

Caroline abbracciò le Angel’s e si diresse verso la porta con Bonnie e Rebekah.

L’Originale uscì per prima, poi lasciò il passo a Caroline.

Care indossava ancora la sua camicia bucata e macchiata di sangue, scendeva lentamente le scale a testa alta e con uno sguardo determinato.

«Sono Caroline Forbes» proclamò a metà dello spiazzo, guardandosi intorno per rendersi conto delle reazioni «E se volete seguirmi vi mostrerò dove sono sepolti i vostri cari» terminò prima di incamminarsi.

Nessuno disse niente, si limitarono ad accodarsi.

Ian che le aveva seguite, cominciò a scavare vicino al punto che Caroline gli aveva indicato, poi dopo aver aiutato la Sacerdotessa a sistemare il corpo della licantropa, riempì di nuovo la buca.

La Strega Wiccan meditò e pregò per qualche minuto, poi alzandosi si rivolse a Caroline.

«Che cosa è successo nella casa» chiese.

Caroline spiegò l’accaduto, poi incoraggiata dalla Sacerdotessa, raccontò la storia di Damien.

Nessuno la interruppe, tutti seguirono la narrazione con interesse.

«Non avevamo altra scelta che tentare di trasformarlo in un vampiro e sperare con tutto il cuore che funzioni» terminò.

Aveva omesso di dire che non sapevano in che cosa Damien si stesse trasformando.

Non aveva neanche rivelato che ci fossero concrete possibilità che si trasformasse in un ibrido, forse addirittura di tre nature diverse, un Vampiro che era anche uno Stregone e un Licantropo, una creatura potenzialmente pericolosissima.

«Andiamocene» ordinò la Sacerdotessa agli altri stregoni, lasciamo libere queste donne di occuparsi del loro ragazzo, pregherò per lui…»

Russell Burley si attardò e si avvicinò

«Oggi stesso prenderò Laurel e la figlia di Aliyu» annunciò «se ci lasciate andare, partiremo per l’Europa e non sentirete più parlare di noi» promise.

Caroline annuì.


Quando Felicity ed Oliver arrivarono alle grotte, Klaus aveva già incatenato Damien e stava chiudendo l’inferriata.

«Nooooo!» lo fermò la ragazza tentando di entrare.

«Mi spiace, honey…» la bloccò l’Ibrido «è troppo pericoloso!»

«Non mi farà mai del male!» insistette la ragazza.

«Lui non lo farebbe, ma la cosa che si risveglierà potrebbe…»

«Sarà Damien a risvegliarsi! Il solito Damien! Il mio Damien!»

«Lo spero, sweetheart, lo spero con tutto il cuore… accompagnala fuori, Mate»

Oliver trascinò Felicity che scalciava ed urlava fuori dalle grotte, poi l’abbracciò tentando di calmarla.

 

Erano arrivati tutti, Klaus li sentiva parlottare sommessamente.

Elena avere tentato più volte di convincerlo a farla entrare e lui alla fine aveva ceduto, solo per qualche istante, insieme a Damon ed Eric.

Da qualche minuto erano arrivate anche Caroline, Rebekah e Bonnie, l’Ibrido ascoltò il resoconto della visita alla tomba delle dodici streghe e alla fine sorrise.

“Brava, Love… la verità, così che capiscano cosa hanno avvalorato e provocato, ma con qualche omissione, perché si potrebbero spaventare e tornare con un esercito!” rifletté continuando a sorridere.

Damien si stava muovendo, l’aveva fatto più volte nell’ultima ora, ma questa volta aveva sbarrato gli occhi.

Si alzò a sedere prendendo un profondo respiro, poi si accorse delle catene e le strattonò.

«Calma… stai calmo…»

Lo avevano sentito anche da fuori che si era svegliato.

«RESTATE TUTTI LI’!» sbraitò Klaus. «Come ti senti?» si rivolse al ragazzo con gentilezza.

«Bene… » rispose Damien «quasi… mi sembra di essere sott’acqua durante uno tsunami!»

L’Originale sorrise.

«Caroline?” chiese il ragazzo abbassando lo sguardo.

«Sta bene… grazie a te» rispose Klaus.

Damien tirò un sospiro di sollievo chiedendo gli occhi «L’ho uccisa e ho attivato il gene…» non era una domanda, era più un affermazione.

L’Ibrido annuì

«E ora mi trasformerò in un lupo?»

«Forse…»

«Come sarebbe a dire forse?»

«Per ora sei un vampiro…»

Damien strabuzzò gli occhi.

«Tecnicamente non sei ancora neanche un vampiro, perché sei in fase di transizione» chiarì Klaus «Stavi morendo. Le tue nature di stregone e di licantropo stavano cercando di avere il sopravvento una sull’altra, il tuo organismo è… era mortale, non potevi sopravvivere.» aggiunse.

