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Autore: LorasWeasley    09/11/2019    2 recensioni
AU [FACE Family|FrUK|Accenni Dennor e Spamano]
"Si fissarono per interi secondi, scrutandosi fin nel profondo, poi Arthur sussurrò –Non sei costretto a stare qui.
-Lo so.
Due semplici parole che volevano dire moltissimo altro."
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, FACE Family/New Continental Family, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi con una nuova long!
Saranno una quindicina di capitoli, forse qualcosa in più.
Al contrario dell'altra che ho scritto sempre in questo fandom qui la coppia principale sarà solo la FrUK, con America e Canada come bambini.
E' una famiglia che adoro troppo, dovevo scrivere su di loro.
I capitoli saranno praticamente tutti della stessa lunghezza circa e pubblicherò al solito ogni fine settimana!
Non credo di avere molto altro da dire per il momento, spero che lascerete qualche commento!
Un bacio, alla prossima settimana! Deh
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Twins

 

1.Lo zio Lukas e lo zio Mathias

-Tu hai bisogno di una scopata.
Furono queste le prime parole che gli disse Lukas non appena Arthur gli aprì la porta d’ingresso e questo lo scrutò per qualche secondo.
L’inglese sospirò mentre i suoi bambini correvano e saltavano sopra lo “zio Mathias”, facendolo cadere in mezzo al corridoio non appena questo entrò in casa insieme al suo fidanzato.
-Ah si? E da cosa l’hai capito?- domandò ironico Arthur portandosi una mano a massaggiarsi la testa, mentre con l’altra chiudeva la porta alle spalle degli ospiti.
-Dalla tua faccia e dai nervi tesi.
Arthur alzò gli occhi al cielo e si trattenne dal rispondere al suo migliore amico che non voleva davvero una risposta, alla fine conosceva da una vita il norvegese, sapeva com’era fatto.
Sentì Alfred e Matthew che tiravano con le loro manine Mathias per portarlo in soggiorno e fargli vedere tutto quello che stavano facendo.
Arthur intervenne –Non fate impazzire lo zio Mathias che poi non viene più.
-Ma non stiamo facendo nulla di male- gonfiò le guancie Alfred chiudendo le sue piccole mani in dei pugni che posizionò sui fianchi, mentre Matthew nascondeva il volto sul suo peluche di orso polare e chiedeva scusa con un mormorio flebile.
Il danese rise con la sua voce squillante, si inginocchiò e prese in braccio entrambi i bambini senza alcuno sforzo –Non preoccuparti Arthur, voglio proprio vedere tutto quello che hanno da mostrarmi- e con un sottofondo di schiamazzi felici dei due gemelli si diresse in soggiorno lasciando l’inglese e il suo migliore amico da soli.
Fu il primo a parlare –Sembra molto portato a fare il padre, avete mai pensato di prendere dei bambini? Vivete insieme già da un sacco di tempo.
Lukas trasalì, guardò malissimo il suo amico e mentre si avviava in cucina senza aspettare alcun invito particolare da parte dell’altro borbottò pianissimo –Non ti ci mettere anche tu e non gli dare corda.
Arthur rimase stupito da quella risposta, l’aveva detto così tanto per dire, non pensava che fosse un argomento del quale già parlavano.
Poi rifletté anche sulla risposta che il norvegese gli aveva appena dato e corrugando la fronte lo inseguì dentro la sua cucina.
-Aspetta, che vuol dire? Perché non vuoi una famiglia con Mathias?- stava tenendo il tono basso, così che l’altro ragazzo non lo potesse sentire dall’altra stanza.
Lukas alzò un sopracciglio come se fosse ovvia la risposta –Ma ti sei visto? Non voglio finire come te. Mi piace la mia tranquillità, mi piace non cambiare pannolini sporchi e mi piace fare l’amore con il mio ragazzo ogni volta che ne ho voglia. Perché dovrei cambiare qualcosa nella mia vita?
