“E' molto nobile
da parte tua di
metterti in difesa di Aracne.- la voce di Tomàs è
bassa
e leggermente roca, sarebbe quasi un piacere stare ad ascoltarlo se
non fossi pietrificata dal terrore- Ma uno scontro con un cavaliere
d'oro non mi interessa al momento.”
Con un movimento impercettibile, Shaka
si posiziona meglio in mia difesa, di fronte a me.
“Non c'è modo perchè tu
possa portarla con te senza prima combattere, cavaliere.” gli
fa
notare il gold, con voce ferma.
I miei occhi saettano dalla sua nuca
bionda al ghigno dipinto sulla faccia di Tomàs.
“Dov'è finita la leggendaria
diplomazia dei sacri guerrieri di Atena?- domanda, facendo allargare
ancora di più il sorriso strafottente- Non mi chiedete
nemmeno
il motivo per cui sono qui?”
Shaka apre bocca per rispondere, ma io
lo precedo.
“Perchè sei qui?” domando,
anche se temo la risposta.
Il biondo gira leggermente il volto
verso di me e, anche se non apre gli occhi, percepisco nettamente
l'occhiata fulminante che mi ha lanciato.
Il grosso rasta annuisce soddisfatto
“Sono qui per te, ovvio.- risponde- Ma non certo per portarti
da
Nikon.”
Aggrotto le sopracciglia, senza capire.
“Dobbiamo parlare.”
“Da soli.” aggiunge, lanciando uno
sguardo pieno di significato a Shaka.
Il biondo scuote leggermente la testa
“Non credo.”
“Va bene.” lo contraddico, neanche
una frazione di secondo dopo.
“Io resto con te.” la voce del gold
è ferma e non ammette repliche.
Non oso pensare alla sua espressione in
questo momento, ma non mi concedo nemmeno un'occhiata per
controllare. Scommetto che se guardassi per qualche secondo di troppo
quel viso perfetto finirei per dargli ragione.
“Non è necessario- gli spiego,
fissando intensamente il cavaliere di fronte a me- Non mi
farà
niente.”
“E gli credi semplicemente perchè
te l'ha detto?- la sua voce è leggermente denigratoria- Tu
sei
troppo ingenua, Michelle!”
“Non le farò niente,
cavaliere.- lo rassicura Tomàs, mentre la sua armatura si
toglie e si dispone ai suoi piedi- Terrai la mia armatura come
garanzia.”
“Shaka, ti prego...”
“Non essere sciocca, Michelle. A
questo punto mi viene da pensare che i guai in cui ti cacci non siano
frutto della sfortuna ma della tua tendenza a buttartici a capofitto
da sola!”
“Ti prego.- lo supplico di nuovo- E'
molto importante per me.”
Forse giocandomi la carta dei
sentimentalismi riuscirò a convincerlo a lasciarmi ad andare
a
rischiare la vita per avere un minimo di chiarimenti...
Deglutisco a vuoto, mentre aspetto la
sua risposta che non tarda ad arrivare.
“Non se ne parla. Fine della
discussione.”
Per cercare di controllare la rabbia mi
mordo l'interno della guancia.
Mi tratta come se fossi una bambina di
cinque anni!Neanche a Chen è riservato un trattamento del
genere!
Cosa diavolo gli costa darmi un minimo
di fiducia e trattarmi come farebbe con un qualsiasi altro suo pari?!
“Nient'affatto: ora io e Laomedonte
chiariremo quello che c'è da chiarire e tu te ne rimarrai
qui,
a costo di doverti incatenare al suolo con le mie ragnatele!”
sbotto.
E poi mi ricordo a chi ho rivolto
queste parole così, ad una velocità che rasenta
quella
della luce e che mi fa comunque scorgere sul bel viso di Shaka
un'espressione dura e risentita, afferro il braccio muscoloso di
Tomàs e me lo trascino dietro, iniziando ad inoltrarmi
ancora
di più nel bosco sacro.
“Non le succederà niente.”
sento la voce del cavaliere maledetto rassicurare il gold.
“Ti conviene mantenere fede alle tue
parole.” è la semplice risposta di Shaka.
Forse in effetti Shaka non aveva tutti
i torti quando diceva che non voleva lasciarci soli.
Tomàs è un colosso.
Osservo le sue spalle larghe, coperte leggermente dai grossi rasta
castani che gli scendono lungo la schiena, i muscoli guizzanti e
l'espressione attenta e mi rendo conto che se volesse potrebbe
battermi senza alcun bisogno dell'armatura.
Tutto ciò non è che mi
faccia sentire tranquillissima, ecco.
“Allora: di che cosa volevi
parlarmi?” domando, fingendo nonchalance, mentre faccio
vagare lo
sguardo sui riflessi del tiepido sole mattutino che filtra dalle
fronde degli alberi.
“Sarò sincero con te. Io non
sono un santo.”
Dopo questa frase, credo che qualsiasi
mio tentativo di deglutire se ne andrà in malora!
“Ma bene...” mormoro, con voce
strozzata.
“Fammi finire.- mi intima, al che non
posso far altro che chiudere quella ciabatta che ho al posto della
bocca e lasciarlo parlare- Non sono certo come la gente che gira qui
al Santuario. Ho fatto cose di cui non vado fiero e non seguo alcun
ideale nobile.”
Questa premessa non mi piace per
niente.
Lancio qualche occhiata qui intorno,
alla ricerca di una via di fuga, mentre lascio che continui il suo
discorso.
“Ma Nikon...Nikon è
decisamente peggio di me. Lui non crede alla maledizione
dell'armatura-spiega, con tono cupo- anzi. Per lui la nostra armatura
è una benedizione, la caratteristica che ci eleva al di
sopra
di tutti gli altri esseri.”
“Sì, avevo capito dal nostro
primo incontro che non è esattamente stabile.”
borbotto,
sperando di non innervosirlo.
Tomàs piega le labbra in un
ghigno divertito “No, non lo è.- conferma- Ed
è per
questo che ha deciso di allearsi con le Titanidi e i loro
fratelli.”
“Che cosa?!” urlo, portandomi le
mani davanti alla bocca.
“Saranno in soprannumero.
Personalmente, credo che il Santuario sia spacciato.”
conclude.
Mi ritrovo a fissarlo di sottecchi “E
tu sei venuto a dirmi questo?A mettermi in guardia per convincermi a
venire dalla vostra parte?”
“Quella è un'ossessione di
Nikon.- spiega, guardandomi dall'alto in basso- Io non credo nemmeno
che tu sia degna di tutta quest'attenzione: sembri sempre troppo
piccola e indifesa.”
“Si può sapere che cosa vuoi
da me, allora?” sbotto infastidita. Il mio nervosismo sta
salendo
alle stelle.
“Voglio unirmi a te.”
Ok. Questa non me l'aspettavo proprio.
“Stai scherzando?” chiedo, con
espressione assolutamente perplessa.
“No.- taglia corto lui- Tu hai
bisogno di aiuto contro di Nikon e il suo gruppo, io devo strappargli
dalle mani una cosa che mi è cara. Uniamo le nostre forze e
raggiungeremo entrambi i nostri obiettivi.”
Ma non era Nikon quello pazzo?
Sbaglio o lui fino a ieri era pronto a
combattere al suo fianco? L'ho visto, accidenti, proprio là
insieme a Verena, Kunio e Lamya. E anche se lui non sembrava
così
sottomesso come gli altri, era pur sempre parte integrante del suo
gruppo!
“Tutto questo non ha senso.-
concludo, ad alta voce- Tu fino a ieri eri dalla sua parte!Che
cambiamento c'è stato in così poco
tempo?”
Tomàs incrocia le possenti e
abbronzate braccia al petto “E' molto semplice, Aracne: ho
incontrato te.”
Aggrotto la fronte, confusa “Continuo
a non capire.”
“C'era solo un motivo per cui seguivo
Nikon ed era perchè credevo non ci fosse altra scelta per
quelli come noi, i maledetti.- spiega, con i suoi occhi scuri velati
da una strana tristezza- Tu hai rotto tutti gli schemi a cui ero
abituato. Se prima la mia unica possibilità sembrava quella
di
schierarmi con Nikon ora so che posso scegliere. E scelgo te: sarai
di sicuro un capo migliore di lui.”
Guardo il gigantesco rasta, vagamente
somigliante a Bob Marley che mi sta di fronte e non posso credere che
stia dicendo sul serio.
“Io non voglio essere il tuo capo!-
sbotto, esterrefatta- Io non sarò mai il capo di nessuno.
Perchè non lasci semplicemente il gruppo di Nikon e non ti
godi la tua libertà?”
Il discorso di Tomàs mi sembra
così assurdo...Come gli è venuto in mente?
“Se avessi potuto andarmene prima,
non credi forse che lo avrei fatto?” ribatte, leggermente
irato.