Il ragazzo lo fissava senza parlare.

«Dovevamo scegliere tra farti morire… o far sì che il tuo fisico fosse più forte e potesse reagire e per farlo non dovevi essere più… un umano»

Damien annuì «Mi hai ucciso tu?»

«Mi hanno preceduto…» fece un ghigno Klaus.

«Chi?»

«Hope e Felicity»

Il ragazzo rimase a bocca aperta.

«Quelle due scriteriate…» scosse la testa sogghignando l’Ibrido.

Damien continuò a guardarlo sbigottito.

«Siamo in un campo inesplorato» proseguì l’Originale «non avevo mai sentito di uno stregone che diventa un licantropo.
Ed oggi abbiamo capito il perché… non sopravvive all’attivazione del gene.
Potevamo farti diventare un vampiro, facendoti trasformare da Elijah, e forse era la soluzione migliore e la più semplice… ma il mio istinto mi ha detto che non avrebbe funzionato.
Potevo trasformarti io stesso, ed era quello che stavo per fare, il sangue di Elena avrebbe completato la tua trasformazione in un Ibrido… uno come me.»

Klaus sorrise alla reazione meravigliata di Damien «Continuo a pensare che fosse la soluzione migliore! Mi avresti ubbidito ciecamente per tutta la tua vita e non avresti potuto toccare Felicity almeno per altri 50 anni!»

Damien lo guardò di traverso.

«Ma… » continuò Klaus «mia figlia e la tua ragazza avevano un’altra soluzione.
Subito dopo la nascita di Hope, Hayley è stata uccisa, ma morendo con in circolo il sangue della figlia, si è trasformata in un vampiro… prima che Felicity ti spezzasse il collo, anche tu hai assunto il sangue di Hope.»

Damien annuì.

«Hope è la figlia di due licantropi, completando la trasformazione con il suo sangue, Hayley ha continuato ad esserlo» andò avanti con la sua spiegazione l’Ibrido «ma Hope è anche una strega… c’è la possibilità che tu possa conservare anche i tuoi poteri, potresti diventare una creatura unica, la prima del tuo genere, molto potente e pericolosa.
La domanda è… sarai in grado di controllarti?».

Il ragazzo era sconcertato, poi si fece improvvisamente serio. «E’ per questo che siamo soli io e te? Che hai tenuto tutti gli altri qui fuori?»

Klaus annuì.

«Hai fatto bene!» asserì Damien «Non permettermi di fargli del male! Non farmi avvicinare a loro! Uccidimi se sarà necessario, promettimi che lo farai!»

Il ragazzo si stava agitando, l’Ibrido aprì la cella e dopo essersi chinato lo abbracciò stretto cercando di calmarlo «Non sarà necessario» gli sussurrò.

«Ma se lo fosse? Giurami che lo farai! »

«Si» promise Klaus. «Lo farò»

 

«No che non lo farai!» gli si scagliò contro Caroline appena Klaus uscì dalla grotta.

L’Ibrido sollevò una mano e le diede un’occhiata di biasimo, ma non le rispose.

«E’ molto debole» disse invece rivolto a tutti «E non dovrebbe esserlo, normalmente passa molto più tempo prima che il fisico avverta la necessità di completare la fase di transizione, lui invece ne ha bisogno immediatamente… se volete entrare qualche istante è il momento giusto, prima che lo faccia nutrire…»

 

Klaus si era appoggiato alla roccia appena fuori la grotta, stringeva tra le mani la fiala con il sangue di Hope che Elijah gli aveva passato prima di scendere.

L’Ibrido scosse la testa divertito, a nessuno era sfuggita l’implicazione di quella piccola riunione… ma ad ascoltare le loro chiacchiere e risate, tutto sembrava tranne che un commiato!

Damien parlava a fatica, ma non aveva perso il senso dell’umorismo.

«Se volevi lasciarmi, potevi dirmelo!» prese in giro Felicity «non ti pare un po’ drastico spezzarmi il collo?»

«Non ti lamentare!» gli rispose Oliver «io ho scoperto che Rebekah sognava di farmi fuori tutte le notti e la mia sorellina mi correggeva il caffè con il sangue tutte le mattine! Casomai le fosse venuta voglia di ammazzarmi durante la giornata!».

«E’ stata veloce, ma delicata!» la difese anche Damon «Se invece di essere privo di conoscenza, fossi stato vigile, non te ne saresti accorto comunque!»

«Comunque ho un buon sapore in bocca» disse Damien facendo finta di assaporare qualcosa «Strano… non eri un funghetto velenoso?!»