-Ignorerò la prima parte dove hai decisamente poco tatto nei miei confronti e risponderò alla tua ultima domanda. Perché dovresti cambiare qualcosa? Perché se Mathias ti ama e vuole una famiglia con te dovresti dargliela.
Lukas sembrò davvero pensarci su, lo sguardo fisso in un punto indefinito e i denti che si torturavano l’interno della guancia, poi sembrò riprendersi e cambiò tranquillamente argomento.
-Comunque, tutto questo ci riporta alla mia prima affermazione. Hai bisogno di una bella scopata Arthur.
Gli urli e le risate divertite dei bambini nell’altra stanza facevano da sottofondo a quella conversazione.
-Si, grazie per l’informazione Lukas, ma, come hai ben potuto constatare, ha da un paio di mesi che è un po' impossibile per me uscire la sera e cercarmi qualcuno con cui passare la notte.
Il norvegese aprì le braccia –Ed è per questo che io e Mat siamo qui, proprio per aiutarti.
Scese il silenzio, Arthur aveva strabuzzato gli occhi incredulo, parlò solo dopo diversi secondi.
-Okay… Capisco che siamo migliori amici tipo dall’asilo… Ma non ho intenzione di fare una cosa a tre con il tuo ragazzo solo perché non scopo da mesi.
Lukas rimase in silenzio, confuso adesso anche lui, poi rispose con la sua voce perennemente pacata e bassa –Ma sei scemo? Non mi stavo riferendo a quello. Dio, i brividi al solo pensiero, ma da dove ti vengono in mente!
Arthur si rilassò visibilmente.
Lukas continuò –Dicevo che per una notte te li possiamo tenere noi i bambini, anche oggi stesso, li facciamo cenare e restano a dormire da noi, poi domani magari vieni a pranzo e nel pomeriggio te li riporti a casa, che ne pensi?
-Mhmm…- Arthur non era molto convinto –Ma sei sicuro di quello che dici? Infondo l’hai visto benissimo in questi mesi quanto siano… euforici. Dovrete stargli perennemente dietro, vi ritroverete distrutti.
Lukas fece un sorrisetto –Oh lo so, così magari Mathias si toglie dalla testa questa idea assurda di avere un bambino.
-Lukas…- provò ad ammonirlo Arthur in un sospiro ma venne immediatamente interrotto dall’altro.
-Pensaci, ci guadagniamo entrambi.
L’inglese sospirò per la milionesima volta passandosi una mano sugli occhi –Va bene, solo perché sei il mio migliore amico.
Lukas sorrise soddisfatto, poi si diresse in soggiorno seguito dal padrone di casa, qui trovò il suo fidanzato sdraiato a terra, mezza faccia colorata di viola, Alfred li accanto con i colori a spirito in mano e Matthew che gli saltellava sullo stomaco.
-Ehy bambini! Stasera volete venire a dormire dagli zii?
I due gemelli si illuminarono, Alfred lasciò andare i colori e chiese speranzoso –E possiamo mangiare la pizza?
Lukas annuì –Compreremo la pizza con le patatine.
Alfred saltò felice dalla gioia mentre Matthew scendeva dallo stomaco del danese e si avvicinava al suo papà, gli afferrò il tessuto dei pantaloni e chiese flebilmente –Daddy, tu non vieni?
Lukas si inginocchio per essere alla sua altezza –Non ci vuoi stare con noi?
Il bambino sembrò indeciso su cosa rispondere e strinse di più il tessuto del pantalone del padre, questo si abbassò a sua volta e lo strinse in un abbraccio –Non devi aver paura a dormire fuori di casa, gli zii li conosci e poi non sei solo, c’è tuo fratello, Alfred non ti abbandonerebbe mai.
-Non ho paura, non voglio che tu resti da solo daddy.
Ad Arthur gli si strinse il cuore –Honey…- sussurrò stringendoselo di più contro –Stai tranquillo, io ho da fare e domani sarò di nuovo con voi.
Alfred si materializzò davanti a loro –Anche io voglio un abbraccio!
Arthur rise, liberò un braccio per tirare a sé l’altro gemello e abbracciarli entrambi, infine si alzò da terra portandosi dietro i due bambini –Andiamo a preparare il pigiama? Così meno tempo sprechiamo adesso e più ne avrete stasera per far impazzire lo zio Mathias.
I cori felici delle esaltazioni dei due bambini fecero sorridere Lukas in modo quasi inquietante.
 