“C'è un motivo per cui intendo
combattere contro di Nikon- continua, con più calma- lui ha
passato la sua vita a cercare cavalieri maledetti per cercare di
rifornire il suo esercito personale. Io l'ho seguito perchè
non avevo niente di meglio a cui aspirare, Verena e Kunio invece
condividono davvero i suoi ideali da psicopatico.”
“E il cavaliere di Eco?” domando,
ricordandomi della bella ragazza di colore dallo sguardo triste.
“E' proprio questo il punto: lei non
vorrebbe combattere per lui.- spiega, stringendo i pugni con rabbia-
Ma la sua sfortuna è che in questo mondo ha ancora degli
affetti di cui rendere conto, una famiglia che Nikon non esiterebbe a
distruggere se lei non si comportasse come lui vuole.”
Mi porto una mano alle labbra, cercando
di immaginare una situazione simile “Povera
ragazza.”
Tomàs annuisce, concorde. “E'
per lei che faccio questo. Glielo devo.”
Noto un certo trasporto nelle ultime
frasi. Forse il legame che lega questo colosso umano e Lamya
è
più forte di quanto pensassi.
“Tu la ami?” chiedo, timidamente.
Il cavaliere di Laomedonte si volta di
scatto, arrossendo impercettibilmente “Non dire
stupidaggini!E'
semplicemente una questione di principio.”
Alzo un sopracciglio, perplessa
“Sicuro?”
“Senti- sbotta, girandosi di nuovo
verso di me e fissandomi con determinazione- la questione non ti
riguarda. Ora sono sotto il tuo comando e questo è il punto
della questione!”
Allargo le braccia, cercando così
di fermare tutta questa assurda situazione “Aspetta, aspetta,
aspetta!Io non intendo farti da capo.”
Il ghigno ritorna sulla faccia scura
del cavaliere “Non hai diritto di replica.”
“No!- sbotto, indignata- No. No, no,
no, no, no, no, no e ancora no!Ecco la mia replica!”
Incomincio a camminare velocemente
verso il punto del boschetto in cui Shaka mi starà ancora
aspettando.
Tomàs non si degna di
ascoltarmi, ma si limita a seguirmi con la sua camminata rigida.
“Smettila di seguirmi, sai già
cosa ne penso.” gli intimo.
Non appena scorgo la chioma bionda di
Shaka affretto il passo, raggiungendolo di corsa.
“Puoi fare qualcosa per togliermelo
di torno?- lo supplico, giungendo le mani davanti alla faccia-
Stenderlo con un destro?Togliergli i cinque sensi?Fargli fare un
giretto nell'Ade?”
Il biondo aggrotta le sue sopracciglia
ben delineate, confuso “Michelle, di che stai
parlando?”
“Lui è convinto che io sia il
suo nuovo capo!- ringhio in risposta- Io non posso farlo!Non riesco a
gestire nemmeno me stessa!”
Ecco.
O Sacro Olimpo! Sto andando in
iperventilazione.
E adesso come diavolo faccio a
togliermi di torno questo colosso?
E se non ci riuscissi?
E se lui perdesse la calma e decidesse
che sarebbe molto meglio tapparmi per sempre la boccaccia che mi
ritrovo?
Scosto di poco le mani che mi ero messa
sugli occhi per sbirciare la faccia di Shaka “Che cosa avevi
detto
riguardo all'opzione del giretto nell'Ade?”
Il gold sospira seccamente “Spiegami
che cosa sta succedendo.” intima.
E quando qualcuno mi chiede una cosa in
quel modo non posso che rispondere. Soprattutto se quel qualcuno
può
togliermi cinque sensi solo aprendo gli occhi.
“Ok, ti faccio un riassunto: Tomàs,
il qui presente cavaliere di Laomedonte, ha deciso di ribellarsi al
volere di Nikon, lo psicopatico albino che crede che anche io sia una
psicopatica, nel senso cattivo, non nel senso buono come intende la
maggior parte della gente qui al Santuario.” butto fuori alla
velocità della luce.
Ad ogni mia parola, mi sembra di notare
l'espressione di Shaka farsi sempre più perplessa.
“In ogni caso, questa ribellione pare
dettata dalla ridicola convinzione di potersi unire a me, come mio
sottoposto- continuo, senza rallentare il tono-Ma ci pensi?Io che
faccio il capo di una specie di esercito in miniatura?Il punto
però
è che non posso abbandonarlo al suo destino
perchè
altrimenti Nikon, ti avevo parlato di Nikon, vero?Quello sì
che è davvero fuori di testa...Comunque, dicevo: Nikon
altrimenti lo andrà a cercare e tenterà di
distruggergli l'esistenza con ogni mezzo. Certo, lo so, lo so, io
Tomàs non lo conosco neanche ma come posso permettere una
cosa
del genere?Tanto più che lui ha detto che mi
aiuterà
nella battaglia contro i senza dio che si sono schierati dalla parte
delle Titanidi, te l'avevo detto questo, giusto?Oh, accidenti che
idiota, questo l'avrei dovuto dire prima...”
Con un elegante gesto della mano Shaka
mi mette a tacere di colpo, mettendo fine al mio monologo.
Lo fisso con occhi sgranati, ansimando
leggermente per la mancanza di fiato mentre, alle mie spalle, il
cavaliere di Laomedonte non sembra particolarmente interessato al
fatto che noi stiamo parlando di lui e del suo futuro immediato.
D'altronde la sua linea di pensiero è che ogni cavaliere
maledetto è padrone del proprio destino...quella atipica che
chiede permesso di fare qualcosa ai cavalieri di Atena sono io.
“Mi stai dicendo che i cavalieri
maledetti di ieri hanno deciso di unirsi alle Titanidi nella
battaglia contro di noi?- ricapitola velocemente il gold, facendomi
capire che c'era un modo più breve e indolore di
comunicargli
i fatti dell'ultima mezz'ora- E che questo cavaliere ti riconosce
come suo capo e intende seguirti in battaglia?”
Annuisco piano.
Questo sì che vuol dire avere il
senso della sintesi!
“Il fatto che le Titanidi abbiano
trovato degli alleati del genere è abbastanza grave.- medita
lui ad alta voce, per poi passare lo sguardo da me a Tomàs
–
Intendi davvero essere il suo capo?”
A questa domanda non posso rispondere
che con una grassa risata sarcastica
“Ahahahahahahaah...No!”
“In questo caso non può
rimanere con noi.” sentenzia, senza cambiare espressione.
A Laomedonte questo non pare importare
“Non intendo andarmene.”
“E non può farlo- gli do man
forte io- se lo facesse Nikon gliela farebbe pagare per averlo
tradito.”
“Non è un problema di cui
Atena o il Santuario possono caricarsi- continua il suo discorso
Shaka, come se io non avessi aperto bocca- Se resta, lo farà
come prigioniero.”
E quando Shaka dice una cosa, è
detto fatto!
Ora sì che mi sento in colpa.
Tomàs è condannato ad un
soggiorno forzato nelle prigioni del Santuario solo perchè
io
non voglio prendermi la responsabilità di essere il suo capo.
Mi sento un verme...
Ma anche lui, non poteva trovare un
altro modo?
Mica c'era bisogno di arrivare a tanto!
Che poi io mica mi sarei messa a fargli
da badante.
Addirittura Marin si è
congratulata con me per aver favorito il suo arresto dicendomi che
è
contenta che ho finalmente messo la testa a posto!
Mi aggiro per i sentieri che attorniano
la Sesta e la Settima casa, fra le quali sono poste strategicamente
le prigioni del Santuario, con andatura nervosa e passo incerto.
Non so assolutamente cosa fare...ma di
certo mica posso andare semplicemente a trovarlo, no?
Non dopo averlo in un certo senso
cacciato io stessa nella situazione in cui si trova.
Ma, dopotutto, non posso nemmeno
cercare di liberarlo alle spalle di tutti. Come potrei fare?
Irritata mi volto di scatto,
ritrovandomi di nuovo faccia a faccia con lo spirito di Takis, che mi
segue da un bel po'.
Dopo i fatti di questa giornata, i miei
propositi di tenere sotto controllo il mio cosmo se ne sono andati in
malora.
Peccato però che Prometheo non
intenda comunicare con me, ma si limita a seguirmi con lo sguardo
cupo e espressione imbronciata.
“Hai intenzione di seguirmi per molto
senza parlare?” sbotto ad un certo punto, stanca di questo
suo
mutismo.
“Credevo avessi detto che non volevi
più sentirmi ne vedermi...”replica lui,
lanciandomi
un'occhiata risentita.
“Andiamo!- esclamo sconcertata,
facendo roteare gli occhi- Mica dicevo sul serio!”
“Mi hai detto che ti ho deluso, che
non avevi più intenzione di starmi a sentire e che
desideravi
che sparissi.” elenca, alzando le dita, e con espressione
estremamente seria.
Mi metto le mani sui fianchi,
spazientita “Da quand'è che ti leghi le cose al
dito così?”
“Da quando mi tratti come se fossi
una mosca fastidiosa.” ribatte Takis.
