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Autore: Freez shad    22/10/2019    3 recensioni
Ogni cosa nella propria realtà ha un suo orologio. Un ciclo d'esistenza perfetto e collaudato da migliardi di anni d'esistenza.
Troppi per un qualcuno che, per arroganza o pura pazzia, ha intenzione di modificare e rinnovare...tutto, partendo da zero.
Ciò porterà a terribili conseguenze e toccherà ai nostri famosi eroi impedire che questo accada, ma le difficoltà saranno molte e non solo esterne.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaze the Cat, Shadow the Hedgehog, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Meraviglioso! >> esclamò d’un tratto Elise, voltandosi d’ogni lato per assaporare meglio la propria città, rivolgendosi poi con tono gentile al saggio capitano che le faceva da accompagnatore << Non trova anche lei, comandante Laharoon? >>, 
<< Assolutamente, mia principessa! >>. 
Soleanna, seppur ancora ferita nei suoi edifici interni e nella sua struttura, era stata prontamente ripulita e resa sicura per ospitare le celebrazioni della vittoria che la sovrana aveva lietamente annunciato. 
Gli abitanti stavano lentamente, ma con sempre maggior afflusso ed entusiasmo, riversandosi nelle vie principali che, per l’occasione, presentavano lumi di variopinto colore e molteplici decorazioni, donando ancor più entusiasmo alla scena; questo fino al giungere nella grande piazza centrale, precedente luogo di scontro, a cui erano state tappate le zone occupate dall’acqua, rivestendone la superficie con una robusta e sicura impalcatura, così da poterne usufruire dello spazio nel suo intero. 
Qui, dove prima si ergeva una devastazione caratterizzata da macerie e rottami robotici, vistose e numerose bancarelle vi avevano preso possesso con i loro addobbi, tendaggi, giochi e il gran vociare dei loro mercanti, richiamando l’attenzione del popolo, sempre più presente, involontariamente invitandolo a prendere parte all’avvenimento. Le gondole, compresa quella reale, si mostrarono lustrate e agghindate con i drappi su cui erano stati ricamati il simbolo della città, pronte ad accogliere chiunque avesse desiderato usufruire del servizio offerto dei loro possessori e girovagare per gli innumerevoli e caratteristici canali diramanti ovunque alla romantica vista di un tramonto prossimo a concludersi. 
Inoltre ad accompagnare i programmi e i divertimenti previsti l’enorme fiaccola, che notoriamente veniva utilizzata durante la festa al Sole, era stata accesa personalmente da Elise ed ora illuminava l’intera area, scaldando il cuore di tutti coloro che volgevano il loro sguardo verso di essa.   
Da tempo la giovane sovrana aveva preso abitudine di percorrere quelle strade, mischiandosi alla folla, liberandosi dall’opprimente protezione dei soldati e avere così un contatto diretto con i propri cittadini. In special modo in un periodo di festa come quello che stava avendo inizio. 
Dovette lottare non poco per ottenere tale permesso in quanto, come la storia ha sempre insegnato, anche il sovrano più amato non può ritenersi al sicuro dai pericoli interni o esterni del proprio regno. 
Difatti questo risultato poté conquistarlo solo dopo un lungo scontro politico con i consiglieri, funzionari e ministri reali. 
Quest’ultimi in special modo, forse più che della salute di Elise, temevano la possibilità della nascita d’una crisi di governo, dettata dalla mancanza di un vero e proprio erede, in caso fosse accaduto qualcosa di tragico alla sovrana. Ciò, di conseguenza, sarebbe potuto sfociare in lotte civili tra i nobili per il potere che avrebbe, per loro disgrazia, danneggiato i propri affari economici e politici. 
Un rischio che accettarono a patto che lei venisse comunque rassicurata dalla presenza di un uomo meritevole di piena fiducia. Nel caso, il comandante Laharoon. 
Una realtà a cui dovette troppo presto rendere conto, riconoscendo come non sempre le attenzioni, gli atteggiamenti e i sorrisi di coloro che le stavano intorno erano dovuti al semplice e sincero interesse e amore nutrito da un puro sentimento; il denaro e gli affari personali avrebbero ancora per molto tempo fatto da padrone nei loro animi.    
Una pseudo-libertà, era stata quella concessa. Ma era sempre migliore rispetto alla precedente. 
Tanto più che per la principessa, dato il rapporto molto stretto verso quella che poteva quasi considerare come figura paterna, il vecchio uomo d’armi era stato accolto e accettato come una piacevole compagnia affatto invadente. Assai diverso nell’animo da coloro che lo avevano chiamato in causa. 
Anche adesso, nonostante il suo incarico, si mostrava accorto al farle piacere girovagando per le bancarelle e tra i passanti in un’atmosfera giuliva e parentale. 
 