Hope gli fece una linguaccia, ma poi timidamente rispose al sorriso affettuoso che le stava riservando il ragazzo.

Ci vollero venti minuti prima che qualcuno si decidesse ad uscire dalla grotta, ed altri dieci per convincere anche Elena a farlo.

Quando Klaus entrò, era rimasta solo Felicity.

La ragazza stava tentando di allungare il braccio attraverso le grade, anche Damien stava cercando di prenderle la mano, ma le catene con le quali l’Ibrido lo aveva legato non lo permettevano, erano troppo corte, inoltre il ragazzo era stremato e faticava a muoversi.

«Un minuto!» borbottò l’Originale aprendo la cella, per poi girarsi di spalle.

Felicity corse ad abbracciare Damien, che la strinse a sè prima di afferrarle il viso tra le mani per baciarla. «Aspettami fuori… e non piangere! Io ce la farò…»

«Lo so…»

 

Klaus attese che Felicity uscisse, poi entrò nella cella.

«Ascoltami bene ragazzo, mi spiace immensamente… tutti meriterebbero di trasformarsi all’aria aperta, per poi correre e sfogarsi… perchè la prima volta è molto dura, molto dolorosa.»

«Ce la farò!» disse di nuovo Damien.

«Non ho il minimo dubbio» rispose l’Ibrido.

«Concentrati sull’aria nei tuoi polmoni» continuò a fare le sue raccomandazioni l’Originale « La prima volta potrebbero volerci ore»

«ORE?»

«Solo se lo combatti! Il dolore sarà talmente forte che ti farà venire voglia di ritardarlo. Ma se tu ti lasci andare, se ti abbandoni completamente, allora non potrà spezzarti»

Damien annuì.

L’Ibrido si chinò e gli diede la fiala di sangue.

«Esci…» disse Damien.

Klaus scosse la testa «Bevi…»

La trasformazione iniziò immediatamente, gli occhi di Damien assunsero una sfumatura più chiara, quasi di ghiaccio, in netto contrasto con il volto che si fece scurissimo, un urlo disumano rimbombò tra le mura, arrivando alle persone che stavano assiepate fuori dall’ingresso.

Rebekah stringeva Felicity a sè, la ragazza teneva le mani sulle orecchie nel vano tentativo di non ascoltare… non sentire… cosa impossibile per una vampira.

Elena e Damon a poca distanza era stretti in un abbraccio, l’uomo tentava di rassicurare sua moglie, ma il suo volto tradiva l’angoscia che stava provando, nella sua lunga vita l’ex vampiro aveva superato dei momenti drammatici e dolorosi, ma la pena che stava provando in quel momento era diversa… del tutto nuova.

Eric era seduto sul primo dei gradini che scendevano alla grotta, Oliver gli si accomodò a fianco mettendogli una mano sulla spalla.

«Non avrei saputo fare di meglio» mormorò, poi vedendo l’espressione confusa del vampiro continuò «le raccomandazioni e i consigli di Klaus» spiegò sofferente, i rumori che provenivano dall’interno lo stavano devastando, poi face una risatina sarcastica «Lui, per noi licantropi, è una leggenda e non di quelle che si raccontano ai bambini per farli addormentare sereni!» aggiunse ironico «è più… se non fai il bravo chiamiamo l’ibrido cattivo!»

Oliver sorrise «Non lo è…»

«No… non lo è affatto…»

Le urla di Damien erano sempre più forti, sempre più animalesche, i vampiri riuscivano a percepire il rumore delle ossa che si spezzavano, poi all’improvviso terminarono… dopo qualche attimo un ululato squarciò il silenzio.

 

Klaus aveva uno sguardo fiero e soddisfatto.

L’esemplare di lupo che aveva davanti era bellissimo… il pelo era di un biondo chiarissimo, quasi tendente al bianco, lungo e lucido rivelava la sua giovanissima età, gli occhi erano di un celeste limpido e sembravano rilucere al buio della grotta, lo sguardo era tranquillo…

L’Originale indietreggiò, fino ad uscire dalla cella.

Il lupo rimase immobile, le orecchie dritte ed attente, la coda ferma, tranquillamente adagiata tra le zampe posteriori.

Gli occhi di Klaus si fecero gialli, in pochi secondi completò la sua trasformazione.

Le persone che aspettavano nella piccola radura di fronte alle grotte dei Lockwood, fecero appena in tempo a scansarsi, i due esemplari di lupo si lasciarono ammirare da una piccola collinetta situata ad un centinaio di metri, da dove si erano fermati a guardarli ed ad attendere la trasformazione di Eric ed Ian, poi i quattro licantropi ripresero la loro corsa sfrenata tra gli alberi del fitto bosco.






 

   
 
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