“Io non ti tratto così!”
Mica l'ho scacciato con un giornale
arrotolato...
“Hai messo la musica a tutto volume
pur di non sentire la mia voce.” mi fa notare, alzando un
sopracciglio.
“Ero arrabbiata!” mi giustifico.
Sulle labbra carnose di Takis compare
un mezzo sorriso “E lo sei ancora?”
“Un pochino...”ammetto.
Nel sentire queste mie parole Prometheo
fa roteare gli occhi, infastidito.
“Ma poco poco!” aggiungo in fretta.
Vedere i suoi occhi limpidi e color del
cielo sorridere ancora prima che le sue labbra si dischiudono mi fa
venire un colpo al cuore.
Mi manca così tanto...
“Allora, cosa intendi fare?” mi
domanda, lasciando cadere il discorso di prima.
Si avvicina di più a me e nel
farlo mi sfiora la spalla, cosa che mi fa sentire uno strano
formicolio per tutto il braccio.
“Con Tomàs, intendi?Non ne ho
la più pallida idea.”
Il suo sguardo però non è
rivolto a me, ma verso qualcosa alle mie spalle.
Incuriosita mi volto e mi ritrovo
faccia a faccia con un ragazzino, probabilmente sta andando a fare
qualche commissione a giudicare dal pacco che porta sulle spalle.
I suoi grandi occhi neri sono sgranati
e mi osservano come se fossi uno strano fenomeno da baraccone.
“Che c'è?Non hai mai visto
qualcuno parlare con uno spirito?” ringhio, rivolta verso di
lui.
“Solo nei telefilm.” risponde
pronto.
Faccio roteare gli occhi e gli faccio
un segno con la mano “Smamma.”
Lo osservo allontanarsi velocemente,
vagamente intimorito.
Credo che tutto quello che mi sta
accadendo in questo periodo ha contribuito a darmi un'aria da pazza
psicopatica da temere!
Non è una cosa di cui vado
particolarmente fiera, preferirei di gran lunga essere la vecchia e
noiosa Michelle di un tempo...
“Allora, cosa hai intenzione di
fare?”ripete Takis, strappandomi dai miei pensieri.
Scuoto la testa con rassegnazione “Te
l'ho già detto: non so. E poi non credo di poter fare
niente.”
Stavolta è lui a scuotere la
testa “Tu puoi fare qualsiasi cosa tu voglia.”
“Se mi tiri fuori una storia del
tipo: volere è potere, mi metto ad urlare!” lo
avverto,
guardandolo di sottecchi.
Sul suo viso, bello nonostante la
cicatrice sulla guancia, compare un ghigno divertito “Ma
è
proprio questo il punto: non puoi essere certa di fallire se prima
non fai nemmeno un tentativo.”
“E se il tentativo fallisse
miseramente?- ipotizzo- Cosa molto probabile, peraltro.”
“E se invece tutto filasse liscio e
tu riuscissi a liberare Laomedonte?” mi scimmiotta lui.
Aggrotto le sopracciglia “Nessuno qua
a parlato di liberare Tomàs.” gli faccio notare.
La strana luce negli occhi azzurri di
Takis mi dice che ha già un piano pronto a riguardo.
E non so quanto la cosa potrebbe essere
positiva per me.
“Beh, l'ho appena fatto io.-
continua, con una smorfia- Ed è esattamente quello che hai
intenzione di fare, solo che non hai il coraggio di agire!”
Colpita e affondata.
“Dimmi, Miki, che cosa fanno i
ragni?” mi domanda, cambiando radicalmente argomento.
Sbatto le palpebre confusa più
volte prima di rispondere.
“Schifo?” tento, con incertezza.
“Sii seria.” mi rimbecca Takis,
senza però trattenere un sorriso divertito.
“Le ragnatele?” riprovo.
Dove diavolo vuole arrivare?
Lui scuote la sua testa castana
“Acqua.”
“Fanno venire le crisi di nervi alle
casalinghe che se li ritrovano negli angoli delle pareti?”
Prometheo inizia a sorridere
soddisfatto “Fuochino.”
Sospiro esasperata “Non puoi
semplicemente dirmelo tu, senza fare questi giochetti?Se aspetti me
va a finire che facciamo notte!”
La sua risata cristallina mi entra
nelle orecchie stordendomi un po' “E va bene- capitola,
alzando le
braccia in segno di resa- I ragni hanno la capacità di
camminare su superfici verticali e non, sfidando la forza di
gravità.”
Spalanco la bocca, incredibilmente
stupita.
Non può davvero pensare quello
che penso che stia pensando.
Ok, la mia è l'armatura di
Aracne. Effettivamente sparo ragnatele come neanche Spiderman e ho
anche il bonus del veleno in stile tarantola, ma la cosa dovrebbe
finire lì, no?
Non posso anche fare l'allegra
alpinista senza funi di protezione, soffro di vertigini, per Zeus!
“Tu mi stai dicendo che io dovrei
intrufolarmi nelle prigioni, camminando sulle pareti come se fossi un
ragno, per recuperare le chiavi e permettere a Tomàs di
scappare?” ricapitolo, con tono scioccato, ma tenendo la voce
bassa.
Se questo dovesse rivelarsi il mio vero
piano, non devo permettere che nessuno sospetti di me.
“No, tu te lo stai dicendo.”
replica Takis, con un sorriso obliquo.
“E' un piano folle!Non ho mai fatto
una cosa del genere!Non saprei neanche da dove cominciare e poi sai
che io mi muovo peggio di un ippopotamo in un negozio di
cristalli!”
sbotto, gesticolando alla rinfusa.
“Te la caverai. E riuscirai anche a
tenere segreto tutto questo ai damerini dorati.”
Certo. Lui è sempre sicuro di
tutto.
Tanto sarò io a farlo, mica lui!
“Come fai a dirlo?Hai forse acquisito
il dono della preveggenza?” lo sfido, digrignando i denti
irritata.
“No. Semplicemente mi fido di te e
delle tue capacità più di quanto fai tu
stessa.”
I suoi occhi sono così pieni di
fiducia e la sua espressione è così serena che
non
posso che smettere all'istante di essere arrabbiata con lui.
E immediatamente capisco anche che mi
metterò subito in azione per far sì che questa
fiducia
non sia mal riposta.
Faccio un bel respiro e cerco di
trovare un minimo di concentrazione, ma non è facile.
Non ho mai visto nessuno dei vari
Mission Impossible o 007, non sono per niente portata a creare
aggeggi che mi tirino fuori dalle situazioni più disparate
alla McGayver e non so assolutamente come fare a tenere nascosto un
uomo alto due metri a una dozzina di guerrieri dotati di settimo
senso.
In sostanza: non sono affatto la
persona adatta ad organizzare un'evasione.
Ma a Takis, dopotutto, cosa può
importare? Lui è sparito non appena ho ripreso controllo del
mio cosmo!
Ora, nascosta dietro un cespuglio, poco
lontana dall'entrata delle prigioni del Santuario ci sono solo io.
Come ci sarò solo io quando
verrò immancabilmente scoperta con le mani nel sacco.
“Calma e sangue freddo- mi ripeto a
bassa voce e per l'ennesima volta, nel tentativo di rilassarmi un
pò-
Non c'è nessun motivo di perdere la calma.”
Sbatto la testa sulle ginocchia che
stringo al petto, rassegnata: non riesco neanche a mentire a me
stessa!Certo che ce ne sarebbero di motivi per cui perdere la calma,
nel tragitto che mi portava qui e nell'ora successiva di appostamento
ho stilato mentalmente una lista piuttosto lunga sui motivi per cui
dovrei rinunciare.
Peccato però che gli unici due
per cui ho deciso di fare questa pazzia sono così importanti
da surclassare tutti gli altri.
Non voglio deludere Takis.
Non voglio che Tomàs abbia mal
riposto la sua fiducia.
Riempio di nuovo i polmoni fino
all'estremo e butto fuori l'aria tutta d'un botto subito dopo, come
ho visto fare in alcune cassette di Kim sugli esercizi di
respirazione.
Non mi pare che funzionino.
Purtroppo, però, il tempo
stringe, e fra meno di mezz'ora ci sarà il cambio delle
guardie: devo per forza agire ora che dovrebbero essere abbastanza
stanchi.
Mi alzo di scatto, cercando di rendere
i miei movimenti più fluidi e mirati, ed entro velocemente
nella porta che conduce all'entrata delle prigioni.
Trattengo il respiro, non appena
intravedo i gradini che portano ai piani inferiori, sottoterra, dove
si trovano le celle. Forse non sarà arrivare lì
il
problema, ma superare le guardie che custodiscono l'entrata,
già
di per sé protetta da dei portoni blindati.
In fondo, queste prigioni sono
solitamente inutilizzate.
Che io sappia nessun nemico ci è
mai stato rinchiuso.