 
 




Fra di questi vi era anche una riccia rosa, invitata speciale dalla stessa Elise, che non mostrava lo stesso sentimento nutrito dalla maggioranza dei presenti. 
Con un ciglio torvo d’impazienza e uno piagato dalla preoccupazione, Rose era in angosciosa attesa e al contempo alla ricerca di colui che le aveva promesso di farle da cavaliere per mantenere la parola così “altruisticamente” datale. 
Non aveva neppure tenuto il conto del tempo impiegato per trovare quel delizioso vestito, pagato non poco, che aveva acquistato per l’occasione e solo per apparire al meglio per lui; un abito dal delicato colore bordeaux, avente molti richiami ai sublimi capi ottocenteschi per quanto riguardava l’eleganza e le numerose ondulate pieghe della larga gonna, che lasciava libere le spalle cingendo il busto al petto; decorato con lavorati pizzi di colore nero, seguendo la forma della stessa gonna, che si accostavano di tonalità e tessuto ai lunghi guanti che le ricoprivano l’intero braccio. Un vestito semplice, come l’immagine che la riccia voleva risaltare di sé, ma allo stesso tempo tanto elegante e curato per centrare il cuore dell’amato 
Per anni gli aveva dato, letteralmente, la caccia. Dagli eventi di Little Big Planet era stata intenta nel seguirlo, stargli al passo, con scarni successi se non quelli raramente da lui concessi. 
Ognuno di questi erano occasioni da sfruttare. E lei non se ne era mai fatti scappare, desiderando con sempre maggior ardore di poter entrare nei suoi sentimenti. Ottenendo, purtroppo, gli stessi precedenti risultati. 
Da questi aveva però intuito di un qualcosa fra loro che poteva sbocciare, forse con la dovuta spinta, con la giusta cura. Come l’aiuto che si offre ad una pianta sofferente, per farla crescere forte e rigogliosa, permettendole di dare i suoi frutti. Non senza lottare contro le difficoltà che potevano mostrarsi nel tempo. 
Questa era la sua risoluzione, ciò per cui non demordeva mai. Cosa non molto condivisa dal suo sperato spasimante, sempre troppo sfuggente.       
Nonostante il velo d’insicurezza sulla sua venuta, data la conoscenza sull’eccellente capacità del blu di dileguarsi in situazioni simili, Amy continuava a sperare e seguire un percorso disegnato solo nella sua testa che l’avrebbe portata ad incontrarlo. Non sapendo quanto in realtà fosse vicino a lei. 
Effettivamente, dal tetto d’un edificio, Sonic se ne stava comodamente seduto a rimirare l’ambiente circostante.  
Ovviamente più di uno sguardo era caduto anche su di lei, meravigliandosi una volta di più della tenacia dimostrata e l’interesse che la sua persona esercitava sulla rosa. Cosa che, con un sorrisetto appena abbozzato, gli fece scendere una goccia di sudore freddo. 
 
 
 




