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Autore: Mentos E CocaCola    21/10/2019    1 recensioni
-Ti propongo un patto- disse risoluta.
Lui sorrise sinceramente divertito e sorpreso da come si stavano mettendo le cose.
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jareth, Sarah
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Jareth se ne stava appollaiato sul suo trono, con una gamba mollemente appoggiata su un bracciolo.
Si sentiva sempre più debole e provato, come se il Labirinto stesso gli si stesse ribellando. Sapeva che tutto questo era collegato alla vecchia che era arrivata misteriosamente alle porte del suo regno.
Chi l’aveva portata nel Sottosuolo?
C’erano troppe cose che non riusciva a capire, ma di una cosa era sicuro: qualcuno stava tessendo trame orribili indisturbato, manovrando gli abitanti del Labirinto come burattini.
Prima tra tutti Sarah.
Sapeva che quella vecchia era sua madre ed era venuta a riscattarla, ma perché dopo così tanto tempo?
Guardò preoccupato l’orologio che segnava l’inesorabile passare delle 13 ore, ma in quel momento al re sembrava troppo lento. Sapeva che in quelle 11 ore e 37 minuti che restavano Sarah avrebbe affrontato il Labirinto senza problemi.
Jareth sentì un sapore amaro in bocca e il cuore farsi pesante a quel pensiero e solo in quel momento si rese conto che non gli importava nulla di essere sconfitto, di perdere il trono e il regno. L’unica cosa che veramente gli importasse era che Sarah restasse lì. Ne aveva bisogno.
-Lei mi appartiene, stupida vecchia- sibilò stizzito a se stesso.
Con una rotazione del polso evocò una sfera di cristallo e vi guardò attraverso, indirizzando i suoi pensieri verso Sarah e subito la nebbia che la sfera conteneva iniziò a diradarsi lasciando spazio ad un’immagine nitida.
Era la casa di Sarah e c’era lei. Jareth serrò i denti sentendo la rabbia montare pensando solamente al fatto che lei se ne potesse andare.
-Perché proprio ora? A giudicare dalla tua età sono passati più di trent’anni nel Sopramondo- sentì dire dalla ragazza.
La vecchia sorrise.
-Mi è stata data la possibilità solo ora-
Jareth corrugò la fronte, scrutando con più attenzione la sfera. Era rimasto perplesso da quelle parole e dalla reazione di Sarah poteva capire che anche lei lo era.
Sapeva perfettamente le leggi del Labirinto, dopo tutte quelle volte che le aveva infrante: solo chi aveva voluto che il bambino venisse portato via poteva riscattarlo e soprattutto, se il bambino stesso avesse dichiarato di voler restare nel Labirinto, nessuno avrebbe potuto riscattarlo e ogni suo ricordo nel Sopramondo sarebbe stato cancellato.
Ma la madre di Sarah si ricordava di lei…
Tutto ciò era al di fuori di ogni schema.
-C’è qualche problema piccola mia?- chiese la vecchia, toccando la mano di Sarah, che sembrava sovrappensiero, tanto che al tocco della vecchia sobbalzò.
-Io non me ne voglio andare- disse risoluta.
Sulle labbra di Jareth si fece largo un sorriso fiero, che non durò a lungo sentendo la risposta della vecchia.
-Perché ti sembra che Toby si trovasse male nel Labirinto? Se chi lo riscatta arriva alla fine il bambino tornerà nel Sopramondo-
-Come sai di Toby?- chiese sorpresa Sarah.
-So più cose di quante tu creda- disse la vecchia, per poi voltarsi e piantare i suoi occhi in quelli di Jareth, come se lo vedesse.
Jareth allontanò la sfera dal suo volto allibito da quanto stava succedendo, la vecchia era ancora lì a guardarlo e Sarah, insieme a quel nano e quel cane, non sembravano accorgersi di niente.
-Non è possibile- sussurrò atterrito dalla paura.
-Mi sottovaluti Jareth- rispose la vecchia in tono glaciale e minaccioso.
Un forte mal di testa colpì Jareth proprio in quel momento, sentiva come se il cervello volesse fuoriuscire, si ritrovò a carponi a terra con la sfera distrutta in mille pezzi davanti a lui e il sangue che gli colava dal naso.
Sentiva ancora quello sguardo contornato da rughe che lo scrutava, che arrivava fino in fondo alla sua anima.
Poco a poco il mal di testa si affievolì, fece dei lunghi respiri, per poi appoggiarsi al trono per aiutarsi ad alzarsi e quando lo fece, ciò che vide riflesso sui vetri delle finestre lo atterrì.
Si avvicinò ad una di esse lentamente, si specchiò.
Vide i suoi occhi, colmi di terrore, la sua bocca semi aperta, i suoi capelli attaccati alla fronte per il sudore freddo e la sua pelle… la sua pelle una volta candida, ora era deturpata da cinque vene nere, come se qualcosa di oscuro stesse scivolando dentro il suo sangue. Erano così evidenti e nere che sembravano disegnate con dell’inchiostro.
Si toccò la guancia destra dove ve ne erano due che originavano dalla testa e finivano appena sotto lo zigomo.
Un’altra partiva dalla tempia sinistra e finiva sotto l’occhio e altre due occupavano la fronte.
Il suo sguardo si indurì e parlò al suo riflesso.
-Non so chi tu sia in realtà vecchia, sapevo che volevi portarmi via Sarah e già ti detestavo per questo, ma ora so che non sei quella che sembri… io ti ucciderò-
Ma in quel momento realizzò che uccidendo quella che Sarah credeva sua madre, l’avrebbe persa… per sempre.
Si lasciò cadere pesantemente sul trono.
-Da una parte me e dall’altra sua madre…Come potrebbe credere al Re degli Inganni?-
 
Sarah si alzò dal letto della madre, sciogliendo la stretta della vecchia.
-Devo pensare- disse per poi uscire dalla stanza. Chiuse la porta dietro di lei e si appoggiò ad essa, per poi passarsi una mano sulla fronte.
Era stanca e confusa da quello che stava accadendo.
Sua madre sembrava determinata a voler attraversare il Labirinto e sapeva che senza il suo aiuto sarebbe anche potuta morire, ma allo stesso tempo non voleva tornare alla sua vecchia vita.
Se solo le leggi del Labirinto non fossero state così ferree avrebbe potuto proporre al re un nuovo patto, ma già sapeva che sarebbe stato semi impossibile, perfino il re non poteva andare contro quelle leggi, che c’erano da prima che lui regnasse.
Ma se sua madre non fosse riuscita a dire quelle parole per sconfiggerlo, lei sarebbe rimasta nel Labirinto e sua madre sarebbe tornata nel Sopramondo, senza ricordarsi di lei.
Sì, era la cosa migliore… avrebbe condotto Linda al castello e poi l’avrebbe fermata prima che dicesse quelle parole.
Tornò nella stanza e guardò la vecchia che le sorrideva dolcemente.
-Va bene mamma, ti condurrò al castello-
Le rughe della vecchia si piegarono in un’espressione trionfante.
-Lo sapevo-


CIAO A TUTTI!!! ECCO UN NUOVO CAPITOLO! CHE NE PENSATE DELLA STORIA? VI PIACE?
  
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