Qualsiasi cavaliere qualificato, se lo
volesse, potrebbe distruggerle facilmente (forse è questo
quindi il motivo per cui sono state costruite sottoterra: il crollo
danneggerebbe anche il fuggitivo!); ai tempi di Arles ci venivano
rinchiusi i suoi oppositori più deboli, ed ora vengono
utilizzate solo come punizione per quei soldati semplici che perdono
il controllo.
Scuoto la testa e cerco di concentrarmi
su quello che devo fare.
Spero vivamente che l'intuizione di
Takis sia giusta!
Poso le mani sulle pareti e non mi
sembra di sentire niente di diverso, tuttavia provo lo stesso a
scalarle.
In men che non si dica appoggio alla
superficie di roccia nuda anche i piedi e, incredibilmente, rimango
sospesa. La mia presa, che sembra inesistente, mi tiene saldamente
ancorata alla parete stessa impedendomi di cadere.
Mi viene quasi da ridere per la
facilità con cui lo faccio.
Non mi ci vuole molto a salire fino in
cima, e a ritrovarmi a testa in giù, con la mia coda di
cavallo che penzola leggermente.
Ora non mi resta che iniziare a
muovermi e a scendere al piano inferiore, sperando che il sangue che
mi arriva di troppo alla testa non mi faccia fare qualche strafalcione
dei miei!
Non è difficile.
Non lo sembra per niente.
In fondo, è come gattonare.
Solo che lo sto facendo sul soffitto.
O miei dei!Sto gattonando sul
soffitto!!
Non devo guardare giù. Qualsiasi
cosa accada non devo guardare giù!
Continuo a ripetermelo mentalmente
mentre faccio scivolare mani e piedi fino ad arrivare al piano di
sotto.
Non c'è molta luce, e questo è
un vantaggio per me, ma forse almeno una pila a dinamo mi sarebbe
utile.
Perchè tutta questa oscurità,
dico io?
Continuo ad avanzare incerta, e non mi
sembra neanche di essere su un soffitto e non coi piedi per terra
dato che il buio mi ha fatto un po' perdere l'orientamento.
“Ahia!” mi lascio sfuggire, quando
la mia testa sbatte contro una specie di parete che non avevo notato.
“Che cos'è stato?” sento
dire da delle voci maschili che mi arrivano attutite alle orecchie.
“Va a controllare.” dice qualcun
altro poco dopo.
Mentre sento dei passi avvicinarsi
rapidi mi irrigidisco.
Ecco!Neanche ho iniziato a fare sul
serio e già mi hanno beccato!Ma perchè sono
così
stupida?
Dopo uno scatto metallico una porta
blindata si apre (ecco su cosa avevo sbattuto allora, accidenti a
lei!) e immediatamente si accendono delle luci.
Strizzo gli occhi, leggermente
infastidita da questo cambiamento, e poi mi ritrovo a sospirare di
sollievo quando scopro che la guardia non mi ha scoperto.
Si guarda semplicemente intorno, con
aria concentrata e attenta, ma non accenna a guardare in alto.
Con passo affrettato si muove verso le
scale, per controllare che qualcuno non si nasconda lì, e
nel
frattempo riesco a passare dalla porta che ha lasciato aperta,
cercando di rimanere appiattita al soffitto il più possibile.
Ho appena fatto in tempo ad entrare che
anche la guardia ritorna, chiudendosi la porta alle spalle.
Accidenti!Non avevo mai notato che chi
cammina è più veloce di chi gattona!
Se continuo di questo passo non
arriverò in tempo per attraversare la seconda porta!
Muovendomi più veloce che posso,
riesco a infilarmi per tempo nell'uscio, sempre cercando di non
pensare che sono a testa in giù e che tutta questa
situazione
è assurda.
Però!, penso mentre le due
guardie si interrogano sullo strano rumore che avevano sentito,
credevo che ci avrei messo molto più tempo e invece sono
già
dentro!
Certo, si è trattato di un caso
fortuito e del tutto inaspettato, ma intanto ho raggiunto il mio
obiettivo.
La cosa mi fa quasi diventare
leggermente più ottimista riguardo l'esito di questa
missione.
Continuo a gattonare silenziosamente,
lasciandomi alle spalle le due guardie che rimangono di guardia alla
porta, mentre io procedo lungo la galleria lunga e stretta che porta
alle celle.
Mentre mi muovo non posso fare a meno
di storcere il naso.
Perchè le prigioni devono avere
questo stile medioevale malsano?
Non sarebbe meglio avere dei corridoi
asettici, disinfettati e perfettamente luminosi?
Mi domando come mai la Kido abbia fatto
installare le porte blindate senza apportare nessun altro
cambiamento...
Quando arrivo di fronte alla cella di
Tomàs mi sembra quasi di riconoscerla: assomiglia in modo
impressionante a quella in cui mi sono risvegliata più di un
anno fa, il giorno dopo aver ricevuto l'armatura. Un brivido freddo
mi scorre lungo la schiena al ricordo, ma forse è solo
l'umidità.
Il cavaliere di Laomedonte, che è
sdraiato sulla branda decisamente troppo piccola per lui, mi lancia
un'occhiata fulminea prima di distogliere lo sguardo.
Non vuole far insospettire nessuno,
probabilmente.
Non che ci sia qualcuno da insospettire
però.
Esattamente sotto di me, la guardia che
gli è stata assegnata è intenta a leggere un
quotidiano.
Le chiavi della cella, si trovano poco
più il là, su uno svuota tasche appoggiato a un
tavolo
di legno a cui fortunatamente da le spalle!
Ok.
Ricapitoliamo il piano: mando giù
una ragnatela, prendo le chiavi, le faccio scivolare nella cella di
Tomàs e poi aspetto l'evolversi della situazione.
Non dovrebbe essere troppo complicato.
Credo...
Stacco una mano dalla parete, non senza
cercare inconsciamente di aggrapparmi ancora di più con gli
altri tre arti, e lancio la mia ragnatela, ma un pensiero mi coglie
mentre questa è a mezz'aria.
Come faccio poi a staccare le chiavi
dalla mia ragnatela senza fare troppo casino?
Se facessi dissolvere semplicemente la
tela come faccio sempre le chiavi cadrebbero e mi farebbero scoprire
e io non saprei inventarmi un altro modo per lasciarle andare.
Un lieve luccichio argentato cattura la
mia attenzione.
Una graffetta!
Tenendo sotto controllo la guardia di
tanto in tanto, dirigo la ragnatela verso il piccolo oggetto.
Riesco a sollevarla ed appena è
alla mia altezza la prendo in mano, deformandola abbastanza da creare
un gancio improvvisato.
Ci siamo: ora dovrei riuscire a
prendere le chiavi!
Calo di nuovo la tela e tento di
afferrarle.
Mi sento come quando da ragazzina
cercavo di vincere dei peluche al luna park.
Non ci sono mai riuscita.
Ma stavolta fallire non è nelle
opzioni possibili.
Resto concentrata e, dopo qualche
tentativo, riesco finalmente ad afferrarle.
Sì!Sì, sì, sì,
sì, sì!
Questa esultanza interiore dura per
pochi secondi.
E ora come diavolo faccio a darle a
Tomàs?
Mi guardo intorno furtiva alla ricerca
di una qualsiasi idea che possa aiutarmi, ma la guardia è
proprio voltata verso la cella occupata da Laomedonte.
Accidenti!!
Con un gesto del tutto istintivo lascio
andare anche l'altro braccio, trovandomi in piedi a testa in
giù.
Invece di mettermi a gridare per lo
spavento però, lancio una nuova tela, facendo cadere con uno
strattone lo svuota tasche.
“Ma che diavolo succede?” sbotta la
guardia, alzandosi di scatto leggermente spaventato dal rumore
improvviso.
Il resto accade tutto molto
velocemente.
Mentre l'uomo si allontana imprecando
per raccogliere quanto caduto io corro verso la cella di
Tomàs.
È quando sono lì a un
passo dal traguardo che mi accorgo che le chiavi stanno
inesorabilmente e irrimediabilmente scivolando via dalla mia presa.
Mi blocco all'istante.
Sembra quasi la scena di un film: ogni
minimo movimento è al rallentatore, e il mio cuore che batte
all'impazzata è la perfetta colonna sonora.
“No!” tengo la voce bassa, ma è
come se avessi urlato.
Le chiavi cadono velocemente.
Ecco.
Tutta questa fatica e alla fine rovino
tutto come al solito con la mia goffaggine!Ma si può essere
più stupidi?!
Ora tutto se ne andrà in malora:
Tomàs rimarrà in cella, la guardia si
accorgerà
della mia presenza e, se non è davvero tonto come sembra, mi
riconoscerà e così i gold e Atena si
arrabbieranno con
me...di nuovo!
E se poi volessero rinchiudere anche me
per evitare di farmi combinare altri pasticci?
Oh, no, questo non deve assolutamente
succedere...Io devo vendicare Takis, per la miseria!!
Un colpo di tosse di Tomàs, mi
distrae dalle mie ipotesi apocalittiche.