Chiuse la macchina quando riuscì a trovare parcheggio e, prima di avviarsi, ricontrollò per la milionesima volta che non ci fossero nuove notifiche sul cellulare e che il volume fosse al massimo.
Aveva dato così tanti avvertimenti a Lukas che questo era stato costretto a buttarlo fuori di casa per farlo andare via per la sua serata.
Sorrise al ricordo, poi si avviò verso quella via piena di locali, erano le dieci di un sabato sera, era normale che fosse piena di ragazzi e ragazze. Molti sembravano piccolissimi e di sicuro non doveva essere solo apparenza.
Storse il naso ignorando tutti i locali più famosi affollati di quei ragazzi muniti di carta d’identità falsa e si diresse verso un pub che conosceva bene. Lui, Lukas e diversi altri amici si ritrovavano spesso li a passare le loro serate prima dell’arrivo dei bambini.
Era un po' Dark, sempre con le luci soffuse e al minimo, tutto sembrava avere una sfumatura bluastra, aveva dei prezzi molto alti perché vendeva il miglior alcool che Arthur avesse mai assaggiato. I ragazzini se ne tenevano alla larga semplicemente perché loro preferivano spendere poco per dell’alcool da pochi spiccioli e vomitare qualche ora dopo in qualche vicolo isolato.
Quando entrò notò con piacere che stava della musica dal vivo ma che per questo tutti i tavolini erano occupati.
Trovò uno sgabello al bancone e ordinò dello scotch, iniziò a sorseggiarlo lentamente mentre ascoltava la musica e si guardava intorno per capire che tipo di clientela stava quella sera e per vedere se c’era qualcuno che valeva la pena portare nei bagni o addirittura nella sua macchina.
Stava cercando di capire se il ragazzo moro seduto due persone alla sua destra fosse carino o meno quando sentì una voce sensuale vicino al suo orecchio, sembrava conosciuta ma non riuscì a collegarla a nessun volto.
-Posso offrirti qualcos’altro da bere?
Si girò verso la direzione di quella voce con già un angolo della bocca alzato e la risposta affermativa sulle labbra quando gelò sul posto.
Perché conosceva benissimo quel sorriso da prendere a schiaffi, quei lunghi capelli biondi e quegli intensi occhi blu. Li aveva sognati per così tante notti da aver perso il conto.
-Francis…- sussurrò così flebile che l’altro non riuscì a sentirlo con la forte musica, ma lesse il labiale e fu soddisfatto di essere stato riconosciuto.
-Quando sei tornato?- domandò a voce più alta Arthur quando si riprese dallo shock iniziale, aveva anche distolto lo sguardo e inclinato la testa di lato per nascondere il rossore.
-È importante? Ora sono qui. E mi sei mancato- era sempre così schietto e diretto senza farsi alcun problema, allungò una mano e gli fece alzare il mento per fissarlo direttamente in quegli occhi verdi –Non ti manca quello che facevamo una volta?
Arthur deglutì e cercò di mantenere ferma la voce mentre diceva –Per quanto ne sai potrei essere impegnato con qualcun altro.
Francis sorrise –Lo sei?
Arthur dovette dire la verità –No, ma…
-Ma?
-Hai detto che mi offrivi da bere prima, sto aspettando.
Francis rise e si sporse verso il suo orecchio –Certo che non sei cambiato di una virgola.
-Ti è andata bene allora.
E, mentre si perdeva nei suoi occhi, tutti i ricordi del passato tornarono prepotentemente a galla.
  
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