<< Sonic! >> esclamò una vocina in avvicinamento, facendo sobbalzare dallo spavento il blu, rompendo il silenzio che aveva attorniato i suoi pensieri, 
<< Ciao, Tails! >> fece, ricambiando il saluto, rincuorato dall’innocua presenza del volpino << Vedo che ti sei rimesso in fretta >>, 
<< Già! Il dottore si è sincerato trattarsi solo di una paralisi dovuta al contatto troppo ravvicinato con gli scoppi elettrici dell’esplosione dei robot. È bastato un po' di riposo e qualche massaggio per ripristinare le mie funzioni motorie >>. 
Infatti, non appena venne risolto il conflitto, Tails fu tra i primi a poter usufruire dell’ennesima generosità della principessa che, nel suo desiderio di prestare il miglior aiuto possibile, mise a disposizione dei medici di campo l’aiuto e l’esperienza di quelli reali, ben più preparati e attrezzati, affinché potessero prestato soccorso ai numerosi feriti, 
<< E tu? >>, 
<< Io sto bene! Organi e ossa sono perfettamente al loro posto >> rispose scherzosamente il riccio, battendosi l’addome, 
<< Non intendevo questo! Quello che volevo sapere è perché sei qui mentre Amy è laggiù che ti sta aspettando? Ti ricordi che le dovevi un appuntamento, vero? >> domandò con tono misto al rimprovero e all’indagatore, avanzando con fare accusatorio, costringendo il blu ad indietreggiare sulla difensiva, 
<< ...sì, ma...vedi, non è così semplice! Sai bene come la prenderebbe Amy se io accettassi e già adesso non è facile da gestire >>, 
<< Può anche darsi, ma sappiamo entrambi anche quanto soffrirebbe se tu te ne andassi! >> aggiunse, con decisione, smuovendo l’animo sensibile dell’amico che ora rivolgeva nuovamente lo sguardo ad una riccia abbandonata allo sconforto << Andiamo! Consideralo come un premio per essere venuta ad aiutarti >>, 
<< Rischiando di rimetterci la pelle! >> completò Sonic, però persuaso e arreso di fronte alle parole del giallo volpino << E va bene, questa volta hai vinto tu! Ma che non diventi un vizio >>. 
Concluse, scambiando un pollice alzato con l’amico in cenno di saluto, prima di balzare a terra e dirigersi a passo calmo, ma fermo, verso Rose. 
Quest’ultima si stava allontanando, fuggendo a passo mesto da quell’aria festosa che non poteva miscelarsi con le emozioni che la stavano percuotendo dall’interno. Un senso di abbandono. Di un nuovo rifiuto che sentiva di non meritarsi. Uno spirito affranto e quasi arreso ad un’evidenza contrastata fino all’esasperazione. 
Questo finché non si sentì inaspettatamente toccare dolcemente sulla spalla viva. Un contatto leggero e gentile, come un invito a voltarsi. 
<< Amy, dove stai andando? Non vorrai abbandonare il tuo cavaliere il giorno del nostro appuntamento? >> esclamò Sonic con tono ironico, ma sincero, non appena lei gli concesse il volto. 
Quelle parole, accompagnate dalla sua presenza e da quel gesto che non avrebbe mai potuto aspettarsi, se non solo sognare, la meravigliarono. Come un potente soffio di vento, aveva d’improvviso spazzato lontane le nubi che avevano eclissato il sole della sua speranza, senza alcun preavviso. 
I suoi occhi dal color della verde giada, inumiditi per la tristezza, abbandonarono una lacrima di pura gioia di cui non era ancora riuscita a realizzare. Il suo corpo si abbandonò ad un piacevole calore, senza dare però nessuna risposta, rimanendo paralizzato ove si trovava. 
I muscoli si erano completamente scollegati dal cervello, colto alla sprovvista per una scena di cui aveva accettato l’irrealizzabilità, non volendo in alcun modo reagire o rispondere a quanto detto dal blu.  
<< Ehi, tutto bene? >> ritentò il riccio, optando per un qualcosa di più << A proposito di bene, devo dire che stasera ti sei veramente superata. Sei bellissima con quel vestito >>. 
Conclusa la frase, Sonic ebbe giusto il tempo di pentirsi di quel suo osare prima che Amy, cedendo a lacrime di gioia, si stringesse con fin troppa veemenza e vigore a lui, 
<< Sonic! Credevo...che non...saresti venuto! >> provò a parlare Rose, interrompendosi tra un singhiozzo ed un altro, 
<< Sarei stato uno stupido se lo avessi fatto! Però, ti prego Amy, non stringere così >> rispose lui, tentando di allentare la presa della riccia, riuscendo con non poca difficoltà, 
<< Scusami, è solo... Sono davvero contenta che tu sia qui! >>, 
<< Una ragazza bella come te non dovrebbe piangere così, soprattutto prima di un ballo >>, 
<< Grazie! >> esclamò la rosa, sensibilmente arrossata per il complimento << Allora...questo vuol dire...>> 
<< Esattamente! Piuttosto scusami se non sono elegante come te, ma...è più forte di me. Non riesco proprio ad indossare quei vestiti. >> spiegò il blu, accennando un sorrisetto ironico che divertì anche Amy << Ma adesso andiamo, stanno per iniziare! >> fece Sonic porgendo la mano a Rose, che cinse con la propria, avviandosi dove a breve si sarebbe tenuta l’apertura delle danze la quale, per l’occasione, venne celebrata illuminando e macchiando il cielo stellato tramite dei roboanti e colorati fuochi d’artificio. 
 
 
 
 
 
 
 
 




“Spettacolare!” commentò fra sé Vinew, osservando divertito dall’esibizione offerta dai festeggiamenti, comodamente sdraiato su di un fianco fluttuando a varie decine di metri da terra “Che mondo strano e...stravagante questo! Prima si massacrano, poi festeggiano come se nulla fosse. Qui la logica è di casa, a quanto pare” continuò, ridendo sguaiatamente “Avrò di che divertirmi prima che...bhe, noi già lo sappiamo! Dico bene, caro lettore?” concluse, prima di stiracchiarsi e fluttuare lontano dalla città verso una direzione ben precisa. 
 