La sua grande mano è saltata
fuori dalle sbarre, si è chiusa a pugno a pochi centimetri
da
terra afferrando le chiavi, e con un gesto fulmineo le ha nascoste in
tasca.
Inconsapevolmente mi ritrovo a
sospirare di sollievo. Tutta l'operazione non ha impiegato che pochi
secondi.
Quasi non ci credo: ce l'ho fatta!Ho
fatto davvero qualcosa di buono senza fare danni!
C'è solo una cosa che intacca
questo mio momentaneo istante di euforia: adesso come faccio a uscire
di qui?
Uscire da quell'antro oscuro non si è
rivelato difficile quanto mi aspettavo.
Alla fine è bastato che io me ne
stessi buona buona nella famosa posizione di Dracula ad aspettare che
le guardie finissero il loro turno, dopo di che me la sono potuta
squagliare velocemente.
Ma ora che ho fornito a Tomàs
tutti i mezzi per evadere, come farò a nasconderlo?
Prima non ci pensavo neanche, dato che
neanche credevo che potessi riuscirci, ma ora che cosa faccio?
Nasconderlo da me è fuori
discussione: primo non saprei dove metterlo dato che quella stanzetta
è fin troppo stretta anche per una sola persona, e poi
perchè
Al mi scoprirebbe immediatamente.
Credo che dovrò di nuovo cercare
l'aiuto di Chen. Accidenti, quel piccoletto starà iniziando
a
pensare di essere diventato mio complice in ogni cosa. Non che gli
vada male, a quanto ho capito si diverte un mondo a inventare piani
diabolici alle spalle dei gold, peccato che poi le conseguenze le
paghi io soltanto!
“Si può sapere cosa diavolo
stai facendo?”
E' questa voce dura e dal tono
altissimo a strapparmi dai miei pensieri.
Alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti
Aioria che mi guarda con sguardo severo.
Immediatamente cerco di darmi una
sistemata come se potesse esserci qualcosa nel mio aspetto che faccia
trapelare cosa ho fatto fino a mezz'ora fa.
“Buongiorno anche a te, Aioria.- dico
con sarcasmo, rispondendo a una domanda che nemmeno mi ha fatto-
Sì,
va tutto bene, sei stato carino a chiedermelo. A te come va?”
Fra le mille abilità dei gold
non c'è quella di captare il mio cuore che batte
all'impazzata, vero?
“Hai un ordine restrittivo: non puoi
avvicinarti alle prigioni.” continua, ignorando ogni singola
sillaba che è uscita dalla mia bocca.
Per tutta risposta faccio roteare gli
occhi platealmente“Mai sentito parlare di libertà
personale?E' sulla carta dei diritti umani e...”
Ma lui mi interrompe “Mai sentito
parlare degli ordini di Atena?” domanda, imitando il mio tono.
“Ma...”tento di protestare.
“Spiegami che ci fai qui in un
massimo di cinque parole, Michelle.” mi ordina Aioria, con
sguardo
serio.
Non lo sopporto quando fa così!
“Sto. Facendo. Una. Passeggiata.”
scandisco lentamente, mentre lui ad ogni mia parola alza un dito
della mano per elencarle.
...stronzo. Aggiungerei volentieri,
dato che mi avanza spazio ancora per una parola.
E avrei anche un mezza idea di quale
dito potrei alzare per accompagnarla...
“Falla da un'altra parte.” intima
il gold, con sguardo severo.
Andiamo: non può dire sul serio!
Alzo un sopracciglio e lo guardo
esterrefatta, sperando che mi dica da un momento all'altro che non
diceva sul serio.
“Che stai aspettando?” domanda
infastidito.
“Che tu riprenda possesso delle tue
facoltà.”gli rivelo, esasperata.
Aioria però non pare afferrare
il concetto “Come?” domanda, sinceramente stupito.
“C'è una zona off limits per
me?Del tipo, un cartello con su la mia faccia e la scritta: io qui
non posso entrare?”
“Non male come idea.” ammette con
un sorrisetto divertito.
Sorrisetto che, per inciso, mi viene
voglia di strappargli dalla faccia a suon di pugni...
“Stavo scherzando!” sibilo,
guardandolo di sottecchi.
“Sono gli ordini di Atena, non si
discutono.” ripete per l'ennesima volta.
Ma che crede, che non abbia capito?
Sto ignorando le sue parole
deliberatamente, altro che storie!
Mi passo una mano sulla fronte,
cercando di recuperare la pace interiore che non ho mai avuto per
spiegargli con parole elementari che non trovo affatto giusto questo
trattamento
“Senti:-inizio a parlare con tono
conciliante- ho sempre apprezzato questo tuo senso del dovere, ma non
credi di stare esagerando un po'?”
Aioria inclina leggermente la testa di
lato, come se stesse riflettendo su quanto ho detto.
“Hai ragione!- ammette infine,
strappandomi un sorriso soddisfatto- Ti sto riservando un trattamento
di favore, e se non te ne vuoi andare con le buone dovrò
ricorrere con alle cattive.”
Non fa in tempo a finire di parlare che
mi agguanta una spalla con la sua presa ferrea e inizia a trascinarmi
chissà dove.
“Non è questo che intendevo!”
strillo, indignata.
“Poco male. Trovo che sia una buona
idea.” ribatte, scrollando le spalle.
Non è affatto giusto. È
una questione di principio, accidenti. Non può trattarmi
così!
Punto i piedi a terra e mi irrigidisco
cercando di porre tutta la resistenza possibile.
“Michelle, non fare la bambina- mi
ammonisce immediatamente- Se fai così va a finire che ti si
consumeranno le suole delle scarpe!”
Stringo i denti per lo sforzo di
oppormi al gold, ma credo sia tutta fatica sprecata.
Non intendo mollare comunque.
“Lasciami andare immediatamente!”
gli intimo, digrignando i denti.
“Ti lascerò andare quando ti
avrò rimesso sotto la custodia di Aldebaran del
Toro.” dice
lui, senza il minimo sforzo.
“Lasciami andare- ripeto- o
altrimenti...”
“O altrimenti?” incalza lui,
ridacchiando divertito.
Non credo che quest'uomo mi prenda sul
serio.
“Altrimenti io...- ripeto, poco
convinta, cercando di farmi venire in mente una minaccia abbastanza
terrificante-io...”
Io, cosa?
Rado al suolo il Santuario con uno
starnuto?
Rovino la permanente a Saori?
Userò Tatsumi come palla sa
bowling?
“Tu?”
Ci sono!Che idea geniale!
“Dirò a tutti di te e Marin!”
concludo, con tono di sfida.
Ok, tecnicamente al Santuario non c'è
anima viva che non sappia che fra quei due c'è qualcosa, ma
loro sono davvero convinti che la loro storia sia segreta e
assolutamente privata.
Aioria non risponde, ma credo di aver
fatto centro.
“Mi hai sentito?”
“Sì, ma non capisco
assolutamente di cosa tu stia parlando.” risponde, cercando
di
rimanere impassibile il suo tono.
Se pensa di darmela a bere si sbaglia
di grosso.
“Hai capito benissimo, andiamo!-
continuo, per niente scoraggiata- Adesso mi metterò a urlare
ai quattro venti della vostra storia se non mi lasci
immediatamente.”
Il gold del Leone tentenna un po' prima
di ribattere “La cosa non mi scalfisce minimamente, dato che
sono
tutte pure insinuazioni.”
“Come vuoi. Scommetto che Shaka sarà
ben contento di interrompere la sua meditazione del tramonto per
ascoltare quanto ho da dire- dico, prima di alzare la voce in modo
spropositato e mettermi a urlare come una bambina petulante- Aioria
ama Maaaaaaaaa...”
Non faccio in tempo a finire la frase
che la mano del gold mi tappa con foga la bocca, riuscendo
però
a coprirmi contemporaneamente anche il naso.
Il suo volto è paonazzo “Non
devi neanche provare a mettere in giro una voce simile!”
Non cerco nemmeno di rispondere,
piuttosto provo con foga di liberarmi dalla sua mano che mi sta
comprendo praticamente tutta la faccia. Non riesco a respirare!
“Mi hai capito, Michelle?- continua
con una certa urgenza- Non devi assolutamente parlare con nessuno di
questa cosa, chiaro?”
Per tutta risposta mi aggrappo ancora
di più al suo polso, cercando di levarmelo dalla faccia.
Sto diventando blu e lui pensa solo a
come tenere segreta la sua love story.
“Di qualcosa, per Atena!”
“Mmphppm!” sbotto, infuriata. Suoni
gutturali che corrispondono alla frase: mi stai soffocando, idiota!
Aioria pare accorgersene, forse anche a
causa del mio colorito poco salutare e molla immediatamente la presa.
“Scusa, non mi ero accorto...”
borbotta imbarazzato, mentre io tossisco sonoramente mentre cerco di
riempirmi i polmoni di aria.
“Allora, terrai la bocca chiusa?”
ritenta, qualche secondo dopo.
Sgrano gli occhi, infastidita “Stavi
per ammazzarmi e tutto quello di cui ti importa è che non
riveli il tuo segreto?”
“Beh, io...”
Non gli lascio il tempo di continuare.
Me ne vado via sbuffando come una
locomotiva intasata e pestando i piedi.
“Michelle!- mi saluta Aioros, che
incrocio nella mia discesa vero la Seconda- Hai un colorito poco
salutare:c'è qualcosa che non va?”
“Vallo a chiedere a quell'imbecille
di tuo fratello!” sbotto in risposta, riuscendo spiazzarlo
completamente.
Mentre il cavaliere del Sagittario mi
osserva stranito, continuo a camminare velocemente, sperando come non
mai di raggiungere il più velocemente possibile la mia
angusta
ma solitaria stanzetta.
Ok, lo so, non è stato geniale
fare quella scenata con Aioria. Probabilmente il mio comportamento
verrà considerato sospetto quando scopriranno che Laomedonte
è
evaso, ma al momento ho ben altri problemi.
Per prima cosa, assolutamente farmi
venire in mente un'idea per tenere nascosto Tomàs fino al
giorno della battaglia, quando nessuno potrà più
dire
niente a riguardo.
È una fortuna che nessuno possa
sentire il suo cosmo, ma questo non vuol dire che nessuno lo possa
vedere, però...
Continuo a camminare avanti e indietro
nella stanza, con la speranza di scaricare la tensione e di farmi
venire un'idea qualsiasi. Il risultato però è che
fra
un po' avrò creato un solco nel pavimento.
“Ci sarà in tutto il Santuario
un luogo in cui nessuno oserebbe cercarlo!” sbotto fra me e
me,
lanciando un pugno alla parete per la frustrazione.
Il risultato è che mi faccio
male alla mano. Accidenti!
“Ahiaahiaahiaahia” piagnucolo,
agitando la mano offesa e saltellando da una parte all'altra della
stanza.
Toc. Toc.
Il suono è debole e di certo non
l'avrei sentito se non fosse stato accompagnato da una voce possente
che tuona un “E' permesso?”
Appena mi rendo conto che hanno bussato
alla mia porta mi lancio sul letto ad una velocità
impressionante, cercando di assumere l'aria di una che ha dormito per
diverse ore e scacciando il panico che mi sta assalendo.
“Avanti” mormoro, con una voce
fintamente impastata da un sonno che non ho.
La porta si spalanca e davanti a me si
parano le due massicce figure di Doko e Saga. Dietro di loro
intravedo anche la testa di Aldebaran che mi rivolge un sorriso
imbarazzato e pieno di scuse.
“Sì?” domando, inarcando le
sopracciglia.
“Michelle dobbiamo parlarti.”
inizia a parlare il cavaliere della Bilancia.
Annuisco piano “Ok.”
“Riguarda il cavaliere maledetto
imprigionato.” aggiunge Saga.
Ahi-ai. Il fuggitivo è stato
scoperto.
A tutte le cellule del corpo: niente
panico, loro non sanno che noi c'entriamo qualcosa. Continuare le
proprie attività come se niente fosse senza dare nell'occhio.
“Ok.” incalzo di nuovo con voce
incerta.
“Il cavaliere di Laomedonte è
fuggito.” dice Doko con tono piatto, arrivando al sodo.
Dato che ha saltato a piè pari i
convenevoli devo dedurre che non sia una visita di cortesia come mi
aspettavo.
Quindi devo recitare alla perfezione la
mia parte.
Mi alzo di scatto dal letto, mettendomi
a sedere e spalanco gli occhi fingendomi stupita “Davvero?E
come è
successo?”
“In qualche modo deve essere entrato
in possesso delle chiavi della sua cella.- mi spiega Saga con sguardo
serio- Probabilmente deve avere avuto un complice.”
“Un complice!- ripeto allibita- E'
molto strano. Che qualcuno dei suoi compagni abbia deciso di arrivare
fin qui per liberarlo?”
I due gold mi lanciano un'occhiata
fulminante “Sei in cima alla lista dei sospetti.”
Incredibilmente mi viene da
sghignazzare e cerco di trattenermi a fatica.
Mi sembra di essere in un film
poliziesco da quattro soldi.
“Io?Ma..m-ma non è vero!!- il
tono pieno di panico mi viene splendidamente!-E poi come avrei potuto
farlo?”
“Aioria dice di averti visto nei
pressi delle prigioni poco prima dell'evasione.” mi informa
Doko.
Immaginavo una cosa del genere...
“Ma per favore...” sento borbottare
Aldebaran dietro le loro spalle.
Meno male che qualcuno è dalla
mia parte!
“Pensiamo che tu possa nascondere il
cavaliere di Laomedonte qui dentro.” conclude Saga, lanciando
un'occhiata all'interno della stanza.
“Voi credete veramente che io possa
nascondere Tomàs qui dentro?” domando, aggrottando
le
sopracciglia e soffocando a stento una risatina.
Ammetto di avere una coda di paglia
grossa come una casa, ma nonostante io sappia benissimo che hanno
ragione di dubitare di me, mi domando come gli possa essere venuto in
mente che io possa nascondere qualcuno qui.
“Sì” risponde con tono grave
Saga.
“Qui dentro?” ripeto leggermente
scioccata, ma le loro occhiatacce mi fanno cambiare immediatamente
tono.
“Beh, grazie per la fiducia,
innanzitutto, ma non vi siete fermati a pensare almeno per un attimo
che questa stanza è già abbastanza piccola da
impedirmi
di allargare le braccia?Dove potrei nasconderlo?” gli faccio
notare.
“Nell'armadio.” risponde pronto
Doko.
Scrollo le spalle e mi limito a
indicargli la porta a muro, invitandolo implicitamente ad aprirlo.
Il gold di Libra mi supera con
espressione quasi trionfante. Forse crede davvero che io sappia
bluffare benissimo e Tomàs, con i suoi due metri e dieci di
altezza, si possa davvero trovare lì dentro.
Saga rimane sulla porta osservando
l'intera scena con i suoi penetranti occhi blu.
Un brivido freddo mi scorre lungo la
schiena: Kim può dire quello che vuole e vederlo come un
principe azzurro e tutto il resto (fra l'altro l'armatura
scintillante l'ha già!), ma a me il cavaliere dei Gemelli
inquieta un po'. Non quanto Death Mask, però...
“Sicura di non volere dire niente
prima che io apra questo armadio?” domanda con tono severo
Doko,
guardandomi intensamente con già le mani sulle maniglie.
Probabilmente è un tentativo di
estorcermi una confessione all'ultimo minuto per attenuare la mia
eventuale pena futura.
“Beh, una cosa ci sarebbe...”
ammetto, stringendomi nelle spalle, mentre lui spalanca le ante di
colpo.
“...divido i vestiti per tipo di
tessuto e colore- continuo- quindi se evitassi di mettermi a
soqquadro l'armadio sarebbe davvero super.”
Dietro le spalle di Saga vedo Aldebaran
sospirare di sollievo.
“Ve lo avevo detto che lei non
c'entrava niente con questa storia!”esclama trionfante.
“Incredibile!-commento con sarcasmo-
Non c'è nessun fuggitivo dall'aria torva nel mio armadio, ma
solo dei semplici vestiti. Chi l'avrebbe mai detto?”
Mi alzo di scatto dal letto ed infilo
la porta, affiancandomi ad Aldebaran.
“Ora devo andare, ma se volete potete
continuare a setacciare la mia stanza” li invito con
gentilezza.
Al mi lancia un'occhiata carica di
significato, ma vedere le facce un po' deluse degli altri due mi sta
divertendo troppo.
“Provate a controllare sotto il
letto.” suggerisco con tono innocente, prima di filarmela
velocemente.
Va bene il mio piccolo trionfo, ma non
credo sia il caso di tirare troppo la corda.
Non mi ero mai sentita così da
molto tempo.
Ho addosso la stessa eccitazione di una
bambina che combina una marachella e non viene scoperta.
O meglio, sono convinta che la
sensazione che provo ora sia quella, ma non posso esserne sicura al
cento per cento dato che solitamente quando da piccola combinavo
qualcosa, venivo scoperta nella mezz'ora successiva, sempre che non
mi mettessi io stessa a confessare tutto in lacrime.
Quando entro nel tempio dell'Ariete, ho
ancora un grande sorriso stampato sulle labbra e mi limito a seguire
la scia lasciata dal cosmo del padrone di casa per raggiungerlo.
Appena entro nel suo salotto,
dimenticandomi clamorosamente di bussare, il mio sorriso si allarga
ancora di più.
“Buon giorno Mu!Hai notato che
splendida giornata...”
La voce mi muore in gola, mentre mi
accorgo che il gold dell'Ariete non è solo, ma che con lui
c'è
l'uomo che in assoluto riesce a mettermi più in imbarazzo.