 
 
 
 
 
 





Intanto, nella fluttuante Angel Island, un noto guardiano continuava imperterrito nell’assolvere il suo dovere di sorveglianza al gigantesco Smeraldo. 
Erano anni che svolgeva tale incarico, ma mai si era potuto udire dalle sue labbra alcun gemito di lamento o protesta per un compito che, da generazioni, era stato affidato alla sua specie. In effetti non era ancora tutt’oggi chiaro quale fosse il motivo di tale scelta. Era possibile solamente supporre che fosse stata dettata come condanna alle originarie primitive cattive intenzioni dei suoi antenati, ora costretti a rinunciare al godere pienamente la vita per proteggere una pietra tanto pericolosa quanto misteriosa, assolvendo una responsabilità assai grama e difficoltosa. 
Questo nonostante Chaos stesso, in quell’occasione, avesse deciso di fare subitamente giustizia punendo la stirpe delle echidne per un atteggiamento affatto meritevole della magnanimità dell’essere, rilegandone in una dimensione lontana. 
Ciononostante Knuckles era sempre stato deciso nel perpetuare questo rito facendoselo suo. Solo in rare, quanto sporadiche, eccezioni l’echidna si era per breve tempo allontanato dall’isola, mantenendo comunque al sicuro il Master Emerald grazie ad alcuni nascondigli, per affrontare guerre, calamità e...gustarsi della buona compagnia. Non però per molto tempo. Almeno fisicamente. 
Anche in quel momento infatti, con teutonica ed impassibile figura, il rosso si era posto ai piedi del piccolo tempio per garantirne più sicurezza ed intimidire i possibili avversari, ma la sua mente era ben lontana. Assorta nei suoi pensieri. 
“Il tempo sta per scadere!”  
Quelle parole continuavano a rimbalzargli nel cervello, spingendo oltre ogni limite le sue poco allenate sinapsi, senza però riuscire a capire cosa volesse intendere. 
<< Ti prego, Master Emerald, spiegati! >> esclamò infine, con un velo d’irritazione dovuta ad un indole affatto paziente, mantenendo al contempo un atteggiamento estremamente rispetto nonostante l’ormai capibile confidenza che mostrava nel rivolgergli tale parole << Come posso proteggerti se non ho idea di quale pericolo stai correndo? >>. 
Ma nessuna risposta parve provenire dal gigantesco minerale. 
Arreso all’evidenza di un insormontabile silenzio di cui il suo “interlocutore” sembrava essersi fatto scudo, il rosso guardiano sbuffò sonoramente tentando di trovare un posto comodo sulla piccola scalinata per riposarsi come al suo solito. 
Azione che però gli fu interrotta da un improvviso fascio di luce che si sprigionò dinanzi a lui e di cui, portandosi la mano guantata agli occhi, non riuscì a sostenerne la visione; un lampo tanto accecante quanto breve, dal quale prese forma una nota figura femminile. 
Essa non era altri che Tikal, ultimo componente scelto da Chaos dall’antico popolo echidna per sopravvivere, che si fece avanti in tutta la sua nobile, ma al contempo umile, figura, 
<< Knuckels! >> esclamò serrando la bocca del rosso, ironicamente ceduta per lo stupore assieme ad un’espressione di puro shock stampata sul volto, posandogli una mano sul volto << Tu sei un ottimo guardiano! Il migliore che sia mai succeduto al nostro popolo e sia io, che Chaos, siamo lieti del tuo impegno. Per questo ha deciso di comunicarti questo importante messaggio >> continuò, cominciando poco-a-poco a svanire << Non sappiamo la natura del pericolo, ma per poterlo affrontare dovrai essere pronto! >>, 
<< Pronto...per cosa? >> riuscì a domandare infine, senza però ottenere alcuna risposta se non un leggero tocco della mano della giovane echidna sulla propria che, subitamente, sparì. 
Knuckles si pietrificò, confuso in misura ancora più prepotente, interdetto su quell’ennesimo messaggio. 
A quanto pare nessuno, compreso Chaos, era al corrente di qualcosa di specifico, ma quel poco che sapeva doveva bastare per essere, come aveva detto Tikal, pronto ad affrontare qualsiasi nuova minaccia. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dalla scrivania dell’autore: 
Ora la storia può veramente avere inizio. 
Da qui ci saranno parecchi cambiamenti e spero che coloro che leggeranno possano essere in grado di capire ed apprezzare le mie decisioni future. 
Nel frattempo, ringrazio tutti coloro che hanno recensito i precedenti capitolo e coloro che hanno anche solo letto. 
Un saluto a tutti e vi auguro buon proseguimento. 
 
 
Arrisentirci!
   
 
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