L'aver notato la presenza di Shaka,
inoltre, mi fa vedere anche che le loro espressioni sono tutt'altro
che gioviali come le mie.
“...non è?” concludo con
voce più piatta.
Faccio saettare i miei occhi dai loro
volti e mi affretto ad aggiungere, imbarazzata “Mi sono
dimenticata
di bussare, scusate.”
Mu mi sorride indulgente “Non fa
niente, Michelle. Hai saputo dell'evasione di Laomedonte?”
Annuisco “Sì, Saga e Doko
stanno perquisendo la mia stanza.”
Sulle labbra del gold dell'ariete
compare un sorriso divertito, ma Shaka non pare essere dello stesso
umore.
“E' più che legittimo dubitare
di te, quando hai così insistito affinché non
venisse
rinchiuso.”
Abbasso lo sguardo, dispiaciuta che sia
proprio lui a pensarla così.
“L'importante è che tu sia
innocente.- mi consola Mu- Anche se ciò che ha insospettito
alcuni di noi è stato il tuo strano comportamento con
Aioria.
Eri stranamente scontrosa...”
Beh, scommetto che anche loro sarebbero
scontrosi se venissero banditi da un determinato luogo!
“Ho avuto... dei problemi.” cerco
di giustificarmi, inventandomi una scusa di sana pianta.
“Che genere di problemi?” domanda
Mu interessato.
Non so assolutamente cosa rispondere a
questa domanda, sto per inventarmi un mal di pancia strategico come
facevo quando dovevo essere interrogata ma Shaka inconsapevolmente mi
salva da questo imbarazzo.
“Non riesce a gestire perfettamente
il suo cosmo, e quando accade che perde il controllo vede lo spirito
del cavaliere di Prometheo.”
Che scusa geniale!Perchè non ci
ho pensato da sola?
“Esatto!-confermo entusiasmo. Forse
troppo dato che entrambi mi guardano straniti, quindi cerco di
rendere mesto il mio tono- Cioè...sì,
è proprio
questo il motivo.”
“Tutto ciò è molto
grave, Miki.- commenta il gold di Aries con tono meditabondo- Come
farai quando sarai sottoposta alle pressioni della battaglia?”
“Mi inventerò qualcosa.”
borbotto con una scrollata di spalle.
“Non è una cosa da prendere
alla leggera, Michelle...” mi ammonisce Shaka.
Faccio roteare gli occhi“Lo so, lo
so...sono vostra alleata e il mio aiuto serve al Santuario.”
“Non è solo questo, Miki. -
continua Mu-Nessuno di noi vorrebbe che ti capitasse
qualcosa...Bè,
forse Death ti sta augurando almeno una ferita fastidiosa...”
Le sue parole mi spiazzano un po'.
E non solo perchè mi ricordano
che Death Mask ce l'ha ancora a morte con me per quella sciocca
faccenda della frittata, ma perchè mi hanno fatto venire un
profondo attacco di senso di colpa.
Se Mu continua a essere così
amichevole e gentile va a finire che gli spiattello tutto e rovino il
mio intero piano!
“Credo che sarebbe perfetto.” lo
sento dire, quando ritorno a fare attenzione alle sue parole.
“Come dici?” domando con tono
smarrito.
“Shaka ti insegnerà una
tecnica di meditazione per imparare a mantenere il controllo del tuo
cosmo.” spiega tranquillo.
Se avessi avuto in bocca un goccio
d'acqua l'avrei sputato per lo stupore!
Mi volto verso il cavaliere di Virgo
con sguardo incerto. Lui come al solito è impassibile, ma io
non credo di riuscire a badare al mio cosmo in sua presenza!
“C'è solo una piccola cosa,
però.” dice il biondo.
“Sarebbe?” ribatto titubante.
“Ti concederò il mio aiuto, ma
prima voglio che tu mi chiarisca una cosa.”
Il tono serio usato dal gold mi
insospettisce. Inconsciamente, incrocio le braccia e mi scosto
leggermente.
“Cioè?” incalzo, leggermente
sospettosa.
“Michelle, voglio che tu mi guardi
negli occhi e che mi giuri solennemente che non hai nulla a che fare
con l'evasione del cavaliere maledetto.”
Ahi-ahi.
Io non so mentire nemmeno recitando la
lista della spesa...
Abbasso lo sguardo repentinamente e mi
fisso la punta delle scarpe.
“Beh, ecco, io....” balbetto,
cercando di trovare qualcosa da dire.
“Michelle.” mi richiama Shaka,
costringendomi ad alzare lo sguardo.
Mi pare orribile mentirgli, soprattutto
su una cosa del genere, ma devo farlo. Per Tomàs.
Dopotutto, anche se non lo ammetterò
mai ad alta voce, mi ha scelto come capo e io dovrei dargli qualche
garanzia e comportarmi come tale, no? In fondo lui è
addirittura finito dietro le sbarre senza dire una parola pur di non
contraddirmi...
Deglutisco a vuoto un paio di volte e
rialzo lo sguardo sul volto del gold.
“Io, Michelle di Aracne- inizio con
tono solenne- ti giuro solennemente che non ho niente a che fare con
l'evasione di Tomàs di Laomedonte.”
Shaka alza un sopracciglio, ancora poco
convinto “Sicura?”
Alzo le mani allargando bene le dita
“Assolutamente. Niente dita incrociate.”
Al sentire queste mie parole pare
rilassarsi un po'.
“In questo caso credo di poterti
aiutare ad imparare una tecnica per gestire il tuo cosmo.”
In risposta gli rivolgo un ampio
sorriso, cercando di celare il senso di colpa.
Ma dopotutto, Shaka non potrebbe mai
venire a sapere che ho incrociato le dita dei piedi, giusto?
“C'è un motivo per cui sei
qui, Michelle, oppure stavi solo scappando da Saga e Doko?”
mi
domanda Mu, con un lieve sorriso sulle labbra.
Giusto!Sono qui per un motivo!
“Devo vedere Chen.” spiego.
“L'Oracolo?E perchè mai?”
chiede il saint dell'Ariete aggrottando le sopracciglia chiare e
sottili.
E via con un'altra scusa. Uffa, mi
sento così male a dover mentire...e inoltre con delle bugie
alle spalle ho moltiplicato in maniera esponenziale la mia
possibilità di fare delle gaffes.
Sospiro mestamente “Intendo
chiedergli un consulto. Vorrei che cercasse di vedere se la guerra
imminente colpirà i miei compagni a Salonicco, o se il mio
tentativo di proteggerli andrà in porto.”
Mu mi si avvicina e mi strizza
dolcemente una spalla con la sua mano fresca “Ti mancano
molto,
vero?”
“Troppo.” ammetto senza vergogna.
Lui mi rivolge un altro sorriso dei
suoi e si allontana passandosi una mano sulla fronte “Te lo
vado a
chiamare. Spero solo che lui e Kiki non si stiano di nuovo
azzannando...”
“L'Oracolo è troppo
viziato...” commenta Shaka, mentre Mu si infila in un
corridoio.
“Forse è stato solo per troppo
tempo.” ribatto, prendendo le difese di quel rompiscatole in
miniatura.
“Forse.” acconsente Shaka.
Mentre restiamo soli mi ritrovo a
fissarlo per qualche secondo di troppo, ma fortunatamente me ne
accorgo abbastanza presto. Anche se il fatto che mi volto di scatto
dalla parte opposta a lui, arrossendo come un semaforo, mi fa
sembrare stupida.
Certo, non come starmene lì a
fissarlo con la bava alla bocca.
“Spero per te che tu abbia un buon
motivo per richiedere la mia presenza!-si lamenta Chen, non appena
mette piede nella nostra stessa stanza- Stavo perdendo contro Kiki
alla Play e ora quel montato crederà che me ne sono andato
perchè avevo paura di perdere!”
Alle sue spalle Mu fa roteare gli occhi
esasperato. Poveretto, non deve essere facile dover vivere ed educare
due ragazzini che si odiano!
“Devo parlarti.” affermo,
riconcentrandomi sul cinesino.
Lui sbuffa infastidito “Beh, sono
qui. Spara.”
“In privato.” specifico.
Chen lancia un'occhiata ai due gold
presenti “Sentito?Sciò.”
Non mi curo di guardare la reazione dei
due gold a questo trattamento. Mi limito ad afferrarlo per un braccio
e a trascinarmelo dietro, sotto le sue inviperite proteste.
“Non essere sciocco, stupido
ragazzino impertinente.-sibilo- Noi andiamo a fare una passeggiata e
a parlare. Ci vediamo più tardi.”
Per tutta la strada per raggiungere il
nascondiglio di Tomàs, Chen non ha fatto altro che
lamentarsi
per il trattamento irrispettoso che gli ho riservato. Continuava a
blaterare cose senza senso sul fatto che avrebbe chiesto a Zeus di
fulminarmi se non lo avessi lasciato immediatamente.
Ed ora che si trova davanti la
colossale figura del cavaliere di Laomedonte si è zittito
completamente e non spiccica più parola.
“Allora...-azzardo- che ne pensi?”
Il piccolette sbatte ripetutamente le
palpebre, osserva ancora una volta l'uomo che ha davanti e poi punta
i suoi occhi scuri su di me.
Prende un bel respiro e finalmente
sembra essere pronto ad esprimere la propria sentenza.
“Michelle tu sei completamente
pazza!” grida, con la sua vocetta acuta.
Mi passo una mano sugli occhi: come
potrei contraddirlo?
Io mica volevo trascinarmelo dietro,
Tomàs. In realtà, la maggior parte delle volte
che
combino qualcosa io non ho assolutamente voglia di farla ma,
immancabilmente, va a finire che mi ci ritrovo immischiata, volente o
nolente.
“Che c'è di male?Occhio non
vede, cuore non duole, no?- ribatto, agitando le mani- In fondo devo
solo tenerlo nascosto fino al giorno della battaglia e poi...”
Chen si mette le mani fra i capelli,
esasperato “Ma ti senti?Tenerlo nascosto fino al giorno della
battaglia!Non è un cucciolo di cane che stai nascondendo a
mamma e papà, Miki!”
Il ragazzino si volta verso il
cavaliere di Laomedonte e gli lancia un'occhiata colma di significato
“Questo è un armadio a quattro ante!Come puoi
pensare che
nessuno noti la sua presenza!-sbotta- E poi perchè non
parla?Perchè non parli?Sei muto?Sordo?Entrambe le
cose?”
Tomàs si limita a storcere le
labbra, piene e ben delineate, in una smorfia infastidita.
Da quanto ho capito di lui, non deve
essere un tipo a cui piace parlare.
Certo che se si togliesse dalla faccia
quell'espressione astiosa sarebbe anche più facile prendere
le
sue parti!
Poso una mano sulla spalla dell'oracolo
“E' un tipo di poche parole. Dovresti prendere esempio da
lui.”
Chen incrocia le braccia infastidito
“Se non sbaglio qui non stavamo parlando di me, ma di quanto
tu sia
stata avventata. Dove hai intenzione di nasconderlo?Stanno
setacciando il Santuario in lungo e il largo e quando arriveranno qui
ci beccheranno tutti e quanti in flagrante.”
Appena fuggito, Tomàs ha pensato
di sfruttare appieno il fatto che il cosmo dei cavalieri maledetti
non viene individuato e sentito da nessuno, ed ha vagato per il
Santuario nascondendosi ai soldati, ma dovrà pur trovare una
sistemazione...Ora ci troviamo di nuovo nel bosco degli ulivi sacri,
posto che è già stato setacciato dai cavalieri,
ma non
possiamo contare sul fatto che le ricerche non li riportino qui.
“Speravo che tu avessi una soluzione
a questo problema...” gli rivelo, stringendomi nelle spalle.
Chen sbuffa per l'ennesima volta, ma
poi inizia a passarsi le dita sulle tempie, assumendo un'espressione
estremamente concentrata.
Dopo vari minuti di attesa però,
il ragazzino non ha ancora trovato una soluzione.
“C'è un posto dove i cavalieri
non hanno controllato.- inizia a parlare Tomàs, facendoci
sobbalzare dalla sorpresa- Una strana collina impregnata di cosmo
divino. Deve essere un luogo sacro a loro precluso.”
“Quello che mi stupisce- ribatte
Chen- non è che tu sappia dell'esistenza dell'Altura delle
Stelle, ma che tu abbia finalmente aperto bocca!”
Il cavaliere di Laomedonte pare
ricadere nel suo mutismo, e incrocia le braccia al petto, tornando a
guardarsi intorno con aria truce.
“Comunque il nostro logorroico amico
ha ragione.-continua il cinesino- Lassù sarebbe
perfetto!”
“Ma è contro le regole del
Santuario!” protesto.
“Michelle, hai già infranto
un'infinità di regole del Santuario, non è
rispettare
questa che farà la differenza!” ribatte l'Oracolo.
Mi mordo il labbro, mentre rifletto su
quanto ha detto.
In fondo, mi ritrovo a pensare, quando
questa stupida guerra sarà finita, che differenza
potrà
fare?
Annuisco piano, acconsentendo
finalmente.
“Allora è deciso,
ragazzi.-concludo-Tutto ciò che dobbiamo fare ora
è
aspettare.”
Tomàs fa un impercettibile cenno
col capo, mentre Chen accenna a una risatina, probabilmente
è
contento di avere un'occasione per farla sotto al naso a tutto il
Santuario.
Mi lascio sfuggire un sospiro: ormai è
fatta.
Che Zeus ci assista!
Cari
lettori e care lettrici,
io, JoJo, in questa sede mi genufletto di fronte a voi e vi imploro di
perdonarmi per il mostruoso ritardo con cui pubblico i capitoli. Lo so,
lo so, sono super-lenta, ma fra esami, professori pazzi, faccende che
avevo rimandato improrogabilmente all'estate, vacanze in Grecia che
vanno in fumo e una vita privata costellata di casini vari, non ho
proprio avuto il tempo di aggiornare. Ma oggi, finalmente, ho concluso
il capitolo!!Olè!!
In realtà è stato a forza di causa maggiore, dato
che domani parto per le vacanze e mi ritirerò in un luogo
dove l'accesso ad internet è una chimera, e non volevo
assolutamente partire lasciandovi a mani vuote. Per cui ecco qua il
nuovo capitolo dove Michelle ne combina qualcuna delle sue, ma prende
sempre più una posizione distinta rispetto al Santuario e ai
gold. Le porterà problemi questa cosa? Assolutamente
sì, considerando la sua natura non proprio fortunata.
In ogni caso, cari lettori (colgo l'occasione per dirvi che vi adoro,
sia chi commenta sia i molti che leggono soltanto), vi auguro delle
splendide vacanze estive. Con Michelle ci si rivede a Settembre,
perchè anche lei ha bisogno di una piccola vacanza. Ci si
rivede presto e allora sarò più rilassata e zen
e, probabilmente, parlerò con un accento mezzo romagnolo!
Buone Vacanze, un bacio
JoJo
Gufo_Tave : ebbene sì, povera Michelle...tra l'altro Saga è uno dei gold che più le fa paura (dopo Death Mask ovviamente che l'ha minacciata apertamente di morte). Per la svegliata della nostra carissima e sfigatissima protagonista, però, dovrai aspettare il prossimo capitolo!Alla prossima!
NinfaDellaTerra : Heilà!Sono contenta che la storia continui a piacerti nonostante il tempo che passa inesorabile (anche se, devo dire, siamo quasi alli sgoccioli con le sfighe della povera Miki). Sono contenta che il risvolto amoroso fra Vic e Al ti sia piaciuto, personalmente li trovo carinissimi insieme^^. E il piccolo Chen...diciamo che non invidio affatto Kiki, dato che l'ispirazione per il malefico ragazzino l'ho presa da una mia conoscenza...Spero che anche il nuovo capitolo sia di tuo gradimento!Ciao, al prossimo capitolo!
Megarah_witch : Certo che Shaka ha un cuore:però lo tiene nascosto ben bene (credo che nel prossimo capitolo si noterà quanto è in grado di occultarlo!eheh) Michelle dice che, se prorpio non ti scoccia, qualche cerino e qualche rosario, con un branco di coccinelle e qualche cornetto non le farebbero male! Grazie per gli auguri per gli esami, sono andati bene, aspetto solo che un professore psicopatico pubblichi l'ultimo voto e poi posso andare in letargo intellettuale fino alla prossima sessione!eheh Alla prossima!
whitesary : Hey!In effetti anche a me è mancato pubblicare, mi ci vorrebbe una giornata di 48 ore a volte!Di guai per Michelle ne ho in mente ancora qualcuno, ma ora che sta maturando mi sembra che li prende molto meglio...circa...più o meno...suppergiù...eheheh. Eh, sì nello scorso capitolo gliene sono capitate di ogni, poveretta. Tra l'altro dì alla Sara della tua storia (ebbene sì, la leggo sempre, anche se non ho mai il tempo di commentare. Mi piace molto complimenti!) di ridimensionare l'ego del suo moroso, Miki è rimasta molto imbarazzata da quel commento!eheheh Detto questo, al prossimo capitolo!!
ftonos : Hey!Sono contenta che tu abbia scoperto la mia storia, e spoprattutto che ti sia piaciuta! Leggere la tua recensione mi ha fatto molto piacere!
P.S. Mi scuso qualora doveste trovare essori di battitura o di grammatica, ammetto di non avere riletto il capitolo nel suo insieme.
P.P.S. Mi sono accorta che questo capitolo è più corto di quanto mi aspettassi. Beh, il fatto è che doveva essere un tutt'uno con quello successivo ma dato che non volevo lasciarvi a mani vuote dopo la mia partenza ho pensato di pubblicarne ora solo la prima parte.